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Old 15-08-2006, 08:43   #1
Ewigen
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Nel nord est della Cina avanza il deserto

11 Agosto 2006
Nel nord est della Cina avanza il deserto

Un’errata politica agricola e un eccessivo sfruttamento delle risorse hanno fatto aumentare le aree desertiche e le tempeste di sabbia e polvere, che colpiscono anche Coree e Giappone e possono attraversare l’Oceano. Ora il Governo cerca di fermare il deserto.

Pechino (Agenzie) – In Cina si espande il deserto settentrionale e sono sempre più violente le tempeste di polvere sollevate dai venti siberiani, che spazzano l’intera Asia settentrionale.

I deserti nord occidentali avanzano verso il centro nord e verso Pechino, alla velocità di 3.650 kmq l’anno. In Cina 1,74 milioni di kmq sono già deserti o desertificati: il deserto copre circa il 18% dell’intera Nazione e un altro 4% è in via di desertificazione. Secondo l’Onu, 400 milioni di cinesi vivono in terre minacciate dalla desertificazione.

Sotto accusa anzitutto la politica agricola di 50 anni: coltivazione, pascolo, deforestazione e irrigazione sono avvenuti senza considerare le conseguenze. La deforestazione ha permesso alle dune di sabbia, alte oltre 400 metri, di espandersi e invadere i terreni cacciando gli abitanti.

Secondo Wang Tao, direttore generale dell’Accademia cinese delle scienze, l’ecosistema è stato danneggiato dallo sfruttamento intensivo della pastorizia e delle coltivazioni. Le greggi hanno pascolato ovunque distruggendo piante e arbusti: Cina e Stati Uniti hanno analoghe capacità di allevamento, ma Pechino ha 339 milioni di pecore e capre, rispetto ai 7 milioni degli Stati Uniti. Le frequenti arature hanno sollevato masse di terra che ogni primavera i venti siberiani portano via e spargono ovunque come polvere gialla. I canali di irrigazione hanno sfruttato in modo eccessivo i bacini d’acqua, rendendo più arido l’ambiente circostante; quando poi il deserto avanza, i canali sono abbandonati e si ostruiscono.

L’eliminazione delle foreste e la maggior quantità di polvere causa anche un aumento del numero e della violenza delle tempeste di sabbia. Il 16 aprile 2006 Pechino è stata colpita da un tempesta che si ritiene abbia trasportato 330 mila tonnellate di sabbia e polvere gialla, che poi ha proseguito verso la penisola Coreana. I testimoni raccontano che “il cielo era giallo” e che “l’aria era tanto densa da far soffocare”. Quando arrivano forti tempeste, a Pechino, Tianjin, Seoul e altrove sono chiusi aeroporti e scuole e la gente rimane a casa. Talvolta sono sospesi trasporti e forniture d’acqua; la polvere ostacola i segnali di telefoni cellulari, radar, tv e radio.

Queste tempeste colpiscono poi le Coree e il Giappone e, con favorevoli condizioni atmosferiche, possono attraversare l’Oceano Pacifico e far piovere la polvere gialla su Stati Uniti e Canada, come nell’aprile 2001. Secondo John Barnes, capo dell’Osservatorio Mauna Loa alle Hawaii, da alcuni anni questa polvere contiene sostanze chimiche e tossiche, come il mercurio, un sotto prodotto della combustione del carbone. I venti primaverili – dice – sollevano la polvere anche per km e, con forti correnti e in assenza di pioggia, valicano l’Oceano in 4-5 giorni. E’ anche difficile prevedere l’arrivo delle tempeste di polvere, guidate da mutevoli condizioni atmosferiche. Tra febbraio e maggio 2006 ce ne sono state 10 su Pechino e 7 sono arrivate nella Corea del Sud.

“Non possiamo fermare il deserto – dice Wang – possiamo solo tentare di proteggere il terreno e aumentare la vegetazione. Questo potrà diminuire la violenza e il numero delle tempeste di polvere, ma non eliminarle”.

Quest’anno la situazione è aggravata dall’eccezionale siccità, che secondo dati ufficiali colpisce 17,6 milioni di ettari di terreno agricolo, il 21% in più rispetto al 2005.

