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#41 | |||
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#42 | ||
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le potenzialità sono maggiori, certo è che se non cambiamo qualcosa la figuraccia sarà la stessa |
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#43 | ||
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![]() poi è questione di gusti,come per le donne ![]() in ogni caso il mio attacco ideale sarebbe un tridente con 2 ali larghe(da scegliere tra quei 5) e un ariete centrale(toni non si discute ![]() Quote:
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#44 |
Senior Member
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Beh se è questa la nazionale..prevedo la solita brutta figura ai mondiali...
Ciaozzz
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#45 | |
Senior Member
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![]() Ciaozzz
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#46 | |
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#47 | |
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#48 | |
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#49 |
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Bearzot: "Totti? Il migliore"
PALERMO, 8 ottobre 2005 - Il Vecio è in gran forma, pronto a tifare Italia anche stasera con la passione, i ricordi e lo spirito dei suoi invidiabili 78 anni. Il Vecio è sempre Enzo Bearzot, il c.t. della Nazionale campione del Mondo ’82, sparito per sua scelta dagli stadi, dai giornali e dalle televisioni, ma straordinariamente riapparso in un’occasione importante. Oggi, 24 anni dopo, l’Italia di Lippi potrebbe imitare la sua, l’unica ad avere conquistato una qualificazione mondiale con una gara d’anticipo. E allora è ancora più bello ritrovarlo al tavolo dell’«Assassino» vicino a Cesare Maldini, il suo «vice» in Spagna, e a Guido Vantaggiato, l’affezionato segretario federale che finalmente è riuscito a stanarlo. Senza pipa («ormai era un lavoro prepararla, e alla mia età sono diventato uno sfaticato»), ma con tanta voglia di parlare di due Nazionali che speriamo abbiano tutto in comune, da stasera sino alla finale di Berlino, dove Bearzot debuttò sulla panchina azzurra, secondo le statistiche, proprio l’8 ottobre del 1977. «Questa storia mi perseguita e vorrei che almeno la Gazzetta mi restituisse, una volta per tutte, quelle 16 partite che invece mi vengono tolte dagli almanacchi. Perché la verità è che io sono stato l’allenatore della Nazionale dal settembre del ’75, quando pareggiammo 0-0 a Roma contro la Finlandia e fui subito massacrato». Bearzot continua: «Bernardini era direttore generale, ma che cosa c'entra? Allora anch'io ero responsabile di tutte le Nazionali quando mi subentrò Vicini». — Visto che la grinta non le manca, perché si è isolato dal mondo del calcio? «A parte qualche piccolo acciacco, per fortuna risolto, mi sono allontanato perché non mi piace più l'ambiente. Non vado allo stadio da quattro anni, quando andai a vedere Bayern-Valencia, finale di Champions League a Milano, invitato dall'Uefa insieme con Vantaggiato. Oggi le istituzioni del calcio non contano, tutti urlano in televisione e tutti parlano male di tutti. Mi dà fastidio vedere ex arbitri che criticano gli arbitri e allenatori che criticano i loro colleghi, senza alcun rispetto, dimenticando le responsabilità che uno ha. E allora me ne sto a casa e non rispondo a nessuno» — Ma almeno vede le partite in televisione? «Certo, io il calcio ce l'ho dentro. Guardo tutto su Sky, anche se spesso tolgo l'audio...». — Quali sono le squadre che vede più volentieri? «Io ho due grandi amori: l'Inter e il Torino, perché sono le squadre in cui ho giocato. Purtroppo sono due amori che mi fanno soffrire: l'Inter molto e il Torino ancora di più, visto che non è riuscito a tornare in A neppure quando è stato promosso. Ma io spero sempre nello scudetto dell'Inter e nel ritorno del Toro in A». — La Nazionale di Lippi le piace? «Mi sembra una buona squadra. Ha giocato bene l'ultima partita in Bielorussia e soprattutto la prima contro la Norvegia un anno fa». — Può essere beneaugurante che stasera si qualifichi con una gara d'anticipo come la sua che poi vinse il Mondiale? «Me lo auguro, anche se le qualificazioni sono una cosa e il Mondiale un'altra. Con i gironi di oggi in cui ci sono molte più squadre di basso livello per il frazionamento politico dell'ex Unione Sovietica e della ex Jugoslavia è tutto più facile e quindi