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Old 28-04-2016, 17:34   #1
RAEL70
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[FILM] The Invitation (Karyn Kusama - 2015)


Karyn Kusama è una regista americana di genitori giapponesi che aveva raggiunto una certa notorietà nel 2005 con il fantascientifico "Aeon Flux" con protagonista Charlize Theron.

Adesso è tornata con questa nuovo lungometraggio che può vantare la presenza di un ottimo Logan Marshall-Green.

Nonostante in Rete lo troverete etichettato come Horror, a mio parere è più esatto definirlo Thriller.

Il film è un piccolo gioiellino per il modo in cui viene costruita la trama.
Il tutto si svolge in una villa, in una sera e il ritmo è sempre pacato, calmo, estremamente basato sui dialoghi e sulle espressioni facciali.

Trama:

Will (Logan Marshall-Green), insieme alla sua compagna Kira, riceve un invito per una riunione tra amici da parte della sua ex moglie Eden.

Il gruppo è almeno da due anni che non si riunisce ma Will, pur non essendo entusiasta, decide comunque di andare a questa serata.

Per Will si tratta di una prova davvero dura, la serata si svolgerà nella sua ex casa e come se non bastasse dovrà anche subire la presenza del nuovo compagno della sua ex.

La serata ha inizio e solo uno del gruppo risulta assente; nonostante i padroni di casa sono cordiali e affettuosi, nonostante gli altri amici rompano subito il ghiaccio tra loro, Will è alquanto diffidente.

Lui cerca di estraniarsi, osserva, riflette, ascolta attentamente i dialoghi che iniziano ad instaurarsi tra gli ospiti e ovviamente cerca di mantenersi calmo quando deve interloquire con la sua ex e il suo compagno.

La riunione continua tra vino, drink, battute ma per Will è un momento estremamente particolare: conosce quella casa come le sue tasche e nonostante qualche inevitabile cambiamento egli non può fare a meno di far affiorare flashback del passato suo, di Eden e del loro figlio.

Di più non è lecito dire perché il film che per metà della sua durata sembra una sorta di "Carnage" (attenzione, il film non ha nulla in comune con il lavoro di Polanski ma è solo per definire l'ambientazione e il clima), nella seconda metà vira in maniera repentina verso il Thriller mozzafiato che terrà incollato lo spettatore fino all'inquietante finale.

E' un bel lavoro che potrebbe anche sorprendervi.

Trailer

Ultima modifica di RAEL70 : 28-04-2016 alle 17:55.
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Old 28-04-2016, 18:15   #2
Lanzus
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Consiglio preziosissimo come sempre. Stasera mi sa che lo guardo.

p.s.

Certo che anche Synchronicity e Triangle pero ... mmmmm
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Old 28-04-2016, 19:44   #3
baroneVonToben
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grazie della dritta
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Old 28-04-2016, 20:11   #4
RAEL70
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Old 28-04-2016, 21:01   #5
giacomo_uncino
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povera Karyn Kusama nel 2000 ha fatto il botto con il primo film ( Girlfight), e poi causa produttori e studios ha visto la sua promettente carriera venire letteralmente massacrata a sprangate, a partire proprio con Aeon Flux. Distruzione completata con Jennifer’s Body del 2009
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Old 28-04-2016, 23:03   #6
ChristinaAemiliana
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Visto stasera. Mi è piaciuto abbastanza, ecco i punti che non ho trovato pienamente soddisfacenti:

Spoiler:
1) La trama di costruzione sapiente, quasi hitchcockiana, è il pregio fondamentale di questo film, quindi ho trovato un po' fuori posto la deviazione splatter finale. Sarebbe stato meglio, a mio avviso, continuare con quello stile sobrio ed evitare di inquadrare sangue che scorre a fiumi e teste ed addomi feriti e grondanti (uccisioni di pistola o di coltello possono benissimo accadere senza insistere sul particolare, ad esempio facendo sentire il colpo da un'altra stanza, o inquadrando solo i volti dei contendenti, eccetera).

