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Old 15-10-2005, 00:31   #81
CONFITEOR
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Originariamente inviato da gpc
Il problema è che in Italia le decisioni le prende la plebe bloccando ferrovie e autostrade...
Prendo atto che per te un referendum costituzionalmente legale è un blocco stradale,
sapendo come la pensi in fatto di blocchi...temo per la vita della "plebe".

Un altro problema sarebbe quello della plebe che vota alle elezioni e ci blocca i politici o fa approvare il divorzio...

prova a parlarci, lo sai? lo stomaco le braccia...ecc...
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Old 15-10-2005, 00:39   #82
jumpermax
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Originariamente inviato da CONFITEOR
La Francia, non stocca un centimetro cubo di scorie sul proprio territorio, ha ancora molte colonie.....

La Germania, che colonie non ne ha più, non ha nemmeno il nucleare...
non capisco perchè ci si lanci in affermazioni così categoriche che possono essere smentite tramite google in 30 secondi...
http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo...01lm06.01.html

qualche passaggio a caso
Sono conservate in superficie, nell'Aube, a Soulaines-Dhuys. Questo centro ha preso il posto di quello della Manche che l'Andra, l'ente gestore, non riesce a chiudere. Fughe di radioelementi hanno già contaminato l'ambiente circostante (5), mentre i 530.000 m3 di scorie sono destinati a rimanere lì per l'eternità

neanche un centimetro cubo?

sorvolo sulla Germania che non ha il nucleare perchè immagino volessi dire altro...

Ultima modifica di jumpermax : 15-10-2005 alle 00:45.
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Old 15-10-2005, 01:12   #83
CONFITEOR
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Originariamente inviato da Banus
ma visto che la sola energia elettrica importata costituisce il 16% (http://www.fareverde.it/informati/dossier_energia.php) del totale, anche arrivando ai livelli tedeschi (5%) siamo ancora lontani dall'autonomia..
Bene! appena raggiuntala(l'autarchia)....SPEZZEREMO LE RENI ALLA GRECIA!


Svejja ke la guera è finita....c'è l'europa, le centrali francesi sono anche europee, l'energia la paghiamo in euri, le scorie la Francia le manda in Guyana...
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Old 15-10-2005, 05:36   #84
CONFITEOR
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Originariamente inviato da jumpermax
sorvolo sulla Germania che non ha il nucleare perchè immagino volessi dire altro...
Volevo dire che non ha lo sviluppo del nucleare, solo le centrali costruite in passato che non vengono rinnovate.

E aspetta che trovo quell'articolo sulle scorie francesi che lessi tempo fa..
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Ultima modifica di CONFITEOR : 15-10-2005 alle 10:10.
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Old 15-10-2005, 08:02   #85
Banus
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Originariamente inviato da CONFITEOR
estrarre un barile di petrolio costa 4/5 dollari, poi se qualcuno ha deciso di portare il prezzo a 70....
Legge della domanda e dell'offerta, e ritorno degli investimenti (in ricerche dei giacimenti e costruzione degli impianti). Altrimenti tutti i produttori di microchip sarebbero dei ladri...

Quote:
qui l'unico dato certo è che negli stati uniti non si costruiscono più centrali dal 1978, e senza aspettare la "sovietica" Chernobil, c'era stata già l'americanissima "three miles island",a proposito di disonestà....
Sicuro?
http://www.eia.doe.gov/cneaf/nuclear...braidwood.html
Three Miles Island non fa certo onore agli USA, ma le conseguenze sono state molto più contenute:
http://en.wikipedia.org/wiki/Three_Mile_Island

Quote:
Una centrale nucleare è per sua natura UN SISTEMA APERTO VERSO L'ESTERNO, altrimenti non servirebbe a nulla.
Ma non vedo perchè il liquido di raffreddamento (che è in un ciclo chiuso) abbia necessità di essere ricambiato. Tanto più che alcuni reattori usano acqua pesante, e con quello che costa produrla buttarla via sarebbe proprio da idioti...

