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#1 |
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[Esclusivo TG5] Video morte Calipari
Al Tg5 un filmato girato dal marine Mario Lozano, che sparò contro la Toyota
L'auto a fari accesi, lontana dal check point, e le parole dei militari "Abbiamo un caduto in azione" Il video della morte di Calipari Giuliana Sgrena: "Le immagini confermano la mia versione dei fatti" ROMA - "We have a killed in action", "abbiamo un caduto in azione": è questa una delle frasi che si comprendono meglio, guardando e ascoltando il video realizzato negli istanti immediatamente successivi alla morte del funzionario del Sismi Nicola Calipari, ucciso alla periferia di Bagdad, mentre portava Giuliana Sgrena, appena liberata, all'aeroporto della capitale irachena, la sera del 4 marzo del 2005. Il filmato, mandato in onda in esclusiva dal Tg5, è stato girato - con una telecamera portatile o un telefono cellulare - dal militare americano Mario Lozano, lo stesso che sparò contro l'auto a bordo della quale si trovavano l'agente del Sismi, il collega Andrea Carpani e la giornalista del Manifesto. Il video è stato acquisito dalla Procura di Roma. Le immagini mostrano chiaramente la Toyota Corolla, ferma sulla strada, accanto all'ultima protezione in cemento del posto di blocco, con lo sportello destro aperto, appena colpita dai proiettili sparati dal mitragliere del check point 541, appunto Lozano. La distanza dall'auto dal posto di blocco è circa di 50 metri: il che dimostrerebbe come portrebbe essere stata raggiunta dai colpi, quando si trovava ancora più lontana. Altro particolare: i fari della macchina sono accesi, mentre i militare statunitensi hanno sempre sostenuto che la vettura stesse procedendo a fari spenti. A un tratto, si intravede anche un'ombra scura sull'asfalto, accanto allo sportello: secondo il Tg5, si tratterebbe del corpo di Calipari estratto dall'abitacolo. Il filmato contiene anche le voci dei militari americani presenti, in quel momento, al posto di blocco, con le comunicazioni scambiate con la base dopo la sparatoria: si sente dire che ci sono un morto e due feriti, e che non c'è un pericolo imminente: "Uno ha un foro dove è entrato il proiettile, uno è ferito, uno..."; quindi, c'è l'ok e "ricevuto" e la conversazione si chiude. In tutto, circa 30 secondo di immagini e sonoro. Il filmato "conferma la mia versione dei fatti - commenta Giuliana Sgrena - tant'è vero che non è stato consegnato alla commissione d'inchiesta americana. Inoltre, domostra che Lozano, al contrario di quanto sostenuto in alcune recenti interviste, dopo la sparatoria non era affatto scioccato, anzi, ha avuto l'agghiacciante freddezza di filmare il cadavere di Calipari". Il video, acquisito dalla Procura di Roma, è ora al vaglio dei pm Franco Ionta, Pietro Saviotti e Erminio Amelio, gli stessi gli stessi che hanno chiesto e ottenuto il processo nei confronti del marine Lozano. La prossima udienza è prevista il 14 maggio, nell'aula bunker del carcere di Rebibbia a Roma. (8 maggio 2007) http://www.repubblica.it Qualcuno ha visto il video? c'è un link? |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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Il video però contraddice anche ciò che dice la sgrena, la quale afferma che quello non era un ceck point fisso, mentre la presenza di barriere di cemento fa intendere che lo fosse!! Poi, se l'auto si è fermata a poco meno di 50 metri dagli americani, coincide anche con quanto detto a suo tempo, ovvero 120 metri segnalazione visiva, 80 metri raffica di avvertimento, 60 metri fuoco,50 metri veicolo fermo, la sgrena ha poco da dire che ci sono stati subito gli spari, perchè il tutto si è svolto in 4 secondi, un inezia.
