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Old 30-08-2007, 11:22   #1
dantes76
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Mafia - strategia stragista: Coming soon

A Riina e Provenzano. E tra Bagarella e Santapaola scambio di fedi in cella
Cartoline ai boss: la pace è finita
Allarme dell'Antimafia a Palermo
I messaggi spediti da Milano con l'immagine di San Siro e l'indirizzo sbagliato: via Borsellino

PALERMO — Da una parte cartoline con l'inquietante annuncio «la pace è finita», dall'altra lo scambio di fedi tra due boss di Cosa Nostra. Segnali difficili da decifrare dall'interno delle carceri dove la mafia è in fermento e potrebbe addirittura pensare ad una nuova stagione stragista. Nelle scorse settimane la polizia penitenziaria ha intercettato tra la corrispondenza destinata ai detenuti una busta bianca inviata al boss Totò Riina. All'interno c'erano due cartoline dello Stadio San Siro indirizzate allo stesso Riina e a Bernardo Provenzano. E dietro la scritta: «La pace è finita». La Procura di Palermo ha aperto un'inchiesta e al momento, è difficile stabilire se si tratta di un messaggio in codice o dell'opera di mitomani. Alcune circostanze sembrano inquietanti.

La busta era indirizzata al carcere di Opera a Milano, in via Borsellino, ed è stata spedita il 20 luglio. Due chiare allusioni alla strage di Via D'Amelio. L'indirizzo del carcere è stato infatti deliberatamente sbagliato, mentre la data di spedizione coincide col giorno successivo all'anniversario della strage in cui fu ucciso il giudice Borsellino.

C'è chi ritiene che lo stesso riferimento allo stadio San Siro sia da accostare al fallito attentato mafioso del '93, all'Olimpico. Semplici suggestioni o segnale di allarme? E poi perché spedire una cartolina per annunciare un nuovo attacco allo Stato? «Non abbiamo ancora elementi per valutare» dice il procuratore nazionale Piero Grasso. Non enfatizza né sottovaluta la Procura di Palermo: il procuratore Francesco Messineo ipotizza: «potrebbe trattarsi di un messaggio del tipo "noi esistiamo e la partita non è ancora chiusa"». Non è l'unico segnale che arriva dalle carceri. L'altro riguarda due boss di prima grandezza come Leoluca Bagarella e Nitto Santapaola.

Nel corso del loro trasferimento (l'uno ha occupato la cella dell'altro) la polizia penitenziaria ha scoperto che entrambi avevano dimenticato appesa al chiodo la fede nuziale. Un fatto assai strano e difficile da giustificare con una distrazione. Entrambi sono legatissimi a quelle fedi nuziali, come lo erano alle mogli, scomparse in circostanze tragiche: Vincenzina Marchese morta suicida, Carmela Minniti uccisa in un agguato. L'episodio potrebbe suggellare un nuovo accordo mafioso in chiave tutta interna al mondo delle carceri oppure con una proiezione esterna. Un accordo, si ipotizza, tra l'ala oltranzista di Cosa Nostra e i catanesi di Nitto Santapaola.
30 agosto 2007

http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...ine_boss.shtml
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Old 30-08-2007, 11:23   #2
dantes76
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I messaggi spediti da Milano con l'immagine di San Siro e l'indirizzo sbagliato: via Borsellino


http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...ine_boss.shtml
O mia bèla Madunina, che te brilet de luntan
tüta dòra e piscinina, Ti te dòminet Milan
sòta Ti se viiv la vita, se sta mai cuj man in man...
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Old 30-08-2007, 11:28   #3
@lessandro
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Scenario da paura...addiritura si scambiano le fedi...

