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Old 23-05-2008, 10:49   #21
nekromantik
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Alcuni politici che oggi lo celebrano hanno contribuito alla sua morte e hanno disonorato la sua memoria.
Un triste anniversario, la sua morte è stata vana.
__________________
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Old 23-05-2008, 10:50   #22
Ser21
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Messaggio da Berlusconi alla sorella di Giovanni Falcone: «Grata solidarietà da tutto governo»

Napolitano: «Capaci fu un terribile
attacco alle istituzioni dello Stato»


Il 23 maggio del 1992 l'attentato della mafia. Il ricordo di Palermo nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone

Quote:
ROMA - Sedici anni fa, il «barbaro agguato di Capaci», in cui furono uccisi Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della sua scorta, segnò «un terribile attacco alle istituzioni dello Stato» da parte della mafia. Al quale però lo Stato «seppe reagire adeguatamente» nel segno dell'unità. «Le immagini della strage - ha scritto il Presidente della Repubblica in un messaggio inviato a Maria Falcone, presidente della Fondazione «Giovanni e Francesca Falcone nell'anniversario della strage - restano incancellabili nella memoria degli italiani e rinnovano l'angoscia e l'allarme di quel giorno, in cui la mafia colpì un magistrato di eccezionale talento e coraggio».
«L'impegno e la partecipazione di allora non possono subire flessioni», è il richiamo che rilancia Giorgio Napolitano. «Non è consentito ridurre il livello di attenzione rispetto» alla mafia, scrive Napolitano, «un fenomeno pervasivo, pronto ad attuare le strategie più sofisticate per insinuarsi nella società minandone la vita democratica, la coesione e il progresso».

MARIA FALCONE - «Gli ultimi successi della magistratura dimostrano che siamo a buon punto nella lotta a Cosa nostra». A dirlo è Maria Falcone, la sorella del giudice ucciso 16 anni fa dal tritolo di Cosa nostra nella strage di Capaci, insieme alla moglie e agli agenti della scorta. «Da più di sei anni provo sempre una grande emozione nel trovarmi qui a ricordare Giovanni e Paolo -aggiunge Maria Falcone- quest'aula rappresenta per tutti noi italiani la caduta del mito dell'invulnerabilità della mafia e dell'imponibilità dei mafiosi».



(Arcieri)
NAVE - «Vedervi qui, in tanti, è una grande gioia e dimostra che, contrariamente a quanto si ritiene, i giovani italiani hanno valori forti». Lo ha detto Maria Falcone salutando gli oltre 1200 ragazzi giunti a Palermo con la Nave della Legalità per ricordare il 16/o anniversario Il procuratore Grasso, giunto a Palermo in nave con i ragazzi, ha ringraziato gli studenti con i quali, durante il viaggio, ha parlato e dibattuto sui temi della lotta alla mafia.

GRASSO - «Nel ricordare Giovanni Falcone provo sempre la stessa emozione che si ripete ogni anno, il 23 maggio è un giorno particolare in cui rivivono quei momenti di rabbia e disperazione». Lo ha detto il procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso che partecipa nell'aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo alla commemorazione del giudice Giovanni Falcone. E parlando dell'importanza della presenza dei giovani al bunker ha detto: «Dobbiamo tenere i giovani di oggi ancorati alla nostra terra, saranno loro la classe dirigente di domani».

BERLUSCONI - L’anniversario dela strage di Capaci «è un momento di memore riflessione» sul loro «sacrificio». Lo scrive il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato alla signora Maria Falcone, presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone.


IL TESTO - «Gentile Signora, - scrive il presidente del Consiglio - la ricorrenza dell’eccidio di Capaci è un momento di memore riflessione sul sacrificio del giudice Giovanni Falcone, della signora Francesca e della scorta. L’importanza della lotta del giudice Falcone contro la mafia e la crimininalità organizzata, per la riaffermazione dei valori fondanti della Costituzione, è testimoniata dal progetto di educazione alla legalità che la Fondazione ha promosso nelle scuole per sensibilizzare i giovani su temi essenziali per la crescita della società civile italiana». «Esprimo, pertanto - conclude Berlusconi - anche a nome del governo, la grata solidarietà».


