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#41 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2003
Città: spero ancora per poco in italia
Messaggi: 1490
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non mi interessa, alla fine se si stabilisse un "governo" filo occidentale o filo cinese al cittadino comune europeo non cambierebbe un gran che, anzi probabilmente ci rivenderebbero le stesse risorse maggiorate |
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#42 | |
Member
Iscritto dal: May 2005
Città: Another World
Messaggi: 237
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Basta pensare che la loro lingua è nettamente diversa dal russo. Ultima modifica di Occasus : 24-11-2006 alle 17:34. Motivo: Errore di battitura |
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#43 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Messaggi: 1334
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#44 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Città: Ferrara (cs_italy)
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#45 | |
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Iscritto dal: Dec 2002
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#46 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
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#47 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#48 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2003
Città: spero ancora per poco in italia
Messaggi: 1490
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dico solo che i nostri governi sono molto peggio, sono solo governi di facciata |
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#49 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Città: Ferrara (cs_italy)
Messaggi: 5102
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![]() ![]() Comunque visto che il polonio è rarissimo e costosissimo penso che solo un sicario governativo possa prendersi il lusso di uccidere qualcuno con quella sostanza. Quell'omicidio deve essere costato parecchio, poi gli esperti che hanno esaminato il corpo hanno notato che la vittima era diventata praticamente un reattore nucleare umano ed in tutti gli ambienti in cui passava aumentava la radioattività.
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#50 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2004
Città: palermo
Messaggi: 717
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Sunday Times: otto giorni prima di morire l'ex colonnello del Kgb
fece il nome dell'uomo incaricato da Mosca di tenerlo d'occhio Litvinenko disse in un'intervista "Un agente russo mi seguiva" LONDRA - Pochi giorni prima di morire Aleksandr Litvinenko fece in un'intervista il nome di un agente russo che secondo lui aveva il compito di sorvegliarlo: Viktor Kirov. Lo scrive il Sunday Times, riferendo che un certo 'Anatoly V. Kirov' lavorava come diplomatico all'ambasciata russa a Londra fino alla fine dello scorso anno, quando lasciò ufficialmente la diplomazia. Per Litvinenko si trattava dell'agente incaricato di tenerlo d'occhio per conto di Mosca, ma nell'intervista rilasciata dal suo letto d'ospedale l'ex agente del Kgb non lo accusa direttamente di averlo avvelenato. Scotland Yard ha richiesto il nastro della conversazione per esaminarlo, aggiunge il domenicale britannico. Parlando otto giorni prima della morte l'ex colonnello del Kgb disse al Sunday Times: "So che i servizi russi mi seguono. So di essere un caso 'attivo' per loro. So che l'agente russo incaricato di tenermi d'occhio è Viktor Kirov. Fino a quando non se n'è andato era console all'ambasciata russa... so che fa parte del giro delle spie, e tra le altre cose è incaricato di monitorare i miei movimenti". Sembra che Litvinenko avesse detto di Kirov che lo seguiva anche alla polizia, dopo che questi si era recato di notte a casa sua. Nell'intervista Litvinenko parlò anche di cambiamenti della legge in Russia, che davano allo stato più poteri per colpire gli avversari: "Il parlamento russo ha passato una legge a metà anno che permette al governo, e al presidente, di perseguire ed attaccare terroristi ed estremisti in tutto il mondo. Così ora è legale". L'ex spia, nella conversazione, disse anche di sospettare di essere stato contaminato da materiale radioattivo, invece che avvelenato, come pensavano i medici, che individuarono la sostanza mortale, il polonio 210, solo poche ore prima della morte di Litvinenko, giovedì. (26 novembre 2006) fonte
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"grazie a dio sono ateo" (L. Bunuel) - il sonno della ragione genera mostri Ciao Zero ![]() Ultima modifica di joesun : 26-11-2006 alle 12:20. |
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#51 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2004
Città: palermo
Messaggi: 717
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ma il bello è questo...