sarebbe grave se l'Italia non si qualificasse. Le vere difficoltà, quindi, arrivano dopo». — Qual è il giocatore che le piace di più dell’Italia? «Totti. Per me è un fenomeno, perché ha tutto: potenza, tiro, visione di gioco ed è giusto che parta dietro due punte, perché lì dà il meglio. Totti è uno dei giocatori più forti degli ultimi anni e per le sue qualità avrebbe potuto giocare nella mia squadra campione del mondo. Deve soltanto stare attento a non rispondere alle provocazioni, ma credo che sia maturato anche in questo». — Se Totti poteva stare nell'Italia campione del mondo, chi regalerebbe lei della sua squadra a Lippi? «Conti per lo straordinario controllo di palla e per i cambi di marcia. Paradossalmente, però, proprio lui fu per me il giocatore più difficile da inserire, perché partiva da solo in dribbling e così all'inizio Cabrini e Tardelli non volevano più dargli il pallone». — In attacco Lippi ha lanciato Toni: è d'accordo? «D'accordissimo. Toni è un attaccante vecchia maniera, uno che mette la palla benissimo di testa. Per questo mi ricorda un po' Bettega». — Gilardino, invece, è stato paragonato a Rossi... «Rossi era più contropiedista, più scattista. Gilardino è diverso. A me piace tantissimo perché è completo, sa fare tutto, con grande potenza ed eleganza. Caso mai lo vedo più simile ad Altobelli, che è stato un grande e secondo me tra l'altro ha segnato il gol più bello di tutti ai Mondiali nella finale di Madrid. E lo dico per il valore tecnico, non perché è stato il terzo gol dela nostra vittoria». — Eppure Lippi non ha chiarito se stasera farà giocare Gilardino o Vieri. «Se come si dice oggi, è importante avere un progetto, per la Nazionale bisogna avere un superprogetto. Non conosco la filosofia di Lippi e non mi permetto di giudicare. Dico soltanto che Gilardino è bravo e giovane, mentre Vieri ha segnato tanto in tante squadre, anche se certi suoi atteggiamenti non mi sono piaciuti». — A proposito di atteggiamenti, Cassano rischia di perdere il Mondiale? «Spero di no, perché Cassano ha qualità immense, ma devono essere canalizzate in un comportamento adeguato. E se non gioca nella Roma, come fa Lippi a chiamarlo?». — Lei che ha sempre guardato all'uomo prima che al calciatore, chi apprezza di più a livello umano della Nazionale? «Del Piero per il modo con cui ha accettato la panchina. Ma anche Zambrotta mi piace molto, perché mi sembra un ragazzo tranquillo». — Quali sono i punti di forza di questa Nazionale? «Nessuno, a parte il Brasile, ha tanti attaccanti di valore come noi. E anche la difesa mi piace molto, perché Nesta, Cannavaro e Zambrotta sono fortissimi. Forse ci manca qualcosa in mezzo al campo, perché dietro Pirlo non c'è nessuno. L'unico con le sue caratteristiche è Corini, anche se ha 35 anni. Ma in un Mondiale potrebbe servire». — Non c'è il rischio di andare al Mondiale con eccessiva presunzione? «Questo può essere un pericolo, perché non bisogna mai essere troppo spavaldi. E io dicevo sempre che gli avversari più pericolosi sono quelli che ti fanno dormire la notte prima, anche se il problema non mi riguardava perché io non dormivo mai». — Consigli per Lippi? «Uno solo: faccia di testa sua, senza ascoltare nessuno, perché così guadagna anche la stima dei giocatori». — Lei lo fece esordire in maglia azzurra: ricorda? «Come no! Giocò due partite nella Under 23 contro la Grecia e l'Austria. Era un bravo ragazzo e un ottimo libero, con un buon calcio e grande potenza fisica. Peccato che davanti a lui ci fosse Scirea». — Adesso Lippi è accusato di chiamare troppi giocatori... «Io penso che si debba formare un gruppo, confermando anche chi sbaglia una partita, senza cambiare troppo, perché si cresce giocando tante gare insieme, anche se qualche volta si gioca male. Un c.t. deve essere prima selezionatore al momento della scelte iniziali e poi allenatore, quando si arriva a una grande manifestazione». — Lippi è considerato da molti un antipatico... «Ma più antipatico di me chi ci può essere? Quando sento queste cose mi viene da ridere. A me sembra che Lippi stia facendo un buon lavoro e capisco quando si arrabbia, perché ha il dovere, oltre che il diritto, di difendere ciò che fa». — Molti giocatori non parlano più: c'è il rischio di un altro silenzio stampa? «Spero di no, perché i giocatori devono parlare. Quando ci fu il famoso silenzio stampa in Spagna, io cercai di convincerli a cambiare parere, anche se avevano ragione a protestare. Ma quella fu una breve parentesi e la stampa straniera alla fine