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#61 |
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Iscritto dal: Jan 2004
Città: Pordenone
Messaggi: 615
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http://www.striscialanotizia.it/ultimapuntata.shtml ecco il video!!!
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#62 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Messaggi: 2910
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Mi sto imbruttendo un po', sarà la serata e l'altro thread sulla religione che mi hanno preso male.
Cmq, caro evelon, mi fai male. Leggo chiaramente dai tuoi post che sei una persona intelligente, e sai riflettere. Mi fai male perchè sembri rassegnato al fatto che il mondo sia basato sulla legge del più forte, e che sia GIUSTO così. Ecco allora che confondi, ad esempio, la carità con la giustizia; ecco che ragioni in termini di responsabilità limitata delle ditte, cancellando in questo modo le ingiustizie che, francamente, è impossibile non vedere. Credimi, questo mondo potrebbe essere un posto meraviglioso per tutti gli abitanti del nostro pianeta... e non è questione di utopie o mondo dei sogni, è solo questione di fare due conti sui dati globali, sulle possibilità tecnologiche dell'uomo di oggi. Chiudersi in questa "durezza di cuore", pensare che il lavoro sia qualcosa che deve essere indifferente al fatto che (il lavoro appunto) determina gran parte della vita di un uomo... IMHO sono errori che ci portano a non dare il meglio che, come uomini, siamo chiamati a realizzare nella vita. Se ti va di rispondere anche magari alle mie provocazioni di prima sulla questione del capitalismo drogato e quindi non più tale, te ne sarei grato. Grazie, con amicizia |
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#63 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
Messaggi: 661
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: ma perché
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I fenomeni che hai descritto sono il risultato di una evoluzione sociale (che continua tutt'ora: la società si muove) che è avvenuta quì. Già in Francia (per citare un paese vicinissimo a noi) vigono regole, e leggi diversi, in alcuni casi sostanzialmente diversi, sia nei concetti sia nei principi. La Cina che citi è ben consapevole dell'importanza del know how e delle competenze che citavo. Non a caso nelle aziende estere soprattutto a quelle ad alta tecnologia (automobili, elettronica, meccanica di precisione, costruzioni industriali, chimica) prevede l'assunzione obbligatoria di ingegneri locali. L'intento è evidente e nemmeno celato: appropiarsi della conoscenza, delle competenze e trasferirle alla sua popolazione che poi sarà in grado di aprire aziende in grado di competere con quelle occidentali anche sul piano della qualità e tecnologia e non solo sui costi bassi. I lavoratori cinesi stanno diventando più ricchi (e non lo dico io) e si stà verificando un'urbanizzazione molto forte con conseguente abbandono delle campagne (non in tutta la Cina ovvio). Ricorda nulla questa situazione ? Tipo Italia anni '60 ? La Cina stà vivendo il suo boom economico e cerca di sfruttarlo più che può cercando di attrarre capitale e tecnologia stranieri. Quando gli operai cinesi saranno benestanti, con potere d'acquisto simile (o superiore) al nostro non lotteranno per la settimana corta ? Allora il governo cinese dovrà barcamenarsi per cercare di garantire l'appetibilità della propria produzione senza provocare un tracollo economico....più o meno come tutti i paesi del pianeta La concorrenza è una spinta fondamentale per chiunque.
