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Old 19-02-2020, 19:41   #61
nickname88
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Originariamente inviato da canislupus Guarda i messaggi
Se dobbiamo circondarci di "imprenditori" il cui unico obiettivo è solo di arrivare al massimo profitto a dispetto di qualsiasi limite
E' il capitalismo.
L'obbiettivo di ogni azienda è quello, il massimo profitto possibile.
La tutela del lavorare deve andare di pari passo alle agevolazioni verso gli imprenditori.
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Old 19-02-2020, 19:42   #62
zappy
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E' il capitalismo.
L'obbiettivo di ogni azienda è quello, il massimo profitto possibile.
La tutela del lavorare deve andare di pari passo alle agevolazioni verso gli imprenditori.
si vede che non hai mai letto la Costituzione.
__________________
Mai discutere con un idiota. Ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (O.W.)
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Old 19-02-2020, 19:45   #63
zappy
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Originariamente inviato da nickname88 Guarda i messaggi
Le condizioni del lavoratore dipendono dalla domanda e dall'offerta.
Se ci sono molti posti e poche figure professionali idonee in giro sarà il datore a fornire condizioni di lavoro superiori al fine di attrarli maggiormente e molte aziende lo fanno anche oggi. ...
vero
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Originariamente inviato da canislupus Guarda i messaggi
...
Francamente una nazione come la nostra non ha bisogno di gente che vuole offrire prodotti o servizi a basso valore aggiunto....
verissimo.

ovviamente la politica di dx (e in misura minore di sx) parla sempre di rilancio dell'economia spingendo su settori a basso / bassissimo valore aggiunto, vedi edilizia, grandi opere (edilizie) ecc...
siamo proprio messi bene...
__________________
Mai discutere con un idiota. Ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (O.W.)
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Old 19-02-2020, 20:43   #64
canislupus
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Originariamente inviato da nickname88 Guarda i messaggi
E' il capitalismo.
L'obbiettivo di ogni azienda è quello, il massimo profitto possibile.
La tutela del lavorare deve andare di pari passo alle agevolazioni verso gli imprenditori.
Completamente sbagliato e retrogrado come concetto.
Un lavoratore sfruttato e sottopagato non renderà mai quanto uno che è "felice" di stare nel proprio posto di lavoro.
Nessuno vieta che ci sia un profitto, ma questo deve essere ragionevole non tanto per questioni etiche, quanto per il motivo sopra descritto.
__________________
Se non ti rispondo... sei nella mia IgnoreList...
Non sei una brutta persona, non mi interessa il tuo pensiero...
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Old 19-02-2020, 21:07   #65
giovanbattista
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Originariamente inviato da Doraneko Guarda i messaggi
Di gente che non sa cosa sta vedendo ce n'è tanta, gente che ha una visione semplicistica delle cose e che ragiona a suon di "basterebbe fare..." o "se facesse..." ecc...E questo lo di vede da quello che guarda la partita credendo di essere più bravo dell'allenatore a quello che dice che il barista che gli fa pagare il caffè 1€ lo sta fregando. Si può essere ignoranti ma intelligenti o ignoranti e anche stupidi.




Ma si può andare a prenderle tutti nello stesso posto senza fretta, anziché ragionare con la mentalità del tutto e subito.




Ma per carità, già ho a stento il tempo per dormire, figurati se mi metto a guardare i tentativi di indottrinamento di qualche hippie fascio-comunista.



Chi critica certe cose lo fa perché o è stato esposto a certe "produzioni" pseudo-giornalistiche senza avere lo spirito critico per giudicarne l'attendibilità o perché ce l'aveva già su con certe aziende e ha semplicemente cercato qualcuno che la pensasse come lui


Coca Cola
Recentemente alcune associazioni di difesa dei lavoratori colombiani hanno deciso di intentare una causa contro la Coca cola per l'omicidio di alcuni sindacalisti. Secondo i portavoce delle associazioni la multinazionale usa vere e proprie squadre della morte per "minacciare" i dirigenti sindacali che intraprendono battaglie per i diritti dei lavoratori. Nei primi sei mesi del 2001 sarebbero stati uccisi 50 dirigenti sindacali, 128 lo scorso anno, piu' di 1500 negli ultimi dieci anni.

Le cifre del colosso americano sono veramente da capogiro (166 miliardi di litri di bevande vendute nel 2016) e la collocano al primo posto nel settore delle bevande analcoliche.

Nella storia della multinazionale delle bollicine, tuttavia, non si contano solo successi, ma anche una lunga serie di condanne in sede legale, violazione dei diritti, sfruttamento della manodopera e deturpazione dell’ambiente. La Coca Cola Company, infatti, sembra avere una propria strategia di azione: stabilire i propri stabilimenti in paesi poveri o dotati di governi fragili e legislazioni deboli circa il diritto del lavoro, la libertà di associazione sindacale e i salari minimi.

