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Maskhadov (leader indipendentista moderato ceceno ucciso), responsabilità europea?
Misteri sulla morte di Maskhadov
Cecenia Inviato da Nico Guzzi giovedì, 29 settembre 2005 17:28 Nuove ed interessanti rivelazioni sono state rese note a proposito della morte di Aslan Maskhadov avvenuta lo scorso Marzo. La notizia è stata ripresa su Chechnya Weekly della Jamestown Foundation che ha riproposto ciò che la corrispondente Anna Politkovskaya ha scritto nell'edizione del 19 Settembre della Novaya Gazeta. Le fonti cui fa riferimento Anna Politkovskaya sono i documenti ufficiali delle investigazioni che includono le testimonianze di 4 uomini vicini a Maskhadov ora sotto custodia russa. Maskhadov sarebbe stato in parte vittima del clima di ottimismo e delle promesse di Andreas Gross, parlamentare svizzero direttore dei lavori della commissione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE o PACE) che si è occupata di stendere un rapporto sulla Cecenia e proporre vie di dialogo tra le parti in conflitto. Gross si sarebbe preoccupato di convincere Akhmad Zakaev, rappresentante di Maskhadov rifugiato a Londra, che c'era la possibilità di un negoziato serio con il Cremlino. Il risultato è stato che Maskhadov decise di diminuire gli addetti alla sua vigilanza e iniziò ad usare il cellulare come mezzo di comunicazione anche se gli era stato severamente vietato perché poteva essere facilmente individuato, spiato e localizzato. A causa del cellulare era morto del resto anche il Presidente Dudaev. Maskhadov usava principalmente il telefono per mandare SMS e non altrettanto per le conversazioni ma i servizi speciali russi sono comunque in grado di rintracciare la provenienza dei messaggi che in questo caso venivano inviati da Tolstoi-Yurt, dove Maskhadov era nascosto dal Novembre 2004 fino al giorno della sua morte, l'8 Marzo 2005. Shamil Basaev riferì la stessa versione in un'intervista all'agenzia Sweden's TT. Prima di morire Maskhadov non aveva un'idea chiarissima del suo destino ma considerò fondamentale un cessate il fuoco e così lo annunciò unilateralmente. Questa scelta che fece accrescere la sua reputazione creò paradossalmente più incertezza, da una parte i parlamentari europei tra i quali aumentavano le discussioni e lo scambio di opinioni sulla risoluzione pacifica del conflitto in Cecenia e dall'altra la Russia che non vedeva di buon occhio tutto questo dibattere; il Cremlino ha sempre considerato il conflitto ceceno come un problema interno che deve essere risolto dai russi in prima persona e non essere affrontato dal resto della comunità internazionale. Secondo la Politkovskaya il propendere effettivo per la pace di Maskhadov e non più solo parole lo ha condotto alla morte. Maskhadov, sempre secondo i documenti, avrebbe cercato di convincere nel dicembre 2004 Basaev a rispettare il futuro cessate il fuoco e riguardo alla strage di Beslan gli avrebbe detto che era stato un errore (Anna Politkovskaya aggiunge che più che un errore sarebbe stato meglio definirla una catastrofe). Anna Politkovskaya ipotizza inoltre che l'ordine di arrestare o eliminare Maskhadov sia stato dato solo alla fine di Febbraio e non prima, infatti nel Novembre 2004 il leader arrivò a Tolstoi-Yurt con le sue guardie del corpo passando senza difficoltà e intoppi attraverso checkpoint e zone controllate dalle truppe del Ministro dell'Interno Ceceno. Anche intorno a Basayev aleggiano diversi misteri, i russi hanno sempre dichiarato che vive nelle montagne, si sposta frequentemente ed è accerchiato da tantissime persone armate pronte a difenderlo da eventuali minacce. Vi è stato un testimone che ha invece riferito di aver visto un giorno nel villaggio di Avtury, controllato da molte forze di sicurezza, Basaev prendere il bus tutto solo, con il volto scoperto e senza armi in bella mostra, scendere ed essere preso da uomini di Maskhadov per un incontro con quest'ultimo. Le informazioni sono, come si può facilmente notare, molto contraddittorie, ognuno cerca di piegare e distorcere la realtà a proprio favore ed intanto sopra lo strato di verità nascoste si accalcano notizie di nuovi scontri. Il sito indipendentista ceceno Kavakazcenter.com ha pubblicato un articolo secondo il quale negli scorsi giorni nel distretto di Vedeno l'unità della brigata islamica “Jundullah” sotto il comando di Amir Supyan Abdulayev ha attaccato e colpito un gruppo di militari russi. Oltre 10 sarebbero stati uccisi e 7 feriti. Mentre riguardo ai feriti e morti della “Jundullah” non sono pervenute informazioni. Martedì scorso nella città di Jokhar si è verificata un'altra azione di sabotaggio che ha portato all'esplosione di una Jeep delle forze di sicurezza sui cui si trovavano 5 militari dei quali 2 sono morti e i restanti 3 feriti. Il portavoce del comando ceceno degli indipendentisti ha riferito che vi sono stati anche dei bombardamenti nel distretto di Vedeno e Itum-Kali. (WarNews.it)
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