MINISTRO GELMINI - A Palermo anche il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini: «La scuola ha un ruolo fondamentale nell'insegnare la legalità. Penso che si debba dare più importanza e più spazio all'educazione civica. La partecipazione delle giovani generazioni a questo evento -aggiunge il ministro- significa che la mafia può e deve essere sconfitta. La scuola è un luogo in cui imparare ad essere cittadini migliori e vedere tutti questi volti entusiasti è un'emozione indescrivibile che mi riempie di gioia».

MINISTRO ALFANO - «Il pomeriggio del 23 maggio del 1992 mi trovavo nella mia stanza del collegio a Milano dove studiavo quando seppi della strage di Capaci. Ho vissuto sulla mia pelle, ed è la prima volta che lo dico, l'imbarazzo e la vergogna di essere siciliano». Queste le parole del ministro della Giustizia Angelino Alfano. E poi continua: «Il Consiglio dei ministri ha varato misure di grande impatto nella lotta alla mafia e che ci consentono di completare il disegno di Giovanni Falcone». Il guardasigilli ha spiegato che le misure di prevenzione, «fondamentali perché colpiscono i patrimoni mafiosi», rientreranno tra i poteri della Procura nazionale antimafia, «rendendo più efficace l'incidenza e il peso delle confische dei beni mafiosi perchè prima passava troppo tempo tra la confisca e l'effettivo uso del bene».

CONFINDUSTRIA SICILIA - «È una giornata straordinaria soprattutto perchè gli studenti che nel 1992 non erano ancora nati oggi si trovano a Palermo per ricordare due uomini come Falcone e Borsellino che hanno dato la propria vita per la legalità e lo sviluppo». Lo ha detto il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello.

VICE MINISTRO GIUSTIZIA USA - «Falcone ha dato la sua vita per la sua terra, per me e per tutti i miei colleghi che si occupano di giustizia negli Stati Uniti è un eroe». Lo ha detto il viceministro della Giustizia americano Mark Filip. «I risultati raggiunti da Giovanni Falcone, ma anche da Paolo Borsellino -ha detto parlando agli oltre mille giovani presenti- sono noti in tutto il mondo. Falcone è stato un uomo brillante, straordinario, visionario, fu precursore dei tempi perché ebbe delle intuizioni investigative formidabili già in quei tempi. Un vero leader in questo. Era un lavoratore infaticabile, si chiudeva nella sua stanza anche per sedici ore al giorno». «Falcone -ha proseguito- amava la Sicilia, la sua terra e aveva un grande desiderio perchè la Sicilia venisse liberata dalla mafia». Ha poi ricordato che nel Vangelo c'è scritto «non c'è dono più grande di dare la propria vita per i propri amici e Falcone ha dato la sua vita per la sua Sicilia». Poi Mark Filip ha ricordato quando Falcone interrogò per la prima volta Tommaso Buscetta, il primo pentito di mafia: «Gli disse «non ti preoccupare, se io non capisco qualcosa ci possiamo rivolgere al dottore Borsellino». I due erano sempre fianco a fianco nella lotta a Cosa nostra, fin dall'infanzia che hanno trascorso a pochi passi uno dall'altro».

http://www.corriere.it/cronache/08_m...4f02aabc.shtml
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Old 23-05-2008, 10:53   #23
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Messaggio da Berlusconi alla sorella di Giovanni Falcone: «Grata solidarietà da tutto governo»

Napolitano: «Capaci fu un terribile
attacco alle istituzioni dello Stato»


Il 23 maggio del 1992 l'attentato della mafia. Il ricordo di Palermo nell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone
Berlusconi dovrebbe vergognarsi peggio che se avesse venduto sua madre su eBay, avesse almeno il buon gusto di stare zitto, invece si produce anche in clamorose cazzate...
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"E' un lodo che potrebbe essere chiamato lodo Orwell; lodo “Fattoria degli animali”. Ricordate forse che nella “Fattoria degli animali” c’era una specie di animali più uguali degli altri. Erano i maiali." cit.:Marco Travaglio
Questa non è la destra, questo è il manganello. Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello - Montanelli
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Old 23-05-2008, 10:55   #24
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falcone e borsellino sono morti per nulla, sto paese non merita persone di quel calibro
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Old 23-05-2008, 11:00   #25
brown
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questi sono i veri eroi!!!
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ho trattato con: DeicidE,Jacker,matthewgt86,ilvise,Zuperman1982
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Old 23-05-2008, 11:03   #26
Ser21
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Berlusconi dovrebbe vergognarsi peggio che se avesse venduto sua madre su eBay, avesse almeno il buon gusto di stare zitto, invece si produce anche in clamorose cazzate...
Gia,è che oramai non ci sn più i presupposti per fare dei collegamenti del genere...
Si Dovrebbe tornare a parlare di questioni come la p2,la massoneria i servizi segreti deviati....gli interessi in ballo,forza italia e le sue origini...
Argoemtni scomodi e che nessuno vuole tirare fuori...