Ora Pechino adotta misure di emergenza, sollecitando nuove modalità di coltivazione e allevamento e con una politica di riforestazione. Tra le attività leader si segnala il “Progetto Vallerani”, a Balinzuoqi nella Mongolia interna, finanziato dal ministero dell’Ambiente e per la tutela del territorio. Il Progetto adotta nuove modalità di coltivazione e speciali aratri e altri apparecchi che rendono la terra più capace di raccogliere l’acqua piovana, diminuiscono costi e mano d’opera e consentono una rapida e capillare riforestazione.
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The World Is My Parish John Wesley|NO Nazist Noglobal Communist Laicist Satanic Legalizations against life and alliances with their defenders..EVIL WILL NEVER BE GOOD!
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Old 15-08-2006, 09:19   #2
Amodio
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forse era meglio mettere il testo in scienza e tecnica

ma ora mi chiedo.....ma non esistono i vari gruppi in difesa dell'ambiente li' in cina? ...boh..iverdi? il wwf?
ogni volta che si sente parlare di cina c'è sempre un disastro dietro
a furia di andare avanti a disastri mi sa che tra poco ne fanno uno enorme!
__________________
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Old 15-08-2006, 10:15   #3
giacomo_uncino
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per chi volesse sapere qualcosa di più su Vallerani e sulle sue macchine per la lotta alla desertificazione, Delfino Treno Lombrico e Scarabeo:

http://www.hyperion.e-zine.it/Temi.asp?cmd=view&ID=17

#06 Un Delfino solca il deserto Versione stampabile della pagina
Di Benedetta Scatafassi

Un delfino tra le dune? Sì, perché Delfino è il nome di un aratro che ha reso lussureggianti centinaia di ettari aridi del Burkina Faso, in Ciad e fra poco in Niger. Insieme a Delfino ci sono Treno, Lombrico e Scarabeo un set di attrezzature agricole, integrate fra loro, figlie del genio di Venanzio Vallerani un agronomo umbro che ha trasformato la lotta alla desertificazione dei paesi africani una missione di vita.

Ma andiamo per ordine. Vallerani dopo aver lavorato per anni, come zootecnico, con la cooperazione italiana in giro per quel mondo chiamato "Paesi in via di sviluppo", si rese conto dieci anni fa che occorreva trovare una soluzione all'avanzamento inarrestabile dei deserti. La povertà, causata dall'impossibilità di ricavare cibo di sussistenza da terreni ormai privi di vita, creava milioni di "profughi ambientali" che si spostavano da un paese all'altro e verso l'Europa nella speranza di una vita migliore. "I grandi organismi, come la Fao, puntavano sull'uomo come strategia di lotta alla povertà e alla desertificazione e questo ha fatto perdere molti anni utili" spiega Vallerani. Lui, una sorta di Archimede Pitagorico dell'agricoltura, nel frattempo aveva messo a punto, con l'apporto del costruttore Nardi, un aratro che combinava gli antichi saperi tradizionali degli africani con le tecniche agronomiche più all'avanguardia in terre estreme come quelle del Burkina Faso. Ossia si realizzavano grandi buche per il contenimento dell'acqua piovana laddove veniva messa a dimora la piantina. "Delfino crea delle semilune di cinque metri muovendosi nella terra come il bel mammifero nel mare – illustra l’inventore -. E’ capace di produrre settemila buche al giorno contro le cinque equivalenti dell’uomo. Treno è un aratro lungo che raccoglie la fertile terra superficiale e fa le divisioni sul solco tracciato dall’aratro. La differenza fra i due è che Delfino lavora su tutti i tipi di terreno, mentre Treno solo su quelli pianeggianti. Infine Scarabeo è un ripper, un apparecchio da utilizzare per rompere le terre più dure e sassose".

Ovviamente nessuno all'inizio ha creduto alle proposte di Vallerani, ma lui testardo, si è fatto affidare le terre più difficili, quelle che la zappa non riusciva neppure a scalfire per quanto erano compattate oppure quelle terre dunose, mobili ai venti desertici. E, Vallerani, su quelle terre ha fatto nascere magnifici campi di sorgo! Nelle semimlune create da Delfino l'acqua, trattenuta per il tempo necessario, faceva crescere piantine non trapiantate ma direttamente seminate con seme pregermogliato. Questa tecnica permetteva alle radici di affondare nella profondità sulla buca e qunidi eliminava il problema delle radici aeree, tipiche delle piantine da trapianto e inevitabile segno di essiccazione della pianta stessa.

