"Embeddare" video non infrange il diritto d'autore: lo dice la UE
Colpo di scena dalla Corte Europea, che dimostra buonsenso in una sentenza che verrà pubblicata a breve: embeddare video non significa infrangere il diritto d'autore
di Alessandro Bordin pubblicato il 31 Ottobre 2014 nel canale WebLa conclusione a cui la Corte Europea è giunta in tema di embed video e copyright potrebbe aprire nuovi scenari nel web, o quantomeno far nascere speranze che non tutti quelli che legiferano su questi temi siano degli incompetenti. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire come si è arrivati, in sede UE, a dover trattare un argomento di questo tipo. Alcuni giudici tedeschi si sono rivolti alla Corte Europea per avere un parere su un caso di difficile soluzione: una società tedesca riteneva illecito che un suo video promozionale venisse embeddato da due concorrenti senza che questi ne chiedessero il consenso, rivolgendosi di conseguenza agli organi giuridici.
Ricordiamo brevemente che "embeddare", termine orribile in italiano ma di uso sicuramente più comune che integrare, includere o del più corretto incorporare, consiste nel riportare all'interno di pagine web contenuti quasi sempre video, presi ad esempio da YouTube integrando un codice messo a disposizione da YouTube stessa. L'operazione vale anche, ovviamente, per altri siti che offrono le medesime possibilità.
Il parere della Corte UE, che sarà presto pubblicato, è destinato a far discutere e a causare qualche grattacapo: embeddare video non infrange il copyright e, nel caso specifico, le due aziende accusate di averlo fatto otterranno molto probabilmente un'assoluzione piena. La decisione non è stata presa tirando a testa o croce, ma basandosi su un ragionamento che ha il suo fondamento nel buonsenso: se il video in questione viene appunto embeddato e non scaricato in locale, i "click" sono riconducibili comunque al sito dove risiede fisicamente il video, ovvero nella sua posizione originale. L'embedding, dunque, è stato equiparato all'inserimento di un semplice link.

La decisione è destinata a far discutere: i più informati infatti ricorderanno che verso la fine del 2011 la SIAE, insieme ad altri omologhi europei, ha di fatto imposto il pagamento di un compenso a chi embedda trailer cinematografici, proprio per rispettare il diritto d'autore in riferimento alla colonna sonora. Lo si legge chiaramente sul sito della SIAE stessa:
I magazine e i blog cinematografici on line e gli altri siti aumentano la loro attrattività verso gli utenti (e quindi verso gli inserzionisti pubblicitari) arricchendo con i trailer e con la musica in genere i loro contenuti. E’ una bella opportunità offerta dal digitale con costi che, grazie alle soluzioni tecnologiche disponibili, come embedding e deep link, sono ormai alla portata di moltissimi siti e blog. In questo modo la rete è un vivaio di iniziative e di idee ed è anche un motore di sviluppo economico. Chi riesce ad azzeccare l’idea commercialmente più valida e a veicolarla ad un pubblico sempre più vasto, ha la possibilità di beneficiare economicamente della sua attività e del suo spirito imprenditoriale.
La musica è chiaramente tra le materie prime dei contenuti audiovisivi come i trailer. Dov’è la sorpresa se un’impresa deve pagare quando si procura le materie prime per fare business? Grazie ai produttori e ai distributori cinematografici i trailer arrivano pronti all’uso ai siti e alle riviste on line che trattano dell’argomento. L’unico diritto da pagare è quello per le colonne sonore. Chi le utilizza dovrebbe trovare tutti i titolari delle varie musiche, ma con la licenza della SIAE gli utenti risolvono il problema con un unico pagamento.
In pratica, chi ha un sito a fini di lucro (basta avere AdSense) è tenuto a pagare per integrare un trailer, poiché SIAE considera doveroso pagare per i diritti sulle colonne sonore ogni qual volta questa viene mandata in play, a prescindere dal chi come dove e perché. Inutile sottolineare il contrasto di questa linea con quella adottata dalla UE nei giorni scorsi (che ha anche un precedente simile del febbraio 2014), motivo per cui sarà interessante capire quali saranno gli sviluppi della vicenda.







