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#1 |
www.hwupgrade.it
Iscritto dal: Jul 2001
Messaggi: 75173
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Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/scienz...ici_86955.html
La recente epidemia di coronavirus riapre il dibattito sulla necessità di accedere liberamente e gratuitamente agli studi scientifici da parte di scienziati e medici, ma anche del pubblico più in generale. C'è chi pubblica studi "piratandoli" Click sul link per visualizzare la notizia. |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2008
Messaggi: 8162
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Nel frattempo Aaron Swartz è morto per aver tentato di ottenere la libera fruizione. Tanto per non dimenticarlo...
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System Failure ![]() |
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#3 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2008
Messaggi: 8406
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Quote:
non lo sai che gli unici cattivi sono cinesi e russi? nella news sullo spionaggio di massa mi sono dovuto sorbire il pippone di uno che mi accusava di antiamericanismo, solo perchè ho fatto notare che solo gli USA hanno accesso ad una percentuale tale di infrastruttura di internet, da poter realizzare campagne di spionaggio online globali ovviamente l'amico chiosava con le solite panzane sulla Siria, i forni di Assad, ecc... insomma le solite falsità sparate dalle centrali della propaganda NATO |
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#4 |
Member
Iscritto dal: Jul 2008
Messaggi: 811
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provassero con sci-hub.tech
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#5 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Messaggi: 7554
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Tutto bello ma il lavoro si paga. E le ricerche richiedono €
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#6 | |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2008
Messaggi: 1542
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Quote:
Lo stesso discorso vale per la ricerca scientifica: gran parte è finanziata dal pubblico. Per esempio, la sola UE ha finanziato con 80 miliardi di euro la ricerca dal 2014 al 2020; in Italia la maggior parte della ricerca è finanziata dalle università e dal CNR. Stai dicendo che i costi abnormi (per esempio, l'abbonamento a Lancet costa 255€, ma per essere aggiornati bisogna abbonarsi a parecchie decine di riviste) per abbonarsi a una rivista scientifica sono giustificati dal lavoro organizzativo fatto? Perché il grosso del costo è nella ricerca, non nella pubblicazione. Quindi, il pubblico paga per la ricerca e poi paga per poter vederne i risultati.
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-- C --_____AlPaBo __/____x\_________ _/_______*________ |
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#7 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2008
Messaggi: 8406
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Quote:
Io dico che con quei 10 milioni ce la fanno a comprare le mascherine per i ricercatori ![]() |
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#8 | |
Member
Iscritto dal: Mar 2009
Messaggi: 143
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Quote:
In ogni caso la ricerca è finanziata dalle istituzioni. Gli editori prendono i risultati delle ricerche, le fanno controllare da altri ricercatori (no, non pagano neanche questi) e si fanno pagare per permettere alle istituzioni per accedere ai risultati delle ricerche. |
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#9 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2007
Città: Sicilia
Messaggi: 6201
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Essendo stato in passato ricercatore, da un lato sono pienamente d'accordo col lasciare libero l'accesso ai risultati della ricerca. Dall'altro le riviste peer-reviewed dove gli articoli si pagano hanno due innegabili vantaggi. Il primo e' che la gente "paga" per veder pubblicato l'articolo (almeno nelle riviste IEEE dove pubblicavo era cosi'), quindi la gente ci pensa due volte prima di pubblicare ogni cavolata che gli viene in mente, deve essere qualcosa che ne valga la pena. In aggiunta a cio', gli articoli sono controllati da esperti del settore, e quindi in pratica si riduce di molto la possibilita' di pubblicare robe ridicole, oppure articoli con errori. Questi sono vantaggi innegabili che aumentano la qualita' delle pubblicazioni, ma per la quale bisogna pagare lo scotto di avere questi controlli.
Controllare un articolo, e soprattutto farlo controllare da esperti non coinvolti nella sua stesura, direttamente o indirettamente, e' quasi altrettanto importante che scriverlo, per renderlo autorevole e di qualita'.