Peccato perchè senza memoria,tutto è vano.


Vi posto questa intervista col penalista di riina per riallaciarmi al discrso fatto sugli interessi in ballo in quegli anni,da leggere per chi è interessato:

Fonte: www.antimafia2000.it
Quote:
Anniversario Falcone: stragi del '93

Parla l’avvocato di Riina, Luca Cianferoni in un’ intervista esclusiva al direttore di ANTIMAFIADuemila Giorgio Bongiovanni

Cianferoni: La verità è da cercare nelle connessioni storiche



Firenze, 7 aprile 2008. Arriviamo allo studio dell’avv. Luca Cianferoni in leggero anticipo. E’ da anni l’avvocato del capo dei capi Totò Riina ed è per questo che vogliamo incontrarlo.
Più volte nella difesa del suo cliente, soprattutto durante i processi per le stragi del ’93, ha posto questioni a nostro avviso molto importanti per l’individuazione dei mandanti esterni delle stragi.
E’ un uomo colto, di larghe vedute, rigoroso nell’esercizio del suo mandato e sufficientemente esperto e avveduto per fornirci interessanti spunti di riflessione, in particolare su elementi di prova che, a suo avviso, non sono stati sufficientemente analizzati nel corso dei vari dibattimenti.
La sua visione di quegli anni è complessa e complessiva e rimanda per forza di cose a responsabilità altre rispetto a quelle strettamente esecutive di Cosa Nostra in un’inquietante linea di continuità con il passato da Portella della Ginestra alla strage di Piazza Fontana.
Anche da questo colloquio emerge con prepotenza la certezza che la verità sulle ragioni politiche e strategiche che hanno causato le stragi è ancora molto lontana e la nostra storia insegna che nemmeno il tempo, fino ad ora, è stato galantuomo. Prima o poi, però, lo sarà. Non ci sarà mai un vero cambiamento nelle nostre vite, fino a quando non verranno alla luce queste verità, solo allora, con la caduta dei sistemi criminali si potranno intravedere nuove albe e nuovi giorni.

Avvocato Cianferoni quale relazione sussiste tra le stragi del ’92 e del ’93?


A mio avviso vi sono differenze sostanziali tra le due stagioni stragiste. La vicenda Falcone ad esempio ha una sua specificità strettamente siciliana e proprio questa specificità decresce man mano che ci si avvicina agli episodi continentali. Dallo studio degli atti mi sono convinto che il contesto del ’93 sia molto diverso rispetto a quello del ’92.
Vi è poi un dato processuale, quello per cui è stata negata la continuità con i fatti del ’92, che esclude completamente la consequenzialità dei due disegni criminosi. E sebbene Riina fosse già in carcere all’epoca delle bombe del ’93 gli viene imputata la responsabilità in quanto, secondo la Corte, egli era il capo assoluto di Cosa Nostra quindi causa causae est causa causatis. Tuttavia, in concreto, come si arriva alle stragi e quale sia il percorso decisionale non viene spiegato.

Beh ma anche le stragi del ’92, secondo i documenti, hanno una forte connotazione eversiva.


