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#21 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2000
Città: CazzuIu
Messaggi: 774
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Io ho una azienda (piccola ma tosta)
Se assumo un calciatore con un C.F.L. mi spalmano le tasse per dieci anni?
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Santech N56 i7-820QM |
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#22 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Città: Imola
Messaggi: 1126
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G.G. "Il tutto è falso" In letargo intermittente... Comunque vi si legge, ogni tanto ci si desta |
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#23 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2000
Città: CazzuIu
Messaggi: 774
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porca pupazza... << ronie! Piglia i tuoi fascicoli e vai a cazzeggiare a MADRID. Quì nn ce sta niente>>
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Santech N56 i7-820QM |
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#24 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Pieve a Nievole (PT), Granducato di Toscana
Messaggi: 7762
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Re: UE: Italia, basta aiutare il calcio
Quote:
ROMA - Il conto alla rovescia è iniziato. Il primo segnale arriva dalla Commissione Europea, in mattinata: l'Italia ha due mesi di tempo per modificare il decreto salvacalcio (o spalma-ammortamenti). In caso di mancata risposta, la Ue minaccia di ricorrere alla Corte di giustizia europea, che decide comunque dopo 3-5 anni. Sempre in mattinata il ministro Giuliano Urbani incontra i vertici dello sport (Petrucci, Pagnozzi, Carraro e Galliani) ricordando che il governo, quest'anno, non tollererà un'estate turbolenta come quella dell'anno scorso, fra Tar e campionati stravolti. Intanto 8 società professionistiche (fra queste il Taranto e il Varese) vengono cancellate dai campionati di serie C: e questo è solo l'inizio. In Figc non sono tanto preoccupati dalla nuova bocciatura Ue, attesa da tempo: perché i club (Milan, Inter, Roma, Lazio, ecc.) ormai hanno usufruito dei benefici del salvacalcio, cioè la possibilità di spalmare su dieci anni le perdite del parco calciatori. Solo la Juve vi ha rinunciato. La Commissione europea ha chiesto all'Italia di modificare la sua legge perché ritenuta incompatibile con le norme comunitarie in materia di contabilità societaria. Si tenta ora di fare un emendamento prima della pausa estiva: verrebbero cancellate le parole "ai fini civilistici e fiscali" e aggiunto che l'applicazione del decreto "non modifica la posizione fiscale delle società interessate". Archiviata invece la parte che riguardava l'inchiesta di Monti. In Figc sono molto più preoccupati per le iscrizioni ai campionati. Ieri il ministro Urbani e il sottosegretario Pescante sono stati chiari con i vertici dello sport: "Basta decreti, decretini, spalmadebiti. Vanno applicate le norme che ci sono". Da quest'anno è competente il Tar del Lazio, per evitare altri casi Catania. Si è parlato anche di diritti tv: Carraro ha ribadito quanto detto più volte, di recente. Cioè che lui è contro la legge (del '99) che prevede la vendita individuale dei diritti criptati. Urbani potrebbe appoggiare la richiesta di modificare questa legge ma prima vuole esaminare il dossier che verrà presentato da Galliani sulle differenze Italia-Inghilterra soprattutto sui criteri di mutualità. Sugli stranieri, il Coni andrà avanti nella sua strada (50% di italiani nella lista della squadra) ma per non inasprire ulterioramente la Commissione Europea, già allertata, frenerà nell'applicazione. Due anni di tempo, insomma, per mettersi in regola. (8 luglio 2004)
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Quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere, ma il qualcosa che ti porti dentro, cioè vivere - Twitter
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#25 |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: pordenone
Messaggi: 807
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Credo,in linea di massima che il concetto di stato debba esser esteso come concetto di grande famiglia.
Quindi,visto che le aziende ed il lavoro serve alla sussistenza economica del paese,debbano esistere anche delle forme di tutela ed assistenzialismo nel mondo del lavoro. Quindi,ben vengan casse integrazioni e fondi verso quelle aziende che: (sempre secondo me)possano avere qualche canches di reimmettersi nel mercato,salvaguardando l'economia di molte famiglie,e allo stesso tempo versar indietro allo stato(che siam tutti noi,sia nel pagare,ma anche nel ricevere)quanto dovuto. Come ,quando e quanto son dettagli,ma il principio lo ritengo giuto. Non che lo stato diventi una banca di tutti,ma sicuramente lo stato deve salvaguardare i suoi cittadini,quando le condizioni siano possibili,per lo meno con molti meno paramentri ed interessi da quelli richiesti dalle banche. Andrebbe pero' obbligatoriamente e contestualmente a cio',una legge severa sui falsi in bilancio,sulle frodi ecc.e nel controllo dei conti. Ciao
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AtholnXP2100@2220mhz+MSIK7N2G-L-2x256nanyapc2700-Aureon Terratec7.1space-Maxtor DP9 2x80gb--inspire5300-PCTVpro pinnacle-s.reteADSLeiricssonEthernet-geForce440mx-Sony trinitron+solite periferiche.. Clan dei nonni di HWU |
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#26 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2001
Città: Pesaro
Messaggi: 921
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#27 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Città: pordenone
Messaggi: 807
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Pero',a quel punto una volta avuto accesso ai fondi,la contabilita' dovra' esser controllata per evitar frodi da terze parti. Insomma,non è che io abbia la bacchetta magica,ma è innegabile che fin'ora chi ha avuto una mano ,l'ha avuto solo ed esclusivamente all'intreccio politico e non per il nobile gesto. ciao
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#28 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Roma
Messaggi: 373
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La FIAT ha rotto les bolas sono 20 anni che ricatta lo stato con fantomatiche crisi.
