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#81 | |
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#82 |
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#83 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
Città: Palermo
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Ho scelto di non comprare più niente su cui leggo made in china fino alla fine della crisi. Il punto è che se non manifesti le tue opinioni lasci che il mondo viva senza tenerti in nessun conto, ma se manifesti non può andar bene il messaggio "tutto purchè sia protesta", è anche importante come si manifesta. Anche nell'89 in occasione dei drammatici avvenimenti di piazza tien an men, ci furono delle manifestazioni. E a che cosa portarono ? A niente. Se si deve fare qualcosa occorre anche che si efficace, che serva, altrimenti è fatica sprecata. Mi auguro che qualcuno sappia portare qualcosa di ancora più convincente (ed efficace) della mia proposta, che sia anche attuabile. ![]()
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Utente gran figlio di Jobs ed in via di ubuntizzazione Lippi, perchè non hai convocato loro ? |
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#84 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
Messaggi: 737
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![]() mi piacciono meno le persone invece che dalla poltrona criticano senza far nulla, sia su questa cosa che su tutte le altre.. per questo son scattato subito ![]() |
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#85 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
Città: Palermo
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stai attento che l'età non è quella di una volta e a scattare c'è il rischio che viene il colpo della strega.
![]() cmq se qualcuno ha altro da proporre (a parte blamecanada, il sangue mi piace poco) io sono pronto a sentire. ![]()
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Utente gran figlio di Jobs ed in via di ubuntizzazione Lippi, perchè non hai convocato loro ? |
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#86 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
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YANGON (Reuters) - Nove persone sono morte e 11 sono rimaste feriti oggi nella repressione a Yangon della più grande dimostrazione anti-giunta negli ultimi 20 anni. Lo ha riferito la tv di stato del Myanmar.
Il telegiornale della sera di Mrtv ha riferito che anche 31 persone dello staff della sicurezza sono rimaste ferite negli scontri in cui, ha detto la tv, i manifestanti hanno tentato di strappare loro le armi. "Ci sono stati alcuni scontri in cui i manifestanti hanno tentato di prendere le armi dal personale della sicurezza con la forza, nonostante le ripetute richieste dei funzionari responsabili... Allora hanno dovuto sparare qualche colpo di avvertimento". Tutti i manifestanti morti sono uomini, ha detto Mrtv. I feriti sono invece 10 uomini e una donna. Tra i morti c'è anche un fotografo giapponese 52enne. "E' venuto in Myanmar con un visto turistico ma stava facendo foto e si era mescolato con i manifestanti. Tutti i feriti sono in ospedale per accertamenti", ha detto il tg. Stamani, i manifestanti nel centro di Yangon sono stati messi in fuga dall'esercito del Myanmar, che ha dato 10 minuti di tempo a chi protestava per andarsene, pena il rischio di beccarsi una pallottola. La folla è stata dispersa da 200 soldati che marciavano per le strade, fucili in pugno, mentre gli altoparlanti ordinavano ai manifestanti di rientrare nelle loro abitazioni. Una scena che ha riportato alla mente il 1988, quando circa 3.000 persone furono uccise nella repressione decisa dal regime per rispondere alle proteste di massa. BUSH CHIEDE SUPPORTO DEI PAESI VICINI AL REGIME. SCATTANO PRIME SANZIONI Il presidente degli Stati Uniti George W.Bush ha fatto un appello alle nazioni che hanno influenza sul Myanmar perché convincano la giunta militare a fermare le violenze. "Chiedo a tutte le nazioni che hanno influenza sul regime di unirsi a noi nel supportare le aspirazioni del popolo birmano e dire alla giunta birmana di mettere