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Old 07-09-2009, 22:47   #81
proevolution
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un mio amico è andato per 2 settimane con la protezione civile li all'aquila e dintorni..mi ha detto che stanno costruendo molte case cn l'impiego di molti uomini...anche di notte

e anche se la situazione è sempre critica c'è una buona organizzazione

cosi mi ha detto ..conoscendo la persona dovrebbe essere tutto vero
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Old 07-09-2009, 23:22   #82
casacup
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sono sicuramente molte, a dimostrazione che se le cose si vogliono fare si possono fare anche in un paese come l'italia.

Ma non bastano, manco per la metà di quelli che ne avrebbero diritto... E questo è quanto.
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Old 07-09-2009, 23:43   #83
Jo3
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Oggi guardavo sul tg le interviste di quelli che stanno ancora nelle tendopoli a L' Aquila. Sono l' unico che è rimasto di sasso quando ho sentito le persone che si lamentavano che riceveranno la casa "solo" entro novembre?

Con tutto il rispetto per gli sfollati, capisco che è durissima stare nelle tendopoli, ma purtroppo bisogna resistere. Stanno facendo tutto il possibile per fare più in fretta possibile.

Cosa ne pensate?
Guarda, per me hanno PERFETTAMENTE ragione.

Le tende della protezione civile che li ospitano adesso non sono adatte per l'inverno : pertanto verranno smontate entro ottobre.

Molta gente dovra essere trasportata nelle cosiddette "case di legno" laddove possibile oppure negli alberghi.

Questa e' la situazione, pertanto la preoccupazione di ricevere casa "solo" entro novembre a me pare giustificata.
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Referenti in Compravendite Ognuno sceglie le cause per cui combattere in base alla propria statura.

Ultima modifica di Jo3 : 08-09-2009 alle 00:18.
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Old 08-09-2009, 07:43   #84
indelebile
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che ci sia grande impegno , che si costruisca questi simil appartamenti/paesi anche di notte è palese

resta da capire se sono meglio questi simil appartamenti , questi paesi creati dal nulla in poco tempo sfruttando l'emergenza e quindi saltando molte pastoie burocratiche e usando per la verità non molti soldi

che usare i già pronti prefrabriccati

non vorrei che con la scusa che son belli ecc non scucino altri soldi e restino li per anni e anni...insomma che sia uno spot momentaneo...
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Sono contrario al matrimonio dei preti: se fanno figli, siamo finiti. (cit)
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Old 08-09-2009, 10:11   #85
Ja]{|e
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Shock Journalism

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La libertà di informazione all'Aquila

Piazza D’Armi è la prima tendopoli dell’Aquila che viene smantellata ed è il campo di accoglienza che è stato, per vari motivi, sotto i riflettori dei media mainstream per più tempo. I residenti sono stati informati dello smantellamento del campo con 48 ore di preavviso; le assegnazioni ai nuovi alloggi provvisori (in alberghi aquilani – di cui uno nella zona rossa – o sulla montagna, o sulla costa, alla Caserma della Guardia di Finanza, in luoghi ancora da definire mentre scrivo), dopo oltre 5 mesi di vita nella tendopoli, si sono svolte in un clima di confusione e incertezza. Alcuni residenti del campo si sono definiti, in uno striscione, “I Ri-sfollati di Piazza d’Armi” e dicono che questo è come un secondo terremoto. Ciò si ripeterà fatalmente in tutti gli altri campi di accoglienza (125 al primo di settembre, con 15.892 persone alloggiate). Ecco perché esiste un’urgenza di documentare quel che accade all’interno del campo di Piazza d’Armi.



