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#121 | |||||||||
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Junior Member
Iscritto dal: Feb 2007
Messaggi: 7
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Infatti non mi interessa tanto apportare argomentazioni a chi non ha tale fede...ma a chi ce l'ha. A tale scopo l'autorità di Pietro è evidente in tutto il Nuovo Testamento: http://www.vatican.va/holy_father/jo...9921216it.html Quote:
Le colonne della Chiesa erano PIETRO, Giacomo e Giovanni. Ma è Pietro che ha autorità sopra tutti gli apostoli. Quote:
Il primato del vescovo di Roma deriva dalla successione vescovile della cathedra di Pietro...che è Roma. A Gerusalemme c'è il successore di Giacomo, non di Pietro che...assieme a Paolo, ha fondato la Chiesa di Roma e vi è morto martire. Non c'era affatto distacco dalle radici ebraiche da parte di Gesù e dei primi cristiani... Gesù e gli apostoli erano tutti ebrei...così come le prime comunità cristiane. Non c'è l'invenzione di nessuna favola...l'uccisione di Gesù è avvenuta per pressione del sinedrio e della popolazione (con le varie eccezioni ovviamente). Quote:
C'è totale linearità fra la dottrina di Gesù e quanto dice San Paolo. I Vangeli non li ha scritti San Paolo...l'autorità petrina non è esclusiva delle lettere paoline. Inoltre ci sono tutte le fonti patristiche ed extracristiane da tenere in considerazione. Quote:
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e, come ci dice Pietro: 2Pietro 3:16 così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina. Quote:
Hai mai sentito parlare di "esegesi"? E "filologia"? Non sono termini che hanno a che fare esclusivamente con i Libri della Bibbia.. x Giannola, State cercando di separare il canone in due parti? La Parola di Dio è tutta ispirata per chi è cristiano. Il ruolo di Pietro nella Chiesa delle Origini, poi, è superiore a quello di tutti gli altri apostoli. E' solo a Pietro che Gesù comanda di pascere le sue pecorelle. |
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#122 |
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Bannato
Iscritto dal: Dec 2004
Città: Altrove
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#123 | |
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Junior Member
Iscritto dal: Feb 2007
Messaggi: 7
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LOL...patristica fai da te?? Smettila di farti manipolare dai siti anticlericali ed inizia ad aprire un po' di più la mente. Se ti interessa la patristica non fartela dettare ma leggila e studiala personalmente. Non ne avevamo già parlato nell'altro forum? Vabbè: AGOSTINO ED IL PRIMATO: Dalle Ritrattazioni di Agostino: XXI (XX) - Contro la lettera dell'eretico Donato, 21. 1. Sempre al tempo del mio sacerdozio scrissi un libro Contro la lettera di Donato, che fu, dopo Maiorino, il secondo vescovo di Cartagine di parte donatista. In essa Donato si esprime come se il battesimo di Cristo non potesse darsi che nella comunione con lui, una tesi che io combatto in questo libro. In un passo, parlando dell'apostolo Pietro, ho detto che su di lui, come su di una pietra, è fondata la Chiesa·274. È l'interpretazione che vien tradotta in canto corale nei versi del beatissimo Ambrogio laddove del gallo dice: Al suo canto quello stesso che è pietra della Chiesa ha cancellato la sua colpa·275. So però di aver in seguito ed assai spesso·276 interpretato diversamente le parole del Signore: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa·277. Ho inteso cioè che su questa pietra significasse: su colui che Pietro ha testimoniato con le parole: Tu sei il Cristo, figlio del Dio vivo·278, e che pertanto Pietro, per aver ricevuto il suo nome da questa pietra, rappresentasse la persona della Chiesa che è edificata su questa pietra e ha ricevuto le chiavi del regno dei cieli·279. Non è stato detto all'Apostolo: "·tu sei pietra·", ma: tu sei Pietro. La pietra era dunque Cristo·280, ed è per averlo testimoniato, come lo testimonia tutta la Chiesa, che Simone ebbe il nome di Pietro. Scelga il lettore quale delle due opinioni sia la più probabile. COMMENTO A QUANTO SOPRA Agostino esprime dunque una opinione personale e siccome ne è ben consapevole, al termine della sua esposizione afferma che il suo lettore può decidere se scegliere la sua opinione o meno, come per esempio qualla di S.Ambrogio suo maestro di cui egli stesso