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#41 | |||
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2008
Città: Falconara Marittima
Messaggi: 27858
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Secondo te in quale di queste due casistiche ricadono coloro che accettano di condividere le proprie informazioni personali per qualunque cagata gli passi davanti? Quote:
Ma questo non vuol dire non informarsi minimamente su un argomento che si va ad affrontare, o il minimizzare aprioristicamente una questione che invece ha delle conseguenze che possono avere un peso invece molto rilevante. Se tu che stai descrivendo una "cognizione di causa" che implica una conoscenza assoluta e inderogabile su ogni scelta che facciamo. Perchè è ovvio che non si può sapere tutto di tutto. Ma tra il non sapere nulla e il "spendere 10 minuti anche solo per farsi un'idea" (cosa tutt'altro che impossibile con i mezzi ad oggi disponibili) c'è già una bella differenza. Ripeto: il 99% della gente non spende neanche mezzo secondo, semplicemente clicca sul tasto che gli permette di andare alla schermata successiva, e se qualcuno gli chiede qualcosa a riguardo risponde senza neanche aver riflettuto che non c'è nulla di male a condividere certe informazioni.
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ARCANA TALES (Ruleset GdR) - Thread ufficiali ● Profilo Steam ● Fate/Stay Night ● Foto Astronomia
PC: CPU (Artoria): AMD 9800X3D MB (Jeanne): Gigabyte AORUS Elite B850 WiFi7 ICE GPU (Nero): MSI Ventus 3X RTX 5080 RAM: Kingston FURY Renegade 2x16GB DDR5 6000MHz - M.2: Samsung 990 PRO 2TB SCHERMO: LG UltraGear OLED 39GS95QE |
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#42 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2008
Messaggi: 11816
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Ma anche per questo è importante sostenere dei perimetri legali nella cessione dei dati che limitino l'abuso digitale e garantiscano i diritti dei cittadini. E questa non è vuota burocrazia!
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Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui [cit.] |
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#43 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2010
Messaggi: 7947
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Molto spesso è solo una cosa di facciata, bisognerebbe analizzare ogni singolo caso. Quanti hanno salutato la loro moglie, i propri figli, e poi magari li hanno uccisi nel sonno? La buona educazione non si riduce solo al saluto, ma deve essere anche sostenuta dalle azioni.
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Telegram: @shutter1sland |
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#44 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2008
Messaggi: 8705
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Oggi non è così... oggi ogni secondo conta. Io tra poco vado in ferie e ho 2 cellulari, un tablet, portatile ecc... ecc... perché comunque in qualsiasi momento un click fa soldi e anche per i ragazzi che magari non lo fanno per soldi o per lavoro ma anche i loro interessi sono altrettanto rapidi che sia un gioco o un amico in chat. Ribadisco quindi che senso ha fare un saluto ipocrita a uno sconosciuto solo per seguire un cerimoniale? È davvero così importante per te che uno faccia finta di interessarsi al tuo passaggio? Allo stesso modo ti faccio un altro esempio: sul lavoro quando arriva un neo assunto specie fino a qualche hanno fa commettevano tutti l'errore di dare del LEI, un sacco di salamelecchi inutili. Poi li ho formati che queste cose sono inutili: devono comunicare ciò che serve nel modo più rapido, conciso ed efficiente possibile e non perdere tempo con formalità che non ci faranno guadagnare un cent. |
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#45 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2008
Messaggi: 11816
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Ma allora siamo decisamente oltre la buona educazione. In quei casi, le regole di cortesia non hanno alcun senso, perché si tratta di problemi ben più profondi e gravi. La buona educazione funziona solo quando c’è una base minima di rispetto e volontà di convivenza civile. È un gesto che crea un ponte, un’apertura, un segnale di rispetto che può rendere la convivenza più serena e civile. Non si tratta di dover piacere a tutti o di fingere affetto, ma di coltivare un minimo di attenzione verso chi ci sta intorno. Poi certo se uno è una persona gretta, moralmente e umanamente abietta e vagamente sociopatica...questo è un rituale vuoto. Ma davvero dobbiamo spiegare concetti così elementari?