fine alle violenze contro la sua gente, che sta pacificamente esprimendo il desiderio di cambiare", ha detto Bush. Il ministero del Tesoro Usa ha detto oggi di aver imposto sanzioni economiche a 14 membri del governo di Myanmar. Le sanzioni impoediranno ai funzionari qualsiasi transazione finanziaria con gli Stati Uniti e mirano a congelare i patrimoni dei membri della giunta. Il segretario generale della Nazioni Unite Ban Ki-Moon ha annunciato che Myanmar ha accettato l'invio di un osservatore da parte delle Nazioni Unite. In precedenza Ban aveva detto di voler mandare l'inviato speciale Ibrahim Gambari nel sudest asiatico. Anche l'Asean, l'associazione politico-economica che riunisce i più importanti paesi dell'Asia sudorientale ha chiesto al suo membro Myanmar di mettere fine alle violenze contro i manifestanti e ha espresso "repulsione" per gli omicidi di Yangon. I ministri degli Esteri del gruppo di 10 Paesi "richiedono che il governo desista immediatamente dall'uso della violenza contro i manifestanti", si legge nella dichiarazione rilasciata dopo l'incontro a margine della riunione dell'Assemblea Generale dell'Onu. LA GIUNTA: UNA SCELTA DI MODERAZIONE I militari però, hanno risposto di aver mostrato moderazione nella gestione delle rivolta. Ai diplomatici con sede a Yangon convocati per un incontro con il vice ministro degli Esteri nella nuova capitale del Myanmar, Naypydaw, è stato detto che " 'il governo è impegnato a mostrare moderazione nella sua risposta alle provocazioni', come le ha definite", ha detto un diplomatico. Stamani agenti della polizia in tenuta antisommossa hanno marciato dalla pagoda Sule battendo i manganelli sui loro scudi. "E' un rumore terrificante", ha detto un testimone. I soldati sono entrati in azione subito dopo il lancio, da parte di un migliaia di manifestanti, di pietre e bottiglie d'acqua contro di loro. Ieri, un monaco buddista ha riferito che cinque dei suoi confratelli sono morti quando le forze di sicurezza hanno tentato di disperdere la folla che stava protestando contro gli oltre 45 anni di regime militare. A parte qualche pedone terrorizzato ancora alla ricerca di un riparo, le strade sono vuote. I manifestanti si sono ritirati nelle zone a nord del quartiere centrale della città, dove giocano al "gatto e al topo" con i soldati e dove vengono occasionalmente sparati dei colpi, dicono testimoni. Il governo dell'ex-Birmania, ultima incarnazione di una serie di regimi militari, ha mandato le truppe per strada nonostante le richieste internazionali di un freno. Anche la Cina, considerata un alleato del governo, ha diffuso un comunicato in cui si chiede a tutte le parti di "mantenere moderazione e di gestire in modo appropriato i problemi che sono sorti", ha detto la portavoce del ministero degli Esteri cinese. Il governo cinese all'Onu ha però voluto escludere sanzioni o una condanna ufficiale dell'uso della forza. Il parlamento Ue oggi ha approvato all'unanimità una risoluzione in cui condanna le repressioni e chiede più dure sanzioni per la giunta, se non accoglierà le richieste per la democrazia. Bisognerebbe disertare le olimpiadi di Pechino ![]()
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"A pessimist is someone who is waiting for it to rain. But I'm already soaked to the skin." L. Cohen. |
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#87 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
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Purtroppo sinceramente credo che non ci sia proprio niente che noi possiamo fare, anche se tutto ciò è molto triste. |
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#88 | |
Senior Member
Iscritto dal: Feb 2002
Messaggi: 565
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Secondo me già è stato grave che le abbiano fatte ospitare alla Cina. Questa dovrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso, ma un mercato come quello fa troppa gola. BYEZ
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#89 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
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Prendo spunto dalla battuta per scrivere 2 righe...