I danni ambientali

Nel 2010 la compagnia fu condannata al pagamento di 352 milioni di euro per aver sfruttato le risorse idriche di alcuni villaggi del sud-ovest dell’india ed aver causato in quei paesi una grave crisi idrica. L’ingrediente principale della bevanda è, infatti, proprio l’acqua! Non è un caso che la compagnia si rechi in quei luoghi dove l’accesso all’acqua ha costi bassissimi, finendo per prosciugarne le risorse idriche.

L’India è stato una delle vittime maggiori della compagnia. I dati dell’agenzia indiana del monitoraggio delle acque e quelli dell’India Resource Center evidenziano lo sfruttamento delle risorse idriche ad opera della multinazionale americana. A Plachimada lo stabilimento della Coca Cola arriva ad assorbire 1,5 milioni di litri di acqua potabile al giorno dalle falde, lasciando a secco i villaggi e la popolazione locale.
La compagnia, inoltre, risulta essere colpevole di un ulteriore crimine nel paese: rivendeva agli agricoltori locali i reflui non trattati derivanti dalla produzione industriale spacciati come compost, riversando nell’ambiente residui pericolosi contenti metalli pesanti quali cadmio, cromo e piombo.

Anche in altre parti del mondo la storia si ripete, come in Algeria dove una società locale imbottigliatrice per Coca Cola è stata condannata per aver inquinato alcuni terreni agricoli con acque di scarico.

La violazione dei diritti

Il lato oscuro della multinazionale delle bevande gassate conta anche casi di violazione dei diritti dei lavoratori. Preoccupante fu il caso della scomparsa di otto sindacalisti colombiani che lavoravano presso l’azienda di imbottigliamento della filiale colombiana della compagnia. L’avvenimento fece scattare una campagna di boicottaggio internazionale, a seguito della quale la compagnia si vide costretta a incontrare il sindacato, mentre un processo partì contro la multinazionale, che però si concluse con delle archiviazioni. Il destino degli otto sindcalisti fu invece più tragico: per le loro proteste contro i salari poco equi furono ammazzati dai paramilitari colombiani e in tribunale non fu provata l’identità dei mandanti dell’omicidio.

Anche in Guatemala due sindcalisti furono uccisi. L’episodio produsse una serie di proteste che indussero Coca Cola ad adottare un comportamento meno repressivo e più dialogante verso i sindacati.

In Pakistan, invece, nel 2010 alcuni lavoratori furono licenziati dopo essersi costituiti come sindacato interno; anche qui partì una campagna di protesta a seguito della quale Coca Cola reintegrò i lavoratori licenziati.

ovviamente sono tutti stati deviati da qualche documentario sinistrorso

è una vita che dormi forse è il caso che ti svegli

mi dicono (non la frequento) che in chiesa il parroco non parla più di Gesù o di Dio ma prende ispirazione dalla CocaColaCompany.....per tutti un esempio da seguire


ps

Controversie, violazioni e procedimenti giudiziari

La Coca-Cola venne coinvolta in numerose controversie e cause giudiziarie relative alle sue presunte violazioni ai diritti umani e altre pratiche non etiche. Per esempio in relazione alle sue presumibili pratiche discriminatorie e di monopolio, alcune delle quali archiviate, mentre su altre la Coca-Cola si dichiarò d'accordo a modificare le sue pratiche commerciali. Altre cause invece si risolsero al di fuori dei tribunali. L'azienda venne anche coinvolta in un caso di discriminazione.

In India nacque una controversia sui residui di fitofarmaci individuati nella bibita, come pure all'uso frequente da parte dell'azienda di acqua locale, che causava forti carenze idriche agli agricoltori locali. Gli involucri usati nei prodotti Coca-Cola avevano un significativo impatto ambientale, ma la compagnia si oppose con durezza ai tentativi di introdurre limitazioni, come la legislazione che regolava il deposito dei contenitori. [3].

Sono state criticate anche le sue pratiche di lavoro, per esempio, in Guatemala negli anni settanta, attraverso il coinvolgimento nell'assassinio di impiegati affiliati al sindacato, e arrivando alle più recenti accuse, non sostenute da prove, che l'imbottigliatore della Coca-Cola Panamco, abbia assoldato soldati mercenari paramilitari che assassinarono i leader dei sindacati in Colombia.

Sono state intentate parecchie cause legali contro l'azienda, come quelle della United Steelworkers of America e della International Labor Rights Fund in supporto al SINALTRAINAL, contemporaneamente ad azioni di boicottaggio contro l'azienda. La Coca-Cola venne anche criticata, durante la seconda guerra mondiale, per i suoi accordi con il nazismo, e per le implicazioni in affari non chiari con Israele durante la seconda metà del XX secolo e i primi anni del XXI secolo.
Etichette con elevato contenuto di piombo

Nel maggio 2006, lo stato della California ha accusato la The Coca-Cola Company di aver importato dal Messico, e distribuito per almeno quattro anni bottiglie con una vernice nelle etichette ad alto contenuto di piombo.[16] L'azienda ha respinto le accuse, a differenza della Pepsi, che ad un'accusa analoga risalente ad alcune settimane prima, preferì pagare una multa da 2,25 milioni di dollari e ritirare dal mercato le confezioni sospette.
Igiene nei processi produttivi

La Coca-Cola venne accusata di non osservare standard produttivi adeguati alla salvaguardia della salute dei consumatori e dei lavoratori. In particolar modo in India subì numerosi boicottaggi e proteste, a causa della condizione ambientale degli stabilimenti locali, ritenuta scarsamente igienica, e alla presunta inosservanza della tutela dell'ambiente.