Quote:
mai sentito che le strutture militari siano instabili,mi pare che se c'era qualcuno di competente in russia erano proprio i militari, oltre agli astronauti....

bufala
Chistina in un post che non risco a trovare l'aveva raccontata diversa, i tecnici hanno fatto un paio di errori gravi e comunque la responsabilità era anche di chi aveva progettato il reattore perchè non aveva segnalato determinate caratteristiche. Comunque era stata rimossa l'acqua di raffreddamento e esclusi alcuni sistemi di sicurezza, e questa è già una grossa imprudenza:
http://en.wikipedia.org/wiki/Chernobyl_accident#Causes

Inoltre reattori di quel tipo non si cotruiscono più da 20 anni.

Quote:
Bene! appena raggiuntala(l'autarchia)....SPEZZEREMO LE RENI ALLA GRECIA!
Francamente se è questo l'atteggiamento allora fra vent'anni non dovremo lottare con la Grecia, ma con il Ghana
Il mio prof di chimica all'università sosteneva (e l'ipotesi mi sembra plausibile) che a sostenere il referendum c'erano le lobby petrolifere, che in questo modo potevano dare gli scarti come combustibile per le centrali termoelettriche...
Meglio le scorie nucleari o i solfati, nitrati e polveri?

Sulla Germania: non è vero che non ne costruiscono da 30 anni, l'ultimo è del 1989:
http://www.uic.com.au/nip46.htm
quindi addirittura dopo Chernobyl.
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echo 'main(k){float r,i,j,x,y=-15;while(puts(""),y++<16)for(x=-39;x++<40;putchar(" .:-;!/>"[k&7])) for(k=0,r=x/20,i=y/8;j=r*r-i*i+.1, i=2*r*i+.6,j*j+i*i<11&&k++<111;r=j);}'&>jul.c;gcc -o jul jul.c;./jul |Only Connect| "To understand is to perceive patterns" Isaiah Berlin "People often speak of their faith, but act according to their instincts." Nietzsche - Bayesian Empirimancer - wizardry
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Old 15-10-2005, 09:24   #86
gpc
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Prendo atto che per te un referendum costituzionalmente legale è un blocco stradale,
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Prova a prendere atto anche che il referendum non era per la chiusura delle centrali ma per la non costruzione di nuove, e che il periodo di tempo per cui bloccava la costruzione è già passato
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Old 15-10-2005, 10:09   #87
jumpermax
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Prova a prendere atto anche che il referendum non era per la chiusura delle centrali ma per la non costruzione di nuove, e che il periodo di tempo per cui bloccava la costruzione è già passato
appunto se si fosse applicato alla lettera il referenum non avremmo avuto grossi danni... 4 centrali aperte e funzionanti, nessuna centrale nuova. Con quello che c'è costato costruirle almeno ne avremmo avuto un ritorno economico... invece così ci tocca importare energia dalla Francia (che non ce la vende a prezzo di costo) Comunque assodato che di energia abbiamo bisogno e che l'unica cosa che non ha senso fare è investire ancora in centrali termoelettriche (ad eccezione forse degli impianti di cogenerazione) in qualche modo dovremo pur fare. L'unica tecnologia matura per ora è l'eolico, promettenti soprattutto gli impianti in mare (vedi quello che sta facendo la Danimarca) sarebbe buona cosa almeno partire con questo, visto che il nucleare è faccenda controversa.
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Old 15-10-2005, 10:15   #88
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Prova a prendere atto anche che il referendum non era per la chiusura delle centrali ma per la non costruzione di nuove, e che il periodo di tempo per cui bloccava la costruzione è già passato
Veramente i referendum non si basano su quesiti tipo "volete costruire nuove centrali nei prossimi 10 anni?"

ma sono abrogativi, nel senso che aboliscono leggi esistenti, in quello sul nucleare in particolare si abrogarono le norme che permettevano insediamenti nucleari senza il consenso delle autorità locali.

