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Old 12-05-2010, 12:47   #1
Adric
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concerti e festival, tira una brutta aria in Italia

segnalo due articoli
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"Tira una brutta aria, per i festival e la musica dal vivo? “Sì. E non solo a Milano, in tutta Italia. Ovunque, la politica sta divorando la cultura. E’ successo con la televisione, ora succede con lo spettacolo dal vivo”.

Testo completo dell'articolo (non l'ho postato perchè è riproduzione riservata) :
http://www.rockol.it/news-137390/Suoni-e-Visioni-cancellato--'Poche-speranze-anche-per-il-futuro'

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La cultura milanese deve fare posto al mattone

La Giunta-Podestà giustifica il taglio dei fondi con il disavanzo ereditato dalla Giunta-Penati

02/05/2010 - 08:30

La Provincia taglia i contributi alle rassegne che, da sempre, ha patrocinato.

Il vice-presidente di Palazzo Isimbardi, Umberto Maerna, che ha assunto anche la delega di assessore alla Cultura, ha spiegato che la riduzione dei fondi, rispetto a quella "generale" del 35%, è stata, con circa il 9%, inferiore a quella di altri settori, dove si è arrivati al 60%, ed è frutto del "buco" lasciato dall’amministrazione precedente, quella di Penati.

A MilanoWeb piacerebbe molto entrare, abbiamo proprio il giornalista finanziario adatto, nel "merito" dei numeri, per pubblicare una "relazione" ad uso e consumo della cittadinanza.

Per ora, ci soffermiamo sul "taglio" che ha deprivato, in un colpo solo, la nostra città, già culturamente "arretrata" rispetto anche ad altri ben "minori", per abitanti, capoluoghi italiani, di “Cannes a Milano” e “Suoni e Visioni”, ossia i due più importanti appuntamenti culturali della Primavera milanese. E mette a serio repentaglio la "sopravvivenza" di altre note manifestazioni.

La panoramica della Croisette, che nel 2009 aveva visto 17 mila biglietti staccati in 8 giorni, veniva co-prodotta con l’Agis. Il disimpegno della Provincia ha visto il budget ridursi da 65 mila a 40 mila euro. Il che ha convinto a rinunciare. Una perdita, a nostro parere, particolarmente grave, anche e soprattutto per la già drastica riduzione degli schermi cinematografici di qualità a Milano e Provincia.

Bossi e Zanello hanno immaginato straordinarie "prospettive" sul futuro di Milano nel cinema. Ma se questa è la prima "risposta" dei loro colleghi della Provincia, possiamo pensare che fossero "sogni". Altroché Hollywood padana, a Milano per vedere un film di qualità si può solo, finché reggono, andare in videoteca, e sperare che esercenti "illuminati", come Lionello Cerri, reggano il colpo davanti all’indifferenza della politica lombarda e milanese.

La mancata sovvenzione va ad aggiungersi peraltro alla programmazione sempre più discutibile dello Spazio Oberdan, dove ci è toccato vedere una rassegna metastorica come “Invictis Victi Victuri”, che avrebbe fatto sorridere persino nel Ventennio.

Ma passiamo a “Suoni e Visioni”: una rassegna che ha portato a Milano la "grande" musica internazionale, riuscendo a proporre, per molti anni, artisti all’avanguardia, così come nomi storici che meritavano un contesto "raccolto" quale quello di un teatro. Senza dimenticare l’arricchimento legato alla convivenza nel cartellone di concerti e produzioni audiovisive. Ben 19 edizioni, con molti "fiori all’occhiello", tra cui citeremo Tom Verlaine, David Byrne, Natacha Atlas, Antony and The Johnsons, ma solo per stare agli ultimissimi anni. Un "vanto" anche per la Provincia, non a caso oggetto di grande attenzione da parte dell’assessore alla cultura uscente, Daniela Benelli.

Tutto cancellato, in un colpo, per lo "stupore" del curatore Ezio Gentile.

“Suoni e Visioni non è stata cancellata, ma sostituita. Faremo una iniziativa sulla sua falsariga, concerti in 4 comuni della provincia con una cifra molto più bassa, tra Giugno e Luglio. E l'anno prossimo penseremo a come organizzarla meglio” - ha spiegato Maerna. Siamo curiosi di vedere che nomi metterà in cartellone e quale sarà la risposta del pubblico. Certo che si volesse fare una scelta con un driver fortemente economico si potrebbero scritturare 4 belle bande municipali...

