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#301 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2007
Messaggi: 9933
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ti chiedo, per rispetto, di non mettermi in bocca parole non mie al solo scopo di delegittimarmi.
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#302 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
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La fissione nucleare è l'ultima tecnlogia sviluppata ![]() I computer sono arrivati prima, le auto prima, l'effetto fotovoltaico ancora prima, le fuel cel ancora prima e nemmeno parliamo dell'acqua calda scaldata dal sole ![]() ![]() Paragoneare le tecnlogie di base è tanto assurdo quanto ridicolo ma lo si deve fare allora è decisamente la più nuova disponibile
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I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai |
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#303 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
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Se saranno rispettati i tempi (non è assolutamente detto) si arriverà tra 80 anni o poco più
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#304 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Messaggi: 20025
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non esce uranio. piuttosto cesio, stronzio, plutonio cobalto e ferro, tutti in "versione" (isotopo) radioattiva.
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Mai discutere con un idiota. Ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (O.W.) |
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#305 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
Messaggi: 661
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Come ho già detto 1001 volte non crederò alla costruzione di centrali italiane nemmeno se le vedo funzionare ![]() Con le leggi attuali qualsiasi amministratore di condominio si può mettere di traverso e bloccare lo stato centrale ![]() considera che poco vicino Roma gli abitanti di case abusive (non mi ricordo se condonati ![]() ![]() Figurati quando verrà scelto un posto per una centrale elettronucleare ![]()
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#306 | |||||||||||||||||||||||||
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
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Il sito di stoccaggio all'Italia serve già ora perché abbiamo scorie nucleari da mettere da parte. Invece, dalle nuove centrali non usciranno scorie ancora per 15-20 anni dalla loro messa in funzione, perché vanno tenute preliminarmente in vasche di raffreddamento. È giusto pensare allo stoccaggio il prima possibile, è sbagliato mettersi il bastone tra le ruote. Lo "speriamo" è rivolto al comportamento di certuni politicanti in ricerca di facile consenso guidando la gente del posto ad un NO aprioristico. Quote:
Perché allora non dici che la Danimarca, mirabile esempio di sfruttamento delle rinnovabili, paga l'elettricità più di noi? Quote:
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Vogliamo parlare di quanto è costata Andasol-1, mh? Quote:
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Ridaje... Informati, è meglio. Quote:
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Comunque il discorso è sempre quello: gli USA parlano dall'alto delle loro 104 centrali nucleari. Noi dal basso delle nostre zero. Quote:
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E forse nemmeno la Germania, che non ha un idroelettrico sviluppato come il nostro. Quote:
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La definizione delle centrali di terza generazione è stata già data, e l'EPR è una di esse. In Finlandia non sono così idioti (come da noi, evidentemente) da mollare una centrale nucleare quasi terminata. Un fisico nucleare non si può permettere di liquidare come "barzelletta" progetti importanti ed interessanti come i generatori di quarta generazione, se non per motivi puramente politici. L'efficienza di una centrale nucleare è ben superiore al 20%. In ogni caso non è che l'acqua calda di una centrale nucleare sia meno buona di una termoelettrica per fare teleriscaldamento ed altre amenità. Quote:
A parte il fotovoltaico, TUTTI gli altri modi hanno secoli di "vecchiaia" ![]() Quote:
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Comunque l'Italia non è tra i luoghi più ventosi d'Europa, che si trovano sulle coste più occidentali. Si sa già più o meno quanta energia possiamo ricavare dal vento a prezzi ragionevoli, e non aspettarti miracoli. Quote:
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Se vuoi risolvere la questione del trasporto in maniera significativa, si potenziano le ferrovie e per il resto si cerca di convertirsi a motori ibridi, a metano o direttamente elettrici. Il che ci riporta di nuovo a produrre energia elettrica. Allora c'entrerebbe di nuovo!
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#307 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
Messaggi: 661
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E no, non è detto che ci debba essere la mafia per forza....oddio ci può pure essere, ma se la dai per scontata allora tanto vale non fare più nulla ![]()
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#308 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
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![]() Forse qualcosa in alto adriatico (non molto però) tenendo presente che piantarle in mezzo al mare significa far lievitare i costi per manutenzione e costruzione (Danimarca docet)
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#309 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Messaggi: 20025
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Sono inoltre gli stessi i problemi, le tecniche per ottenere la fissione e per controllarla ecc. ecc. Semmai è cambiato qualche aspetto di contorno (questo si) ma strutturalmente un reattore EPR è estremamente simile ad un PWR del 1965.