2) L'interpretazione dell'attrice che impersonava la ex moglie. Ha calcato troppo la mano e risultava pazza da legare e allucinata fin dai primi minuti del film, in modo tale che nel corso della visione era praticamente impossibile non mettere in conto come probabile outcome che avessero riunito lì quelle persone per ucciderle (io avevo pensato più ad una vendetta, del tipo di uccidere tutta la gente che era stata presente alla morte del figlio, invece che ad un discorso di setta religiosa, ma il fatto che la caratterizzazione del personaggio fosse eccessiva e suggerisse a gran voce "follia in corso" resta).

3) La faccenda del cinese in ritardo e del messaggio, che dovrebbe servire a instillare un dubbio (il pazzo non sarà il protagonista?) è mal gestita, alla fine non si capisce cosa sia successo (si intuisce tra le righe che il tizio alla fine sia stato richiamato sul lavoro e sia andato via anziché entrare, ma sarebbe stato meglio farglielo dire chiaramente, che so "scusa ma subito dopo aver mandato il messaggio mi hanno chiamato eccetera").


A parte questo, comunque, buon thriller.
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Old 29-04-2016, 06:39   #7
RAEL70
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povera Karyn Kusama nel 2000 ha fatto il botto con il primo film ( Girlfight), e poi causa produttori e studios ha visto la sua promettente carriera venire letteralmente massacrata a sprangate, a partire proprio con Aeon Flux. Distruzione completata con Jennifer’s Body del 2009
Già ma questo "The Invitation" è decisamente superiore a "Aeon Flux", su questo non c'è alcun dubbio.
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Old 29-04-2016, 06:56   #8
RAEL70
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1) La trama di costruzione sapiente, quasi hitchcockiana, è il pregio fondamentale di questo film, quindi ho trovato un po' fuori posto la deviazione splatter finale. Sarebbe stato meglio, a mio avviso, continuare con quello stile sobrio ed evitare di inquadrare sangue che scorre a fiumi e teste ed addomi feriti e grondanti (uccisioni di pistola o di coltello possono benissimo accadere senza insistere sul particolare, ad esempio facendo sentire il colpo da un'altra stanza, o inquadrando solo i volti dei contendenti, eccetera).

Per certi versi concordo sul fatto che la struttura narrativa poteva anche risparmiarsi il sangue (ma non la violenza) ma a mio parere una sterzata sul versante del ritmo, in qualche modo, andava dato.
E' uno di quei film che parte piano e che mischia gli ingredienti in modo tale da far crescere la tensione molto gradualmente per poi arrivare ad un particolare momento (lo specificherò in seguito) in cui il regista deve prendere una decisione, continuare sull'aspetto verbale o mettere le carte in tavola una volta per tutte; sotto questo punto di vista credo che la Kusama abbia agito saggiamente.


2) L'interpretazione dell'attrice che impersonava la ex moglie. Ha calcato troppo la mano e risultava pazza da legare e allucinata fin dai primi minuti del film, in modo tale che nel corso della visione era praticamente impossibile non mettere in conto come probabile outcome che avessero riunito lì quelle persone per ucciderle (io avevo pensato più ad una vendetta, del tipo di uccidere tutta la gente che era stata presente alla morte del figlio, invece che ad un discorso di setta religiosa, ma il fatto che la caratterizzazione del personaggio fosse eccessiva e suggerisse a gran voce "follia in corso" resta).

Concordo, in effetti oltre a lei anche la biondina sembrava decisamente schizzata ma nel finale si capisce che Eden non credeva, fino in fondo, alle motivazioni e alla filosofia della setta ma semplicemente cercava un modo per non soffrire più


3) La faccenda del cinese in ritardo e del messaggio, che dovrebbe servire a instillare un dubbio (il pazzo non sarà il protagonista?) è mal gestita, alla fine non si capisce cosa sia successo (si intuisce tra le righe che il tizio alla fine sia stato richiamato sul lavoro e sia andato via anziché entrare, ma sarebbe stato meglio farglielo dire chiaramente, che so "scusa ma subito dopo aver mandato il messaggio mi hanno chiamato eccetera").

