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Lenovo LOQ 15i Gen 10 (15IRX10) alla prova: il notebook gaming 'budget' che non ti aspetti
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Il Lenovo LOQ 15i Gen 10 (15IRX10) offre prestazioni convincenti grazie al Core i7-13650HX e alla RTX 5060 Laptop a 100W, mantenendo un prezzo competitivo tra 1100 e 1300 euro. Costruzione solida, buon display e ampia espandibilità lo rendono una scelta equilibrata per chi cerca un notebook gaming accessibile ma moderno.
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Old 24-07-2006, 12:42   #21
Ewigen
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COSTA D'AVORIO 24/7/2006 11.13
CENSIMENTO ELETTORALE, INCIDENTI TRA SOSTENITORI GOVERNO E OPPOSIZIONE

Una squadra è stata inviata dalla Missione delle Nazioni Unite in Costa d’Avorio (Onuci) nella cittadina di Divo, 200 chilometri a nord ovest di Abidjan, per indagare sui violenti scontri avvenuti ieri a margine del processo di registrazione degli elettori e in cui è morta almeno una persona (due secondo altre fonti) e una ventina sono rimaste ferite. Lo riferisce la stampa locale, precisando che non sono ancora chiare le ragioni che hanno portato ai violenti incidenti di ieri, in cui si sono affrontati giovani sostenitori del presidente Laurent Gbagbo e partigiani della coalizione che raccoglie i principali partiti dell’opposizione. Secondo alcune fonti, le tensioni sarebbero iniziate dopo alcune polemiche relative alle modalità con cui in città si stavano conducendo le operazioni di censimento e di registrazione dei votanti nelle liste elettorali in vista del voto del prossimo ottobre. L’appuntamento con le urne per eleggere un nuovo presidente e un nuovo parlamento dovrebbe chiudere la crisi politico-militare iniziata nel settembre del 2002 con un fallito tentativo di golpe ai danni di Gbagbo, che ha poi portato alla spaccatura del paese: da un lato l’area meridionale controllata dal presidente, dall’altra quella centro-settentrionale in mano ai ribelli che tentarono il putsch e oggi vicine alle posizioni dell’opposizione politica.
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Old 25-07-2006, 23:36   #22
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COSTA D'AVORIO 25/7/2006 11.12
CENSIMENTO PROSEGUIRÀ NONOSTANTE CRITICHE E TENSIONI

Proseguirà come da calendario il censimento della popolazione, necessario per stilare le liste degli aventi diritto al voto per le elezioni generali del 30 ottobre: lo ha detto il primo ministro ad interim Konan Banny, in un messaggio televisivo con cui ha risposto alle crescenti critiche sollevate negli ultimi giorni e che hanno portato anche ad alcuni episodi di violenza. “Tutte le misure sono state prese o sono in corso d’opera affinché le operazioni di censimento si svolgano in completa sicurezza, trasparenza, permettendoci di identificare eventuali irregolarità. Niente giustifica la tensione che il paese ha dovuto subire in questi giorni. Niente giustifica la violenza” ha aggiunto, precisando che il processo d’identificazione rientra nel piano globale “per far uscire il nostro paese dalla crisi e ricostruirlo”. Le operazioni di censimento, iniziate il 18 luglio scorso, dureranno due mesi e dovrebbero identificare e registrare tutte le persone di età superiore ai 13 anni, nate in territorio ivoriano, qualsiasi sia la loro nazionalità, che non sono mai state iscritte all’anagrafe. Le polemiche e le preoccupazioni, espresse seppur con toni diversi sia dai sostenitori del presidente Laurent Gbagbo che dai movimenti ribelli, sono causate dalla decisione di censire separatamente gli ivoriani e gli stranieri, in un paese e in una crisi in cui il nodo centrale della nazionalità o dell’ivorianità’ non è stato ancora sciolto.
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Old 27-07-2006, 23:06   #23
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COSTA D’AVORIO - Hanno consegnato le armi ai ‘caschi blu’ dell’Onu i primi 150 miliziani, su un gruppo di 2000 uomini in totale, impegnati a fianco delle forze governative durante la crisi del 2002-2003 succeduta a un tentativo di colpo di stato. Il disarmo dei gruppi armati, che procede con grande difficoltà, è uno dei punti fondamentali di un accordo per riunire il paese, che prevede il contestuale avvio della registrazione elettorale in vista del voto di ottobre.
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Old 29-07-2006, 13:51   #24
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COSTA D’AVORIO – “Dall’inizio delle operazioni di identificazione, 32 uffici sono in funzione… una media di 23 al giorno di cui 4 in zona governativa”: è il primo bilancio della missione Onu nel paese (Onuci) relativo alle operazioni di identificazione – prima tappa del processo di censimento necessario a stilare le liste degli aventi diritto al voto per le elezioni generali del 31 ottobre – che dovevano svolgersi inizialmente in 50 siti. “La situazione – prosegue l’Onuci – è incerta: le operazioni procedono a ritmo sostenuto nel nord del paese (controllato dai ribelli, ndr) e in maniera sporadica nelle zone governative e di confine”.
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Old 05-08-2006, 09:47   #25
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COSTA D'AVORIO 4/8/2006 12.51
DISARMO, MILIZIANI FILO-GOVERNATIVI CONSEGNANO ARSENALE

