Accordo commerciale UE-USA: dazi al 15%, ma zero su alcuni settori. Trump esulta
L'Unione Europea e gli Stati Uniti hanno siglato un nuovo accordo commerciale che prevede una tariffa unica del 15% sulla maggior parte delle esportazioni UE, zero dazi su prodotti strategici come semiconduttori ed energia. Cooperazione rafforzata su AI e sicurezza economica.
di Manolo De Agostini pubblicata il 28 Luglio 2025, alle 09:01 nel canale WebL'Unione Europea e gli Stati Uniti hanno raggiunto un'intesa commerciale di ampio respiro che promette di ridurre le incertezze economiche in un contesto globale segnato da instabilità geopolitica e transizione tecnologica. L'accordo, annunciato dalla Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, fissa una nuova base per i rapporti transatlantici sul fronte delle tariffe, del commercio strategico e della sicurezza energetica.
Al centro dell'intesa, una tariffa unificata del 15% applicata alla stragrande maggioranza delle esportazioni europee verso gli Stati Uniti, tra cui settori chiave come automotive, semiconduttori e farmaceutica. La misura è definita "all-inclusive", con un tetto massimo garantito e senza possibilità di sovrapprezzi o sovrattasse aggiuntive, offrendo così maggiore prevedibilità per aziende e investitori.

Parallelamente, le due economie hanno concordato l'eliminazione totale delle tariffe per una serie di beni strategici, tra cui aeromobili e componenti, attrezzature per semiconduttori, materie prime critiche, prodotti agricoli selezionati e alcuni composti chimici. L'obiettivo è quello di estendere progressivamente questa lista, rafforzando la resilienza delle catene di fornitura condivise.
Un altro pilastro dell'accordo riguarda la cooperazione energetica. L'Europa intende ridurre progressivamente la dipendenza da fonti energetiche russe, rimpiazzandole con gas naturale liquefatto (LNG), petrolio e combustibili nucleari statunitensi. Questa scelta si inserisce in una strategia più ampia per la sicurezza energetica europea, mentre al contempo rafforza la posizione degli USA come fornitore energetico chiave.
Trump ha affermato che l'UE spenderà altri 750 miliardi di dollari in prodotti energetici statunitensi, investirà 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti e acquisterà "una grande quantità" di equipaggiamento militare del suo Paese per un valore di "centinaia di miliardi di dollari" come parte dell'accordo. Von der Leyen ha confermato che l'UE cercherà di acquistare 250 miliardi di dollari di prodotti energetici statunitensi ogni anno per i prossimi tre anni.
Nel campo della tecnologia, l'intesa riconosce il ruolo critico dei chip AI prodotti negli Stati Uniti per alimentare le infrastrutture europee di nuova generazione, in particolare le "AI gigafactory". Questa sinergia rafforza il legame strategico sul fronte dell'innovazione e competitività tecnologica, con benefici concreti per entrambi i partner.
Per quanto riguarda acciaio e alluminio, Trump ha dichiarato alla stampa che i suoi dazi globali su acciaio e alluminio, attualmente al 50%, rimarranno invariati. Le parti hanno stabilito una riduzione delle barriere commerciali attraverso l'abbassamento delle tariffe e l'introduzione di un sistema a quote per affrontare l'annoso problema della sovraproduzione globale e promuovere una concorrenza equa. Insomma, si continuerà a trattare sul tema.
Von der Leyen ha evidenziato come questo accordo rientri in una strategia più ampia dell'UE volta a costruire una vera politica economica estera, basata su una maggiore competitività interna e sull'espansione delle relazioni commerciali globali. In questo contesto, l'UE ha recentemente concluso negoziati anche con Mercosur, Messico e Indonesia.
Non sono mancati infine i riconoscimenti istituzionali: la Presidente della Commissione ha ringraziato il Presidente Trump per il ruolo svolto nell'intesa, definendolo un "negoziatore duro ma un vero dealmaker", e ha lodato il lavoro del team europeo guidato da Maroš Šefčovič.
"Questo è probabilmente il più grande accordo mai raggiunto in qualsiasi ambito, commerciale e non commerciale", ha affermato Trump annunciando l'accordo.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha salutato l'intesa come un modo per "evitare un'inutile escalation nelle relazioni commerciali transatlantiche". Ha affermato che una guerra commerciale "avrebbe colpito duramente l'economia tedesca orientata all'export", sottolineando come l'industria automobilistica tedesca vedrebbe ora i dazi statunitensi ridotti dal 27,5% al 15%.
Tuttavia, Wolfgang Niedermark, membro del consiglio direttivo della Federazione delle industrie tedesche, ha definito l'accordo "un compromesso inadeguato", in quanto l'UE "accetta tariffe dolorose".
"Il Governo italiano accoglie positivamente la notizia del raggiungimento di un accordo tra Unione Europea e Stati Uniti sui dazi e le politiche commerciali, che scongiura il rischio di una guerra commerciale in seno all'Occidente, che avrebbe avuto conseguenze imprevedibili. La soluzione negoziata è un risultato a cui le Istituzioni europee e gli Stati membri, inclusa l'Italia, hanno lavorato con grande impegno e facendo squadra comune, evitando di cadere nella trappola di chi chiedeva di alimentare uno scontro frontale tra le due sponde dell'Atlantico", si legge in una nota congiunta del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e i vicepresidenti Antonio Tajani e Matteo Salvini.