mi assegnò un premio per la disponibilità che avevo avuto con tutti». — Silenzio o no, Lippi riuscirà a vincere il Mondiale? «Glielo auguro con tutto il cuore, anche se so che un Mondiale è una grande avventura con tante incognite. L'Italia storicamente ha il dovere di arrivare tra le prime quattro, e mi sembra che questa squadra abbia i mezzi per non fallire almeno questo obiettivo. Il resto si vedrà». — Con chi guarderà la partita stasera? «Mia moglie non ne ha mai voluto sapere del calcio, il mio nipote maggiore Rodolfo, che ha 21 anni, è un interista come me, ma se ne va con gli amici, per cui tiferò per la Nazionale da solo, come sempre. E come sempre proverò un po' di brividi, perché undici anni sulla panchina azzurra sono tanti. E mi raccomando, undici, non nove...». |
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#50 |
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Buffon Panucci Cannavaro Nesta Zambrotta Pirlo Camoranesi Gattuso Totti Toni Miccoli
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Scopritore della scimmia di giada, delle mappe del mondo e del raschietto da ghiaccio.
Ingordo mangiatore delle Patatine fritte Extra Lusso, degli Extra Teneroni dei Bei Tempi di una Volta del Sig. Burns e dei fiocchi d'avena Frosty quel che Krosty |
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#51 |
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Vedo formazione senza GROSSO... per me uno dei punti CARDINE della NAzionale. E' devastante. Crossa come nessun altro in ITalia, ieri ogni Cross era Mezzo GOL...
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#52 | ||
Bannato
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#53 |
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PALERMO - Marcello Lippi prova a fare i conti con il Mondiale, a otto mesi dal via del torneo di Germania. "Qualunque persona di buonsenso dice che la favorita è il Brasile - è la convinzione del ct della nazionale, espressa nella conferenza al Barbera all'indomani della qualificazione - ma fa piacere vedere giocatori come Ronaldo che mettono l'Italia tra le prime quattro o cinque. Finora abbiamo vissuto solo un antipastino. La vera magia sarà il Mondiale".
Lippi è apparso inorgoglito dall'accostamento con la nazionale di Bearzot. "Finora l'analogia è stata nei risultati. Di quell'Italia a colpire fu soprattutto la gran convinzione acquisita dopo la prima fase - ha ammesso Lippi - a parità di valori tecnici, anche oggi diventano determinanti i valori morali. Perché non c'é una nazionale perfetta". La sua perfezione Lippi, oltre che nella costruzione di un gruppo compatto, la cerca insistendo sulla formula dei tre attaccanti, e in una fiducia in un Totti ritrovato. "Quando è in queste condizioni è immarcabile. Dopo un anno difficile ha ritrovato serenità e forma fisica". Lippi ha anche difeso gli attaccanti che non segnano. "Vieri rimane per me uno dei tre migliori centravanti europei, anzi italiani, per non esagerare... Quanto a Gilardino, non si discute". Infine il caso Cassano: "Resto spettatore di quel che succede, giorno per giorno: certo che auspico che risolva il suo problema. In tre mesi ha giocato solo una partita". © Copyright ANSA Tutti i diritti riservati 09/10/2005 12:15 fa piacere che ronaldo dice che la nostra nazionale sia tra le prime 5 al mondo,e dove dovremmo essere?si sa le nazionali forti son sempre le stesse,argentina,brasile,italia,germania,inghilterra...per lui forse ci sarebbe la possibilita' di vederci dietro il galles o le isole far oer ![]() opinione personale,è il caso che vieri lo lasci a casa. |
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#54 | |
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#55 | |
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«Sono cristiano con Copernico, Descartes, Newton, Leibniz, Pascal, Eulero, Gerdil, con tutti i grandi astronomi e fisici del passato. E se mi si chiedessero le mie ragioni sarei felice di esporle» (Cauchy) /// I shall fear no evil, for Thou art with me ![]() ![]() |
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#56 | |
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totti è si uno che alla minima pressione nervosa molla tutto e che non ha quasi mai lasciato il segno, ma è l'unico che può farci vincere da solo una partita |
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#57 | |
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Abbiamo gente come Del Piero e Vieri... La nazionale italiana di briscola è messa meglio.