Sembra quasi una da film tipo "Il Padrino"...
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Old 30-08-2007, 11:34   #4
Blaster_Maniac
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Sono curioso di sapere cosa diranno i telegiornali, e se tutto questo è vero, cosa diranno quelli che dicono "La mafia non esiste più"

Edit:
Studio aperto infatti non ne parla minimamente...
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Old 30-08-2007, 11:37   #5
Korn
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la notizia è di ieri e sulla rai ne hanno parlato da altre parti non so
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Old 30-08-2007, 11:47   #6
_fred_
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Sinceramente per come vanno le cose alla Mafia negli ultimi anni, un ritorno alla stagione della stragi sarebbe una zappa sui piedi, perchè ora come ora ha tutto cio che vuole: appoggi politici di altissimo livello, magistrati e FdO con scarsissimi mezzi per combatterla e perdipiù (la cosa più importante) la gente pare che si sia dimanticata cosa sia...
Con uno scenario così alla Mafia gli va di lusso.
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Old 30-08-2007, 11:53   #7
Blaster_Maniac
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Sinceramente per come vanno le cose alla Mafia negli ultimi anni, un ritorno alla stagione della stragi sarebbe una zappa sui piedi, perchè ora come ora ha tutto cio che vuole: appoggi politici di altissimo livello, magistrati e FdO con scarsissimi mezzi per combatterla e perdipiù (la cosa più importante) la gente pare che si sia dimanticata cosa sia...
Con uno scenario così alla Mafia gli va di lusso.
Scenario fantastico: la Mafia si rende conto che la popolazione non ne può più dello stato, ritenendo la politica un mondo pieno di "affaristi".
Quindi, prevedendo la futura rivolta popolare del 2010, si prepara ad assestare la prima spallata allo stato, così da prenderne il posto per governare sui cittadini.
E tutti vissero felici e contenti.
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Old 30-08-2007, 12:02   #8
_fred_
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Scenario fantastico: la Mafia si rende conto che la popolazione non ne può più dello stato, ritenendo la politica un mondo pieno di "affaristi".
Quindi, prevedendo la futura rivolta popolare del 2010, si prepara ad assestare la prima spallata allo stato, così da prenderne il posto per governare sui cittadini.
E tutti vissero felici e contenti.
Perchè, già adesso non è così?
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Old 30-08-2007, 12:10   #9
dantes76
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Sinceramente per come vanno le cose alla Mafia negli ultimi anni, un ritorno alla stagione della stragi sarebbe una zappa sui piedi, perchè ora come ora ha tutto cio che vuole: appoggi politici di altissimo livello, magistrati e FdO con scarsissimi mezzi per combatterla e perdipiù (la cosa più importante) la gente pare che si sia dimanticata cosa sia...
Con uno scenario così alla Mafia gli va di lusso.
ogni cambio di stagione, ci sono eventi stragisti, cosi fu nel 93, e lo sara' ancor di piu adesso, poiche nel 93 gli ambienti mafiosi, ruppero i legami con gli ambienti politici romani[non a caso il maggior evento stragista doveva avvenire propio a roma] adesso che la mafia si e' divisa in due o tre fazioni
palermitani+americani
catanesi+ viddani
lo sara' ancora di piu', solo che adesso a differenza del 92/93[grande cambiamento politico, con il controllo che passa da roma[dc] a milano[...] il centro politico non e' a roma... ma a milano...
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Old 30-08-2007, 12:25   #10
Blaster_Maniac
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Perchè, già adesso non è così?
No, finora passeggiavano a braccietto.
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Old 31-08-2007, 07:51   #11
LittleLux
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ogni cambio di stagione, ci sono eventi stragisti, cosi fu nel 93, e lo sara' ancor di piu adesso, poiche nel 93 gli ambienti mafiosi, ruppero i legami con gli ambienti politici romani[non a caso il maggior evento stragista doveva avvenire propio a roma] adesso che la mafia si e' divisa in due o tre fazioni
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lo sara' ancora di piu', solo che adesso a differenza del 92/93[grande cambiamento politico, con il controllo che passa da roma[dc] a milano[...] il centro politico non e' a roma... ma a milano...
dici bene, solo che il cambiamento politico che dovrebbe essere in atto oggi non si vede, almeno non tanto come quello del 1992/93. All'epoca era palese che stava crollando un intero mondo politico, e quindi la strategia mafiosa si inseriva nell'ottica di occupare un importante vuoto di potere. Ma oggi? Oggi di cambiamenti politici di tale portata non si intravedono. L'unico fermento politico degno di nota è la nascita del PD, ma non credo che le eventuali bombe della mafia possano essere dirette contro il nascente PD.