Poco meno di 900 miliziani filo-governativi fedeli al presidente Laurent Gbagbo hanno iniziato la consegna delle armi nell’ambito del progetto di disarmo previsto in contemporanea con la registrazione elettorale, concordato da governo e ribelli del centro-nord per risolvere la crisi iniziata a settembre 2002. Lo ha detto Omar el Khadir, della missione di pace dell’Onu in Costa d’Avorio (conosciuta come Onuci), aggiungendo che 888 miliziani hanno consegnato 90 armi da fuoco, oltre 4.800 munizioni e 26 ordigni esplosivi. Consegnando il materiale bellico, ciascuno di loro ha ricevuto 188 euro, acconto di una somma complessiva di circa 760 euro previste come indennizzo per il reinserimento nella vita civile. Secondo le stime, tra 5.000 e 10.000 combattenti dovrebbero partecipare al programma di disarmo, che è iniziato dopo numerosi rinvii alla fine di luglio nella città di Guiglo, considerata la 'roccaforte' delle milizie pro-governative. I ribelli delle 'Forze Nuove' - che controllano il centro-nord del Paese - non hanno ancora avviato il disarmo su ampia scala.
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Old 08-08-2006, 14:57   #26
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COSTA D'AVORIO 8/8/2006 14.45
RIBELLI ‘CONGELANO’ PARTECIPAZIONE A COLLOQUI SU DISARMO

I ribelli delle 'Forze Nuove' (Fn) hanno sospeso la loro partecipazione al dialogo sul disarmo, per protestare contro quello che a loro dire costituisce “un cambiamento delle regole del gioco” nelle procedure del censimento nazionale, indispensabile per lo svolgimento delle elezioni generali previste il 30 ottobre. “Per il momento, abbiamo chiesto al generale Soumaila Bakayoko (capo di stato maggiore delle Fn, ndr) di soprassedere a ogni tipo di discussione sul disarmo, la smobilitazione e il reinserimento” degli ex-combattenti, ha detto Guillaume Soro, capo del gruppo ribelle. Le Fn contestano quanto affermato domenica scorsa dal presidente Laurent Gbagbo, secondo il quale le audizioni per l’identificazione della popolazione non porteranno direttamente al rilascio di un “certificato di nazionalità ivoriana”, pre-condizione per poter consentire ai cittadini ancora privi di documenti – calcolati in circa 3,5 milioni, molte delle quali immigrati provenienti da Mali e Burkina Faso – di recarsi alle urne in autunno. Iniziate il 18 luglio scorso, con una durata prevista di due mesi, le operazioni di censimento sono state contestate anche dai sostenitori di Gbagbo, che nelle scorse settimane avevano manifestato ad Abidjan e in altre città denunciando il rischio di frodi elettorali. A suscitare polemiche da entrambe le parti è stata peraltro la decisione di censire separatamente gli ivoriani e gli stranieri, in un paese in cui il nodo centrale della nazionalità non è stato ancora sciolto.
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Old 17-08-2006, 15:23   #27
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Ivorian opposition to meet rebels