Le macchine di Vallerani non solo funzionavano, ma essendo costruite ad hoc per combattere la desertificazione, erano attrezzature estremamente semplici, costruite con materiali resistenti alle escursioni termiche e di facile manutenzione. Vallerani con suo figlio Sandro, in ogni caso, istruivano personalmente gli operatori locali al funzionamento e alla conservazione delle macchine.

Ma se Delfino, Treno, Lombrico e Scarabeo sembrano l'uovo di colombo per la lotta alla Desertificazione, perché in questi anni non sono stati utililizzati? Solo l'Ifad (International Fund Agricultural Development) ha cominciato a credergli, dopo aver incaricato il famoso centro di ricerche francese, il Cirad (Centro Internazionale di Ricerche Agricole per lo Sviluppo) che ha dichiarato il sistema Vallerani l'unico effettivamente valido per combattere l'aridità.

La cooperazione italiana sembra ignorarlo, mentre la cooperazione svizzera e danese hanno già acquistato varie macchine. Qualcuno potrebbe pensare che il problema risieda nel profitto. Ma anche qui Vallerani stupisce, oltre ad essere inventore è anche filantropo. Con dichiarazioni scritte ha rinunciato alle sue royalties che, anzi, ha voluto fossero trasformate in aratri da devolvere gratuitamente ad organismi internazionali che operassero nei paesi in via di sviluppo. "Credo che non si debbano prendere royalties sulle spalle di quella gente che soffre – afferma convintoVallerani –. Vorrei poi avere l’opportunità di fare conferenze e dare dimostrazioni sui campi dell’Università. Bisogna che trasferisca questo mio sapere ai giovani. Giovani in grado di essere formati per invertire la rotta sul dramma della desertificazione". Decisamente un personaggio positivo questo Vallerani. Una delle tante persone non illustri che sono però il vanto del nostro paese, un uomo appassionato che con entusiasmo adolescenziale, nonostante i suoi 75 anni, affronta nuove invenzioni per trasformare la fascia del Sahel in boschi, giardini, e campagne come raccontano i paleontologi doveva essere ottomila anni fa quella parte d'Africa."

il territorio dove viene attuato il "Progetto Vallerani" è la municipalità di Chifeng, Mongolia Interna. All’epoca della dinastia Liao (circa 1.000 anni fa) era coperta per il 96% da foreste vergini;oggi ha il 51% del territorio desertificato.

http://www.asianews.it/view.php?l=it&art=6936

Mentre sul Sistema Vallerani

http://www.diam.unige.it/
http://www.diam.unige.it/isf/pdf/Articoli/Vallerani.pdf

e sul progetto Deserto Verde

http://www.desertoverde.ch/home/home...14481afd735520

(quanto "me piace" Google )

Ultima modifica di giacomo_uncino : 15-08-2006 alle 10:19.
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Old 15-08-2006, 11:08   #4
GioFX
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China to launch 1st environment monitoring satellite

2006-08-11 07:32:22 Xinhua English

BEIJING, Aug. 11 (Xinhua) -- In the second half of 2007, China will project its first satellite for monitoring environment and natural disasters, the "HJ-1", to improve the country's abilities in monitoring environmental changes and reducing calamities.

The satellite constellation is composed of a number of small satellites, the ground system, and the application system. "Environment-1" consists of two small optical satellites, the "HJ-1A" and the "HJ-1B", and one radar satellite, the "HJ-1C".

Currently, the satellites and transmitters are being manufactured in accordance with the technical demands of its owners, the State Environmental Protection Administration and the National Committee for Disaster Reduction.
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Old 15-08-2006, 11:10   #5
a2000.1
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deserto e inondazioni, il prete non sa piu' a che santo votarsi.