Sì ma le differenze sono enormi. Le stragi Falcone e Borsellino che comunque presentano già tra loro grosse diversità, erano comunque contra personam, queste sono dirette ad edifici, sono un messaggio. Che a mio avviso non è diretto allo Stato, ma viene da un potere ed è indirizzato ad un altro potere.
Prendiamo in esame un aspetto che a mio avviso non è stato sufficientemente investigato: lo schema operativo. Non si organizza una strage di questo tipo in soli 5 mesi.
Questi sono delitti che si tirano fuori dal cassetto, già pronti, e si organizzano in 10 giorni perché si conoscono perfettamente le procedure e anche gli effetti destabilizzanti che creano. Sistemi che sono stati utilizzati per decenni nel conflitto tra “partito azzurro” e “partito arancione” quando si ricorreva alla guerriglia per arginare l’avanzata comunista. Si estrae dal cassetto ciò che serve.
All’inizio degli anni Novanta stava per sovvertirsi il sistema.
Partiamo da questa ipotesi che non è mai stata contestata dal mio cliente, sebbene nemmeno l’abbia avallata.
Vi è una concorrenza di forze che hanno interesse a incidere in maniera eversiva sul tessuto nazionale in quel preciso momento storico. Cosa Nostra per la questione del 41 bis, i servizi segreti civili per i problemi che hanno, per stare sulle generali, in quel momento storico; il mondo imprenditoriale politico e la massoneria la quale, io credo, non sia assolutamente da demonizzare nella sua interezza, anzi penso che rappresenti un momento intellettuale altissimo visto l’attuale oscurantismo in cui viviamo, ma che storicamente, in quel momento storico, soffriva di pesanti infiltrazioni negative. E’ in questo contesto, che va inserita quella dichiarazione di Craxi in un’intervista a Panorama: “Me ne vado perché ci aspetta una stagione di bombe”. E purtroppo i fatti gli dettero ragione a brevissimo.

I collaboratori di giustizia tra cui Brusca suggeriscono che si è voluta continuare la trattativa.
A mio avviso nelle carte processuali vi sono dei riferimenti, oserei dire, abbastanza ridicoli. Quando Brusca riferisce che erano in minoranza a voler fare queste stragi, che abbiano deciso gli obiettivi scegliendoli sull’atlante…
Ora, il mio cliente, Salvatore Riina, che è imputato in due differenti procedimenti: uno per cui la sua posizione era stralciata assieme a Graviano Giuseppe per problemi di pendenze, l’altro nato da un vizio procedurale del precedente (si annulla la prima sentenza solo sulla vicenda Olimpico), durante il processo, che viene riaperto nel 2004 proprio sui fatti del ’93 e sul mancato attentato, rilascia quelle famose dichiarazioni spontanee in cui ricordando che l’allora Ministro Mancino aveva preannunciato la sua prossima cattura suggerisce: “Sono stato venduto?”
Quindi se i magistrati cercavano un atteggiamento collaborativo, questo non appartiene alla figura dell’imputato che io conosco e difendo, se invece ci si vuole accostare a questi eventi come interpreti storici, anche perché, seppur pochi, questi anni che sono trascorsi, al ritmo di vita cui viviamo oggi, sono abbastanza per fare delle analisi, si comprende che Riina ha assunto una posizione piuttosto chiara, no?

Cioè?
Cioè Riina dice: “io con questi fatti del ’93 non ho nulla a che spartire e, per quanto apprendo da questo processo (le dichiarazioni di Brusca sulla trattativa ecc..) e deduco dalla dichiarazione del Ministro, il mio arresto era concordato perché si era individuata una pista investigativa per cui io dovevo essere catturato.

Eppure Brusca spiega in merito alla trattativa, con quell’ espressione “Si sono fatti sotto”, che vi erano degli interlocutori con cui Riina era in contatto.

Mi ricordo distintamente quell’udienza. Era del 24 gennaio 1998, posso sbagliare l’anno, era un sabato mattina, quando venne il generale Mori a Firenze. Non ci fu verso, lo confermano i verbali, di approfondire la questione della cattura di Riina, era un argomento, secondo la Corte, da non trattare. Questo mi ha sempre deluso come avvocato, per me era chiaramente importante poter verificare se il mio cliente fosse stato catturato a seguito di un accordo tra due parti, che non posso identificare, ma comunque un accordo, ciò significa che quell’associazione che si presume lui abbia diretto in qualche maniera ad un certo punto non era più sotto la sua direzione.

Cosa pensa della teoria secondo cui vi sarebbe Provenzano dietro la cattura di Riina?

Lo escludo totalmente, questa è dietrologia disinformata.

Beh, la sua è una risposta molto interessante.
Se da una parte Riina si reputa innocente per le stragi del ’93, quando esordisce quella specie di proclama nel quale si autodefinisce “il parafulmine d’Italia” e indica lui stesso spunti di indagine come il castello Utveggio…. Sembra abbastanza evidente che ci vuole dare dei messaggi, delle indicazioni. Giusto?