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Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui [cit.] Ultima modifica di azi_muth : 01-08-2025 alle 14:10. |
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#46 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2008
Messaggi: 8705
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Penso che tutti concordiamo che la pedofilia sia un reato odioso e penso che in tutti gli ordinamenti europei sia ampiamente condannata. Ciò nonostante è ampiamente diffusa online e sostanzialmente inarrestabile. Tutto questo parlando di quello che è un reato universale o poco ci manca. Ora immagina anche solo come fare a implementare una cosa del genere sui dati. Certo puoi dire che i big tech in europa devono sottostare a GDPR o un domani a un GDPR2 ancora più restrittivo ma in millisecondi qualsiasi europeo può connettersi a un server in culo al mondo, a società che non hanno sede in Europa e che se ne sbattono altamente. Ma ti dirò di più... anche le società europee potrebbero mostrarti una bella faccia in cui dichiarano di non far uso dei dati ma avere sotto-sistemi nascosti in maniera più o meno complessa non solo tecnicamente ma anche da un punto di vista societario e del diritto tali che male che va sacrificano una scatola vuota con dei server dentro se vengono beccati e fine. In pratica è come quando si parlava del porno e dell'identificazione tanta fatica e poi? Apri torrent e anonimamente hai tutto e anche di più e nessuno può farci niente. Revenge porn? Uguale una volta online non sparisce manco per sbaglio. Oblio digitale? Dipende chi sei o quanto interessa perché se ti dice male non lo otterrai mai. Intendimi io capisco i valori che proponi e li condividerei anche almeno per certe cose ma mi sembra che anche con il potere dell'Europa parliamo di cose difficilmente realizzabili se non proprio irrealizzabili. Basta anche solo guardare al GDPR che sulla carta introduce un sacco di tutele e nella realtà invece vieni abusato in tutti i modi possibili e immaginabili. |
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#47 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2008
Messaggi: 8705
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Aspetti? Qualcuno ti è passato avanti e hai perso quello che c'era da perdere. Se si potesse star lì a valutare le scelte, a leggere e studiare le carte ecc... ecc... il mondo sarebbe diverso, molto diverso e penso che non debba essere io a spiegarlo ma che lo sapete anche da soli. |
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#48 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2008
Messaggi: 8705
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A tanti non interessa quel gesto e non rende niente fluido niente anzi... da proprio fastidio perché viene visto come un "oh ma questo che cacchio vuole". Vedi la differenza che non riesci a capire o non vuoi accettare (non lo so) è che a differenza tua io non voglio obbligarti a fare niente. Vuoi salutare? Saluta. Non lo vuoi fare? Non farlo. Tutto questo senza che io ti giudichi per quello che scegli perché tanto a me non interessa. Te invece pretendi di giudicare me, pur parlando largamente di libertà, e dirmi cosa è giusto fare e giudicandomi. Vedi la differenza è che io voglio una società LIBERA dove uno se vuol dare i propri dati li da, se non vuole non li da senza sentirsi giudicato. Dove uno possa salutare o non salutare senza essere giudicato. Dove ognuno faccia le proprie scelte come cacchio gli pare che siano morali o di abbigliamento, di fare figli o non farne ecc... ecc... senza essere giudicato e con unico limite la legge che deve avere lo scopo di impedire i reati senza entrare nella moralità salvo che questo sia utile a impedire danni a terzi. Questo è una società libera non una società dove ci si debba omologare tutti a comportamenti rituali. |
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#49 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2013
Messaggi: 9482
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#50 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2008
Messaggi: 5633
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Vivo in una comunità dove quasi tutti si salutano per strada, anche tra sconosciuti. Instauri tutto un rapporto di vivere sociale, per il quale sei ben disposto ad aiutare chi, magari, ha bisogno di un'indicazione. Saluti uno e non ti risponde? Allora rispondi tu, con un "Vaffa..." E di solito, chi non ti risponde, è gente con bassi valori morali, di cui impari a tenerti alla larga. Cammini in un centro turistico, invaso (ma anche infettato, direi) da persone di città, e vedrai che nessuno saluta nessuno. Al massimo ti fissano, e poi si girano dall'altra. Che schifo... E se qualcuno ti chiede informazioni, rispondi "non so, non sono di qui", perché proprio sei spinto nell'atteggiamento di ignorare gli altri, come se non ci fossero... No, salutare non è solo una falsa questione di facciata. |
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#51 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 12883
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Quando sono stato negli USA mi sono stupito del fatto che incontrando una persona per strada, uno sconosciuto, questa mi salutava.
