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|  19-12-2005, 14:43 | #1 | 
| Bannato Iscritto dal: Aug 2004 Città: Roma       Status:Superutente     Messaggi totali:38335     Auto:Fiat Stilo 1.9 MJT     Moto:Ducati Sport 900 IE 
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				Laurea triennale? No grazie.
			 
		http://www.repubblica.it/2005/l/sezi...triennali.html La maggior parte degli studenti considera inutile la laurea di primo livello e la grande maggioranza continua. Colpa del mondo del lavoro. Ma anche dei prof Il flop delle lauree triennali niente lavoro e si resta all'università di SIMONE CERIOTTI <B>Il flop delle lauree triennali<br>niente lavoro e si resta all'università</B> Traguardo finale o step intermedio? Secondo le prime indagini sulle prospettive dei laureati nel nuovo ordinamento, solo una minoranza dice addio ai libri dopo il titolo triennale. Gran parte degli studenti rimanda così l'appuntamento con il mondo del lavoro e, con il primo "pezzo di carta" in tasca, inizia la caccia alla laurea specialistica. I dati nazionali di Almalaurea relativi al 2004 parlano chiaro: su 47 mila laureandi di primo livello interpellati, oltre il 76 per cento si è dichiarato intenzionato a proseguire, contro il 54 per cento dei laureati del vecchio ordinamento. Da un'indagine successiva, è risultato che il 66 per cento dei "triennalisti" abbia poi puntato proprio sulla laurea di secondo livello (più che su master o scuole di specializzazione). L'intenzione di proseguire raggiunge punte del 95 per cento nel gruppo disciplinare psicologico, dove evidentemente la laurea triennale è vissuta come un passaggio obbligato per arrivare ad altri obiettivi. Questo trend, rilevato qualche mese fa, è confermato anche da altre ricerche di carattere territoriale. Il consorzio interuniversitario lombardo "Cilea" ha presentato nei giorni scorsi un rapporto su otto atenei in cui si confrontano le scelte di laureati triennali e di vecchio ordinamento che hanno concluso gli studi nello stesso periodo (in questi anni i due modelli universitari si sono trovati a coesistere). Ciò che emerge chiaramente è la maggiore propensione dei laureati del nuovo ordinamento a proseguire, in misura doppia rispetto agli altri. Grazie alla formula del nuovo ordinamento la percentuale di studenti che si laurea fuori corso è diminuita. Ma contrariamente a quanto previsto dagli ideatori della riforma (l'idea di avere giovani dottori capaci di competere con i colleghi europei), chi si laurea in corso non si affaccia sul mercato del lavoro. Almalaurea rivela che proprio gli universitari "regolari", cioè i laureati under 23, sono più portati a proseguire la formazione con la laurea specialistica. Succede mediamente nell'85 per cento dei casi, con punte del 92 per cento tra i laureati del Sud. Una così alta percentuale di iscritti al biennio successivo alla laurea triennale rappresenta certamente un'anomalia, almeno rispetto agli scopi che hanno mosso questo disegno di riforma. Come si spiegano questi dati? Andrea Cammelli, direttore di Almalaurea, individua tre motivazioni, partendo dalle difficoltà del mondo del lavoro: "È vero, c'è una parte persino eccessiva di studenti che chiede di proseguire. Il problema però non è solo la struttura di questa riforma. Il mondo del lavoro, in tutti i settori, vive un'oggettiva fase di stagnazione che rende difficile l'immissione dei laureati. Così si crea una percezione negativa delle prospettive occupazionali e l'università diventa un parcheggio. Era così già prima della riforma, ma ora, con il 3+2, gli atenei sono diventati un parcheggio a due piani. Eppure sulla carta l'Italia avrebbe un gran bisogno di laureati, visto che Spagna, Francia e Inghilterra ne sfornano il triplo di noi". La seconda causa che, secondo il direttore di Almalaurea, sta alla base del plebiscito a favore del percorso di laurea completo, va ricercata all'interno degli atenei: "I docenti sono scontenti e non aiutano gli studenti a compiere una scelta serena. Quante volte i ragazzi si sentono ripetere, in aula, che la laurea triennale non è sufficiente, che è un titolo di serie B... Questo atteggiamento è dovuto soprattutto al nervosismo dei professori, costretti a ripensare i corsi di studio in tempi rapidissimi. È stato lasciato poco tempo ai docenti per entrare davvero nello spirito della riforma”. L'ultima motivazione è squisitamente finanziaria: "Quella del 3+2 - conclude Cammelli - è una riforma che si può definire 'a finanziamento zero'. I rettori sono in difficoltà a far marciare il nuovo ordinamento, perché nel bilancio di un ateneo sono importanti anche gli introiti derivanti dalle (più costose) lauree di secondo livello. Attualmente un ateneo non vuole rischiare di perdere gli studenti dopo tre anni. Alla luce di tutto questo, mi domando da dove possano provenire gli stimoli per convincere un ragazzo a fermarsi alla triennale". (19 dicembre 2005) | 
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|  19-12-2005, 15:09 | #2 | |
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 Finché le aziende continueranno a pagarli come i diplomati ... chi te lo fa fare di studiare ancora ? 