![]() C'è da qualche anno ormai una discussione sul se sia giusto andare in Myanmar o meno.. perchè comunque andando lì si è costretti a sborsare un certo nmero di soldi alla giunta, tra cose burocratiche e uso di servizi dello stato (molti albercgi x es sono ancora statali). Io sono andato l'anno scorso (in realtà ero poco consapevole dell'effettiva situazione prima di partire per il viaggio), ma ho visto che cmq con le privatizzazione degli ultimi anni si riesce ad appoggiarsi per trasporti e alberghi a iniziative private, in genere francesi-inglesi. insomma il mio consiglio è di andarci.. Il paese è molto bello, la gente per fortuna non muore di fame (l'acqua c'è, e qualcosa mangiano) ma la povertà vi posso assicurare è veramente elevata, specialmente nelle zone rurali.. non nascondo che ho fatto veramente fatica a reggere psicologicamente le giornate in cui andando in giro potevo incontrare 1000 bambini che mi chiedevano un qualunque tipo di aiuto.. dal dargli una matita, al comprarmi per 2 lire qualunque cazzatina. Mi sentivo quasi un "dio".. avevo il potere di dare una mano significativa a qualcuno.. ma a chi??? in base a cosa?? voglio dire, a Milano se decido di fare beneficenza nei confronti di qualcuno, lo faccio perchè penso che sia un'iniziativa più giusta di altre o che tale persona meriti di più il mio aiuto. posso farlo razionalmente, insomma. Ma lì di fronte ad un muro di bambini davanti a me chi cazzo ero io per decidere chi e/o quanto aiutare?? ![]() Ma la cosa che mi ha più impressionato è la mancanza totale dei diritti civili. E' impossibile alcun tipo di contestazione, appena si nomina solo il nome di Aung San Suu Ky si viene arrestati, i media sono pilotati, e così via. e la cosa più "grave" è che con questo regime i bambini sono cresciuti senza insegnargli l'importanza dei diritti civili ![]() Per fortuna internet e la tv via sat hanno svolto un ruolo importante nel diffondere l'informazione.. e il fatto che i monaci abbiano preso questa posizione nettissima è veramente importante perchè loro sono veramente le persone più stimate del paese da parte della quasi totalit della popolazione. Non so veramente come andrà a finire questa vicenda, ma vi assicuro che se c'è un popolo che merita veramente un appoggio morale, in denaro o con qualunque altro mezzo è quello birmano. Fare una classifica del "merito" di un popolo so che può sembrare brutto, ma vi assicuro che i Birmani sono persone socievolissime, che vivono la loro difficile vita con grandissimo impegno e soprattutto dignità. meritano veramente di poter vivere meglio. Scusate la luinghezza del post
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#90 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Città: Milano
Messaggi: 1707
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Una guerra civile è impraticabile IMHO perchè è impossiible organizarla.. appena la pula sgama qualche movimento che trama "contro" finiscono tutti in carcere o peggio. la pula fa controlli veramente serrati. quindi non credo nessun gruppo antigovernativo organizzato abbia le risorse per guidare nenache un accenno di rivolta armata. non avrebbero nessuna speranza... L'unica speranza IMHO è solo che si smuova naturalmente e pacificamente veramente tanta, tanta gente sotto a guida "morale" dei monaci. Qualcuno sarà sicuramente ammazzato dai militari, ma se la protesta riesce a tirare avanti, e se finalmente la comunità internazionale cmincia veramente a mettere un po' di pepe al culo al regime, forse si comincerà con qualche concessione democratica, fino ad arrivare magari in un futuro medio-lontano a delle elezioni.
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And love is not the easy thing.... The only baggage you can bring Is all that you can't leave behind Ultima modifica di 17mika : 27-09-2007 alle 22:40. |
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#91 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 14031
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Ultima modifica di zerothehero : 27-09-2007 alle 23:25. |
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#92 | |
Member
Iscritto dal: Oct 2006
Città: T.A. (NA)
Messaggi: 187
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![]() ![]() ![]() ![]() Cmq la mia non era tanto una battuta, se si organizzasse una spedizione (magari armata ![]() |
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#93 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Pelican Bay
Messaggi: 5571
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#94 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2001
Città: Milano
Messaggi: 1707
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Ma sai.. ognuno fa i suoi interessi. in Ruanda erano gli stati Uniti a paralizzare, qui è principalmente la Cina. è il sistema che non va, più che gli interpreti.
Cmq sono d'accordo con ZerotheHero... qui si ratta di fare pressione internazionale e di sperare che la gente lì prenda coraggio e aumenti sempre di più la pressione sulla giunta. EDIT: allucinante sta foto del reporter giapponese ucciso ![]() metto solo il link perchè per alcuni forse è un po' forte.. http://www.corriere.it/Fotogallery/T.../27/BIR/01.JPG
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And love is not the easy thing.... The only baggage you can bring Is all that you can't leave behind Ultima modifica di 17mika : 28-09-2007 alle 00:26. |
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#95 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
Città: sicilia
Messaggi: 447
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credo che qualcosa si stia muovendo....truppe dell'esercito stanno ammutinando.....
