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Crimini dei guerra italiani nei balcani: toh insabbiati
Crimini di guerra italiani, il giudice indaga
Le stragi di civili durante l'occupazione dei Balcani. I retroscena dei processi insabbiati A ltro che brava gente! Italiani come i tedeschi, che dal 1941 al 1943, nei Balcani e in Grecia, applicarono la regola della «testa per dente», della rappresaglia contro le popolazioni, di dieci civili fucilati per ogni italiano ucciso. In altre parole si macchiarono di gravissimi crimini di guerra, che si estinguono soltanto con la morte del reo. Ora su queste verità scomode, che emergono con sempre più forza dalle inchieste giornalistiche e soprattutto dalla ricerca storica, ha deciso di intervenire la magistratura militare. Il procuratore Antonino Intelisano, lo stesso che nel 1994 istruì il processo contro il capitano delle SS Erich Priebke, e che alla ricerca di prove trovò a Palazzo Cesi, presso la procura militare generale, il famoso «armadio della vergogna», che nascondeva circa settecento pratiche contro i nazisti autori delle stragi in Italia, ha aperto un'inchiesta, per il momento «contro ignoti», sugli eccidi che i militari italiani compirono nei territori di occupazione. Come ha suggerito Franco Giustolisi in un intrigante articolo sul manifesto del 28 giugno, ci troviamo davanti a un «secondo armadio della vergogna»? Antonino Intelisano, seduto nel suo studio di procuratore presso il tribunale militare, in viale delle Milizie a Roma, prima di rispondere ci mostra il carrello con alcuni faldoni che portano il segno degli anni. «Quella dell'armadio della vergogna numero due — taglia corto — è un'invenzione giornalistica che non corrisponde alla realtà delle cose». La verità tuttavia è che il procuratore generale ha acquisito materiale di grande interesse sia di carattere giudiziario, sia presso gli archivi che di solito sono frequentati soltanto dagli storici: ministero della Difesa, presidenza del Consiglio. In particolare, dagli archivi dello Stato maggiore dell'esercito sono arrivate le conclusioni della Commissione parlamentare presieduta da Luigi Gasparotto, politico d'altri tempi che aveva avuto il figlio Leopoldo ucciso nel campo di Fossoli e aveva lavorato con grande impegno ed equilibrio, soprattutto tra il 1946 e il 1947, alla raccolta e al vaglio delle circa ottocento denunce provenienti da tutti i territori occupati dagli italiani, e quindi alla selezione dei casi in cui non si poteva fare a meno di denunciare il reato. «La commissione — scriveva Gasparotto il 30 giugno 1951 nelle note conclusive inviate al ministro della Difesa, Randolfo Pacciardi — ha tenuto nel debito conto la complessità della situazione, ma non l'ha considerata scusante». Così non poteva farla franca il generale Mario Roatta, comandante della II armata in Jugoslavia, che nella tremenda circolare 3c del 1° dicembre 1942 aveva disposto di fucilare non soltanto tutte le persone trovate con le armi in pugno, ma anche coloro che imbrattavano le sue ordinanze, oppure sostavano nei pressi di opere d'arte. E aveva deciso espressamente di considerare «corresponsabili degli atti di sabotaggio le persone abitanti nelle case vicine». Le conclusioni della Commissione Gasparotto, la cui documentazione nessuno storico ha potuto finora studiare per intero, chiamavano in causa anche il generale Mario Robotti, comandante dell'XI corpo d'armata, che era riuscito a inasprire gli ordini di Roatta al punto di dire la frase che è diventata proverbiale, «qui si ammazza troppo poco», o il governatore del Montenegro, Alessandro Pirzio Biroli, che fece fucilare circa 200 ostaggi. E tutta una serie di personaggi, ufficiali o funzionari dell'amministrazione civile, che operarono soprattutto in Jugoslavia e in Grecia. In seguito a questo tipo di informazioni, spiega Intelisano, «alla fine degli anni Quaranta fu aperto presso questo ufficio un procedimento nei confronti di 33 persone accusate di concorso in uso di mezzi di guerra vietati e concorso in rappresaglie ordinate fuori dai casi consentiti dalla legge. Il procedimento si concluse il 30 luglio 1951 con una sentenza del giudice istruttore militare. Questi stabilì che non si doveva procedere nei confronti di tutti gli imputati, perché non esistevano le condizioni per rispettare il principio di reciprocità fissato dall'articolo 165 del Codice penale militare di guerra». Secondo tale norma, un militare che aveva commesso reati in territori occupati poteva essere processato a patto che si garantisse un eguale trattamento verso i responsabili di reati commessi in quella nazione ai danni di italiani. Vale a dire, per esempio: noi processiamo i nostri militari colpevoli, voi jugoslavi condannate i responsabili delle uccisioni nelle foibe. L'articolo 165, continua Intelisano, è stato riformato, con l'abolizione della clausola di reciprocità, nel 2002. «Così quando, grazie a libri come Si ammazza troppo poco di Gianni Oliva e Italiani senza onore di Costantino Di Sante, o a trasmissioni televisive e articoli che denunciavano la strage di 150 civili uccisi per rappresaglia da militari italiani il 16 febbraio 1943 a Domenikon, in Tessaglia, si è imposto all'attenzione il problema del comportamento delle nostre truppe, ho deciso di aprire un'inchiesta. Per il momento "contro ignoti" perché noi magistrati, a differenza degli storici, non possiamo processare i morti». Nei