Eccolo il momento in cui la Kusama inizia a giocare a carte scoperte e ci vogliono più di 60 minuti per arrivarci; quando Will ascolta il messaggio il film si trasforma immediatamente; se fino a quel momento si poteva etichettarlo come un noir o addirittura come un film drammatico (la morte del figlio con tutte le inevitabili conseguenze), dopo il film abbandona questa parvenza, quasi ipocrita, per rivelarsi per quello che è, un thriller a camera chiusa o quasi dove pochi, pochissimi, rimarranno vivi.

E' proprio questo l'aspetto più bello di "The Invitation", lo spettatore vive il film attraverso gli occhi e la mente di Will, egli è tutti noi e, quasi certamente, noi ci saremmo comportati come lui nella stessa situazione.

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Old 29-04-2016, 07:31   #9
giacomo_uncino
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Già ma questo "The Invitation" è decisamente superiore a "Aeon Flux", su questo non c'è alcun dubbio.
purtroppo l'Aeon flux che abbiamo visto non è quello fatto dalla Kusama, il suo è stato massacrato in montaggio per omogeneizzarlo pastorizzarlo e renderlo digeribile a "tutti"

io incrocio le dita e spero in una rapida ascesa della sua carriera, così forse verrà recuperato pure Aeon con il suo montaggio
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Old 29-04-2016, 07:57   #10
RAEL70
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La Kusama è una regista che ha talento, spero anch'io che la sua carriera si rimetta in moto e questo film sembra promettere bene.
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Old 29-04-2016, 11:49   #11
Lanzus
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No li devo ancora vedere ! Ero semplicemente indeciso su quale guardare !
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Old 29-04-2016, 12:19   #12
Encounter
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purtroppo l'Aeon flux che abbiamo visto non è quello fatto dalla Kusama, il suo è stato massacrato in montaggio per omogeneizzarlo pastorizzarlo e renderlo digeribile a "tutti"

io incrocio le dita e spero in una rapida ascesa della sua carriera, così forse verrà recuperato pure Aeon con il suo montaggio
Non l'ho trovato poi così terribile Aeon Flux. Bisogna guardarlo con la consapevolezza che è un B movie tipo quando guardi un film di Carpenter.
Sono riuscito a farmi piacere roba tipo "The Mutant Chronicles" e "Priest" con il giusto atteggiamento mentale sorvolando su parecchie cose, anzi apprezzando lo stile tipico da B-movie.
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Old 29-04-2016, 18:10   #13
ChristinaAemiliana
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Per certi versi concordo sul fatto che la struttura narrativa poteva anche risparmiarsi il sangue (ma non la violenza) ma a mio parere una sterzata sul versante del ritmo, in qualche modo, andava dato.
E' uno di quei film che parte piano e che mischia gli ingredienti in modo tale da far crescere la tensione molto gradualmente per poi arrivare ad un particolare momento (lo specificherò in seguito) in cui il regista deve prendere una decisione, continuare sull'aspetto verbale o mettere le carte in tavola una volta per tutte; sotto questo punto di vista credo che la Kusama abbia agito saggiamente.

Spoiler:
Perfettamente d'accordo. La sterzata con lo scatenarsi della violenza sì, il sangue a schizzi e fiumi no, anzi a mio avviso fa "scadere" il film (in un film come questo la violenza presente ma non plateale aggiunge tensione ulteriore, certo ci vogliono attori bravi con le espressioni...)