Nel marzo 2005 l'ex spia del Kgb parlò a lungo con "Repubblica" "Mi hanno usato, adesso ho paura. Ho parlato e Putin sa tutto" E Litvinenko raccontò "Volevano sapere di Prodi" La commissione Mitrokhin lo interrogò ma poi fu abbandonato Nel pomeriggio del 3 marzo 2005, Aleksandr Litvinenko ha un lungo colloquio con "Repubblica". L'incontro si tiene a Londra, negli uffici di Boris Berezovskij e, per espressa volontà dell'ex colonnello, è interamente "on the record". Eccone la trascrizione. Come sono finito a lavorare per la commissione Mitrokhin. "A inizio 2004, ricevetti una telefonata del mio amico Viktor Suvorov. Viktor è un ex ufficiale del Gru (il controspionaggio militare sovietico ndr.) e oggi vive a Bristol, dove fa lo scrittore "famoso". Mi chiese se avessi nulla in contrario a parlare con un suo amico, un giudice italiano, Mario Scaramella, che lavorava per la Commissione Mitrokhin. Mario mi chiamò e mi chiese di riferire tutto ciò che sapevo delle operazioni e dei contatti del Kgb in Italia. Dissi subito che non avevo conosciuto Mitrokhin e che non sapevo nulla del suo archivio, ma che se volevano una lista di possibili contatti russi su questa materia e la mia consulenza per comprendere i meccanismi criminali di funzionamento di Kgb e Fsb, i legami con la criminalità organizzata, ero disponibile. Rimanemmo d'accordo che sarei sceso in Italia alla fine di febbraio del 2004. Poi, improvvisamente, accadde qualcosa che al momento, purtroppo, non compresi. Ho un fratello che si chiama Maxim. Ha 21 anni ed è in Italia da 4. Vive a Rimini, dove è studente universitario e lavora come cuoco in un ristorante specializzato in carne alla brace. Ebbene, un mese prima che arrivassi in Italia, Maxim mi chiama disperato. La Polizia non intende più considerare valido il suo visto di studi e minaccia di espellerlo in Russia. Il che significa la sua condanna a morte. Chiedo aiuto a Mario, che dice di non preoccuparmi. Mi spiega che Berlusconi è stato messo al corrente del mio impegno con la Mitrokhin e che Maxim può stare tranquillo. Io collaborerò portando le prove che la commissione chiede e a Maxim verrà concesso asilo politico. Maxim mi conferma che Mario è andato a Rimini e ha parlato con la polizia. Alla fine mio fratello però ha dovuto cavarsela da solo per ottenere il permesso. La vicenda fu certo un modo per convincermi a collaborare". L'appartamento di Napoli "Agli inizi di marzo 2004, arrivai all'aeroporto di Fiumicino, dove trovai ad aspettarmi Scaramella, un interprete russo e un autista. Salimmo a bordo della macchina di Mario, una Land Rover marrone, e partimmo subito per Napoli. L'autista mi disse che era un agente penitenziario e ritengo che lo fosse, perché viaggiava armato. L'interprete si presentò come André. Era un cittadino russo e mi colpì che non aveva alcun titolo per stare in Italia. Né un permesso di soggiorno, né l'asilo politico. Dissi a Mario: "Come pensate di proteggere questa persona? Le cose che ascolterà da me su Kgb ed Fsb accusano Putin e dunque mettono in pericolo la sua vita...". Mario disse di farmi gli affari miei. A Napoli, fui alloggiato all'hotel "Britannia" o "Britannique", sulla "collina" (a Napoli, in Corso Vittorio Emanuele, esiste un hotel che si chiama Britannique. L'albergo è alle pendici del Vomero. ndr). Mario pagò la mia stanza, il biglietto aereo e il soggiorno di mio fratello, che mi raggiunse gli ultimi due dei cinque giorni di permanenza. Le giornate erano sempre uguali. Io aspettavo in albergo che arrivassero a prendermi. Mi portavano in una casa non lontano dall'albergo, verso il