Ovviamente il senso politico era quello di un avversione al nucleare, ma non si parlava nè di non costruire centrali, nè di smantellamento, nè di moratoria.

Bisognerebbe vedere se l'orientamento della gente è cambiato, oppure, come per la recente legge elettorale, semplicemente ignorare il voto popolare.
Certo, anche le lobbies petrolifere contano qualcosa...
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Old 15-10-2005, 10:16   #89
gpc
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Sì ma risolvere i problemi energetici di un paese come l'Italia, costretto ai blackout programmati come nemmeno credo che avvenga nel Burundi, con l'eolico è come tentare di risparmiare sulla bolletta della luce di casa mettendo una dinamo sulla ciclette e pedalando tutto il giorno... L'eolico ti può andare bene per una minima copertura, proprio per differenziare, ma non è una soluzione.
E' che in Italia si è instillata questa ignoranza scientifica per cui, mentre il resto del mondo avanza, noi siamo fermi a dibatterci sui cellulari che fanno male "quindi mettiamo le coccinelle" però dobbiamo averne sei a persona, sul nucleare "ma c'ha le scorie, poi Chernobyl..." però tutti a lamentarsi quando aumenta la bolletta della luce, quando in realtà la gente non sa nemmeno di cosa stia parlando. Finchè l'Italia è piena di tuttologi in calcio e spettacolo, mi sta bene, non fanno troppi danni; quando l'Italia diventa un paese di tuttologi in ambito scientifico, e ancor di più gli si danno in mano le decisioni tecniche e scientifiche, è un disastro.
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Old 15-10-2005, 10:20   #90
fabio80
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e ancor di più gli si danno in mano le decisioni tecniche e scientifiche, è un disastro.

tombola. mi domando come cazzo si faccia a far decidere al popolo per questioni così tecniche come quello che fu il referendum dell'86...

il decisore dovrebbe avere la cultura sufficiente per operare una scelta, non basarsi sull'emotività, perchè questo è stato fatto

probabilmente c'era anche l'interesse nelle alte sfere che questo succedesse, e ora paghiamo tutto salato per tornaconto di qualcuno che mi rimane ignoto
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Old 15-10-2005, 10:22   #91
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Veramente i referendum non si basano su quesiti tipo "volete costruire nuove centrali nei prossimi 10 anni?"

ma sono abrogativi, nel senso che aboliscono leggi esistenti, in quello sul nucleare in particolare si abrogarono le norme che permettevano insediamenti nucleari senza il consenso delle autorità locali.

Ovviamente il senso politico era quello di un avversione al nucleare, ma non si parlava nè di non costruire centrali, nè di smantellamento, nè di moratoria.

Bisognerebbe vedere se l'orientamento della gente è cambiato, oppure, come per la recente legge elettorale, semplicemente ignorare il voto popolare.
Certo, anche le lobbies petrolifere contano qualcosa...
http://www.zonanucleare.com/question...leare_1987.htm

"Come detto, contemporaneamente si votò per tre referendum relativi al nucleare. Le tre domande che furono rivolte ai cittadini elettori italiani furono le seguenti (se ne riporta il senso, più che il contenuto esatto):

1. Volete che venga abrogata la norma che consente al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) di decidere sulla localizzazione delle centrali nel caso in cui gli enti locali non decidono entro tempi stabiliti?
(la norma a cui si riferisce la domanda è quella riguardante "la procedura per la localizzazione delle centrali elettronucleari, la determinazione delle aree suscettibili di insediamento", previste dal 13° comma dell'articolo unico legge 10/1/1983 n.8)

