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12 Maggio Family day
Ora è inutile il Family day I cattolici rischiano il flop
di ANTONIO SOCCI Ma è ancora necessaria, oggi, la manifestazione dei cattolici contro i Dico del 12 maggio prossimo? Io penso di no, sarebbe meglio una veglia di preghiera in tutte le chiese visto che il 13 maggio è la festa della Madonna di Fatima. Mi sono convinto che la piazzata potrebbe essere addirittura controproducente e lancio un appello al ripensamento pur condividendo le posizioni della Cei sui Dico e avendo partecipato al loro progressivo affossamento. A suo tempo mi piacque l'idea della manifestazione, mi sembrò un salutare segno di risveglio del popolo cattolico. Ma oggi mi pare che l'obiettivo (spazzar via il pasticcio giuridico della Bindi) sia stato in gran parte già conseguito. Ieri sull'Unità è apparso questo titolo: «Dico sul binario morto. Nell'Unione ora l'argomento è tabù». Katia Zanotti, Ds, capogruppo nella Commissione Affari sociali, spiegava che si parla sempre meno dei Dico «perché c'è la consapevolezza (non resa esplicita) che il percorso parlamentare è in una impasse definitiva. Credo che non si arriverà mai all'approvazione di una legge». In Parlamento infatti, come nel Paese, non c'è una maggioranza a favore dei Dico. Lo si deve a quanto la Chiesa ha fatto per allertare le coscienze. Ma compito della Chiesa è convincere (e lo ha fatto), non vincere. Non ne ha bisogno. Se andasse in cerca di "vittorie politiche" rischierebbe di snaturarsi in partito, con conseguenze gravi per la fede che è infinitamente più importante dei Dico (del resto conviviamo da trent'anni con una legge che legalizza l'aborto, che è ben peggio, sul piano morale, dei Dico). La manifestazione è rischiosa anche per le reazioni che scatenerebbe. I segnali di questi giorni sono emblematici e preoccupanti. Non a caso l'altroieri padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, è dovuto correre ai ripari per mettere una toppa alla goliardata del 1° maggio e all'esagerata reazione dell'Osservatore romano. Padre Lombardi ha giustamente dichiarato: «È bene che tutti ci diamo da fare per disinnescare le tensioni» e per evitare «un riaccendersi di sproporzionati conflitti». I rischi della manifestazione Una manifestazione si espone al rischio di provocazioni e incidenti. Mentre la trasformazione del "Family day" in "Fatima day" sarebbe rasserenante e metterebbe la pietra tombale sui Dico senza colpo ferire. Manifestare oggi rischia di alimentare un cattolicesimo "reattivo", da sfida di piazza, un cattolicesimo che subisce il contagio dell'integralismo islamico, del suo modello di egemonia sui costumi, mentre un'altra parte della Chiesa resta subalterna all'ideologia progressista. Oltretutto i cattolici non sono neanche attrezzati per le adunate oceaniche d'impronta politica. Riescono nella Teheran degli ayatollah o nella Cuba di Fidel Castro. In Italia sono nella tradizione dei sindacati e della Sinistra. Perché scimmiottarli? Una cosa è esprimere lo stato d'animo e il buon senso della maggioranza degli italiani, come la Chiesa fece proponendo l'astensione nel referendum sulla legge 40 (e fu seguita dal 75 per cento degli italiani). Altra cosa è trasformare l'italiano normale, il cattolico normale, in militante di piazza, in truppa cammellata. È innaturale. Oltretutto oggi si constata che i parroci se ne infischiano, molti vescovi pure e le associazioni cattoliche di area "martiniana" sparano contro. Savino Pezzotta, portavoce del Family Day, ha lanciato «la sfida» annunciando che «il 12 maggio prossimo, in piazza San Giovanni a Roma, saremo in 100mila per un no laico ai Dico». Ma se davvero andasse così sarebbe un autogol clamoroso. In Piazza San Giovanni perfino il centrodestra ha portato due milioni di manifestanti: 100 mila persone è un flop, li mobilita Rifondazione comunista da sola. Farsi contare quando la battaglia è già vinta, mostrare questa estrema debolezza paradossalmente