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#96 |
Moderatore
Iscritto dal: Nov 2003
Messaggi: 16211
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Se è per questo, a quanto pare adesso non hanno neanche Internet
![]() Dal Corriere della Sera: -------- D'Alema-Rice: «Serve una pressione internazionale» Birmania, centinaia di persone in strada I militari dichiarano "zona interdetta" cinque monasteri buddisti, tagliato Internet. Ambasciatore australiano: «I morti sono decine» RANGOON - Un'altra giornata di scontri. Dopo una mattina di calma apparente, circa 10 mila persone sono scese di nuovo in strada a Ranggon per protestare contro la giunta militare al potere. Le forze di sicurezza hanno esploso colpi di arma da fuoco in aria per disperdere la folla. Stando a quanto riferito da testimoni, gli agenti hanno aperto il fuoco dopo aver prima intimato ai dimostranti di disperdersi e averli poi caricati con i manganelli. Secondo il sito del magazine Irrawaday, curato da birmani in esilio, a guidare la manifestazione ci sarebbero anche i leader vincitori delle elezioni del 1990, invalidate dalla giunta. Insulti e imprecazioni vengono lanciati ai militari. Camion pieni di soldati a guardia delle vie centrali e della pagoda di Sule depongono filo spinato per bloccare l'accesso ad eventuali manifestanti, mentre la grande pagoda centrale di Shwedagon è già completamente isolata e inaccessibile. Secondo una notizia finora non confermata del sito d'informazione degli esuli birmani 'Mizzima News', fra alcuni reparti dell'esercito birmano ci sarebbe una non meglio precisata «agitazione». Aerei pieni di militari si sarebbero levati in volo dalla base aerea di Matehtilar e anche truppe dal centro del Paese si starebbero muovendo verso Rangoon. Secondo 'Mizzima', «non è chiaro se le truppe stiano marciando come rinforzi o per opporsi alle truppe che hanno sparato sui monaci». [Audio - I dissidenti: «Prime crepe nel regime» di P. Salom - seguire il link alla pagina originale per ascoltare] RAID NOTTURNI - La notte scorsa l'esercito birmano ha inoltre condotto raid in almeno due monasteri buddisti. Lo riferisce la radio Voce Democratica della Birmania, che trasmette da Oslo. L'emittente non ha potuto stabilire quanti monaci siano stati arrestati, ma ha riferito che una scuola presso il carcere di Insein è stata trasformata in centro di detenzione per circa 300 bonzi. «L'esercito ha chiesto ai monaci prigionieri di togliersi le tonache, ma loro hanno rifiutato», ha raccontato il direttore dell'emittente, Moe Aye. BLOCCO - A Rangoon sono chiusi la maggior parte di uffici e negozi, giacché numerose aziende hanno raccomandato ai dipendenti di non recarsi al lavoro. La giunta militare ha inoltre dichiarato "no-go zone", zona interdetta, i dintorni di cinque monasteri buddisti. Le autorità hanno comunicato la mappa delle "zone di pericolo" ai diplomatici del sudest asiatico. E la giunta al potere sembra aver fatto tagliare l'accesso a Internet, nell'intento d'impedire la trasmissione on line di fotografie, video e notizie. VITTIME - Non è ancora chiaro quale sia il bilancio reale della sanguinosa repressione: il numero delle vittime sarebbe in realtà assai più elevato rispetto alle cifre ufficiali. Lo ha denunciato l'ambasciatore d'Australia nell'ex Birmania, Bob Davis, intervistato dall'emittente radiofonica 'Abc'. Secondo la giunta militare birmana, i morti ammonterebbero complessivamente a dieci, ma a detta del diplomatico di Canberra testimoni oculari avrebbero riferito ad alcuni suoi collaboratori di aver visto «rimuovere ieri dal teatro delle manifestazioni nel centro di Rangoon un numero di cadaveri significativamente superiore» a quello reso noto dal regime. Il computo reale, ha aggiunto Davis, sarebbe «parecchie volte il multiplo» delle dieci persone uccise «riconosciute dalle autorità». GIAPPONE - Nel frattempo arrivano dal Giappone accuse esplicite alle autorità birmane per la morte del cronista giapponese ucciso durante i disordini a Rangoon: secondo l'agenzia Kyodo, l'uomo è stato senza alcun dubbio colpito dai colpi sparati da un soldato antisommossa. Il cronista, Kenji Nagai, stava riprendendo con una videocamera uno scontro fra manifestanti