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Old 18-01-2008, 00:24   #21
danny2005
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Che film è?
Taxi driver.....

Vergognati....non riconoscere simili film........
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Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia [Mark Twain] [Romantico Inside][Thread prof. gnocche]
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Old 18-01-2008, 00:26   #22
Kael
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Sicuri che sia cosa ovvia? Forse lo è per voi, ma mi sembra che la stragrande maggioranza delle persone ragioni generalizzando, per categorie mentali, per sua comodità.

Ovvio, sto generalizzando!
Per me non è assolutamente ovvio...
Essendo la capacità cognitiva umana limitata è più che normale che si creino categorizzazioni, anzi è automatico.
Secondo il tuo ragionamento, però, ogni singola persona farebbe categoria a sè stante il che, imho, ci farebbe esplodere la testa, perchè non potremmo mai immaginare minimamente chi ci troviamo davanti ogni volta che usciamo di casa. Bisognerebbe comprendere ogni persona da zero ad ogni nuova conoscenza. Un pò pesantino imho.
Ogni persona rientra in una categoria, ma ogni persona ci mette del suo, per questo sembrano uscire dalle catalogazioni generali.
"le polacche sono belle", "gli americani sono imperialisti" non sono catalogazioni, sono stereotipi, altra invenzione del cervello umano per facilitarsi l'elaborazione delle informazioni (contando la quantità di persona che si incontrano ogni giorno) e fare più in fretta. Il problema è che quasi sempre portano ad errori di attribuzione grossolani, quindi come scorciatoie valgono e non valgono.
Personalmente ho un buon occhio per inquadrare le persone (modestamente ), irritantemente buono a volte, e fin'ora di persone che non rientrino in qualche categorizzazione non ne ho trovate (me incluso, s'intenda ^_^).
Poi dipende anche cosa intendi per categorie...
Io intendo gente invidiosa o frustrata, depressa, sociofobica, con complessi di inferiorità o quant'altro (ognuno ha la sua, ma non è mai troppo dissimile dalle altre).
Sebbene ognuno possa dimostrare (o non dimostrare) un qualche tipo di para, alienazione o come la si vuole chiamare, lo fa a modo suo ma, fondamentalmente, quella è. Caratteri comuni ce ne sono, e molti, per fortuna.

Anche perchè sennò si dovrebbe buttare via tutta la psicologia fatta fin'ora...

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non ti è mai neanche passato un pelino un dubbio, che se gli immigrati sono piu' facili a delinquere è perchè FORSE se sono andati via da dove vivevano prima, sono almeno un pochino disperati, e magari dove arrivano non hanno da mangiare e quindi è piu' facile che diventino dei ladri e quant'altro?
per dire...uno scappa dall'albania, arriva in italia, se trova un lavoro ok...se no con cosa campa? per forza poi uno si trova disperato e va a rubare...
(per questo poi penso che bisognerebbe fare entrare gli immigrati in conformità al lavoro che gli si puo' dare, e non alla maniera "prego venite tutti, qui è la terra del bengodi")
Il ragionamento lo trovo un pò buonista (senza offesa, eh! ). nel senso che presupponi così che ogni immigrato sia buono e delinqua unicamente perchè non trova lavoro.
Ci sono alcune culture/popolazioni che hanno una maggiore propensione a delinquere deliberatamente in realtà.
Esempio: Un industriale cliente di mio padre (settore pneumatici agricoli) ha espiantato la fabbrica in romania per l'ovvia convenienza e ha avuto modo di notare come molte persone del luogo rubassero anche senza necessità.
inoltre ricordo un servizio del tg5 (del mese scorso, ma non riesco a ricordare bene la causa) in cui c'era una donna romena che affermava candidamente che per la sua gente rubare è normale, che lei aveva rubato e che lo fa tutt'oggi. In tv. E sapeva di essere ripresa, aveva il cameraman a 30 cm dalla faccia.

Ora, spero che nessuno abbia pensato che sto dicendo che un'intero popolo è cleptomane compulsivo
Le brave persone esistono, sennò ci sarebbe una rivoluzione al giorno, sto solo dicendo che c'è chi ha una propensione maggiore ad atti non legali. Sia per entina, sia per cultura, sia per ambiente in cui è vissuto, sia per predisposizione personale.

P.S.: Ero interessato alla discussione e mi ci sono buttato, se ho detto qualcosa che non c'entrava nulla o mi sono perso qualcosa abbiate pietà, sono a 9 ore da un esame dopo averne fatti un pò negli ultimi giorni
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Il Signore Del Ghiaccio
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There are three kind of lies: Lies, Damn Lies, and Statistics. -- Benjamin Disraeli
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Old 18-01-2008, 00:46   #23
Kharonte85
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Ogni tanto mi fermo a considerare un fatto: viviamo in un modo dove si parla al plurale, praticamente di tutto, ma non esiste alcun soggetto vivente plurale, siamo tutti singolari.