2. Volete che venga abrogato il compenso ai comuni che ospitano centrali nucleari o a carbone?
(la norma a cui si riferisce la domanda è quella riguardante "l'erogazione di contributi a favore dei comuni e delle regioni sedi di centrali alimentate con combustibili diversi dagli idrocarburi", previsti dai commi 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12 della citata legge)

3. Volete che venga abrogata la norma che consente all’ENEL (Ente Nazionale Energia Elettrica) di partecipare ad accordi internazionali per la costruzione e la gestione di centrali nucleari all'estero?
(questa norma è contenuta in una legge molto più vecchia, e precisamente la N.856 del 1973, che modificava l’articolo 1 della legge istitutiva dell’ENEL). "

"Tuttavia i referendum, così come erano stati formulati, non permisero agli italiani di esprimersi anche su un altro quesito: se permettere di comprare o meno energia elettrica prodotta da centrali nucleari all' estero. Ecco perchè ancora oggi l' Italia può comprare energia nucleare dalla Francia.

Il Governo, considerati i risultati del referendum, procedette alla sospensione dei lavori della centrale di Trino 2 (Vercelli), alla chiusura della centrale di Latina, alla verifica della sicurezza delle centrali di Caorso (Piacenza) e di Trino 1 (Vercelli) e della fattibilità di riconversione della centrale di Montalto di Castro (Viterbo)."
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Old 15-10-2005, 10:32   #92
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Legge della domanda e dell'offerta, e ritorno degli investimenti (in ricerche dei giacimenti e costruzione degli impianti). Altrimenti tutti i produttori di microchip sarebbero dei ladri...

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Sicuro?
http://www.eia.doe.gov/cneaf/nuclear...braidwood.html
si scusa, due centrali nell'87 e nell'88,non nel 98 come dice il post di apertura,
evidentemente COMMISSIONATE, prima del 78.

Intendevo un sistema aperto in senso generale, un incidente di cui lessi tempo fa, accaduto non ricordo dove, un contenitore di materiale radioattivo liquido era semplicemente caduto in terra, all'esterno, aprendosi....

Il commercio del petrolio è una delle cose più sporche su questa terra, domanda e offerta sarebbero ancora in equilibrio, ma è un prezzo "di cartello" per cui non solo i paesi ricchi lo pagano di più di quanto costi, ma anche il contadino del terzo mondo per la poca energia che gli serve.
Di cartello a 30/40 dollari, a 75 è un prezzo di guerra...
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Old 15-10-2005, 10:39   #93
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http://www.zonanucleare.com/question...leare_1987.htm

"Come detto, contemporaneamente si votò per tre referendum relativi al nucleare. Le tre domande che furono rivolte ai cittadini elettori italiani furono le seguenti (se ne riporta il senso, più che il contenuto esatto):
1. Volete che venga abrogata la norma che consente al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) di decidere sulla localizzazione delle centrali nel caso in cui gli enti locali non decidono entro tempi stabiliti?
(la norma a cui si riferisce la domanda è quella riguardante "la procedura per la localizzazione delle centrali elettronucleari, la determinazione delle aree suscettibili di insediamento", previste dal 13° comma dell'articolo unico legge 10/1/1983 n.8)
2. Volete che venga abrogato il compenso ai comuni che ospitano centrali nucleari o a carbone?
(la norma a cui si riferisce la domanda è quella riguardante "l'erogazione di contributi a favore dei comuni e delle regioni sedi di centrali alimentate con combustibili diversi dagli idrocarburi", previsti dai commi 1,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12 della citata legge)
3. Volete che venga abrogata la norma che consente all’ENEL (Ente Nazionale Energia Elettrica) di partecipare ad accordi internazionali per la costruzione e la gestione di centrali nucleari all'estero?
(questa norma è contenuta in una legge molto più vecchia, e precisamente la N.856 del 1973, che modificava l’articolo 1 della legge istitutiva dell’ENEL). "