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#58 | ||
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se questa stagione continua così come è iniziata vedo un toni capocannoniere e titolare ai mondiali e un gilardino che se non sta attento perde posto sia nel milan che in nazionale...
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#59 | |
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altrimenti c'è sempre peppiniello chiesa! ![]()
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#60 |
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Lunedì 10 Ottobre 2005
Un ct trasformato sparge ottimismo dopo la qualificazione anticipata «Sogno mondiale» Lippi: davanti a noi vedo solo due nazionali dal nostro inviato ROBERTO RENGA PALERMO - «Il Brasile. Poi la squadra di casa, ossia la Germania. Alle loro spalle metto l’Italia e altre due o tre, come dicono tutti. L’Olanda è in crescita e tra un mese l’affronteremo e dunque ne sapremo di più». Marcello Lippi poche ore dopo la qualificazione mondiale è un’altra persona. Scherza, cerca e trova battute (”Mi devo preoccupare?”, chiede quando suona un’allarmante suoneria telefonica: tutti ridono), accetta ogni domanda, non nasconde desideri e progetti. «Se dicessi che voglio vincere il mondiale, sembrerei presuntuoso. In fin dei conti l’Italia viene da qualche delusione e potrebbero farmi capire di stare al posto mio. E allora dico che ci sono un paio di nazionali davanti e che noi siamo nel gruppetto che insegue e non mi nego niente. Questa squadra mi piace. Non solo per questioni tecniche. Mi piace perché il gruppo ha voglia di fare. C’è unità di intenti, vogliamo andare tutti dalla stessa parte. E i mondiali sono una manifestazione lunga. Contano molte cose, non soltanto la qualità». Dice anche questo, facendo capire che ci sono in giro nazionali più forti, ma non ce ne sono forse più unite e motivate. Del resto, è un gruppo arrivato all’ultima stazione: se non vince in Germania, non vince più. Totti, che della squadra è il simbolo, ha ventinove anni. Gli hanno tolto, e ancora ce ne chiediamo il motivo, il mondiale francese. L’abbiamo visto in Belgio e Olanda, poi in Giappone e Corea e in Portogallo. Tre manifestazioni: buona la prima, cattive le altre. Gli rimane la Germania per lasciare un segno a livello mondiale. «Mai visto così bene. E’ tranquillo, sa ciò che vale. Gli riesce tutto. Non è vero che l’altra sera abbia giocato bene perché non marcato. Se gli stanno addosso, lui lancia di prima. Se lo lasciano libero, va dritto in porta». Ne parla bene, Lippi, ma non gli chiede, come capitò con Trapattoni, di vincere da solo. Meglio per il romanista: diminuiscono le responsabilità. E Cassano? La domanda non poteva mancare. E la risposta ormai è in carta carbone: «Io sto alla finestra». Come a dire: fate quello che vi pare. La questione ormai ha stancato tutti. Quelli a favore di Cassano e quelli contro. Il ragazzo non c’è qui e non c’è nella Roma: parliamo d’altro, fanno intendere tutti, a partire da Totti che sabato sera ha detto: la squadra è questa. Il gruppo si difende: è normale. Ma per Lippi, almeno a parole, è ancora una rosa aperta. «Lo sarà sino all’ultimo giorno». «Ho cambiato modulo, togliendo Gilardino e inserendo Zaccardo, per due motivi: avevamo sprecato molte energie e diventa dura, a quel punto, vivere con tre punte; il pari mi stava bene. Poi abbiamo vinto ed è anche meglio. A Zambrotta avevo chiesto io di stare dietro: il settore era coperto da Camoranesi. Preferivo attaccare dalla parte opposta. Ma è chiaro: Zambrotta e Grosso, entrambi a sinistra, hanno fatto benissimo. Vieri? Per me è sempre uno dei tre migliori centravanti d’Europa. No? Diciamo d’Italia, allora». E così ne ufficializza la partecipazione ai mondiali. Gli dicono che solo Bearzot conquistò la qualificazione con una partita d’anticipo: «Stimo molto Bearzot, che ho avuto come allenatore nell’Under 23 nel 1973». E aggiunge, volendo scherzare: «Prima di Cristo». I giocatori cui è più legato: Zaccardo e Toni. Chiederà un paio di stage, se possibile. Sole date disponibili a gennaio. R.R. (Il Messaggero)
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