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Il crollo del muro di Berlino vissuto dall'ex colonnello KGB Putin
Putin e il crollo del Muro
«Difesi il Kgb con le armi» Il leader russo racconta il 9 novembre 1989 a Dresda: «Fu triste per l'Urss, ma non poteva durare» MOSCA — Mentre il Muro cadeva e la vita dei tedeschi dell'Est cambiava per sempre, Vladimir Putin era occupato notte e giorno a distruggere dossier, a cancellare le tracce di tutte le comunicazioni, a bruciare documenti nella sede del Kgb di Dresda. «Avevamo talmente tanta roba da mettere nel fuoco che a un certo punto la stufa scoppiò», ha raccontato lui stesso in una lunga intervista che il canale televisivo Ntv manderà in onda questa sera. Poi, dopo l'assalto agli uffici locali della Stasi, venne il turno della sede del Kgb. Una folla enorme si assiepò davanti alla palazzina che ospitava i sovietici e si fermò solo perché lo stesso primo ministro russo, allora giovane colonnello del servizi segreti, uscì fuori e minacciò di usare le armi. La vita dorata di Vladimir Putin, numero due del Kgb nella città della Ddr a sud di Berlino, pagato parte in dollari e parte in marchi, stava per finire. Vladimir e Lyudmila sarebbero presto ritornati a San Pietroburgo, dove lui, senza soldi e senza futuro, pensò pure di mettersi a fare il tassista. LA VITA IN GERMANIA - Nella Germania Est, invece, era stata tutta un'altra storia. I Putin c'erano arrivati nel 1985, mentre Gorbaciov dava inizio alla perestrojka. Ma nella Ddr molto poco cambiò in quegli anni: «Era come l'Unione Sovietica di trent'anni prima, un Paese totalitario», ha detto ancora Putin. Totalitario ma ricco. Al posto delle file interminabili per qualche salsiccia, c'era ogni ben di dio. «Avevamo perfino una Zhigulì di servizio, considerata un'ottima macchina in confronto alle Trabant. E nei fine settimana ce ne andavamo sempre in giro per la Sassonia», ha raccontato Lyudmila. Vladimir lavorava fianco a fianco con i colleghi della Stasi e il venerdì sera andava sempre a farsi una birra con loro, tanto che mise su 12 chili. Il giovane colonnello si occupava di «spionaggio politico»: reclutare fonti, ottenere informazioni, analizzarle e trasmetterle a Mosca. A Dresda c'era un'importante fabbrica elettronica, la Robotron, e Putin teneva d'occhio gli stranieri che andavano a visitarla. Si dice, ma lui non l'ha mai confermato, che poco prima della caduta del Muro, ebbe il compito di assoldare una rete di agenti che avrebbero dovuto fungere da quinta colonna dell'Urss nella Germania riunificata. Uno di loro, un certo Klaus Zuchold, venne subito preso e confessò ogni cosa al controspionaggio della Germania occidentale. Così la «brillante» operazione di Putin andò per aria. LA DISTRUZIONE DELLE PROVE - Quel 9 novembre, Putin assistette con tristezza agli eventi di Berlino: «Ad essere onesti devo dire che mi dispiaceva che l'Urss stesse perdendo le sue posizioni in Europa», ha confessato. «Però capivo che una posizione costruita sulle divisioni e sui muri non poteva durare». Nei giorni seguenti tutti gli uomini del Kgb si diedero da fare per prepararsi ad abbandonare la posizione. «Dovevamo distruggere ogni cosa, interrompere le linee di comunicazione; solo il materiale più importante fu trasferito a Mosca», ha detto l'ex presidente russo. La notte del 5 dicembre la folla occupò la sede della Stasi a Dresda. La mattina dopo tutti si radunarono davanti alla palazzina di Angelikastrasse 4, dove aveva sede (in incognito) il Kgb. All'interno chiamarono il vicino distaccamento militare per chiedere aiuto, ma la risposta fu negativa: «Non possiamo fare nulla senza l'autorizzazione di Mosca, e Mosca tace». Putin ebbe la sensazione che «l'Urss non esistesse già più». Uscì fuori con la pistola in mano (lui dice che aveva a fianco un soldato armato), si qualificò come interprete e spiegò che quello era territorio sovietico. La gente rinunciò a scavalcare il muro di cinta. Fabrizio Dragosei 08 novembre 2009 http://www.corriere.it/esteri/09_nov...4f02aabc.shtml Ultima modifica di .marco. : 08-11-2009 alle 11:37. |
