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Old 09-06-2004, 23:50   #81
IpseDixit
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Originariamente inviato da gor
ciao,ho usato un traduttore quindi non mi fucilate per eventuali strafalcioni.

http://www.elmundo.es/elmundo/2004 / ...1082356558.html
UNA INVESTIGAZIONE DI IL MONDO
I buchi neri del 11-m

Una versione poliziesca strapiena di incongruenze

FERNANDO MÚGICA
I terroristi collocarono 13 esplosivi in quattro treni locali. Morirono 191 persone. (EFE)
NOTIZIE RELAZIONATE

Madrid. - hanno passato già 39 giorni dai tragici avvenimenti del 11-m. Un tempo prudenziale come affinché, lasciando ad un lato gli inevitabili impulsi emozionali che provocarono gli attentati, riflettiamo sui dati rivelati fino ad ora per gli investigatori e, innanzitutto, busta nuovi elementi che mettono in dubbio molte delle sue conclusioni.

Il Mondo ha conversato, per questo tempo, con fonti dei distinti corpi di sicurezza dello Stato, testimoni vicine ai detenuti ed analisti di varie ambasciate per elaborare un laborioso puzle che apre orizzonti inquietanti.

Nei giorni previ alle elezioni si preparavano, in gran segreto, colpi di mano spettacolari contro la cupola di ETA. Durante il 11-m, e nei giorni posteriori, si manipolarono informazioni, deviarono piste, si nascosero dati vitali per lo schiarimento dai fatti. Sono i buchi neri di alcune giornate che cambiarono, di una forma drastica ed imprevedibile, la rotta politica del paese. Le flagranti incongruenze di quello che fino ad ora si è conosciuto devono lasciare passo all'esigenza ineludibile che si arrivi fino al fondo della verità di tutto quello che succedè.

Il 10 marzo, mercoledì, il Governo di José María Aznar è molto tranquillo. Sa per tutte le inchieste che quattro giorni dopo guadagnano le elezioni. Il proprio Felipe González lo dichiara tardi in un circolo di intimo quella stessa: "Non avranno la maggioranza assoluta, ma guadagnano le elezioni."

Al presidente l'hanno preparato un regalo di fine di corso. I suoi collaboratori più prossimi sanno che per lui, la lotta contro ETA è stata una degli assi centrali della sua attuazione. Per quel motivo, le Forze di Sicurezza gli danno una gran soddisfazione che contemporaneamente servirà come un'ultima catapulta elettorale per spianare nei comizi: la cattura, improvvisamente, di tutta la cupola della banda e di praticamente tutti i suoi comandi operativo conocidos.Aznar potrà così, dentro il suo ultimo mandato e per un margine di un paio di giorni, compiere una delle sue promesse più solenni: finire col grosso dell'organizzazione terroristica.

Si è scelto accuratamente la data del gran colpo: la notte del venerdì 12 di marzo, giusto nel momento in cui il paese abbandona la campagna elettorale per immergersi nella giornata di riflessione. Gli agenti di campo stanno ognuni nel suo posto vigilando i terroristi. Il segreto dell'operazione è assoluto. Le Forze di Sicurezza hanno trasportato nel Governo, nelle ultime settimane, la sua preoccupazione considerando che ETA può tentare un attentato selvaggio che irrompa di forma determinante nella campagna elettorale. In questo senso, si sono analizzati fino alla sazietà i tentativi della banda per volare treni nella stazione madrilena di Chamartín coincidendo col pomeriggio della Vigilia di Natale ultima.

Ci sono dettagli di Intelligenza che indicano che è molto possibile l'utilizzo di zaini. I due giovani catturati in una strada regionale di Cuenca con un furgoncino nei quali trasportavano 500 chilogrammi di esplosivi, Irkus Badillo e Gorka Vidal, hanno dichiarato che ETA li aveva ordinati la collocazione nella stazione di sci di Baqueira Beret, nell'ultimo Natale, di 12 borse e zaini con esplosivi affinché sfruttassero di una forma coordinata. Dopo osservare il terreno desisterono dall'azione.

Tutti hanno dato ovviamente che il Carabiniere sta dietro la cattura in un'operazione di inseguimento del furgoncino dalla Francia, ma non è certo. Benché sembri impossibile, è stato una detenzione casuale. Quello vuole dire che non hanno ai nuovi comandi giovani tanto controllati come credevano. Per che motivo possono volere 500 chili di esplosivi a Madrid il 28 di febbraio se non è per spezzare le elezioni?

Immagine del telefono mobile Triumph.
Telefoni mobili

Preoccupano loro anche i telefoni mobili. Nella stazione di San Sebastián, i servizi speciali del Carabiniere avevano trovato prima settimane quello che qualificarono come una bomba esca. Non si trattava di una trappola destinata a spezzare a chi cercassero di disattivarla. Al contrario, era un artefatto inoffensivo ma che aveva come iniziatore un telefono con due cavi, uno rosso ed un altro azzurro.

ETA ha cercato da tempo di utilizzare telefoni per commettere i suoi attentati. Così lo fecero nel cimitero di Zarautz, il 9 gennaio di 2001, quando si sentivano riunite molte personalità vicino alla tomba del consigliere comunale del PP José Ignacio Iruretagoyena, assassinati tre anni prima. Le ultime relazioni di Intelligenza in potere del CNI spiegavano come con dettaglio le prove di ETA per utilizzare telefoni mobili iniziatori di bombe.

Relazioni anteriori dettagliavano che i terroristi non erano riusciti ad emendare tecnicamente un sfasamento tra il momento della decisione di attivare l'esplosivo e l'esplosione, un breve intervallo di tempo che a volte era di alcuni semplici secondi. Ma l'ultima relazione era categorica: finalmente erano riusciti la simultaneità. I telefoni mobili erano già operativi per ETA. Presumibilmente, nel prossimo gran attentato sarebbe il sistema utilizzato per gli assassini.

Nella mattina del 11 di marzo si prodursi un enorme sconcerto. È importante la coordinazione tra le Forze di Sicurezza ed il Governo in funzioni. Arrivano le prime notizie dell'attentato e con esse i dati che, apparentemente, si sono impiegati telefoni mobili per fare esplodere almeno 10 o 12 zaini e borse nei treni prossimi alla stazione di Atocha. Per i dati apportati anteriormente, tutti pensano ad ETA. Si invia immediatamente al nord l'ordine che gli agenti operativi dìano di sera notizia degli obiettivi che stanno essendo strettamente vigilati per il macro operazione preparata per il venerdì. Le relazioni continuano ad arrivare e lo sconcerto aumenta. Tutti i militanti dell'Eta stanno nel suo posto. Nessuno dei vigilati ha potuto essere l'autore del massacro. Molti ricordano il furgoncino accurato a Cuenca ed al comando che sorge dal niente.

In quello momento di massimo sconcerto, succede qualcosa che provoca che il Governo commetta il maggiore errore del suo mandato. Comincia la trappola. Un membro dei Corpi di Sicurezza invia per telefono e dallo stesso posto dei fatti la prima valutazione dell'esplosivo. Sempre a viva voce e senza che nessuno metta ancora niente per iscritto si nomina la parola magica: Titadine. È il fabbricante di una modalità di dinamite che utilizza abitualmente ETA.

La parola si estende tra quelli che hanno qualcosa a che vedere col caso e le prime relazioni che arrivano alla Polizia Nazionale, il Carabiniere, il CNI, il Governo della nazione ed il Governo basco. L'errore trasmettendo la relazione può essere solo intenzionato. Nessun esperto poliziesco, e meno gli specialisti in disattivazione di esplosivi, potrebbero confondere Titadine con Gomma 2. Gli odori che provocano entrambe le sostanze sono tanto differenti come una banana ed una pera. Ma nei primi momenti di confusione, abbia Lei in conto che a quell'ora della mattina si sa neanche ancora il numero di vittime, produce un effetto moltiplicatore demolitore. Quelli primi indizi sono quelli che gli fanno pronunciare ad Ibarretxe quello discorso tanto precipitoso nel che, con un viso di enorme preoccupazione, si scaglia contro ETA dopo avere considerato come un fatto certo che essi sono stati gli autori. Anche il Governo cade nello stesso errore.

Qui svolge un ruolo determinante Arnaldo Otegi, parlamentare di Sozialista Abertzaleak che insinua ad una radio locale dei Paesi Baschi, Herri Irratia, che la cosa prima che è venuto alla testa è che "lo Stato spagnolo mantiene forze di occupazione in Iraq." La pista radicale islamista si mette così in marchapoco dopo le 10 della mattina. Ma Otegi solo tratta di guadagnare tempo.