Per due giorni entro nel campo come visitatore semplice e rimango all’interno per ore, parlando con le persone. Intervistarli con la telecamera accesa è difficile. Devo fare le riprese in angoli nascosti. Spesso mi si chiede di oscurare il viso e modificare la voce di chi rilascia le poche dichiarazioni che ottengo. Quasi tutti temono che parlare a un giornalista possa nuocere loro per l’assegnazione dei prossimi alloggi temporanei.
Filmo, con la telecamera nascosta, qualche minuto della surreale festa di chiusura del campo, con balli di gruppo e karaoke, proprio come se si trattasse di un campeggio: ma non festeggiano in molti.
Filmo, insieme a cameraman e fotografi accreditati, lo smontaggio della prima tenda, la numero 92. E’ vuota da tempo. Viene smontata da una squadra dell’esercito ad uso e consumo di telecamere e macchine fotografiche. Perché qui, di solito, funziona così: si formano i pool di giornalisti, per documentare. Ci si iscrive, si viene condotti in loco, scortati dalle forze dell’ordine o dalla Protezione Civile o da entrambi e poi riportati via. Finito lo smontaggio della tenda, l’evento per il pool, la squadra dell’esercito si fa una foto di gruppo davanti ai tre sacchi che contengono la tenda e se ne va, seguita dalla stampa. Io rimango all’interno.
Il terzo giorno, 5 settembre 2009, decido di provare a entrare palesandomi come giornalista, insieme a un collega fotografo, Jànos, e a Sara Maddalena Cocuzzi, una ragazza aquilana che vuole documentare lo smantellamento del campo e portare all’interno del campo stesso i volantini che invitano la cittadinanza a partecipare all’Assemblea Cittadina che si terrà alle 17 del giorno stesso in Piazza Duomo e, a seguire, alla fiaccolata di commemorazione delle vittime del terremoto.
La stessa persona che mi ha fatto entrare come visitatore per due giorni, mi dice che essendo io un giornalista le cose cambiano: l’ingresso mi viene negato e mi si dice che dovrei prendere contatti con l’Ufficio Stampa della Protezione Civile. Sara viene invitata a recarsi dal capocampo; interviene anche la Digos che interroga lei e Jànos, ed esamina il contenuto del volantino.
Sara dichiara, in merito: “L’atteggiamento era molto conciliante, come se loro fossero intimamente d’accordo con me, come se non per loro scelta ma per disposizioni superiori dovessero per forza bloccarmi all’ingresso. Per più volte mi è stato ripetuto che non potevo entrare a dare volantini perché le persone sono shockate e non sono in grado di recepire in maniera corretta le informazioni che cercavo di veicolare. E per più volte mi è stato ripetuto che, però, siamo in democrazia”.
Veniamo pacificamente ma fermamente invitati a andarcene. Mi trovo a citare l’articolo 21 della Costituzione Italiana, cosa che mi capiterà parecchie volte in questi giorni, quasi sempre senza alcun successo.
Poche ore dopo telefono all’ufficio stampa della Protezione Civile (la telefonata viene ovviamente registrata) e faccio una breve relazione dell’accaduto. Mi sento rispondere, fra l’altro, che di fatto cercare di entrare in una tendopoli è come cercare di entrare in casa d’altri e che il capocampo sa se è bene o no che io entri, sa se la popolazione del campo (circa 1000 persone, nello specifico) vuole o meno che io faccia domande in giro. Mi dichiaro perplesso in merito. Vengo invitato a mandare una mail con la mia richiesta e a quel punto mi diranno cosa si può fare; io so bene cosa accadrà, in quel caso, perché mi è già successo ed è quello che succede ogni giorno a quasi tutti i colleghi giornalisti: mi verrà concesso l’ingresso e verrò accompagnato da un addetto della Protezione Civile che mi seguirà in ogni passo all’interno del campo. E la gente non parlerà.
Nel corso del primo pomeriggio, un gruppo di aquilani tenta di volantinare per comunicare alla popolazione dei due campi di Acquasanta – nei pressi del cimitero dell’Aquila - che Piazza Duomo sarà aperta fino a mezzanotte, per l’Assemblea Cittadina e la commemorazione dei morti del 6 aprile.
Vengono respinti all’ingresso. Così, ritorniamo insieme, con la telecamera accesa e in presenza di un avvocato e, dopo una serie di discussioni, si entra in entrambi i campi. Nel primo non ci prendono nemmeno i documenti - sebbene gli astanti abbiano palesato la volontà di identificarsi - nel secondo ci registrano all’ingresso, dopo aver intimato al sottoscritto di spegnere la telecamera. Che ovviamente non viene spenta.