cita il pensiero: È l'interpretazione che vien tradotta in canto corale nei versi del beatissimo Ambrogio laddove del gallo dice: Al suo canto quello stesso che è pietra della Chiesa ha cancellato la sua colpa. Si noti pure che Agostino riferisce la seguente: Non è stato detto all'Apostolo: "·tu sei pietra·", ma: tu sei Pietro. La pietra era dunque Cristo. Egli però non tiene conto che Gesù non pronunciò un termine per indicare la "pietra" e un altro diverso termine per indicare "Pietro": Gesù si espresse con uno stesso termine che è quello di "Kefa" che significa "Roccia" , da cui si ricava questa frase originaria: Tu sei Kefa e su questa Kefa edificherò la mia Chiesa. Infine, a prescindere da questa opinione esegetica sul "Tu sei Pietro", Agostino non mette però in discussione che Pietro dovesse rappresentare la Chiesa avendo ricevuto le chiavi del regno dei cieli: egli infatti così si esprime: "pertanto Pietro, per aver ricevuto il suo nome da questa pietra, rappresentasse la persona della Chiesa che è edificata su questa pietra e ha ricevuto le chiavi del regno dei cieli· Pertanto coerentemente con la convinzione che il rappresentante della Chiesa ha le chiavi del regno e il potere sulla terra, di sciogliere e legare, scriveva come segue al papa Bonifacio. LIBRO PRIMO Ossequio al papa Bonifacio. 1. 1. È vero che senz'altro ti conoscevo già per la risonanza della tua fama celebratissima e avevo già appreso da testimoni molto numerosi e molto attendibili di quanta grazia divina tu fossi ricolmo, o beatissimo e venerando papa Bonifacio. Ma ora, dopo che ti ha visto anche fisicamente di persona il mio fratello Alipio; dopo che, accolto da te con estrema gentilezza e cordialità, ha scambiato con te conversazioni dettate da reciproca direzione; dopo che, convivendo con te in comunione di grande affetto, anche se per piccolo tratto di tempo, ha versato nel tuo animo sé e me insieme e ha riportato te e me nell'animo suo, tanto maggiore si è fatta in me la conoscenza della tua Santità quanto più certa l'amicizia. Tu infatti, rifuggendo dal pensare altamente di te (Cf. Rm 12, 16.), per quanto più alto sia il posto da cui presiedi, non disdegni d'essere amico degli umili e di rendere amore a coloro che ti danno amore. Cos'altro è appunto l'amicizia, che non trae il nome se non dall'amore e non è fedele se non nel Cristo, nel quale soltanto può essere anche eterna e felice? Per questo e altresì per la maggiore fiducia suscitata in me da quel fratello che mi ti ha reso più familiare, ho ardito di scrivere alla tua Beatitudine qualcosa sui problemi che in questo tempo sollecitano con uno stimolo più vivo la mia cura episcopale, per quanta ne ho, a vigilare per il gregge del Signore. Il pericolo della nuova eresia. 1. 2. Infatti i nuovi eretici, nemici della grazia di Dio, che per Gesù Cristo nostro Signore è data ai piccoli e ai grandi, benché una più aperta condanna li mostri già con maggiore evidenza come gente da tenere alla larga, non cessano tuttavia di tentare con i loro scritti i cuori dei meno cauti o dei meno istruiti. Ai quali eretici bisognerebbe senz'altro rispondere perché non confermino se stessi o i loro seguaci in quel nefando errore, anche se non temessimo che con il loro specioso discorrere riescano ad ingannare qualcuno dei cattolici. Ma poiché essi non finiscono di gridare attorno ai recinti del gregge del Signore e di forzarne gli accessi da ogni parte per strappare le pecore, redente a così caro prezzo, e poiché è comune a tutti noi che esercitiamo l'ufficio dell'episcopato la vigilanza pastorale, sebbene tu primeggi in essa per la sede più alta, io faccio quello che posso, secondo la piccolezza del mio ufficio e secondo quanto il Signore si degna donarmi con l'aiuto delle tue orazioni, al fine di opporre ai loro scritti pestilenziali e fraudolenti altri scritti curativi e protettivi, che o guariscano anche la loro rabbia furiosa o le impediscano di mordere altri. Dedica dell'opera a Bonifacio. 1. 