Otegi mente

Alle 13.00 ore tornerà a riaffermare questa idea per uscire al passo dalle prime dichiarazioni del ministro dell'Interno, Angelo Acebes che difende con rotondità la paternità di ETA.Otegi non contempla "né come mera ipotesi" che ETA possa essere l'autrice degli attentati di Madrid. Ma sta mentendo ed il presidente del Governo a quelle ore lo sa già.

Le Forze di Sicurezza hanno costanza di una conversazione che il proprio Otegi ha mantenuto con qualcuno del suo ambiente prima di mezzogiorno - due ore dopo il suo primo dichiarazioni exculpatorias per ETA - e nella quale mostra il suo sconcerto, la sua paura, il suo totale stupore: "Se esce per di là qualcuno, si riferisce a qualcuno dei suoi, rivendicando questo, siamo persi definitivamente. Io devo saperlo quanto prima perché se è così non posso ritornare al mio paese. Devo andare via quanto prima. Devo saperlo."

Quello che il Governo non conosce è che già in quelli momenti si sono messi a lavorare duramente un gruppo di comandi polizieschi ed alcuni agenti del CNI, della corda più dura e leale al partito socialista, per informare i suoi dirigenti di tutti i dettagli che possano condurre la situazione in beneficio proprio. Sono gli stessi che ottengono che cambi mani l'investigazione e che la controlleranno da quello momento.

Si forma una squadra ermetica che lascia da parte al Carabiniere e che rallenta le informazioni che passano al CNI. Chiamano, tuttavia, ogni pochi minuti ad una cellula del PSOE che ottiene così informazione privilegiata, quello che permette loro di montare una strategia efficace contro il Governo. Sanno che questo segue ostinato nella tesi di ETA e rimangono silenziosi affinché Aznar, Rajoy ed Acebes essi si mettano soli nella trappola.

Il furgoncino Renault trovato in Alcalá di Henares.
Contemporaneamente, cominciano a farsi conoscere, a contagocce, dettagli che segnano una strada all'opinione pubblica. Nella stessa domani del 11-m appare un misterioso furgoncino bianco. Un portinaio ha visto tre sospetti, col viso e la testa coperte, vicino ad un furgoncino bianco segna Renault, modello Kangoo. Uno di essi portava una borsa e si è diretto verso il treno, intorno alle sette della mattina, nella stazione di Alcalá di Henares. Si dice in un primo momento che il furgoncino non ha orme, più tardi apparirà, nel decorso dei seguenti giorni dell'investigazione, un'orma di un giovane marocchino a chi pronto si accuserà di essere uno degli autori materiali degli attentati, Jamal Zougam. Questo potrebbe essere l'uomo che vide il portinaio con una borsa entrare nella stazione di Alcalá di Henares.En il suo entusiasmo, il testimone racconta alla polizia che era un uomo alto, come di 1,90 metri, molto forte. Appena Zougam sorpassa il 1,60 di statura.

Il PSOE informato

Membri del PSOE, avvisati per la sua gente nella polizia, sanno dalla mattina dell'esistenza del furgoncino, prima perfino che il proprio CNI. L'Intelligenza spagnola non conosce, nel momento di redigere una delle relazioni che il Governo in funzioni declassificherebbe più tardi giorni, neanche l'esistenza di quello furgoncino, targa 0576 BRX. Si dice che il suo padrone presentò prima una denuncia per sparizione del veicolo alcuni giorni, il 28 febbraio, e che fu rubata di fronte al suo domicilio nel popoloso quartiere di Quattro Strade di Madrid. Quando la trovano, conserva le placche di targa originali e gli esperti determinano che si è usato senza forzare niente e con chiavi originali. Al padrone gli sparì tutto il mazzo dalle sue chiavi quasi un anno fa. È falso che viva in Quattro Strade. Il suo domicilio, come raffigura nella propria denuncia, sta per strada con nome di vegetale della località di Torrelodones.

Nella revisione del furgoncino tarda le ore sufficienti come affinché il Governo si metta un po' più nella trappola della paternità di ETA. Si dà la scusa che la polizia non ha Tedax liberi. Tutti i suoi specialisti in esplosivi sono occupati nei posti degli attentati. Ma quello che non dicono è che il Carabiniere offre i suoi servizi di Tedax e sono respinti di forma categorica.

Molto avanzata il pomeriggio, e malgrado un cane-poliziotto abbia dimostrato prima ore il contrario, si fa conoscere che si sono trovati resti di esplosivi. Perfino si parla di una cartuccia di 125 grammi di dinamite Gomma 2 Eco. Non è certo. Il cane che si impiegò per il riconoscimento non si comportò come lo fanno invariabilmente quando trovano esplosivi, con immobilità assoluta. Nel furgoncino non c'erano esplosivi quando la polizia il contrassegno in Alcalá. Il furgoncino è trasportata in primo luogo nella Brigata Provinciale di Informazione per strada Tacona di Moratalaz. Da lì, alle 14.14 ore, si porta alle installazioni del Commissariato Generale di Polizia Scientifica, ubicate in Tibie.

I funzionari del commissariato di Alcalá non avevano scoperto esplosivi nella sua ispezione oculare. È in Tibie dove si trova, sotto ad uno dei sedili anteriori, una borsa con sette detonatori di distinto tipo e data.

Ma la notizia della giornata, quella che fa che tutto dia un rovesciamento definitivo, è l'apparizione di un nastro di audio con versi del Corano. Comincia a spuntare così quello che un veterano investigatore della polizia ha definito come il racconto di Pollicino, qualcuno che trova la strada perché previamente ha lasciato le piedrecitas bianche che gli indicano lo stesso. Nel furgoncino c'è anche una musicassetta in arabo - vicino ad altre di Plácido domingo - ma quello che nessuno dice è che il nastro, registrata in Arabia Saudita ed interpretata per un cantante, corrisponde ad alcuni versi di iniziazione al Corano, qualcosa che non quadra in un pericolosi e fanatici terroristico islámicos.Es come se in mani di alcuni terroristi integralisti cattolici dell'Ira si trovasse un libretto di iniziazione al Catecismo.Pero l'effetto mediatico si è prodursi già.

Un'ora più tardi si fa conoscere la rivendicazione di un gruppo islamista, la Brigate Nonnina Hafs Al Masri che ha comandato un e-mail ad un giornale britannico in lingua araba, Al Quds Agli Arabi.Los specialista non gli danno nessun valore come dimostra, con solidi argomenti, un altro dei documenti del CNI desclasificados.Los che firmano la paternità è un gruppo che ha rivendicato tutta la cosa negli ultimi mesi immaginabile, compresi gli ultimi blackout di New York. Nei giorni dopo si prodursi fino a siet rivendicazioni differenti di, almeno, cinque gruppi organizzati, provenienti da quattro paesi differenti.

Abbiamo un'altra bomba

Un'altra pista chiave irrompe all'improvviso nel panorama. Alle due dell'alba del venerdì, membri del commissariato di Vallecas richiamano ai Tedax dopo avere trovato una borsa che contiene una bomba. Non è l'unica che non ha sfruttato durante il giovedì.

Nella mattina degli attentati appaiono almeno più tre nelle vicinanze della stazione di Atocha ed in quella di Il Pozzo. In tutti i casi gli artificieri optano per distruggerli inmediatamente.Se volano per le arie di quella maniera piste materiali che sembrano imprescindibili per lo schiarimento dei fatti.

Una giovane polizia municipale racconta il suo ritrovamento molto pormenorizadamente.Es una matricola che appena è da un anno di servizio. Jacobo Barrero conta come trovò sotto ad uno dei sedili del secondo piano di uno dei treni colpito per le esplosioni un zaino nero. Quando l'apre, quasi gli dà una sincope. Vedi un telefono del quale escono due cavi, "uno rosso ed uno nero" che stanno connessi ad un portavivande rotondo di colore arancia. Non parla in nessun momento di cartucce. Corre fino ad un muro di cinta vicino con la borsa e fiamma molto nervoso ai suoi superiori. Non gli fanno troppo caso e decide di tornare a tentarlo, questa volta con la Polizia Nacional.Atienden il suo avviso ed inviano ai Tedax.