E intanto, anche in questo caso, non possiamo non segnalare che, a fronte del 'MiTo', nel territorio milanese l’offerta di musica dal vivo è sempre più deficitaria. Mancano persino i luoghi dove fare concerti. E mentre a Roma, sempre che possa reggere il paragone, l’Auditorium è una risorsa che tutta Europa invidia al nostro paese, nella nostra Milano, proiettata verso l’Expo 2015, restano "solo" la 'Casa 139' e alcuni volenterosi circoli 'ARCI', per il rock, a cui si aggiungono, per il jazz, il 'Blue Note' e la 'Salumeria della Musica'. Non ci pare il caso di citare le "discoteche".

Due domeniche fa eravamo a Roma, appunto, nel parco della 'Casa del Jazz'. Di fronte a un migliaio di persone, sedute nel prato, suonava gratuitamente un ensemble che raccoglieva alcuni tra i migliori strumentisti italiani, guidati da Roberto Gatto.

Quando vedremo una cosa del genere in Triennale o alla Palazzina Liberty?

E a proposito di Palazzina Liberty, veniamo all’orgoglioso rifiuto che Antonio Scurati e Alessandro Bertante hanno fatto di fronte alla proposta di una sovvenzione di 1500 euro per 'Officina Italia', una rassegna letteraria giunta alla 4° edizione, e che di euro ne costa ben 60 mila.

I reading d’autore, su testi inediti, che riuniscono ogni anno i più interessanti scrittori italiani, dando luogo all’unica opportunità di questo genere che sia scorporata dalle logiche del mercato editoriale, e che non prevede, al contrario del 'Festival di Mantova' o del 'Salone di Torino', alcun tipo di biglietto, sono statiii, negli ultimi giorni, oggetto di un attacco "miope" da parte di Francesco Borgonovo, sulle pagine di 'Libero'.

Borgonovo evidentemente deve avere qualche ragione di avversione personale per Antonio Scurati, se è vero che l’anno scorso aveva annunciato prima del tempo che le lobby editoriali avevano assegnato lo 'Strega' all’autore de "Una storia romantica".

Peccato che a vincere fosse invece Tiziano Scarpa.

Questa volta Borgonovo, di cui ricordiamo una "importante" intervista al Max Pezzali "scrittore" proprio in quel del 'Festival di Torino', chissà con quale "soddisfazione", a parte quella economica, sostiene che a 'Officina Italia' il pubblico è composto di poche decine di persone. Sbaglia, perché, invece, si tratta di serate frequentatissime, anche in quanto "gratuite". Gli raccomandiamo di leggere cosa ha scritto Massimo Parente su 'Il Giornale' (non certo il quotidiano di "sostegno" agli intellettuali di Sinistra), a proposito di Antonio Moresco e del suo romanzo, “Gli Incendiati”, nell’articolo di qualche giorno fa “Solo Moresco può salvarci dallo sconforto”.

Moresco, personaggio schivo, ancora poco conosciuto dal pubblico dei festival letterari, sarà a 'Officina Italia' la sera del prossimo 7 maggio. Non so se Borgonovo ci sarà. Noi ci andremo, perché lì (e a Milano "solo" lì) è possibile ascoltare voci importanti come quelle di Moresco o di Luca Rastello e di Francesco Piccolo, a parere di chi scrive i 3 autori, con Antonio Pascale e Walter Siti, tra i più "brillanti", parlando di qualità e non di numero di Watt, nell’Italia di oggi.

Chi cerca, poi, occasioni per sentir parlare i grandi scrittori internazionali, o i massimi registi e uomini di teatro, così come saggisti e scienziati, era abituato ad avere ne "La Milanesiana" l’appuntamento "fisso" che congedava i nostri concittadini prima dell’Estate.

Persino la manifestazione di Elisabetta Sgarbi ha avuto un taglio del 30% dei finanziamenti. Ma una cosa è ricevere dalla Provincia 200 mila euro, una cosa è averne, come 'Officina Italia', 1500.

In un Paese che di euro ne ha spesi 10.000 per i "posacenere" del G8 piuttosto che offre "auto-blu" anche agli amministratori degli enti locali, che potrebbero andare in ufficio a piedi, viste le relative dimensioni territoriali, i soldi per la "testa" della gente sono dirottati nelle "pance" dei privilegiati.