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Non abbiamo ereditato il mondo dai nostri padri L'abbiamo preso in prestito dai nostri figli |
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#10 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2018
Messaggi: 2409
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Quote:
https://www.thelancet.com/journals/l...696-1/fulltext Probabilmente, oggi, a prevalere sono altri interessi. Pare ormai abbastanza evidente come il meccanismo che descrivi non funzioni, e sia niente più che una speranza. Ad esempio dici che la gente "paga" per pubblicare e quindi non pubblica scemenze. Io dico invece che avere la possibilità di vedere qualcosa pubblicato porta molti altri vantaggi, e quindi si è portati anche a pubblicare roba indegna. Non so dire se la soluzione sia la gratuità, più accesso a dati e studi usati per le pubblicazioni stesse, o altro ancora. |
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#11 |
Member
Iscritto dal: Feb 2014
Messaggi: 70
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Forse non molti conoscono il mondo delle pubblicazioni scientifiche. Come ha già scritto un altro utente chi pubblica nelle riviste tradizionali non paga nulla, invia l'articolo che viene spedito ad altri ricercatori dello stesso campo che esprimono un giudizio sulla sua attendibilitá, ovviamente in questo processo i "controllori" dell'articolo non ricevono compensi. Se l'articolo viene accettato, questo viene pubblicato e chi vuole leggere deve pagare. Costi dell'editore praticamente zero, solo relativi a gestione del sito e layout editor. In questo caso esistono abbonamenti a tutte le riviste di un editore, che ogni università paga a un prezzo minore del singolo articolo che solitamente va da 30 a 70 euro, ma comunque se controllate sui bilanci dei singoli atenei vedrete che il tutto pesa qualche milione di euro all'anno. Ovviamente non tutte le università del mondo possono permetterselo e qui parte il problema di disseminazione scientifica. Come fanno i ricercatori africani a sviluppare una linea di ricerca non avendo accessoba quelle già pubblicate? Perché se un comune cittadino vuole leggere un articolo scientifico non può farlo? Ha già pagato con le tasse per finanziare la ricerca e deve pagare di nuovo? Esistono anche le riviste Open Access in cui si, chiunque può scaricare e leggere gli articoli, ma i ricercatori pagano cifre che vanno dai 1000 ai 4000 euro per pubblicare l'articolo. Io da ex ricercatore pubblicavo fino a 5 articoli l'anno, significa che se avessimo pubblicato tutto in questo modo l'anno successivo non avrebbero avuto soldi per rinnovarmi l'assegno di ricerca. Per i progetti finanziati sia dall' Europa che negli Stati Uniti è già obbligatorio pubblicare in Open Access, e ovviamente nei vari bandi esiste una voce per i finanziamenti di pubblicazione Open Access. Insomma, uno schifo, anche perché per accedere a tutte le ricerche devi comunque continuare a pagare l'abbonamento alle riviste... Ho intenzione entro l'anno di aprire una rivista Open Access ma senza spese né per leggere, né per pubblicare... Speriamo bene...
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#12 |
Member
Iscritto dal: Jul 2008
Messaggi: 811
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https://www.biorxiv.org/content/10.1101/2020.01.26.920249v1
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#13 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2006
Messaggi: 14005
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La soluzione potrebbe essere che, ad esempio, l'UE prenda in mano la situazione e costruisca una piattaforma pubblica ad hoc dove consentire ai ricercatori di pubblicare senza costi, e che il tutto sia Open Access per i lettori. Ovviamente, proponendo varie riviste dotate di impact factor, ed indicizzate su Scopus/WoS (o anche qui, vanno create alternative ad hoc...). Altrimenti è tutto inutile - chi sa come funziona in Italia l'ASN, capirà cosa sto dicendo.
Purtroppo, non credo sia così facile come sembra gestire una roba del genere.
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#14 |
Member
Iscritto dal: Jan 2020
Messaggi: 95
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E allora? Deve passare il concetto che la vita delle persone non ha prezzo e che i doveri verso la collettività devono venire prima del diritto ad arricchirsi. Anche per le multinazionali. Voglio vedere se tuo figlio fosse contagiato cosa diresti. La conoscenza deve essere open source.
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#15 |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2006
Messaggi: 14005
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OK, però è anche vero che il popolino non è in grado di capire ricerche di questo tipo, e per quanto mi riguarda meno se ne interessa, meglio è.
Solo prendendo come esempio l'Italia, dove la conoscenza dell'inglese è vergognosa, l'analfabetismo funzionale dilagante, le conoscenze matematiche inesistenti, far accedere certi tizi a pubblicazioni scientifiche - che raramente sono divulgative, ma sono solo per gli addetti ai lavori - potrebbe solo esasperare l'immondizia che ormai ricopre i social network e non solo. Il popolino pensasse al calcio, a Barbara D'Urso, alle veline... La scienza lasciamola agli specialisti.
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#16 |
Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Messaggi: 7554
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sei un genio e non fosse che da quando nell'era digitale la conoscenza e le informazioni sono diventate "open source" il mondo è diventato piu stupido e ignorante di prima. Quindi magari potessimo tornare un po indietro e lanciare la cultura e l'informazione in un canale un po più controllato.
E quello che dico è scientificamente dimostrato quindi sono parole delle istituzioni internazionali. |
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#17 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Messaggi: 7554
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#18 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2018
Messaggi: 2409
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Ne stiamo vedendo i risultati. L'immondizia è questo atteggiamento medievale. |
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#19 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2018
Messaggi: 2409
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Ribadisco il concetto: https://www.thelancet.com/journals/l...696-1/fulltext Ma mi rendo conto che chi viene toccato da questo vero e proprio scandalo generalizzato non voglia che si sappia. ![]() |
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#20 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2018
Messaggi: 2409
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Pian pianino sta emergendo che le fake news sono le notizie ufficiali di chi pensa che sia meglio censurare tutto. Pian pianino sta emergendo come il virus possa sopravvivere anche diversi giorni su superfici inerti, e così via. Il numero di contagiati e morti è sempre più fonte di dubbi. Anche l'OMS comincia a dire che le cose potrebbero essere peggio del previsto. https://www.ilfattoquotidiano.it/202...corso/5701415/ “Solo la punta dell’iceberg“. Così il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha descritto quella che potrebbe essere la situazione dell’epidemia di coronavirus al di fuori della Cina. E' solo con una LIBERA circolazione delle informazioni che la verità emerge, non con tutto censurato dal potere, come a Chernobyl. Se il prezzo è sentire qualche fesseria, pazienza. |
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