faldoni che il procuratore sta studiando sono elencati decine di nomi, soprattutto militari che parteciparono alle rappresaglie contrarie alle leggi internazionali di guerra. Quegli elenchi, finora di interesse puramente storico, diventeranno incandescente materia penale, appena si individuerà uno dei responsabili ancora in vita. E allora avremo un nuovo caso Priebke. Ma con un italiano nelle vesti del carnefice. L'aggravante di tutta la faccenda, ci dice lo storico Costantino Di Sante, uno dei pochi che hanno potuto consultare, seppur parzialmente, i 70 fascicoli prodotti dalla Commissione Gasparotto, è che a macchiarsi di reati non furono soltanto le camicie nere o i vertici militari politicizzati. Ma ufficiali e soldati normali. Come gli alpini dei battaglioni Ivrea e Aosta, «che rastrellarono undici villaggi in Montenegro e fucilarono venti contadini». Il famigerato prefetto del Carnaro, Temistocle Testa, racconta Di Sante, per l'eccidio di Podhum, villaggio a pochi chilometri da Fiume, «si servì di reparti normali». Dopo aver circondato il villaggio e bloccato tutte le strade di accesso, è scritto negli atti della Commissione Gasparotto, che recepì una denuncia jugoslava, il 12 luglio 1942 reparti dell'esercito italiano, coadiuvati dai carabinieri e dalle camicie nere fucilarono oltre cento uomini, catturarono tutta la rimanente parte della popolazione, circa 200 famiglie, confiscarono beni mobili e circa 2000 capi di bestiame». La situazione era esasperata da una guerriglia partigiana efficace e crudele e dalle violente faide interetniche. Ma come giustificare le modalità dei rastrellamenti di Lubiana ordinati dal generale Taddeo Orlando, che nel dopoguerra avrebbe proseguito normalmente la sua carriera? La capitale della Slovenia fu circondata il 23 febbraio 1942 con reticolati di filo spinato. Dei quarantamila abitanti maschi, ne furono arrestati 2858. Circa tremila vennero catturati in un secondo rastrellamento. La chiusura dei centri abitati con reticolati venne applicata in altre 35 località. Oltre ai maschi adulti venivano deportati anche vecchi, donne e bambini. La maggior parte finiva nel campo dell'isola di Arbe, oggi Rab, in Croazia, dove morirono in 1500, soprattutto di stenti. Ogni anno una maratona attraverso il perimetro del reticolato ricorda a Lubiana il periodo dell'occupazione militare italiana. Dino Messina tutte cose che pochi sanno....quanti furbi criminali italiani si sono salvati...
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Sono contrario al matrimonio dei preti: se fanno figli, siamo finiti. (cit) |
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#2 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2004
Città: Padova
Messaggi: 11762
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e fra70 anni apriranno le inchieste su che atzo fanno le attuali "missioni di pace" ...
ma per piacere.... almeno se ne stiano zitti. se invece voglion fare giustizia inizino con fatti di oggi... troppo comodo prendersela se va ben con gente che è a un passo della tomba. che se la piglino con i responsabili di cose recenti.
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#3 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2002
Città: N/E
Messaggi: 727
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parafrasando un mitico intervento di un giocatore ripreso dalla Gialappa's: " sono completamente d'accordo a metà ( col mister ) !!! " Punire chi è ad un passo dalla tomba non ha senso ... e ci siamo ...!!! capire perchè al contrario di germania e giappone, l'italia non ha avuto nessun procedimento per crimini di guerra, dal punto di vista storico aiuterebbe non poco a capire molte cose sia sulla guerra .. che sull'immediato dopoguerra ( imho) |
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#4 |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: paris again...
Messaggi: 3690
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insomma, si parla della solita fuffa nell'arrticolo...
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Iscritto dal: Jan 2008
Messaggi: 107
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sarebbe bello anche capire come mai i criminali di guerra ci sono solo nella parte "perdente" mentre in quella "vincente" si chiamano "eroi"..
e questo non si applica solo alla guerra mondiale, eh |
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#6 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Pieve a Nievole (PT), Granducato di Toscana
Messaggi: 7762
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fuffa non direi, ho visto alcuni documentari su History Channel (un canale che io metterei obbligatorio al posto di Rai1) sui crimini di guerra italiani, sull'uso sistematico di armi chimiche in Africa e sui campi di concentramento in Yugoslavia, roba da far accapponare la pelle, livelli di crudeltà tali che al confronto i dittatori di oggi sono degli agnellini.
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Iscritto dal: Dec 2000
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#8 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Pieve a Nievole (PT), Granducato di Toscana
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nel frattempo potremmo far processare i nostri criminali per aver bruciato viva con il gas la popolazione africana, in buona parte sono gli stessi che hanno poi fatto le stragi nella penisola yugoslava.