Ecco. La varietà di risultati ottenuti nel corso dei diversi tentativi dimostra la totale assenza - o perlomeno l’arbitrarietà – delle disposizioni, che vengono continuamente citate dagli addetti della Protezione Civile ma non ci vengono mai fatte leggere, nonostante ripetute richieste.
Così, decidiamo di fare un tentativo diverso il giorno seguente, 6 settembre: un residente della tendopoli di Piazza d’Armi ci invita (il sottoscritto, altri cameraman, fotografi, cittadini aquilani), a entrare dentro al campo come suoi ospiti: la sua intenzione è quella di raccontarci la sua storia dall’interno della sua tenda.
Nonostante l’invito, veniamo immediatamente bloccati all’ingresso. Paradossale, considerato il fatto che la tenda è domicilio di chi vi risiede per ammissione stessa di uno psicologo della Protezione Civile. E’ casa sua.
Mentre si discute, diamo una telecamera a un altro residente del campo: viene impedito l’ingresso anche a lui; sia chiaro: nel corso della surreale festa per la chiusura del campo, quella con i balli di gruppo e karaoke, i residenti avevano telecamere e macchine fotografiche che utilizzavano senza problemi.
Il capocampo cerca di mostrarsi in qualche modo conciliante. Si allontana. Ritorna dopo venti minuti e comunica che il sottoscritto, in quanto iscritto all’Ordine dei Giornalisti, può entrare nel campo, così come l’avvocato che ci ha accompagnati.
Quanto agli aquilani che fanno parte dei comitati e che hanno intenzione, fra l’altro, di creare un osservatorio sullo smantellamento dei campi, dovranno produrre un documento scritto e una lista di persone scelte per l’ingresso nelle tendopoli. Documento che dovrà essere vagliato dal Dicomac (Direzione di Comando e Controllo della Protezione Civile)
Il fatto che io possa entrare, finalmente, mi fa pensare di poter documentare, alla luce del sole, sia le operazioni di smantellamento – non quelle allestite come in una piccola Cinecittà per la stampa ufficiale: quelle vere – sia le storie delle persone.
Purtroppo però il mio ingresso ufficiale nella tendopoli è accompagnato non solo da due funzionari della Protezione Civile ma anche da due carabinieri (come testimoniato dall’immagine scattata da Jànos): restano dietro di me per tutto il tempo, mi seguono e mi scortano. Il risultato è che non riesco a parlare praticamente con nessuno dei residenti: mi si dice anche, come battuta, “adesso non è che andrete a dire che la gente è stata intimidita e per questo non ha parlato”.



No, non andrò a dire solo questo. Andrò a dire, e a scrivere, che mi sono sentito e mi sento intimidito io stesso nell’esercizio del mio lavoro; che l’informazione all’Aquila non è libera; che di fatto la stampa è sottoposta sia ad autorizzazioni sia a censure, in barba a quell’articolo 21 della Costituzione Italiana che mai come in questi giorni ho dovuto citare.
Andrò a dire, e scrivere, che la stragrande maggioranza del giornalismo che viene prodotto qui è totalmente embedded, è un giornalismo che troppo spesso va a letto con le istituzioni, sia quelle tradizionali sia quelle dell’emergenza. Lo chiamerei shock journalism.
Ci sono poi altre considerazioni. E’ Jànos a farle, ma il sottoscritto le condivide parola per parola: “Noi cerchiamo e cercheremo di continuare a fare il nostro lavoro senza farci distrarre o intimidire, cercando di raccontare i fatti e dando voce agli Aquilani. Ma un dubbio ci sorge: perchè tutto questo? Perchè se io voglio documentare lo smantellamento della tendopoli mi trovo a parlare con la Digos? Perchè i giornalisti accreditati vengono scortati dai carabinieri? Perchè deve essere il capocampo a decidere se gli abitanti della tendopoli vogliono o non vogliono parlare con i giornalisti? Perchè tutti questi divieti di riprendere, di fotografare, di fare volantinaggio?
Il nostro lavoro non è quello di fare supposizioni, ma quello di guardare alla realtà, documentarla e cercare di capirla. Tuttavia, muovendosi tra protezione civile, polizia, carabinieri e persone troppo spaventate per rilasciare un’intervista, è difficile ignorare la strisciante sensazione che ci possa essere qualcosa da nascondere e che quelli che prendono le decisioni in questo Paese pensino che la libera informazione sia, all’occorrenza, qualcosa da limitare o da vietare e basta. Personalmente cercheremo di dare una risposta ai nostri dubbi, ma una cosa la vogliamo dire comunqe: noi in Italia queste cose le abbiamo già viste, e sappiamo anche come vanno a finire.”
MISSKAPPA