L'altra pista potrebbe essere quella settentrionale, forse, come sostieni, il messaggio è diretto proprio alla classe politica del "nord". Certo è che la cosa è preoccupante, anche perchè alla fine quelli che pagheranno il prezzo maggiore sarà il cittadino qualunque.
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Old 31-08-2007, 12:24   #12
Igor
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Pietro Grasso: «In Sicilia Cosa Nostra è pronta ad alzare il tiro»
Sandra Amurri

La ’ndrangheta e i fermi di San Luca. Ma anche le inquietanti cartoline «la pace è finita» inviate dalla mafia all’indirizzo tutto particolare di Totò Riina, ovvero il carcere milanese di Opera. Ancora emergenza crimine organizzato. «Che Cosa Nostra stia vivendo una crisi di assestamento è evidente, non è una novità ma prima di avanzare ipotesi è necessario attendere i risultati delle indagini in corso» spiega il Procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso.

Procuratore, quanto sta accadendo dimostra che Provenzano non era un capo ormai in disuso, ma un capo che garantiva l'equilibrio, la stabilità all'interno di Cosa Nostra?
«Provenzano era certamente l'ultimo dei capi di Cosa Nostra in libertà, costituiva un importante punto di riferimento e di equilibrio. Venuto a mancare lui, in assenza di qualcuno che prendesse il suo posto nella direzione, Cosa Nostra ha accusato un forte sbandamento e queste situazioni, seppure ancora da definire, ne sono la dimostrazione. Per ora credo che esista un grande vuoto. La supremazia del boss Lo Piccolo, è limitata a Palermo, città che non riesce ad abbracciare tutta quanta la Provincia che resta ancora bisognosa di un capo. Si tratta di una situazione molto complessa».

Che potrebbe portare, come si legge nelle cartoline inviate ai boss, alla fine della pace mafiosa?
«Finchè non riusciremo a sapere chi le ha mandate non capiremo neppure quale significato hanno. Certamente la mafia non ha bisogno di avvertire. Mentre un elemento che deve farci riflettere è che potrebbe trattarsi di un modo per creare un clima di destabilizzazione».

Mentre le fedi dimenticate in cella dai boss Santa Paola e Bagarella che significato assumono?
«Sono certo, da alcuni particolari, che si sia trattato di una pura coincidenza».

Quali particolari?
«Innanzitutto Bagarella ha detto di essersi dimenticato la fede nella cella e ha chiesto che gli venisse restituita, durante il trasferimento ad altro carcere. È ovvio che se l'avesse utilizzata come strumento per comunicare con Santapaola non avrebbe svelato di averla dimenticata. Inoltre, se fosse avvenuto uno scambio di fedi concordato tra i due vorrebbe dire che entrambi sapevano che sarebbero stati trasferiti nella cella dell'altro e questo vorrebbe dire che vi è stata una fuga di notizie all'interno degli Istituti Penitenziari. In ultimo Bagarella, che come si sa ha perduto sua moglie in circostanze ancora misteriose, avendo altri mezzi per ottenere gli stessi effetti, non avrebbe mai utilizzato la fede, e altro ancora di cui chiaramente non posso parlare».

Contatti, o tentativi di contatti attribuibili ad una lacunosa applicazione del 41 bis?
«No, il 41 bis non potrà mai essere assoluto e come ha detto la Corte Costituzionale il detenuto mafioso ha il diritto di socializzare. Sta poi all'amministrazione penitenziaria fare in modo che socializzi con detenuti comuni non in grado di far veicolare fuori le informazioni. Non si può pensare ad un isolamento totale».