Se ci si ferma a pensare, si riesce a capire che ogni persona fa storia a sé, ed è in buona sostanza inclassificabile - ci hanno provato in tanti, dalla psicoanalisi alla criminologia, ma niente, alla fine si scappa sempre fuori dalle "gabbie" costruite per catalogarci.

Ogni persona è singolare, e pertanto unica: mi chiedevo se voi, pensando a questa cosa, credete di riuscire a rapportarvi con gli altri in modo corretto, cioè vedendoli come unici e non solo come "parte" di un gruppo di vostri simili, divisi in insieme A, insieme B, insieme C, eccetera.

L'argomento mi è venuto in mente pensando che tantissime discussioni qui sono sul modello "le donne sono stronze", "le polacche sono belle", "gli americani sono imperialisti"... E vedo gente davvero convinta delle sue idee generali, quando le afferma.

Un mondo dove tutti guardano gli altri come esseri singolari sarebbe magari più lento (richiederebbe parecchia riflessione in più), ma sicuramente più vivibile, secondo me. Voi che ne dite?
E allora com'è che quando ti leggo ti capisco?

Lo studio del funzionamento della mente umana (psicologia, psicanalisi, neuroscienze ecc...) è ben diverso da quelli che vengono definiti come i "pregiudizi", che sono quelli che tu hai elencato...quello che ci si sforza di fare è creare un modello (ideale si') che in una certa misura spieghi un comportamento...ci si è resi conto ben presto della difficolta' di questo obbiettivo, eppure la psicologia si sta sforzando di integrare tutte le proprie conoscenze, partendo dall'idea di base che non esiste una teoria migliore, ma solo un miglior paziente per quella teoria...l'abilita' ovviamente sta quasi tutta nel fare una diagnosi corretta.

Il rapporto con gli altri in fondo è regolato da alcune esigenze di base che sono comuni a tutti; basti pensare al mangiare, bere, dormire, fare i bisognini e possibilmente copulare e tutti gli altri bisogni fisiologici...un'altra dimensione è quella psicologica, ma anche qui si rintracciano alcune esigenze che tendono ad essere comuni ed è da qui che si parte per un'analisi delle esigenze psichiche di ciascun individuo (non a caso ad esempio la psicanalisi è fortemente individuale e fatta intorno ad una singola persona, proprio perche' cosciente della diversita' di ciascuno), poi si considerano tutte le pressioni riguardanti l'ambiente esterno (diverso per ciascuno, ma che a volte presenta situazioni che si ripetono)...certamente dirlo è piu' facile che farlo.


La stessa tendenza a raccogliere i pregiudizi è qualcosa che ci accomuna, o perlomeno accomuna molti di noi...ed è qualcosa che la psicologia puo' spiegare, ha tentato di farlo, e ha creato un modello (giusto o sbagliato che sia, tale modello ha dato a volte dei risultati)

Ultima modifica di Kharonte85 : 18-01-2008 alle 00:58.
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Old 18-01-2008, 03:09   #24
fix&fix
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la complessità della persona sta nell'essere ciò che è,in base al momento..nelle sue mille sfaccettature.
la complessità sta nell'essere tante cose in una sola..tutte diverse ma con un unico filo conduttore.la difficoltà è essere ciò che si è e trovare ciò che manca
le categorie sono solo il frutto dei nostri cervelli,vittime degli usi e costumi
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Old 18-01-2008, 06:32   #25
Shazam
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Nessuno nega che la psicologia sia stata creata per rispondere a una necessità dell'essere umano, ma l'importante è tenere ben saldo il fatto che stiamo parlando di strumenti limitati per comprendere ciò che hanno dinanzi.

Questo vuol dire che bisogna sempre ricordarsi che la scienza esatta non è quella che applichiamo alle persone per definirle, ma la scienza esatta "sono" le persone, secondo me

E' un po' come un albero, quando arriva l'autunno: noi possiamo dire che le sue foglie cadranno, che finiranno entro una certa distanza dal tronco, eccetera eccetera... Però dobbiamo dirlo consci del fatto che, se avessimo "adeguate capacità di calcolo", saremmo in grado di dire quando si staccherà ogni singola foglia e di affermare con precisione assoluta dove andrà a posarsi al suolo.