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#29 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2003
Città: Imola
Messaggi: 1126
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Michele De Lucia Fiat quanto ci costi? Come la grande industria italiana privatizza i profitti e socializza le perdite a spese dei contribuenti Tanto per dare un'idea ecco la presentazione: 6.372.929.914 ore di Cassa integrazione guadagni straordinaria erogate in Italia dal 1° gennaio 1977 al 28 febbraio 20021 ; 238mila miliardi di lire (pari a circa 120 miliardi di €)2: ammontare delle spese sostenute dallo Stato nello stesso periodo; nessun posto di lavoro salvato; ricorso alla Cassa integrazione straordinaria nel primo semestre del 2002 rispetto al primo semestre del 2001, settore grande industria: + 48,9%; ricorso alla Cassa integrazione straordinaria nel mese di giugno 2002 rispetto al mese di giugno 2001, settore grande industria: + 177,5%3 . L'AUTORE Michele De Lucia, 30 anni, si è laureato in giurisprudenza presso l'Università degli studi di Roma "La Sapienza", con una tesi dal titolo "Condizioni e requisiti per la Cassa integrazione ordinaria e straordinaria". Da luglio 2001 è membro della Direzione di Radicali italiani. Soltanto pochi mesi fa le prime pagine dei quotidiani ed i titoli dei telegiornali hanno dato notizia della grave crisi di Fiat e della sua conseguentemente necessaria ristrutturazione. Ristrutturazione "epocale", a detta degli analisti e dell'amministratore delegato Cantarella, oggi sostituito da Galateri. Per alcuni giorni la parola d'ordine è stata: niente paura, gli esuberi sono soltanto 2.800. Un po' poco per una ristrutturazione che si annuncia come la più imponente nella storia della casa torinese. Poi si è precisato che vi sarebbe stata anche Cassa integrazione per 10mila dipendenti, ma solo per pochi mesi. Tutto è stato allora più chiaro: anche nel 1980 doveva essere così. Le dichiarazioni di allora erano le stesse di oggi, ed in Cassa integrazione finirono in 25mila. Nessuno mise mai più piede in fabbrica, nonostante mille rassicurazioni. Qualche anno più tardi fu Cesare Romiti a far luce sull'episodio, scrivendo nel suo libro "Quegli anni alla Fiat", Rizzoli, 1988: "Eravamo perfettamente consapevoli che una parte dei lavoratori in Cassa integrazione guadagni non avrebbe mai potuto essere nuovamente impiegata nella FIAT". Ammissione di dolo, dunque. Lo stesso era accaduto nel 1974 e nel 1977. Lo stesso accadde nel 1992-93. Lo stesso rischia di accadere in queste ore. Ma perché quando una grande impresa va in crisi ricorre alla Cassa integrazione? Quelle stesse crisi sono realmente tali? Si potrebbero affrontare con altri strumenti? Come si spiega il successo di un istituto caratterizzato dalle cifre richiamate in apertura e da quelle, in gran parte inedite, che forniremo nelle prossime pagine? (Successo, si badi bene, condiviso da ogni parte: si tratti del ministro Maroni o dell'ultimo volantino della Cgil, nel quale si chiede "l'estensione della Cassa integrazione a tutte i settori e alle imprese di tutte le dimensioni."). Perché l'Italia è l'unico Paese dell'Unione Europea nel quale la tutela contro la disoccupazione involontaria non è universalistica, ma particolaristica, in altre parole vincolata alla tipologia dell'impresa per la quale si lavora? La presente relazione ha l'obiettivo di avviare su questi interrogativi un dibattito da troppo tempo atteso, spiegando, sulla scorta dei dati, come funziona il sistema del quale la Fiat e tutta la grande industria italiana si servono per privatizzare i profitti e socializzare le perdite.
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#30 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Roma
Messaggi: 373
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E' quello che ho sempre pensato di FIAT, sono 20 anni che si approfittano dello stato, minacciano millemila licenziamenti e voilà subito lo stato corre in suo aiuto. Solo la presentazione del libro fa capire diverse cose.
Per non parlare dell'infinito flusso di finanziamenti che abbiamo sborsato per le fabbriche in meridione, ma ora finito il giochetto FIAT vorebbe smantellare tutto perchè non abbastanza conveniente, da Melfi a Canosa è in costruzione da circa 10 anni una superstrada che collegherà melfi con l'autostrada, inutile dire quanto sia costata, e io pago. Ultima modifica di parax : 08-07-2004 alle 17:02. |
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