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#310 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
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![]() O pensi che fisici ed ingengeri non abbiano fatto altro che riprodurlo in scala 1:20 in questi 50 anni ? ![]()
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#311 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
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E comunque il Canada sostiene che nei CANDU si possa usare torio senza alcuna sostanziale modifica. Persino nei reattori esistenti (ma in tal caso non so se avrebbe i vantaggi come in reattori pensati ad hoc.
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#312 |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
Città: Livorno
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Non solo non sono sufficienti, ma tecnicamente è assurdo permettersi di dipendere *unicamente* da fonti rinnovabili, che per la loro aleatorietà (parlo di eolico, da moti ondosi, correnti marine et similia, pure idroelettrico) metterebbero in crisi la nostra rete di distribuzione.
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#313 | |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Messaggi: 20025
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Perdona, ma non hai la più pallida idea di cosa stai parlando. Se la reazione non potesse essere "fermata" (o rallentata) appena accesa la centrale farebbe un botto che manco ti immagini, viste le tonnellate di roba che c'è dentro. X tua info, persino a chernobil l'esplosione è stata chimica e NON nucleare, altrimenti sarebbe stata polverizzata mezza ucraina.
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#314 | |
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
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#315 | |
Senior Member
Iscritto dal: Apr 2004
Città: Livorno
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Ma vorrei chiedere ad evelon se è sicuro che la filiera del torio non sia operativa. In India credo che abbiano già centrali al torio di derivazione dal CANDU, o no?
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#316 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2007
Messaggi: 9933
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Quote:
In realtà tu hai ripetuto il mio stesso concetto, ma non capisco perchè lo stai ponendo in contrasto. Una volta che la reazione è avviata puoi al massimo rallentarla agendo sulle barre di controllo, ma non puoi smantellare il nocciolo finchè non si è esaurito, appunto perchè non appena rimuovi tali barre di controllo fai il botto. Che, all'atto pratico, equivale a dire che la centrale è ancora attiva, ma tu non recuperi l'energia perchè hai spento le turbine. In questi 20 anni sarebbe stato assai più logico mantenere attive le turbine di Caorso, senza rimpiazzare il combustibile, per recuperare l'energia di quello già avviato.
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#317 | |
Bannato
Iscritto dal: Sep 2001
Messaggi: 3918
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Sono d'accordissimo che non deve esere dettato da questioni economiche ma perchè stiamo andando controcorrente? Se sei così convinto della bontà della scelta nucleare, potresti per favore elencarmi i paesi (civilizzati) che stanno costruendo nuove centrali ed in quante unità ? Perchè a me risulta una cosa, voglio vedere se mi sbaglio. |
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#318 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jun 2007
Messaggi: 9933
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Che poi in Italia il problema del nucleare è di secondo ordine, quello principale è la casta del no.
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#319 | |||||||||||||
Senior Member
Iscritto dal: May 2000
Città: Roma
Messaggi: 661
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Vediamoli: Quote:
L'opzione "attendiamo lo sviluppo e l'industrializzazione della 4 generazione" era sul tappeto ed è stata presa in considerazione. Si può discutere sul perchè e percome non è stata scelta ma alla alla fine è stata scelta l'attuale. Attuale che, specifichiamo bene, NON è vecchia nè sarà fuori norma (quale norma ?) bensì è attualmente il meglio che sia industrializzabile e costruibile in tempi rapidi. Se avessimo dovuto aspettare lo sviluppo delle generazioni successive avremmo dovuto aspettare un tempo indefinito + i tempi di costruzione. Ed i costri sarebero stati molto più incerti di quelli attuali. Insomma è una scelta che è discutibile e sarà sicuramente discussa ma ha dalla sua parte anche parecchi lati positivi. Del resto, attesa per attesa, potevamo anche attendere lo sviluppo delle filiere di fissione del torio... Quote:
Quote:
Il perchè da noi si parli di 10 mi è francamente oscuro, presumo siano più ragioni politico-burocratiche che tecniche Quote:
![]() Quote:
Sei nella mentalità di una centrale tradizionale = bassi costi di costruzione + alti costi di rifornimento Nel nucleare è esattamente l'inverso (è stato postato anche un documento fatto da ricercatori) Alti costi di costruzione + bassi costi di rifornimento Quote:
E non è poco visto che per ora il nostro fabbisogno estero è pressochè totalmente legato a idrocarburi + carbone. Il punto è che dobbiamo diversificare (l'indipendenza non esiste) Quote:
Quote:
Comunque il dato della germania è errato (quello sulla spagna non me lo ricordo ma mi pare inverosimile) Quote:
Non basta che "ci sia vento". Occorre che il vento abbia determinate caratteristiche, che la zona abbia determinate caratteristiche, che la carta ddei venti dominanti abbia determinate caratteristiche etc... insomma non puoi piantare una ventola e pensare che sia remunerativa energeticamente. Economicamente il discorso è diverso : infatti grazie (o per colpa) dei mega-incentivi statali stanno piantanto ventole ovunque, anche dove non sarebbe convenienete energeticamente Quote:
Usare gli idrocarburi per la produzione industriale di energia è un vero e proprio "delitto". I carburanti hanno caratteristiche chimico-fisiche che li rendono quasi "ideali" per le applicazioni mobili, per quelle fisse sono sprecatissimi ![]() Quote:
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#320 | |
Bannato
Iscritto dal: Sep 2001
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Quote:
CAORSO Com'È difficile spegnere Arturo La centrale nucleare ha smesso di funzionare nel 1998. Ma smantellare il suo reattore dal nome umano si è rivelato un procedimento lentissimo. Doveva succedere nel 2004. Ci vorranno altri 16 anni. Al costo di 150 mila euro al giorno. di Gianni Lannes Il cartello stradale, dalla vaga dicitura "Sito di Caorso" emerge dalla nebbiolina leggera di inizio autunno. Qualche centinaio di metri più in là, diventa chiaro che il "sito" indicato altro non è che la centrale termonucleare Bwr (Boiling Water Reactor), da 830 megawatt, della General Electric, conosciuta da tutti come la Centrale di Caorso. La località Zerbio di Caorso, il centro abitato a meno di due chilometri e la zona del sito nucleare, nel tratto di pianura tra Piacenza e Cremona, dal 6 marzo scorso è stata qualificata dal governo Berlusconi "zona militare", e presidiata in forze da carabinieri e vigilantes privati, affiancati dai soldati del Genio Pontieri di Piacenza. Oltre le recinzioni di filo spinato e i terrapieni di asfalto e cemento, una lapide ricorda "i caduti sul lavoro nella costruzione dell'impianto: Alberto Bulla, Giuseppe Gibin, Leone Pandante". La centrale di Caorso avrebbe dovuto essere smantellata già da anni: entro il 2004, si era detto, ora si parla del 2020. Ma c'è anche chi pensa che non andrebbe smantellata affatto. Dopo il blackout programmato del 26 giugno, e quello a sorpresa del 28 settembre, il partito trasversale del nucleare - che ha ripreso forza anche da alcune dichiarazioni dei ministri Lunardi e Marzano - si è accreditato come portatore di nuove possibilità di approvigionamento energetico. E, per una bizzarra coincidenza, il dibattito nostrano segue di qualche settimana la chiusura dell'impianto di Thorp, nella centrale atomica di Sellafield, la struttura più moderna di tutta la Gran Bretagna, in attività da nove anni. "Se si decidesse di tornare al nucleare, la prima cosa da fare sarebbe comunque riattivare le centrali italiane", ha dichiarato pubblicamente Alceste Rilli, esperto della Società di gestione impianti nucleari (Sogin spa), che nel 1999 ha ereditato dall'Enel gli impianti atomici italiani. "Le quattro centrali di Caorso, Trino, Latina e Garigliano non sono state ancora smantellate - ha replicato Ermete Realacci, deputato verde al Parlamento e presidente di Legambiente - e la loro dismissione è un obbligo, perché sono esse stesse fonte di radioattività". Ma Daniele Nastrucci, sindaco di Caorso, taglia corto: "Se riattivano l'impianto qui è la volta che scoppia una mezza rivoluzione". Caorso è la più giovane e potente delle centrali nucleari che da anni aspettano di essere dismesse. Al suo interno la radioattività totale in Terabequerel (unità di misura utilizzata per verificare il livello dentro le centrali, ndr) è la più alta d'Italia. Entrato in servizio commerciale nel 1982, dopo cinque anni di esperimenti e diverse prove di allineamento, "Arturo", come è da sempre chiamato l'enorme fabbricato cilindrico che si staglia sulla sponda del Po, è rimasto attivo fino al 25 ottobre 1986, quando il reattore venne spento per consentirne l'ispezione e la "quarta ricarica". Nel 1990 il Cipe, in base a una relazione del Comitato nazionale per l'energia nucleare che segnalava i mancati adeguamenti di sicurezza, ne ha poi deliberato la "chiusura definitiva", disponendo che l'Enel eseguisse le operazioni per portare la centrale in stato di "custodia protettiva passiva", e predisponendo così le procedure di dismissione. Ancora