Io ricambiavo, naturalmente. L'ho sempre interpretata in un unico modo: come un riconoscimento che siamo entrambi esseri umani. Per me è un riconoscimento importante e un grande segno di civiltà. Infatti, almeno dove sono stato (Washington State), non sembrano affatto avere la paura del prossimo che abbiamo noi, che evidentemente è frutto di anni di diseducazione al rispetto ed educazione alla paura (ad esempio basta vedere i media tradizionali). In sostanza sembrano molto più liberi e aperti di noi. Ma di gran lunga. Francamente preferisco quel modo di vivere al nostro, dove spesso chi si riempe la bocca della parola "società civile", neanche ne conosce le regole di base, alimentando la cultura del sospetto. D'altra parte viviamo in un paese dove i furbi dilagano e la passano sempre liscia, quindi comprendo anche l'origine del sospetto. Basta poi vedere il livello di nervosismo che esiste nelle nostre città, quindi figurati... Questo è un modo di vivere terribile, e i social hanno peggiorato di gran lunga la questione, non essendo più necessario interagire fisicamente con altre persone. Molti si sono completamente dis-abituati, e vivono nella loro bolla, spesso col cellulare in mano. |
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#52 | |||
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2008
Messaggi: 11816
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La libertà non significa essere immuni dalle critiche. Se tu sei libero di comportarti come vuoi, allora anche gli altri sono liberi di esprimere ciò che pensano delle tue azioni. La libertà non è un privilegio a senso unico. È infantile pensare che “libertà” significhi fare o dire qualsiasi cosa senza doverne mai rispondere. Vivere in una società implica che le azioni abbiano conseguenze, anche solo sotto forma di opinioni altrui. La coerenza, dopotutto, è anch’essa una forma di maturità. Anzi, a ben vedere, dietro certi appelli alla libertà si nasconde spesso una visione asociale, anomica, se non sociopatica, che rifiuta qualsiasi forma di legame, norma condivisa o responsabilità verso gli altri. Non è libertà, quella: è solo individualismo esasperato, un atteggiamento che disprezza ogni vincolo sociale, anche minimo, e si illude di poter esistere al di fuori di ogni relazione umana. Ma la vera libertà, quella che può esistere dentro una società, non fuori da essa, è una libertà relazionale, non assoluta. È la possibilità di agire secondo la propria volontà, sì, ma in un contesto in cui anche gli altri hanno lo stesso diritto. E questo diritto si esercita nella convivenza, nel confronto, nella responsabilità reciproca. Perché è proprio la società, con le sue regole condivise, le sue convenzioni minime, i suoi gesti di rispetto, a rendere possibile la libertà di ciascuno. Senza quel tessuto comune, senza quell’equilibrio tra libertà e responsabilità, la libertà si degrada in prepotenza, e la convivenza in caos. Una libertà che non riconosce l’altro, che non accetta limiti o conseguenze, non è una conquista, ma una fuga verso l’individualismo più sfrenato e la negazione totale dell’idea stessa di società. Non è una forma evoluta di autonomia: è una regressione. Un modo elegante per sottrarsi a ogni forma di responsabilità, mascherandola da “libertà personale”.