Così nel 1970, la Coca-Cola fu bandita, poiché l'Azienda si rifiutava di rendere pubblica la lista degli ingredienti della propria bevanda. La messa al bando proseguì fino al 1993. Successivamente, in seguito a uno studio condotto dal Center for Science and the Environment (CSE) (laboratorio scientifico indipendente a Nuova Delhi) che rivelò la presenza in Coca-Cola e Pepsi di residui di fitofarmaci in concentrazioni fino a trenta volte maggiori dei limiti stabiliti dalle norme indiane ed europee, il 7 dicembre 2004, la Suprema Corte impose alle multinazionali l'obbligo di apporre su tutte le confezioni un'etichetta recante l'attestazione di pericolo per i consumatori[17].
Maxi risarcimento in India

L'ingente utilizzo di acqua potabile negli stabilimenti della Coca-Cola Company mise in pericolo la sopravvivenza di intere comunità Indiane: in particolare, lo stabilimento costruito nel 2000 nello Stato del Kerala venne indicato come responsabile della drastica diminuzione qualitativa e quantitativa dell'acqua disponibile, a causa di un prelievo di 1,5 milioni di litri d'acqua al giorno[18], prelievo che lasciò a secco la popolazione locale. La Compagnia venne inoltre accusata di inquinamento ambientale, e non solo, di non applicare il trattamento dei reflui industriali dello stabilimento, ma anche di vendere gli stessi reflui agli agricoltori spacciandoli per compost agricolo: conteneva infatti metalli pesanti come il piombo, il cadmio e il cromo.

In seguito alle proteste degli abitanti dei villaggi indiani,[19] nel 2003 la High Court del Kerala, stabilì che la Coca-Cola venisse assimilata, dal punto di vista del limite prelievo idrico, a una proprietà terriera di 34 acri (140.000 m²), e che pertanto il suo consumo d'acqua non dovesse superare il limite previsto per tale fascia[20].

Nel 2003 il consiglio del piccolo villaggio non rinnovò la concessione allo stabilimento, perciò l'Azienda fece ricorso, innescando una battaglia legale durata sette anni e conclusasi con un'inchiesta di una commissione statale che accertò le colpe della Compagnia, che dovrà risarcire i danni.[21]

A seguito della denuncia dell'associazione indiana "Mayilamma", la Compagnia venne condannata a pagare un maxi risarcimento di 352 milioni di euro per inquinamento ambientale ai danni della falda acquifera del villaggio di Plachimada, nel distretto di Palakkad, nello Stato del Kerala.[22][23]
Antisindacalismo, violazione dei diritti umani e ingerenze nel sistema politico

Per quanto ogni dipendente della The Coca-Cola Company sia tenuto ad attenersi a un codice interno di comportamento, in numerosi paesi le azioni dirette o indirette della compagnia hanno dato luogo a varie segnalazioni di violazioni di diritti civili e sindacali o hanno causato violazioni della privacy. Spesso la questione venne dibattuta in tribunale, altre volte ha dato origine a campagne spontanee di boicottaggio da parte dei consumatori (il blocco dei consumi per un certo periodo risulta più efficace del blocco degli acquisti per l'analogo periodo: ogni giorno passato senza consumo è, per ogni produttore, più grave di uno passato senza acquisti, in quanto una giornata di mancato consumo non si recupera).


Stati Uniti

Secondo la Guida al consumo critico,[24] la Coca-Cola fa parte di un gruppo di aziende che finanzia i partiti statunitensi. Per esempio nel 2002 ha investito un milione di dollari, destinati, per il 36% al partito democratico e per il restante 64% al partito repubblicano.


Sudamerica

In Colombia, già a partire dal 1989, alcuni dipendenti di uno stabilimento di imbottigliamento colombiano della Coca-Cola iscritti al sindacato lavoratori delle industrie alimentari SinalTrainal, vennero assassinati da forze paramilitari.[25] Intimidazioni, rapimenti, torture e assassini si erano poi ripetuti per più di 20 anni.

Pertanto nel 2001 la International Labor Rights Fund di Washington e l'United Steelworkers Union avevano intentato causa contro la The Coca-Cola Company e tre imbottigliatori, presso la Federal District Court di Miami con l'accusa di utilizzare le United Self-Defense Forces of Colombia (forze paramilitari mercenarie di estrema destra) per intimidire, e in taluni casi anche assassinare, i coordinatori sindacali.

Gli accusati erano, oltre alla The Coca-Cola Company e alla Panamco, la Panamerican Beverages di Miami, che possiede la Panamco, e la Bebidas y Alimentos, una ditta imbottigliamento di Miami posseduta da Richard Kirby. La Coca-Cola aveva sempre smentito ogni complicità o responsabilità nei fatti in questione[26].

