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#61 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Padova
Messaggi: 1638
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Per me quasi tutti i governi americani, dati storici alla mano, come praticamente tutti quelli europei e cmq TUTTE le potenze coloniali e/o imperialiste (e ti sfido a sostenere che è improprio l'uso di tale termine, almeno parlando sul piano economico) hanno fatto e sempre faranno, hanno commesso gravissimi atti nel corso della loro storia, o anche semplicmente errori (ma quasi mai non voluti), in nome di interessi economici, ancora prima qualsiasi altra cosa. Se per te l'espressione "a volte sbagliano" è riferita a l'Iraq, all'Iran, al Cile piuttosto che al Vietnam, o all'Hoduras o il Nicaragua piuttosto che El Salvador, Haiti o Cuba, contento te... io mi sentirei un pò a disagio a pensarla così... però, dopotutto, siamo in un paese libero... ancora... ![]()
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#62 | ||
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Non c'erano i buoni e i cattivi durante la guerra fredda? Avessero vinto i sovietici, sarebbe stato uguale? Secondo me no, secondo te deduco di sì.. Quote:
Gli altri chi? Stalin? Lula? Zapatero? Quali dei vostri più o meno duraturi idoli? ![]() |
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#63 | |||
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Padova
Messaggi: 1638
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Preferisco avere come idoli questi che neoconservatori e/o veri fascisti e criminali come Kissinger o Negroponte...
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#64 | ||
Senior Member
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G.G. "Il tutto è falso" In letargo intermittente... Comunque vi si legge, ogni tanto ci si desta ![]() |
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#65 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
Città: Barletta
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xke' fa comodo a tutti..la risposta e' alquanto semplice.. qaundo gli interessi economici in ballo sono enormi..tutti sono disposti a chiudere nn sl 1 occhio,ma pure laltro la bocca e le orecchie..io invece a tutti loro gli aprirei il.. viviamo in un triste mondo ![]()
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si lavora e si fatica..per la panza e per..!! |
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#66 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
Città: Barletta
Messaggi: 3495
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![]() ![]() se credete davvero ancora alle cavolate della tv..bush che prega x gli iracheni..putin che nn vuole la guerra..blair che nn se la sente di voltare le spalle agli iracheni,eche vuole portare un sorriso sui loro volti..berlusconio il presidente operaio.. beh credete tutto quello che vi pare..io preferisco i cartoni animati..li trovo molto + istruttiviu
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#67 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
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#68 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2001
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#69 | ||
Bannato
Iscritto dal: May 2004
Città: Cagliari
Messaggi: 704
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quanto allo strumento della commissione d'inchiesta parlamentare, se già prima visti i risultati, era di dubbia utilità, adesso con i berluscones è solo un inutile spreco di tempo e risorse la scandalosa commissione telekom serbia, docet Quote:
![]() ancora però non ho capito il nesso fra affermazioni di quel genere di 14 anni fa e le pagliacciate odierne del nostro presidente del consiglio ![]() |
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#70 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Città: Imola
Messaggi: 1126
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Se, come spero, per te ad essere farlocco è solo il metodo di indagine (e magari il suo scopo), mi fermo volentieri ai soli dossier che ci sono stati trasmessi dagli inglesi. Già lì ci sarebbe abbastanza di che farne una commissione, sarei pure disposto a cassare il supplemento di compiti che la maggioranza ha voluto appiopparsi. Quote:
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#71 | ||
Bannato
Iscritto dal: May 2004
Città: Cagliari
Messaggi: 704