Vari esperti nella materia non capiscono ancora perché decisero di volare la borsa. "Un semplice getto di acqua potrebbe bastare per inutilizzarla, soprattutto sapendo che nonostante gli scoppiettii ai che lo sottomise l'agente che l'aveva trovata non si era attivato." Il caso è che quella mattina distruggono quell'e il resto degli zaini che non avevano sfruttato. Nell'aria rimase un odore piccante molto intenso, niente vedere col Titadine il cui nomini aveva depistato tanto in un primo momento.

Ma andiamo all'alba del venerdì. Alle 2.40 ore, ed ad ingiunzione attraverso una chiamata dei poliziotti di servizio, i Tedax, arrivano al commissariato di Vallecas per ispezionare una borsa azzurra, con manichi di cuoio. Nel suo interno c'è una massa gelatinosa, circa 10 chili, di quello che dopo si verificherà che è dinamite Gomma 2 Eco, della fabbricata per Esplosivo Riotinto, unita ad un detonatore elettrico segna Riodets, fabbricato in Galdakano, Biscaglia, come i contrari nel furgoncino bianco. Mischiati con l'esplosivo ci sono un chilo approssimato di chiodi e viti.

Al giorno dopo, si dà alla stampa la versione che qualcuno nel commissariato di Vallecas aveva notato per caso il contenuto della borsa, dopo che suonasse un telefono mobile nel suo interno. Si è pubblicato che la bomba non aveva fatto esplosione alle 7.20 ore nel treno perché i terroristi si erano confusi collocando l'ora della sveglia che doveva attivare il meccanismo. Misero l'ora in PM invece di AM. Non è certo. Di esserlo, sarebbe esploso alle 7.20 ore del pomeriggio, e non fu così.

Lo zaino transumante

La realtà è che quella borsa diede teoricamente ritornata per Madrid per molte ore senza che nessuno la notasse. Alcuni versioni dicono che fu trasportata fino ad Ifema col resto delle appartenenze che si trovarono e che nessuno aveva reclamato. La cosa unica che si sa è che qualcuno richiamò dal commissariato di Vallecas ai Tedax alle 2.00 ore dell'alba del venerdì affinché si facessero carico di lei.

La relazione coi treni è puramente circostanziale. Chiunque l'aveva potuta collocare in Ifema. La borsa questa volta, contravvenendo quello che la polizia aveva fatto fino a quello momento con la zaini bomba che avevano trovato intatte, non è distrutta. I Tedax vuole disfarsi di lei e è un commissario capo che glielo recrimina mentre uno dei suoi ispettori, Protezione Cittadina, si offre volontario per neutralizzarla. Sia come fuere, raffigura le 5.12 ore come il momento in cui è disattivata, in un parco vicino. È come si ottengono tutte le piste che porteranno agli investigatori alle prime detenzioni.

È sorprendente che nelle immagini poliziesche prese del contenuto della borsa non appare nessun tipo di cartuccia di dinamite. C'è solo una massa gelatinosa di esplosivo, un telefono mobile con due cavi incrostati, una batteria per il telefono e, ovviamente, il biglietto della marca da bollo. Le fotografie sono pubblicate per la catena di televisione statunitense ABC e possono essere contemplate per chiunque nella sua pagina di Internet.

Qui viene uno dagli episodi più curiosi di tutta questa storia. Il biglietto del telefono porta agli investigatori fino ad un uomo di razza gitana che è che ha contrattato con Amena quello número.Descubren cosicché il biglietto è clonata e che il telefono l'ha venduto un compagno di commercianti indio nel suo stabilimento. A chi? A Jamal Zougam, un attaccabrighe marocchino di poca monta che ha un parlatorio molto popolare in Lavapiés. Precisamente si dedica a commerciare con biglietti di marche da bollo, tra altre cosas.Es un vecchio conosciuto della polizia e dei servizi segreti di mezzo mondo.

I francesi inviarono in 2001 una commissione rogatoria riferendolo con Maher e Contelier, due attivisti vincolati all'organizzazione Oca all'Islam. La polizia registrò in quell'occasione il suo domicilio senza trovare niente raro. Si tratta di un uomo marcato. È una delle 300 marocchine alle quali il servizio segreto dà ogni tanto un ripasso per se sta facendo qualcosa di peggiore che rubare coi telefoni. Il suo nome appare nel sommario del giudice Garzón per il 11-S e nelle agende di Nonnina Dahdah che sta nella prigione come responsabile della cellula di Al Qaeda in Spagna.

Nel pomeriggio del venerdì gli investigatori che hanno scommesso sulla pista di ETA sentono sollievo quando contano loro che hanno trovato un biglietto di telefono nello zaino che non sfruttò e che è di fabbricazione francese. Credono che l'indagine di quello biglietto porti loro fino a San Juan di Luce. Per quel motivo, agenti del CNI richiamano alle sue fonti per comunicarloro che la pista di ETA riscuote, di nuovo, una gran forza e che è il più affidabile, nonostante tutti gli altri indizi. Acebes esce di nuovo in televisione quello pomeriggio e sorride fra sé e sé convinto che pronto può dimostrare che il pista militante dell'Eta è il vero.

Non è Al Qaeda

Gli esperti in terrorismo islamista hanno apportato inoltre due nuovi dati che considerano chiavi nel momento di scartare ad Al Qaeda: questa organizzazione non rivendica mai i suoi attentati fino a dopo un mese e mezzo che li abbia commessi e, soprattutto, non hanno rubato mai un furgoncino, come la bianca che si trovò con la musicassetta con versi del Corano, per una delle sue azioni armate. La comprano o l'affittano.

Ma il venerdì alle 12 della notte, quando ancora i governi britannico ed italiano comunicano a Madrid che nella sua opinione la paternità è di ETA, il biglietto della marca da bollo non porta ad ETA bensì Zougam. Gli islamistas passa a primo piano e nessuno osa già almeno insinuare la possibilità che ETA stia già involucrada.Hace ore che si è paralizzato l'operazione per puro buonsenso, preparata per quella notte, per fermare tutto il cupola militante dell'Eta.

La giudice francese antiterrorista Egli Vert richiama ad un'alta personalità del PSOE per notarlo che gli esperti francesi scartano ad ETA. Un cameriere che si trova servendo il tavolo dove si riceve la chiamata conta che, in quello momento, uno dei commensali chiede il champagne più caro della casa e dice abbiamo guadagnato le elezioni! ".

Due ore e mezza più tardi, come consta nella data ed ora di alcuni degli e-mail che si diffondono, comincia a diffondersi l'idea che il Governo mente e che bisogna andare a domandare ragione alle sedi del PP. Ma sul terreno, non stanno solo gli investigatori spagnoli.

La rabbia israeliana

Agenti di molti servizi segreti occidentali si muovono velocemente e scambiano informazioni. Gli statunitensi sono molto arrabbiati. Attraverso il Dipartimento di Stato hanno sollecitato, fino ad in otto occasioni ed in una maniera formale che si accetti agenti del FBI nei compiti di investigazione. Sono respinti sistematicamente. La cosa peggiore è che Washington ha notato negli ultimi mesi alla Spagna della necessità di rinforzare le misure di sicurezza davanti all'eventualità di un gran attentato in Europa.En Bretaña Bretagna, in Germania, in Francia, in Italia si prendono misure eccezionali. Si sopprimono voli e diventa ostensibile la presenza di militari in aeroporti e stazioni. In Spagna non succede niente di quello.

Nell'ambasciata dell'Israele, ci fu un'attività frenetica durante il 11-m. La sua rabbia era più profonda di quello degli americanos.Desde faceva esattamente un anno avevano informato alle autorità competenti in materia di sicurezza spagnolo che integralista islamistas preparavano a Madrid un gran attentato. Non sono relazioni diffuse su una minaccia inconcreta. Al meno in 10 occasioni, agenti della sicurezza israeliana glielo hanno fatto sapere dei suoi omologo spagnoli.

Negli ultimi incontri aumenta la tensione. Gerusalemme crede sapere che i terroristi che stanno tempo fa sul terreno, hanno già la materiale sufficienza per un gran massacro. Sta tutto intelligente e solo mancanza l'ordine di portarla a termine. Credono che fosse contro la comunità ebrea in Spagna.

Le agenti israeliane sentono un profondo malessere per la nulla capacità ricettiva dei suoi interlocutori. L'ultima avvertenza seria gliela fanno esattamente tre settimane prima degli attentati del 11-m. L'atteggiamento di indifferenza per l'informazione apportata che scoprono nei suoi interlocutori fa loro sentirsi tanto scomodi che suggeriscono ai suoi superiori che la cosa più conveniente sarebbe non insistere per non intorbidare tra tutti e due le relazioni gruppi.

