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Old 16-01-2010, 15:09   #1
NeroAzzurro
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Promesse da Cavaliere...

12/01/2010, ore 10:04
Le promesse dell'ON. Berlusconi.
di: Raffaele Pirozzi



LE PROMESSE DEL CAVALIERE

Gianni De Falco, direttore Ires Campania



Correva l’anno… 1994. Eh già, la proposta delle due aliquote Irpef risale a quell’anno, poi, più puntualmente riproposta nella campagna elettorale 2001 e, si sa, durante le campagne elettorali si può dire (anzi, promettere) di tutto e di più…

Cosa cambia allora oggi? Semplice, ci avviciniamo ad una nuova campagna elettorale (regionali) e da un periodo non certo favorevole, rispetto alla credibilità e popolarità del Cavaliere che ha registrato nei mesi passati un progressivo deterioramento dei “suoi” tanto inseguiti punti. Li ha recuperati, non solo per le suture post aggressione.

Ma era da tanto che il Cavaliere taceva e, per una studiata strategia, questo silenzio andava rotto, e andava rotto con un colpo a sorpresa. Di qui nasce l’idea di una grande e brillante operazione “popolarità” che sposa il boom della proposta sulle aliquote Irpef con la modalità del rilascio di questa notizia… udite, udite con una intervista rilasciata al giornale la Repubblica, proprio quella Repubblica con la quale aveva duramente polemizzato fino ad annunciare che a quel giornale non avrebbe mai concesso alcuna intervista e mai prestato la sua voce.

Una volta si diceva “promesse da marinaio” oggi potremmo tranquillamente dire “promesse da cavaliere”… dunque, mai fidarsi…

In un sol colpo il Berlusca recupera popolarità (quella della gente) e immagine (quella dei media) che poi la proposta sulle due aliquote Irpef faccia sobbalzare dalla sua dorata poltrona il ministro Tremonti poco importa… ma dai, perché spaventarsi per una idea del 1994 utile per la campagna elettorale del 2001 e poi riposta nel cassetto per circa dieci anni?

Il problema è che siamo ancora immersi in una crisi finanziaria preoccupante, che ancora condiziona gravemente l’economia del Paese e delle famiglie e il Governo, indifferente in tutto questo periodo, non ha mosso un dito tra il malcontento della gente (e del suo stesso elettorato) e le proteste degli imprenditori.

E allora Sim sa la bim… dal cappello magico del Cavaliere spuntano le due aliquote. Si faranno? non si faranno? A queste domande risponderei con un’altra domanda: l’Irap è stata ridotta? Abolita, come chiedevano (e ancora chiedono) gli imprenditori?

Il presidente del Consiglio ha dichiarato che con Tremonti si stanno «studiando tutte le possibilità» per arrivare al sistema delle due aliquote Irpef, 23% per redditi fino a 100mila euro e 33% oltre i 100mila per rimodulare la pressione fiscale, beneficiando le fasce più deboli. Ma è proprio così?

Se nell’ambito del riordino delle imposte si riuscisse ad alleggerire un po’ il carico di imposizione delle famiglie, soprattutto quelle meno agiate e con figli, sarebbe senz’altro cosa buona e giusta. Se le procedure, poi, consentissero di inviare il «segnale» in concomitanza con le Regionali, la circostanza sarebbe molto gradita.

Le tasse, infatti, rappresentano un argomento che disarmerebbe l’opposizione. Perfino Di Pietro si è dichiarato disponibile a parlarne, a dispetto del segretario del Pd Bersani che ha liquidato il tutto con un «troppi soldi verso i ricchi» (vedi tabelle esplicative).

Ma c’è da confrontarsi con Tremonti che, sebbene abbia più volte ribadito che «la riforma fiscale è fondamentale», ha tuttavia evidenziato la necessità di «una grande prudenza e di un grande consenso». In un Paese con un rapporto deficit/Pil che ha superato il 5 per cento (siamo quasi al 6) la “prudenza” non è mai troppa.

«Il governo non vara provvedimenti una tantum come segnali propiziatori di consensi ma interviene con provvedimenti seri, concreti e strutturali», questa la dichiarazione di Paolo Bonaiuti che ha aggiunto «l’esecutivo intende mantenere «l’equilibrio fondamentale dei conti dello Stato» e «intende disegnare un sistema che porti l’Italia alla modernità fiscale».

La volontà dialogante di Tremonti non implica automaticamente un via libera alla spesa: la riforma fiscale con la riduzione del numero delle aliquote Irpef a due implicherebbe un minor gettito di circa 30 miliardi di euro (una Finanziaria) considerato che il 99,5% dei contribuenti italiani dichiara redditi inferiori a 100mila euro. E la stabilità del gettito fiscale è uno dei fiori all’occhiello della gestione della crisi. Nel 2009, anno molto difficile per l’economia, le entrate fiscali, nonostante vari provvedimenti, hanno registrato un calo del 2,4% (stima Istat), a fronte di un aumento contenuto della spesa pubblica (sostanzialmente è aumentato il debito pubblico). Modificare il meccanismo significherebbe creare più deficit e più debito mettendo a rischio non solo la tenuta dei conti, ma anche la reputazione internazionale dell’Italia.

D’altra parte l'eliminazione dell'ICI sulla prima casa al centrodestra ha sicuramente portato voti, ma per i cittadini è stata una presa in giro e per coloro che vivono in affitto è stata una colossale fregatura.

Il governo Berlusconi aveva annunciato di voler garantire la copertura delle mancate entrate comunali derivanti dalla soppressione dell'ICI, ma per il momento il buco resta scoperto, ed i Comuni non possono aspettare. Molti municipi infatti, dinanzi alla perdita degli introiti ICI, hanno provveduto ad un aumento molto significativo dell'addizionale comunale Irpef (ciò che si caccia dalla porta, dunque, rientra dalla finestra!). Per il 2009, il governo Berlusconi fu costretto a disporre il blocco sugli aumenti dell'addizionale Irpef. Per i Comuni, si stima che nel 2009 si registrerà un ammanco di risorse superiore ai 2 miliardi di euro.

Se il sistema non è stato in grado di recuperare e coprire 2 miliardi di euro figuriamoci cosa potrà accadere se non riuscisse a coprirne 30.

Conclusione: a buon intenditore poche parole. Delle due aliquote e della semplificazione impositiva se ne riparlerà, forse, a chissà quando…

http://www.julienews.it/notizia/poli...itica_0_1.html
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