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se poi tu hai letto vari libri specifici, l'assunto iniziale tuo mi sembra ancor più smentito, dato che della politica estera americana non mi sembri aver capito gran che ![]() occhio però, fai molta attenzione a non scambiare i libri fregnacciari di chomsky o gore vidal come libri sulla politica estera americana essi sono più che altro libri sull'idea che chomsky e vidal hanno della politica estera americana, idea piuttosto peregrina e/o bizzarra, e non sulla politica estera americana così come la si dovrebbe intendere avendo la mente sgombra da pregiudizi culturali e ideologici, cosa che a quei due autori manca completamente e che costituisce un prerequisito necessario per parlarne in modo serio Quote:
![]() ps però, a pensarci bene, ho un libro su un aspetto particolare della politica americana, si tratta del libro intitolato 11 settembre di tal David Ray Griffin, che un mio conoscente, sapendo come la penso, ha avuto la buona (nel senso di pessima)idea di regalarmi a natale scommetto che anche tu lo hai nella tua libreria sulle fregnacce antiamericane, fra un chomsky e un vidal, vero? ![]() ![]() |
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#72 | |
Bannato
Iscritto dal: May 2004
Città: Cagliari
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il metodo perchè manchiamo di una classe politico-parlamentare sufficientemente seria che sia interessata ad approdare a una qualche verità degna di nota e non piuttosto a verità farlocche di parte e/o demagogiche che non portano a nulla nello specifico anche nel merito, perchè non penso vi siano grandi verità da scoprire, al massimo qualche storia secondaria da regione di retrovia e transito i giochi veri nella guerra fredda si facevano altrove |
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#73 | |
Bannato
Iscritto dal: May 2004
Città: Cagliari
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dall'altra discussione:
http://forum.hwupgrade.it/showthread...6&pagenumber=1 Quote:
per spiegarmi meglio ti citerò il discorso di un intellettuale reazionario riportato da un giornale conservatore ![]() http://www.presentepassato.it/Dossie...ti4/doc4_8.htm Non siate prigionieri dell’antiamericanismo di Norberto Bobbio: Cari Luigi Ferraioli e Danilo Zolo, la lettura della mia intervista a Giancarlo Bosetti, apparsa su "l'Unità" del 25 aprile, vi ha delusi. Credevate che il vecchio professore fosse un pacifista, e sgomenti vi accorgete che è un guerrafondaio. Credevate che fosse filosoficamente un kantiano, ammiratore e seguace dell'ideale della "pace perpetua" da perseguire attraverso una confederazione o uno Stato federale universale, e invece fate l'amara scoperta che è uno storicista e realista hegeliano. In genere sono i maestri a lamentarsi degli allievi che tralignano. Questa volta è avvenuto il contrario. Mi dispiace. Provo a rispondere sperando di non darvi una delusione in più. Tralascio la prima parte della lettera, in cui vi dichiarate d'accordo con me rispetto alla possibile giustificazione dell'attuale guerra come "crociata", condividendo la mia disapprovazione. Tralascio anche l'ultima parte in cui mi attribuite la tesi secondo cui l'intervento armato degli Stati Uniti sia giustificato in quanto "obbligato", perché questo attributo è nel titolo ma non nell'intervista. Infine non ho nessuna difficoltà a convenire con voi sulle conseguenze terribili e di lunga durata che questa guerra avrà. Più volte io stesso ho detto: respice finem. Parto dalla vostra affermazione, secondo cui io avrei "raccomandato a numerose generazioni di studiosi del diritto e della politica la distinzione tra i dati di fatto e le prescrizioni, tra la rappresentazione della realtà e la sua giustificazione morale, tra la rozza materia e i valori universali, tra essere e dover essere". Verissimo. Sono un imperterrito e irriducibile dualista: dai giudizi di fatto non si deducono giudizi di valore. Ma l'affermazione che gli Stati Uniti hanno dominato la storia del XX secolo è o non è un giudizio di fatto? Possibile che questo giudizio di fatto non abbia suggerito a nessuno, e neppure a un impenitente realista come Zolo (non parlo di Ferrajoli), sempre diffidente nei riguardi delle anime belle, sempre critico severissimo e ferratissimo dell’ideale politico kantiano, e avverso ai "Signori della guerra", la tesi di un grande realista, nemico della proposta kantiana dello Stato universale, come Hegel, secondo cui gli stati volta in volta egemoni nella storia del mondo hanno un diritto assoluto e in quanto tali non sono soggetti al sistema di rapporti internazionali che vincolano gli altri stati, vale a dire hanno il diritto di "guidare" o di "rappresentare" (la parola tedesca è trager) la storia in corso? È o non è questa visione della storia un possibile aiuto a capire la "verità effettuale"? è vero o non è vero che gli Stati Uniti nelle guerre che hanno insanguinato l'Europa in questo secolo hanno sempre vinto? Capisco che