Non sono io a dovermi fare portavoce della parte, non ho questo mandato. Certamente per la difesa del Riina che io ho interpretato processualmente fino alla Cassazione e anche nella fase successiva dell’Olimpico dobbiamo intendere quelle dichiarazioni aprendo, sulle vicende del ’93, una pagina diversa sotto un duplice profilo: uno contestuale e uno diacronico.
Rispetto al primo, se prendiamo in esame le deposizioni di Brusca e anche quella del capitano De Donno in buona sostanza ben più importante rispetto a quella del generale Mori emergono elementi che vale la pena sottolineare.
Quando De Donno riferì del colloquio con Vito Ciancimino disse testualmente che questi, dialogando sulla causale della stragi del ’92, gli spiegò: “Avete tolto le ruote alla macchina, la macchina deve girare. O le indagini su Tangentopoli finiscono o le stragi non finiranno”.
Da un punto di vista diacronico invece, a mio modesto avviso, significa accorgersi che fino a quel punto, siamo nel 1992, appena dopo il crollo del muro di Berlino, l’Italia era un paese a democrazia bloccata. Si hanno accenni a questi collegamenti nel libro e nel film Romanzo Criminale e in un film che vidi una notte e poi non ne seppi più nulla, si intitolava Uno a me, uno a te, uno a Raffaele nel quale si tracciava un collegamento tra gli attentati e le opere d’arte.
Cosa intendo dire con questo? Che se si legge la storia anche in senso diacronico si constata che le bombe del ’93 sono ad oggi interpretate ufficialmente a matrice ridotta rispetto a quelle precedenti, pur recando chiari segni, anzi, di un ampliamento della prospettiva politica.

Vuol dire che Cosa Nostra si è limitata ad agire come manovalanza?

Io in aula ho sostenuto che vi sono prove non seriamente discutibili sul trasporto dell’esplosivo (per stessa ammissione dei pentiti che si sono autoaccusati), mentre sono molto molto discutibili quelle relative l’aspetto organizzativo per non parlare di quello ideativo. Cioè, sulle fasi superiori non vi è alcun elemento in grado di stabilire al di là di ogni ragionevole dubbio come si siano svolti i fatti.
Sono davvero troppi gli elementi che a mio avviso non sono stati scandagliati a dovere e che lasciano aperti molti interrogativi.
Partiamo da Antonio Scarano il quale sostiene che faceva “da tassinaro” che cioè accompagnava gli altri per Roma e che si incaricò di trovare il magazzino in cui depositare l’esplosivo. Questa persona, proprio nei giorni delle stragi, era intercettata dai carabinieri. Io ho sempre chiesto perché non sia mai stata fatta una consulenza sulle intercettazioni di Scarano. Poniamo per mera supposizione, solo una supposizione sia chiaro e ci tengo a sottolinearlo, che un consulente scopra che quelle intercettazioni siano state manipolate o tagliate espressamente ove si parlasse di stragi, magari anche indirettamente, beh sarebbe un enorme passo avanti.
C’è poi tutta la questione del cellulare clonato di Giovanni Brusca per cui non ci fu verso di ottenere dati precisi che ci furono sempre riferiti dal dottor Gratteri dello Sco, così come le famose intercettazioni tra La Barbera e Gioè di via Ughetti.
Un altro aspetto oscuro è la storia di Corsi Giuseppe, un impiegato della società di Roma di cui fu presa la macchina, la fiat uno, per compiere l’attentato ai danni di Maurizio Costanzo. Questa società aveva il nulla osta sicurezza e lavorava con il Sismi. Questo Corsi sparisce da casa (noi veniamo a conoscenza di questo fatto e apriamo l’ istruttoria sul punto) la famiglia, temendo per la sua vita, denuncia questa scomparsa e informa gli inquirenti della sua collaborazione con i servizi segreti. Viene poi ritrovato e tratto in arresto poiché aveva della droga in macchina. Come stiano realmente le cose non si sa, ma sappiamo che l’auto della bomba in via Fauro era una macchina dei servizi segreti.

Sia lei, sia l’avvocato Pepi avete spesso fatto riferimento al coinvolgimento di servizi segreti deviati, dei poteri forti e della massoneria, quali indizi vi hanno spinto in questa direzione?

Ci siamo addentrati ad esplorare questi altri ambiti perché subito ci è apparso evidente che le stragi del ’93 erano di matrice così raffinata da non poter provenire da soggetti avvezzi ad un crimine comune e non di tipo eversivo. Vi sono concreti elementi in tal senso, ma forse i tempi non sono maturi, per una verità completa. Forese questa nostra Italietta, per dirla con Moretti, non è pronta per guardarsi allo specchio.