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martedì 8 settembre 2009 - Le immagini

[VIDEO]

Alberto Puliafito è un giovane giornalista torinese. Se ne sono visti pochi come lui da queste parti. Credo che sia l'unico che si è trasferito qui,dormendo in tenda, e vivendo con noi la nostra realtà da più di tre mesi. Parla per immagini. E attraverso i volti e le parole della nostra gente. Ha raccolto tantissimo materiale, è instancabile. E non ha padroni. Preparerà un documentario sulla nostra realtà. Ed io vorrei che questo documento raggiungesse il maggior numero possibile di Italiani. E che varcasse anche i confini del nostro Paese. Da oggi, i miei scritti saranno accompagnati dalle sue immagini che altro non fanno che raccontarvi quello che io vi racconto dal 6 aprile. Non rispetterò un ordine cronologico, a quello penserà lui quando monterà il suo lavoro.
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Old 08-09-2009, 23:10   #86
marchigiano
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ma guarda un pò cosa spunta ora ..


http://ilmiopaesealtrove.blogspot.co...l-rischio.html
no ma che ora.... è storia vecchia, tra l'altro solo quelli di idv potevano trovare il modo di incolpare ilvio anche su un terremoto... e come al solito riportando solo le parti di informazione che fa comodo

per es. non è vero che in zona A1 le case devono essere di un solo piano, questo vale solo per le case in muratura, quelle in CA possono essere di 3 piani e quelle in acciaio 5 o 7 non ricordo. la zona A1 richiede anche distanze più elevate delle case dalle strade, per questioni di sicurezza

ma sopratutto non dicono che il terremoto di aprile era entro i limiti A2, quindi era inutile passare in A1 quando nessuno faceva i controlli sullo stato delle case...

lo stesso terremoto di pari intensità in umbria ha avuto l'epicentro sempre in una zona 2 o arancione che sia... quindi come si può sciacallare su una cosa del genere?

bello poi quando si chiedono "chi era presidente della regione abruzzo del 2006?" e glissano la loro stessa domanda citando ilvio...

allora lo scrivo io chiaro: il presidente era ottaviano del turco, e nella sua coalizione c'era anche IDV, che però non disse niente a riguardo, come mai? ora è colpa di SB? perchè non hanno comprato una pagina di giornale all'estero per dire che l'abruzzo era in forte pericolo sismico e la regione non voleva inasprire le regole edilizie?

http://www.repubblica.it/speciale/20...i/abruzzo.html
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Old 08-09-2009, 23:59   #87
FalconXp
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no ma che ora.... è storia vecchia, tra l'altro solo quelli di idv potevano trovare il modo di incolpare ilvio anche su un terremoto... e come al solito riportando solo le parti di informazione che fa comodo

per es. non è vero che in zona A1 le case devono essere di un solo piano, questo vale solo per le case in muratura, quelle in CA possono essere di 3 piani e quelle in acciaio 5 o 7 non ricordo. la zona A1 richiede anche distanze più elevate delle case dalle strade, per questioni di sicurezza

ma sopratutto non dicono che il terremoto di aprile era entro i limiti A2, quindi era inutile passare in A1 quando nessuno faceva i controlli sullo stato delle case...

lo stesso terremoto di pari intensità in umbria ha avuto l'epicentro sempre in una zona 2 o arancione che sia... quindi come si può sciacallare su una cosa del genere?

bello poi quando si chiedono "chi era presidente della regione abruzzo del 2006?" e glissano la loro stessa domanda citando ilvio...