è un amaro boccone per il vecchio antiamericanismo di sinistra, ammettere che in queste vittorie da cui è uscito l'attuale sistema internazionale, gli Stati Uniti sono sempre stati dalla parte buona? Lo so che nel dover dare una risposta positiva a questa domanda motti italiani ed europei recalcitrano, insorgono, scuotono la testa. Ma vogliamo ragionare su dati di fatto indiscutibili? Vi domando. Poiché le cose di questo mondo si giudicano in base al criterio del minor male e non a quello del maggior bene (spero che siate d'accordo su questo punto), l'umanità sarebbe stata più felice o meno infelice se avessero vinto nella prima guerra mondiale gli imperi centrali; nella seconda, il fascismo e il nazismo; e se la guerra fredda fosse indefinitamente continuata o peggio fosse finita con la vittoria dell'Unione Sovietica? Con questo non voglio dire che gli Stati Uniti abbiano avuto sempre ragione (durante la guerra del Vietnam io stesso ho partecipato a non so quante veglie in favore della vittoria di Ho-ci-min, per non parlare della pena di morte, contro la quale ho sempre protestato). Dico soltanto che, esaminati equamente, imparzialmente, senza animosità preconcetta i pro e i contro, di fatto, ripeto, di fatto, gli Stati Uniti si siano trovati sempre dalla parte giusta. Giusta in che senso? Non soltanto nel senso del realismo politico in base al principio che vince chi ha ragione, ma in base a un criterio di valore, che non ricavo dalla constatazione di fatto di come sono andate le cose, bensì presuppongo: la democrazia anche difettosa è preferibile a qualsiasi forma di stato autoritario, dispotico, totalitario, di cui l’attuale regime serbo è un esempio perfetto, e presuppongo in base a un'opinione largamente diffusa nel mondo occidentale, e che voi sino a prova contraria condividete. Chiedo la vostra indulgenza a questa constatazione che mi ha indotto ad affermare a mezza voce, ironicamente, che qualche volta il reale è razionale. Mi permetto di farlo, perché altre volte ho espresso il dubbio che nella storia umana prevalga anziché l'astuzia della ragione l'ottusità della non ragione. Riconosco infine - anche questa volta sono consapevole che il mio ragionamento non è impeccabile - che quando ho parlato di "giustificazione etica" ho fatto il passo più lungo della gamba. Per Hegel la giustificazione storica non è una giustificazione morale. Nel suo sistema la morale è, per dirla alla buona, un affare privato. Rispetto allo Stato, vale l'affermazione: "Nessuno dei precetti morali può essere ritenuto principio del suo agire e del suo comportamento". Mi correggo: il richiamo a un pensatore realista come Hegel vale non come motivo di giustificazione, ma come chiave di interpretazione. Va bene? Cordiali saluti. [Norberto Bobbio, Non siate prigionieri dell’antiamericanismo, l’Unità, 30 aprile 1999] |
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#74 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
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Mitico Ferraioli, uno dei più strenui sostenitori della Corte Penale Internazionale
![]() Per tornare in tema: KIRGHIZISTAN: VECCHIO PARLAMENTO DECIDE AUTOSCIOGLIMENTO PASSO AVANTI NELLA NORMALIZZAZIONE POLITICO-ISTITUZIONALE (ANSA) - MOSCA, 29 MAR - Cruciale passo avanti nella normalizzazione politico-istituzionale in Kirghizistan: da oggi di parlamenti ne funziona uno solo e non piu' due. Quello vecchio, richiamato in servizio la settimana scorsa dai leader della ''rivoluzione dei tulipani'' che hanno spodestato il regime del presidente Askar Akaiev, ha posto fine stamattina alla sua attivita'. In una dichiarazione i deputati scaduti a febbraio (quando in quella repubblica ex-sovietica d'Asia Centrale si e' incominciato a votare per il rinnovo del parlamento) spiegano di aver deciso l'autoscioglimento ''per stabilizzare la situazione e finirla con i conflitti'', nella convinzione di ''aver adempiuto alla nostra missione in questo periodo di prove''. All'autoscioglimento si e' giunto dopo che ieri un dei leader della ''rivoluzione dei tulipani'' - il premier e presidente ad interim Kurmanbek Bakiev - ha definito legittimo il nuovo parlamento uscito dalle chiamate alle urne del 27 febbraio e 13 marzo malgrado il regime di Akaiev sia stato rovesciato la settimana scorsa proprio sulla scia delle violente proteste scoppiate per il presunto brogli alle ultime elezioni legislative. A Bishkek, la capitale di quel povero paese abitato da circa cinque milioni di persone, Bakiev ha partecipato stamattina alla sessione di autoscioglimento del vecchio parlamento e ha lodato i deputati uscenti per aver preso ''una decisione storicamente corretta''. Da un punto di vista politico-istituzionale rimane adesso aperto soltanto il problema di Akaiev, che si e' rifugiato in Russia, si rifiuta di dimettersi da presidente e si dice vittima di un brutale golpe. (ANSA). LQ 29-MAR-05 09:13 NNNN