Vale a dire che Cosa Nostra, secondo lei, è rientrata in un progetto destabilizzante con finalità molto più ampie?

Non possiamo trascurare un dato storico, per cui ormai sappiamo che le organizzazioni criminali venivano usate dalla Cia per il compimento di operazioni illegali che servivano al contrasto al c.d. “partito arancione”. Ancora oggi noi non sappiamo bene come sia andata veramente a Portella della Ginestra, ad esempio.
Siccome l’attentato così come il modo di far politica, è quello tipico in Italia dagli anni Cinquanta in avanti allora avrei voluto che si provasse ad introdurre una similitudine operativa tra l’attentato del luglio ‘93 quando ad essere colpite furono le due chiese di Roma e il padiglione d’arte contemporanea a Milano (sulla scelta degli obiettivi si dovrebbe poi discutere a lungo) e quella che si delineò per la strage di Piazza Fontana. Ad oggi nessuno ha inteso rispondere: ma la questione rimane.
Le faccio un altro esempio: si fa oggi un gran parlare della figura di Gardini, morto in circostanze tragiche il 23 luglio del 93. La difesa del Riina all’epoca provò a dire: guardate che una causale di attentato in quel di Milano, visto quello che dice De Donno sulle indagini di Tangentopoli, potrebbe rinvenirsi ragionevolmente nella questione degli interrogatori di Carlo Sama e Giuseppe Garofano, stretti collaboratori di Gardini che proprio in quei giorni ricostruivano quella che poi venne chiamata la madre di tutte le tangenti: la vicenda Enimont. Non vi è mai stata letteralmente risposta.

Allora, in quale senso, secondo lei, Riina dice di essere stato venduto?

Mah, se lui lo dice ha sicuramente un’idea chiara su come ha perso la sua libertà.
Anche qui, si comprende come il taglio diacronico non sia stato scandagliato, forse c’era urgenza di dare una risposta al paese questo io lo capisco, però così non è stato valutato un altro dato importante: fatti del genere smuovono interessi molto grossi. Se poco poco entriamo nella questione Ciancimino, quell’esempio delle “ruote della macchina”, che egli avrebbe fatto al Cap. De Donno, quando questi si recò da lui a trattare l’arresto di Riina, sono questioni enormi.
Allora quello che noi chiamiamo oggi Stato, nel quale solitamente si inseriscono lo stato e l’antistato i deviati e i regolari, non è fatto di gente. Il testo primo che bisogna scegliere è un Kafka. Nel senso che proprio questa attenzione alla procedura, alle cose fatte in un certo modo, anche quando si tratta di fatti così eclatanti.
Dove porta questo discorso, mi dirà lei?
Porta che esplodono le bombe del ‘92, un evento enorme e come si reagisce? Come quando si doveva fermare il bandito Giuliano dopo la strage di Portella della Ginestra.
Per questo io in aula ho detto: “il colonnello Mori ha cantato e portato la croce”, intendendo con ciò dire che l’Arma dei Carabinieri fino a quegli anni avesse avuto un ruolo particolare. Cioè come dire: qui c’è materiale radioattivo ci mandiamo i carabinieri fedeli e affidabili e gli diamo un mandato che loro usano, usi a obbedir tacendo.
Volendo fare un discorso più ampio,la morte di due magistrati come Falcone e Borsellino non si può attribuire ad un'azione solo della Mafia,ma come al solito nella storia d'Italia,ad un insieme di covnergenze di interessi.
Purtroppo la verità non verrà mai fuori,come in troppe altre situazioni tipicamente italiche.
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Old 23-05-2008, 11:05   #27
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Uno degli avvenimenti che si ricordano a vita, e chi l'ha vissuto in età da capire si ricorda senz'altro le sensazioni provate, le speranze create.........e poi deluse.


ps: quanta gente dovrebbe vergognarsi
58 milioni di italiani...
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Il segreto dell'uomo politico è rendersi stupido come i suoi ascoltatori facendogli credere di essere intelligenti come lui.
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Old 23-05-2008, 11:08   #28
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Falcone e Borsellino. Le foto e le menzogne del Corriere


di Salvatore Borsellino - 22 maggio 2008

Titolo di ieri sulla prima pagina del Corriere della Sera: "Falcone e Borsellino: le foto e le liti tra familiari". Il titolo è affibbiato ad un articolo di Felice Cavallaro che...