Il Governo, considerati i risultati del referendum, procedette alla sospensione dei lavori della centrale di Trino 2 (Vercelli), alla chiusura della centrale di Latina, alla verifica della sicurezza delle centrali di Caorso (Piacenza) e di Trino 1 (Vercelli) e della fattibilità di riconversione della centrale di Montalto di Castro (Viterbo)."
cioè ESATTAMENTE quello che ho detto io...
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ma sono abrogativi, nel senso che aboliscono leggi esistenti, in quello sul nucleare in particolare si abrogarono le norme che permettevano insediamenti nucleari senza il consenso delle autorità locali.
Ovviamente il senso politico era quello di un avversione al nucleare, ma non si parlava nè di non costruire centrali, nè di smantellamento, nè di moratoria.
se leggi infatti gli articoli abrogati,
ovvio che non si dovevano più costruire centrali, ma non c'è un termine preciso.
Nulla poi obbligava a smantellare le centrali esistenti, come avviene in Germania
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Old 15-10-2005, 10:41   #94
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Sì ma risolvere i problemi energetici di un paese come l'Italia, costretto ai blackout programmati come nemmeno credo che avvenga nel Burundi, con l'eolico è come tentare di risparmiare sulla bolletta della luce di casa mettendo una dinamo sulla ciclette e pedalando tutto il giorno... L'eolico ti può andare bene per una minima copertura, proprio per differenziare, ma non è una soluzione.
Intanto si fa qualcosa, perchè se aspettiamo di sbloccare col nucleare davvero ci toccherà andare a dinamo. E comunque sottovaluti non di poco questi impianti, non sono certo robetta, anzi. Non pensare alla superficie occupata, soffermati sul punto centrale della questione: quanto ci costa produrre un kwh con l'eolico? Se ci costa meno che con tutto il resto, l'eolico da opzione alternativa diventa opzione principale. E difatti c'è una corsa alla costruzione di questi impianti, iniziata soprattutto negli ultimi anni...

Quote:
http://www.girodivite.it/article.php3?id_article=579
Il vento dell’Europa

logo ARTICLE 579 Eolico: 39,000 MW di capacita’ installata nel 2003. L’Europa sta guidando il mondo nell’era dell’energia eolica.
di Redazione, Data 15 aprile 2004 - 1274 letture

L’Europa sta guidando il mondo nell’era dell’energia eolica. Nelle ultime previsioni del 2003, l’EWEA (European Wind Energy Association) stima che la capacita’ generativa dell’eolico in Europa si espandera’ dai 28,400 MegaWatt del 2003 ai 75,000 MW del 2010 e ai 180,000 MW nel 2020. Entro il 2020, cioe’ fra soli 16 anni, l’energia eolica soddisfera’ la domanda energetica residenziale di 195 milioni di Europei, meta’ della popolazione nella regione.

La capacita’ generativa installata nel mondo, che cresce piu’ del 30% all’anno, e’ passata da meno di 5,000 MW nel 1995 a 39,000 MW nel 2003, aumentando di 8 volte. Tra i combustibili fossili, il gas naturale ha avuto un tasso di crescita annuale del 2% nello stesso periodo, seguito dal petrolio con meno del 2%, e il carbone con meno dell’1%. La capacita’ generativa del nucleare e’ aumentata del 2%.

La moderna industria eolica e’ nata in California durante i primi anni ’80, ma gli USA, che adesso hanno una potenza installata di 6,300 MW, sono rimasti indietro rispetto all’Europa. La sola Germania ha superato gli USA nel 1997; in Europa, la Germania e’ la leader con una potenza installata di 14,600 MW. La Spagna, una potenza eolica crescente nell’Europa meridionale, potrebbe superare gli USA nel 2004. La piccola Danimarca adesso soddisfa il 20% del suo fabbisogno energetico dal vento, ed e’ anche il primo produttore ed esportatore di turbine eoliche del mondo.