rischierebbe di far riesumare i Dico già morti. E farebbe pensare che Ruini e Bagnasco sono generali senza truppe, quando invece hanno un popolo, ma di cristiani, non di manifestanti. Centomila persone furono portate a Roma, in piazza San Pietro, da un solo movimento come Comunione e liberazione, il 24 marzo scorso, per un normale incontro col Papa (li quantificò l'Osservatore romano del 25 marzo: «La festa di centomila fedeli»). Se tutta la Chiesa italiana, diocesi, parrocchie, associazioni e movimenti, a Roma, per il "Family Day", non riesce a mobilitarne che 100mila significa che si va verso il suicidio. Il 18 giugno 2005 in Spagna i cattolici portarono in piazza per la famiglia più di 500 mila persone (e fu inutile). In Francia per la scuola libera manifestò qualche milione di persone. Se a Roma il 12 maggio fossero centomila o poco più sarebbe una disfatta. Oltretutto l'evento non è ben comprensibile per gli italiani. È noto infatti che molti vescovi e parroci e alcune associazioni che promuovono la manifestazione hanno votato Unione il 9 aprile 2006, quell'Unione che era già accesamente anticattolica. Siccome il centrosinistra ha vinto per ventimila voti si può dire che i cattolici sono stati determinanti. Se dunque, col loro voto, hanno mandato al potere Diliberto, Luxuria, Pannella, Caruso e Pecoraro Scanio, perché poi manifestano contro i Dico che stanno nel Programma dell'Unione? Era scritto nero su bianco. C'era un capitolo intitolato «Unioni civili». E recitava: «L'Unione proporrà il riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà alle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Al fine di definire natura e qualità di un'unione di fatto, non è dirimente il genere dei conviventi né il loro orientamento sessuale». Ora i deputati Binetti, Bobba, i ministri Fioroni e Mastella andranno al Family day. Ma loro sono stati votati sulla base di questo programma e hanno portato voti decisivi alla vittoria dell'Unione. È sensato manifestare contro se stessi? Meno dibattiti e più battiti Quanti vescovi, parroci e associazioni invece di manifestare dovrebbero fare un mea culpa pubblico per il voto all'Unione e chiedere scusa ai tanti fedeli che hanno indotto in errore? Alla stessa Cei, che ha ispirato la manifestazione, s'impone una domanda: se i Dico rappresentano un fatto moralmente così grave, perché non si chiede conto anzitutto ai tanti vescovi che hanno votato Unione? La "Nota" della Cei dà un giudizio gravissimo sui parlamentari cattolici che voteranno i Dico, ma sui vescovi e i preti che hanno votato lo schieramento con quel programma? Nel documento dell'ex S.Uffizio a cui fa riferimento la Nota si dice che - oltre ai politici cattolici - «tutti i fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali». E i vescovi e i preti no? Perché invece di manifestare, rischiando di compromettere l'archiviazione dei Dico - non si fa un serio esame di coscienza ecclesiale, magari da estendere al modernismo che viene insegnato nei seminari e nelle facoltà teologiche? Un grande convertito come Giovanni Testori raccomandava ai cattolici: «Meno dibattiti e più battiti». Forse sarebbe il caso di sostituire la manifestazione del 12 con una preghiera alla Madonna di Fatima, magari rinnovando la consacrazione dell'Italia al Cuore Immacolato di Maria che fu fatta in altri tempi. Ratzinger da cardinale mise in guardia dal rischio pelagiano di dare il primato alla «nostra azione» anziché «all'azione di Dio nel nostro mondo». Disse che se «dobbiamo trasformare noi il mondo e creare noi la redenzione, il mondo migliore, un mondo nuovo, se si pensa così ecco che il cristianesimo è morto». Invece è Cristo che opera e cambia i cuori e la storia. Per questo a Fatima la Madonna ha rivelato che il rosario (come la penitenzpenitenza) è molto più potente di mille manifestazioni. Ascoltiamola. ------ Al di la di alcune cose fuori dal mondo che dice socci....ma come non capisco ![]() ![]() ![]() ma tutta sta voglia di famiglia?