mare. L'appartamento era al primo piano di una palazzina bassa che dava sul cortile di una grande scuola con un campo da pallavolo. Lì una donna trascriveva le mie dichiarazioni e le verbalizzava su dei fogli che, alla fine di ogni giornata di lavoro, mi veniva chiesto di firmare. Ora io non so che cosa ho firmato, perché il testo era in italiano e dunque non posso giurare che l'interprete non abbia fatto errori. Lavoravamo fino a notte inoltrata. Io decisi di collaborare dopo aver ricevuto un'assicurazione". L'assicurazione di Guzzanti e Berlusconi "Sapevo di consegnare alla Commissione Parlamentare elementi in grado di accusare Putin e il suo sistema di controllo criminale della Russia. Sapevo che Berlusconi diceva di essere amico di Putin, dunque chiesi a Mario se la Commissione o i suoi capi erano in grado non solo di proteggere il sottoscritto, ma di dare alle mie informazioni un seguito politico. Mario mi disse che doveva interpellare il suo boss, Paolo Guzzanti (Litvinenko lo chiama "Pablo Guzzanti" ndr.). I due si sentivano in continuazione, finché, una mattina, nell'appartamento, Mario chiamò "Pablo" di fronte a me. L'interprete mi tradusse le parole che Mario sosteneva stesse pronunciando Guzzanti. A suo dire, Guzzanti aveva incontrato Berlusconi, gli aveva esposto i miei timori e le mie richieste. E Berlusconi aveva risposto: "Ditegli che non ho amici". Stupidamente, ritenni di potermi fidare". Le domande di Mario Prodi, le attività dei Verdi, i legami dell'azienda Olivetti con il Kgb. "Ho raccontato come l'Fsb, il nuovo servizio segreto russo, sia una struttura mista di intelligence e crimine organizzato. Ne ho spiegato le origini nella dissoluzione del Kgb. Ho offerto i nomi degli uomini che avevano operato in Italia, ma Mario insisteva su tre questioni. a) Il sequestro Moro e i rapporti di Prodi con il Kgb. Mario mi raccontò che Prodi conosceva l'indirizzo dove le Br tenevano sequestrato Moro per averlo appreso durante una seduta spiritica. Mi chiese se non ritenevo che Prodi avesse appreso del covo dal Kgb. Mi chiese anche se il sequestro non fosse stato organizzato dal Kgb e se avesse addestrato le Br. Dissi che non conoscevo alcun dettaglio del sequestro e che non avevo mai sentito parlare di Prodi. Osservai soltanto che, se volevano il mio parere di esperto, era poco credibile che Prodi avesse appreso la notizia durante una seduta spiritica e che sicuramente il Kgb aveva seguito il sequestro provando ad acquisire informazioni. Io non avevo e non ho nessun tipo di prove su Prodi. b) Le attività dei Verdi. Mario sembrava ossessionato dal gruppo dei Verdi. Non avevo particolari informazioni. Piuttosto fui io ad ascoltarlo attentamente, mentre sosteneva che dietro la loro attività politica potessero nascondersi interessi del Kgb. c) La Olivetti. Mario voleva sapere se gli affari dell'Olivetti nell'ex Unione Sovietica nascondevano legami con il Kgb. Ho semplicemente spiegato che ogni azienda che operava sul mercato sovietico veniva spiata dal Kgb. Ma questo non vuol dire essere controllati dal Kgb. Mario mi ha anche fatto molte altre domande su personaggi italiani di cui oggi non ricordo più il nome e anche su un giornale, di cui lo stesso non ricordo. In ogni caso, dovrebbe essere tutto in quei verbali che ho firmato". La ECPP "Mario mi disse che la sua società, la Ecpp (Environmental Crime Prevention Programme), si occupava di grandi temi della sicurezza ambientale e aveva un contratto con la Commissione di Paolo Guzzanti per condurre delle indagini sul Kgb. Mi mostrò un contratto con cui mi impegnavo a collaborare con