Insomma, alla fine non dico che bisogna ripartire da zero nel giudizio di ogni persona, ma che bisogna essere consci che il nostro pre-giudizio (che non è un pregiudizio) dev'essere sempre aperto a integrazioni e mutamenti.
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- Cavaliere Jedi della Banfa -
"La Banfa scorre potente in quest'uomo"
"This is the lesson: never give in, never give in, never, never, never, never"
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Old 18-01-2008, 09:55   #26
Mucchina Volante
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Il ragionamento lo trovo un pò buonista (senza offesa, eh! ). nel senso che presupponi così che ogni immigrato sia buono e delinqua unicamente perchè non trova lavoro.
Ci sono alcune culture/popolazioni che hanno una maggiore propensione a delinquere deliberatamente in realtà.
Esempio: Un industriale cliente di mio padre (settore pneumatici agricoli) ha espiantato la fabbrica in romania per l'ovvia convenienza e ha avuto modo di notare come molte persone del luogo rubassero anche senza necessità.
inoltre ricordo un servizio del tg5 (del mese scorso, ma non riesco a ricordare bene la causa) in cui c'era una donna romena che affermava candidamente che per la sua gente rubare è normale, che lei aveva rubato e che lo fa tutt'oggi. In tv. E sapeva di essere ripresa, aveva il cameraman a 30 cm dalla faccia.

Ora, spero che nessuno abbia pensato che sto dicendo che un'intero popolo è cleptomane compulsivo
Le brave persone esistono, sennò ci sarebbe una rivoluzione al giorno, sto solo dicendo che c'è chi ha una propensione maggiore ad atti non legali. Sia per entina, sia per cultura, sia per ambiente in cui è vissuto, sia per predisposizione personale.

P.S.: Ero interessato alla discussione e mi ci sono buttato, se ho detto qualcosa che non c'entrava nulla o mi sono perso qualcosa abbiate pietà, sono a 9 ore da un esame dopo averne fatti un pò negli ultimi giorni

non voleva essere un discorso buonista, ma trovo quasi scontato che se fai entrare una valanga di immigrati e poi questi non hanno di che campare, un modo per sopravvivere devono trovarlo. quante probabilità ci sono che uno che non ha da mangiare e di fatto non ha niente da perdere si metta a rapinare? e quante probabilita' ci sono che mi metta a rapinare io che ho un tetto su una testa, tre o piu' pasti caldi al giorno, la tv lo stereo e la macchina?
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ma più mi chinai e nemmeno su un fiore/più non arrossii nel rubare l'amore/dal momento che inverno mi convinse che dio/non sarebbe arrossito rubandomi il mio
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Old 18-01-2008, 09:59   #27
Mucchina Volante
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Ah, la statistica, la sottile arte del dire come sarebbero dovute andare le cose, se non fosse stato per il margine d'errore
va a dire che la statistica non funziona a quelli che hanno avuto il piu' alto rendimento in borsa di tutti i i grandi investitori, investendo con un programma di analisi dati basato sulle serie storiche
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ma più mi chinai e nemmeno su un fiore/più non arrossii nel rubare l'amore/dal momento che inverno mi convinse che dio/non sarebbe arrossito rubandomi il mio
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Old 18-01-2008, 10:06   #28
Indy4
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la complessità della persona sta nell'essere ciò che è,in base al momento..nelle sue mille sfaccettature.
la complessità sta nell'essere tante cose in una sola..tutte diverse ma con un unico filo conduttore.la difficoltà è essere ciò che si è e trovare ciò che manca
le categorie sono solo il frutto dei nostri cervelli,vittime degli usi e costumi
quoto , basti pensare al fatto che quando si è in vacanza molte volte viene da pensare che non si è la stessa persona proprio noi stessi .
O magari cambiando paese e compagnie. In pratica una parte di noi è immutabile , ma un 'altra varia a seconda del luogo e delle persone che ci circondano. Quindi figuriamoci un altra persona ai nostri occhi.
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Old 18-01-2008, 10:12   #29
Bollita
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Originariamente inviato da Shazam Guarda i messaggi
Ogni tanto mi fermo a considerare un fatto: viviamo in un modo dove si parla al plurale, praticamente di tutto, ma non esiste alcun soggetto vivente plurale, siamo tutti singolari.

Se ci si ferma a pensare, si riesce a capire che ogni persona fa storia a sé, ed è in buona sostanza inclassificabile - ci hanno provato in tanti, dalla psicoanalisi alla criminologia, ma niente, alla fine si scappa sempre fuori dalle "gabbie" costruite per catalogarci.

Ogni persona è singolare, e pertanto unica: mi chiedevo se voi, pensando a questa cosa, credete di riuscire a rapportarvi con gli altri in modo corretto, cioè vedendoli come unici e non solo come "parte" di un gruppo di vostri simili, divisi in insieme A, insieme B, insieme C, eccetera.

L'argomento mi è venuto in mente pensando che tantissime discussioni qui sono sul modello "le donne sono stronze", "le polacche sono belle", "gli americani sono imperialisti"... E vedo gente davvero convinta delle sue idee generali, quando le afferma.