Gli spagnoli si prenderanno solo sul serio l'avvertenza a toro passato, quando scoprono tra le carte redente del piano di Leganés dove morirono sette terroristi piani e dati concreti per realizzare un gran attentato per una concentrazione nel cimitero ebreo di Buco di Meleti.

Nonostante tutte le considerazioni anteriori, gli attentati di Madrid beccano le israeliane per sorpresa. I primi detenuti non appartengono alle cellule che essi stanno seguendo. Ma quello che più li chiama l'attenzione è il fatto che gli investigatori spagnoli non accettino il suo aiuto.

In Israele si trovano i migliori specialisti in medicina forense relazionati con terroristi suicida. Hanno un'enorme esperienza in casi simili agli attentati del 11-m, non in vano hanno dovuto soffrire 1.000 morti in attentati somiglianze negli ultimi quattro anni. Per quel motivo sono capaci di sapere rapidamente se negli attentati sono intervenuti kamikaze. Dietro le esplosioni di Madrid pretendono di volare da Tel Aviv vari di questi specialisti per collaborare nell'investigazione.

Falsi 'kamikaze

Ma la polizia spagnola che ha respinto già gli statunitensi, respinge anche le israeliane. E quello, nonostante alcuni dicerie del primo giorno nelle quali si diffonde la notizia che può avere resti di kamikaze tra le vittime. In realtà si tratta di una semplice confusione, per alcuni intenzionata.

In Ifema raccolgono e separano i resti dalle vittime. Le borse di plastica contengono segni di colori per organizzare meglio l'identificazione. Ci sono a parte tre borse con resti che nessuno è capace di attribuire ad una persona concreta. Ci sono perfino pezzi di corpi di gente che sta con vita negli ospedali. Quelle tre borse danno luogo alle dicerie invalse per mezze di comunicazione e che dopo rimarrebbero smentiti. Il proprio Calzolaio fa chiamate nelle quali afferma che hanno trovato già resti di kamikaze e che il Governo la cosa nascosta.

Giorni più tardi e già con l'investigazione avanzata, le specialista israeliane non comprendono come il CNI ed il resto dei Corpi di Sicurezza spagnoli non furono capaci di scoprire nessun segno che qualcosa andava a succedere relazionato coi circoli islamistas e tuttavia, in una volta record, sono stati capaci di sviscerare la trama e fermare gli autori. Neanche considerano verosimile il fatto che istigatori, organizzatori, fornitori di materiale ed esecutori siano un stesso gruppo, mischiato tra sé che lasciano piste comuni come i numeri aguzzi nelle agende e le chiamate incrociate delle marche da bollo. Non è successo mai così qualcosa.

I terroristici islamistas forma cellule ermetiche, perfettamente impermeabili. Gli esecutori non hanno niente a che vedere coi che organizzano la logistica, quelli che provvedono il materiale, quelli che lo finanziano, quelli che determinano gli obiettivi o quelli che ideano gli attentati. Nel caso di Madrid si rompe il modus operandi.Además, sanno per propria esperienza che non utilizzano mai delinquenti comuni, né persone che siano già marcate o registrate per la polizia e meno a confidenti poliziesche. Neanche si fidano mai dell'aiuto che possano proporzionare persone che non appartengono alla comunità islamica.

L'investigazione avanza tanto rapida che immediatamente appare il fornitore degli esplosivi. Dicono che lui sono arrivati attraverso i fagotti delle cartucce di dinamite trovate nello zaino disattivato. Ma quello, secondo i tecnici è materialmente impossibile.

In realtà, intorno all'ex minatore, José Emilio Suárez Trashorras, di 27 anni con ribasso lavorativo permanente, si fanno un senza numero di affermazioni che si diffondono a grancassa e piattello. Si dice che ha ascendenza marocchina, fedine penali, e che si mise in contatto nella prigione con carcerati marocchini. Anche che è trafficante di armi e che si vide in un bar di Avilés coi partecipanti negli attentati di Madrid. Una pubblicazione si svaghi con la scena nella quale José Emilio è da una notte fino ad un piccolo sfruttamento minerario ai terroristi, apre loro le porte e dice loro "portavi quello che vogliate." Nessuno delle affermazioni menzionate è certo.

Ex minerario fantasma

José Emilio non è di ascendenza marocchina, né ha fedine penali, né è stato nella prigione in contatto con carcerati marroquíes.Sus vicini ed ex colleghi lo definiscono come un giovane perturbato mentalmente, un semplice "stupido di bava." Ha solo antecedenti per traffico di droga ed il sospetto che trafficava con dinamite, qualcosa che non lo è stato potuto mai provare. In giugno di 2001, e dentro un'operazione antidroga denominato Pipol, fu fermato vicino a suo cognato, un venditore di automobili usados.En un garage della strada Eloy Fernández di Avilés trovarono, dentro un veicolo, una quantità importante di hascisc, 100 detonatori e 16 cartucce di dinamite Gomma 2 Eco, di 125 grammi ognuno. Il giudizio per questi fatti non è uscito ancora. Nessuno ha potuto dimostrare l'implicazione dell'ex minatore. Egli più che ha riconosciuto questo dietro la sua detenzione attuale, è avere proporzionato ad alcuni marocchini detonatori, alcuni di essi con abbastanza antichità. Quindi implica suo cognato, Antonio Toro, che sta stufo di tirarlo fuori da difficoltà, ma questo rimane in libertà dopo un interrogatorio. Il padrone del bar di Avilés dove dicono che si è riunito coi terroristi afferma che non l'ha visto mai nella sua vita.

Quello che realmente è certo è che José Emilio soffre una confusione schizoide depressiva, ha problemi psichiatrici e per quel motivo l'impresa nella quale lavorava, Caolini di Merilés SL, una miniera di caolino nel consiglio comunale di Tineo, non lo rinnovò il contratto, il 31 ottobre di 2002.

Gli investigatori scartano qualcosa che si diede per certo. Il furgoncino Renault Kangoo bianco non potè trasportare gli esplosivi da Avilés fino a Madrid. Aveva percorso solo 200 chilometri da quando la rubarono fino a che la trovarono nella mattina degli attentati.

Allora, che cosa è quello che riferisce José Emilio con la dinamite degli attentati? Solamente due cartucce di dinamite Gomma 2 Eco, di 125 grammi, contrari nello zaino che fu trovata nel commissariato di Vallecas col telefono mobile che diede le piste degli autori del massacro del 11-m. Tuttavia, nelle fotografie ufficiali del contenuto della borsa azzurra, distribuite a diversi poliziotti straniere e diffuse per la catena statunitense di televisione ABC, non raffigura nessun tipo di cartuccia.

Una veterano polizia, conoscitore del mondo della malavita, ha commentato a questo giornale: "Il mondo dei choros [i piccoli delinquenti] non si muove come dicono che l'ha fatto José Emilio. Non dubito che possa essere capace di vendere dinamite per una quantità ragionevole di droga o di denaro. Aveva appena sposato e potrebbe avere bisogno di più denaro. Ma la cosa prima che avrebbe fatto dopo venderli il materiale sarebbe stato ricorrere al poliziotto col quale avesse più fiducia per raccontarsilo. Egli sa che quell'informazione è oro e che gli devono così un gran favore. Quello tipo di persone non ha caglio sufficiente per tacere senza sapere che cosa fanno con quello materiale. Le cose non funzionano così."

Una delle falsità più flagranti che si sono diffusi intorno all'investigazione è l'apparizione di una prova materiale per certificare la paternità degli attentati da parte di Zougam.Se pubblicò, con gran sfoggio tipografico, che la polizia aveva trovato nel parlatorio della strada Tribulete di Madrid, dove lavorava Zougam, un pezzo di plastica che mancava nella carcassa del telefono trovato nella borsa che trovarono nel commissariato di Vallecas con la bomba che non arrivò a sfruttare. Il giudice riconobbe che non aveva potuto chiedere al detenuto del tema poiché quello dettaglio non raffigurava nelle diligenze poliziesche.

È un miracolo avere trovato un pezzo della plastica che mancava presuntamente nella carcassa, qualcosa di tanto incredibile come il passaporto di Mohamed Attento che si sentì intatto, vicino alle rovine delle Torri Gemelle, dietro l'attentato di New York il 11-S malgrado il suo proprietario fosse esploso teoricamente in una palla di fuoco schiantandosi l'aeroplano che conduceva più su 80 piani. Ma bisogna aggiungere un altro dettaglio significativo.