la società, che non ricordo se firmai o meno. Sul conto di questa società Ecpp io ho raccolto tre versioni diverse da fonti che non posso rivelare e di cui non sono in grado di valutare l'attendibilità. Prima versione: La Ecpp è quello che dichiara di essere. Una società che combatte le mafie del crimine ambientale. Seconda versione: la Ecpp è una società schermo dei servizi segreti italiani. Terza versione: la Ecpp è una lavanderia per il riciclaggio del denaro. Un fatto è certo. Mario ha sostenuto che Berlusconi era molto scontento del lavoro che i servizi italiani stavano facendo per la Mitrokhin e dunque c'era bisogno della Ecpp. Inoltre, durante il mio soggiorno a Napoli, Mario chiese se poteva assistere ad uno dei nostri incontri un amico americano venuto per me dalla Germania. Se ne rimase in silenzio, senza neppure presentarsi. Quando si allontanò, Mario sostenne che lavorava per i servizi statunitensi e che la Cia poteva essere interessata alle mie informazioni. Io non gli credetti". Il compenso per la collaborazione "Quando finì il mio lavoro a Napoli, Mario mi mise in mano 600 o 800 euro in contanti. Mi sentii umiliato. Gli dissi che non vendevo informazioni e che avevo accettato l'incarico perché collaborare con l'Italia era per me un'occasione irripetibile di far sapere all'occidente cosa è stato il Kgb, chi è Putin e quanto sia corrotto il suo regime. Aggiunsi che era giusto che fossi retribuito come un consulente professionista, con parcelle regolarmente accreditate sul mio conto dalla Commissione. E soprattutto in modo trasparente, perché l'Fsb non sospettasse che mi ero intascato in nero milioni di dollari per le mie informazioni. Era una questione di trasparenza e di sicurezza. Mario non mi accreditò nessun denaro. Continuò a dirmi di non preoccuparmi. Che sarei diventato famoso e avrei testimoniato di fronte al Parlamento italiano. Che avrei potuto portare la mia famiglia in vacanza in Italia. Mi aveva preso per un pezzente". La visita di Mario a Cambridge. L'incontro con Bukowsky e Gordievsky. "Qualche tempo dopo la mia trasferta a Napoli, Mario venne a Londra e mi chiese di fargli da tramite con Vladimir Bukovskij (dissidente sovietico "scambiato" a Berlino nel 1976 con il comunista cileno Luis Corvalan ndr.) e Oleg Gordievskij (ex agente del Kgb riparato in Inghilterra nel 1985 ndr.). In particolare, era interessato a Bukovskij, il quale sosteneva di avere con sé 7 mila dossier del Kgb, ancora segreti, che aveva fotocopiato con un piccolo scanner nel 1992, quando, su ordine di Eltsin, il Servizio aveva dovuto mettergli a disposizione gli archivi. L'incontro avvenne in un ristorante italiano di Cambridge. Bukovskij si impegnò a collaborare, a consegnare i suoi file, ma, successivamente, mi disse di non aver dato un bel niente a Mario. Non so dire di Gordievskij". Le promesse mai mantenute di Berlusconi "Non molto tempo dopo la mia trasferta in Italia, Berlusconi incontrò Putin. Li vidi in televisione abbracciarsi e baciarsi e lì compresi che ero stato usato. Che Berlusconi era un piccolo bugiardo, degno della stessa considerazione che si dà al proprio cagnolino cui si dà da mangiare sotto il tavolo. Io avevo dato le prove alla Commissione che Putin controllava la Russia con gli eredi corrotti del Kgb e Berlusconi cosa faceva? Baciava Putin. Evidentemente aveva scambiato le mie informazioni con dell'altro che non conosco. Berlusconi dimostrava di essere come Putin. La stessa cosa. Ripensai allora anche ad una circostanza che, durante i giorni di Napoli, mi aveva colpito. Il giornale di Berlusconi diede notizia