Un mondo dove tutti guardano gli altri come esseri singolari sarebbe magari più lento (richiederebbe parecchia riflessione in più), ma sicuramente più vivibile, secondo me. Voi che ne dite?
io dico che se ognuno pensasse e agisse da singolo la sociologia andrebbe a puttane e così anche le famose regole che costituiscano una società.. penso che l'idea che ognuno serve e nessuno è essenziale sia vera.. ti spiego :
io singola posso essere in determinato modo, ma devo cmq sia sempre adattarmi ad una società a cui appertengo e di conseguenza la mia individualità viene limitata in gran parte.
Il categorizzare o stigmatizzare le persone serve per essere più tutelati, per far si che un comportamento che viola le norme di una determinata comunità venga sansionato in maniera che sia da esempio sia per chi lo commette (per nn ripeterlo) sia per chi vorrebbe commetterlo (questo in linea teorica ovvio).
Se analiziamo la storia di ogni singolo è ovvio che sia diversa da ogni individuo, tanto che è impossibile trovare due persone uguali, ma è possibile trovarne due simili.
Se si guardasse solo all'individuo non esisterebbero i famosi "problemi sociali" o non si potrebbero affrontare tematiche complesse che riguardano più membri di un collettivo.
non è che si andrebbe avanti più lenti, non si andrebbe proprio avanti..
Bollita è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-01-2008, 10:42   #30
Shazam
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io dico che se ognuno pensasse e agisse da singolo la sociologia andrebbe a puttane e così anche le famose regole che costituiscano una società.. penso che l'idea che ognuno serve e nessuno è essenziale sia vera.. ti spiego :
io singola posso essere in determinato modo, ma devo cmq sia sempre adattarmi ad una società a cui appertengo e di conseguenza la mia individualità viene limitata in gran parte.
Il categorizzare o stigmatizzare le persone serve per essere più tutelati, per far si che un comportamento che viola le norme di una determinata comunità venga sansionato in maniera che sia da esempio sia per chi lo commette (per nn ripeterlo) sia per chi vorrebbe commetterlo (questo in linea teorica ovvio).
Se analiziamo la storia di ogni singolo è ovvio che sia diversa da ogni individuo, tanto che è impossibile trovare due persone uguali, ma è possibile trovarne due simili.
Se si guardasse solo all'individuo non esisterebbero i famosi "problemi sociali" o non si potrebbero affrontare tematiche complesse che riguardano più membri di un collettivo.
non è che si andrebbe avanti più lenti, non si andrebbe proprio avanti..

OK, io però parlavo più del "micro" che del "macro", cioè dei rapporti fra persone e non fra stato/altro ente globale->persona.

Nel secondo caso è inevitabile applicare le categorie, altrimenti finirebbe come dici tu (ma solo per incapacità di fare le cose "come si dovrebbe", in fondo), nel primo invece sarebbe meglio non avvenisse (non è che abbiamo a che fare con decine di migliaia di conoscenti, in fondo )
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Old 18-01-2008, 10:48   #31
Bollita
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OK, io però parlavo più del "micro" che del "macro", cioè dei rapporti fra persone e non fra stato/altro ente globale->persona.