3. Ecco cosa rispondo alle loro due lettere, ossia ad una prima che si dice mandata da Giuliano a Roma con lo scopo, credo, che gli servisse a trovare o a far più seguaci possibili, e ad una seconda che in diciotto hanno osato scrivere a Tessalonica come vescovi che condividono quell'errore, per tentare con la loro astuzia non cristiani comuni, ma lo stesso vescovo locale e trarlo, se possibile, dalla loro parte. Le risposte dunque che io, come ho detto, do in quest'opera alle loro due lettere, ho decisamente preferito di mandarle alla tua Santità, non tanto per fartele conoscere quanto per fartele esaminare ed emendare dove ci fosse eventualmente qualcosa che ti dispiaccia. Mi ha confidato infatti il mio fratello [Alipio] che sei stato tu stesso a degnarti di dare a lui quelle lettere, le quali non sarebbero potute capitare nelle tue mani se non per la diligenza vigilantissima di tuoi figli e nostri fratelli. Da parte mia poi ringrazio la tua benevolenza tanto sincera verso di noi di non avermi voluto tener nascoste quelle lettere dei nemici della grazia di Dio, nelle quali hai trovato il mio nome, espresso in modo evidente e calunnioso. Ma spero dal Signore Dio nostro che non senza ricompensa celeste mi lacerino con dente maledico coloro ai quali io mi oppongo in difesa dei bambini, perché non siano lasciati per loro rovina al falso lodatore Pelagio, ma siano offerti al vero salvatore Cristo per la loro liberazione. SAN GIROLAMO: E’ alla Chiesa, Gerolamo si sottomette con tutto il suo spirito di devozione. Dal deserto di Siria, ove era esposto alle fazioni degli eretici, in questi termini scrive a Papa Damaso, volendo sottoporre alla Santa Sede, perché la risolvesse, la controversia degli Orientali sul mistero della Santissima Trinità: "Ho creduto bene di consultare la Cattedra di San Pietro e la fede glorificata dalla parola dell'Apostolo, per chiedere oggi il nutrimento all'anima mia, laddove un tempo ho ricevuto i paramenti di Cristo. Poiché voglio che Egli sia per me unica guida, mi tengo in stretto legame con la Tua Beatitudine, cioè con la Cattedra di San Pietro. Io so che su questa pietra è edificata la Chiesa... Decidete, ve ne prego; se così stabilite non esiterò ad ammettere tre ipostasi; se voi l'ordinate, io accetterò che una nuova fede sostituisca quella di Nicea e che noi, ortodossi, ci serviamo delle stesse formule che usano gli ariani" (Ep. XV, I, 2, 4). Infine, nell'epistola seguente, egli rinnova questa notevolissima confessione della sua fede: "Nell'attesa, grido a tutti i venti: Io sono con chiunque sia unito alla Cattedra di San Pietro" (Ep. XVI, 11, 2). Sempre fedele, nello studio della Scrittura, a questa regola di fede, egli si valse di questo solo argomento per confutare un'interpretazione falsa del Testo Sacro: "Ma la Chiesa di Dio non ammette affatto questa opinione" (Dan. III, 37), e con queste sole parole rifiuta un libro apocrifo, contro di lui sostenuto dall'eretico Vigilanzio: "Questo libro non l'ho mai letto. Che bisogno dunque abbiamo di ricorrere a ciò che la Chiesa non riconosce?" (Adv. Vigil. 6). Uno zelo così ardente nel salvaguardare l'integrità della fede, lo trascinava in polemiche molto dibattute contro i figli ribelli della Chiesa, che egli considerava come nemici personali: "Mi basterà di rispondere che non ho mai risparmiato gli eretici e che ho impiegato tutto il mio zelo per fare dei nemici della Chiesa i miei personali nemici" (Dial. c. Pelag., Prolog., 2); e in una lettera a Rufino così scrive: "Vi è un punto sul quale non potrò essere d'accordo con te: risparmiare gli eretici e non mostrarmi cattolico" (Contra Ruf., III, 43). Tuttavia, rattristato per la loro defezione, li supplicava di ritornare alla loro Madre addolorata, fonte unica di salvezza (Mich. I, 10 e segg.), e in favore di coloro che erano usciti dalla Chiesa e avevano abbandonato la dottrina dello Spirito Santo "per seguire il proprio criterio", invocava con tutto il cuore la grazia che ritornassero a Dio (Is. l. VI, cap. XVI, 1-5). Perché consultare la cattedra di Pietro [papa Damaso] Con un furore che dura da secoli, i popoli d`Oriente continuano a scontrarsi tra loro, e riducono a brandelli la tunica inconsutile del Signore, tessuta da cima a fondo senza cuciture. Delle volpi devastano la vigna di Cristo; in mezzo a cisterne spaccate e senz`acqua è difficile capire dove si trovi quella fontana sigillata, quell`orto chiuso da un recinto, di cui parla la Scrittura (cf. Ct 4,12). Per questo ho deciso di consultare la cattedra di Pietro, dove si trova quella fede che la bocca di un apostolo ha esaltato; vengo ora a chiedere un nutrimento per la mia anima lì, dove un tempo ricevetti il vestito di Cristo [cioè il battesimo]. No davvero! Né l`immensità del mare, né l`enorme distanza terrestre hanno potuto impedirmi