[BBC] Leaders of rebel forces and the main opposition parties in Ivory Coast are to meet to try to agree on their response to possible election delays.
New Forces leader Guillaume Soro, ex-PM Alassane Ouattara and ex-President Henri Konan Bedie are due to attend.
On Monday, opposition parties rejected a plan by President Laurent Gbagbo to stay on if October's polls are delayed. The disarming of rebels and militias has still to begin and there are rows over the registering of voters.
Last October, President Gbagbo had his mandate extended by a year by the United Nations as elections failed to take place.
Some 10,000 French and UN peacekeepers monitor a buffer zone between the rebels who control the north and the government-held south.
Smaller opposition parties are also expected to be represented at the talks in the eastern central town of Daoukro.
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Old 17-08-2006, 17:09   #28
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Old 18-08-2006, 18:51   #29
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COSTA D'AVORIO 18/8/2006 12.40
RIBELLI E OPPOSIZIONE ACCUSANO PRESIDENTE, “OSTACOLA PROCESSO DI PACE”

[MISNA] I capi dei principali partiti di opposizione e i vertici dei ribelli delle ‘Forze Nuove’ hanno accusato il presidente Laurent Gbagbo di avere “posto numerosi ostacoli al processo di pace” e hanno respinto “qualsiasi ipotesi di estensione” del suo mandato oltre la data del 31 ottobre, giorno in cui sono previste le elezioni generali. Lo si legge in un comunicato congiunto, diffuso al termine di colloqui a porte chiuse nella residenza dell’ex-presidente e capo del ‘Partito democratico della Costa d’Avorio’ (Pdci) Henri Konan Bedié a Daoukro, nel centro-est del paese, a cui hanno partecipato, tra gli altri, il capo delle ‘Fn’, Guillaume Soro, e l’ex-primo ministro Alassane Ouattara. Nella nota i firmatari “denunciano e condannano le intenzioni pronunciate dal presidente...per confiscare i poteri dello Stato senza ricorrere alle elezioni”; il riferimento è ad alcune recenti dichiarazioni di Gbagbo che la settimana scorsa aveva espresso la volontà di restare in carica fino all’atteso scrutinio: un pronunciamento di per sé inabile a suscitare polemiche, visto che il suo mandato fino al 31 ottobre è garantito dall’Onu, ma che ha scatenato la reazione dei suoi oppositori anche alla luce delle voci relative a un sempre più probabile rinvio del voto. Nel documento diffuso da Daoukro opposizione e ribelli insistono anche sulla necessità di proseguire le operazioni di identificazione e registrazione dei cittadini necessarie per l’appuntamento con le urne che, secondo la missione delle Nazioni Unite in Costa d’Avorio (Onuci), procedono ancora con eccessiva lentezza.
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Old 24-08-2006, 01:06   #30
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COSTA D'AVORIO 23/8/2006 18.43
ONU: ELEZIONI ENTRO OTTOBRE “TECNICAMENTE IMPOSSIBILI”