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Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui [cit.] |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2008
Messaggi: 8705
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Sono dinamiche da piccola comunità dove tutti interagiscono con tutti e dove avere queste relazioni è stato per generazioni anche un fatto di sopravvivenza. Ma non puoi declinare una cosa del genere sulla grande città o sui grandi numeri. Quote:
Men che meno mi è capitato a Tokyo dove veramente ti salutano ogni 3x2 specie sul lavoro ma per strada ognuno va per i fatti suoi. Sia chiaro non pretendo di fare statistica, riporto solo un'esperienza diversa dalla tua. Quote:
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Io invece non solo voglio che io sono libero di scegliere quello che voglio ma vorrei che anche tu fossi libero di scegliere quello che ti pare senza che NESSUNO nemmeno io possa giudicarti. Quote:
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Ultima modifica di Darkon : 01-08-2025 alle 17:43. |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2008
Messaggi: 11816
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Tra questo e l'imposizione ce ne passa Giudicare dei comportamenti socialmente tossici e nocivi non ha alcuna attinenza con il bullismo e tantomeno nessuna imposizione. Quote:
Quote:
Comportamenti umanamente non adeguati: indicano azioni che vengono percepite socialmente come inaccettabili perché mancano di empatia, solidarietà o rispetto verso il prossimo. Rientrano in questa categoria freddezza emotiva, insensibilità ai bisogni degli altri, e incapacità di prendersi cura o di mostrare altruismo. Comportamenti non etici: si riferiscono a scelte e azioni che violano principi morali condivisi, come onestà, rispetto, giustizia e responsabilità. Ad esempio, mentire a proprio vantaggio, sfruttare gli altri, non rispettare promesse, o agire esclusivamente per interesse personale senza considerare gli effetti sugli altri. Comportamenti umanamente non adeguati: indicano azioni che vengono percepite socialmente come inaccettabili perché mancano di empatia, solidarietà o rispetto verso il prossimo. Rientrano in questa categoria freddezza emotiva, insensibilità ai bisogni degli altri, e incapacità di prendersi cura o di mostrare altruismo. Ti basta cercare la definizione su qualsiasi manuale e chiaramente non ci si riferisce all'eremita...ma a chi vive dentro le società Quote:
Non fare confusione quando ti è comodo. Quote:
Questo però non significa che mi debba comportare come loro, anzi è molto stupido. Quote:
Nella maggior parte dei casi la cosa è apprezzata e ricambiata se è fatta con il modo giusto. Anzi più il mondo è fatto di persone che mostrano scarsa empatia e disinteresse per il prossimo e più si tende a risaltare e a me francamente non costa nulla. D'altro canto in neurobiologia è ben chiaro e documentato il sistema dei neuroni specchio che innesca una risposta automatica che riflette ciò che l'altro sta esprimendo. Si riceve quello che si semina. Giusto ieri ho avuto una lunga chiaccherata in metro con due turiste polacche, basta essere normali e umananamente decenti.
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Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui [cit.] Ultima modifica di azi_muth : 01-08-2025 alle 18:27. |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2008
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Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui [cit.] |
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#56 | ||||||||||||
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2008
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LA LEGGENDA DI PAI MEI Quote:
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Il tuo discorso è tale per cui se uno è riservato o timido già lo giudichi. Se uno si veste eccentrico probabilmente lo giudichi ugualmente perché non è conforme. Nemmeno te ne accorgi e ti sei chiuso in una gabbia di regole e conformità. Io invece voglio che tutti si sentano liberi di vivere come vogliono. Se un mio collega invece che in giacca gli piace venire a lavoro con la camicia hawaiana ma sa lavorare bene e produce risultati perché dev'essere giudicato solo perché ha gusti diversi dalla massa? Io stesso aborro la "giacca e cravatta" e la ritengo una forma di uniforme tristissima e senza personalità e pur col ruolo che ho per dire oggi ero in camicia di Lino e jeans e nessuno deve valutare la mia professionalità e nemmeno la mia persona semplicemente perché non amo una stupida uniforme. Quote:
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#57 | |||
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Senior Member
Iscritto dal: Jul 2008
Messaggi: 5633
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E dopo ogni saluto corrisposto, ci si sente un pochino più felici. Quote:
Nei paesini, questi comportamenti "freddi" fanno fatica ad arrivare. Arrivano quando sono importati in massa dai cittadini che si riversano come turisti. Conosco una persona proveniente da una cittadina, che si è trasferito a vivere in un paesino, e quando per strada gli dicevi "buongiorno", o ti fissava male, o ti rispondeva "che ca..o vuoi?"... Rispondeva così anche al dirimpettaio. Mai visto un comportamento del genere nemmeno dal più maleducati del posto. Esempio non rappresentativo, ma almeno indicativo... |
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