e militari, presso la pagoda di Sule. Secondo le fonti anche altri giornalisti stranieri sarebbero rimasti feriti. Lo stesso premier giapponese Yasuo Fukuda ha espresso «forte preoccupazione» per la sanguinosa crisi in Myanmar e il viceministro degli Esteri Hitoshi Kimura ha convocato l'ambasciatore birmano a Tokyo Saw Hlamin, chiedendogli «l'adozione di misure appropriate» per la sicurezza dei sudditi nipponici nel paese. GLI USA - Da parte Usa è stata annunciata l'imposizione di nuove sanzioni economiche contro quattordici alti dirigenti governativi birmani. Il dipartimento del Tesoro ha riferito di aver preso le misure dopo la decisione del presidente, George W. Bush, di rafforzare le sanzioni già esistenti contro la giunta militare birmana. Nel frattempo Condoleezza Rice ha salutato con favore il comunicato con cui l'Asean, l'organismo che rappresenta i Paesi del sud-est asiatico, ha chiesto al regime di non usare la violenza contro dei dimostranti. «Posso solo assicurarvi che gli Stati Uniti sono determinati a tenere l'attenzione della comunità internazionale concentrata sui quello che accade a Rangoon» ha detto riferendosi ai disordini nella ex capitale, e definendo «un'ottima cosa» la nota di condanna dell'Asean. «Ho anche avuto la possibilità di rivolgermi direttamente al rappresentante della Birmania» ha aggiunto il capo della diplomazia Usa, senza però rivelare dettagli della conversazione. D'ALEMA - La Rice ha incontrato anche il ministro degli Esteri italiano, Massimo D'Alema. Nel colloquio, secondo quanto riferiscono fonti diplomatiche italiane, è stato convenuto che bisogna fare pressione su vari Paesi e sulla giunta militare e c'è stata piena intesa sulla necessità che la comunità internazionale resti focalizzata su questa emergenza. La situazione - è la valutazione comune emersa dal colloquio - è molto grave e giustifica la preoccupazione che viene espressa dalla comunità internazionale. SCONTRI A CANBERRA - La difficile situazione in Birmania ha provocato proteste in numerose capitali asiatiche, e non solo. Incidenti sono scoppiati a Canberra, in Australia, fra manifestanti e polizia quando un centinaio di persone ha cercato di dare l'assalto all'ambasciata birmana. Dopo essere stati respinti dagli agenti antisommossa, i dimostranti, scandendo slogan in favore della democrazia, hanno bruciato bandiere e inscenato un sit-in nella strada dove si trova la sede diplomatica. Alcuni partecipanti alla protesta - hanno riferito testimoni alla Reuters - sono stati fermati dalla polizia, che ha anche sequestrato un'ascia 28 settembre 2007 --------
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Ubuntu è un'antica parola africana che significa "non so configurare Debian" ![]() Scienza e tecnica: Matematica - Fisica - Chimica - Informatica - Software scientifico - Consulti medici REGOLAMENTO DarthMaul = Asus FX505 Ryzen 7 3700U 8GB GeForce GTX 1650 Win10 + Ubuntu |
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#97 |
Moderatore
Iscritto dal: Nov 2003
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Sempre dal Corsera:
-------- La storia di un disertore birmano che ora vive da rifugiato a Bangkok «Vent'anni fa ci unimmo agli studenti Oggi quei soldati non hanno scrupoli» Parla Myint Wai, militare ai tempi della repressione del 1988: «Ci ribellammo agli ufficiali. Oggi hanno ben altre lezioni» DAL NOSTRO INVIATO BANGKOK — Scene tutt'altro che nuove ai suoi occhi. «Conosco lo sguardo disumano che può avere un soldato. So quali pensieri possa covare prima di premere il grilletto. So come si può annullare ogni emozione prima di uccidere. Lo hanno insegnato anche a me». Myint Wai, 48 anni, oggi è un rifugiato politico. «Un disertore per i generali di Rangoon». Nel 1988 portava la divisa. «Caporalmaggiore dell’aviazione», spiega con una smorfia. Meglio: un tic del volto, come se parlasse di un’altra persona. Myint ricorda benissimo cosa accadde al tempo della prima repressione, poco meno di vent’anni fa. E grazie alla sua esperienza sotto le armi, è in grado di «interpretare» le mosse dei generali con cognizione di causa. «Almeno finora, hanno evitato gli errori che portarono a un massacro indiscriminato, oltre tremila