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Sono contrario al matrimonio dei preti: se fanno figli, siamo finiti. (cit) Ultima modifica di indelebile : 04-05-2007 alle 21:11. |
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#2 |
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La denuncia dei fedeli: preti distratti sul Family day
Il Papa: famiglia prima di tutto. Ma le parrocchie non si mobilitano Nonostante la discesa in campo dei vescovi e delle più alte gerarchie della Cei, compreso il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, molti parroci sembrano "distratti" verso il Family Day e non si sentono mobilitati più di tanto. Gli organizzatori dell'evento del 12 maggio, a pochi giorni dalla fatidica giornata, lamentano proprio lo scarso coinvolgimento parrocchiale. I movimenti sono più che attivi sul fronte; basti pensare che Rinnovamento nello Spirito, il 30 aprile, a Rimini, ha organizzato un vero e proprio "pre-Family Day", invitando praticamente tutti coloro che saranno in piazza San Giovanni tra meno di due settimane: da Savino Pezzotta, scelto dal Forum delle famiglie come portavoce insieme a Eugenia Roccella, ai teodem Paola Binetti e Luigi Bobba, all'attrice Claudia Koll. Ma dalle parrocchie segnali pochi: «Eppure», ci si lamenta tra gli organizzatori, «basterebbe che ogni grossa parrocchia organizzasse un pullman e a Roma arriverebbero milioni di persone». La preoccupazione arriva anche da Radio Maria. In una tavola rotonda organizzata domenica scorsa sul tema «Verso il Family Day» nella sede di Erba della radio, il conduttore Marco Invernizzi ha sottolineato con rammarico che la sensazione diffusa, anche tra i moltissimi ascoltatori, è che appunto i parroci abbiano organizzato ben poco. Eppure tutti loro hanno ricevuto il kit "familiare": una lettera da affiggere con la spiegazione di cosa significa andare a San Giovanni il 12 maggio e un pacco di 600 volantini da distribuire ai parrocchiani. Ma, a quanto pare, in pochi hanno - fino a questo momento sfruttato appieno il materiale arrivato da Roma. C'è poi, anche tra i gruppi cattolici, chi rema contro il Family Day, contestandolo apertamente e invitando a non partecipare. Gruppi come Città dell'uomo, Gruppo Pace di S. Angelo, Promozione donna, La Rosa Bianca, Noi Siamo Chiesa, Pax Christi, organizzano infatti a Milano, proprio l'11 maggio, un incontro su "Crisi della famiglia, futuro della famiglia: voci in libertà", presso la Fondazione Lazzati, che nel sito di Noi siamo Chiesa viene presentata come il «perché non andiamo a Roma il 12 maggio». Tutto questo mentre il Papa torna ad affrontare il tema che gli sta più a cuore: la famiglia come frutto del matrimonio tra uomo e donna. «Se gli esseri umani non sono visti come persone, maschio e femmina, creati a immagine di Dio, dotati di una dignità inviolabile, sarà ben difficile raggiungere una piena giustizia nel mondo»: queste le parole di Benedetto XVI, inviate in un messaggio alla Pontificia accademia delle Scienze sociali. «Solo l'amore all'interno della famiglia, fondata su un uomo e una donna, creati a immagine di Dio, può assicurare», prosegue il Pontefice, «quella solidarietà inter-generazionale che trasmette amore e giustizia alle generazioni future». di CATERINA MANIACI LIBERO 3 maggio 2007 --------------- Marco Invernizzi invita a mobilitarsi per il 12 maggio a piazza San Giovanni L’allarme di Alleanza cattolica: «Parrocchie poco impegnate» «Cari amici, è preoccupante la superficialità con cui molti si stanno preparando, o meglio non preparando, al Family Day di sabato 12 maggio. Mi riferisco soprattutto alle parrocchie, la gran parte delle quali non sta organizzando nulla». È l’appello, per meglio dire l’allarme, lanciato dal presidente di Alleanza cattolica, Marco Invernizzi, per l’incontro in piazza San Giovanni a Roma, organizzato dal Forum delle famiglie. «Il mio non è un atto di accusa, ma un invito a riflettere», spiega. Alleanza cattolica è un’associazione piccola ma combattiva. Vi aderiscono un migliaio di persone, tra i più noti, il sociologo Massimo Introvigne e i parlamentari di An, Alfredo Mantovano e Riccardo Pedrizzi. «Purtroppo non ci si rende conto della posta in gioco - interviene Mantovano -. C’è un attacco non solo alla famiglia, ma alla vita in tutti i suoi aspetti». C’è chi ha parlato del rischio di strumentalizzazioni politiche. Non è d’accordo Invernizzi: «Il Forum delle famiglie ha detto con chiarezza che non è una manifestazione di parte. L’unico richiamo alla politica è l’importanza della famiglia». Ma nelle parrocchie non mancano le discussioni. Nel milanese, ad esempio, un consiglio parrocchiale ha preferito non aderire alla manifestazione per non creare spaccature tra le diverse sigle di appartenenza. In altre parrocchie, i volantini sono tenuti ben nascosti. E in altre