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I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai |
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#64 | |||||||
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Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
Messaggi: 661
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Che io non possa sparare in faccia ad un tipo con la Ferrari perchè lui ce l'ha ed io no è un conto, ma che io possa cercare di lavorare 12 ore al giorno festivi compresi per togliere clienti a lui e comprarmi il suo Ferrari mentre lui fà l'elemosina è un altro. Penso renda l'idea no ? Quote:
La giustizia, invece, è un concetto sfuggente, personale, non obiettivo, non univoco.....ciò che è ovvio e giusto per te può essere contestabile per me ed una assoluta bestialità per un altro. Probabilmente anche con il mio vicino di casa ho discordanze riguardo al concetto di giustizia. Esattamente come il concetto di "sfruttamento". Non si può definire "sfruttamento" (sopra ho chiesto deliberatamente a Kurgan di definirmelo, non avrebbe potuto prescindere da considerazioni personali e non obiettive) L'unico modo che l'uomo da quando è apparso sul pineta ha trovato per rendere oggettiva e non soggettiva la "giustizia" è la legge. Ovvero un insieme di persone decide arbitrariamente che in quel territorio valgono delle regole. Poi possiamo certamente discutere su chi decide queste regole, sia esso un governo democratico, un re, un dittatore...chi vuoi tu. Ma lì valgono queste regole....e le regole del mercato che valgono per chiunque voglia fare scambi con qualcuno e non vivere solo del suo orticello. La politica è responsabile di queste regole. Non le aziende. Loro le devono rispettare, non cambiare. A livello personale potrei anche dirmi d'accordo che l'operaio cinese merita le malattie pagate ma le regole che vigono sono quelle e sinceramente non capisco per quale motivo un'azienda estera (quelle locali no ? ) dovrebbe pagare le malattie se non è previsto dal locale fisco. Beneficenza ? Giustizia ? La prima è fuori luogo, la seconda è contenuta nelle leggi locali che non prevedono niente del genere. Scusa per il discorso un pò slegato, spero che si capisca. Quote:
Le conquiste tecnologiche che citi sono arrivate essenzialmente dalla concorrenza, dalla competizione (spesso militare). Non si mette d'accordo un condominio di 30 persone e tu vorresti far coesistere 6,5 miliardi di persone, ognuna con i suoi interessi diversi da quelli degli altri senza spinte e derive ? Sicuro che ciò che hai detto sia realizzabile su questo pianeta ? Quote:
Il lavoro determina eccome... Prima si citava Montezemolo. Sicuramente è una persona intelligente. Non ho alcun dubbio che un operaio di una delle sue fabbriche sia altrettanto intelligente. La principale differenza tra i due? (solo la principale eh ? Il lavoro. Come vedi il lavoro è determinante nella vita. Quote:
non ho capito quali, me le ripeti ?
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I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai |
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#65 | ||||||||
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Iscritto dal: Sep 2000
Città: Castelletto Ticino (NO)
Messaggi: 242
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Ascolta Evelon, io non farei mai nulla di male a un bambino, tantomeno qualcosa che ne comprometterebbe la sua stessa vita, per me i bambini sono sacri, e, nota bene, non ho bisogno di leggi che mi dicano questo per metterlo in pratica, e sia che sia in Italia dove la legge mi punirebbe per questo o che sia in un paese del terzo mondo dove la legge me lo lascerebbe fare, io a un bambino non farei mai del male, come penso che farebbe qualsiasi essere umano degno di tale nome. Ora, se queste aziende, che sono composte da esseri umani, arrivano a fare del male a dei bambini prendendo come scusa che le leggi più permissive di quei paesi glielo lasciano fare, io deduco che gli esseri umani che tirano le fila di quell'azienda non siano più umani, pertanto quell'azienda, pur formata da esseri umani, non ha più nulla di umano, mentre ritengo che qualsiasi cosa, azienda, associazione, partito politico, ecc, ecc dovrebbero giustamente portare avanti i loro obiettivi, ma prima di questi obiettivi fissarsi delle regole che non gli permettano di commettere crimini contro l'umanità, e tenere queste regole come priorità sui loro obiettivi, perchè se è vero che magari anche se provocano la morte di bambini con i loro squadroni di avvocati e le leggi permissive di quei paesi riescono a dimostrare che non hanno violato le stesse leggi di quel paese, è sempre vero che provocando la morte di bambini innocenti hanno comunque attuato un crimine nei confronti dell'umanità, sei d'accordo almeno su questo o mi dici che è giusto far morire bambini in nome del profitto, basta che la legge di quel paese te lo permetta? Uff..... che fatica... Quote:
Ah, perciò se quella nazione ha scarse regole sulla sanità un'azienda può spargere i suoi veleni a destra e a sinistra? Toglimi una curiosità, ma hai un posto direzionale in una multinazionale nella filiale di un paese del terzo mondo? Quote:
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Io non so quanti anni hai, magari ne hai più di me e magari meno, non so, io ne ho 40, sono 20 anni che lavoro (anche di più se consideriamo che ai miei tempi lavoravi a periodi alterni anche mentre studiavi, per pagarti "i vizi"!), ho fatto molti lavori e ho conosciuto molta gente, ho lavorato per tre multinazionali, in due in ruoli simili e in un'altra in un'altro ruolo, per una devo dire che vi ho trovato un'azienda fondamentalmente abbastanza corretta, stendo invece un velo pietoso per le altre due.... Anche nelle piccole e medie aziende non sono di certo rose e fiori, però ti dico che se siamo arrivati ad un determinato grado di benessere, questo lo hanno costruito queste piccole e medie aziende negli anni passati, e non di certo i grossi gruppi che 100 davano e 1000 si riprendevano attraverso aiuti statali e similari (anche perchè quando guadagnavano se li mettevano in tasca i proprietari, quando perdevano li tirava fuori lo stato). Ora, queste multinazionali stanno cercando di accorpare tutto in esse, si vede le manovre che stanno cercando di fare per distruggere il business delle piccole e medie aziende, ma pensi che se riuscissero a far morire la maggior parte delle piccole e medie imprese in Italia sarebbero loro a garantirci quel benessere che tanto faticosamente i nostri genitori e i nostri nonni ci hanno costruito? Per finire aggiungo che condivido anche le parole espresse sia da LightIntoDarkness che da Kurgan. Saluti wolf Ultima modifica di wolf64 : 02-03-2005 alle 00:58. |
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#66 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
Città: Pordenone
Messaggi: 615
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Pienamente d'accordo con te Wolf!
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#67 | |
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Iscritto dal: Sep 2000
Città: Castelletto Ticino (NO)
Messaggi: 242
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#68 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2003
Messaggi: 468
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Re: Re: Re: ma perché
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Per quanto riguarda la Polonia, l'ultima volta che ne ho sentito parlare era perche' molti manager creavano societa' di comodo nei paesi dell'est per simulare viaggi d'affari per potersi fare le ragazzine/prostitute, fai un po' te. Oltri si limitano a sfruttare un mercato del lavoro che si concede per poco. Forse volevi parlare del sudest asiatico o dell'america latina, dove queste simpatiche aziende multinazionali o aspiranti tali, portano un po' di sana democrazia e quel tanto agognato lavoro. Ma chi sono io per contestare chi in verita' vuole, per fini umanitari certamente, solo aiutare i bambini del terzo mondo? Facciamoli lavorare tutti!! arbeit macht frei!! Recitava la tristemente famosa scritta sul cancello di Auschwitz. Anche i bambini e non sono pochi: "Il fenomeno dell’analfabetismo va di pari passo con povertà e sottosviluppo, che costringono milioni di bambini a lasciare la scuola prima saper leggere e scrivere per andare a lavorare in condizioni di sfruttamento. Secondo l’Organizzazione mondiale del lavoro (ILO), nel mondo i bambini tra i 5 e i 17 anni sfruttati sono 250 milioni, di cui 155 milioni in Asia." Ma vengono bene retribuiti! Gli si concede la liberta', il lusso di poter mangiare! Ma con una paga di 1,60 dollari al giorno in una fabbrica Nike Vietnamita mi dici cosa devono mangiare questi fortunati? I topi? Noi ci mangiavamo i gatti, siamo fortunati anche in questo..... |
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#69 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2003
Messaggi: 468
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Consiglio a tutti di vedere il film-documentario "The Corporation". Se qualcuno ha dei dubbi, questo film ve li leva..... tutti. |
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#70 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2000
Città: Loreggia--Padova
Messaggi: 4850
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E dovrebbe essere lui a rappresentare e difendere la nostra industria? arriviamo al paradosso che le magliette da 5€ sono fabbricate in laboratori di schiavitù cinesi in italia ( anche nel mio comune ne hanno beccati ) mentre queste magliette da 100€ sono fatte all'estero..........