allora lo scrivo io chiaro: il presidente era ottaviano del turco, e nella sua coalizione c'era anche IDV, che però non disse niente a riguardo, come mai? ora è colpa di SB? perchè non hanno comprato una pagina di giornale all'estero per dire che l'abruzzo era in forte pericolo sismico e la regione non voleva inasprire le regole edilizie?

http://www.repubblica.it/speciale/20...i/abruzzo.html
Non poteva inasprirle perchè l'edilizia e le costruzioni sono il primo capitolo(e da un pò l'unico) di crescita per l'abruzzo.Senza l'edilizia l'abruzzo non si regge con il montepulciano e qualche negozio di vestiti.Non c'è una mazza qui e quelle poche industrie multinazionali chiudono baracca causa crisi globale, ma anche prima non era diverso.

E non pensate che i politici non siano immacolati.Politici di destra e di sinistra sono inseriti nel settore delle costruzioni, e se nelle grandi città come pescara, chieti o l'aquilia, fanno finta di non avere alcun rapporto con gli imprenditori edili, nei piccoli centri è palese il rapporto stretto politica-edilizia se non a volte si intreccia e diventa una cosa sola.
FalconXp è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 09-09-2009, 16:59   #88
Lamust
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Originariamente inviato da Ja]{|e Guarda i messaggi
Siamo in una dittatura mediatica,spero che l'unione europea intervenga e se ne vada barroso (che è stato contestato per non aver mostrato il pugno di ferro all'italia),spero che l'UE intervenga per davvero e che berlusconi non si permetta di controbattere,altrimenti spero che ci buttino fuori dell'ue e che marciamo nella nostra corruzione,finchè non ci finirà come l'argentina,per è questo che ci meritiamo se permettiamo questo.
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Old 10-09-2009, 17:20   #89
Ja]{|e
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Lettera dei terremotati a Napolitano: «La verità è che restiamo senza case»

«Dopo cinque mesi non sappiamo dove passeremo l'inverno e gli alberghi sono già pieni di sfollati»



Caro Presidente,

le cronache sulla sua visita di ieri nella nostra città, a cinque mesi dal terremoto del 6 aprile, parlano del calore con cui gli aquilani l'hanno accolta e riferiscono del conforto da lei espresso nel vedere, dopo tutto quello che è successo, “fiducia e gente sorridente” che “crede molto nelle istituzioni”. Altro, a parte le note di colore, non è stato riportato. Sappiamo che ha parlato con i responsabili della Protezione Civile, con i rappresentanti locali. Ha avuto modo di chiedere, di vedere e di informarsi. Ma non ha aggiunto altro.

E' vero caro Presidente. Noi, anche quelli che non erano lì a stringerle la mano o ad ascoltare l'inno di Mameli, crediamo molto nelle istituzioni. Anzi moltissimo. Perché per noi le istituzioni rappresentano la possibilità di affrontare insieme i problemi di una comunità per risolverli insieme. Quindi dato che di problemi, dal 6 aprile, ne abbiamo un po' più del normale, nelle istituzioni crediamo molto, anche perché ne abbiamo molto bisogno. Questo lei lo sa, lo ha visto. Ha visto la distruzione immensa. Sa, come tutti noi, che da un evento del genere non ci si riprende se non attraverso sforzi collettivi eccezionali e soprattutto attraverso le scelte giuste. Altrimenti, semplicemente, le città e i paesi muoiono.

Ha visto, caro Presidente, il sorriso riaffiorare su qualche volto degli abitanti di Onna. Perché dopo i troppi lutti e la sofferenza di cinque mesi di tenda, potranno avere un tetto nel piccolo villaggio di case di legno che sorge accanto al paese distrutto. Ha potuto capire, caro Presidente, che la speranza è nel poter riallacciare i fili spezzati con le persone e i luoghi. E' poter restare insieme e restare lì. Vicino alla tua casa rotta, o mezza rotta, smozzicata, scoperchiata, ma che è la tua casa. La speranza è di ricostruire la casa, la scuola, le strade e le piazze e di ritrovarsi insieme.