Il telefono contrario nella borsa era un Motorola modello Triumph secondo la maggior parte delle informazioni invalse. Si specificò che quello Motorola si era comprato in un negozio di Alcorcón.Algunos commentatori arrivarono a segnalare che esisteva paura tra molti consumatori che possedevano anche un modello di uso tanto corrente come quello. Perché bene, possono calmarsi poiché il modello di telefono che stava nella borsa, come può apprezzarsi nelle fotografie invalse per la catena televisivo ABC corrisponde ad un Mitsubishi modello Trium, senza ph finale, 110.

Zougam era marcato

Intorno alla figura di fino ad ora l'autore materiale del massacro, Jamal Zougam, si sono diffusi anche molte fantasie. Tutti quelli che lo conoscono assicurano che era un musulmano nuota fanatico e che andava giusto alla moschea la cosa per mostrarsi nelle sue preghiere poco ortodosse.

Non aveva occultato mai le sue attività di attaccabrighe. Apparteneva alla malavita di quelli piccoli delinquenti che si muovono come pesce nell'acqua per il quartiere di Lavapiés. Sapeva perfettamente che era osservato regolarmente per la Polizia da quando il suo domicilio fu ispezionato. Era cosciente che il suo parlatorio era intervenuto - come è il caso di molti dei parlatori di Madrid -. Era marcato con vari incroci in tutte le schede poliziesche di numerosi paesi. Era la persona meno adeguata, pertanto, affinché un gruppo terroristico l'invitasse a partecipare ad un'operazione segreta di tanta apertura alare. La maggior parte dei moro che pullulano negli ambienti della piccola delinquenza a Madrid sono fedeli della polizia y/o del servizio segreto marocchino - con un'enorme capacità in Spagna -.

Non è niente difficile trovare persone del suo ambiente che vogliano parlare di lui. Basterà con due esempi. Una signora della pulizia, marocchina, assicura conoscere molto la cosa: "A me, come a molta gente, mi offrì un biglietto per il telefono mobile col quale poteva richiamare gratis al Marocco per due anni seguiti senza pagare niente. Indubbiamente, il biglietto mi costava 30.000 pesetas. Era un'occasione ma mi fece paura che potesse cacciarmi in un guaio. Non voglio né pensare quella di gente che avrà usato biglietti Zougam e che ora saranno in attesa di se li mettono nell'investigazione degli attentati."

La seconda attestazione è più sorprendente. Si tratta di un giovane senegalese facilmente identificabile perché ha un difetto in un occhio. Vive in Lavapiés ed assicura che ha lavorato per una multinazionale statunitense. È informatico e fa alcuni lavoretti nel negozio di Zougam. Per quel motivo è molto spaventato poiché una delle sue "abilità" è la manipolazione di biglietti di marche da bollo: "Io mi liberai di miracolo. Lavorava nel parlatorio di Zougam.El giorno in cui andarono a fermarlo io stavo liberando. Se no, sono convinto che mi avessero fermato con lui." Compravano gran quantità di biglietti. In tutti i parlatori di Madrid di quello tipo si traffica con biglietti clonati. È saputo qualcosa e "quasi" permesso. La cosa più strana", assicura il senegalese, è che la polizia non si sia messa in contatto con me. Non comprendo come essendo Zougam un pezzo tanto apparentemente chiave nell'investigazione neanche hanno parlato con tutti quelli che lavoravamo lì. Per caso non interessa loro le attestazioni che possiamo apportare?."

Zougam non si comporta, dietro il 11-m, con logica. Sei giorni prima dell'attentato lascia la sua pista in una chiamata telefonica a Nonnina Dahdah, il presunto capo della cellula spagnola di Al Qaeda implicato nel sommario del giudice Garzón sul 11-S. È come infiammare un'animo luminosa.

Terremoto nel CNI

Dopo gli attentati, sa per le informazioni della radio che hanno trovato un zaino con una delle bombe del treno senza sfruttare e che c'è una marca da bollo con un biglietto, quella che presuntamente egli vendè. Non gli entra il panico. Segue la sua vita normale e spera a che, inevitabilmente, vengono a per lui. Non è logico per qualcuno che teoricamente è messo in una cellula integralista che pretende di continuare ad attentare a Madrid e che pertanto, benché solo fuori per ragioni operative, non può permettersi il lusso di lasciarsi beccare.

Nel CNI le cose non sono in vena di scherzi. Dietro il 11-m passarono alcune ore piangendo e dispiacendosi di non essere stato capaci di ostacolare gli attentati. Quindi arrivò il momento delle responsabilità. Bisogna tenere in conto che Jorge Dezcallar, il massimo responsabile del Centro, fu direttivo generale, in Esterni, con competenze nella zona del Magreb. Fu anche ambasciatore in Marocco.

Per di più, la seconda nel comando dentro il CNI, la segretaria generale, è una donna, María Dolores Vilanova che occupò nel Centro, nell'epoca di Manglano il carico di responsabile di contrainteligencia dei paesi del Magreb. Detto in una maniera più semplice, è la persona che meglio conosce il mondo della malavita e dei possibili agenti marocchini infiltrati in Spagna. La paternità delle salsicce marocchine equivale a che un bambino di primaria avrebbe messo un goal a Caselli da 50 metri ed in una portineria di pochi centimetri.

Nel CNI non si dissimulò il sollievo per la perdita del potere del PP. Condividevano la rabbia dei militare con l'ex ministro di Difesa Federico Trebbio a chi, in privato, ed a volte in pubblico, disprezzavano.

Il CNI riunì relazioni secondo i quali ampi gruppi di militari e le sue famiglie, in zone tradizionalmente di destre, avevano passato la consegna di astenersi nelle elezioni.

Nei corridoi del Ministero di Difesa non ebbe nessun tipo di dissimulazione. C'era gente che si abbracciava il lunedì 16 nei corridoi commentando la vittoria di Calzolaio nelle urne. Nel Centro si tiene incisione a fuoco come una delle grandi cacicadas di Trebbio il rimprovero stemperato che dovette incastrare un associato di Difesa distaccato in Afghanistan davanti alle esigenze del ministro che montasse rapidamente, e solo per lui, una cappella per assistere a messa.

La goccia che ha colmato il bicchiere è stata la desclasificación che fece il Governo di Aznar di documenti del CNI nel quale si orientava la paternità dell'attentato verso ETA. È verità che in ampi ambienti del Centro i sospetti si diressero durante le prime 40 ore verso ETA. Si ritirarono i 11-m informi che provenivano dalle prigioni nelle quali prede basce avevano celebrato con giubilo gli attentati. Ci furono perfino incidenti violenti per l'indignazione che quello produsse tra prede comuni. Si teneva anche costanza che in riunioni dell'ambiente indipendentista basco la gente si era divisa chiaramente in due settori. Al primo, gli sembrava un'assurdità quello successo, ed il secondo lo giustificava ed annunciava che quell'era la strada e che bisognava battere più forte fino a che sapessero.

Agenti del CNI si lamentarono, nelle prime ore dopo gli attentati, dell'ermetismo degli investigatori della polizia. Arrivavano loro tardi le informazioni. Riconoscono che membri del PSOE avevano un'informazione molto più puntuale di ellos.Lo che non accettano è che non avessero notato al Governo del pericolo islamista.

I lavori di vigilanza devono essere aleatori. È materialmente impossibile controllare i 300 principali sospetti di essere relazionati con cellule integraliste. Cosicché si sceglie ad alcuni e si va ruotando la vigilanza. Zougam ed il resto dei detenuti erano dentro quegli operativi. Le marche da bollo sono un buon punto di partenza ma li cambiano con enorme facilità: "In occasioni otteniamo un'ordine del giudice per intervenire un telefono e quando ci mettiamo a ciò il vigilato ha cambiato già telefono." Ha seguito all'estero i sospetti. Sono vigilanze care in materiale ed in uomini. All'improvviso, gente che vive molto sobriamente in Spagna, si muove senza problemi di biglietti di aeroplano e cominciano a maneggiare denaro in abundancia.La maggiore parte proviene da donativi che si canalizzano attraverso organizzazioni di carità promosse per l'Arabia Saudita. Quanto tempo può durare una vigilanza di questo tipo se quell'osservato non commette nessun atto criminale per anni? "Alla fine quella che la gente vede è la delinquenza per strada. quello è quello che preoccupa e per quel motivo è logico che i politici dedichino più mezzi a combattere quello tipo di cose che hanno un risultato pratico molto maggiore per gli elettori."