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I love FireFox 0.8 ......bye bye Internet Explorer. Lo so bene che è uscita l'ultima versione ! Since Nov-2003 |
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#71 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2003
Messaggi: 468
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Non e' bello vivere sapendo di non poter pagare le cure mediche in caso di malattia... ne sanno qualcosa gli americani.... |
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#72 |
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Bannato
Iscritto dal: Sep 2001
Messaggi: 3918
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Su report ho visto tempo fa un bel servizio sul "made in italy"...maglioni della Diesel prodotti in Repubblica Ceca , dove le operaie prendono 200 euro al mese (costo della vita? io ci sono stato diverse volte. Dico solo che la benzina costa quasi come qua) poi vengono importati in italia , dove viene eseguita una ultima, ininfluente lavorazione allo solo scopo di poter applicare la targhetta col "made in italy". Il maglione costa sempre uno sproposito (ora non ricordo quanto) , la differenza va in tasca all'imprenditore. Ora dico, capisco il mercato del "low cost" che compete col "made in china" , ma la delocalizzazione di prodotti di fascia alta, allo solo scopo di aumentare esponenzialmente gli introiti......
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#73 | ||
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Non penso che nelle aree industriali della repubblica ceca la vita costi quanto qui. Tra l'altro il dato che dici per quanto ne so io è palesemente falso: il costo del lavoro per un operaio generico (parlo di metalmeccanica, ma non credo il tessile sia diversissimo) nell'est europeo va dai 5000 ai 6000 euro lordi l'anno (costo per l'azienda). Quote:
Fatto 120 per comodità il prezzo in negozio del maglione, 20 vanno subito allo stato come IVA, e ne rimangono 100. 100 è il prezzo netto del negozio, che generalmente su prodotti di fascia alta come un maglione diesel fa dal 50% al 100% di margine: diciamo per comodità che al negoziante ne vanno 50, ne restano 50. Ah, parte di quei 50 del negoziante finiscono a pagare gli stipendi dei dipendenti del negoziante, i fornitori di qualsiasi cosa (dall'immobile alle banche, dalla luce agli strumenti, dal riscaldamento), e ancora le tasse: tasse sulle attività produttive, tasse sul reddito d'impresa, tasse sugli stipendi dei dipendenti (che vedono il netto ma l'impresa paga il lordo), tasse comunali, tasse regionali, tasse addizionali. 50 ne erano rimasti ma il maglione non finisce direttamente dal signor Diesel al negozio. Ci sarà un intermediario, una grande distribuzione tessile, che si prende quanto? Diciamo da un 20-40%? Facciamo il 30%, restano 35 euro. Per i 15 euro che restano al distributore valgono le considerazioni sopra: il distributore ci paga i dipendenti, i fornitori, le tasse, oltre a remunerare chi ha investito capitale in quell'attività e giustamente si attende una resa (come quando tu investi risparmi in azioni). Ne sono rimasti 35, diciamo che altri 5 se ne vanno (è una stima un po' cautelativa, ma i maglioni in fondo sono facilmente trasportabili) in trasporti da e per la Diesel, i suoi magazzini, i siti dove produce. Stesse considerazioni di cui sopra anche su questi 5 euro. I 30 rimasti possiamo dire che siano ricavi della Diesel. Ricavi della Diesel vuol dire profitto in tasca al signor Rosso? Non direi, ci sono ancora un po' di passaggi. Partendo dalla produzione (che mi dici, fanno in Ungheria) ci saranno il costo del lavoro, il costo degli investimenti, il costo degli immobili, il costo del denaro, le tasse (seppur più basse che qui, anche quei paesi ne hanno: tipo il 13-17-21% all inclusive). Ma prima di produrre un maglione, bisogna pensarlo, perchè non si vende a 120 euro un maglione se non lo si pensa bene. Chi