Nel 2003 il SinalTrainal depositò presso il Tribunale di Atlanta la richiesta per l'incriminazione ufficiale della The Coca-Cola Company e della Panamco, accusate di crimini di lesa umanità, in quanto mandanti delle azioni repressive (decine di morti e di sindacalisti rapiti e torturati) svolte da gruppi paramilitari mercenari, nei confronti del sindacato e dei lavoratori.[27]

Sempre nel 2003, la Corte Federale di Atlanta decise l'ammissibilità del procedimento penale per la violazione dei diritti umani commessi da forze paramilitari a nome delle imprese imbottigliatrici della Coca-Cola colombiana, la Panamco. Nel gennaio del 2004, la New York City Fact-Finding Delegation on Coca-Cola in Colombia provò quanto affermato dai lavoratori.[28][29] Nel luglio del 2004, la United Steelworkers of America e l'International Labor Rights Fund portarono innanzi alla Corte degli Stati Uniti una causa contro la The Coca-Cola Company e alcuni imbottigliatori colombiani per aver "assunto, o comunque diretto forze di sicurezza di tipo paramilitare".[30]

Luis Javier Correa Suarez, presidente del SinalTrainal, denunciò che il 3 agosto 2006 alcuni uomini in uniforme, identificatisi come membri della Polizia Giudiziaria (SIJIN) entrarono nella sede sindacale di Bogotà, eseguendo una fantomatica perquisizione, motivata dalla necessita di "garantire l'ordine pubblico" in vista alla imminente presa dei poteri ufficiale del Presidente Vélez[31].

Fino a oggi non vi sono mai state condanne per la The Coca-Cola Company o per le aziende di imbottigliamento al riguardo; Le accuse non sono state riconosciute, e, dopo il clamore iniziale, si è assistito a una serie di archiviazioni.[senza fonte] A seguito di sparizioni, rapimenti e uccisioni di dipendenti sindacalisti da parte di gruppi paramilitari, nel 2003 il SinalTrainal colombiano decise di avviare una campagna mondiale di boicottaggio ("Stop Killer Coke") a cui aderirono, tra gli altri, numerose associazioni universitarie, sindacali e politiche irlandesi, decidendo di mettere al bando, all'interno delle varie strutture, i prodotti della The Coca-Cola Company.

L'esempio irlandese venne ripreso anche nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Francia, in Canada. A seguito di ciò anche in Italia un certo numero di amministrazioni comunali mise al bando le bibite della The Coca-Cola Company dagli uffici pubblici, scuole e biblioteche comunali, tra cui la città di Roma con l'XI Municipio, che indisse nel novembre 2003 un incontro pubblico tra i rappresentanti della Coca-Cola in Italia, il Sinaltrainal e la cittadinanza, per ottenere chiarimenti al riguardo e chiedere l'attivazione di un "circolo virtuoso" che mettesse pressione alle realtà locali della Coca-Cola che adottano comportamenti in violazione delle libertà individuali dei propri lavoratori e sindacalisti.

Nel corso degli anni ottanta, anche il Guatemala fu teatro dell'uccisione di impiegati della The Coca-Cola Company iscritti ai sindacati[32]. Forze mercenarie paramilitari occuparono con violenza una delle fabbriche, e, dopo varie pressioni da parte di numerose organizzazioni internazionali, il conflitto giunse al termine, quando la The Coca-Cola Company nominò gestore una nuova ditta, disponibile a mediare un accordo con i sindacati.

Nel 2014 Survival International, il movimento mondiale per i diritti dei popoli indigeni, ha denunciato che Coca Cola è coinvolta nello scandaloso “accaparramento di terra che porta morte e miseria al popolo indigeno più numeroso del Brasile, i Guarani[33]”. Secondo quanto documentato dall'organizzazione, Coca Cola compra zucchero dal gigante alimentare Bunge, che a sua volta si rifornisce di canna da zucchero prodotta nella terra rubata ai Guarani[34]. I membri della tribù sono infatti stati derubati di gran parte della propria terra ancestrale per far spazio a coltivazioni di canna da zucchero ed ora vivono in squallidi accampamenti ai margini delle strade, dove dilagano i suicid[35] i, le malattie e l'alcolismo.

Nel maggio 2014 i Guarani hanno scritto una lettera indirizzata a Coca Cola: “Chiediamo a Coca-Cola di pensare alle nostre sofferenze…Vogliamo che si schieri al nostro fianco e comprenda il nostro dolore e le nostre sofferenze, perché la canna da zucchero sta distruggendo ogni speranza di futuro per i nostri bambini. Chiediamo a Coca-Cola di smettere di comprare zucchero dalla Bunge.[33]”


Europa

In Italia, dall'ordinanza del GIP Paola Belsito del 21 settembre 2006, a seguito della quale sono stati eseguiti ventuno arresti[36][37], si rilevava che a partire dal 2000 la filiale italiana della The Coca-Cola Company avrebbe utilizzato i servizi di una società di investigazione di Firenze, la Polis d'Istinto, per pedinare e controllare un proprio dirigente. La società di investigazione si servì di un ex-agente del Sisde, Marco Bernardini, per raccogliere informazioni, anche attraverso la collaborazione di agenti deviati, e accesso illecito a banche dati riservate, per conoscere la situazione bancaria e immobiliare del proprio dirigente, dei suoi familiari e anche dei suoi vicini di casa. Con le informazioni così raccolte e/o inventate, viene così creato un dossier (poi sequestrato dalla magistratura nel corso delle varie perquisizioni) con false accuse di pedofilia.

