Antonello Venditti "canto Di Bartolomei e i campioni suicidi"

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20/7/2007 - COLLOQUIO

Antonello Venditti "Canto Di Bartolomei e i campioni suicidi"

MARINELLA VENEGONI

INVIATA A ROMA
Di un solo tradimento, Antonello Venditti non vuol proprio sentir parlare. Cambia discorso se gli si chiede un parere sulla diatriba culturale che scuote Roma, con Costanzo che accetta la direzione artistica del Brancaccio senza neanche avvertire l’ignaro predecessore Proietti; alza gli storici Ray-Ban: «Mi occupo solo di cose fuori dal Comune», sbotta. Peccato, però. Perché di Tradimento, Perdono e perfino Suicidio, intesi come impegnative categorie dello spirito e dunque concetti maiuscoli, è intrisa l’ispirazione del prossimo album di Venditti. Che è l’ex marito di Simona Izzo, a sua volta ex compagna di Costanzo: sono persone che costituiscono un noto esempio di rapporti solidali perduranti nel tempo. Ma il mondo non va sempre così, e lui lo sa bene.

Nell’amplia villa di Riano Flaminio dove abitò e che oggi gli serve soprattutto come set per le feste e sala di registrazione, racconta pezzettini di un puzzle artistico di densi contenuti esistenziali, non ancora terminato almeno ufficialmente: si intitola Dalla Pelle al cuore ed è il suo primo cd di inediti dopo 4 anni, ma uscirà soltanto il 16 novembre. Giusto per far sapere che sta per tornare, attorniato dai collaboratori e rinfrancato dal produttore storico Alessandro Colombini, il cantautore si rivela a metà, per non rovinare la sorpresa d’autunno. Definisce il cd «passionale, emozionante, tra laico e cristiano. Si parla d’amore, di vita, di politica, e dei tradimenti che attraversano la nostra esistenza». Dalla pelle al cuore sarà anche il singolo di traino: l’eterna storia di Tanta voglia di lei dei Pooh, con un lui che «il sesso fa partire, e l’amore fa tornare».

Se Venditti è in forma, le sue canzoni pop sgorgano come da una sorgente, ma oggi non è un percorso lieve. Tradimento e perdono, il secondo brano , canta: «Questo mondo coglione/Piange il campione/Quando non serve più». Si parla del suicidio di Luigi Tenco, Marco Pantani e Agostino Di Bartolomei, ex capitano della Roma che si sparò nel ’94: «Non ho voluto fare una canzone su Welby, ma qui c’è pure lui. Anche il suicidio è un tradimento, alla vita però. L’ho scritta il 30 maggio, anniversario della morte di Di Bartolomei, e del giorno in cui la Roma perse nell’84 la Coppa dei Campioni. Può avere valore anche per me, è una canzone preventiva; io penso che uno che ha successo, abbia diritto a più amore che non una persona normale: a volte, quando finisce la tua importanza, una parola può bastare».

Piove su Roma, intrisa di malinconia, è una briscola. Ampia melodia aperta dal pianoforte, con il finale affidato al sax sempre emozionante di Gato Barbieri; la vocalità inesausta di Venditti sfonda qui il muro del belcanto, spingendolo a un acuto da tenore. L’inizio è inequivocabile: «Piove su Roma, nemmeno questo tempo di merda mi consola». Conta di lasciarlo così? Si risente: «Lo stato d’animo per la fine di un amore è quello, fa parte dello stridore della poesia»; poi giura che ci sarà, nel disco, anche di meglio: «La più bella non la posso far sentire, non mancherà il Venditti impegnato, e che in uno o due pezzi alla batteria ci sarà Carlo Verdone». Si capisce che Venditti è convinto del suo lavoro, e spara battute felici: «Il Partito Democratico? E’ un po’ come il mio disco. Sappiamo il titolo, ne parleremo quando ci sarà. Ci vuole calma, non si possono fare le cose in 2 secondi: da buon ragazzo di sinistra, comunque, andrò a votare alle primarie. Oggi si sceglie il bello, il buono, l’onesto, indipendentemente da dove sta: la gente vuol sentirsi rappresentata nei sentimenti e nella vitalità. Pensi che a me guardano con simpatia pure i Laziali».
(La Stampa)

Da laziale e romano preferisco Lando Fiorini a Venditti