uccisi», spiega accogliendoci nel suo ufficio da dove dirige, a Bangkok, il Comitato d’azione per la democrazia in Birmania. E prosegue: «Si sono mossi con gelida intelligenza. Hanno per giorni seguito i cortei senza quasi intervenire. Hanno identificato i capi della rivolta. Poi li hanno arrestati durante il coprifuoco, indisturbati». Ieri notte l’ultima mossa, lo scacco ai rivoltosi: «Hanno preso d’assalto i monasteri principali di Rangoon e delle altre città, Mandalay, Sittwe, Pakokku. Hanno sfondato i cancelli con le jeep. Si sono precipitati addosso ai monaci che dormivano. Li hanno picchiati e portati via sui camion. Inutile il tentativo di chiamare soccorsi con i tamburi di legno che stanno di fronte alle pagode. Un gesto disperato: nessuno poteva muoversi con il coprifuoco». Risultato: ieri mattina nelle strade invase dai militari solo poche migliaia di civili e quasi nessun monaco. «Così è stato più facile aprire il fuoco sulla folla, disperdere i cortei con il minimo danno: un’azione selettiva». Un esito ben diverso dalla prima sollevazione degli studenti, 19 anni fa. Myint Wai — allora 29enne — si occupava degli scalcagnati jet dell'aviazione militare birmana. «Base 501 a Hmawbi, vicino Rangoon, l’ex campo della Royal Air Force». Nell’emergenza provocata dalla rivolta, il suo battaglione fu sul punto di essere spedito nelle strade a sparare contro gli oppositori. «Anche allora era settembre — ricorda —. Un giorno arrivò un ufficiale correndo. Urlò pochi ordini, secchi: "Presto, correte a prendere le armi". Dal nulla erano comparsi decine di camion. Ci fecero salire. Ma i mezzi si mossero soltanto fino a un cancello secondario: lì cominciò un’attesa snervante». Myint Wai racconta con sollievo quanto accadde in seguito. Perché lui e molti commilitoni non solo non spararono un colpo contro gli studenti. Ma addirittura si unirono alla rivolta. «Gli ufficiali — ci dice — non si fidavano di noi. Perché continuavamo a chiedere: "Come possiamo uccidere quei ragazzi?". Loro rispondevano con sarcasmo: "Ah sì? allora perché non consegnate le vostre armi ai ribelli? Così saranno loro a spararvi"». Dopo una notte sui camion, gli avieri della Base 501 furono riportati indietro. Ma invece di riprendere il loro lavoro, la gran parte disertarono. «Mille di noi preferirono unirsi alle proteste. Fuggimmo di notte, destinazione Rangoon, ultima tappa prima dell’esilio qui in Thailandia». Un gesto dettato da un senso di giustizia che allora molti militari avevano maturato da soli. «Sapevamo cosa era giusto e che cosa era sbagliato. Uccidere, per quanto ce lo avessero insegnato fino alla nausea, rimaneva una cosa orribile per molti di noi. I soldati che sono sulle strade in questi giorni hanno ricevuto ben altre lezioni: loro non mostrano scrupoli». Paolo Salom 28 settembre 2007 --------
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#98 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
Messaggi: 569
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Guarda, io l'avevo buttata lí, abbastanza
Secondo me il regime a meno che non ci sia una minaccia effettiva da parte di qualcuno non retrocederà di un millimetro. Il problema è che se sono protetti dalla Cina sono in una botte di ferro. Con Pinochet le prosteste c'erano, ma il regime non è finito finché non hanno voluto farlo finire. Quote:
Su questo non c'è dubbio. |
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#99 |
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Iscritto dal: May 2000
Città: Vicenza
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Domanda. Prima al tiggì dicevano che cina e russia si oppongono a delle prese di posizione dure in ambito internazionale contro il regime birmano.
Se mi è chiaro il perchè lo fa la cina , non lo è per la russia. Che interessi hanno i russi a difendere il regime birmano ? coapzpapza
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#100 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2003
Messaggi: 737
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per me l'unica speranza per i birmani è che i monaci facciano disertare o ribellare molti dei militari che appoggiano il regime.
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