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..soltanto quando è abbastanza buio si riescono a vedere le stelle.. |
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#75 |
Senior Member
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KIRGHIZISTAN: AKAIEV APRE A NEGOZIATO PER VOLTAR PAGINA/ANSA
PER ORA NON SI DIMETTE, MA AVVIA DIALOGO CON NUOVO PARLAMENTO (di Alessandro Logroscino) (ANSA) - MOSCA, 29 MAR - Spiragli di normalizzazione nella crisi politica del Kirghizistan, repubblica ex sovietica dell'Asia centrale alle prese con i contraccolpi della rivolta che il 24 marzo ha spodestato il presidente Askar Akaiev. Ad allargarli ha contribuito oggi lo stesso Akaiev che dal suo rifugio russo ha teso la mano al negoziato offertogli dal nuovo parlamento di Bishkek, verso una possibile transizione morbida. Emerso in questi giorni come unica fonte di legittimazione istituzionale nel caos seguito al ribaltone della settimana scorsa, il nuovo parlamento (riconosciuto dal potere subentrato ad Akaiev malgrado fosse stata proprio la sua elezione, viziata da presunte frodi, ad accendere la miccia della 'rivoluzione') si e' consolidato stamattina grazie all'autoscioglimento della precedente assemblea. Un epilogo che ha posto fine a un pericoloso braccio di ferro e ha ricomposto, almeno per ora, i dissidi venuti alla luce quasi subito tra i principali capi della sollevazione: il premier ad interim Kurmanbek Bakiev, che in queste ore cerca di rafforzarsi promettendo lotta dura alla corruzione, e l'alleato-rivale Feliks Kulov, probabile pretendente alternativo alla presidenza. Al parlamento, stasera, si e' rivolto anche Akaiev, che continua a ritenersi vittima di una congiura e rifiuta ''per ora'' di dimettersi, ma per la prima volta si e' detto disposto ad aprire una trattativa in cambio di garanzie di sicurezza. Fuggito all'estero con la famiglia nel giorno dell'assalto al palazzo del governo di Bishkek da parte di qualche migliaio di persone, Akaiev ha trovato asilo alle porte di Mosca da dove oggi ha fatto sentire la sua voce. Intervistato da alcuni media russi, ha definito il nuovo parlamento come ''l'unico organismo legale'' attualmente in funzione in Kirghizistan. E si e' dichiarato pronto ad avviare ''un dialogo'' con il neo-eletto speaker Omurbek Tekebaiev, l'uomo che ieri gli aveva lanciato la palla invitandolo a negoziare le dimissioni dalla poltrona di capo dello Stato in cambio di promesse di immunita' e garanzie politiche. Akaiev per il momento insiste nel proclamarsi ''presidente legittimo'' del Paese, ma lascia trapelare qualche incrinatura nel suo grantico orgoglio. ''Non vedo il motivo di dimettermi'', ha detto durante un filo diretto con radio Eco di Mosca aggiungendo tuttavia un sibillino ''per ora''. Una sottolineatura a cui si aggiunge il rinnovato impegno a non ricandidarsi: sia in caso di elezioni regolari dopo la scadenza ufficiale del suo mandato (l'ultimo possibile, secondo la Costituzione vigente) a ottobre, sia in caso di un voto anticipato a giugno come si propongono di fare gli oppositori (ed ex suoi collaboratori) che lo hanno soppiantato. Oppositori ai quali Akaiev non riconosce alcuna credenziale democratica e addossa la responsabilita' di aver preso il potere non gia' sull'onda di una sollevazione popolare genuina, ma servendosi di qualche migliaio di ''agitatori addestrati'' nel Sud del Paese e di altrettanti ''criminali comuni tirati fuori dalle prigioni''. Detto questo - e detto di essere stato costretto alla fuga per ''evitare la guerra civile'' e per sottrarsi a minacce ''di eliminazione fisica'' -, il presidente deposto non ha tuttavia esaurito il suo discorso negli anatemi. Bollati come illegittimi Bakiev, Kulov e tutti i componenti del nuovo governo ad interim, Akaiev ha in ogni caso detto si' alla possibile mediazione di Tekebaiev. Ha dato inoltre un giudizio piu' articolato sul proprio rovesciamento, inizialmente liquidato sic et simpliciter come ''un colpo di Stato''. In realta' - ha corretto oggi il tiro in un'intervista a Rossiskaia Gazeta - si e' trattato anche del frutto di ''un'accelerazione del processo democratico kirghizo'', seppure non esente da gravi deviazioni, a suo parere. Un processo che nel giudizio di Akaiev - il quale non ha esitato a suggerire ai capi di Stato delle altre repubbliche asiatiche ex sovietiche di tenersi pronti a usare le maniere forti ''per difendere la democrazia'' in futuro - resta viziato da ''effetti collaterali'' negativi dovuti alle interferenze