Il Consiglio di amministrazione di OpenAI ha rifiutato all'unanimità l'offerta da 97,4 miliardi di dollari di Elon Musk
Il consiglio di amministrazione di OpenAI ha formalmente rifiutato l'offerta da 97,4 miliardi di dollari di un gruppo di investitori guidati da Elon Musk per l'acquisto della società non profit che controlla l'azienda di intelligenza artificiale.
di Manolo De Agostini pubblicata il 15 Febbraio 2025, alle 06:29 nel canale WebOpenAI
"OpenAI non è in vendita e il Consiglio di amministrazione ha respinto all'unanimità l'ultimo tentativo di Musk di distruggere la concorrenza. Qualsiasi potenziale riorganizzazione di OpenAI rafforzerà la nostra organizzazione non profit e la sua missione di garantire che l'AGI vada a beneficio di tutta l'umanità."
Con queste parole, pubblicate sull'account X OpenAI Newsroom, il presidente Bret Taylor, a nome del CdA, ha respinto "all'unanimità" l'offerta del miliardario Elon Musk di acquistare la società non profit che controlla l'azienda di intelligenza artificiale per 97,4 miliardi di dollari.
"OpenAI is not for sale, and the board has unanimously rejected Mr. Musk's latest attempt to disrupt his competition. Any potential reorganization of OpenAI will strengthen our nonprofit and its mission to ensure AGI benefits all of humanity."
— OpenAI Newsroom (@OpenAINewsroom) February 14, 2025
—Bret Taylor, Chair, on behalf of…
Secondo il New York Times, OpenAI ha anche inviato una lettera all'avvocato di Musk, Marc Toberoff, affermando che l'offerta "non era nel migliore interesse della missione [di OpenAI]".
All'inizio della settimana, Musk, la sua azienda di intelligenza artificiale xAI e un gruppo di investitori avevano avanzato un'offerta di acquisto dell'organizzazione non profit di OpenAI per quasi 100 miliardi di dollari. Il CEO di OpenAI, Sam Altman, e il Consiglio di amministrazione avevano subito respinto la proposta, ma solo verbalmente. Ora è arrivato anche l'atto formale. "No grazie, ma compreremo Twitter per 9,74 miliardi di dollari se vuoi", scrisse a stretto giro Altman su X.
Musk e OpenAI sono impegnati in un contenzioso che ruota attorno alla struttura e alla missione della società. Il patron di Tesla, tra i fondatori di OpenAI, ha intentato una causa l'anno scorso contro l'azienda e Altman, accusandoli di comportamenti anticoncorrenziali e frode, tra altre violazioni.
OpenAI è stata fondata come organizzazione non profit prima di passare, nel 2019, a una struttura "a profitto limitato". L'organizzazione non profit è l'unico azionista di controllo della società OpenAI a profitto limitato, che mantiene la responsabilità fiduciaria formale nei confronti dello statuto dell'organizzazione non profit. Attualmente, OpenAI è in fase di ristrutturazione, questa volta verso una tradizionale società a scopo di lucro, nello specifico una società di pubblica utilità. Tuttavia, con la sua causa, Musk sta cercando di bloccare questa conversione.
In una dichiarazione depositata in tribunale, gli avvocati di Musk hanno sostenuto il loro assistito sarebbe stato pronto a ritirare l'offerta di acquisto se il CdA di OpenAI avesse "preservato la missione dell'ente di beneficenza" e bloccato la conversione di OpenAI in una società a scopo di lucro.

Gli avvocati di OpenAI, dal canto loro, hanno definito la mossa di Musk "un'offerta impropria per indebolire un concorrente" e una contraddizione con la sua posizione in tribunale, secondo cui un trasferimento delle attività della startup tramite ristrutturazione violerebbe la sua missione di trust di beneficenza.
Nell'ambito del cambiamento societario previsto, si prevede che l'azienda paghi un valore equo per le attività della non profit. In precedenza, OpenAI aveva dichiarato che avrebbe compensato la non profit sotto forma di capitale. Il punto è quanto. Con l'offerta di 97,4 miliardi di dollari, Musk potrebbe aver alzato la soglia di quanto OpenAI dovrà destinare in questo passaggio societario.
In una dichiarazione a Business Insider, Marc Toberoff, avvocato del gruppo di investitori guidato da Musk, non ha manifestato sorpresa per il rifiuto dell'offerta, ma ha dichiarato: "Siamo sorpresi di vedere il Consiglio di amministrazione, che ha il dovere fiduciario di valutare attentamente l'offerta in buona fede per conto dell'ente, usare lo stesso tipo di doppio linguaggio difensivo che Altman ha usato per testimoniare al Senato".
"Ovviamente stanno mettendo in vendita i beni dell'ente (il controllo dell'impresa a scopo di lucro). È questo il senso della loro 'riorganizzazione'. La stanno solo vendendo a sé stessi a una frazione di quello che Musk ha offerto, arricchendo i membri del Consiglio di amministrazione, Altman, Brockman e altri, piuttosto che l'ente di beneficenza, in una classica transazione di auto-vendita. Qualcuno può spiegare in che modo questo giova a 'tutta l'umanità'?"










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11 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoA parte che di profit ne fai quanti ne vuoi...carichi di spese e fai rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta...
guarda tutte le noprofit dove chi è a capo guadagna 100k all'anno lol
Stanno dicendo qualunque cosa per smerdare DeepSeek...
E francamente ne ho le saccocce piene delle politiche USA
E francamente ne ho le saccocce piene delle politiche USA
Giusto, meglio quelle cinesi del social credit score
Però il social credit score è interno alla Cina e non ce lo vogliono certo imporre, mentre le politiche muscolari, le ingerenze e gli insulti che ultimamente ci arrivano dall'America ci riguardano eccome
Anche negli USA c'è un credit score, riferito allo storico dei debiti pagati. Non è social come quello cinese, ma dato che negli USA campano di carte di credito, non c'è poi molta differenza.
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