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Concordo, in effetti oltre a lei anche la biondina sembrava decisamente schizzata ma nel finale si capisce che Eden non credeva, fino in fondo, alle motivazioni e alla filosofia della setta ma semplicemente cercava un modo per non soffrire più

Spoiler:
Ma la biondina almeno aveva la scusa di non essere una degli organizzatori dell'evento, quindi poteva essere una schizzata ninfomane che avevano conosciuto in Messico e che continuavano a usare come oggetto sessuale, come in effetti pareva all'inizio. Invece, se è proprio il padrone di casa ad essere esplicitamente fuori di zucca, l'effetto è quello di stare sul chi vive per tutto il film attendendosi qualcosa (e in effetti gli unici 10 minuti in cui ti viene il dubbio che sia tutto voluto è quando il cinese poi arriva). Ad ogni modo presumo sia una scelta della regista dato che gli stessi invitati osservano più volte tra di loro che qualcosa non va, una addirittura sceglie di andarsene, eccetera.


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Eccolo il momento in cui la Kusama inizia a giocare a carte scoperte e ci vogliono più di 60 minuti per arrivarci; quando Will ascolta il messaggio il film si trasforma immediatamente; se fino a quel momento si poteva etichettarlo come un noir o addirittura come un film drammatico (la morte del figlio con tutte le inevitabili conseguenze), dopo il film abbandona questa parvenza, quasi ipocrita, per rivelarsi per quello che è, un thriller a camera chiusa o quasi dove pochi, pochissimi, rimarranno vivi.

E' proprio questo l'aspetto più bello di "The Invitation", lo spettatore vive il film attraverso gli occhi e la mente di Will, egli è tutti noi e, quasi certamente, noi ci saremmo comportati come lui nella stessa situazione.

Spoiler:
Sì, in teoria, e non dubito che quella fosse esattamente l'intenzione della regista: mostrare la ex moglie, il suo nuovo compagno e i due inquietanti amici (il ciccione omicida e la biondina) come persone che escono ognuna da un dramma personale e cercano di ricominciare avendo trovato conforto in una setta. E avrebbe funzionato bene se la medesima regista non avesse calcato troppo la mano sul fatto che tutti costoro, a partire dai padroni di casa, fossero dei completi sciroccati. Insomma, si intuisce il tentativo di far passare Will per quello che si preoccupa troppo, che è ossessionato (la cosa della porta sbarrata), che è violento (uccide l'animale investito a mazzate con una chiave inglese), ma di fatto non succede perché la bilancia pende prepotentemente dalla parte delle pazzie degli altri...all'atto pratico, anche quando l'amico cinese si presenta, quello che ho pensato è che fosse complice dei pazzi, non che fosse pazzo Will! Insomma, è vero che vediamo il film dal punto di vista di Will, ma (almeno personalmente) io non sono mai arrivata ad avere un dubbio assoluto su di lui. Ed è questo per me il difetto principale del film: il personaggio ha un dubbio (pensa per un attimo di essere lui quello fuori di testa che si immagina le cose) ma noi, pur calati nel suo punto di vista, non ne abbiamo altrettanto e anzi continuiamo a pensare che probabilmente ce ne saremmo andati anche prima della bionda (più o meno dopo il filmato della setta per quel che mi riguarda )
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Old 29-04-2016, 21:40   #14
RAEL70
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No li devo ancora vedere ! Ero semplicemente indeciso su quale guardare !
Ah, d'accordo, allora scusami ma avevo interpretato in modo sbagliato.
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Old 29-04-2016, 21:42   #15
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Sono riuscito a farmi piacere roba tipo "The Mutant Chronicles" e "Priest" con il giusto atteggiamento mentale sorvolando su parecchie cose, anzi apprezzando lo stile tipico da B-movie.
The Mutant Chronicles non era male...
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Old 29-04-2016, 21:59   #16
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Spoiler:

Ma la biondina almeno aveva la scusa di non essere una degli organizzatori dell'evento, quindi poteva essere una schizzata ninfomane che avevano conosciuto in Messico e che continuavano a usare come oggetto sessuale, come in effetti pareva all'inizio. Invece, se è proprio il padrone di casa ad essere esplicitamente fuori di zucca, l'effetto è quello di stare sul chi vive per tutto il film attendendosi qualcosa (e in effetti gli unici 10 minuti in cui ti viene il dubbio che sia tutto voluto è quando il cinese poi arriva). Ad ogni modo presumo sia una scelta della regista dato che gli stessi invitati osservano più volte tra di loro che qualcosa non va, una addirittura sceglie di andarsene, eccetera.