La pista falsa irachena

Non è certo che si disprezzassero piste come l'iracheno. Per esempio, si è parlato molto di un colonello iracheno che viaggiò fino alla Spagna prima degli attentati. Quello che non si è commentato è che il CNI prese buona nota dell'informazione che gli passò il servizio segreto italiano sul tema. In realtà esiste un documento di due fogli nel quale si dettaglia il tema. Ha data del 11 di febbraio, giusto un mese prima degli attentati. Nel testo si avvisa su una diceria che l'ex colonello di Sadam Husein, Walid Salem Omar aveva prevista il suo arrivo alla Spagna il 6 di febbraio di 2004 disposto a commettere attentati. La sua impresa, Ibn Fernas, è inglobato nel gruppo Ispano Araba SA che ha la sua sede sociale nella Passeggiata dell'Avana di Madrid. Il documento specifica che Walid si era trattenuto in Siriana dove aveva tirato fuori una gran quantità da denaro in moneta di una banca di Damasco. Sempre secondo lo scritto, viaggerebbe con quello denaro ed avrebbe fatto una scala tecnica in Marocco, concretamente in Agadir. Il CNI seguì ovviamente questa pista, come altre molte che arrivano provenienti da servizi di informazione stranieri, senza che si ottenesse nessun risultato positivo.

Il comportamento atipico e fosse di ogni logica dei marocchini accusati degli attentati porta a situazioni incomprensibles.Por esempio Il Tunisino, Sharhane ben Abdelmajid Fakhet, vive tranquillamente in un piano affittato senza dare rumore. Ma alcuni giorni prima del 11-m, abbandona la casa e fiamma l'attenzione fino al punto che Rafael, il padrone di casa, si presenta alla polizia per denunciare che è andato via senza pagare. Un'altra insegna luminosa durante il tragitto.

Il colmo degli spropositi si riflette in cui gli investigatori non hanno il minore interesse in rivedere il piano malgrado, secondo il padrone, è pieno di carte, nastri di audio, etcétera.A la polizia non sembrano interessargli le appartenenze di chi si presenta davanti all'opinione pubblica come il cervello istigatore.

Barbecue terroristico

La stessa cosa succede con gli abitanti della casa di Morata di Tajuña, nel chilometro 14 della strada 313, vicino a Madrid. Gli investigatori dicono che sono arrivati fino a lì attraverso una laborioso ricerca triangulando le chiamate dei telefoni mobili. Ma la polizia conosceva l'esistenza di quella casa e l'aveva vigilata in varie occasioni.

Le orme dei sospetti stanno naturalmente dentro, poiché essi erano chi l'abitavano occasionalmente di una forma aperta e con una buona relazione coi vicini. Sono questi quelli che vedono a molti dei quali dopo morrebbero in Leganés facendo - due settimane dopo gli attentati del 11-m! - un barbecue con bambini e parenti compresi. Ad uno di quegli implicato, Jamal Ahmidan al quale soprannominavano Il Cinese i vicini lo conosce bene perché ha prestato loro in occasioni la sua motocicletta. Non era un'islamista radicale altro che un delinquente di poca monta come il resto della banda. Era un vecchio conosciuto della polizia marocchina. L'avevano condannato a quattro anni di prigione in Marocco per un assassinio relazionato col traffico di droghe ed aveva compiuto due anni e mezzo di condanna. La sua scheda appare in tutti i servizi polizieschi europei per le sue ruberie. La polizia marocchina passò alla spagnola tutto quello che avevano su lui faceva tempo. Se fosse stato incluso almeno minimamente coi radicali estremista sarebbe stato uno dei 1.600 sviluppi nel macrojuicio del Marocco di 2003 per gli attentati di Casablanca e per il quale si trattennero, con gli ortodossi metodi dei nostri vicini, a 6.000 persone.

Gli è stato presentato come un integralista radicale, ma i vicini di Morata di Tajuña spiegano che l'ero visto in compagnia di due giovani molto belli, con un piercing, pantaloni di cuoio regolati e magliette che lasciavano la trippa all'aria.

Esiste costanza che la casa era vigilata molto prima che la polizia la "scoprisse." Non c'è più che comprovare la denuncia che presentarono vari vicini, primo davanti al 091 e più tardi davanti al 062 del Carabiniere, giorni prima del 11-m, la 7 domenica alle 10.50 della mattina - come consta in un nastro registrato - per considerare che gli abitanti di quella casa insospettivano loro relazione con traffico di droghe e merce rubata.

Il Carabiniere allegò dopo il 11-m che non volevano seguire quella via di investigazione per non interferire col lavoro della polizia che era chi portava tutto il caso delle atentados.La realtà è che la proverbiale rivalità tra distinti corpi polizieschi è arrivata ad uno dei suoi punti culminanti a causa degli attentati del 11-m. La Polizia non ha permesso il minore spiraglio agli investigatori del Carabiniere.

Non abbiamo niente

Il giorno anteriore alla scoperta teorica del piano di Leganés, una funzionerebbe inclusa direttamente nell'investigazione riconobbe un compagno di Informazione: "La verità è che abbiamo molto poco. Di quello dell'ex minatore non esce gran cosa. Non sappiamo la provenienza della dinamite. Tutto è preso con spilli. Non ci sono prove materiali, solo nomi in agende e chiamate telefoniche tra alcuni ed altri. La cosa più solida sono le attestazioni spontanee di varie testimoni che assicurano avere visto a vari degli accusati nei treni, quella mattina." Il problema è che dopo che le sue foto si pubblicassero su tutti i giornali la gente ha potuto riconoscere quelli visi indotti per la cosa pubblicata e non perché li ricordassero realmente. Dopo una situazione spirituale come quella che dovettero sopportare negli attentati, i superstiti non sono molto affidabili, secondo i psicologi. E meno quando bisogna distinguere tra cittadini marocchini che sono facilmente confondibili per molti. Fino alla data, nessuno dei detenuti ha riconosciuto la partecipazione negli attentati.

Il sabato 3 di aprile, le speranze degli investigatori erano centrate in nuovi visi. Si erano spartiti ritratti ai mezzi di comunicazione dei cervelli, istigatori o dinamizadores degli attentati. E qui arriviamo al capitolo di Leganés, il più incoerente di tutta la storia. Nel pomeriggio di quello giorno, come commentarono più tardi fonti poliziesche, si localizza attraverso le chiamate di telefoni mobili un piano in Leganés nel quale può avere terroristi implicati nel 11-m. Non è certo. Erano stati localizzati già prima giorni attraverso fotografie che insegnano ai commercianti della zona. È come sanno che la chiamata Il Tunisino ed Il Cinese possono stare risiedendo nel numero 40 del Viale Carmen Martín Gaite. Senza spiegazione possibile e dopo questo ritrovamento, la polizia dà ai mezzi le immagini degli uomini che appartengono a quello gruppo affinché si pubblichino. La gente familiarizza coi suoi visi. I terroristi non devono comprare giornali né vedere informativi di televisione, poiché non si danno per informati.

Secondo gli investigatori seguono con la sua macabra attività fino al punto che si avvicinano alla via del Treno ad alto velocità nella provincia di Toledo e collocano un zaino con esplosivi "ma senza iniziatore" con una miccia di più di 130 metri. Terrorizzano così nuovo al paese. La bomba, secondo le autorità, è posizionata tra le 10 e le 12 di mezzogiorno. Il fatto certo è che hostess del Treno ad alto velocità che fecero il turno del treno Madrid-Siviglia alle 7.00 ore vedono un'inusitata attività del Carabiniere nelle vie durante il tragitto. Membri della Benemerita entrano nei vagoni di quello treno dopo il suo arrivo a Siviglia, alla 9.50 ora per rivedere tutti gli angoli, compresi i contenitori di desperdicios.

La farsa di Leganés

Solamente 24 ore più tardi, l'investigazione prenderà un giro sorprendente. A prima ora di quello sabato, alcuni concretano l'ora nella 7.00 ora della mattina, il gruppo dei geos riceve l'ordine per la quale devono essere preparati per un'operazione importante. Così glielo comunica il Governo in funzioni, quella stessa domani, ad alte cariche del Partito Socialista.