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#9 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2000
Città: prov. di Alessandria
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certo, non appena quegli zulu ci faranno processare quelli che hanno proceduto più volte all'esecuzione di italiani fatti prigionieri durante le operazioni di guerra
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#10 | |
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#11 | |
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Iscritto dal: Dec 2000
Città: prov. di Alessandria
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visto che quelli sono allo stato brado potevano fare come volevano, noi che eravamo civilizzati e moderni dovevamo solo prenderlo!?!?!poi mi riferivo in particolare ad Eritrea ed Etiopia.......in Libia la guerra fu contro l'Impero Ottomano, che un minimo di civiltà l'aveva ancora
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#12 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Pieve a Nievole (PT), Granducato di Toscana
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prenderlo cosa???? In primis, siamo partiti di nostra volontà per andare a invadere altre nazioni sovrane, che era logico e giusto che si difendessero. E soprattutto sganciavano (gli italiani) dagli aerei sui loro villaggi il gas che li bruciava vivi (e di cui non ricordo il nome), e perché non rompessero i coglioni lo sganciavano anche sugli ospedali da campo della Croce Rossa. Armi chimiche vietate già all'epoca da tutte le convenzioni internazionali.
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Iscritto dal: Dec 2000
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#14 |
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Va ebne punire i crimini di guerra,
ma è importante capire che è difficile interpretare fatti del passato con l'attuale sensibilità comune. Mi spiego meglio: è come se oggi condannassimo l'Impero romano per i mezzi e i modi usati per avanzare nelle loro guerre. Condanniamo tutte le guerre, processiamo i reati, ma cerchiamo di contestualizzare sempre.
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#15 | |
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Senior Member
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Le rappresaglie contro i civili erano vietate quando i reparti dell'esercito e le camicie nere distruggevano villaggi e massacravano la popolazione in Grecia e Yugoslavia.
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#16 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2001
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Messaggi: 7762
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a me hanno insegnato che se si mette una mano in bocca a un cane dopo non ci si deve lamentare se si viene morsicati; se si entra in guerra contro un'altra nazione, usando oltretutto armi vietate e una ferocia inaudita, non si può dopo protestare perché gli altri si sono difesi. Oltretutto, libici ed etiopi non hanno usato gas asfissianti come il fosgene e bombe caricate ad iprite per difendersi, l'Italia sì.
Al riguardo c'è un libro di Angelo Del Boca, uno dei maggiori storici italiani, si chiama "I gas di Mussolini. Il fascismo e la guerra d'Etiopia" (# ISBN: 8835958598 # ISBN-13: 9788835958598).
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#17 |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: paris again...
Messaggi: 3690
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non mi risulta che le rappresaglie fossero vietate, anzi.
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#18 | |
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Iscritto dal: Jan 2008
Messaggi: 107
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sta distinzione la convenzione di ginevra non la fa mica. che poi , allora dal '44 in avanti ci sarebbe da processare meta' dell'alto comando inglese e americano per i bombardamenti a tappeto in maniera criminale sulle citta' tedesche ( e in qualche caso italiane, i piccoli di Gorla per esempio) ma tanto finche' i colpiti erano gli sconfitti chi se ne frega, tanto la giustizia poi la amministrano i vincitori |
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#19 | ||
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2005
Messaggi: 4260
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Cioe' le ricerche per condannare ste persone iniziano adesso???
Gil Grissom gli fa na pippa a sti qua eh? Supponiamo che a quel tempo chi ha commesso ste cose avesse,nella migliore delle ipotesi,20 anni.Adesso ne avrebbe 85.Si spendono soldi per cercare sta gente,SE non e' morta e SE la si trova,si spenderanno altri soldi per processarla e tutto il resto.Tutto questo per arrivare ad una sentenza che per quanto dura possa essere verra' commutata in arresti domiciliari (cosa alla quale bene o male uno di quell'eta' e' gia' condannato di suo) o in permanenza in una qualche clinica...a nostre spese. Se non si dovesse trovare nessuno,le nostre "girapollicissime" istituzioni farebbero una qualche scusa ai paesi che hanno subito queste azioni. A queste scuse sti paesi risponderebbero con un o un o ancora con un ,criticandoci sul fatto che benche' avessero sentito parlare dell'inefficienza della nostra macchina giudiziaria,non avrebbero mai immaginato che i ritardi potessero essere cosi' grandi.Passato qualche mese o qualche anno a fare ricerche e a interrogare i finora dimenticati anziani delle loro zone rurali,i "paesi vittima" ci verranno a dire che vogliono un qualche tipo di risarcimento,sia esso in denaro o in altra forma. A questo punto arriva Sivio che fa "Risarcirli e' piu' che legittimo,da parte nostra e' una manifestazione di coscenza e modernita'.Con il tal paese sono venuto ad un accordo,anziche' dare loro soldi,li aiuteremo con le opere pubbliche"....... (provate a indovinare prima di leggere)
Altro che Tom Clancy eh? |
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o un
o ancora con un
,criticandoci sul fatto che benche' avessero sentito parlare dell'inefficienza della nostra macchina giudiziaria,non avrebbero mai immaginato che i ritardi potessero essere cosi' grandi.