E ciò entra in contraddizione soprattutto e evidentemente con quel che afferma l'autista, ovvero se i colpi sono iniziati a 100 e più metri (secondo sgrena e autista), e egli stesso ha dichiarato "si è accesa una forte luce, come un faro, in posizione sopraelevata sopra la mia auto... Ho immediatamente frenato arrestando il mezzo nello spazio di uno, due metri..."...allora la macchina a 50 metri dal ceckpoint come ci è arrivata? ha fatto gli altri 50 metri volando? Inoltre l'autista afferma di aver visto chiaramente la luce bianca, la sgrena dice che non vi era nessuna luce!! Ma del resto...la sgrena è la stessa che ha affermato di aver raccolto dal fondo della macchina "decine di bossoli"....fate vobis Ultima modifica di easyand : 09-05-2007 alle 00:21. |
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#3 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
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presume, che lo fosse..... non contraddice solo la sgrena...
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#4 |
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#5 | |
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sai qualcosa del satellitare di calipari? dico gli Usa l'hanno restituito?
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#6 |
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non ne ho idea! certo è che con le minchiate della sgrena si può riempire un libro....in primis quella del "gli americani mi volevano morta"...morta non è, in italia ci è tornata, e di rivelazioni sconcertanti non ne ha fatte manco mezza...magari gli tengono prigionero il cane a Guantanamo...non so
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#7 | |
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#8 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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Riguardo le sgrena-balle, questa frase è senza dubbio da oscar: «Io i proiettili li ho visti. Non so se fossero 3-400, ma l’abitacolo era pieno di proiettili. E ricordo di aver pensato come facevo ad essere ancora viva, con tutti quei proiettili intorno a me». |
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#9 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
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segnalazione visiva -> dopo 2,6 secondi i militari capiscono che la segnalazione visiva non ha avuto effetto e sparano in aria raffica di avvertimento -> senza contare il tempo materiale per sparare, dopo 1,3 secondi dalla raffica di avvertimento, capiscono che non hanno avuto effetto, e sparano sulla macchina. ti sembrano normali come tempi? |
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#10 | |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
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si certo...e che balle, aggiungo io... Ps: sai cosa sono i badge e chi li distrubuisce , in questo caso a Bagdad? ![]()
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“ Fiat iustitia, et pereat mundus”-המעז מנצח - ![]() Ultima modifica di dantes76 : 09-05-2007 alle 00:57. |
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#11 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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Dantes, non ne ho idea di dove sia il satellitare |
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#12 |
Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
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be invece di raccontarmi la storiella dei secondi, e della sgrena,[che sono balle, come dici tu, e non io] credo che questo punto meriterebbe tanto...
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#13 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Messaggi: 3759
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- mi illuminano - dopo 2 secondi sparano in aria - dopo 1 secondo sparano a me - dopo 1 secondo sono morto Questo se fai i 50 km/h (che sono 14 metri al secondo), altrimenti hai ancora meno tempo di renderti conto che ti stanno sparando. A questo punto facciamo che mettere le mine, almeno risparmiamo lo stipendio dei soldati. Non è che volessero ammazzare la Sgrena o Calipari (imho): il fatto è che se agiscono in questo modo sparano a qualsiasi cosa in movimento. |
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#14 |
Senior Member
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...continuate a morire finchè non viene giorno... ...forse solo uno che si erge con la spada infranta dalla più profonda disperazione... |
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#15 | |||
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Iscritto dal: Jun 2001
Città: Torino
Messaggi: 203
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![]() ancora più CERTO è che con le minchiate e le balle dei militari americani sono state riempite enciclopedie intere in anni ed anni di storia... ![]() ad esempio Quote:
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![]() ma vabbè ... il mondo è bello perchè è vario... ![]()
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“Oggi ci vogliono due qualità: l’onestà e il coraggio. Quindi l’appello che faccio ai giovani è questo: cercate di essere onesti prima di tutto. La politica dev’essere fatta con le mani pulite! Se c’è qualche scandalo, se c’è qualcuno che dà scandalo, se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato” ... Sandro Pertini. |
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#16 |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2006
Messaggi: 8933
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io cerco di mettermi nei loro panni...non li sto difendendo, ma in una zona dove le autobomba sono di moda, vedi una macchina che non si ferma allo stop e che fai? fari spenti\accesi, velocità alta ecc non contano più quando c'è di mezzo la paura per la vita...la sgrena mi ha verametne rotto le palle, non mi frega quello che dice sui soldati americani, mi da fastidio che tutto questo casino e la morte di calipari sono colpa sua e spero che lei lo sappia.