Nel secondo caso è inevitabile applicare le categorie, altrimenti finirebbe come dici tu (ma solo per incapacità di fare le cose "come si dovrebbe", in fondo), nel primo invece sarebbe meglio non avvenisse (non è che abbiamo a che fare con decine di migliaia di conoscenti, in fondo )
intendi famiglia amici per microcosmo?
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Old 18-01-2008, 11:37   #32
dnarod
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Un mondo dove tutti guardano gli altri come esseri singolari sarebbe magari più lento (richiederebbe parecchia riflessione in più), ma sicuramente più vivibile, secondo me. Voi che ne dite?
il discorso è semplice, sempre la solita storia del non fare di tutta l erba un fascio; è un detto popolare, ma è anche un affermazione di una certa saggezza; perche invece l uomo tende a generalizzare? perche la sua mente funziona in modo tale da costringerlo alle categorizzazioni (altrimenti per qualsiasi azione o discorso quotidiano necessiteremmo di comprendere l infinito :| ); e questo non implica necessariamente perdita di generalita (stavolta intesa come insieme di particolarita)...grossomodo funziona come nella matematica; senza scendere troppo nel dettaglio, non è che uno si chieda (in realta ce lo si chiede, ma non a livelli "poplari") cosa sia un punto o una retta: eppure con punti e rette e un po di algebretta l uomo ha inventato computers, aerei, eccetera; cio che probabilmente infastidisce di questo stato di cose sta nel fatto che molti uomini tendono a categorizzare altri gruppi di uomini in maniera errata (i razzisti per esempio, o i fanatici religiosi); questo pero è spiegato con lo scarso livello culturale e socio-evolutivo, non col fatto che quel tipo di approccio sia sbagliato in assoluto...anche perche ripeto, c è poco da fare, la mente umana è come un contenitore: puo contenere al massimo x cose contemporaneamente (x varia in base a fattori genetici e culturali, ma la varianza dell insieme di quei valori, per tutti gli esseri umani, non è cosi grande come si potrebbe pensare) ed è quindi necessario trovare dei meccanismi che permettano di vivere dignitosamente senza per questo dover sempre pensare a tutto in ogni istante...
...i computer funzionano esattamente allo stesso modo: a grandi linee, in un dato istante nella cpu passano sempre e solo un accrocchio di 32 zeri/uni (con la differenza che i criteri coi quali questi vengono elaborati sono tutti logicamente ottimi, non come molti individui che hanno una capacita mentale ridotta e la utilizzano per giunta male), eppure mi sembra che in 100 anni bagnati di storia della computer science si sia arrivati a un ottimo punto, no?
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Old 18-01-2008, 12:05   #33
Shazam
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intendi famiglia amici per microcosmo?
Esatto, proprio quello, con l'aggiunta dei conoscenti.
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Old 18-01-2008, 12:07   #34
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il discorso è semplice, sempre la solita storia del non fare di tutta l erba un fascio; è un detto popolare, ma è anche un affermazione di una certa saggezza; perche invece l uomo tende a generalizzare? perche la sua mente funziona in modo tale da costringerlo alle categorizzazioni (altrimenti per qualsiasi azione o discorso quotidiano necessiteremmo di comprendere l infinito :| ); e questo non implica necessariamente perdita di generalita (stavolta intesa come insieme di particolarita)...grossomodo funziona come nella matematica; senza scendere troppo nel dettaglio, non è che uno si chieda (in realta ce lo si chiede, ma non a livelli "poplari") cosa sia un punto o una retta: eppure con punti e rette e un po di algebretta l uomo ha inventato computers, aerei, eccetera; cio che probabilmente infastidisce di questo stato di cose sta nel fatto che molti uomini tendono a categorizzare altri gruppi di uomini in maniera errata (i razzisti per esempio, o i fanatici religiosi); questo pero è spiegato con lo scarso livello culturale e socio-evolutivo, non col fatto che quel tipo di approccio sia sbagliato in assoluto...anche perche ripeto, c è poco da fare, la mente umana è come un contenitore: puo contenere al massimo x cose contemporaneamente (x varia in base a fattori genetici e culturali, ma la varianza dell insieme di quei valori, per tutti gli esseri umani, non è cosi grande come si potrebbe pensare) ed è quindi necessario trovare dei meccanismi che permettano di vivere dignitosamente senza per questo dover sempre pensare a tutto in ogni istante...
...i computer funzionano esattamente allo stesso modo: a grandi linee, in un dato istante nella cpu passano sempre e solo un accrocchio di 32 zeri/uni (con la differenza che i criteri coi quali questi vengono elaborati sono tutti logicamente ottimi, non come molti individui che hanno una capacita mentale ridotta e la utilizzano per giunta male), eppure mi sembra che in 100 anni bagnati di storia della computer science si sia arrivati a un ottimo punto, no?
Windows Vista ti sembra un ottimo punto?

Scherzi a parte, in realtà anche qui siamo estremamente indietro. Nel senso: siamo molto avanti nel calcolo delle probabilità, ma molto indietro in quello delle certezze. Fra 100 anni, magari
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Old 18-01-2008, 12:46   #35
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cio che probabilmente infastidisce di questo stato di cose sta nel fatto che molti uomini tendono a categorizzare altri gruppi di uomini in maniera errata (i razzisti per esempio, o i fanatici religiosi); questo pero è spiegato con lo scarso livello culturale e socio-evolutivo, non col fatto che quel tipo di approccio sia sbagliato in assoluto...
devo ammettere che con tutti i discorsi del computer e matematici mi hai un attimino confuso, ma prendo la frase che credo di aver capito meglio... allora il diverso spaventa tutti, come l'insicurezza e l'incertezza, si tende spesso a stigmatizzare il diverso poichè non risponde a dei canoni prestabiliti (diciamo dalla società o da gli usi e i costumi di quella determinata società) e di consiguenza emarginare e perseguitare. L'ignoranza spesso aiuta questo fenomento di emarginazione e incomprensione del diverso, ma il fatto che sia spesso sfruttato da potenti che hanno un guadagno nell'ignoranza altrui , è un altro discorso ancora.
Sempre per parlare del diverso che spesso risulta come una persona che ha comportamenti devianti, cioè non consoni alla società in cui vive.. prendi come esempio un uomo (o una donna ) con il corpo interamente tatuato, nella nostra società viene viesta come una cosa "deviante" viene stigmatizzato come diverso e tendiamo a fidarci meno di una persona tatuata che di una persona no, questo perchè abbiamo dei costumi e degli usi ben definiti e questa persona non rientra nei canoni prestbiliti e di conseguenza tendiamo a diffidare.
Il concetto di stigmatizzazione di una persona aiuta la società ad avere in chiaro (grosso modo) cosa bisogna o non bisogna fare, cosa è giusto e cosa no.
Ci sono comportamenti come lo stupro a donne accompagnate, l'incesto fra genitori figlio e altri comportamenti che ono "condannati" in tutte le società studiate fino ad oggi.
Si tende a fare di tutta l'erba un fascio per semplificare e affrontare tematiche che spesso risultano difficili da affrontare come singolo caso.
Esempio se io dico che i paesi che hanno la pena di morte sono meno sviluppati di noi, dico da un lato una cosa vera, dall'altro una cosa falsa perchè non affronto bene il problema fino a fondo, ma in linea teorica quello che ho detto ha un fondamento e una semplificazione del problema in modo tale che possa cercare di affrontarlo al meglio con i mezzi che ho.