che il colonnello Litvinenko aveva accettato di svelare i suoi segreti alla Commissione. Mi chiesi perché mi bruciavano in quel modo. Oggi penso che fosse un modo per mettere Putin sull'avviso. Mi sfogai con Mario e lui mi disse che non capivo. Che quelle dimostrazioni di amicizia erano frutto dei "giochi della grande politica". Il mio amico esule ceceno Akhmed Zakaiev, mio vicino di casa a Londra, mi prese in giro: "Ma come è possibile che un ex colonnello del Kgb sia così fesso da essersi fatto fregare dagli italiani?". Anche oggi arrossisco. E' vero, mi sono fatto fregare. Non ce l'ho con Mario, in fondo penso sia una persona per bene, ma con la Commissione per come ha deciso di trattare la verità. Mi sono fidato. Ho raccontato quel che sapevo perché l'Occidente sapesse. E le mie informazioni su Putin? Come sono state usate da Berlusconi?". (26 novembre 2006) fonte
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"grazie a dio sono ateo" (L. Bunuel) - il sonno della ragione genera mostri Ciao Zero ![]() Ultima modifica di joesun : 26-11-2006 alle 12:19. |
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#52 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Città: RC
Messaggi: 533
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Dopo le indiscrezioni di "Repubblica" sul ruolo avuto da alcuni investigatori italiani
il ministro dell'Interno ha chiesto un'informativa ai vertici delle forze dell'ordine Caso Mitrokhin e dossier sui politici Amato chiede notizie a polizia e carabinieri Le notizie sul coinvolgimento emerse dalle rivelazioni sul caso Litvinenko Il consulente della Commissione Mitrokhin Mario Scaramella ROMA - Il Viminale vuole fare chiarezza sul possibile coinvolgimento di personale investigativo in attività non istituzionali su incarico della presidenza della Commissione parlamentare d'inchiesta sul cosiddetto caso Mitrokhin. "Il Ministro dell'Interno Giuliano Amato - spiega una nota - ha incaricato i vertici della polizia di stato, dell'arma dei carabinieri, della guardia di finanza e del Sisde di verificare in tempi brevi l'esistenza di ogni documento in possesso di questi organismi circa l'attività della Commissione Mitrokhin e l'eventuale utilizzazione di personale delle forze di polizia e del Sisde in attività della Commissione medesima o in qualche modo ad essa collegate". La richiesta di informazioni del ministro arriva in seguito alle rivelazioni emerse a margine della morte per avvelenamento dell'ex agente del Kgb sovietico Aleksandr Litvinenko. In particolare Repubblica ha anticipato ieri che il consulente della Commissione Mario Scaramella, una delle ultime persone a vedere l'ex 007 russo vivo a Londra, aveva costruito un rapporto di collaborazione con alcuni ex membri dell'intelligence di Mosca, compreso appunto Litivinenko. Scopo della collaborazione sarebbe stata la raccolta di informazioni per la stesura di dossier sul conto di molti politici italiani, primi fra tutti l'attuale presidente del Consiglio Romano Prodi e l'attuale ministro degli Esteri Massimo D'Alema. In questa attività, secondo quanto ricostruito da Repubblica e secondo quanto vuole appurare ora il ministro dell'Interno Giuliano Amato, Scaramella avrebbe potuto contare sull'aiuto di alcuni appartenenti alle forze dell'ordine italiane. Una circostanza ribadita anche oggi in un'intervista da Euvgenij Limarev, un'altro ex agente segreto sovietico che ha raccontato di essere stato contattato da Scaramella a questo scopo. http://www.repubblica.it/2006/11/sez...velenata2.html |
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