Forza Cina
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Old 15-08-2006, 12:17   #6
odracciR
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Forza Cina
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Old 15-08-2006, 12:31   #7
giacomo_uncino
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Forza Cina
Più che Forza Cina direi, Forza Vallerani. Comunque bisogna dire: che benchè la Cina sia quello che è, riesce ad essere (alcune volte) meno miope delle nostre amministrazioni/organizzazioni/governi: http://www.3csc.net/rapporto27.htm

"tecnica meccanizzata dei micro-bacini messa a punto dal Dott. Vallerani.
Tale tecnica fu utilizzata per la prima volta nel 1988 in un progetto di sviluppo promosso fra l'altro dalla stessa FIDAF (Projet Intégré de Réhabilitation du Damergou/PIRD), basato a Tanout, nella Repubblica del Niger.

Gli aratri del Sistema Vallerani, particolarmente idonei per la lotta contro la desertificazione e l'intensificazione agro-silvo-pastorale (LCD/IASP) nelle regioni aride e semi-aride, realizzano una micro-sistemazione idraulico-agraria mediante lo scavo di una serie di buche o micro-bacini nel terreno da trattare.

Con il vento, le piogge e l'acqua di scorrimento superficiale, i micro-bacini consentono di raccogliere e concentrare al loro interno le acque meteoriche, la terra fine e la materia organica sparsa sul terreno privo di copertura vegetale ("effetto biliardo"). Essi concentrano così le residue risorse su superfici molto ridotte, di cui modificano sostanzialmente le condizioni agro-ecologiche di base. Utilizzando i suoi aratri speciali, il Dott. Vallerani ha ottenuto nel Damergou, con circa 200 mm di pioggia, produzioni altissime e del tutto impensabili, data l'estrema povertà dell'ambiente naturale circostante: 15-20 q.li/ha di granella di sorgo contro produzioni di circa 3 q.li in coltura tradizionale.

Il sistema ha consentito inoltre la fattibilità della semina diretta delle piante forestali, con un'altissima riduzione dei costi nei confronti dei sistemi convenzionali di riforestazione. Questi risultati, estremamente lusinghieri e promettenti, non hanno incontrato la comprensione e il favore della nostra
cooperazione, che pure aveva finanziato l' "operazione aratri".
Sicché, avendo gli aratri lavorato solo 20 giorni (inizio della stagione piovosa) e dimostrato quei risultati su una superficie di circa 300 ha, la cooperazione ha deciso di chiudere il progetto e mettere aratri e trattori in un magazzino, dove si trovano tuttora.
"



sono riuscito a beccare la homepage di Vallerani http://www.vallerani.com/index.htm
e un pò di note biografiche:
"Dr. VENANZIO VALLERANI. Nato nel 1924, si è laureato con il Prof. Brozzetti nell’AA 1948/49, sviluppando una Tesi dal titolo "Indagine sulle razze ovine in Provincia di Perugia, con riferimento alle loro attitudini produttive ed al loro miglioramento". Insegna all’Istituto Tecnico Agrario di Todi e nel ‘52 si sposta all’Ente Maremma, nelle opere di Riforma Agraria, con particolare interesse per la zootecnia. Nel 1969 passa all’Ente di Sviluppo Agricolo delle Marche ed inizia anche a prestare la sua consulenza nei Paesi in Via di Sviluppo. Da allora è stato un succedersi di missioni, brevi e lunghe, per ditte private, ministeri e per la FAO stessa. Ha lavorato in tutta l’America Latina ed in molti Paesi africani. Il suo interesse si è progressivamente allargato dalle tematiche zootecniche a quelle dell’approvvigionamento foraggiero e quindi al delicato equilibrio ambientale. Ritiene che la desertificazione del Sahel sia un fenomeno gravissimo e sottovalutato. La ricerca di soluzioni innovative lo ha spinto a mettere a punto delle macchine per accelerare la riforestazione di vaste aree, mediante contemporanea escavazione di buche, deposito di semi ed adacquatura." http://www.inea.it/ssa/santucci.html

Ultima modifica di giacomo_uncino : 15-08-2006 alle 13:14.
giacomo_uncino è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 15-08-2006, 17:18   #8
a2000.1
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L'Avatar di a2000.1
 
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Messaggi: 311
Forza Vallerani. Viva Vallerani.

anzi giacomo se potessi insufflare nel forum una mezza dozzina di thread al giorno su Vallerani con tanto di articoli dal Reader's Digest faresti cosa buona e giusta.

anzi ti consiglio un append sistematico su quelli a carattere paranoico.
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