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http://www.dagospia.com/rubrica-4/bu...colo-14103.htm
3 - QUANTO RETICENZA PER IL BILANCIO DISASTRO DELL'ALITALIA. NESSUNO CHE HA IL CORAGGIO DI SCRIVERE CHE I VECCHI SOCI DI CAI SON PRONTI A TAGLIARE LA CORDA C'è molto pudore e una buona dose di reticenza nei giudizi che oggi corrono sui giornali per il bilancio 2009 di Alitalia. I risultati non sono certo esaltanti perché la Compagnia dei patrioti italiani guidata da Roberto Colaninno e Rocco Sabelli ha chiuso l'anno con una perdita di 326 milioni che provoca qualche brivido. È stato un anno difficile per tutte le compagnie aeree, ma ciò che più preoccupa i top manager della Magliana è la prospettiva del 2010 dove secondo Giovanni Bisignani, presidente della Iata, le perdite per il 2010 di tutte le compagnie potrebbero superare i 3 miliardi di dollari. I numeri di Alitalia sono in parte confortati dall'indebitamento (799 milioni) e dalla liquidità che alla fine dell'anno era di circa 333 milioni. A leggerli con un certo affanno sono i soci di Cai, quegli uomini audaci che il Cavaliere di Palazzo Chigi e Corradino Passera nel dicembre 2008 hanno infilato come anelli nella cordata di salvataggio. Alcuni di loro hanno avuto contropartite quasi sfacciate. Così è accaduto ad esempio per i Benetton con l'aumento delle tariffe autostradali, e per Emma Marcegaglia che si è rifatta con l'affitto di una manciata di euro che le consentirà di gestire per 40 anni il complesso turistico-alberghiero realizzato in Sardegna per il G8. Altri sono rimasti al palo e sperano che AirFrance (azionista al 25% della società) rilevi le loro quote, ma questa è una prospettiva che si allontana sempre di più perché i francesi si stanno leccando le loro ferite. Da qui i rumors che vorrebbero i vecchi soci di Cai (oggi Alitalia) pronti a tagliare la corda. Di questa possibile fuga ha parlato ieri a Sky Economia anche Gianni Dragoni, il giornalista del "Sole 24 Ore" più esperto di cose aeronautiche. Oggi lo stesso Dragoni firma sul "Sole 24 Ore", il quotidiano della Confindustria guidata da Emma Marcegaglia, l'articolo sulle perdite di Alitalia, ma con grande discrezione evita di parlare della fuga dei "patrioti". (Riotta vigila)
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e io anche quest'anno passo da heathrow con british... alitalia sto cazz
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#165 |
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#166 |
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altro giro altra corsa
oltre a inchiappettare gli italiani accollandogli i debiti della bad company, inchiappettati anche azionisti e obbligazionisti della vecchia Alitalia. Con AirFrance al posto di CAI avrebbero preso molto di più (ma sopratutto, ZERO BAD COMPANY) http://www.dagospia.com/rubrica-4/bu...colo-15926.htm (dal FATTO QUOTIDIANO) Ferruccio Sansa per "Il Fatto Quotidiano" "I titoli di Stato per rimborsare gli azionisti e gli obbligazionisti Alitalia? Non ne sappiamo niente". È la risposta più frequente che si ottiene interpellando le banche. Ma ce ne sono di diverse. Alcune desolanti: "Gli azionisti della vecchia Alitalia? Poveracci". Altre appena più incoraggianti: "I titoli arriveranno, ma finora non ne sappiamo nulla". Le cronache del salvataggio della compagnia di bandiera hanno riempito migliaia di pagine dei quotidiani: si dibatteva di italianità, di cordate, di soci stranieri. Ma di loro, degli azionisti e degli obbligazionisti della vecchia Alitalia, tutti, o quasi, si sono dimenticati. E pensare che non si tratta di quattro gatti, ma di almeno 40 mila persone che nell'Alitalia avevano investito centinaia di milioni di euro. Gente comune che, magari ascoltando le promesse del governo, aveva puntato i propri risparmi. Una vicenda che non sembra avere uguali. Perfino in Italia: un titolo prima "garantito" dal Governo, poi sospeso e alla fine cancellato. Con i risparmiatori che in mano si ritrovano pezzi di carta spendibili come i soldi del Monopoli (in attesa del promesso rimborso con i titoli di Stato). Che pendono dalle parole del governo e dalle mezze frasi della Borsa Italiana e del presidente della Consob, Lamberto Cardia, ormai in scadenza. Parli di azionisti Alitalia e pensi ai grandi nomi della cordata: Colaninno, Ligresti, Bellavista Caltagirone. Ma questa è un'altra storia, la Cai non c'entra, parliamo di chi aveva nel portafogli le azioni della vecchia compagnia. Gente che non ha avuto l'imbeccata giusta per disfarsi in tempo dei titoli oppure si è fidata di chi, come Berlusconi, disse: nessun risparmiatore ci rimetterà un euro. La storia comincia nel marzo 2008, tempo di campagna elettorale: il governo Prodi sta contrattando con Air France la vendita di Alitalia e il Cavaliere lancia il sasso nello stagno, parla di una cordata italiana. Il titolo della società agonizzante comincia un'altalena spericolata: ad aprile +18 per cento, il 28 maggio +2,25, il 3 giugno -7,1. Così Consob e Borsa il 6 giugno decidono di sospendere il titolo. Anche per salvaguardare i risparmiatori, si dirà. Ma qui la storia prende una piega tipicamente italiana (del resto si parlava di "italianità"): la nuova compagnia decolla, più o meno, mentre la vecchia finisce nel dimenticatoio insieme con i suoi azionisti e obbligazionisti. Il signor Carlo di Aprilia (Latina), la racconta così: "Sono un piccolo azionista, ho acquistato 10.000 azioni Alitalia dopo aver sentito in televisione Berlusconi che inneggiava a una cordata italiana e che assicurava agli azionisti una forte rivalutazione del titolo. Invece sono rimasto ingabbiato, non posso più venderle". È uno dei tanti. Gente comune che si sfoga: "Di Cirio e Parmalat hanno parlato, giustamente, in tanti. Perché di noi azionisti e obbligazionisti Alitalia nessuno dice niente? Acquistare titoli comporta dei rischi, però qui è diverso: non ci hanno nemmeno lasciato la possibilità di vendere, magari a un prezzo di saldo". "Di fatto ci hanno espropriato dei titoli", attacca Giovanna da Milano. Intanto passano i mesi, nel più totale disinteresse. "Nel gennaio 2009 il titolo, dopo essere stato sospeso, viene cancellato dal listino, senza spiegazioni di Cardia", racconta la senatrice Maura Leddi (Pd). Lamberto Cardia ad aprile dedica alla questione un rapido passaggio: "Va data una qualche forma di risarcimento, soprattutto agli obbligazionisti". Alla fine, dopo l'ennesima interrogazione, il ministero dell'Economia risponde: i risparmiatori dovranno attendere fino al 31 maggio 2009 per eventuali risarcimenti. Ma il termine passa. E tutto resta in una nube di incertezza: azionisti e obbligazionisti saranno rimborsati attingendo al fondo dei conti dormienti che, racconta Leddi, "da due miliardi è passato a 800 milioni". Intanto Franco Vecchi, presidente dell'associazione azionisti e obbligazionisti Alitalia, indica l'ordine di risarcimento: "I primi ad essere rimborsati saranno i crediti di Stato, poi ci sono i dipendenti, poi le banche, dopo gli obbligazionisti, poi vengono i fornitori e solo per ultimi gli azionisti". Tutto chiaro? Mica tanto. I termini per presentare la domanda scadono nell'agosto 2009. Vengono anche fissate le condizioni. Che a tanti azionisti e obbligazionisti suonano come una presa in giro: "Il rimborso avverrà, se avverrà, attraverso titoli di Stato", sorride amaro Giuseppe D'Orta dell'Aduc (Associazione per la difesa degli utenti e dei consumatori). Aggiunge: "Ma così la carta straccia verrà sostituita con altra carta. Si tratterà infatti di titoli senza cedola che scadranno nel dicembre 2012, fino ad allora insomma non diventeranno denaro e non potranno essere ceduti". Non basta. Racconta Maria Grazia, azionista torinese di Alitalia: "Il decreto prevede che i rimborsi siano arrotondati per difetto: io ho 7000 azioni Alitalia, mi spetterebbero 1.905 euro. Invece me ne daranno mille e se ne terranno 905. Lo ritengo un furto legalizzato". "Alla fine, se tutto andrà bene, gli azionisti otterranno 0,27 euro ad azione, il 50 per cento del valore medio del titolo nell'ultimo mese di quotazione. E gli obbligazionisti il 70,9 per cento di quanto gli spettava (se fosse stata accettata l'offerta Air France avrebbero preso l'85 per cento). Con un tetto: 50 mila euro per gli azionisti, 100 mila per gli obbligazionisti", racconta l'Aduc. Ma andrà davvero così? Le scadenze saranno rispettate? Gianluca Di Ascenzo del Codacons allarga le braccia: "Le banche non sanno ancora nulla. Regna l'incertezza più assoluta. Intanto degli azionisti e degli obbligazionisti Alitalia nessuno si ricorda più".
