Bernie Sanders appoggia Trump sulla partecipazione al 10% in Intel

Bernie Sanders appoggia Trump sulla partecipazione al 10% in Intel

Il senatore Bernie Sanders sostiene la proposta di Donald Trump di trasformare i sussidi pubblici destinati ai produttori di chip in partecipazioni azionarie statali. Una convergenza politica inedita che mette al centro il ritorno per i contribuenti dagli investimenti federali

di pubblicata il , alle 08:21 nel canale Mercato
Intel
 

Nel corso della giornata di ier, il senatore statunitense Bernie Sanders, indipendente ma da sempre vicino ai Democratici, ha espresso il proprio appoggio al piano del presidente Donald Trump che mira a convertire i contributi a fondo perduto per i produttori di semiconduttori in partecipazioni azionarie del governo federale. Una delle principali aziende coinvolte è Intel, a cui erano stati destinati circa 10,9 miliardi di dollari nell’ambito del Chips and Science Act del 2022.

Sanders ha sottolineato in una dichiarazione a Reuters che “se le aziende di microchip ottengono profitti grazie ai generosi sussidi ricevuti dal governo, i cittadini americani hanno diritto a un ritorno ragionevole su quell’investimento”. Una posizione che si inserisce in un dibattito sempre più acceso su come debbano essere gestite le risorse pubbliche destinate a sostenere industrie strategiche.

L’iniziativa faceva parte del Chips and Science Act, che metteva a disposizione 39 miliardi di dollari in sussidi per attrarre la produzione di semiconduttori fuori dall’Asia e rafforzare la capacità industriale degli Stati Uniti. Tuttavia, secondo quanto riportato da Reuters, il segretario al Commercio Howard Lutnick sta valutando l’ipotesi di chiedere che lo Stato ottenga quote azionarie nelle aziende beneficiarie, come Intel, in cambio di questi finanziamenti. Una mossa che segnerebbe un’importante evoluzione nella politica economica di Trump verso pratiche di tipo più interventista, generalmente associate agli ambienti progressisti.

L’allineamento inatteso tra Sanders e Trump su questo tema evidenzia un cambiamento radicale nell’approccio del presidente, che nel suo secondo mandato ha già adottato misure simili: ad esempio ha permesso a Nvidia e AMD di vendere chip AI alla Cina a condizione che il governo statunitense ricevesse il 15% delle entrate derivanti da tali vendite; inoltre il Pentagono si prepara a diventare il maggior azionista di una compagnia mineraria impegnata nella produzione di magneti in terre rare, mentre in un’altra recente operazione Washington ha ottenuto una “golden share” con diritto di veto nell’ambito dell’acquisizione di U.S. Steel da parte di Nippon Steel.

Sanders e la senatrice democratica Elizabeth Warren avevano già proposto un emendamento al Chips Act per impedire al Dipartimento del Commercio di concedere fondi senza che il Tesoro ricevesse strumenti finanziari come warrant, quote azionarie o titoli di debito senior. “Sono contento che l’amministrazione Trump si trovi d’accordo con l’emendamento che avevo presentato tre anni fa”, ha commentato Sanders, aggiungendo che non è accettabile concedere miliardi di dollari in “sussidi aziendali” senza che i contribuenti abbiano qualcosa in cambio.

Finora gran parte dei fondi destinati alle società che hanno presentato domanda per i finanziamenti del Chips Act, tra cui Micron, Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC) e Samsung, non è ancora stata erogata. La questione di come e a quali condizioni queste risorse verranno distribuite resta dunque aperta, con il governo impegnato a trovare un equilibrio tra sostegno alle imprese tecnologiche e tutela dell’interesse pubblico.

2 Commenti
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Opteranium21 Agosto 2025, 08:48 #1
e vai di nazionalizzazione, la grande assoluzione di tutti i peccati
pachainti21 Agosto 2025, 10:19 #2
Libero mercato, certo, certo.
Libertà di monopolio e di nazionalizzazione...

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