Il caso viene alla ribalta in quanto collegato allo Scandalo Telecom-Sismi del 2006 sulle intercettazioni. Il dossier porta il numero di pratica Z0032300 della Polis d'Istinto, per la quale la The Coca-Cola Company avrebbe pagato 133 milioni di lire. Con il deposito dell'atto di chiusura delle indagini[38] a metà luglio 2008 (trecentosettantuno pagine)[39][40][41] e trentasei indagati, accusati a vario titolo di aver messo in piedi una vera e propria associazione a delinquere, al cui vertice risultano indagati (in base alla legge 231 sulla responsabilità amministrativa delle società), anche i gruppi Telecom e Pirelli per non aver vigilato sulla propria security e sui metodi usati per ottenere informazioni.

Nel frattempo, il GIP Guido Salvini si rivolge alla Consulta (Corte costituzionale della Repubblica Italiana) sollevando eccezione di costituzionalità contro la distruzione della pratica Z0032300, che il dipendente Coca-Cola ha chiesto di poter acquisire agli atti. "Nessuno può garantire alla persona offesa, che, prima del sequestro dei dossier illegali un numero indefinito di copie, per esempio dvd, non sia già stato fornito e possa prima o poi entrare in circolazione. Distruggendo anche la copia sequestrata, anche senza il consenso, e anzi contro la volontà della persona offesa, questa è privata in molti e non prevedibili casi di un importante strumento di difesa".

Inoltre, secondo il GIP Salvini "il contenuto di un dossier può essere utile a illuminare fatti precedenti o successivi quando la persona spiata non si oppone e anzi chiede che quantomeno all'interno di un fascicolo processuale il contenuto dei dati raccolti sia messo in chiaro". E spiega che i dati del dossier Z0032300 potrebbero essere decisivi nel dimostrare che quest'ultimo è stato vittima dei vertici aziendali. Qualora tale dossier venisse distrutto per la "legge Mastella" n. 281 del 2006 (sulla inutilizzabilità e distruzione dei dossier illeciti) la perdita di tale documentazione probatoria "rischia di essere gravemente nociva per la posizione delle persone vittime della raccolta di informazioni". Qualora la Consulta accogliesse la tesi del GIP Salvini, per tutte le vittime di indagini illegali si aprirebbe la possibilità di accedere ai dati raccolti illecitamente sulla propria persona in modo da poter aprire i contenziosi civili e per avanzare richieste di risarcimento danni.
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Scandalo Telecom-Sismi.
Altri paesi
Sebbene meno pubblicizzati, in altre parti del mondo sono avvenuti conflitti tra associazioni sindacali e la The Coca-Cola Company, come per esempio nelle Filippine, nello Zimbabwe e negli Stati Uniti[42]. Nel 2002, un'azionista della The Coca-Cola Company, la Christian Brothers, presentò agli altri azionisti una risoluzione che invitava la Coca-Cola ad adottare un codice etico di condotta che regolasse le attività produttive e di assunzione del personale. La risoluzione venne però respinta, nonostante il pressoché unanime appoggio delle associazioni sindacali di altri Paesi.

Ultima modifica di giovanbattista : 19-02-2020 alle 21:55.
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Old 20-02-2020, 01:11   #66
Flortex
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Originariamente inviato da zappy Guarda i messaggi
No.
Se crea un danno ad altri, NON puoi "comprarci quel che vuoi".
Altrimenti io potrei "comprare" lo stupro di tua moglie/fidanzata "perchè coi miei soldi ci faccio quel che voglio"? Chiaramente no.

Basta con 'sta stronzata che coi "suoi" soldi uno può farci quel che vuole.
Il danno è solo nelle vostre teste.
Anche seguendo il delirio dell'ipcc (errato), il "danno" lo faresti bruciando carburante, non comprando la macchina.
Fa più danno il pauperista con la Panda che fa 50.000 km all'anno, della Ferrari che ne fa 5.000, quindi l'illogicità è manifesta.

Che coi propri soldi uno sia libero di comprarci un po' quello che vuole non è "una stronzata", ma un principio sacrosanto che solo coloro che non hanno il minimo rispetto della libertà delle persone non comprendono.

Il tuo mondo è quello in cui, con questa scusa, viene tassata qualsiasi cosa, da ciò che mangi, a ciò che indossi, ai mobili che hai in casa, e via discorrendo, senza escludere alcuna attività. Alcuna.
Peggio dell'unione sovietica.