di cercare la perla preziosa. Dove sarà il corpo, là si raduneranno le aquile (Lc 17,37). Dopo che il patrimonio è stato dissipato da una progenie perversa, solo presso di voi si conserva intatta l`eredità dei padri. Costì una terra dalle zolle fertili riproduce al centuplo la pura semente del Signore; qui il frumento nascosto nei solchi degenera in loglio e avena. In Occidente sorge il sole della giustizia, mentre in Oriente ha posto il suo tromo sopra le stelle quel Lucifero, che era caduto dal cielo. Voi siete la luce del mondo, il sale della terra (Mt 5,13), voi i vasi d`oro e d`argento; qui da noi vasi di terra cotta e di legno attendono la verga di ferro che li spezzi e il fuoco eterno. La tua grandezza, a dire il vero, mi mette in soggezione, ma la tua bontà m`attira. Io, vittima, attendo dal sacerdote la salvezza, e come una pecorella chiedo protezione al pastore. Metti da parte ciò che è invidiabile, sottraiti un momento al fasto dell`altissima dignità romana: ecco il successore del pescatore, con un discepolo della croce che desidero parlare. Io non seguo altro primato se non quello di Cristo; per questo mi metto in comunione con la tua Beatitudine, cioè con la cattedra di Pietro. So che su questa pietra è edificata la Chiesa. Chiunque si ciba dell`Agnello fuori di tale casa è un empio. Chi non si trova nell`arca di Noè, perirà nel giorno del diluvio. Girolamo, Le Lettere, I, 15,1-2 (a papa Damaso) Le prime ed esplicite rivendicazioni del primato non incominciano ad affiorare se non verso la fine del I e durante il II secolo. Sono due i documenti più significativi al riguardo: la lettera di Clemente Romano ai Corinzi e la lettera di Ignazio di Antiochia ai Romani. La prima lettera si presenta non tanto come un intervento personale di Clemente quanto come un intervento della chiesa romana:"La chiesa di Dio che è pellegrina in Roma alla chiesa di Dio che è pellegrina in Corinto". I mittenti si rammaricano di essere intervenuti troppo tardi a sedare la contesa ecclesiale di Corinto, a causa di circostanze avverse(1,1); essi preferiscono esortare fraternamente alla concordia e all'unità, ma non rinunciano a richiamare all'ordine, ricordando le norme stabilite dalla tradizione circa la successione dei ministeri nella chiesa(40-44) e usando un tono perfino minaccioso(57,1-2; 59,1-2); per essere certi dei buoni risultati della loro iniziativa, affidano la lettera ad alcuni inviati, "che saranno testimoni tra voi e noi", affinché si conosca "che tutta la nostra sollecitudine è stata ed è che raggiungiate al più presto la pace"(63,3-4). La lettera, quindi, più che la coscienza di un primato personale del vescovo di Roma, attesta la consapevolezza di una precisa responsabilità della chiesa di Roma nei confronti di quella di Corinto. Tale consapevolezza sembra condivisa dai cristiani della città greca, che accolse la lettera con rispetto e venerazione. La stessa coscienza sembra riflettersi nella lettera di S.Ignazio di Antiochia ai Romani. Il suo saluto iniziale alla chiesa di Roma è assai diverso da quello rivolto alle altre chiese: essa non è soltanto "la chiesa amata e illuminata per volontà di colui che ha voluto tutte le cose che sono secondo la carità di Cristo"; è ancora la chiesa "che presiede nel luogo della regione dei Romani, degna di Dio, degna di onore, degna di beatitudine, degna di lode, bene ordinata, casta e che presiede alla carità, avendo la legge di Cristo e il nome del Padre". Gli studiosi si sono impegnati a decifrare soprattutto le espressioni: "presiede nel luogo della regione dei Romani", e "presiede alla carità". Chi ci vede affermata una preminenza solo morale, dovuta alla generosa attività caritativa di quella chiesa, e chi un riconoscimento della sua autorità. E' uno dei tanti testi, concernenti il nostro tema, che difficilmente si possono leggere senza farsi influenzare dalle proprie convinzioni previe. E' interessante comunque notare da un lato il rispetto manifestato da Ignazio verso la Chiesa di Roma, alla quale non osa dare ordini, perché essa li ha ricevuti dagli Apostoli Pietro e Paolo (IV,3) e essa stessa ha insegnato e comandato agli altri (III,1), dall'altro il suo assoluto silenzio circa la presenza di un vescovo a Roma, mentre l'accenno non manca nelle sue lettere dirette alle chiese dell'Asia minore. A Roma in questo tempo non era ancora avvenuto il passaggio dal collegio dei