Quote:
dopo una breve introduzione sulla prima pagina, prosegue a pagina 20, su sei colonne, e già il titolo cambia in "Manifesti con Falcone e Borsellino, parenti divisi sull'idea del Comune". Segue un sottotitolo che invece di chiarire confonde ulteriormente le idee "Niente foto a chi considera Mangano un eroe". "Polemiche fuori luogo".
Non si capisce infatti a chi, come risulta letteralmente dalla frase riportata fraudolentemente tra virgolette come se fosse una citazione, non dovrebbero essere scattate delle foto, se a Berlusconi, a Dell'Utri, a Schifani o a tutti e tre in gruppo.
Tutto ha origine da una mia dichiarazione all'Ansa in seguito a una telefonata di Lirio Abbate.
La mia dichiarazione, che non viene assolutamente riportata nell'articolo perchè smaschererebbe all'origine la mistificazione messa in piedi dal Corriere, è la seguente:
"Prima di andare a commemorare Falcone e Borsellino i politici come Berlusconi o Schifani dichiarino chi deve essere considerato un eroe. E se continuano a sostenere che persone come Vittorio Mangano sono eroi, allora che si astengano dall'andare a sporcare la memoria delle vittime di mafia".
Insieme a questa c'è una dichiarazione del figlio del procuratore aggiunto Paolo Borsellino, Manfredi e di Alfredo Morvillo, fratello di Francesca e cognato di Giovanni Falcone, anche questa, per la stessa ragione, completamente ignorata dal Corriere, che, riferendosi ai manifesti con la foto di Paolo e Giovanni di cui è stata tappezzata Palermo, dichiarano :
"Questa non può che essere la risposta della città di Palermo alle parole di chi pubblicamente e reiteratamente aveva indicato al Paese come eroe un noto uomo di mafia". "Quelle parole costituiscono una grave offesa alla memoria di tutti quei servitori dello Stato che hanno perso la vita proprio a causa del loro impegno contro la mafia".
II riferimento è evidentemente alle sciagurate parole di chi ha sporcato l'Istituzione che è stato chiamato ad occupare dichiarando, in pieno accordo con un inquisito e condannato per mafia come Dell'Utri, che lo stallere di Arcore, Vittorio Mangano, morto in carcere mentre scontava le sue numerose condanne per associazione mafiosa e altri gravi reati dello stesso tipo, deve essere considerato un eroe.
Questa è vera e propria disinformazione: si prende una notizia e invece di commentarla per quello che è e per quello che dice, le si affibbia un titolo ad effetto e si cerca di giocare su pretesi dissapori tra i parenti delle vittime di mafia anche se per questo si debbono distorcere le notizie o inventarle di sana pianta. Poi si virgolettano delle frasi facendo intendere che siano state testualmente pronunciate da qualcuno che invece, in quei termini, non lo ha mai fatto.
Il 17 Luglio del 2007, quando, dopo anni di silenzio, ho ricominciato a parlare, perchè la rabbia che cresceva ogni giorno dentro di me nel constatare come l'indignazione della gente seguita alle stragi del 1992 si fosse ormai affievolita se non del tutto spenta, ho scritto una lettera aperta intitolata "19 Luglio 1992: Una strage di Stato".
Da allora ho scritto tante lettere aperte e ho mandato tanti comunicati ANSA, tutti si sono diffusi come un virus sulla rete ma nessuno o quasi è stato pubblicato sulla stampa nazionale se non, in qualche caso, tramite poche righe enucleate dal contesto e quindi quasi incomprensibili ai più.
In alcuni casi, come in quello della polemica con il ministro Mancino a proposito delle sue amnesie croniche relative all'incontro da lui avuto il 1° Luglio 1992 con Paolo Borsellino e nel quale può essere ricercata la causa scatenante dell'attentato che gli costò la vita, non sono state pubblicate nemmeno le mie repliche alle false affermazioni di Mancino anche se richieste ai sensi della legge sulla stampa.
In compenso a fronte di una mia dichiarazione all'Ansa sull'ignominioso comportamento di chi, al vertice delle Istituzioni, da un lato proclama eroe un criminale come Vittorio Mangano e dall'altro pretende di presentarsi a Palermo e fingere di onorare due giudici dei quali dovrebbe astenersi dal pronunciare, per non sporcarlo, anche il solo nome, si monta e si mette in evidenza una notizia travisando sia il senso che le parole di una mia dichiarazione.
Ho un profondo rispetto per le Istituzioni ed è proprio per questo che vorrei che non venissero sporcate da chi, in maniera indegna, le occupa.
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Ultima modifica di Ser21 : 23-05-2008 alle 11:11.
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Old 23-05-2008, 11:09   #29
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58 milioni di italiani...
Quasi quasi hai ragione
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Old 23-05-2008, 11:14   #30
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A me sapete cosa fa incazzare di più? che dopo la strage erano tutti a dire "è la fine della Mafia", "è il più grave errore della Mafia", "siamo certi che la Mafia sarà sconfitta"..........ed io ci avevo creduto.
Che c'entra la mafia? Qualcuno ancora pensa che sia un'omicidio mafioso
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Old 23-05-2008, 11:16   #31
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Che c'entra la mafia? Qualcuno ancora pensa che sia un'omicidio mafioso
Beh, era un omicidio politico, ma politica e mafia coincidono, l'hanno ammazzato perche' era arrivato ai colletti bianchi.
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Questa non è la destra, questo è il manganello. Gli italiani non sanno andare a destra senza finire nel manganello - Montanelli
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Old 23-05-2008, 11:18   #32
Ser21
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La mafia fu solo l'esecutore materiale....
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Old 23-05-2008, 11:19   #33
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Parla l’avvocato di Riina, Luca Cianferoni