Procuratore, Salvatore, figlio di Totò Riina, potrebbe essere scarcerato tra qualche giorno. Il suo ritorno a casa potrebbe rappresentare un pericolo concreto per la "ricomposizione" dell'esercito corleonese?
«Innanzitutto occorrerà attendere il giudizio della Corte D'Appello di Palermo. Poi bisognerà vedere, in caso di scarcerazione, quali misure gli verranno applicate. Poi non è detto che, nel caso in cui venisse scarcerato, deciderà di tornare a Corleone, potrebbe anche eleggere il suo domicilio in un luogo diverso ma se così non fosse esistono misure di controllo e di sorveglianza che, certamente verranno predisposte. Ripeto, in generale, siamo di fronte ad una situazione in evoluzione. Spetterà alla Dda di Palermo avviare nuove strategie di indagine sul territorio per comprendere cosa esattamente sta accadendo e cosa accadrà».

l'Unità
31-08-2007
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Old 31-08-2007, 12:40   #13
rip82
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Mi fa strano sentire parlare della lotta alla mafia da uno che ha smontato l'efficientissimo metodo di lavoro impostato a Palermo da Giancarlo Caselli...
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"E' un lodo che potrebbe essere chiamato lodo Orwell; lodo “Fattoria degli animali”. Ricordate forse che nella “Fattoria degli animali” c’era una specie di animali più uguali degli altri. Erano i maiali." cit.:Marco Travaglio
Questa non è la destra, questo è il manganello. Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello - Montanelli
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Old 03-09-2007, 08:13   #14
Ser21
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Mi sono fatto un'idea di questo evento:
Dopo l'arresto di provenzano,restavano due personaggi in giro,capaci di prendere le redini di cosa nostra:
Salvatore Lo piccolo,latitante da 20 anni,parte del clan corleonese (come riina,provenzano e bagarella) e Matteo messina denaro,del clan catanese di nitto santapaola.
Tendenzailmente Matteo messina denaro è sempre stato vicino a provenzano più di quanto santapoala fosse a riina,soprattutto dopo alcuni accordi andati male in tema di appalti.Ci sono dei pizzini in cui messina denaro e provenzano si scambiano elogi e parlano di lavoro cooperando tra di loro.
Lo piccolo invece doveva addirittura essere fatto fuori da rotolo e altri mafiosi desiderosi di succedere a provezano,salvo poi che rotolo ed altri furuno arrestati nel 2000.Il motivo è per di più da attribuire alla strategia di Lo piccolo,desideroso di ricostruite il potere di cosa nostra con il rientro in sicilia di molti mafiosi scappati in USA dopo la terza guerra di mafia.Tra questi sicuramente vanno ricordati gli inzerillo (la parte perdente assieme a bontade di cosa nostra).Il veto al loro rientro fu messo da bagarella,provenzano e riina circa 30 anni fa.

In uno scenario come quello dello scambio di fedi,vedo molto probabile l'insediamento da parte di messina denaro come successore di provenzano,ed in quest'ottica trovo l'avvallo di bagarella e santapaola.
Il fatto poi che recentemente sia stata conferamto il rientro a palermo e in sicilia di molti affiliati scapapti anni fa,mi induce a pensare che forse si stia tentando di ricostruire cosa nostra dalle radici,con i membi più duri e puri,come i "scappati" della terza guerra di mafia.