ancora, sarebbero stati gli stessi parroci a esprimere perplessità. Tra la ventina di associazioni che hanno sottoscritto l’iniziativa, ce ne sono alcune, più vicine al sinistra, che, in realtà, vacillano. In primis, l’Azione cattolica, le Acli, e la stessa struttura di coordinamento Retinopera. Ma per il portavoce del Family Day, Savino Pezzotta, si tratta solo di casi isolati. «Sarà una grande mobilitazione - interviene -. Puntiamo a 100mila persone. Registro forti adesioni di parrocchie e movimenti. Solo qualche giorno fa a Rimini, 25mila persone del Rinnovamento dello Spirito hanno espresso piena adesione ». Ottimismo che però non trova d’accordo il presidente di Alleanza cattolica, che sottolinea come si tratti della prima manifestazione in piazza dei cattolici dal 18 aprile del ‘48. «Così si rischia di perdere una grande occasione per promuovere la famiglia come “cuore pulsante” della società italiana. Bisogna essere consapevoli che se la manifestazione del 12 maggio sarà un fallimento non ci sarà un’altra opportunità per difendere la famiglia fondata sul matrimonio. Se accadrà questo, le famiglie italiane rischiano di rimanere senza protezione legale e fiscale, ridotte a soggetto privato di natura affettiva, senza alcun rilievo pubblico, così come vuole l’ideologia relativistica dominante». di Irene Trentin L’INDIPENDENTE 3 maggio 2007
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#3 |
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Family Day???
Ma lo fa la chiesa in Italia e usano termini stranieri. Ma non vogliono ripristinar la messa in latino? e che usino quello o almeno la lingua italiana! Come lo school day della Moratti: ma siam in Italia o in una colonia anglo-americana? Vabbè, scusate lo sfogo OT ma non sopporto il ricorso a lingue straniere soprattutto quando non è necessario (e il ministero del WELFARE!!! lo vogliamo dimenticare?)
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#4 | |
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#5 |
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tipica trasmissione familiare da prime-time...
fa piacere vedere mastella col sorriso arrapato...
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#6 | |
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#7 | |
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#8 |
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#9 |
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#10 | |
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![]() ma da una parte sono più verso una tendenza a mantenere le parole italiane se si può (non di certo nell'IT) dall'altra son d'accordo: sticazzi. Famo 'i 'mericani ![]()
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#11 |
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Ultima modifica di Lucrezio : 05-05-2007 alle 10:29. |
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#12 |
Bannato
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un po' come di punto in bianco negli ultimi 10 anni s'è cominciato a usare il termine "welfare" (anche il ministero si chiama così ormai) come se fosse una cosa nuova
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#13 |
Bannato
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Ultima modifica di Lucrezio : 05-05-2007 alle 10:30. |
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#14 | |
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la legge non sarà probabilmente approvata e questo metterà l'Italia fra gli ultimi posti in Europa. sono curioso di vedere quanta gente andrà veramente al Famili day , tanto per capire quanto è determinate l'opinione di poche persone che guidano la Chiesa cattolica rispetto al resto dei cittadini italiani. Ultima modifica di D.O.S. : 04-05-2007 alle 22:31. |
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#15 | |
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#16 |
Bannato
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#17 |
Bannato
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#18 |
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“ Fiat iustitia, et pereat mundus”-המעז מנצח - ![]() Ultima modifica di dantes76 : 05-05-2007 alle 11:18. |
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#19 |
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Città: Trento, Pisa... ultimamente il mio studio...
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"Expedit esse deos, et, ut expedit, esse putemus" (Ovidio) Il mio "TESSORO": SuperMicro 733TQ, SuperMicro X8DAI I5520, 2x Xeon Quad E5620 Westmere, 12x Kingston 4GB DDR3 1333MHz, 4x WD 1Tb 32MB 7.2krpm ![]() |
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#20 |
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posso mettere qualcosa de IlVernacoliere?
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