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Esatto, proprio quello, con l'aggiunta dei conoscenti.
beh io credo che quando conosci una perona tendi ad infilarlo in una determinata e particolare categoria, questo per facilitare il riconoscimento di quella persona come cosa buona o no.
Il discorso di non prende un individuo come persona con una storia sua propria e non tenerne conto per affrontare per bene quella persona vale se applicato ad una collettività allargata, in un contesto familiare ovviamente sappiamo molto di più di quella persona e possiamo tener presente la loro esperienza e la nostra, ma è anche vero che tendiamo a fare delle sotto categorie sempre derivate dagli usi e costumi che noi abbiamo.. esempio se tu ti comporti male a tavola mentre siete in un ristorante tuo padre tu guarderà male riprendendoti con uno sguardo mandandoti un messaggio di correzione, in quel momento tu sei etichettato come una persona che non sa stare a tavola senza considerare il perchè fai quella cosa; questo perchè spesso quando ci si rapporta all'ambiente esterno occorre sottostare a determinate regole (in questo caso l'educazione a tavola) e il non rispettarle ti manda automaticamente in una categoria di persone.
idem con gli amici, la confidenza che hai con loro può portarti ad una comprensione maggiore del loro io e dei loro problemi , ma se fanno qualcosa che secondo te (e magari secondo la società) non è una cosa giusta automaticamente viene categorizza come (magari ) una testa di cazzo.
er le conoscenza è ancora diverso non si ha una intimità tale da poter analizzare la vita di ognuno e queste regole sono più forti che in amibiti dove ci si conosce poco.
Esempio : quando conosci una persona la prima cosa che fai è giudicare se ti sta simpatica o no e di conseguenza rientra in una categoria.
spero di aver colto quello che volevi sapere mi sono un po' dilungata e forse ho fatto discorsi un po' contorti scusa
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Originariamente inviato da Shazam Guarda i messaggi
Windows Vista ti sembra un ottimo punto?

Scherzi a parte, in realtà anche qui siamo estremamente indietro. Nel senso: siamo molto avanti nel calcolo delle probabilità, ma molto indietro in quello delle certezze. Fra 100 anni, magari
le certezza non si potranno mai calcolare (se ti riferisci alla vita )
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Old 18-01-2008, 13:06   #36
Kael
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Originariamente inviato da Mucchina Volante Guarda i messaggi
non voleva essere un discorso buonista, ma trovo quasi scontato che se fai entrare una valanga di immigrati e poi questi non hanno di che campare, un modo per sopravvivere devono trovarlo. quante probabilità ci sono che uno che non ha da mangiare e di fatto non ha niente da perdere si metta a rapinare? e quante probabilita' ci sono che mi metta a rapinare io che ho un tetto su una testa, tre o piu' pasti caldi al giorno, la tv lo stereo e la macchina?
Ma infatti non ti contesto il ragionamento, il fatto è che non accenni a quelli che entrano per delinquere a prescindere, anzi, non cercano manco un lavoro, se non come copertura ad attività illecite. Sembrano quindi tutti brave persone disperate costrette a delinquere (cosa che non è vera).
Comunque bisogna anche aggiungere che un lavoro si trova, è una questione di adattabilità. Se sei appena arrivato un lavoro di manovalanza lo trovi, altrochè. Un mio amico geometra mi diceva che i muratori che ha nei vari cantieri (tutti slavi, marocchini o comunque immigrati, ormai) vengono pagati 22€ l'ora e quelli che gestiscono i gruppi (che sono operai spercializzati, di norma) girano tranquilli con l'hummer. Di gente ne han sempre bisogno, ma se si SCARTANO i lavori a priori è ovvio che poi non se ne trovano e delinquere risulta più facile e redditizio, seppur con i suoi rischi. (ma tanto siamo in italia )