La versione posteriore conterà che vari dei terroristi riescono a rompere il cerchio poliziesco intorno alla casa di Leganés ed arrivano di pomeriggio fino al piano del numero 40. La cosa logica, quando i terroristi non si erano resi ancora conto che si stringeva il cerchio, era li avere catturati, uno ad uno e con totale discrezione quando uscissero o entrassero nell'abitazione. Al contrario, si estende la versione che uno degli accusati bassa la spazzatura, nota la presenza poliziesca ed avvisa - primo si dice che per la marca da bollo, dopo che con urla - di quello che era in funzione.

Al meno una decina di agenti di compaesano - secondo l'attestazione diretta dei vicini - occupano posizioni nella parte interna rinverdita della casa, dove sta la piscina, di una forma niente discreta. "Mamma, quelli che portano pistole sono cattivi?", commenta ai suoi genitori un bambino dell'urbanizzazione. E comincia una sparatoria senza che intervenga ancora la dotazione di geos.

L'arrivo di questi cambia le cose. Sono professionali altamente qualificati e con una gran esperienza nell'assalto di posti dove c'è gente armata e pericolosa. Ma incomprensibilmente - come ha denunciato pubblicamente uno dei propri geos che intervengono - non si realizzano nessuna delle regole del protocollo di attuazione. Non si aspetta a che arrivi il negoziatore, un psicologo qualificato per dialogare con delinquenti pericolosi. Non c'è interprete. Non si attende nel momento dell'alba nella quale il cervello dei terroristi è più indebolito. Non si cerca di pattuire la consegna. Neanche si sa il numero degli ocupantes.Simplemente, e disattendendo l'opinione dei propri responsabili dei geos, si ordina l'assalto, malgrado sia vitale prenderli vivi per conoscere la verità di quello successa il 11-m.

Tutto vola per le arie cominciando l'assalto. Muore un geo ed i corpi dei terroristi rimangono sparsi in un'area di più di 60 metri. Il ministro Acebes dice nella sua prima comparizione, dietro quello successo, che sono quattro i terroristi che si sono immolati. Spiega anche che conservavano in un armadio due zaini con esplosivi preparate per fare esplosione, simili alla contraria nella via di treno. Più tardi si parlerà di grandi fasci di denaro in euro, perfettamente organizzati. Le immagini del giorno dopo dimostreranno che del piano rimangono solo i pilastri puliti. Aumenta a sette il conto degli islamistas morti. Si tratta del nucleo del comando, dei movilizadores e di almeno una buona parte degli autori materiali del 11-m.

Il racconto posteriore dei fatti si adorna con storie su corpi nudi purificati per tende bianche in forma di sudario, cantici in circolo e conversazioni telefoniche. La madre di Il Cinese lo corrobora dal suo domicilio in Tetuán". Mio figlio mi salutò dicendo che andava al posto che gli era riservato. Quindi ascoltai una gran esplosione e poco dopo Lei breve la linea." Non può sapersi quello che ascoltò quella madre tormentata, ma naturalmente non potè essere l'esplosione. La dinamite ha una forza esplosiva di uscita di più di 8.000 metri per segundo.Si il telefono di suo figlio stava a meno di due metri del carico esplosivo si volatilizzò molto prima che potesse trasmettere il suono della bomba che ha seppellito definitivamente la speranza di conoscere tutta la verità del 11-m.
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Old 09-06-2004, 23:52   #82
jumpermax
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http://www.ilfoglio.it/pdf/09062004_3.pdf
Il ministro tedesco Fischer dice sì alla risoluzione irachena, il collega spagnolo tenta una difesa della linea di Madrid
Tu quoque Joschka. L’effetto Zapatero si rivela un boomerang


Madrid. Annunciato 36 ore dopo essere entrato in carica,
il ritiro dall’Iraq del premier socialista José Luis Rodríguez
Zapatero si sta rivelando, sullo scenario internazionale, un
boomerang. E anche in Spagna qualcuno se ne accorge. La
giustificazione presentata allora dal capo dell’esecutivo –
“non è prevedibile una risoluzione dell’Onu entro il 30 giugno”
– si è dimostrata sballata e ha provocato l’isolamento
diplomatico della Spagna, persino rispetto all’asse francotedesco.
Tanto che il segretario popolare, l’interventista Mariano
Rajoy, ha dichiarato: “Se passa la risoluzione all’Onu
(l’inizio della discussione al Consiglio di sicurezza era previsto
per ieri sera alle 22, ora italiana, e, dopo l’ultimo ok del
ministro degli Esteri tedesco, Joschka Fischer, l’approvazione
pare scontata, ndr), Zapatero ha mentito agli spagnoli:
ha assunto la decisione di ritirare le truppe, basandosi
sul fatto che non ci sarebbe stato accordo prima del 30 giugno.
Gli chiederò spiegazioni in Parlamento”. “Tanto le manifestazioni
pubbliche dei principali attori implicati nel
conflitto, come i contatti mantenuti dal ministero della Difesa
su mia richiesta nell’ultimo mese, non apportano indizi
che permettano di prevedere una variazione sostanziale
nella situazione politica e militare esistente in Iraq nei tempi
previsti. Queste circostanze mi hanno portato alla decisione
di ordinare il ritorno dei nostri soldati con la massima
sicurezza e, conseguentemente, nel minor tempo possibile”,
spiegava il premier della Rosa, il 18 aprile, appena 48
ore dopo aver assicurato alla Camera che il rimpatrio sarebbe
avvenuto, se entro il fatidico 30 giugno, alla scadenza
della missione della brigata “Plus Ultra” spagnola, la transizione
del paese non fosse passata sotto l’egida dell’Onu.
La gestione di Zapatero della crisi internazionale passerà
alla storia della Spagna perché è difficile immaginare
una linea di politica estera eseguita peggio, dice Rajoy. Facendo
di necessità virtù, e considerando che tutti i paesi
del Consiglio di sicurezza (di cui la Spagna fa parte come
membro non permanente) hanno dato luce verde alla risoluzione,
il premier si è limitato a dire: “Non porremo ostacoli
all’approvazione della risoluzione, anche se penso non
sia ideale”. Ma la constatazione del flop di Zapatero è così
evidente che perfino il quotidiano no war e liberal El Mundo
chiosa: “Il premier aveva posto due condizioni affinché
i soldati spagnoli rimanessero in Iraq: il trasferimento della
gestione politica all’Onu e del comando militare a un generale
non americano. La risoluzione al centro dei negoziati
non attua nessuna delle due condizioni, ma cede la sovranità
al governo provvisorio, stabilisce una data per il ritiro
delle truppe statunitensi e per le elezioni. Condizioni
sufficienti affinché votino a favore Francia, Russia, Germania
e Cina”. Poi l’affondo: “Sarebbe stato più prudente
aspettare fino alla fine di giugno prima di prendere la decisione.
Ciò avrebbe concesso un enorme margine alla nostra
diplomazia, che avrebbe potuto perfino capitalizzare
politicamente la nuova risoluzione. Zapatero dovrà rispondere
ai cittadini sulle conseguenze del suo senso dell’opportunità
”.
Anche l’economico Expansión scrive: “Con la
sua goffa e precipitosa decisione del ritiro (appoggiata però
dal 78 per cento degli spagnoli, ndr), in un palese tentativo
di voltare le spalle agli Usa e di allinearsi con Francia e
Germania, Zapatero non ha soppesato la possibilità di una
futura e necessaria intesa tra Washington e l’asse franco-tedesco
.
Non aspettando il 30 giugno, ha provocato un colpo
a effetto interno. Peró adesso, senza alibi, in appena due
mesi di governo, il premier ha relegato in secondo piano
l’influenza diplomatica della Spagna, ora fuori gioco sullo
scacchiere internazionale”. Anche se l’imbarazzato ministro
degli Esteri, Miguel Angel Moratinos, ieri ha tentato
una difesa: il ritiro del contingente spagnolo “non è stata
una decisione affrettata, ma il detonatore della fine dell’occupazione
in Iraq”. Ma bastava leggere i giornali, anche
in Spagna, per capire fin dalla metà di gennaio che si sarebbe
arrivati a una transizione a guida Onu prima del passaggio
dei poteri del 30 giugno.
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Old 09-06-2004, 23:55   #83
GhePeU
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el mundo non è liberal e no war

è conservatore e vicino in particolare ad aznar

Ultima modifica di GhePeU : 10-06-2004 alle 00:00.
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Old 09-06-2004, 23:57   #84
jumpermax
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: povera spagna governata dlla sinistra....