[MISNA] Non essendo ancora “terminate le operazioni di identificazione e registrazione degli elettori”, è poco probabile che le elezioni si terranno entro la scadenza fissata al 31 ottobre: lo sostiene Pierre Schori, rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu in Costa d’Avorio e capo della missione Onu nel paese (Onuci), precisando che l’impossibilità è sul fronte “tecnico”, mentre “la volontà politica di tenere le elezioni ci sarebbe anche oggi”. Intanto, continua la polemica tra i vertici dei partiti d’opposizione e dei ribelli delle ‘Forze nuove’ contro il presidente Laurent Gbagbo che – oltre ad avere espresso la volontà di rimanere in carica fino allo scrutinio anche se verrà rimandato, mentre il suo mandato scadrà il 31 ottobre – il 29 luglio avrebbe disposto che la Commissione elettorale indipendente incaricata d’organizzare le prossime elezioni sottoponga il suo progetto di riforma del codice elettorale all’attenzione del primo ministro e della presidenza. I due principali capi dell’opposizione – l’ex-presidente Henri Konan Bédié, presidente del Partito democratico ivoriano (Pdci), e l’ex-primo ministro Alassane Ouattara, presidente dell’Unione dei repubblicani (Rdr) – hanno definito la decisione di Gbagbo una “minaccia… non solo per il processo elettorale, ma anche per il processo di pace e di riconciliazione nazionale sostenuto dalla comunità internazionale”. Perciò, in una lettera al segretario generale dell’Onu Kofi Annan datata 17 agosto e diffusa oggi, chiedono che “sia esplicitamente vietato al capo dello stato di prendere qualsiasi decisione concernente la vita della nazione”.
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Old 24-08-2006, 13:53   #31
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Il Paese per anni ha attirato immigrati da tutta l’area occidentale, poi è precipitato nella guerra civile. E oggi rimane ancora spaccato. Slitta il voto previsto a ottobre

La Costa d'Avorio dal miracolo al dramma

Dodicimila soldati delle Nazioni Unite e francesi impegnati per pacificazione e disarmo. Tensione tra il presidente Gbagbo, accusato di fomentare la xenofobia, e il cartello dell'opposizione