La tua tesi è quindi che sia giustificato vietare e/o tassare qualsiasi cosa, perchè qualsiasi cosa può essere considerata "dannosa"?
Flortex è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 20-02-2020, 01:12   #67
Flortex
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E' il capitalismo.
L'obbiettivo di ogni azienda è quello, il massimo profitto possibile.
Infatti.
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Old 20-02-2020, 06:19   #68
Doraneko
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Wall of text
Confermo quanto già detto, non ho tempo per mettermi a leggere certe cose, né tantomeno di mettermi a verificare se sono vere.
Ti ripeto solo quanto già scritto, di merda ce n'è ovunque, fatalità la si cerca sempre negli stessi posti.
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Old 20-02-2020, 06:29   #69
Doraneko
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Il tuo mondo è quello in cui, con questa scusa, viene tassata qualsiasi cosa, da ciò che mangi, a ciò che indossi, ai mobili che hai in casa, e via discorrendo, senza escludere alcuna attività. Alcuna.
Peggio dell'unione sovietica.
In Unione Sovietica ti vietavano e bon. Qui il discorso è "Siamo un Paese libero...ma vogliamo la nostra parte". E ci si ritrova con robe assurde tipo il bollo auto, come se non pagassi già abbastanza tasse quando acquisto l'auto, quando faccio rifornimento, quando la porto a fare il tagliando, quando cambio le gomme (invernali, semi-obbligatorie per la mia sicurezza, con 15°C fuori...), quando compro il seggiolino antiabbandono (perché 2 persone all'anno si dimenticano il bambino in macchina), ecc...
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Old 20-02-2020, 06:39   #70
Notturnia
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Fatemi indovinare.
Voi siete quelli che le capsule del caffè al ginseng vengono tassate di 1 centesimo con la tassa sulla plastica si lamentano di dover usare la moka, e se si tassa la loro auto da 300cv si lamentano del "pauperismo".

Dalla serie qualunque rinuncia microscopica ai vostri comodi è come "tornare a vivere nelle caverne", vero?
Tasse ridicole come quella del super bollo sono fesserie all’italiana e hanno dimostrato il danno che hanno causato all’orario.. ad ogni modo la mia ha 218cv ..
le capsule al ginseng te le puoi tenere.. bevo caffè.. e sono contro a quella ridicola plastic tax che viene applicata su uno dei materiali più ecologici che l’uomo abbia inventato.. è riciclabile al 100%, inquina meno del vetro durante la fase di produzione e anche durante quella di riciclaggio.. vanno puniti I bifolchi che buttano la plastica in giro e non la plastica.. è come punire una pistola per aver sparato e non l’assassino che ha premuto il grilletto.. ma siamo in Italia, paese di politici ipocriti che parlano per proclami e del mondo non capiscono niente..
Basta vedere i m5s.. andati al governo con proclami da `’spacchiamo tutto`’ e poi rivelatisi uguali agli altri e attaccati alla poltrona.. o renzino con i suoi 80 euro per beccarsi i voti..

Per dare lo stipendio ai miei dipendenti pago 15 mensilità all’anno per avere 11 mesi lavorati in ufficio.. questa è la verità.. ma gli ingrati non la vedono.. non conosco i contratti degli assunti in logistica ma se hanno tredicesima allora percepiscono 14 mensilità (il tfr corrisponde ad una mensilità aggiunta) e lavorano 11 mesi (2,5 giorni di ferie garantite al mese).. oltre a questo allo stato dobbiamo anche pagare altre 15 mensilità in tassazione.. 30 mila euro l’anno spesi per avere 220 giorni lavorativi .. e tu parli di pauperismo ?.. sei un libero professionista ? Chiediti chi tiene in piedi lo stato italiano con le sue tasse.. non sono I poveri e maltrattati dipendenti di Amazon.. sono tutti gli imprenditori che riescono a sopravvivere pur dovendo pagare tasse assurde in Italia.. non da ultima quella sulla plastica che sta per devastare un settore in nome di una falsa ecologia .. torniamo alle bottiglie di vetro e poi lamentiamoci dei costi e dei consumi della logistica che per spostare un litro di liquido porta a spasso due kili al posto di 1,05... ipocriti di politici ed ecologisti dei miei stivali
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Old 20-02-2020, 06:47   #71
Notturnia
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Originariamente inviato da canislupus Guarda i messaggi
Completamente sbagliato e retrogrado come concetto.
Un lavoratore sfruttato e sottopagato non renderà mai quanto uno che è "felice" di stare nel proprio posto di lavoro.
Nessuno vieta che ci sia un profitto, ma questo deve essere ragionevole non tanto per questioni etiche, quanto per il motivo sopra descritto.
Anche un imprenditore tassato e vessato non renderà quanto uno felice e non assumerà dipendenti che gli servono perché non ha la serenità di pensare a domani e quindi non darà lavoro ad altri..
il dipendente sottopagato c’è solo se la legge lo permette.. i datori di lavoro sono ben controllati in questo stato da grande fratello.. ma mai ci si preoccupa di permettere a noi di assumere gente senza soffocare di costi..