				__________________ Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn | |
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|  19-12-2005, 15:11 | #3 | 
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		In prospettia è un fallimento: doveva servire a garantire un maggiore inserimento nel mondo del lavoro. Perchè dal punto di vista pedagogico si era capito subito che era un disastro... A Filosofia tolsero i classici dal programma perchè non erano "quantificabili in crediti" (  ). 
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|  19-12-2005, 16:49 | #4 | |
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 Per quale motivo poi dovrebbero guadagnare di piu' a priori? una laurea ti da già un vantaggio diciamo "culturale" rispetto agli altri, e in piu' ti inquadrano già a buon livello, il resto bisogna dimostrarlo... | |
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|  19-12-2005, 17:18 | #5 | |
| Senior Member Iscritto dal: Apr 2002 Città: PD 
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|  19-12-2005, 17:39 | #6 | |
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 ma in che mondo vivete? bisogna dimostrare di valere... se poi uno si laurea pensando solo al fatto economico parte già con il piede sbagliato... E' una questione di punti di vista, secondo te ti sei fatto il mazzo perche' hai studiato, secondo un non laureato ti sei divertito a fare un cazzo per 6-7 anni   la verità starà nel mezzo, e cmq un laureato parte sempre in vantaggio... | |
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|  19-12-2005, 17:39 | #7 | |
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|  19-12-2005, 17:51 | #8 | |
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|  19-12-2005, 18:39 | #9 | |||||
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 Se vai in una azienda che tu abbia un diploma o una laurea é lo stesso Quote: 
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 Se voglio studiare qualcosa per gli affari miei posso prendermi un libro e leggermelo da solo , se investo tempo e denaro ( tanto ) in una laurea spero di rientrare nell' investimento . Quote: 
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|  19-12-2005, 19:41 | #10 | |
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 C'è una percentuale bassissima di laureati che come tali possono rispecchiarsi professionalmente anche nel lavoro. Nella maggioranza spesso un valido diplomato con una valida esperienza gli fa le scarpe ai laureati anche grazie a molta umilta' e voglia di apprendere che i laureati oggi giorno hanno perso per la strada. troppi sbruffoncelli che con un pezzo di carta hanno la pretesa di sapere tutto e che tutto gli sia dovuto ... bene questi sono da stroncare sul nascere ... | |
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|  19-12-2005, 19:43 | #11 | |
| Senior Member Iscritto dal: Jul 2004 Città: verona 
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|  19-12-2005, 19:57 | #12 | |
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|  19-12-2005, 19:58 | #13 | |
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 e aggiungo che i leccapiedi ad un certo punto si fermano, laureati o no   | |
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|  19-12-2005, 20:11 | #14 | |
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  LuVi | |
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|  19-12-2005, 20:12 | #15 | 
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		Detto così terra terra è una gran vaccata. Alla specialistica mi ritrovo a rifare alcune materie sempre con lo stesso professore e parole loro, il programma non cambia.   A parte queste piccoli episodi simpatici, in 3 anni quantitativamente mi sono fatto 33 esami, non tutti i 33 esami si possono equiparare a quelli di una laurea vecchio ordinamento, ma quasi i 2/3, dico questi perchè erano anche gli stessi esami per gli studenti del vecchio ordinamento, studenti che venivano sbattuti qua e la per farli finire e togliersi dalle scatole questi rimasugli della vecchia laurea. Ma questi sono solamente uno dei mille mila di esempi che posso fare. La riforma poteva essere una gran cosa magari quando l'avevano pensata, ma la sua attuazione è un pollice verso. Mi viene ancora da ridere a pensare che la conoscenza e l'apprendimento sono misurate in crediti. Esami complessi che durano 100 ore e quindi 4 crediti, possono essere equiparati ad esami molto più leggeri che li risolvi studiando un libro...   | 
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|  19-12-2005, 20:12 | #16 | |
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    Si vede che ne sapete ben poco dell'argomento  Senza offesa per te, matrizoo. LuVi | |
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|  19-12-2005, 20:17 | #17 | |
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 Ma poi mi chiedo ... come mai sono sempre gli altri a saperne meno di te ? | |
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|  19-12-2005, 20:24 | #18 | |
| Senior Member Iscritto dal: Nov 2000 Città: Bolzano 
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 e cmq ho ragione io, perche' arriva piu' in alto un leccapiedi laureato che uno diplomato   | |
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|  19-12-2005, 20:31 | #19 | |
| Senior Member Iscritto dal: Jun 2001 Città: Montebelluna (TV) 
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 Qui dalle mie parti se arrivi alla dirigenza ci sono 2 possibilità: la prima è che sei parente dei proprietari, e la seconda che sei il loro fantoccio. Alla maggior parte delle persone in gamba non è permesso arrivare in alto. | |
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|  19-12-2005, 20:34 | #20 | |
| Bannato Iscritto dal: Aug 2004 Città: Svizzera 
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   edit: non ero sicuro dei dati citati dall'articolo e cosi chiedevo se qualcuno aveva qualche info in più. Ultima modifica di Swisström : 19-12-2005 alle 20:37. | |
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