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mettiamola così

la spagna cambia politica ---> nel giro di un mese gli stati uniti cambiano politica e ricercano (ricercherebbero) il multilateralismo rifiutato per anni

è possibile quanto i terroristi fanno un attentato ---> la sinistra spagnola vince le elezioni e si ritira
beh insomma, che gli USA cercassero comunque di ricucire lo strappo Atlantico ( e non solo loro del resto anche Francia e Germania) era cosa nota anche prima del ritiro spagnolo. Che Zapatero potesse vincere le elezioni prima dell'attentato era cosa assai poco probabile invece sondaggi alla mano. Che l'attentato sia stato fatto per costringere la Spagna al ritiro è l'ipotesi più accreditata. E il ritiro è la prima cosa che fa il governo neoeletto. E' come se dopo l'attentato a gli Uffizi avessimo cancellato il 41 bis tanto per rendere l'idea.
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Old 10-06-2004, 00:00   #85
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Originariamente inviato da GhePeU
el mundo non è liberal e no war

è conservatore e vicino in particolare ad aznar
Quindi sta come l'unita alla sinistra ?
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Old 10-06-2004, 00:01   #86
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Originariamente inviato da IpseDixit
Quindi sta come l'unita alla sinistra ?

diciamo come repubblica alla sinistra
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Old 10-06-2004, 00:11   #87
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Re: Re: Re: Re: povera spagna governata dlla sinistra....

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Originariamente inviato da GhePeU
ti è venuto in mente che senza il ritiro spagnolo magari non ci sarebbe mai stata la risoluzione onu?
No, perchè tanto adesso Zapatero ha detto che anche con l'onu le truppe spagnole in Iraq non ci tornano...
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Old 10-06-2004, 00:12   #88
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Originariamente inviato da GhePeU
diciamo come repubblica alla sinistra
Beh quindi niente di male visto che tutti gli articoli dei sinistridi qui del forum provengono dalla repubblica e sono oro colato per voi
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Old 10-06-2004, 00:14   #89
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Allora ti ripeto ancora una volta TU NON SAI COSA SIA ne l'italia ne la spagna... ma lo vuoi capire o no che hai comparato Ferrara e Vigo!?!?!?

io ho vissuto a milano per 6 anni, a Napoli, Barcellona, madrid, ho vissuto vari mesi in giro fra (bilbao, cadiz ect.) in italia (torino, palermo ecc..)

altra cosa... tu hai fatto una vacanzina in spagna nella tua bellissima università con gli amichetti ecc... vai a lavorare e accorgiti del mondo che ci sta fuori... non vedi tutte le problematiche di un paese se ti fai la "vacanza" e poi sei stato quando ci stava aznar e non zapatero.
[...]
meglio non adare avanti l'italia voi la conoscete fate il paragone... io mi incazzo che la gente va farsi le vacanze vede un po di figa 2 spiagge e dice che quello è il paradiso
Si riassume tutto in una faccina:



Che bello quando l'"interlocutore" non capisce 'na sega e s'incazza Mi sa tanto che tu sia un pelo invidioso... Ah, dimenticavo: tu non sei laureato, vero? Parla di vacanzina con l'università dopo che l'hai fatta, ciccio
__________________
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Old 10-06-2004, 00:17   #90
IpseDixit
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Re: Re: povera spagna governata dlla sinistra....

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Originariamente inviato da GhePeU
siamo al delirio... secondo questo articolo le colpe di zapatero sarebbero di non aver rispettato tutte le promesse elettorali (a tre mesi dalle elezioni, molto meno dall'assunzione della carica) e un blando spoil system?

vi state veramente arrampicando sugli specchi
Ma noooo che vai decendo
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Old 10-06-2004, 00:25   #91
Blisset
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Originariamente inviato da unodinoi
ma andate a prenderlo in quel posto propagandisti del c@@@o

(cut)...e guardate anche il resto del sito
Chi è propagandista?

Quote:
con tutte le promesse non mantenute che ha fatto berlusconi date ragione ancora alle destre?
Mi piacerebbe conoscere UNA promessa mantenuta dai governi di Sx. UNA SOLA. Scegli tu: Tasse, Lavoro, Sanità, Scuola... dimmene una.

Cmq ti faccio una promessa solenne: se Berluska non mantiene esattamente il contratto con gli Italiani, non lo voto, ok? Finora però, se controlli, ha mantenuto il programma esattamente in linea con i tempi, punto per punto.

Quote:
branco di stupidi italiani! ragionate!
ci godete a prenderlo nel di dietro o cosa?
Tu vai fai propaganda a quel sito demente e parli di ragionare?
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Old 10-06-2004, 00:26   #92
gpc
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Old 10-06-2004, 00:27   #93
prio
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Originariamente inviato da Blisset

Cmq ti faccio una promessa solenne: se Berluska non mantiene esattamente il contratto con gli Italiani, non lo voto, ok? Finora però, se controlli, ha mantenuto il programma esattamente in linea con i tempi, punto per punto.
Si? Vai un po' a ripescare la "agenda programmatica dei primi 100 giorni di governo"
Manco il conflitto di interessi e' stato risolto.
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Per i messaggi contrassegnati da *: IMHO un par di balle!
Salva un albero, uccidi un castoro.
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Old 10-06-2004, 00:31   #94
Korn
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ma per blisset gli avranno fatto tutto un programma particolare....
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Old 10-06-2004, 00:37   #95
IpseDixit
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Originariamente inviato da Blisset
Chi è propagandista?


Mi piacerebbe conoscere UNA promessa mantenuta dai governi di Sx. UNA SOLA. Scegli tu: Tasse, Lavoro, Sanità, Scuola... dimmene una.

Cmq ti faccio una promessa solenne: se Berluska non mantiene esattamente il contratto con gli Italiani, non lo voto, ok? Finora però, se controlli, ha mantenuto il programma esattamente in linea con i tempi, punto per punto.



Tu vai fai propaganda a quel sito demente e parli di ragionare?
Però il punto 8.2 bis non l'ha rispettato come già riportato dall' Economist
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Old 10-06-2004, 01:13   #96
Blisset
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Originariamente inviato da IpseDixit
Però il punto 8.2 bis non l'ha rispettato come già riportato dall' Economist
Mah, sapendo che la giornalista dell'Economist che fa sempre interventi sul l'Italia è la moglie di Rutelli, considero l'Economist non un giornale imparziale, ma alla stregua di Repubblica!
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Old 10-06-2004, 01:18   #97
jumpermax
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Originariamente inviato da Blisset
Mah, sapendo che la giornalista dell'Economist che fa sempre interventi sul l'Italia è la moglie di Rutelli, considero l'Economist non un giornale imparziale, ma alla stregua di Repubblica!
ma è lo sport nazionale mandare in OT i thread? Qua si parla della vicenda spagnola e di Zapatero... ci sono 3 o 4 thread aperti sulla politica italiana e non bastano?
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Old 10-06-2004, 01:39   #98
NeSs1dorma
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Originariamente inviato da Blisset
Mah, sapendo che la giornalista dell'Economist che fa sempre interventi sul l'Italia è la moglie di Rutelli, considero l'Economist non un giornale imparziale, ma alla stregua di Repubblica!
Parole sante!
E, riguardo all'argomento del 3d, poveri spagnoli.
La Spagna, dopo aver abbassato i pantaloni davanti ad AlQaeda, ora si ritrova spiazzata davanti alla risoluzione Onu, e fuori da tutti i giochi.
Giusto l'altro ieri parlavo con un mio collega spagnolo, il quale mi raccontava che si stanno rendendo conto dell'errore che hanno fatto, sull'onda del vergognoso sfruttamento elettorale operato dalla sinistra spagnola dopo gli attentati, con assedi illegali e voto nettamente falsato.
E non ho dubbi, lo sciagurato piano per l'11 giugno italiano (uccisione dei tre ostaggi) sarebbe stato sfruttato alla stessa maniera.
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Old 10-06-2004, 02:44   #99
GioFX
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Originariamente inviato da sempreio
ma pensate quando era prodi al governo è stato lui che ha inventato il cococo e non dico altro
infatti, molto meglio il contratto a progetto e la "flessibilità" dell'iperliberismo berlusconiano...
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Old 10-06-2004, 02:45   #100
GioFX
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Originariamente inviato da dibe
ero in GioFX mode on...
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