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...continuate a morire finchè non viene giorno... ...forse solo uno che si erge con la spada infranta dalla più profonda disperazione... |
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#17 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2006
Città: Busto Arsizio (Va)
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la questione è molto più semplice.
gli americani non sono quegli invincibili guerrieri, onniscenti e intelligentissimi che hollywood, tom clancy et similia ci hanno sempre propinato. i soldatini ai posti di blocco si sono cagati sotto e hanno aperto il fuoco ben prima che si soppraggiungesse allo sbarramento di cemento. e un professionista (vero) ci ha rimesso la penne. non è un complotto per uccidere la sgrena, perchè ricorrere ad un mezzo così inefficente quando bastava un IED oppure una semplice raffica più prolungata? non è un errore italiano, l'auto procedeva a velocità controllata a fari accesi. è stato un banalissimo (e tragico) errore umano causato dai dilettanti della national guard americana. e aggiungo che la questione si sarebbe potuta risolvere fin da subito con scuse ufficiali da parte americana, riconoscimento pubblico dell'errore commesso e che sò, presenza di membri del governo USA ai funerali di stato. un errore in guerra può succedere, ma bisogna poi chidere scusa. ovviamente i soliti in italia avrebbero ragliato qualcosa, ma nessuno gli avrebbe concesso credito e il tutto sarebbe stato giustamente archiviato come un triste incidente. e invece no, gli USA fedeli alla loro arroganza hanno preteso di aver ragione, hanno deriso il nostro punto di vista (in sostanza ci hanno dato degli incompetenti) ottenendo l'allontanamento di una consistente parte dell'opinione pubblica italiana dalla causa americana... un bel capolavoro, non c'è che dire Ultima modifica di JackTheReaper : 09-05-2007 alle 10:54. |
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#18 | |
Member
Iscritto dal: Feb 2006
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"Non sono narcisista, nè egoista. Se fossi vissuto nell'antica Grecia non sarei stato Narciso". "E chi saresti stato?". "Giove"
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#19 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
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#20 |
Bannato
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Milano
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Lozano prima uccide Calipari poi gira un filmato
«We have a killed in action» (abbiamo un caduto in azione). Inizia così il sonoro del video girato da Lozano e trasmesso stasera dal Tg5 . Poi la conversazione tra i militari americani prosegue segnalando che non c'è un pericolo immediato, che «uno ha un foro dove è entrato il proiettile, uno e ferito, uno...». Quindi c'è l'Ok e «ricevuto» e la conversazione si chiude. Circa 30 secondi di immagini e sonoro in tutto. Il filmato, mandato in onda in esclusiva dal Tg5, è stato girato - con una telecamera portatile o un telefono cellulare - dal militare americano Mario Lozano, lo stesso che sparò contro l'auto a bordo della quale si trovavano il funzionario del Sismi Nicola Calipari, ucciso alla periferia di Bagdad, mentre portava Giuliana Sgrena, appena liberata, all'aeroporto della capitale irachena, la sera del 4 marzo del 2005, il collega Andrea Carpani e la stessa giornalista del Manifesto. Il video è stato acquisito dalla Procura di Roma. Le immagini mostrano chiaramente la Toyota Corolla, ferma sulla strada, accanto all'ultima protezione in cemento del posto di blocco, con lo sportello destro aperto, appena colpita dai proiettili sparati dal mitragliere del check point 541, appunto Lozano. La distanza dall'auto dal posto di blocco è circa di 50 metri: il che dimostrerebbe come portrebbe essere stata raggiunta dai colpi, quando si trovava ancora più lontana. Altro particolare: i fari della macchina sono