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Iscritto dal: Feb 2009
Città: Biellese
Messaggi: 84
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Carne di nascosto e cioccolato dall'ovest:così si mangiava a Berlino est
Tanta verdura, molto economica e poca carne, troppo costosa. Così si mangiava a Berlino est, prima del 9 novembre '89. La zuppa di pane, mele e prugne. Gli involtini di cavolfiori, o al massimo riempiti con un po' di macinato di maiale. Immancabili l'insalata di cipolle, o di carote e miele. Nella Ddr, prima della caduta del muro, la cucina era povera, ma alla fine «il sapore delle ricette era buono». Così spiega Beate Vroblewski, 50 anni, che oggi a Berlino lavora come segretaria in un partito del Parlamento tedesco. È una di quelle che i tedeschi occidentali chiamano «ossi», cioè «abitante dell'est». «Che cosa mangiavamo? Patate lesse e salsicce». «Aspettavamo che mia zia dalla Germania ovest ci mandasse una barretta di cioccolata decente - racconta all'Ansa - Lei viveva nel Baden-Wuerttenberg e là era un'altra cosa. Da noi trovavi soltanto surrogati, e ogni volta che ne mangiavi era una delusione. Ci mandava anche il caffè: da noi era un bene di lusso e ce lo consentivamo solo nel weekend». La giornata per i tedeschi orientali cominciava così: «Latte, pane e margarina». Beate Vroblewski è nata nella Sassonia Anhalt, a Koethen e fino alla caduta del muro ha sempre vissuto a est della cortina. «Ognuno aveva un piccolo orto e il suo raccolto di frutta e verdura. Coltivavamo gli asparagi, per esempio: nella cucina tedesca sono molto importanti ed erano cari. Andavamo anche a vendere la nostra frutta: avevamo i lamponi, i mirtilli, il ribes. Li usavamo per i dolci fatti in casa. Uva, zucchero e burro costavano poco». Stessa abitudine per la carne: «Avevamo i nostri conigli e i nostri maiali in cortile, anche in città. Una volta fui invitata da un vicino: sgozzava il maiale e dava una festa. Mangiai la carne migliore della mia vita. Faceva i würstel in casa». Più difficile trovare la carne di vitello: «Dovevi essere amico del macellaio e lui ti dava il pacchetto con la carne di nascosto, senza farsi vedere dagli altri clienti. Era raro nella Ddr. E costava tanto: cibo da grandi occasioni». Qualche golosità sopravviveva comunque, anche nella Ddr: «La soljanka era una zuppa a base di verdure, che mettevi a cuocere su uno strato di pancetta e cipolle rosolate; ci mettevi i resti della carne, quella che avevi, e condivi con molta paprika». E c'è un piatto che la signora cucina ancora oggi, «formine di carne speziata». Con una variazione: «Col vitello vengono benissimo, all'epoca ci adattavamo al pollo». Come bevanda, ovviamente birra: «Era ottima ed economica anche da noi». E per dessert il «Gotterspeise», un budino gelatinoso, «verde o rosso». Al crollo del muro, la signora Vroblewski non varcò il confine fino al giorno dopo. L'ovest le è piaciuto subito molto. «Portammo un vinello frizzante per festeggiare. Vidi per la prima volta Ku'damm e la Chiesa della Memoria, dopo nove anni in questa città. Le strade erano più ampie da noi però, a ovest era tutto più stretto». Berlino est - dice - resta la sua preferita. Ma senza muro. Il Giornale.it Un ringraziamento va all'ultimo presidente americano che diede la spallata finale al comunismo,tal Ronald Reagan:http://www.youtube.com/watch?v=WjWDr...layer_embedded i cui frutti vennero raccolti dal presidente successivo Bush,ex vice di Reagan.