Ma sulla strada che dall'Aquila conduce ad Onna, caro Presidente, avrà visto anche il cantiere di Bazzano, dove si costruisce il più grande dei 19 nuovi insediamenti destinati ad ospitare chi ha perso la casa. E' il Piano C.A.S.E. (Comitati Antisismici Sostenibili Ecompatibili), voluto dalla istituzione Protezione Civile, previsto da un decreto legge dell'istituzione Governo, convertito in legge dall'istituzione Parlamento, approvato con il sostegno convinto dell'istituzione Regione Abruzzo e con l'avvallo delle istituzioni Provincia e Comune dell'Aquila. E questa è tutta un'altra storia. Ed è, purtroppo, quella vera che nulla ha a che vedere con la vicenda di Onna, è il suo contrario.

Il Piano era già pronto, ambizioso e innovativo: per la prima volta gli sfollati non sarebbero stati ridotti in roulotte o container ma, dopo qualche tempo in tenda, avrebbero avuto direttamente case vere, antisismiche, ecologiche e con tutti i comfort. Circa 5.000 abitazioni per circa 15.000 persone, che vi avrebbero abitato il tempo necessario a ricostruire la propria casa.

Così 30 mila persone sono state tenute in tenda per cinque mesi e altrettante, lontane negli alberghi della costa abruzzese, perché tutti, in autunno, avrebbero potuto avere un tetto: chi riparando i danni lievi della propria abitazione, chi trovando posto nelle nuove C.A.S.E.. Ma, caro Presidente, non è andata così. Non gliel'hanno detto?

Le tende hanno cominciato a toglierle davvero, solo che le case danneggiate non sono state riparate e le C.A.S.E., quando saranno tutte consegnate (dicembre? febbraio? aprile?), non basteranno. Per cui le persone dalle tende vengono trasportate in caserma o in albergo - la destinazione viene comunicata poco prima in modo da ridurre il rischio di rimostranze. Gli alberghi dell'aquilano sono pieni e quindi decine di migliaia di persone dovranno essere piazzate in altri territori e province. Chi ha la fortuna di avere ancora lavoro a L'Aquila o ha un figlio da mandare a scuola, potrà viaggiare con mezzi propri o autobus navetta, questi – pare – messi a disposizione dalle istituzioni. Gli altri staranno lì in attesa degli eventi.

Questa è la storia di una devastazione annunciata, caro Presidente. Lo smembramento delle comunità, praticato all'indomani del terremoto, viene proseguito dopo cinque mesi e perpetuato in quelli a venire. Perché non si è saputo e non si è voluto dare priorità alla ricostruzione ma alla costruzione del nuovo. E poi l'antico adagio resta valido: divide et impera. Se vuoi comandare sulle persone, tienile separate. Nei campi tenda, dove le persone per forza stanno insieme, è vietato distribuire volantini, è vietato riunirsi e discutere liberamente. I diritti e le libertà costituzionali, caro Presidente.

Con tutte le nostre forze, da subito, abbiamo chiesto alle istituzioni che venissero risparmiate sofferenze, denaro pubblico e le bellezze del territorio, ricorrendo a case di legno, prefabbricati e simili. Soluzioni rapide (4 settimane per averle pronte), economiche (un terzo di una C.A.S.A.), dignitose, sicure, che permettono di restare vicini nel proprio territorio da ricostruire e che possono essere rimosse quando non serviranno più. Ma non c'è stato nulla da fare. Le istituzioni non hanno voluto ascoltare.
Bisogna costruire le nuove C.A.S.E. 24 ore al giorno, spendendo tutti i soldi che ci sono davvero - oltre 700 mil. di euro - e usando pure quelli donati dagli italiani. Tirando su, in tutta fretta, insediamenti che saranno definitivi, dove capita, senza logica urbanistica, senza minimamente rispettare criteri di prossimità ai nuclei precedenti. Intanto, tutto il resto, con l'inverno alle porte, è fermo. Il riparabile non viene riparato, il centro storico resta immerso in un silenzio spettrale. Perché?