P.s.: Ecco, son tornato dall'esame

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Originariamente inviato da Shazam Guarda i messaggi
Esatto, proprio quello, con l'aggiunta dei conoscenti.
Il macro cosmo è formato dai micro cosmi... Se tutti i microcosmi fossero diversi come dici non ci sarebbe macrocosmo, ergo, non regge.
A parte che ci sono persone disarmantemente semplici e prevedibili, questo vale anche per la propria sfera personale (famiglia + conoscenti) per quanto detto sopra.
__________________
Il Signore Del Ghiaccio
Fortis Cadere, Cedere Non Potest
There are three kind of lies: Lies, Damn Lies, and Statistics. -- Benjamin Disraeli
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Old 18-01-2008, 13:27   #37
Kharonte85
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Originariamente inviato da Shazam Guarda i messaggi
Nessuno nega che la psicologia sia stata creata per rispondere a una necessità dell'essere umano, ma l'importante è tenere ben saldo il fatto che stiamo parlando di strumenti limitati per comprendere ciò che hanno dinanzi.

Questo vuol dire che bisogna sempre ricordarsi che la scienza esatta non è quella che applichiamo alle persone per definirle, ma la scienza esatta "sono" le persone, secondo me

E' un po' come un albero, quando arriva l'autunno: noi possiamo dire che le sue foglie cadranno, che finiranno entro una certa distanza dal tronco, eccetera eccetera... Però dobbiamo dirlo consci del fatto che, se avessimo "adeguate capacità di calcolo", saremmo in grado di dire quando si staccherà ogni singola foglia e di affermare con precisione assoluta dove andrà a posarsi al suolo.

Insomma, alla fine non dico che bisogna ripartire da zero nel giudizio di ogni persona, ma che bisogna essere consci che il nostro pre-giudizio (che non è un pregiudizio) dev'essere sempre aperto a integrazioni e mutamenti.
Tu fai l'errore (comune a molti) di pensare che lo scopo della psicologia sia giudicare e categorizzare, è ovvio che questa impressione ti viene passata dai media e dal senso comune, ma in verita' in sede di diagnosi la cosa principale è capire come è una persona, cercando di evitare pregiudizi e "bias" (il metodo del colloquio clinico ad esempio ha lo scopo di evitare questi errori); ma se non fai delle "ipotesi" su come funziona la mente di una persona non sarai mai in grado di comprenderlo (e in questo caso aiutarlo).