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34 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPer fortuna stanno nascendo alternative alla SIAE
Per fortuna stanno nascendo alternative alla SIAE/SCF e compagnia bella, che non ha l'esclusiva sul diritto d'autore. Un esempio recente è SoundReef (www.soundreef.com/it/), speriamo che la competitività faccia rinsavire la SIAE (poco ci credo) altrimenti ha vita molto breve.Si adegueranno altrimenti arriva una bella multa
Verrà il giorno nel quale la tutela sul diritto d`autore sarà unificata a livello europeo quindi la fine della SIAE e delle assurdità che ha imposto.
Sono rimasto senza parole dopo aver letto questa enorme stupidaggine. Forse sarà di uso più comune fra gli ignoranti come lei. Sono proprio gli ignoranti come lei che contribuiscono alla diffusione di parole che non esistono in alcun vocabolario, né inglese e né tantomeno italiano, parole come scannerizzare, linkare, loggare ed altre. Usi le corrispondenti parole italiane, almeno per il rispetto dovuto a chi legge ciò che lei scrive. Mi piacerebbe poterglielo dire in faccia, può contattarmi sulla mia mail.
Con tale incipit, l'articolo, ovviamente, per me è morto lì.
Sono rimasto senza parole dopo aver letto questa enorme stupidaggine. Forse sarà di uso più comune fra gli ignoranti come lei. Sono proprio gli ignoranti come lei che contribuiscono alla diffusione di parole che non esistono in alcun vocabolario, né inglese e né tantomeno italiano, parole come scannerizzare, linkare, loggare ed altre. Usi le corrispondenti parole italiane, almeno per il rispetto dovuto a chi legge ciò che lei scrive. Mi piacerebbe poterglielo dire in faccia, può contattarmi sulla mia mail.
Con tale incipit, l'articolo, ovviamente, per me è morto lì.
Ma che ti sei bevuto? Troll dei miei stivali, l'accademia della crusca la pensa diversamente da te:
http://www.accademiadellacrusca.it/...are-scansionare
ps: e quotare con omissione è da canaglia:
Sono rimasto senza parole dopo aver letto questa enorme stupidaggine. Forse sarà di uso più comune fra gli ignoranti come lei. Sono proprio gli ignoranti come lei che contribuiscono alla diffusione di parole che non esistono in alcun vocabolario, né inglese e né tantomeno italiano, parole come scannerizzare, linkare, loggare ed altre. Usi le corrispondenti parole italiane, almeno per il rispetto dovuto a chi legge ciò che lei scrive. Mi piacerebbe poterglielo dire in faccia, può contattarmi sulla mia mail.
Con tale incipit, l'articolo, ovviamente, per me è morto lì.
"incipit" ... oh oh, colto in fallo (fallo? oh oh, è ben ambiguo il temine in questa sua cara lingua italica)
Rispondendole a tono, scusi tanto, usi lei per primo la corrispondente parola italiana anzichè un termine proveniente da una lingua morta, almeno per il rispetto dovuto a chi legge ciò che lei scrive. Mi piacerebbe poterglielo dire in faccia, lasciandole il tempo di documentarsi prima su cosa significa lingua parlata a differenza di lingua morta, ma lasciamo perdere simili beghe da bar completamente OT (fuori tema), non stia neppure a rispondermi (neppure? ma 2 negazioni afferman o no? altra perla italiota).
Dopo tale [U]incipit[/U], lei per me è morto.
Io non farei un'affermazione assoluta in tal genere, perché proprio come consumatori molte volte è altamente penalizzante invece.
Vedi la mancata indicazione in etichetta nei prodotti alimentari di alcune sostanze, vedi la mancata tutela dei prodotti nostrani tipici che vengono contraffatti bellamente all'estero, vedi la possibilità di indicare come prodotto italiano qualcosa che invece non sia stata fatto con materie prime italiane ma solo in percentuale (tipo l'olio d'oliva), vedi l'innalzamento delle soglie di tossicità (tipo arsenico, benzene e altri veleni vari) quando non si voglia invece andare a bonificare il problema all'origine ad esempio nelle falde acquifere, ecc ecc ecc.
Visto che è un OT mi fermo qui.
Patetico tentativo di trollaggio (sì, un Cruscante probabilmente mi avrebbe già cassato per aver osato scrivere questo orribile verbo); come unica (modesta) nota di merito l'aver utilizzato un linguaggio elegante e ricercato, dando al messaggio una (vaga) parvenza di serietà. In effetti, il "Joke" nel nickname dovrebbe far riflettere...
E, come dice l'ottimo Therinai, è canagliesco omettere il punto saliente nella citazione.
Don't feed the troll.
P. S. Concordo pienamente con Cloud76.
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