Dopo aver sviluppato nell’entroterra gran parte della sua attuale potenza installata (28,000 MW), l’Europa sta ora puntando alle risorse eoliche offshore (in mare aperto). Uno studio valutativo del potenziale offshore in Europa ha concluso che se il continente si muove piu’ velocemente nello sviluppo delle sue vaste risorse offshore, il vento potrebbe coprire l’intero fabbisogno energetico residenziale della regione entro il 2020.

Il Regno Unito si sta muovendo velocemente per sviluppare la sua capacita’ eolica offshore. Nell’Aprile 2001, ha approvato dei siti che avranno in totale una capacita’ generativa di 1,500 MW. Nel Dicembre 2003, il governo ha approvato altri 15 siti offshore con una capacita’ generativa che potrebbe superare i 7,000 MW. Questi impianti eolici richiedono un investimento di 12 miliardi di dollari e potrebbero soddisfare il fabbisogno energetico residenziale di 10 milioni di abitanti (la Gran Bretagna ha una popolazione di 60 milioni).

La spinta verso lo sviluppo dell’eolico in Europa viene in parte dalle preoccupazioni per il riscaldamento climatico. L’ondata record di caldo che ha colpito l’Europa nel 2003 e che ha distrutto intere piantagioni e causato 35,000 morti ha accelerato la sostituzione del carbone con fonti energetiche pulite.

Il vento attrae per diversi motivi. E’ abbondante, economico, inesauribile, ben distribuito, e non altera il clima, una serie di attributi che nessun’altra fonte energetica possiede. Quando il Dipartimento USA dell’energia (DoE) ha pubblicato il suo primo inventario per l’energia eolica nel 1991, preciso’ che 3 stati ricchi di vento (North Dakota, Kansas e Texas) avevano sufficiente potenza eolica da soddisfare l’intero fabbisogno nazionale di elettricita’. Coloro che avevano pensato l’energia eolica come una fonte energetica marginale furono sorpresi dalla scoperta.

Oggi sappiamo che quella fu una stima cauta del potenziale dell’energia eolica, perche’ si basava sulle tecnologie del 1991. I miglioramenti del design delle turbine eoliche fatti da allora permettono ad esse di operare a velocita’ di vento inferiori rispetto a prima; consentono poi di convertire il vento in elettricita’ molto piu’ efficientemente, e di sfruttare il potenziale eolico in un’area ben piu’ estesa. Nel 1991, le turbine eoliche avevano un’altezza media di 40 metri. Nel 2004, le nuove turbine raggiungono i 100 metri con pale piu’ lunghe che consentono di catturare piu’ efficientemente l’energia eolica, triplicando la quantita’ di vento sfruttabile. Mentre il DoE nel 1991 poteva dire che quei tre stati avevano sufficiente energia eolica per soddisfare il fabbisogno nazionale di elettricita’, oggi possiamo affermare che hanno sufficiente energia eolica sfruttabile per soddisfare il fabbisogno energetico nazionale (cioe’ non solo la domanda di elettricita’).

Quando l’industria eolica si sviluppava agli inizi in California nei primi anni ’80, l’elettricita’ generata dal vento costava 38 cents per kilowatt-ora. Da allora il prezzo e’ sceso a 4 cents o anche meno in alcuni siti piu’ ventosi. Alcuni contratti di lungo termine sono stati firmati a 3 cents per kilowatt-ora. L’EWEA prevede che entro il 2020 molti impianti eolici produrranno elettricita’ a 2 cent per kilowatt-ora, rendendo questa fonte la piu’ economica in assoluto.

Una volta che otterremo energia a basso costo dal vento, avremo la possibilita’ di produrre idrogeno dall’acqua con l’elettrolisi. L’idrogeno e’ un mezzo per accumulare e trasportare efficientemente l’energia eolica. La notte quando la domanda di elettricita’ scende, i generatori di idrogeno potrebbero essere accesi per conservare l’energia prodotta dal vento. Una volta conservato, l’idrogeno potrebbe essere usato per alimentare gli impianti energetici o le automobili. Esso puo’ quindi diventare un’alternativa al gas naturale, specialmente se i prezzi del metano crescono e rendono costosa la produzione di elettricita’.