presbiteri all'episcopato monarchico nella direzione della chiesa, anche se Clemente, l'autore della lettera, doveva ricoprire un ruolo eminente. La posizione di preminenza della chiesa romana nel II sec. è testimoniata anche dal gran numero di cristiani, ortodossi e eretici, che vi accorrono: il martire Giustino vi istituì una scuola di filosofia; Policarpo, vescovo di Smirne, martirizzato nel 167, vi venne a consultare il papa Aniceto sulla questione della Pasqua[1]; il giudeo-cristiano Egesippo vi dimorò a lungo allo scopo di stabilire l'ordine della successione apostolica dall'inizio fino al papa Eleuterio[2]. Soprattutto le visite di questi ultimi mostrano che la preminenza della chiesa romana non era legata tanto al fatto di essere nella capitale dell'impero, quanto a motivi religiosi. Ciò appare confermato dalle testimonianze di diversi autori del II secolo, riferite da Eusebio di Cesarea: sia Papia di Gerapoli che Clemente Alessandrino nei loro scritti avrebbero parlato della predicazione romana di Pietro, associandogli l'evangelista Marco[3]; Dionigi di Corinto verso il 170 avrebbe attestato la missione apostolica e il martirio sia di Pietro che di Paolo a Roma[4]; il presbitero romano Gaio, nei primi anni del III secolo, si diceva in grado di mostrare sul colle Vaticano e sulla via Ostiense le tombe dei due Apostoli, "che hanno fondato questa chiesa"[5]. La preminenza della chiesa di Roma nel II sec., insomma, appare legata non tanto a fattori politici, quanto al ricordo della dimora, dell'insegnamento e del martirio di Pietro e di Paolo nella città. Ireneo e Tertulliano Sugli stessi motivi insistono anche teologi importanti come Ireneo e Tertulliano, quando, per combattere gli gnostici, sono costretti ad appellarsi alla regola della fede, trasmessa dalla tradizione apostolica, fedelmente conservata a Roma attraverso la successione apostolica. Grande rilievo assume la posizione di Ireneo, vescovo di Lione nella seconda metà del II sec., ma originario dell'Asia minore. Egli indica nella comunione con la chiesa di Roma il criterio sicuro per conoscere l'autentica regola della fede, trasmessa dalla tradizione apostolica[6]; e per dimostrare la ininterrotta successione dei vescovi romani dagli apostoli Pietro e Paolo, ne riferisce la lista completa[7]. Egli è convinto che la Chiesa di Roma "è la chiesa più grande e più antica, conosciuta da tutti e stabilita a Roma dai due gloriosi apostoli Pietro e Paolo... Pertanto a questa chiesa propter potentiorem principalitatem deve convergere ogni altra chiesa, cioè i fedeli che sono dovunque, perché in essa è stata sempre custodita la tradizione che viene dagli Apostoli da coloro che sono dovunque"[8]. Potentior principalitas non pare che voglia dire una più potente autorità, quanto piuttosto una più alta origine. Anche così, il discorso di Ireneo non lascia dubbi: riconosce il ruolo preminente della chiesa di Roma nell'accertamento della fede e della comunione cattolica. Anche Tertulliano alle interpretazioni razionalistiche degli eretici oppone la regola della fede, conservata nella tradizione apostolica nelle chiese fondate dagli Apostoli e in quelle che sono in comunione con le prime[9]. Nelle chiese apostoliche "le cattedre degli Apostoli presiedono ancora al loro posto e si leggono le loro lettere autentiche, che fanno risuonare l'eco della loro voce". Ricordate alcune chiese orientali, fa l'esaltazione di quella di Roma, "la cui autorità è a disposizione anche di noi" africani: "felicissima chiesa, alla quale gli Apostoli hanno donato tutta la loro dottrina con il loro sangue, dove Pietro ha subito una passione simile a quella del Signore, dove Paolo fu coronato con la morte di Giovanni"[10]. Di questa chiesa ricorda la lista della successione dei vescovi, che attesta l'ordinazione di Clemente da parte di Pietro[11]. Tertulliano è il primo autore ecclesiastico a richiamarsi a Mt 16,16-18. Contro gli eretici, che difendevano la loro gnosi col pretesto che il Signore non avrebbe rivelato tutto agli Apostoli, argomenta:"Avrebbe forse ignorato qualcosa Pietro, che fu detto la pietra della chiesa che doveva essere edificata, che ricevette le chiavi del regno dei cieli e il potere di legare e sciogliere nei cieli e sulla terra?"[12]. Altrove giunge ad affermare che il Signore lasciò le chiavi dei cieli a Pietro e per mezzo di lui alla Chiesa[13]. Ma nel periodo montanista nega che il potere dato a Pietro fosse destinato a passare a tutta la chiesa vicina a Pietro: l'intenzione del Signore sarebbe stata quella di conferire quel potere solo alla persona di Pietro[14]. Se ti interessa altro cerca qui: http://groups.msn.com/DIFENDERELAVER...topetrino.msnw ciao Mauri Ultima modifica di Mauri76 : 13-07-2007 alle 20:25. |