Imprenditore = gallina da spennare cattivo e pieno di soldi
Dipendente = schiavo triste super capace ma sottopagato

Altri stereotipi infantili ?
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Old 20-02-2020, 06:51   #72
Notturnia
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Originariamente inviato da Flortex Guarda i messaggi
Il danno è solo nelle vostre teste.
Anche seguendo il delirio dell'ipcc (errato), il "danno" lo faresti bruciando carburante, non comprando la macchina.
Fa più danno il pauperista con la Panda che fa 50.000 km all'anno, della Ferrari che ne fa 5.000, quindi l'illogicità è manifesta.

Che coi propri soldi uno sia libero di comprarci un po' quello che vuole non è "una stronzata", ma un principio sacrosanto che solo coloro che non hanno il minimo rispetto della libertà delle persone non comprendono.

Il tuo mondo è quello in cui, con questa scusa, viene tassata qualsiasi cosa, da ciò che mangi, a ciò che indossi, ai mobili che hai in casa, e via discorrendo, senza escludere alcuna attività. Alcuna.
Peggio dell'unione sovietica.

La tua tesi è quindi che sia giustificato vietare e/o tassare qualsiasi cosa, perchè qualsiasi cosa può essere considerata "dannosa"?
In uno stato come il nostro dove si punisce che muove l’economia per il solo fatto che possiede qualcosa e non che usa qualcosa è penalizzante comprare..
si viene puniti per aver comprato una cosa.. se lasci i soldi in banca te li mangiano con le spese, se compri una casa paghi delle tasse al momento dell’acquisto e ogni anno che la possiedi e anche quando la vendi.. alla fine se hai devi pagare anche se non hai un guadagno.. l’importante, in uno stato comunista come il nostro, è punire chi manda avanti la nazione spremendo tutto.. ricorda il film “in time” dove il tempo costava ogni giorno di più per far vivere all’infinito i ricchi.. nel nostro caso si tiene vivi all’infinito i politici inutili a discapito di chi genera lavoro..
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Old 20-02-2020, 09:02   #73
nickname88
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Originariamente inviato da zappy Guarda i messaggi
si vede che non hai mai letto la Costituzione.
Si vede che non ti guardi attorno !
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Old 20-02-2020, 09:06   #74
Doraneko
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Tasse ridicole come quella del super bollo sono fesserie all’italiana e hanno dimostrato il danno che hanno causato all’orario.. ad ogni modo la mia ha 218cv ..
le capsule al ginseng te le puoi tenere.. bevo caffè.. e sono contro a quella ridicola plastic tax che viene applicata su uno dei materiali più ecologici che l’uomo abbia inventato.. è riciclabile al 100%, inquina meno del vetro durante la fase di produzione e anche durante quella di riciclaggio.. vanno puniti I bifolchi che buttano la plastica in giro e non la plastica.. è come punire una pistola per aver sparato e non l’assassino che ha premuto il grilletto.. ma siamo in Italia, paese di politici ipocriti che parlano per proclami e del mondo non capiscono niente..
Basta vedere i m5s.. andati al governo con proclami da `’spacchiamo tutto`’ e poi rivelatisi uguali agli altri e attaccati alla poltrona.. o renzino con i suoi 80 euro per beccarsi i voti..

Per dare lo stipendio ai miei dipendenti pago 15 mensilità all’anno per avere 11 mesi lavorati in ufficio.. questa è la verità.. ma gli ingrati non la vedono.. non conosco i contratti degli assunti in logistica ma se hanno tredicesima allora percepiscono 14 mensilità (il tfr corrisponde ad una mensilità aggiunta) e lavorano 11 mesi (2,5 giorni di ferie garantite al mese).. oltre a questo allo stato dobbiamo anche pagare altre 15 mensilità in tassazione.. 30 mila euro l’anno spesi per avere 220 giorni lavorativi .. e tu parli di pauperismo ?.. sei un libero professionista ? Chiediti chi tiene in piedi lo stato italiano con le sue tasse.. non sono I poveri e maltrattati dipendenti di Amazon.. sono tutti gli imprenditori che riescono a sopravvivere pur dovendo pagare tasse assurde in Italia.. non da ultima quella sulla plastica che sta per devastare un settore in nome di una falsa ecologia .. torniamo alle bottiglie di vetro e poi lamentiamoci dei costi e dei consumi della logistica che per spostare un litro di liquido porta a spasso due kili al posto di 1,05... ipocriti di politici ed ecologisti dei miei stivali
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Old 20-02-2020, 09:07   #75
nickname88
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Completamente sbagliato e retrogrado come concetto.
Un lavoratore sfruttato e sottopagato non renderà mai quanto uno che è "felice" di stare nel proprio posto di lavoro.
Nessuno vieta che ci sia un profitto, ma questo deve essere ragionevole non tanto per questioni etiche, quanto per il motivo sopra descritto.
Lavoratore felice ? Il lavoratore deve rispettare un contratto al fine di essere remunerato a fine mese.
Se non rende viene licenziato come giusto che sia, su contratto sono elencati i criteri da soddisfare ed il lavoratore se mette la firma è tenuto a farlo.
L'unico motivo per cui devi rendere sono solamente i soldi a fine mese, altrimenti se non avessimo problemi economici al lavoro non ci presenteremo nemmeno.