Il costo principale per l’energia generata dal vento e’ il capitale iniziale investito per la costruzione. Ma dato che il vento e’ gratis, il solo costo durante la produzione e’ rappresentato dalla manutenzione. Considerando la recente volatilita’ dei prezzi del gas naturale, la stabilita’ dei prezzi dell’eolico e’ particolarmente attraente. Con la possibilita’ che i costi del metano aumentino, gli impianti a gas potrebbero essere usati di riserva quando manca o e’ insufficiente l’elettricita’ generata dal vento.

Gli USA stanno rimanendo indietro nello sviluppo dell’energia eolica non perche’ non possono competere tecnologicamente con l’Europa nella produzione di turbine, ma per una mancanza di leadership alla Casa Bianca. Gli incentivi fiscali di 1.5 cents per kw-ora prodotto dall’eolico, adottati nel 1992 per stabilire parita’ con i sussidi forniti ai combustibili fossili, negli ultimi 5 anni e per 3 volte di seguito non sono stati rinnovati. L’incertezza su quando saranno rinnovati ha demoralizzato il settore.

La leadership Europea ha fornito al continente un vantaggio economico: nove dei primi 10 produttori di turbine eoliche si trovano in 3 paesi (Danimarca, Germania e Spagna). Questi sono i 3 paesi che hanno avuto i piu’ forti e stabili incentivi economici.

Gli USA con la loro tecnologia avanzata e la ricchezza di risorse eoliche dovrebbero essere un leader in questo campo, ma purtroppo continuano ad affidarsi pesantemente al carbone (una fonte energetica tipica del XIX secolo) per gran parte della loro elettricita’, mentre i paesi Europei stanno sostituendo il carbone con il vento. L’Europa non sta solo guidando il mondo nell’era del vento, ma lo sta guidando anche nell’era dell’energia rinnovabile e della stabilizzazione climatica. Dimostrando il potenziale di sfruttamento dell’energia eolica, l’Europa sta inaugurando la new economy per il resto del pianeta.
a me sembra molto promettente... bisogna sempre considerare il fattore tecnologico quando si fanno queste valutazioni. Quella che 10 anni fa era una tecnologia di nicchia, oggi può essere una fonte economicamente assai redditizia.
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Old 15-10-2005, 10:45   #95
jumpermax
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cioè ESATTAMENTE quello che ho detto io...se leggi infatti gli articoli abrogati,
ovvio che non si dovevano più costruire centrali, ma non c'è un termine preciso.
Nulla poi obbligava a smantellare le centrali esistenti, come avviene in Germania
appunto che un paese serio non smantella delle centrali che hanno una vita media lunghissima e lunghi tempi di ritorno economico... la cavolata assurda fu questa, alla quale in effetti il referendum non ci obbligava (ma il governo calò le braghe per contentare le piazze).
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Old 15-10-2005, 10:45   #96
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Originariamente inviato da gpc
sul nucleare "ma c'ha le scorie, poi Chernobyl..." però tutti a lamentarsi quando aumenta la bolletta della luce, quando in realtà la gente non sa nemmeno di cosa stia parlando.
Quello che è veramente vergognoso è che il sistema politico-economico nel ventunesimo secolo permetta certe oscillazioni del prezzo del petrolio...
Non ci sarebbero problemi col prezzo a 20-30 dollari.
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Old 15-10-2005, 10:48   #97
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Originariamente inviato da jumpermax
appunto che un paese serio non smantella delle centrali che hanno una vita media lunghissima e lunghi tempi di ritorno economico... la cavolata assurda fu questa, alla quale in effetti il referendum non ci obbligava (ma il governo calò le braghe per contentare le piazze).
mah, ormai quelle funzionanti erano già accettate dalla popolazione del luogo,
forse più che piazze qualche bella mazzetta dei petrolieri???
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Old 15-10-2005, 10:52   #98
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Originariamente inviato da CONFITEOR
Quello che è veramente vergognoso è che il sistema politico-economico nel ventunesimo secolo permetta certe oscillazioni del prezzo del petrolio...
Non ci sarebbero problemi col prezzo a 20-30 dollari.
A parte che non riesco a capire come tu possa sapere quale dovrebbe essere il giusto prezzo di vendita del petrolio ti cito due o tre motivi per cui probabilmente a 70 dollari costa ancora troppo poco
1) effetto serra
2) esaurimento delle riserve
3) monopolizzazione del mercato dell'energia