Ciò che trovo inquitante sono le due cartoline,che vanno lette come spedite da parte di provenzano e riina,forse nn così desiderosi di lasciare il comando ad un NON corleonese e di vedere in sicilia,coloro che avevano tentato di sterminare,se questa impressione fosse vera,sono d'accordo con l'idea di dantes riguardo ad una possibile stagioen stragista.
Ci potrebbe essere una specie di spaccatura interna (custodita e protetta dalla latitanza di provenzano,in questo senso le parole di zio binu " non sapete cosa avete fatto" al momento della cattura sarebbe avvalorate).
Vedremo,intanto mi hanno inquietato le parole di grasso,che spesso sembra cadere dalle nuvole per questi eventi,leggibili ed interpretabili,per chi conosce cosa nostra.
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Old 03-09-2007, 13:23   #15
sbomberino
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Mi fa strano sentire parlare della lotta alla mafia da uno che ha smontato l'efficientissimo metodo di lavoro impostato a Palermo da Giancarlo Caselli...
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Old 03-09-2007, 13:30   #16
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in realtà era gia stato smontato dal successore di caponetto...il metodo formidabile della circolazione di informazioni all'interno del pool...caselli l'aveva ripreso e poi,come giustamente dici tu,era di nuovo stato smontato da grasso...
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Old 03-09-2007, 14:40   #17
Marci
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e la camorra cosa ne pensa? (da quello che scrive Saviano sarebbe pure più potente di cosa nostra)
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Old 03-09-2007, 20:03   #18
Ser21
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e la camorra cosa ne pensa? (da quello che scrive Saviano sarebbe pure più potente di cosa nostra)
Tendenzialmente per stare sul superficiale,cosa nostra ha sempre avuto grandi guadagni tramite la droga,sigarette,appalti e pizzo.L'andrangheta ha sempre tratto enormi vantaggi dagli appalti e soprattutto dalla droga,ponendosi come tramite e quindi traendone vantaggio tra diverse organizzazioni criminali.Cosa nostra invece spesso raffinava l'eroina importando oppio e la vendeva direttamente in america,con guadagni incredibile.
Negli ultimi anni l'andrangheta ha operato terribilmente in immersione,accumulando fortune incredibile e reinvestendole in paesi stranieri,spesso in attività LECITE.L'andrangheta ha quasi nessun pentito e l'affiliazione avviene per clan familiari.E' certamente una struttura atipica come "mafia" in tutti i sensi.Unisce caratteristiche da mafia imprenditoriale (Stile USA) a mafia dell'est (importazione di clandestine,traffico di armi e addirittura di scorie nucleari) a mafia classica (droga e mediazione) con accenni di affiliazione come la criminalità organizzata cinese e giapponese.
E' per questo ha accantonato fortune impressionanti.
La camorra invece è più simile a cosa nostra,utilizza appalti,estorsioni e traffico di droga ma anche il mercato dei falsi è importante.Ha un affiliazione in linea con cosa nostra e spesso i suoi boss sn andati a fare fortune in altre città del mondo ma mantendno sempre un contatto costante e di controllo col clan camorrista.Questo in cosa nostra nn avviene,nn si abbandona mai la sicilia se nn per necessità impellenti (latitanza,pentimento,condannato a morte da CN).

La mafia senza appoggi politici sarebbe poco più che una banda di esperti gangster,e qui entra in gioco la gerarchia delle mafie nostrane.
La camorra agisce nel piccolo per ottenere ciò che vuole a suo vantaggio,è molto importnate il "tu dai a me,io da a te";apparte qualche singolare caso di eletti portati direttamente dalla camorra al comune o in provincia o in regione.Famoso fu il caso di Don Vito a Napoli,un boss mafioso,risaputo...e corrotto.
L'andrangheta agisce a livello regionale e nazionale ma sempre per ottenere qualcosa che abbia molti molti soldi dietro,appalti in primis.Ha tratto un'immensa parte di suoi guadagni dai buchi creati nel bilancio calabrese.L'omicidio di Fortugno è una svolta in termini "cominicativi" dell'andrina e la strage di duisburg è assolutamente un allarme,quandi i clan calabresi entrano in guerra tra di loro,spesso lo stato resta impotente di fronte a tanta forza e vemeenza dei suoi affiliati.
Cosa nostra primeggia come è naturale che sia,ovviamente ponendo contatti predominanti con i principali interpreti della politica nazionale.Da Andreotti a Dell'utri,passando per martelli e pannella.QUando cosa nostra decide,lo fa per tutt'italia e il capitolo stragi e ultimi 15 anni stanno a dimostrare coi fatti,quanto potere abbia cosa nostra e quanto sia più da temere e debellare rispetto alle altre due organizzazioini criminali.

Ultima modifica di Ser21 : 03-09-2007 alle 20:05.
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Old 03-09-2007, 20:07   #19
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c'è anche la sacra corona unita pugliese
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Igor
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ULIWOOD PARTY
Più mafia per tutti
MARCO TRAVAGLIO


Meno male che ci sono i mafiosi a ricordarci, ogni tanto, che la mafia esiste. Perché, se dipendesse dai politici, con giornali e tv al seguito, la Procura nazionale antimafia sarebbe già stata riconvertita in Procura nazionale antilavavetri. Ma Cosa Nostra è una cosa seria e non ci sta a farsi scavalcare da un pugno di “vulavà” armati di spugnetta. Così, di tanto in tanto, ci fa sapere che la mafia è viva e lotta insieme a noi. Quasi a sollecitare lo Stato a combatterla almeno un po’, per rendere più competitiva la partita, ma anche per regalare ai picciotti qualche emozione e un pizzico di allenamento.