pensa bene lavora in Italia, e in genere costa. Costa perchè è bravo e perchè ha studiato. E' creativo, è in carriera, può lavorare per Diesel o per 100 altri brand e quindi non si accontenta di un pezzo di pane. Lavora a Milano o a Treviso o dove Diesel progetta. Coi 30 di ricavi Diesel, tolti gli euro per la produzione manifatturiera, tolto il costo del lavoro italiano di chi progetta, fa marketing, preparara cataloghi, collezioni, sfilate, servizi fotografici, organizza la logistica, gestisce i fornitori, gestisce i trasporti, fa attività amministrative e gestisce la finanza del gruppo rimane il margine lordo di Diesel. Tolto il costo del capitale di terzi (gli interessi bancari, gli interessi su altri prestiti, le commissioni, diciamo) quel che rimane è l'utile lordo. Tolte tutte le tasse sull'impresa italiana, rimane l'utile netto. Tolta la quota che decidono di reinvestire in azienda come autofinanziamento, l'utile netto finisce in tasca agli azionisti di Diesel. Se sono stati bravi a fare il loro lavoro, può essere alto. Se non sono stati tanto bravi, può essere basso. Eventualmente può anche essere negativo: si chiama rischio d'impresa, ed è un rischio concreto di perdere soldi. Quando vendi maglioni che in negozio costano 120 euro, non puoi essere sicuro che la gente li vorrà e ne vorrà tanti: in questo momento i prodotti Diesel vanno, domani chissà. Non so se sei arrivato a leggere fino a qui sider. Immagino che ti saranno sembrate tutte cazzate. Per te c'è il proletario e il capitalista, giusto? |
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#74 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Vicenza
Messaggi: 20034
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si trova sempre gente da pagare 1 € al mese... Ciaozzz
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FINCHE' C'E' BIRRA C'E' SPERANZA !!!
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#75 | |||||||
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Messaggi: 2910
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Che poi credo che sia proprio la legge del più forte. Quote:
"... Perchè cercavano un simile obbiettivo?Perchè erano buoni?No. Perchè erano scioccati. Scioccati dalla vita disumano dell'operaio europeo di fine Ottocento, scioccate dalle famiglie americane sprofondate da un giorno all'altro nella miseria da un crollo di Borsa imprevedibile. Avevano capito che un mondo senza rete, senza tutela per i più deboli, era un mondo che produceva inaudite sofferenza e, oltretutto, ti si poteva rivoltare contro in un attimo: una specie di centrifuga che tritava destini e che, se non reggevi il ritmo necessario a rimanere in centro, ti espelleva velocemente verso orbite di miseria da cui non ti tiravi più fuori. Non erano buoni. Erano scioccati. ..." Quote:
Si può partire da qui a definire la giustizia, o si rimane sul punto che finchè non si fanno le leggi la giustizia non esiste? Quote:
E rispetto alle responsabilità politiche-aziende, anche qui la cosa non è più credibile, visto che il potere politico è asservito agli interessi economici, ed ormai collidono sulle stesse persone. Penso che non ci sia molto da obbiettare rispetto a quest'ultima affermazione. Quote:
Io dico che le possibilità teconologiche ci sono, che se volessimo si potrebbe realizzare un mondo diverso, che i poveri non sono tali perchè non c'è altro mondo possibile. Anche perchè l'alternativa ad uno sviluppo di questo tipo è l'autodistruzione. Quote:
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#76 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 1999
Città: Falconara M.ma - Ancona
Messaggi: 257
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Essendo stanco di rispondere a persone che non sanno di cosa parlano, faccio presente che generalmente la ricarica sull'abbigliamento è circa 100%-130%, altro che 50%. Magari un minimo di informazione e conoscenza di quel che si dice non guasterebbe.