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#124 | ||
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Junior Member
Iscritto dal: Feb 2007
Messaggi: 7
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E non faccio riferimento esclusivamente al Vangelo secondo Giovanni che pur non essendo sinottico non è assolutamente considerabile come "opera di fede e fantasia". Quantomeno dal punto di vista esegetico critico-storico. |
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#125 |
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Junior Member
Iscritto dal: Feb 2007
Messaggi: 7
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#126 |
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Bannato
Iscritto dal: Dec 2004
Città: Altrove
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#127 | |
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Bannato
Iscritto dal: Dec 2004
Città: Altrove
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e vedere come sono messi yhwh/cristo... bà gentaglia... |
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#128 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
Città: Palermo
Messaggi: 2579
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ma che diamine stai dicendo ? Quote:
Altrimenti la trinità non ha alcun senso.
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Utente gran figlio di Jobs ed in via di ubuntizzazione Lippi, perchè non hai convocato loro ? |
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#129 |
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Moderatore
Iscritto dal: Nov 2003
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Ubuntu è un'antica parola africana che significa "non so configurare Debian" Scienza e tecnica: Matematica - Fisica - Chimica - Informatica - Software scientifico - Consulti medici REGOLAMENTO DarthMaul = Asus FX505 Ryzen 7 3700U 8GB GeForce GTX 1650 Win10 + Ubuntu |
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#130 | |||||||
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: PD
Messaggi: 11776
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Ah sì , avevi detto anche prima che Gesù ha affermato di essere Dio , niente di più falso , la dottrina che sancisce la divinità di Gesù è successiva anche alla stesura dei vangeli , per gli apostoli egli è un maestro da seguire . Quote:
Qual è il testo in cui credi ? E perchè non basta quello che è scritto lì sopra ma devi integrerlo con "aggiunte" e "interpretazioni" fatte da gente che ha tutto l' interesse di affermare certe cose ? Quote:
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Tutta la parte del processo a Gesù è per buona parte frutto di invenzione , dà un ritratto di Ponzio Pilato assolutamente e totalmente incoerente con i fatti storici e riporta parti che assolutamente nessuno a parte Pilato e Gesù potevano conoscere, anche la colpa del sinedrio è del tutto relativa , in quanto trattasi di un organo che non aveva alcun potere , e in cui comunque Gesù aveva forti appoggi . Gesù è stato messo sulla croce per scelta e volontà di Ponzio Pilato , un aguzzino spietato che faceva dell' uccisione di ebrei una missione di vita , uno che disprezzava usi e costumi ebrei ( a dire il vero TUTTI i romani disprezzavano gli ebrei ) e che finirà la sua carriera qualche anno dopo richiamato a Roma per averne ammazzati troppi persino per uno dallo stomaco forte come Tiberio . Che uno del genere usasse lavarsi le mani come da cerimonia ebrea per la purificazione è assolutamente escluso , che uno del genere facesse un' amnistia per festeggiare la pasqua ebraica è assolutamente escluso , che facesse un sondaggio per sapere se liberare Gesù o Barabba ( personaggio che non è menzionato in nessun altro posto ) è assolutamente escluso , anche perchè davanti al suo palazzo non c' era nessun piazzale e quindi al massimo ci sarebbero stati 4 gatti . Quote:
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Io ne ho sentito parlare e ho letto diversi testi , e quello che dicono te l' ho riportato .