[Avvenire]Trent'anni fa era considerato il Paese del «miracolo economico» in Africa Occidentale. Dal Mali, dal Burkina Faso, dalla Guinea, dalla Liberia, a centinaia di migliaia confluivano verso la Costa d'Avorio, considerata, nonostante il pugno di ferro del presidente Félix Houphouët-Boigny, terra di opportunità per quanti nelle terre d'origine soffrivano la fame. Una dura recessione prima, la crisi istituzionale e la guerra poi, hanno bruscamente frenato, negli ultimi anni, lo sviluppo ivoriano. Ma, soprattutto, hanno fatto letteralmente esplodere la questione della «ivorianità», elemento cruciale attraverso il quale passa il futuro stesso della Costa d'Avorio.
Il perché è presto detto. Sono ben 3,5 milioni, infatti, le persone che nel Paese sono prive di documenti d'identità e che chiedono di ricevere la nazionalità ivoriana. Immigrati, figli di immigrati, figli dei figli di immigrati che hanno eletto la Costa d'Avorio a loro patria e che ora hanno l'occasione (peraltro sotto determinate condizioni) di diventarne cittadini a tutti gli effetti.
Ed essendo il loro numero così imponente, il loro voto sarà evidentemente decisivo alle elezioni presidenziali previste (con qualche incognita) per il prossimo 31 ottobre, elezioni che chiuderanno un periodo difficile iniziato con il tentato colpo di Stato del 2002 e proseguito con una sanguinosa guerra civile. Il fatto che la gran parte di coloro che chiedono di ricevere la nazionalità viva nel Nord del Paese, tuttora controllato dai ribelli delle Forze Nuove, ha contribuito ad alimentare i sospetti e le accuse di quanti, soprattutto al Sud, feudo del presidente Laurent Gbagbo, considerano il censimento attualmente in corso una vera frode elettorale.
Proprio a causa di «problemi tecnici legati alle procedure di identificazione e di registrazione dei votanti», peraltro, il rappresentante delle Nazioni Unite nel Paese, Pierre Schori, ha annunciato ieri il probabile rinvio del voto. «La volontà politica di tenere le el ezioni ci sarebbe anche oggi - ha spiegato - ma rispettare le scadenze non sembra, ad oggi, realistico».
Le ultime manifestazioni violente contro il processo di registrazione dei votanti sono scoppiati lo scorso 23 luglio a Divo, 200 chilometri a Nord-Ovest della capitale economica Abidjan. Un gruppo di «giovani patrioti» - così si definiscono i simpatizzati del partito presidenziale Fronte popolare ivoriano (Fpi) - armati di fucili e machete ha protestato violentemente per le strade della città, scontrandosi poi con le forze di sicurezza locali. Gli incidenti hanno provocato due morti e 36 feriti. Oltre a rafforzare la convinzione tra gli osservatori che il cammino di avvicinamento al voto sarà irto di ostacoli.
Il primo ministro ad interim Charles Konan Banny - in carica alla fine del 2005 dopo una brillante carriera da economista, culminata nel 1993 con la nomina a governatore della Banca centrale dell'Africa occidentale - ha finora mostrato equidistanza tra le parti, ma non dispone, secondo gli analisti, dell'autorità e dei mezzi necessari per affrontare un'eventuale escalation della violenza. Le Nazioni Unite sono in prima fila per la stabilizzazione del Paese. Sono oltre ottomila i caschi blu che partecipano alla missione Onuci, affiancati da quattromila soldati francesi dell'operazione Licorne.
Tra i compiti principali dei militari inviati dal Palazzo di Vetro c'è la gestione del disarmo dei miliziani delle varie fazioni. Una procedura avviato il 26 luglio con la consegna di pezzi d'artiglieria da parte di 150 combattenti che avevano combattuto tra il 2002 e il 2003 al fianco delle forze governative. Gli ex guerriglieri hanno già ricevuto una ricompensa (pari a 240 dollari a testa, che diventeranno 1.000 nei prossimi mesi) utile per iniziare una nuova vita da civili. Sono in diverse migliaia, però, tra partigiani di Gbagbo e miliziani ribelli, a dover ancora abbandonare le armi, e non è detto che il processo prosegua senza disordini. Lo scorso 4 agosto le Nazioni Unite hanno ammesso che «il numero delle armi consegnate è minore di quanto ci si aspettava».
Il minimo segnale potrebbe far ancora esplodere nuovi conflitti. Gbagbo, in particolare, viene continuamente accusato dai suoi oppositori di cavalcare l'onda della xenofobia. I quattro principali partiti d'opposizione si mantengono più cauti. Un anno fa, a Parigi, Henri Konan Bédié, Alassane Ouattara, Albert Mabri Toikeusse e Innocent Anaky Kobena hanno siglato tra loro un'intesa per far fronte comune alle prossime elezioni, in modo da mettere fuori gioco Gbagbo. Ogni partito dovrebbe presentare un suo candidato al primo turno, con l'impegno di sostenere nel secondo l'esponente che avrà ottenuto i maggiori consensi. In caso di vittoria, i quattro partiti dovrebbero formare un governo di coalizione.
«Il treno della pace avanza», ha dichiarato poche settimane fa con un certo ottimismo il premier Banny, ma il percorso della stabilizzazione non è semplice. Il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, preme perché il calendario fissato in vista del voto venga rispettato, ma è cosciente di quanto la situazione sia «ancora troppo fragile».
Tra le emergenze attuali più pressanti c'è quella dei 700mila sfollati interni causati dalla guerra civile. La gran parte di essi vive attualmente, in modo precario, in cinque grandi aree urbane. Secondo un rapporto Onu, per oltre il 50% dei profughi le condizioni di salute continuano a peggiorare, e più del 30% dei bambini rifugiati non riceve un'istruzione di base. Anche per loro, come per l'intera popolazione, le elezioni possono rappresentare una svolta decisiva, il momento in cui la Costa d'Avorio può tornare ad essere un Paese «normale».
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