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Old 29-04-2007, 19:16   #1
Ominobianco
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Caso Turchia

La legge elettorale turca ha una clausola di sbarramento del 10% che l'Unione Europea ha sempre criticato come poco democratica.

Infatti in Parlamento sono presenti soltanto 2 partiti cioè il partito kemalista laico di opposizione ''Partito del Popolo Repubblicano'' e il ''Partito per la giustizia e lo sviluppo'' che ha la maggioranza in Parlamento e che grazie alla legge elettorale pur rappresentando 1/3 della popolazione,in Parlamento gli ha permesso di ottenere i 2/3 dei deputati ed eleggere così come primo ministro Erdogan che proviene appunto da quel partito.

Ora si è arrivati ad elezioni Presidenziali in cui al primo scrutinio servivano 2/3 dei deputati ma che grazie ad alcune defezioni dal ''Partito per la giustizia e lo sviluppo'' non è stato possibile raggiungere.

L'attuale presidente della repubblica Turca Ahmet Necdet Sezer è fortemente laico e viene da un carriera non politica ma da tecnico come capo della Corte Costituzionale.
Il ''Partito per la giustizia e lo sviluppo'' invece come prossimo presidente aveva proposto un suo uomo di partito cioè l'attuale ministro degli esteri Abdullah Gul.

In Turchia la laicità è sempre stata difesa dall'esercito con diversi golpe nei frangenti di maggiori rischio.
Infatti la Turchia grazie al lavoro del padre della patria Ataturk ha costruito un apparato statale fortemente laico.
Ad esempio:
-Abolito il califfato(cosa molto importante perchè da allora il mondo islamico non ha più una guida spirituale di riferimento perchè il califfato turco era come il nostro papato per i cattolici).
-Venne riconosciuto il diritto di voto alle donne.
-Soppressione dei tribunali religiosi e delle scuole coraniche sostituite da una rete sempre più capillare ed efficiente di scuole elementari di stato.
-Sostituì l'alfabeto arabo con quello latino.
-Una campagna per l'eliminazione delle parole di origine araba e persiana.
-Il divieto di utilizzare l'arabo (o qualsiasi lingua diversa dal turco) nelle funzioni religiose.
-Nella costituzione fu eliminato il riferimento all'Islam quale religione di stato.
-Furono introdotti codici di ispirazione europea per il diritto civile, penale e commerciale.
-Il velo era vietato del tutto nei primi decenni della Repubblica turca dal 1997 l'uso del velo islamico è proibito nelle scuole, inclusa l'Università, e negli edifici di Stato.
-Per legge è vietato aprire scuole religiose, sia musulmane che di altre fedi, e anche seminari, noviziati, centri vocazionali.
-Le funzioni religiose possono avere luogo solo in luoghi di culto autorizzati.
-Gli edifici religiosi che, per una prolungata assenza di sacerdoti e fedeli, non sono più utilizzati, divengono parte del patrimonio dello stato.

La Costituzione turca stessa definisce il paese “Stato di diritto, democratico, laico e sociale, che rispetta i diritti dell’uomo”, assicurando l’uguaglianza di tutti i cittadini, senza alcuna distinzione di fede, e la libertà religiosa. Stabilisce infatti che “nessuno può essere costretto a pregare o a partecipare a riti o a cerimonie religiose, oppure a divulgare le proprie credenze o convinzioni religiose”e che “nessuno sarà criticato o incriminato per le sue credenze o convinzioni religiose”.

Ora la Turchia si trova davanti ad una nuova sfida.

Infatti i militari e il partito d'opposizione kemalista temono per la laicità dello stato nel momento in cui Governo,Parlamento e Presidente della Repubblica fossero tutti saldamente in mano al partito conservatore islamico ''Partito per la giustizia e lo sviluppo''.

Oggi in più di un milione di cittadini si sono riversati in piazza Clagayan a Istanbul per manifestare a favore della laicità e contro l'elezione di Abdullah Gul al motto di ''"Né Sharia, né golpe, vogliamo la democrazia".