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#167 |
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altro pezzo interessante
http://www.dagospia.com/rubrica-4/bu...colo-16227.htm ALLARME ROSSO DOPO L'ESTERNAZIONE DI COLANINNO: ALITALIA DA RICAPITALIZZARE. I 9 FUGGIASCHI DEL CAI SONO AUMENTATI DI NUMERO MENTRE CORRADINO PASSERA TREMA ALL'IDEA DI IMPEGNARE LA SUA BANCA PER UN ALTRO SALVATAGGIO Non è davvero piaciuta a Palazzo Chigi l'esternazione di Roberto Colaninno sull'Alitalia al Festival dell'Economia di Trento. Quando nel pomeriggio di venerdì è salito sul palco del Teatro Sociale, l'imprenditore di Mantova aveva l'aria distesa anche se gli organizzatori gli avevano messo accanto due professori come Andrea Boitani e Carlo Scarpa che la sanno lunga sul trasporto aereo. Il presidente di Alitalia non ama gli accademici e durante una cena all'inizio di febbraio con l'Harvard Club of Italy aveva manifestato il suo disprezzo "per i professori che sanno tutto e in pratica non capiscono niente". Nonostante la presenza dei due accademici della Cattolica e dell'università di Brescia, Colaninno non sembrava preoccupato perché era reduce dal consiglio di amministrazione di Piaggio dove in mattinata l'azienda della Vespa aveva annunciato il suo sbarco in India con un investimento di 30 milioni per produrre 150mila unità l'anno. La sorpresa si è avuta quando parlando della Compagnia di bandiera ha detto senza mezzi termini che il vulcano islandese e la brutta congiuntura mettono a repentaglio la sopravvivenza della società salvata nel 2008 con gli audaci patrioti di Cai e di Corradino Passera (l'uomo che il "Wall Street Journal" di oggi definisce "il banchiere del Paese"). Adesso Colaninno confessa che i piani di rilancio sono in ritardo di un anno e che entro questo periodo si dovrà raggiungere il pareggio operativo "per salvare Alitalia". Questa affermazione stride fortemente con l'ottimismo del suo braccio destro Rocco Sabelli che avrebbe dovuto partecipare al Festival di Trento, ma all'ultimo momento il suo nome è stato cancellato. Il bilancio 2009 si è chiuso con una perdita di 326 milioni (quasi 1 milione al giorno) e i debiti sfiorano gli 800 milioni, ma nonostante questi dati il tandem Colaninno-Sabelli ha sempre dato fiato alle trombe sull'efficienza e sulla puntualità. Le parole del 66enne imprenditore che nel '99 scalò Telecom per poi rivenderla a Tronchetti Provera con il guadagno di 1,5 miliardi, sono state accolte con sorrisi ironici dai due professori Boitani e Scarpa che non hanno mai creduto al salvataggio definitivo della Compagnia. Entrambi hanno sempre detto che l'operazione più furba sarebbe stata quella di vendere la vecchia Alitalia quando AirFrance se la voleva comprare con tutti i debiti per 1,7 miliardi. Dal palco del Teatro Sociale di Trento Colaninno fa capire che sarà quasi indispensabile una nuova ricapitalizzazione rispetto ai 3 miliardi di euro scaricati sulle spalle dei contribuenti e all'impegno finanziario dei soci di Cai. Sono questi adesso a tremare di fronte alla prospettiva di rimettere la mano al portafoglio. Quanti soldi abbiano effettivamente cacciato finora questi 20 capitani coraggiosi resta un mistero. Per chiarirlo ci vorrebbe un giornalista esperto come Gianni Dragoni del "Sole 24 Ore", lo stesso che nel 2008 ha scritto il libro "La paga dei padroni", e che giovedì scorso è apparso ad "Annozero" per scodellare i nomi dei top manager straricchi. Resta il fatto comunque che gli "audaci" sedotti dal Cavaliere e da Corradino Passera all'inizio della loro avventura, hanno la possibilità di evitare donazioni di sangue in base al lock-up, la clausola che consente al 66% degli azionisti di tagliare la corda. Facendo la somma del 25% in mano ad AirFrance occorre trovare altri 9 soci per superare il vincolo che impedisce di prendere il largo. Dopo l'esternazione di Colaninno nel weekend, i 9 fuggiaschi sono aumentati di numero mentre Corradino Passera trema all'idea di impegnare la sua banca per un altro salvataggio.