"L'accordo garantisce stabilità, aspetto fondamentale per i rapporti tra due sistemi economici e imprenditoriali fortemente interconnessi tra loro, come sono quelli dell'Unione Europea e degli Stati Uniti. Nelle more di valutare i dettagli dell'intesa, giudichiamo sostenibile la base dell'accordo sui dazi al 15%, soprattutto se questa percentuale ricomprende e non si somma ai dazi precedenti, come invece era previsto inizialmente. Allo stesso tempo, continuiamo a lavorare a Bruxelles per rafforzare il Mercato Unico, semplificare le nostre regole, tagliare la burocrazia, diversificare le relazioni commerciali e ridurre le nostre dipendenze".
"Infine, siamo pronti ad attivare misure di sostegno a livello nazionale, ma chiediamo che vengano attivate anche a livello europeo, per quei settori che dovessero risentire particolarmente delle misure tariffarie statunitensi. Il Governo italiano continuerà a perseguire l'obiettivo di mantenere salda l'unità dell'Occidente, con la consapevolezza che ogni divisione ci renderebbe tutti più deboli ed esposti alle sfide globali", conclude il governo italiano.










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113 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAvendo pure ceduto sul 5% del PIL con la Nato, nessuna global tax alle aziende americane, valanghe di soldi in armi e gas ecc ecc ecc. In pratica ha vinto Trump su tutta la linea.
Purtroppo con quel disgraziato pompato di betacarotene poteva andare peggio, ma non arriverei addirittura a festeggiare.
Avendo pure ceduto sul 5% del PIL con la Nato, nessuna global tax alle aziende americane, valanghe di soldi in armi e gas ecc ecc ecc. In pratica ha vinto Trump su tutta la linea.
Purtroppo con quel disgraziato pompato di betacarotene poteva andare peggio, ma non arriverei addirittura a festeggiare.
Se ne discuteva questa mattina alla macchinetta del caffè...c'è poco da stare allegri anche secondo me.
L'Unione Europea e gli Stati Uniti hanno siglato un nuovo accordo commerciale che prevede una tariffa unica del 15% sulla maggior parte delle esportazioni UE, zero dazi su prodotti strategici come semiconduttori ed energia. Cooperazione rafforzata su AI e sicurezza economica.
Click sul link per visualizzare la notizia.
Un compromesso inadeguato è comunque migliore, parecchio migliore, di una guerra commerciale che avrebbe visto l'UE capitolare dopo pochi mesi e in un bagno di sangue. Si masticherà amaro, ma si continuerà a masticare!
Comunque nell'articolo non viene riportato un altro aspetto fondamentale di questa trattativa: la promessa di " addolcire " parecchio il Digital Markets Act da parte dell'UE e di non applicare la piena fiscalità sui colossi digitali americani.
Considerando che l'UE, per quanto riguarda i servizi digitali, è una importatrice netta dagli USA, si può definire questo accordo oltreché inadeguato anche iniquo!
Da adesso vedremo come risolvere il problema, siamo italiani, siamo creativi.
Non vuol dire che sarà una passeggiata... ma adesso abbiamo delle certezze su cui lavorare
IMHO
L'unica speranza è ritrattare tutto tra tre anni e mezzo quando finalmente Trump si leverà dalle palle.
Questo sicuramente, ma tre anni sono lunghi da far passare...
Avendo pure ceduto sul 5% del PIL con la Nato, nessuna global tax alle aziende americane, valanghe di soldi in armi e gas ecc ecc ecc. In pratica ha vinto Trump su tutta la linea.
Purtroppo con quel disgraziato pompato di betacarotene poteva andare peggio, ma non arriverei addirittura a festeggiare.
15% ma a patto di acquistare più armi ( a discapito delle nostre industrie militari ) e soprattutto gas da loro a 4 volte il prezzo di quello che compriamo oggi da altri fornitori.
nelle condizioni in cui sono (indebitamento alle stelle) non lo toglieranno mai.
E' un introito gratuito che entra nelle loro tasche senza muovere un muscolo.
Oramai le amministrazioni future si troveranno un accordo firmato dal "folle Trump", hanno fatto sporcare le mani a lui e ne godranno i frutti per molto tempo.
Anche perchè, veramente crediamo che il loro debito possa essere risanato dai ns nazi? ma soprattutto, in 3 anni? ma certo che no!
Abbiamo mostrato il fianco e adesso sanno che possono pungolarci come vogliono.
IMHO non abbiamo combattuto per paura delle conseguenze e ci siamo piegati, adesso ne pagheremo le lo scotto per molto temp
quello che mi da più ai nervi è non aver reso pan-per-focaccia sui loro c@22o di servizi digitali, da Amazon a Google, M$ o quello che vi pare.
Inoltre, se veramente l'AI inizierà a cambiare il mondo in maniera radicale come promesso, ne saremo ancora più dipendenti e avremo altro IMPORT da dover foraggiare a imposte ZERO... per loro
Purtroppo è tutt'altro che una vittoria
IMHO
Per trattare su qualcosa le parti devono avere una forza equivalente, qui evidentemente non c'è.
Se questi nuovi accordi funzioneranno per gli americani, su quali basi il prossimo presidente dovrebbe rivederli al peggio per loro?
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