Ti dirò, da spettatore stavo iniziando a bermi tutta la storia della rimpatriata e delle buone intenzioni ma quando (esattamente come Will) sono subentrati i due intrusi (l'omone e la biondina) mi è scattato un allarme nella testa: cosa c'entrano due estranei in questo contesto???

Sul padrone di casa, alla fin fine, fino all'ultimo non mi sembra cosi, esteriormente, fuori di testa anche se ovviamente è molto più invasato di Eden.


Sì, in teoria, e non dubito che quella fosse esattamente l'intenzione della regista: mostrare la ex moglie, il suo nuovo compagno e i due inquietanti amici (il ciccione omicida e la biondina) come persone che escono ognuna da un dramma personale e cercano di ricominciare avendo trovato conforto in una setta. E avrebbe funzionato bene se la medesima regista non avesse calcato troppo la mano sul fatto che tutti costoro, a partire dai padroni di casa, fossero dei completi sciroccati.

Personalmente gli unici due personaggi che, fin dall'inizio, non m'ispirano fiducia sono l'omone e la biondina; il primo è un omicida reo confesso, la seconda è proprio sballata e pensa solo ad una cosa, con chiunque e in ogni luogo. Eden e il suo nuovo compagno, all'inizio, non mi sembrano così schizzati, psicotici, maniaci o altro anche se determinati particolari mi colpiscono (esattamente come a Will): le sbarre alle finestre, la porta chiusa...

Insomma, si intuisce il tentativo di far passare Will per quello che si preoccupa troppo, che è ossessionato (la cosa della porta sbarrata), che è violento (uccide l'animale investito a mazzate con una chiave inglese), ma di fatto non succede perché la bilancia pende prepotentemente dalla parte delle pazzie degli altri...all'atto pratico, anche quando l'amico cinese si presenta, quello che ho pensato è che fosse complice dei pazzi, non che fosse pazzo Will!
Mai pensato che Will fosse un paranoico anzi proprio i flashback, secondo me, chiariscono il discorso che lui fosse perfettamente lucido, sobrio ed equilibrato poiché i suoi ricordi erano tutti indirizzati verso il figlio morto e non c'erano allucinazioni o stati alterati della coscienza.

Su Choi (il cinese assente) ho capito subito che era in buona fede e che davvero non era complice dei quattro invasati, d'altronde il suo arrivo non determina nulla di così importante se non il fatto che l'ipotesi di Will sembra naufragare.


Insomma, è vero che vediamo il film dal punto di vista di Will, ma (almeno personalmente) io non sono mai arrivata ad avere un dubbio assoluto su di lui. Ed è questo per me il difetto principale del film: il personaggio ha un dubbio (pensa per un attimo di essere lui quello fuori di testa che si immagina le cose) ma noi, pur calati nel suo punto di vista, non ne abbiamo altrettanto e anzi continuiamo a pensare che probabilmente ce ne saremmo andati anche prima della bionda (più o meno dopo il filmato della setta per quel che mi riguarda )
Come ho già scritto, mai avuto dubbi su Will e la sua compagna.
Sulla donna che se ne va. era palese che lei si trovava in imbarazzo in quella situazione ed era giusto che se ne andasse, semmai ero convinto che l'omone riuscisse a farle cambiare idea all'ultimo momento.

Si, anch'io me ne sarei andato dopo il video della setta anzi, per dirla tutta, al posto di Will non mi sarei mai presentato ma evidentemente era talmente forte il ricordo del figlio e della sua casa che non poteva non essere presente.


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