Ultima modifica di nickname88 : 20-02-2020 alle 09:12.
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Old 20-02-2020, 09:09   #76
Doraneko
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In uno stato come il nostro dove si punisce che muove l’economia per il solo fatto che possiede qualcosa e non che usa qualcosa è penalizzante comprare..
si viene puniti per aver comprato una cosa.. se lasci i soldi in banca te li mangiano con le spese, se compri una casa paghi delle tasse al momento dell’acquisto e ogni anno che la possiedi e anche quando la vendi.. alla fine se hai devi pagare anche se non hai un guadagno.. l’importante, in uno stato comunista come il nostro, è punire chi manda avanti la nazione spremendo tutto.. ricorda il film “in time” dove il tempo costava ogni giorno di più per far vivere all’infinito i ricchi.. nel nostro caso si tiene vivi all’infinito i politici inutili a discapito di chi genera lavoro..
Vuoi incattivirti ancora di più? Ti ricordi la proposta di tassare i prelievi di contante?
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Old 20-02-2020, 09:10   #77
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Lavoratore felice ? Il lavoratore deve rispettare un contratto.
Se non rende viene licenziato come giusto che sia, su contratto sono elencati i criteri da soddisfare ed il lavoratore se mette la firma è tenuto a farlo.
purtroppo del titolare felice che chiude nuovi contratti di lavoro per mantenere i dipendenti stipendiati non interessa a nessuno..

il titolare deve essere stressato e tassato.. poco conta se ha la responsabilità dei dipendenti e delle loro famiglie e se ai dipendenti non interessa niente del bene dell'azienda che li nutre..

pare tutto dovuto.. siamo in un regime socialista no ?.. è lo stato che fa tutto per noi.. o no ?..
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Old 20-02-2020, 09:20   #78
Doraneko
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purtroppo del titolare felice che chiude nuovi contratti di lavoro per mantenere i dipendenti stipendiati non interessa a nessuno..

il titolare deve essere stressato e tassato.. poco conta se ha la responsabilità dei dipendenti e delle loro famiglie e se ai dipendenti non interessa niente del bene dell'azienda che li nutre..

pare tutto dovuto.. siamo in un regime socialista no ?.. è lo stato che fa tutto per noi.. o no ?..
Guarda, io sono lavoratore dipendente e solo perché ci tengo a fare l'interesse dell'azienda in modo serio e in qualche modo mi metto nei panni degli imprenditori, di tanto in tanto vengo etichettato come leccaculo, amico dei potenti, schiavo a cui è stato fatto il lavaggio del cervello, ecc...
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Old 20-02-2020, 09:26   #79
nickname88
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purtroppo del titolare felice che chiude nuovi contratti di lavoro per mantenere i dipendenti stipendiati non interessa a nessuno..

il titolare deve essere stressato e tassato.. poco conta se ha la responsabilità dei dipendenti e delle loro famiglie e se ai dipendenti non interessa niente del bene dell'azienda che li nutre..

pare tutto dovuto.. siamo in un regime socialista no ?.. è lo stato che fa tutto per noi.. o no ?..
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Old 20-02-2020, 09:59   #80
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Guarda, io sono lavoratore dipendente e solo perché ci tengo a fare l'interesse dell'azienda in modo serio e in qualche modo mi metto nei panni degli imprenditori, di tanto in tanto vengo etichettato come leccaculo, amico dei potenti, schiavo a cui è stato fatto il lavaggio del cervello, ecc...
come quando si andava a scuola e volevi entrare durante gli scioperi per il colore della carta igienica o per motivi assurdi che erano palesi scuse per saltare le lezioni..

lo ricordo.. credo di aver partecipato ad un solo sciopero (perchè potevo condividere l'idea) prima di capire quanto inutile sia scioperare per cambiare qualcosa (vedi greta e i suoi venerdì di festa)

io apprezzo i dipendenti che fanno straordinari e che aiutano tanto è vero che ricevono gratifiche a fine anno (se ci sono soldi) mentre chi non aiuta non riceve gratifiche ne viene agevolato in caso di richiesta di ferie etc..

non ci sono diritti acquisiti, vanno guadagnati, a mio parere.. anche perchè quando cerchi di chiudere un contratto nuovo con un nuovo cliente è tutta l'attività che ne beneficia e normalmente, in realtà piccole, è il dipendente il più avvantaggiato perchè mantiene il lavoro.. ma non lo si capisce

diverso è il caso dei colossi stime amazon ma li il problema è la tassazione ridicola e non il posto di lavoro.. ricordandoci sempre che le condizioni di lavoro dei dipendenti di una azienda normalmente sono diretta conseguenza dei clienti di quella azienda.. (questa in pochi la capiranno..)
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