Maerna ha così dichiarato: “Abbiamo dovuto aspettare l'approvazione del bilancio in Consiglio provinciale, il 12 Aprile. Dopodiché avrei dovuto aspettare anche l'approvazione del PEG, ma vista la necessità mi sono impegnato a dare non meno di 1500 euro, rispetto ai 5000 dello scorso anno. Hanno rifiutato. L' iniziativa non era male" - prosegue Maerna - "ma trovo il rifiuto inopportuno, visto che la cifra è l'equivalente dello stipendio di un operaio. E che con contributi di poche centinaia di euro altri fanno i salti di gioia. Questo contributo lo dividerò e lo darò ad altre iniziative”.

Per informazione di Maerna, 1500 euro sono anche lo stipendio di un giornalista, ma non per questo chi scrive pensa di organizzare coi propri emolumenti mensili o frazioni di essi eventi di portata culturale nazionale in una cornice importante come la Palazzina Liberty. Il finanziamento di 1500 euro è un'autentica "elemosina", e bene hanno fatto Scurati e Bertante a rispedirlo al mittente. Che vedremo cosa si produrrà, quante e quali iniziative emergeranno con "tali" mezzi.

Intanto, nell’anno che apre il quinquennio dell’Expo, la spesa in cultura della Provincia di Milano è stata decurtata di 1 milione e 200 mila euro, per complessivi 12 milioni e 200 mila, contro i 13 e 400 mila del 2009. La decisione anticipa, forse, quella di Palazzo Marino, dove i tagli di budget si annunciano altrettanto pesanti.

Siamo i primi a sostenere che la "spesa sociale" debba avere la priorità, ma intanto si parla insistentemente di nuove sedi "spettacolari" per il Comune, così come per la Provincia.

Ma forse gli elettori si aspetterebbero miglioramenti alle reti di comunicazione, a partire dal wi-fi, alla viabilità, al trasporto pubblico, alle strutture sanitare, alle scuole, agli impianti sportivi...

Invece potremo, forse, godere di un Sindaco che ci guarderà dall'alto, ancora da più lontano!

(www.milanoweb.com)
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Nota bene: Dei prezzi dei biglietti dei concerti si parla già in diversi altri thread della sezione musica. Questo aspetto teniamolo fuori almeno da questo thread.

Teniamo fuori anche il discorso partitico, è una tendenza in atto in tutta Italia e comune a giunte di colore politico opposto, altrimenti il thread lo aprivo in sezione politica.
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Old 12-05-2010, 14:18   #2
Spantegu
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la cultura deve campare sulle sue gambe, ai tempi di Mozart non c'erano i finanziamenti pubblici.
continuiamo a finanziare dei parassiti, adesso basta dai.
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Old 12-05-2010, 14:45   #3
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la cultura deve campare sulle sue gambe, ai tempi di Mozart non c'erano i finanziamenti pubblici.
continuiamo a finanziare dei parassiti, adesso basta dai.


Mozart viveva in una famiglia altolocata
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Old 12-05-2010, 15:09   #4
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Mozart viveva in una famiglia altolocata
direi proprio di no visto che è morto in povertà e buttato in una fossa comune


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la cultura deve campare sulle sue gambe, ai tempi di Mozart non c'erano i finanziamenti pubblici.
continuiamo a finanziare dei parassiti, adesso basta dai.
Al tempo di Mozart la cultura era alimentata dai nobili.
Infatti gran parte dei compositori campavano di posizione (maestro di cappella, compositore di corte, e via dicendo). Oggi la nobiltà è stata sostituita dallo stato e senza i finanziamenti statali tantissime realtà artistiche (non solo musicali) non riuscirebbe a sopravvivere visto che già così ce la fanno a stento. Purtroppo ormai la cultura è vista come una cosa noiosa, vecchia e superflua quindi non puoi aspettarti che un concerto con musiche di Sammartini o di compositori sconosciuti ma validi si autofinanzi.
Parli di parassiti ma secondo me tu non hai nemmeno idea di che lavoro ci voglia per preparare alcuni concerti. La musica non è solo gigi d'alessio o l'ultimo strimpellatore di chitarra da mtv.
Pensa un po' che questi fondi culturali esistono praticamente in tutto il mondo e senza di essi anche grandi nomi rischiano di finire a gambe all'aria.
Ma sì dai questi parassiti si trovassero un lavoro vero