C'è anche da dire che Erdogan e il suo partito sono considerabili come un partito islamico moderato conservatore al pari di una DC italiana(alle ultime elezioni si presentarono partiti molto più estremisti del suo).
Anzi Erdogan si è dato da fare molto per le riforme del suo paese e per poter aderire all'Unione Europea negli utlimi anni,basti pensare a:
-Nel 2002 è stata cancellata la pena di morte in tempo di pace e lo scorso anno anche in tempo di guerra.
-Nel 2002 è stato tolto il divieto di insegnamento in curdo.
-Nel giugno 2004 sul canale nazionale radio televisivo TRT, è dato ampio spazio per programmi in curdo.
-Nel maggio 2004 è stata abrogata la legge che discriminava le donne in caso di adulterio.
-A favore delle donne sono aumentate le pene contro il “delitto d’onore”.
-E' cominciata una forte campagna politica e sociale per l’alfabetizzazione delle bambine e delle ragazze nelle campagne dove il grado di istruzione è molto basso.
-E’ stata data una notevole accelerata al programma “tolleranza zero” verso le torture nelle carceri, attualmente proibite e punibili fino a 12 anni di reclusione.
-Sono state rivisti anche alcuni atteggiamenti di ingerenza nel governo del Consiglio di Sicurezza e anche il Tribunale di Sicurezza di Stato lo scorso anno è stato abolito.
-Si sono allargate le disposizioni di libertà nei confronti delle religioni non musulmane.
-Sono state cambiate diverse disposizioni del codice penale contro la libertà di espressione.

I militari cmq pensano che sia solo una facciata e che anzi l'entrare nell'Unione Europea sia solo un modo per potersi sbarazzare dell'impiccio dei militari e poter reislamizzare il paese.

L'opposizone cmq ha presentato un ricorso alla Corte Costituzionele che se verrà accolto(cosa piuttosto probabile)riporterà il paese alle urne ad elezioni anticipate.

Volevo aprirci una riflessione e mi interessava sapere cosa ne pensate voi se ci sarà una deriva islamica o se pensate che è un paese avviato alla democrazia e cosa pensate di una sua eventuale entrata nell'Unione Europea.

Ultima modifica di Ominobianco : 29-04-2007 alle 21:47.
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Old 29-04-2007, 19:31   #2
Fides Brasier
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Ho sentito poco fa al telegiornale la notizia della piu' imponente manifestazione che si sia mai realizzata in turchia, con un milione di persone in piazza. Lo reputo un segnale molto forte e molto positivo, la consapevolezza della societa' civile turca dell'esigenza di uno stato laico e liberale.
Sulla Stampa di oggi c'e' un articolo molto interessante sul numero 1 dell'esercito turco (volevo aprirci una discussione domani, mi hai preceduto) che fa capire il ruolo dell'esercito come diga anti islam in quel paese.
Personalmente non credo possibile una deriva islamica in turchia, ci sono troppe cose che remano contro di cio': l'economia, le influenze dall'estero (se non ho capito male e non ricordo male cio' che ho letto nei giorni scorsi, l'economia turca gravita intorno alle influenze usa per il 33%), la stessa societa' civile. Pero' il rischio c'e', tanto piu' grande quanto piu' si insiste sul conflitto occidente-islam.
Spero che fra due anni, con i democratici al potere in usa, la tendenza si inverta.
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E' il tuo sguardo che mi fa capire cosa mi puoi fare E le tue labbra accese e accattivanti mi fanno barcollare e l'adrenalina sale! Vorrei un altro pianeta disperso per noi due è solo un modo per dirti cosa ti farei!! E' il tuo odore che mi fa impazzire ho questa strana voglia di renderti il mio cibo Ma non temere sono solo un tipo strano che vuole la tua carne in preda all'essere animale Vorrei un altro pianeta disperso per noi due e come un tuono nel cielo sparire come Dei..
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Old 30-04-2007, 10:01   #3
blackgnat
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è un paradosso che il baluardo della democrazia in turchia sia rappresentato dai militari.... Ataturk conosceva il suo popolo molto bene, ed è incrediblie notare come il suo modello di stato democratico " a libertà vigilata dai militari" resista anche davanti a scenari politici che egli stesso non poteva nemmeno immaginare !!!
Quello che vorrei far notare però ( senza intento flammatorio) è che, nonostante a quanto si dice che il sistema elettorale sia da rivedere, in una democrazia il modo per evitare certe derive è nelle urne, se i turchi premiano partiti spiccatamente confessionali.... ne subiscano le conseguenze....
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Old 30-04-2007, 13:08   #4
Fides Brasier
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Messaggi: 611
Ecco l'articolo di cui parlavo ieri:

http://www.lastampa.it/search/artico...sezione=Esteri
Quote:
I generali minacciano
Il premier: non siete democratici, obbedite
Il petto dell’uniforme del gen. Mehmet Yasar Büyükanit, dall’alto fin giù, è ben addobbato di mostrine e di medaglie d’ogni colore. Quelle striscine sono l’orgoglio di tutti i militari, ovunque; ma il gen. Büyükanit - comandante delle forze armate turche dall’agosto dello scorso anno - ha l’orgoglio di decorazioni che tra i suoi colleghi non sono molto comuni, e che raccontano comunque la sua lunga storia militare: tre decorazioni raccontano soprattutto questa sua storia, una medaglia al merito degli Usa, una della Repubblica italiana, una del Pakistan. Sono «meriti» che sempre stanno dentro la storia di chi sceglie la vita delle forze armate, ma a quel livello non si fa fatica a immaginare che in quel «merito» ci sia assai più dei servigi resi agli impegni delle truppe del proprio paese, e che lo sconfinamento nei territori propri della politica sia stato un percorso tutt’altro che occasionale. Büyükanit è un generale «politico» come accade sempre a tutti i comandanti che frequentano le stanze riservate dell’intelligence, dove gli studi strategici e le formulazioni operative hanno contaminazioni inevitabili con le scelte governative; e quando quelle stanze riservate sono poi il Comando centrale dell’intelligence dello Shape, a Mons, in Belgio, e il comando centrale dell’intelligence del SudEuropa, a Napoli, cioè due tra le strutture fondamentali dell’azione militar/politica della Nato, allora si capisce bene come le «decisioni governative» siano ben più ampie degli interessi di Ankara, e vadano a toccare il ruolo dell’Europa e degli Stati Uniti nelle grandi strategie globali. E che questo ruolo «politico» faccia del gen. Büyükanit un «americano», come si dice in tutti i club degli ufficiali quando si sparla - o lo si apprezza - d’un commilitone di successo, appare segnato non solo dai successi professionali della sua carriera militare, ma anche della lunga visita che lo portò negli Usa nel 2005, quando, prima della sua nomina ad Ankara, ha incontrato il capo di Stato maggiore statunitense, gen. Peter Pace, poi il sottosegretario alla Difesa, Edelman, concludendo questo «giro di presentazione» all’American Entrerprise Institute, uno dei principali think-tank dell’amministrazione Bush. La Turchia è sempre stata, nel quadro della Nato, una delle strutture militari più importanti, prima per il ruolo che aveva di lunga frontiera diretta con il territorio «nemico» dell’Urss, e poi per la sua identità musulmana in un tempo nel quale il Medio Oriente è andato facendosi la nuova frontiera d’ogni strategia di contenimento dell’onda islamista. Il gen. Büyükanit si è trovato naturalmente, a ereditare accordi che i suoi predecessori avevano già stipulato nel quadro delle politiche mediterranee decise all’interno della Nato, e il più controverso di questi è senza dubbio il Security and Secresy Agreement formulato dal governo della signora Tansu Ciller nel ’94 e rinnovato nel 2001: è un accordo militare apparentemente contronatura - di supporto, vendita d’armi, scambio di intelligence - tra la Turchia musulmana e lo Stato d’Israele, e qualcuno ha voluto vedere un filo di continuità tra il ruolo «americano» del gen. Büyükanit e quella che è sembrata un’epurazione seguita alla sua nuova nomina, tra ufficiali che - a cominciare dal gen. Isik Kosamer - venivano ritenuti poco favorevoli all’agreement con Israele. Negli ultimi mesi, infine, Büyükanit è stato coinvolto in una brutta storia, tra l’uso degli squadroni della morte contro i nazionalisti curdi e certe faccende legate a personaggi poco puliti. Il giudice Sarikaya ha tentato di ricevere dallo Stato Maggiore turco l’autorizzazione a procedere contro il generale, ma ne ha ricevuto un secco rifiuto, con la formulazione anche d’un simile giudizio: «Se le forze armate turche si troveranno costrette a difendersi, tutti ne risentiranno, a cominciare dalla Borsa e dal processo di adesione all’Ue». La frase risuona ancora nelle stanze della politica, ad Ankara e a Bruxelles; è un’eco assai amara.
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Old 02-05-2007, 02:49   #5
Ominobianco
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Cmq è notizia di oggi che la Corte Costituzionale Turca si è pronunciata(9 voti contro 2) dichiarando nulla la votazione per il presidente della repubblica perchè mancava il quorum dei 2/3 dei votanti.
Questa chiarificazione della Costituzione per altro sarà valida anche per le future votazioni presidenziali.

Dopo la decisione della Corte Costituzionale il premier turco Erdogan si è detto favorevole a elezioni anticipate.
Le elezioni si dovrebbero svolgere il 24 giugno o il 1 luglio prossimi.

Da ora a tale data il ''Partito per la Giustizia e lo Sviluppo'' continuerà cmq a presentare Gul alle prossime votazioni parlametari per il presidente cercando di raggiungere in Parlamento il quorum dei 2/3 richiesto dalla Corte.

Erdogan ha anche detto di volere ridurre la durata della legislatura, portandola a quattro anni e che proporrà di modificare l'elezione del presidente della repubblica, facendola diventare a scrutinio popolare, invece che parlamentare, come avviene ora.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/E...uzionale.shtml
http://www.repubblica.it/2007/04/sez...tuzionale.html
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