Il petrolio a queste cifre è un disincentivo ai consumi e l'unico reale freno ad un suo uso indiscriminato (altro che kyoto). Visto che a Cina ed India non riusciremo mai ad imporre limiti nei consumi, l'unica speranza è che sia il mercato a limitare con costi che rendano il petrolio meno appetibile rispetto ad altre fonti energetiche. Più il petrolio aumenta di prezzo, più diventa appetibile l'eolico, le macchine a basso consumo e via dicendo...
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Old 15-10-2005, 11:00   #99
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A parte che non riesco a capire come tu possa sapere quale dovrebbe essere il giusto prezzo di vendita del petrolio ti cito due o tre motivi per cui probabilmente a 70 dollari costa ancora troppo poco
1) effetto serra
2) esaurimento delle riserve
3) monopolizzazione del mercato dell'energia
Andò a 25 dollari proprio prima dell'invasione di Iraq e Afghanistan, forse era troppo basso, e allora...

Poi non è giusto che i disincentivi arricchiscano sceicchi e petrolieri, col sistema delle tassazioni interne(imposte sui consumi dei fossili), c'è almeno una fonte d'entrata che può servire a diminuire altre tasse o fare investimenti.

E comunque l'energia non deve costare troppo, altrimenti anche l'uso di tecnologie come il computer verrebbe disincentivata,
illuminazione pubblica, riscaldamento, imprese produttive...
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Old 15-10-2005, 11:10   #100
jumpermax
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Andò a 25 dollari proprio prima dell'invasione di Iraq e Afghanistan, forse era troppo basso, e allora...

Poi non è giusto che i disincentivi arricchiscano sceicchi e petrolieri, col sistema delle tassazioni interne(imposte sui consumi dei fossili), c'è almeno una fonte d'entrata che può servire a diminuire altre tasse o fare investimenti.

E comunque l'energia non deve costare troppo, altrimenti anche l'uso di tecnologie come il computer verrebbe disincentivata,
illuminazione pubblica, riscaldamento, imprese produttive...
Non è giusto ok, meglio sarebbe una tassa "ambientale" da destinare ad un fondo per la ricerca, però almeno c'è l'effetto dissuasivo. In ogni caso tieni conto che le riserve di petrolio sono limitate e che comunque si finirà con l'arrivare a cifre proibitive, perchè la domanda superebbe di molto l'offerta altrimenti. Prenderla per tempo slegando per lo meno la produzione di energia elettrica dagli idrocarburi sarebbe un bel vantaggio... qua per l'eolico si parla di 2020... siamo sicuri che con la crescita delle economie asiatiche nel 2020 ci sia ancora abbastanza petrolio per tutti? Il nucleare poi non ne parliamo... il punto è che qua continuiamo a dipendere dall'estero per l'energia elettrica da una parte e dal petrolio dall'altra che è comunque energia importata. Produzione locale c'è solo quel 30% di idroelettrico. E tutto questo senza considerare i mezzi di trasporto a combustione interna... io vedo una pericolosa disattenzione verso questi problemi.
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