il 24 luglio 2000, l'allora ministro dell'industria Enrico Letta, in risposta a due interrogazioni parlamentari, dichiarava: "È stato emanato il provvedimento autorizzativo alla fase iniziale della disattivazione, con l'impegno formale dell'Enel a completare lo stoccaggio a secco del combustibile di Caorso entro i tempi tecnici strettamente necessari (comunque entro il 2004)". Oggi "Arturo" è ancora lì. Dentro, continuano a lavorarci 160 persone, tra ingegneri, tecnici, operai, addetti alle pulizie e alla sorveglianza. Ma questo piccolo esercito non produce nemmeno un chilowatt di energia. Una non produttività che costa agli italiani 150 mila euro al giorno. Alla richiesta di chiarimenti sui ritardi, e sui conseguenti, inevitabili, sprechi, l'ingegnere Luigi Ghioni, attuale responsabile dell'impianto, in prima battuta oppone un "no comment". Ma poi aggiunge: "Secondo i nostri piani, per terminare di smontare la centrale bisognerà arrivare al 2016, con costi di circa 800-1000 miliardi di vecchie lire". Ma perché i tempi per lo smantellamento si sono allungati così tanto? Risponde il presidente di Sogin Spa, Carlo Jean, che il 7 marzo è stato nominato, dal Presidente del Consiglio, Commissario delegato per la messa in sicurezza dei materiali nucleari. "I tempi della dismissione dell'impianto di Caorso sono subordinati all'individuazione di un sito nazionale per le scorie nucleari". Lo stesso Jean, intervenendo nel giugno scorso a un convegno, aveva spiegato che "entro il 2005 dovranno arrivare a Caorso i cilindri di acciaio in grado di contenere uranio e materiale irradiato per permettere un trasporto sicuro". Dal canto suo, in questa giungla di date, l'amministratore delegato della Sogin, Carlo Bolognini, sembra l'unico a non aver dubbi: "La sola data certa per lo smantellamento di Caorso è il 2020". Ancora più pessimista, o forse realista, Massimo Scalia, docente all'università La Sapienza di Roma ed ex presidente della Commissione parlamentare sui rifiuti: "Ci vorranno almeno dieci anni di più. I tempi di smantellamento di una centrale nucleare sono stati sempre valutati tecnicamente nell'ordine dei trent'anni". In attesa di sapere quando verrà effettivamente posta la parola fine alla presenza di "Arturo", a Caorso gli operai sbullonano tettoie e parti contenenti amianto. Anche per questa ragione, nelle aree del sito che possono risultare contaminate, le tute protettive sono d'obbligo. "Qui sotto c'è "Arturo"", dice un tecnico indicando la zona in cui, coperte da sei metri d'acqua, si trovano le 190 tonnellate di combustibile del reattore. Le barre - di uranio arricchito le più recenti, di plutonio quelle "vecchie" - sono alte poco più di quattro metri e pesano 350 chilogrammi l'una. Oltre alle vasche interne al reattore, a Caorso ci sono due piscine di decantazione, profonde dodici metri, destinate in origine a ospitare le barre di uranio, per farne diminuire il calore, come spiega uno dei tecnici. Fin dal 1980, l'Enel aveva proposto di allargare le due vasche, per poter contenere molte più barre di quante erano previste inizialmente: non più 750, ma 2206. L'autorizzazione fu concessa dall'Enea nel 1982 e le piscine vennero modificate, ma non i muri di contenimento. Nonostante i rischi che questa decisione avrebbe potuto comportare, almeno secondo ambientalisti e sindacalisti, nel 1998 l'uranio che stava nel reattore cominciò a essere trasferito nelle due piscine. Ora, dopo il periodo di decantazione in acqua, le barre finiranno nei cask, contenitori metallici per lo stoccaggio e il trasporto. E, dentro i cask, il materiale radioattivo dovrebbe poi raggiungere il famoso deposito nazionale: proprio quello che ancora non esiste. In quel deposito dovrebbero finire, oltre alle barre di uranio, anche 4500 fusti di materiale altamente radioattivo (attualmente stipati in due edifici della centrale) e 4100 metri cubi di scorie radioattive di seconda categoria. Èun'operazione molto complessa e ovviamente comporta rischi notevoli. Domitilla Senni, direttrice di Greenpeace Italia, avverte: "Occorre vigilare affinché tutto questo si svolga rispettando le procedure di valutazione di impatto ambientale". Nel frattempo la tubazione del sistema G 41, quello che purifica l'acqua contaminata delle piscine, continua a versare liquido verdastro in uno dei canali che, come tanti nella pianura intorno, vanno a gettarsi nel Po. Per Ghioni "è tutto sotto controllo". Per il fisico Scalia, invece, "il circuito dell'acqua di raffreddamento è un'altra sorgente di contaminazione". Sul danno dei residui della centrale, Gianni Mattioli aggiunge: "Anche dosi piccolissime di radioattività sono sufficienti a innescare processi di mutagenesi, cioè il punto di partenza del cancro. E, perché ciò avvenga, è sufficiente che i radionuclidi vengano rilasciati nell'atmosfera e nelle vie d'acqua, entrando così nella catena alimentare". |
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