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Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn |
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#131 |
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Bannato
Iscritto dal: Dec 2004
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#132 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: PD
Messaggi: 11776
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Azz ho dovuto andare a ripescare il post
La «perenne continuità storica» della chiesa può essere fatta arrivare sino al II sec. , nulla sappiamo delle prime comunità cristiane , se non ciò che è arrivato di seconda , terza e quarta mano . Su «la permanenza di tutti gli elementi istituiti da Cristo» ci si potrebbe scrivere un' enciclopedia , in realtà Gesù aveva ben poco interessa a fondare una chiesa e a dargli un ordinamento , era uno della corrente ebrea apocalittica che prevedeva la fine del mondo nel giro di poco , pochissimo tempo , tanto da aver predetto ai suoi discepoli che l' avrebbero vista ancora da vivi . Poi , col passare del tempo , mentre si smorzava la spasmodica attesa dell' imminente fine che veniva spostata in un futuro non più così prossimo , si è cominciata l' opera di costruzione . In questo è ben visibile una differenza sostanziale con l' Islam , fondato da Maometto con l' obiettivo di durare e il supporto di un libro scritto da lui a darne le basi , mentre il cristianesimo si tiene su su una serie di manoscritti , copiati e ricopiati , rimaneggiati , inventati , riscritti , passati a voce , dove solo quelli che piacevano alla corrente maggioritaria si sono salvati ( magari ritoccandoli qua e là ) mentre quelli "eretici" sono andati spesso perduti .
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Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn |
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#133 | |
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Bannato
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Città: Altrove
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#134 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2004
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Già conosco quel forum e quelle risposte.
Te ti senti parte dell'unica chiesa fondata da Cristo e sei sicuro di fare la Sua volontà? Contento per te, però non venirmi a dire che tutto quello che insegna la CCR viene da verità assolute e su basi bibliche che sai benissimo anche te che non è vero, anche se non lo ammetterai mai, una su tutte l'assunzione in cielo di Maria e relativa mariologia...o le traduzioni sbagliate, ma si potrebbe parlare per secoli....visto che dite di sapere la verità ne sarete anche responsabili. Certo è triste vedere come la religione cieca abbia preso il sopravvento su Gesù stesso. |
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#135 | |
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Iscritto dal: Dec 2005
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#136 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2004
Città: Belo Horizonte
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Per quello dico che ognuno è responsabile delle proprie scelte visto che non è come prima che la CCR nascondeva la Bibbia, adesso è a disposizione di tutti in lingua originale (ebraico e greco) e corrente. Ciao |
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#137 | |
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Iscritto dal: Dec 2005
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#138 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2004
Città: Belo Horizonte
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Maria è rimasta incinta vergine ma dopo la natura ha fatto il resto. Spero che Kaka se ne vada |
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#139 | |
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Junior Member
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Messaggi: 7
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Forse l'esegesi critico-storica potrebbe fugare ogni dubbio in proposito. Ti consiglio "Genesi 1-11: alle origini dell'uomo" di M.Cimosa. In maniera da capire come si dovrebbe fare esegesi ed evitare cantonate come quella che hai espresso. |
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#140 | |
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Junior Member
Iscritto dal: Feb 2007
Messaggi: 7
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Quello che ho detto, Gesù si proclama l'Altissimo, l'Eterno, Dio Onnipotente.
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