accesi, mentre i militare statunitensi hanno sempre sostenuto che la vettura stesse procedendo a fari spenti. A un tratto, si intravede anche un'ombra scura sull'asfalto, accanto allo sportello: secondo il Tg5, si tratterebbe del corpo di Calipari estratto dall'abitacolo. «Il filmato conferma la mia versione dei fatti tanto è vero che non è stato consegnato alla commissione d'inchiesta americana»: lo dice Giuliana Sgrena dopo aver visto il filmato trasmesso stasera dal Tg5 e girato da Mario Lozano. «Inoltre - prosegue la giornalista - il filmato dimostra che Lozano, al contrario di quanto sostenuto in alcune recenti interviste, dopo la sparatoria non era affatto scioccato, anzi ha avuto la agghiacciante freddezza di filmare il cadavere di Calipari». Sulla ricostruzione di quanto accaduto quella sera in Iraq ci sono posizioni divergenti tra le autorità italiane e quelle americane. Secondo una perizia tecnica consegnata ai pubblici ministri romani, non c'è stata da parte dei soldati Usa il rispetto delle regole d'ingaggio; la camionetta da cui il mitragliere Lozano sparò non si trovava nel punto indicato nel rapporto predisposto dagli Usa; la velocità dell'auto non era di 50 miglia orarie e, soprattutto, la condotta tenuta dai militari americani «è indubbiamente idonea a cagionare la morte degli occupanti». Insomma, non si è sparato per fermare l'auto, ma per uccidere. Nel rapporto Usa, invece, è scritto che i soldati che presidiavano il posto di blocco hanno nell'ordine: puntato un potente faro sull'auto in avvicinamento prima che questa arrivasse all' "alert line", che si trova a circa 130 metri dal posto di blocco; diretto il puntatore laser contro il parabrezza della Toyota una volta che questa aveva raggiunto la linea dall'allerta; gridato e sparato due-tre raffiche sull'area erbosa alla destra dell'auto che si stava avvicinando alla "warning line", che invece è tra gli 80 e i 60 metri dalla camionetta; sparato un'altra raffica verso il motore, «sventagliandola dal terreno sul lato del passeggero verso il motore» nel tentativo di fermarlo. Le conclusioni dei periti dicono invece che la prima raffica della mitraglietta è arrivata sulla Toyota quando questa era tra i 100 e i 130 metri dalla camionetta di Lozano, quindi praticamente sulla "Alert Line". La seconda è arrivata direttamente sull'auto (e non sul motore) quando questa era già in frenata, ad una distanza di circa 60 metri e dunque nei pressi della "warning line". La terza raffica è stata sparata, è scritto ancora nella perizia, «ad una distanza (approssimativa) compresa tra i 45 e i 65 metri». Riprenderà, intanto, il 14 maggio il processo, cominciato il 17 aprile di fronte la terza corte d'assise di Roma, a Mario Lozano. Secondo il gup Sante Spinaci, che lo ha rinviato a giudizio per omicidio volontario e duplice tentato omicidio, il militare violò «macroscopicamente le basilari regole di ingaggio». Lozano non era presente nell'aula bunker del carcere di Rebibbia in quanto l'amministrazione Usa non ha mai raccolto la richiesta di collaborazione e le rogatorie avanzate tramite il ministero della Giustizia, al Dipartimento della Difesa, considerando il caso chiuso con l'inchiesta interna del Pentagono. Il gup nell'ordinanza in cui dispose il giudizio ha stabilito, invece, non solo che quello di Calipari fu «un delitto oggettivamente politico», ma soprattutto che la giurisdizione italiana ha competenza a giudicare Lozano a dispetto di quanti, invocando l'articolo 10 del codice penale (presenza in Italia dello straniero che abbia commesso reati all'estero ai danni di nostri connazionali), rivendicavano lo stato di improcedibilità da parte della magistratura. I pm Franco Ionta, Pietro Saviotti ed Erminio Amelio, a loro volta, si erano appellati ad una aggravante, l' «offesa arrecata agli interessi dello Stato», che, di fatto, consente di superare i paletti posti dall'articolo 10. da L'Unità fg |
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