La scienza esatta non esiste da nessuna parte (anche la matematica ha i suoi angoli oscuri e non spiegati) ci si puo' solo avvicinare alla verita' (e la filosofia della scienza ce lo ha insegnato)
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Originariamente inviato da dnarod Guarda i messaggi
il discorso è semplice, sempre la solita storia del non fare di tutta l erba un fascio; è un detto popolare, ma è anche un affermazione di una certa saggezza; perche invece l uomo tende a generalizzare? perche la sua mente funziona in modo tale da costringerlo alle categorizzazioni (altrimenti per qualsiasi azione o discorso quotidiano necessiteremmo di comprendere l infinito :| ); e questo non implica necessariamente perdita di generalita (stavolta intesa come insieme di particolarita)...grossomodo funziona come nella matematica; senza scendere troppo nel dettaglio, non è che uno si chieda (in realta ce lo si chiede, ma non a livelli "poplari") cosa sia un punto o una retta: eppure con punti e rette e un po di algebretta l uomo ha inventato computers, aerei, eccetera; cio che probabilmente infastidisce di questo stato di cose sta nel fatto che molti uomini tendono a categorizzare altri gruppi di uomini in maniera errata (i razzisti per esempio, o i fanatici religiosi); questo pero è spiegato con lo scarso livello culturale e socio-evolutivo, non col fatto che quel tipo di approccio sia sbagliato in assoluto...anche perche ripeto, c è poco da fare, la mente umana è come un contenitore: puo contenere al massimo x cose contemporaneamente (x varia in base a fattori genetici e culturali, ma la varianza dell insieme di quei valori, per tutti gli esseri umani, non è cosi grande come si potrebbe pensare) ed è quindi necessario trovare dei meccanismi che permettano di vivere dignitosamente senza per questo dover sempre pensare a tutto in ogni istante...
...i computer funzionano esattamente allo stesso modo: a grandi linee, in un dato istante nella cpu passano sempre e solo un accrocchio di 32 zeri/uni (con la differenza che i criteri coi quali questi vengono elaborati sono tutti logicamente ottimi, non come molti individui che hanno una capacita mentale ridotta e la utilizzano per giunta male), eppure mi sembra che in 100 anni bagnati di storia della computer science si sia arrivati a un ottimo punto, no?
Attenzione pero', perche' la mente vista come elaboratore di informazioni era anch'essa una "teoria" in voga soprattutto negli anni 70 in grado di spiegare alcune cose, eppure ci sono evidenze del fatto che alcuni "problemi" nell'ambito del problem solving non hanno una spiegazione sensata secondo i parametri di quelle teorie...quindi di fatto ci si è spostati verso una visione piu' "olistica" del funzionamento della mente...mentre il futuro è decisamente nelle mani delle neuroscienze...
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Old 18-01-2008, 13:29   #38
Bollita
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non ti è mai neanche passato un pelino un dubbio, che se gli immigrati sono piu' facili a delinquere è perchè FORSE se sono andati via da dove vivevano prima, sono almeno un pochino disperati, e magari dove arrivano non hanno da mangiare e quindi è piu' facile che diventino dei ladri e quant'altro?
per dire...uno scappa dall'albania, arriva in italia, se trova un lavoro ok...se no con cosa campa? per forza poi uno si trova disperato e va a rubare...
(per questo poi penso che bisognerebbe fare entrare gli immigrati in conformità al lavoro che gli si puo' dare, e non alla maniera "prego venite tutti, qui è la terra del bengodi")
ho sempre trovato questo modo di ragionare un po' come una scusa, ppoverino non trova lavoro e di conseguenza ruba... non funziona così.
Se una persona vuole lavorare lavora, si prende il permesso di soggiorno e vive a seconda delle regole di quel determinato paese.. i delinquenti ci sono, come ci sono le persone oneste, ma detto così mi pare che si giustifichi il loro modo di agire (quello dei delinquenti).
Io personalmente non ho mai sentito di un cinese che ruba ammazza picchia stupra ... eppure anche loro scappano perchè nn stanno bene...
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Old 18-01-2008, 13:45   #39
Mucchina Volante
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ho sempre trovato questo modo di ragionare un po' come una scusa, ppoverino non trova lavoro e di conseguenza ruba... non funziona così.
Se una persona vuole lavorare lavora, si prende il permesso di soggiorno e vive a seconda delle regole di quel determinato paese.. i delinquenti ci sono, come ci sono le persone oneste, ma detto così mi pare che si giustifichi il loro modo di agire (quello dei delinquenti).
Io personalmente non ho mai sentito di un cinese che ruba ammazza picchia stupra ... eppure anche loro scappano perchè nn stanno bene...
ma non penso che è così facile per uno che arriva irregolare trovare da lavorare. io non lo assumerei manco morta
non li voglio scusare con sta storia. io dico: se non hanno un lavoro, non fateli entrare in italia, perchè se non lavorano è quasi scontato che per campare fanno i delinquenti
__________________
ma più mi chinai e nemmeno su un fiore/più non arrossii nel rubare l'amore/dal momento che inverno mi convinse che dio/non sarebbe arrossito rubandomi il mio
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Old 18-01-2008, 14:40   #40
dnarod
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le certezza non si potranno mai calcolare (se ti riferisci alla vita )
mmm non tutte, ma un sottoinsieme non numerosissimo ma sufficiente si; ed è gia un buon punto di partenza imho

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Attenzione pero', perche' la mente vista come elaboratore di informazioni era anch'essa una "teoria" in voga soprattutto negli anni 70 in grado di spiegare alcune cose, eppure ci sono evidenze del fatto che alcuni "problemi" nell'ambito del problem solving non hanno una spiegazione sensata secondo i parametri di quelle teorie...quindi di fatto ci si è spostati verso una visione piu' "olistica" del funzionamento della mente...mentre il futuro è decisamente nelle mani delle neuroscienze...
sono un informatico, ma mio padre è un medico e psicoterapeuta (è impegnato nel campo delle neuroscienze), inoltre ho anche letto qualcosa sulle teorie da te citate (ma non mi hanno trovato un granche d accordo, anzi tendo a dissociarmene, non fanno proprio per me); sulle neuroscienze son d accordissimo invece...a me pero piace pensare al cervello umano esattamente come a un calcolatore, con la sola differenza che il paragone a tutt oggi continua a fallire per il semplice fatto che non è ancora stato possibile modellizzare qualcosa di tanto complesso...del resto una volta si pensava che la terra fosse piatta, e lo sbattone per arrivare a capire quanto la realta fosse immensamente piu complicata è stato notevole (un cervello potrebbe richiedere uno sbattone n volte maggiore, ma ho comunque il presentimento che nel mio -che è anche quello di altri- pensiero ci sia per lo meno un fondo di verita)

ps 'mmazza che tuffo nella metafisica, mi sento quasi piu intelligenge :|
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