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Bach (Polonaise)-Bach (Badinerie)-Bach (Bourrèe)-Bach BWV 147-Il tè nel deserto-Pachelbel Canon in D major fantastic version Ultima modifica di frankytop : 08-11-2009 alle 11:43. |
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Iscritto dal: Jul 2009
Messaggi: 80
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Comunque, a quanto pare, per i colonnelli del kgb in germania est si stava da dio. Ultima modifica di .marco. : 08-11-2009 alle 12:28. |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2005
Messaggi: 558
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e ringraziamo anche gli altri governi occidentali per l'ipocrisia mostrata
http://epistemes.org/2009/10/07/dont...reth-thatcher/ http://www.timesonline.co.uk/tol/new...cle6829735.ece |
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Iscritto dal: Feb 2009
Città: Biellese
Messaggi: 84
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Ciò che ha accelerato lo stato di sfiancamento dell'urss sono stati i lunghi anni di guerra fredda e le continue sfide di rilancio militare cui il regime sovietico non ha potuto contrapporre adeguate difese di sostegno economico. Reagan ha giocato l'ultima partita decisiva soprattutto sul fronte militare costringendo i sovietici a spendere e spandere oltre le loro possibilità;a tutto questo va aggiunto naturalmente lo stato di degrado economico che il sistema comunista ha imposto al paese. |
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Iscritto dal: Feb 2009
Città: Biellese
Messaggi: 84
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Bannato
Iscritto dal: Feb 2002
Città: Sanremo, Italy
Messaggi: 1942
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Did David Hasselhoff really help end the Cold War?
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/magazine/3465301.stm http://www.youtube.com/watch?v=0zXiClnK8oE forse la domanda più importante di tutte |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
Messaggi: 571
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Gorbačëv salí al potere quando ormai risollevare il Paese e democratizzarlo era un'operazione disperata. Però ha anche fatto anche molti errori (anche se non posso certo biasimarlo), senza di quelli forse avrebbe potuto farcela.
Ciò non toglie che il crollo dell'Urss abbia portato ad una forte destabilizzazione dell'atlante geopolitico. |
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#9 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: PD
Messaggi: 11790
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Il comunismo è crollato da solo , Reagan era semplicemente il presidente degli USA in carica quando successe il fatto .
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Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn |
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Iscritto dal: Feb 2009
Città: Biellese
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#11 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
Messaggi: 571
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In ogni caso l'Urss è caduta da sola, su questo non c'è ombra di dubbio. |
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#12 |
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Member
Iscritto dal: Oct 2005
Messaggi: 68
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Gorbaciov voleva fare riforme più graduali ma la situazione è precipitata (per quanto riguarda l'URSS).
Quanto all'Europa dell'est, beh era in "stato di occupazione"... l'epilogo li era più che ovvio. Regan non è l'artefice del crollo dell'URSS... però è indubbio che fosse uno di quelli che soffiavano sul castello di carte sperando che andasse giù quanto prima. |
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#13 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
Messaggi: 571
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Per salvare lo Stato la soppressione della censura (ad esempio) avrebbe dovuto essere molto piú graduale. Una decisione eticamente discutibile, ma politicamente necessaria per evitare quanto è successo. Per il resto uno dei problemi è stata la politica delle nazionalità sin dai primi anni '20, per non parlare di quanto è successo dopo, con una politica da “sciovinismo grande russo” che ha fomentato il nazionalismo ovunque. Comunque consiglio di studiare la storia dell'Urss, perché la propaganda contro (di solito) o a favore (per i sostenitori superstiti) ha fatto sí che vi sia una conoscenza molto distorta dell'argomento. |
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