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#168 | |
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Immagino che i vertici di IntesaSanPaolo saranno sconvolti dalla felicità. Dev'essere stupendo finanziare a fondo perduto un'azienda senza futuro. Quando ogni banca italiana si rifiuterà di partecipare a qualsivoglia operazione di salvataggio di quel carrozzone ci sarà da divertirsi. X fortuna che Fiumicino avrebbe dovuto contribuire al rilancio di Alitalia. |
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#169 | |
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Se lo stato italiano metterà anche solo un alito nella vicenda si rischia l'esplosione del governo tutto. E mi sa anche dei prossimi...
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Il regarde le soleil. . il coule comme un navire. . et dans l'esprit il me reporte en arrière. . . dans la terre lointaine de mes pères. . . meglio un brutto processo che un bel funerale |
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#170 |
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si nemmeno all'estero ridono però, air france e british hanno una perdita molto maggiore di alitalia, un po meglio lufthansa ma sempre in rosso di oltre cento milioni
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#171 |
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Senior Member
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ancora co sta storia? tutte le altre compagnie prendono molti più incentivi da enti locali che alitalia ma nessuno fiata... vedi ryanair
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#172 | |
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#173 |
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ma te preferisci dare un milione a ryanair che è straniera o a una compagnia italiana?
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#174 |
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a nessuno dei due
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#175 | |
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Ultima modifica di Lorekon : 08-06-2010 alle 00:37. |
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#176 | |
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purtroppo però il liberismo è un concetto che viene sbandierato solo quando bisogna chiudere fabbriche o inchiappettare i lavoratori. quando un'azienda deve fallire, diventan tutti socialdemocratici che manco in Svezia
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#177 |
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fai il rapporto con i voli o servizi prestati
gli incentivi ai voli li fanno per aiutare la gente per lavoro o turismo, come fanno le agevolazioni per treni e bus e traghetti o pensate davvero che per andare in sardegna col traghetto costa solo 6€? sarà mica che lo stato ci da dietro un 50€ alla tirrenia o sardinia ferries?
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#178 |
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22/06/2010
Enac, dopo due avarie ai motori, declassa i due Airbus 330 con livrea Air One di Alitalia restringendo i parametri per il loro utilizzo con licenza etops: ora i velivoli potranno effettuare voli a una distanza massima di 60 minuti dal primo aeroporto disponibile anziché 120 minuti. Una 'prudenza' dovuta per due aeromobili, di cui uno già stato spostato sulle rotte africane per Lagos e Accra mentre il secondo è ancora a Boston per le opportune verifiche, ed è atteso in Italia non prima di venerdì. I voli transatlantici devono così esser operati dai Boeing 777 in flotta del vettore (che già volano su Los Angeles). I due Airbus 'sotto osservazione' furono acquistati da Etihad circa un anno prima del passaggio di Air One ad Alitalia. http://www.ttgitalia.com/pagine/Rest...Home-news.aspx |
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#179 |
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Ecco cosa succede a comprare in seconda mano dagli emirati arabi, altro che pagare moneta vedere cammello...
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#180 |
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Noto che l'aeronautica non è il tuo campo
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"L'uomo Italiano è rimasto l'unico a "vestirsi" veramente. Non ha paura di mostrarsi vanitoso, non si vergogna a profumarsi né a pettinarsi in una certa maniera. (Tom Ford) רק אלוהים ישפוט אותי |
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