della nuova ''internazionale rivoluzionaria globale''. E che tuttavia appare ormai un dato di fatto. Rimane il rimpianto per una trasformazione che in ''Paesi europei dell'ex Urss come l'Ucraina e la Georgia si e' svolta pacificamente, mentre in Kirghizistan e' sfociata in un incubo, tra pogrom e ruberie, poiche' l'opposizione kirghiza non e' davvero democratica''. Ma rimane pure la convinzione di Akaiev - il piu' 'liberale' dei mandarini dell'Asia centrale, ancorche' logorato da 15 anni di potere - che nulla giustificherebbe una guerra civile. E che salvare una poltrona presidenziale, come ha assicurato oggi a radio Eco di Mosca, ''non vale neppure una vittima, neppure una goccia di sangue''. (ANSA). LR 29-MAR-05 18:32 NNNN
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#76 | |||||
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
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Quote:
Hai letto "Democrazie asiatiche ed interessi americani", o "Il nuovo ordine mondiale"? Io si, o almeno ci ho provato (in inglese non è facilissimo... ![]() Quote:
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Pensi davvero che conoscano fatti ed eventi o la politica o un qualsiasi altro aspetto della società americana meno di te o me? Quote:
Chomsky che citi spesso è solo uno dei tanti studiosi della socità e della politica, ce ne sono tanti in america, repubblicani e liberal (oltretuttto che ho detto in passato lui si autochiama anarco-sindacalista)... uno dei pochi che mette a disposizione nei suoi libri (suoi o curati da altri come raccolte di interventi tenuti in varie conferenze) riferimenti a documenti o cmq a tutte le fonti utili per verificare i fatti raccontati. Non è che è questo che spaventa? Lo sai che molta della documentazione proviene da fonti che dovrebbero anche per te essere abbastanza affidabili, quali le principali istituzioni americane, per non parlare di giornali di TUTTI i tipi o altri media? Quote:
Tu invece, per una volta, mi descrivi quali sono le fonti che consideri attendibili?
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#77 | |
Bannato
Iscritto dal: May 2004
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Quote:
oppure ha cambiato continente all'improvviso ![]() ![]() |
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#78 |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2001
Città: Padova
Messaggi: 1638
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fabietto, ti ho aggiunto alla buddy-list...
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#79 | |
Bannato
Iscritto dal: May 2004
Città: Cagliari
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Quote:
ecco le mie obiezioni 1) Kissinger non è un idolo perchè non ho un immagine di lui, come tu hai quella di chomsky o di moore ![]() 2) ti ho solo fatto presente un attività espletata dall'ex segretario di stato americano negli anni passati quando bisognava ricostruire un sistema di relazioni e di sicurezza che era crollato, sfruttando le sue entrature di alto livello che ancora aveva a mosca, cercò d'influire positivamente in questa direzione spiegando pazientemente ai russi che non avevano più alcun diritto di veto sull'europa orientale ma anche su alcune repubbliche ex sovietiche come quelle balitiche e che le libere scelte di quei paesi non sarebbero state in funzione antirussa come i paranoici dirigenti del cremlino sospettavano, invitò anche i russi a smetterla di essere così paranoici circa le delimitazioni dei loro confini visto che tutto sommato continuavano ad occupare ancora una dozzina di fusi orari ecc. di questa attività ne fui fatto partecipe tramite un articolo di Kissinger medesimo pubblicato sul corriere della serae da me letto con interesse naturalmente non c'era solo Kissinger, ma anche l'inviato di Clinton, Strobe Talbott che faceva frequenti viaggi a mosca e naturalmente molti altri consiglieri e opinionisti che si muovevano sulla scena politica americana inclusa Coondoleza Rice, eminente sovietologa ecc , perchè quelli furono anni cruciali nell'impostare un rapporto su basi nuove con l'ex superpotenza volevi un esempio di politica estera americana? eccolo 3) come al solito ti porto un fatto (come si mosse Kissinger in quel periodo) e tu mi porti dei giudizi di valore: macellaio, criminale ecc. ![]() |
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#80 | |
Bannato
Iscritto dal: May 2004
Città: Cagliari
Messaggi: 704
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Quote:
![]() va bene per le discussioni di politica interna, ma per quelle di politica estera come questa siamo regolarmente su sponde diametralmente opposte ![]() ![]() |
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