dai su, lasciamo certa gente e i loro tirapiedi fuori da sto 3d.....aprine un altro.
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Se il cameriere di un locale per me è un idiota, non conosce le regole del locale, tratta bene solo i suoi leccaculo ma va bene al proprietario...cambio locale.
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Old 23-05-2008, 11:20   #34
Wesker
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58 milioni di italiani...
Togli me da quei 58 milioni.
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Old 23-05-2008, 11:21   #35
ferste
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58 milioni di italiani...
e per quale motivo?

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Che c'entra la mafia? Qualcuno ancora pensa che sia un'omicidio mafioso
hai altre notizie? postale.........

Ti ricordi che in quel periodo disse qualcosa di diverso? c'eri già in quel periodo?
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Old 23-05-2008, 11:24   #36
ferste
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Beh, era un omicidio politico, ma politica e mafia coincidono, l'hanno ammazzato perche' era arrivato ai colletti bianchi.
Il prefetto Mori fu rimosso per lo stesso motivo.........e decine di altri anche.............ma senz'altro già allora era "LUI" il manovratore........
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Old 23-05-2008, 11:24   #37
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Falcone e Borsellino. Le foto e le menzogne del Corriere

http://www.19luglio1992.com/index.ph...riali&Itemid=4
Triste leggere queste cose ad anni di distanza da quel tragico evento...
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Old 23-05-2008, 11:25   #38
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dai su, lasciamo certa gente e i loro tirapiedi fuori da sto 3d.....aprine un altro.
Continuamo a coprirci gli occhi e a tapparci le orecchie,così facendo non scopriremo mai come mai e chi uccise Giovanni Falcone.
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Old 23-05-2008, 11:27   #39
Ser21
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Il prefetto Mori fu rimosso per lo stesso motivo.........e decine di altri anche.............ma senz'altro già allora era "LUI" il manovratore........
Il manovratore nn era mori,ma bensì una convergenza di interessi a levare di torno Falcone e Borsellino.
Stavano toccando i nervi scoperti della lotta alla mafia,agendo sul sistema clientelare degli appalti e dei collegamenti politic.
Cosa a cui verrà a Capo Caselli,salvo essere silurato per lo stesso motivo...
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Old 23-05-2008, 11:32   #40
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Il manovratore nn era mori,ma bensì una convergenza di interessi a levare di torno Falcone e Borsellino.
Stavano toccando i nervi scoperti della lotta alla mafia,agendo sul sistema clientelare degli appalti e dei collegamenti politic.
Cosa a cui verrà a Capo Caselli,salvo essere silurato per lo stesso motivo...
No, mi sono espresso col culo.........non intendevo Mori come manovratore, e Mori visse negli anni '20.......
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