Gli articoli ahimè non dicono nulla di nuovo. L'Italia culturalmente sta morendo (se non è già morta) e la cosa veramente triste è notare come l'indifferenza a tali argomenti sia bipartisan. Chiunque si voti sarà sempre la cultura a prenderlo nel didietro.
E nel frattempo anche il Venezuela ci ha superati
http://en.wikipedia.org/wiki/El_Sistema
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alè!
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Old 12-05-2010, 15:12   #5
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direi proprio di no visto che è morto in povertà e buttato in una fossa comune
come sia morto non ne ho idea, però ho letto che viveva in una famiglia benestante...col padre che era vice direttore di orchestra (o qualcosa del genere) e per permettersi certi strumenti, i soldi li devi avere

tra l'altro su Wikipedia c'è anche scritto questo: "L'immagine che vuole Mozart morto povero e dimenticato da tutti non corrisponde pienamente al vero. La sepoltura in una fossa comune era consona allo status sociale di Mozart e non fu dettata da motivi economici. Mozart, d'altronde, pur non godendo di un successo strepitoso negli ultimi suoi anni di vita, era pur sempre imperial-regio compositore di corte"
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Old 12-05-2010, 15:17   #6
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la cultura deve campare sulle sue gambe, ai tempi di Mozart non c'erano i finanziamenti pubblici.
continuiamo a finanziare dei parassiti, adesso basta dai.
Abbi pazienza, ma questi discorsi così netti e fondamentalisti mi fanno sorridere...
A ognuno il suo lavoro, il discorso corretto sarebbe forse "spendere meglio" più che spendere meno.
Come al solito in Italia del resto.

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Old 12-05-2010, 15:35   #7
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la cultura deve campare sulle sue gambe, ai tempi di Mozart non c'erano i finanziamenti pubblici.
continuiamo a finanziare dei parassiti, adesso basta dai.
Se è per quello ai tempi di Mozart non esisteva manco lo sport. Anche lo sport dovrebbe campare solo sulle sue gambe visto che non è cultura, ma un' attività di lucro ben più di musica, cinema o teatro, ed enti pubblici come il CONI (ma anche Ministeri come quello del Turismo e dello Spettacolo che in Italia è competente pure per lo sport) dovrebbero essere aboliti dato che la pratica sportiva pubblica nelle scuole dell'obbligo è praticamente inesistente. Non solo, ma Stato, enti pubblici ed amministrazioni locali non dovrebbero possedere alcuno stadio o impianto sportivo (invece hanno quasi il monopolio di fatto), e lo Stato non dovrebbe spendere tanto denaro per assicurare l'ordine pubblico per gli eventi sportivi. Per non parlare degli appalti da milioni di Euro e relative tangenti in occasione di campionati mondiali, europei od Olimpiadi invernali od estive (vedi recenti Mondiali di Nuoto a Roma)

Sfortunatamente i finanziamenti pubblici per la cultura esistono in quasi tutto il mondo, anche nei capitalistici Stati Uniti; come farebbe una nazione come la Germania a possedere circa la metà dei teatri d'opera del mondo ?
Certo lo Stato dovrebbe anche fare in modo da non ostacolare l'iniziativa privata nella cultura (vedi SIAE, vedi IVA ecc).
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Old 12-05-2010, 15:38   #8
Wolfgang Grimmer
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come sia morto non ne ho idea, però ho letto che viveva in una famiglia benestante...col padre che era vice direttore di orchestra (o qualcosa del genere) e per permettersi certi strumenti, i soldi li devi avere

tra l'altro su Wikipedia c'è anche scritto questo: "L'immagine che vuole Mozart morto povero e dimenticato da tutti non corrisponde pienamente al vero. La sepoltura in una fossa comune era consona allo status sociale di Mozart e non fu dettata da motivi economici. Mozart, d'altronde, pur non godendo di un successo strepitoso negli ultimi suoi anni di vita, era pur sempre imperial-regio compositore di corte"
Gli strumenti non erano di certo un problema all'epoca. Cmq dobbiamo metterci d'accordo sul termine benestante. Di certo non era una famiglia che viveva nella miseria (il padre, appunto, era famoso e rispettato) ma benestanti lo erano i nobili o certi commercianti.
Per la citazione di wiki vale lo stesso ragionamento. Non era povero nel senso di misero, e sicuramente non dimenticato, ma i ricchi erano altri.
Per esempio Antonio Salieri, quello che fa la parte del cattivo nel film Amadeus, venne seppellito privatamente con tanto di tomba e lapide decorativa
http://images.travelpod.com/users/di...0.img_2663.jpg

FINE OT!
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la cultura deve campare sulle sue gambe


Invece pensa un po' e' esattamente vero il contrario, perche' arte e cultura se fatte per lucro perdono il loro valore intrinseco alla ricerca di quello economico
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