L’altro giorno i boss han fatto l’ultimo tentativo per farsi notare dallo Stato, prima di mettersi a lavare i parabrezza delle auto ai semafori: hanno spedito da Milano al carcere di Opera due cartoline illustrate con la foto dello stadio San Siro e indirizzate a Riina e Provenzano, con il recapito volutamente sbagliato (“via Borsellino”), la data del 20 luglio (il giorno dopo la strage di via d’Amelio) e un saluto inequivocabile: “La pace è finita”. Siccome la posta dei boss è controllata, l’autore delle missive sapeva che sarebbero state intercettate dal Dap, cioè dal governo, cioè dallo Stato che la mafia dovrebbe combatterla.

Ma forse la scelta dell’illustrazione - lo stadio di San Siro - è un pensierino anche per il Cavaliere, che quello stadio calca a domeniche alterne con il suo Milan. Già il 22 dicembre 2002 Cosa Nostra usò un altro stadio, quello di Palermo, per issare uno striscione a caratteri cubitali con scritto: “Uniti contro il 41 bis. Berlusconi dimentica la Sicilia”. Un inquietante promemoria di possibili promesse tradite. Tanto più che qualche mese prima, il 2 luglio 2002, in videoconferenza dal carcere dell’Aquila, il boss Leoluca Bagarella, cognato di Riina, prese la parola dinanzi alla Corte d’assise di Trapani e lanciò un messaggio ai politici che non mantengono le promesse: «A nome di tutti i detenuti ristretti all’Aquila, sottoposti all’articolo 41-bis, stanchi di essere strumentalizzati, umiliati, vessati e usati come merce di scambio dalle varie forze politiche, informiamo la Corte che dal 1 luglio abbiamo iniziato una protesta civile e pacifica con la riduzione dell’ora d’aria... Tutto ciò cesserà quando le autorità preposte dedicheranno più approfondita attenzione alle problematiche che questo regime carcerario impone... I medesimi lamentano il modo in cui il ministro della Giustizia proroga di 6 mesi in 6 mesi il regime particolare del 41 bis... aggirando legge e l’art. 3 della Costituzione.».

Subito dopo, la protesta si estese al carcere di Ascoli, quello di Riina. E qualcuno alla Procura di Palermo propose di imbottire di cimici le celle dei boss coinvolti, per sapere dalla loro viva voce qualcosa di più preciso sui politici che usano la mafia come merce di scambio e poi tradiscono gli impegni. Ma l’allora procuratore Grasso non ritenne urgente la misura e la dispose soltanto diversi mesi dopo, quando i boss ormai parlavano d’altro.
In compenso il governo si affrettò a stabilizzare con legge ordinaria il 41-bis, gabellandolo per un colpo mortale alla mafia: in realtà, si agevolava oggettivamente il compito dei boss al 41-bis, che poterono chiedere (e spesso ottenere) la revoca dell'isolamento, prima pressoché impossibile quando - come spiegava egregiamente Bagarella -la misura era temporanea e veniva rinnovata di 6 mesi in 6 mesi.

Ora Cosa Nostra torna a farsi sotto. Con quali obiettivi? Il "papello" col programma politico della mafia, consegnato da Riina nei primi anni 90 a misteriosi (?) referenti politici, chiedeva sei cose. Quattro - depotenziare i pentiti, addolcire il sequestro dei beni, chiudere le supercarceri di Pianosa e Asinara, svuotare il 41-bis - sono cosa fatta. Ne restano due: la revisione delle condanne definitive per i boss e l'abolizione dell'ergastolo. Della prima si occupa un ddl dell'on. avv. Pecorella, che piace anche a parte dell'Unione; alla seconda lavora la commissione per la revisione del Codice penale al ministero della Giustizia. Forse sarebbe il caso che qualcuno dicesse qualcosa di preciso. Senza, beninteso, distogliere un briciolo di tempo ed energie dalla guerra ai terribili lavavetri.



l’Unità
31 agosto 2007
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