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c'avemo i moscioli, c'avemo i moscioli, c'avemo i moscioli e ce piace el vì..el vì roscio de morro è bono, è bono, è bono, ma tigne un bel pò...cavalier banana: " miseria, morte, terrore. Per la miseria parlate con me...".La bandiera a stelle e strisce ti conquista e ti rapisce, puoi macchiarla anche di sangue poi la lavi e non sbiadisce. La bandiera a stella e strisce sei buono e ti colpisce e non avrà pietà |
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#77 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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100 prezzo iva esclusa, ho dato 50 al negoziante, che equivale appunto al 100% di ricarico: è matematica elementare. Spero per te che lo svarione sia dovuto alla stanchezza e non a ignoranza. |
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#78 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Tu dici che lo capiranno prima o poi? |
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#79 | ||||||||||||
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Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
Messaggi: 661
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Tu fai una distinzione, tracci una linea netta tra "azienda" e "persone".....cosa che in realtà non esiste. Chi ci lavora, chi la dirige non sono alieni venuti da marte, sono persone.... Le aziende, in sè, non hanno "umanità", non hanno sentimenti...sono organizzazioni, gruppi di persone che si riuniscono 8 ore al dì, ognuno con un compito, finalizzati allo scopo di fare profitto. Lì dentro, in qualche ufficio, un impiegato è pagato per studiare e rispondere ad una domanda : dove ci conviene produrre il prodotto xxx con il minimo costo in modo da poter fare concorrenza all'azienda yyy per non fallire ? L'impiegato studia, elabora, calcola e poi tira fuori una risposta. Una risposta che tiene conto delle spese di trasporto, delle spese per comprare degli impianti in loco, per adeguarli alle leggi vigenti in quel posto. L'impiegato NON PUO' e NON DEVE risolvere altri problemi che NON SPETTA A LUI RISOLVERE. Sono cose devolute ad altre persone ed ad altri ruoli, la politica; persone che devono trovare il punto dove piazzare l'ago della bilancia tra stato sociale e sviluppo, tra servizi statali e capacità di attrarre investimenti etc... L'impiegato non sà quali e quanti ragionamenti sono stati fatti dietro quelle decisioni, lui prende il risultato di quelle decisioni. Poi possiamo parlare fino all'eternità di CHI prende quelle decisioni e con che scopi vengano prese. Va da sè che un governo di tipo occidentale democratico avrà una tutela maggiore per i propri interessi e una dittatura avrà una tutela maggiore...per gli interessi del dittatore che difficilmente distribuirà la ricchezza portata dall'investimento estero verso la popolazione. Ma questo è un altro discorso... Quote:
Ma che pensi ? Che io gli faccia del male ? Quote:
Io ritengo che ognuno deve svolgere la sua funzione. L'azienda non deve fare politica. Non deve inventarsi le regole, deve svolgere il suo compito. Il profitto è il suo compito, le regole, i paletti li deve fissare la politica. Mi sembra che tu, magari inconsapevolmente, stia rispolverando la teoria dell' "etica nel business" quando non è molto praticabile (ed imho nemmeno giusto). Se ci sono abusi vanno perseguiti, questo è un punto fermo e siamo d'accordo. Ma se io decido di delocalizzare una produzione e rispetto le leggi del caso non ho nè devo "inventarmi" altre leggi a mio danno così come non posso "inventarne" a mio favore. Se l'azienda deve svolgere i suoi compiti e nel contempo mettere regole per tutelare la saltute pubblica, avviare l'economia locale, sostituire il fisco locale carente etc..a che serve la politica ? Cosa gli rimane da fare ? Mettiamo direttamente il CEO a governare il paese....anche perchè non si capisce il motivo per il quale un'azienda dovrebbe fare tutto ciò senza tornaconti (se li ha è un altro discorso) su base volontaria mentre la sua concorrente accanto fà la stessa cosa ma è meno "volenterosa"... Eh già perchè se lo fai su base volontaria devi accettare che c'è chi lo fà e chi no...e non puoi dire nulla. Se invece il paese stesso decide ccon una legge che ogni azienda deve pagare una certa somma per l'assistenza sanitaria ai lavoratori tutte lo fanno. Ovviamente se la somma è troppo alta avrà l'unico effetto di cacciar via la produzione. insomma è il famoso ago della bilancia. Quote:
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E questo non lo dice "evelon" (ma non sono così autorevole? La responsabilità di stabilire le regole sono del governo, punto e basta. Ripeto: possiamo parlare del tipo di governo e delle leggi che mette in opera, spesso discutibili se non criminali (e troveremmo molti punti di accordo), ma il fatto che un'azienda non debba farsi le leggi da sola non può essere messo in discussione. Quote:
Io non sò più come dirlo, davvero. Se io non mi apro l'auto parcheggiata sotto casa e me ne vado a spasso è perchè la legge mi vieta di farlo (furto)...se c'è ANCHE la mia morale a dirmi che è sbagliato è un conto ma non è detto che ci sia e soprattutto NON E' UN DOVERE AVERLA. Il limite è dato dalle regole accettate. Quote:
Ma in quei casi la colpa certo non è del CEO. Non stò parlando di abusi (corruzione, tradimento etc..) ma di norme rispettate. Se lo sono (rispettate) la colpa è di chi le ha fatte. Stop. Quote:
Trovare un compromesso non è facile e pochi paesi ci riescono al meglio Quote:
In realtà parlare di "sistema" (e relative critiche) mi fà sorridere; non si tratta di essere "dentro" o "fuori" ma di guardare alle cose con un minimo di obiettività e razionalità senza lasciarsi prendere dal sentimentalismo o da buonismi del "siamo tutti fratelli", "dobbiamo essere tutti ricchi" Tra l'altro se hai un pc, magari prodotto in Corea, trasportato quì da una multinazionale dei cargo, comprato da una multinazionale dell'elettronica di consumo, con un software prodotto da una multinazionale, alimentato con energia prodotta da una centrale costruita da un'azienda specializzata, alimentata da gas o petrolio estratti da una multinazionale dell'estrazione, trasportati da una multinazionale dell'energia, sei tornato a casa su un'auto prodotta da una multinazionale del settore, fabbricata con materie prime estratte e trasportate da multinazionali, sei in una casetta comoda costruita da un'azienda di costruzioni rifornita da altre aziende di materiali edili, vestito con prodotti di aziende tessili, rifornite da multinazionali di import export....continua a piacere...vorrei sapere come fai a considerarti "fuori dal sistema" ? ![]() Sei "fuori dal sistema" solo nei tuoi pensieri, nel fatto che vuoi "ragionare con la tua testa" (dando indirettamente dell'ipocrita a chi non la pensa come te), nell'aver "pensieri belli" su come risolvere i problemi del mondo...ma nella pratica, nei fatti, se "dentro al sistema" come e più di me Quote:
Di anni ne ho già, aime, abbastanza anche se sono più giovane di te. Non capisco a che ti riferisci quando parli di "trovarsi bene". All'ambiente di lavoro, ai colleghi, alla dirigenza...? Per quanto mi riguarda un'azienda in cui si stà bene è un'azienda che rispetta le regole. Se la dirigenza si comporta male è colpa dei dirigenti e per quanto posso saperne (anch'io ho una discreta esperienza lavorativa di parecchi anni) le aziende dove "sei il tuo numero di matricola" non ti rompono più di tanto, se con i colleghi stò male la colpa è dei colleghi etc.. Quote:
In effetti la struttura industriale italiana è appoggiata molto sulle PMI. Ma questo non è un bene almeno oggi, in passato, quando il mercato di riferimento era quello nazionale, il modello della PMI funzionava abbastanza ed ha creato benessere. Già in anni passati però c'è stato il bisogno di politiche protezionistiche della nostra impresa in quanto non era in grado di competere con l'estero. Invece di sfruttare queste politiche per dare vita a gruppi industriali più solidi la nostra classe imprenditoriale (ho forti resistenza a chiamarla così) ha vissuto sugli allori....gli stessi grandi (relativamente all'Italia) gruppi industriali non hanno messo in pratica strategie davvero espansionistiche basandosi sullo stato che protegge. Ora ne paghiamo le conseguenze: non sono le aziende estere che vogliono "smontare" la nostra industria, è la nostra industri che non è in grado di fare concorrenza alle aziende estere e viene assorbita o fallisce o si trasferisce...non ci stan santi. La PMI non è in grado di competere in un mercato globale e sperare che garantisca benessere come ai nostri padri è davvero utopia, il nostro sistema produttivo deve cambiare se non vogliamo essere messi fuori mercato. Non sarà rapido e nemmeno indolore ma è l'unica strada percorribile. bye
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#80 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2002
Messaggi: 2910
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Mi autoquoto, visto che il thread sta continuando su altre strade... mi piacerebbe però capire se siete d'accordo o meno... cosa ne pensate, insomma!
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