Che farebbe lei caro Presidente, se a cinque mesi dal terremoto non sapesse dove trovare una sistemazione per la sua famiglia, una scuola per i suoi figli, un lavoro che ha perso? Se non avesse la minima idea di come e quando potrà riparare la sua casa, ammesso che ne abbia ancora una? Molti, troppi, non hanno potuto fare altro che andare via. Accettare che, almeno per un po', a L'Aquila non è possibile tornare. Ma se non ora, dopo cinque mesi, quando? Lo spopolamento in atto, diventerà progressivo e definitivo se qualcosa di importante non cambierà e subito.
Tutto questo l'abbiamo denunciato, chiesto, urlato, ogni volta che abbiamo potuto e come abbiamo potuto. Di tutto questo nessuno le ha detto nulla? Perché nemmeno una perplessità, un dubbio nelle sue parole di ieri sulle scelte fatte?

Caro Presidente, ha ragione, noi ci crediamo davvero nelle istituzioni. Eppure si sbaglia, caro Presidente, perché di fiducia non ce n'è più. La supponenza, l'arroganza, l'ignoranza, la complicità, gli interessi inconfessabili, l'incapacità e l'inettitudine logorano la fiducia nelle istituzioni. Come pure il silenzio.

Comitato Rete-Aq, Campagna 100%,
Ricostruzione – Trasparenza – Partecipazione


09 settembre 2009
Ja]{|e è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 10-09-2009, 17:41   #90
factanonverba
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Ma visto che non avete cosa fare che postare ste notizie andate a dare una mano voi a costruire...
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Old 10-09-2009, 17:50   #91
casacup
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se si esclude la data di consegna delle case (che confido sarà nei tempi previsti, dato che ci si sono giocati la faccia) in effetti in questa lettera sono contenute molte molte verità, c'è poco da fare.

(e non è che ogni volta che si porta una critica si può rispondere "ma voi (voi generico) invece di criticare perchè non andate a dare una mano eh...)
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Old 10-09-2009, 18:00   #92
Ja]{|e
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(e non è che ogni volta che si porta una critica si può rispondere "ma voi (voi generico) invece di criticare perchè non andate a dare una mano eh...)
Come se fossimo tutti "apprendisti muratori"
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Old 10-09-2009, 19:45   #93
Lamust
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Ma visto che non avete cosa fare che postare ste notizie andate a dare una mano voi a costruire...
Quindi non si può criticare?inoltre secondo te siamo tutti carpentieri?
Lamust è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 10-09-2009, 23:36   #94
marchigiano
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Quindi non si può criticare?inoltre secondo te siamo tutti carpentieri?
se eravate architetti o ingegneri edili avreste risposto a queste domande:

se la costruzione delle CASE ha costretto a odiosi espropri, quanto terreno occorreva espropriare per costruire le casette prefabbricate di un piano che ovviamente occupano almeno il triplo di superficie delle CASE che sono a 3 piani?

quanto sarebbe costata l'urbanizzazione di una zona 3 volte più grande?

fare i carpentieri forse avrebbe tenuto impegnata la mente di queste persone, che effettivamente a stare sotto una tenda a non fare niente deve essere snervante. per questo ci sono rigidi controlli delle FDO, perchè è un attimo fare casini, rivolte, sommosse... del tutto inopportune. quindi è anche ridicolo criticare questa sorta di coprifuoco, non si rendono conto che è per il loro bene
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Old 11-09-2009, 01:41   #95
StefAno Giammarco
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Ma visto che non avete cosa fare che postare ste notizie andate a dare una mano voi a costruire...
Anche tu ha il permesso di non postare se non hai niente da dire.
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Old 11-09-2009, 07:31   #96
factanonverba
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Quindi non si può criticare?inoltre secondo te siamo tutti carpentieri?
Io lo farei senza problemi...
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Old 11-09-2009, 08:10   #97
TheMash
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Io lo farei senza problemi...
facci sapere allora quando parti
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Old 11-09-2009, 08:19   #98
factanonverba
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Mai, bastano le mie tasse. Che aiutino gli eroi del forum e le persone del luogo.
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Old 11-09-2009, 08:20   #99
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Mai, bastano le mie tasse. Che aiutino gli eroi del forum e le persone del luogo.
pensavo fossi tu il primo eroe...
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Old 11-09-2009, 09:10   #100
freedzer
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Ahahahaha e dicono che tutto è pronto....ne mettono solo 15000 nelle case e il resto per far vedere che hanno tolto le tende li mandano in albergo.
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