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Old 18-04-2008, 11:42   #41
Jesus1987
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Originariamente inviato da drBat Guarda i messaggi
All'autore del 3d consiglio di rivolgersi a uno psichiatra serio, che valuterà la situazione e vedrà se è il caso di cominciare una terapia, e quale. Può darsi che consigli una terapia psicologica, o una farmacologica, o anche tutte e due... Se è serio la prima cosa che ti dirà è che per vedere qualche risultato con i farmaci ci voglioni come minimo due mesi, proprio a causa delle modificazioni neurorecettoriali che richiedono tempi lunghi (e questo è uno dei principali motivi per cui la gente parla a vanvera sugli antidepressivi, magari li prende una settimana e poi si lamenta che non fanno effetto).
io premetto che so di quello che parlo, bè gli psichiatri sono soliti dare antidepressivi, e non è una bella soluzione

consiglio uno psicologo e solo nel caso fosse indispensabile usare medicinali, che aggirano il problema, non lo risolvono. il funzionamento in se non lo discuto, poi dipende sempre dalla persona quanto sono utili

dico questo perché certi psichiatri vai lì e dici "ho problemi bla bla" e loro subito "ecco prendi questo". e che cavolo, ricordo che è DROGA fino a prova contraria, quindi se si può evitare tanto meglio
Jesus1987 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 11:42   #42
robynove82
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Originariamente inviato da TheDarkProphet Guarda i messaggi
Fert, parlo per esperienza diretta, dato che le mie ultime due morose erano entrambe vittime di disagi psicologici di varia natura (entrambe in cura da psicologi da una decina d'anni)

Il fatto che lei si sia resa conto di avere dei problemi è un'ottima cosa, poi ti spiegherò perchè

Quello che devi fare ora è convincerla ad avere una chiaccherata informale con uno psicologo, questo per capire se il suo disagio arriva davvero alla sindrome depressiva. In base a questo poi si deciderà cosa fare

Se vuoi parlarne ancora contattami in provato

d!
Quoto


Volevo aggiungere che una terapia a base di farmaci non è sempre necessaria, dipende dalle reazioni del paziente... in ogni caso spetta allo specialista determinarne la reale necessità.
robynove82 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 11:44   #43
drBat
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Originariamente inviato da FratelloDi~ZeRO sTrEsS~ Guarda i messaggi
Dille che a me piacerebbe avere un fratello depresso piuttosto che un fratello morto, Che c'è sempre chi sta peggio e non bisogna mai abbattersi ma lottare lottare e lottare sempre per non farsi prendere dalla vita, ma Prendere la vita in mano... non c'è niente di meglio ke imporre le regole della propria vita e non farle imporre dal corso degli eventi... dille che il mondo nn si ferma a chiedersi perchè ma va avanti, tutto va avanti... e che "se un segreto è fare tutto come se vedesse il sole sorgere"... è tutto un inizio, niente è una fine.
Con tutto il rispetto per te e la situazione che stai vivento, questo è un discorso che con un depresso non regge...
Se a un cardiopatico dici che c'è tanta gente che sta peggio mica lo fai sentire meglio... il suo cuore resterà sempre malandato...
Con un depresso a maggior ragione questo discorso è deleterio perchè fa aumentare il senso di colpa, già molto alto in chi soffre di depressione.

Bisogna mettersi in testa che la depressione (quando accertata) è una vera e propria malattia, non è una sceneggiata o un capriccio...
drBat è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 11:49   #44
drBat
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Originariamente inviato da Jesus1987 Guarda i messaggi
io premetto che so di quello che parlo, bè gli psichiatri sono soliti dare antidepressivi, e non è una bella soluzione

consiglio uno psicologo e solo nel caso fosse indispensabile usare medicinali, che aggirano il problema, non lo risolvono. il funzionamento in se non lo discuto, poi dipende sempre dalla persona quanto sono utili

dico questo perché certi psichiatri vai lì e dici "ho problemi bla bla" e loro subito "ecco prendi questo". e che cavolo, ricordo che è DROGA fino a prova contraria, quindi se si può evitare tanto meglio
A me invece sembra proprio che tu non abbia la minima idea di cosa stai parlando, e ne è prova il fatto che definisci droga i farmaci antidepressivi... in base a quale criterio, se posso chiederti?
Risparmiati la storia della dipendenza, non è vero. Alterazioni dello stato di coscienza non de danno, e quindi mi pare che vengano già meno i due criteri principali per definire una sostanza droga...

Perchè poi dici che i farmaci aggirano il problema? Ti assicuro che nei casi in cui il problema è esterno i farmaci non fanno proprio niente... quando però il problema è un disequilibrio a livello dei recettori dei neurotrasmettitori i farmaci fanno eccome, e al momento sono l'unica soluzione...
drBat è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 11:57   #45
fertc
Junior Member
 
Iscritto dal: Apr 2008
Messaggi: 0
Non so, io sono dell'idea di insistere sullo psicologo per adesso.
Già credo che lo possa accettare con difficoltà, figuriamoci se le propongo uno psichiatra.
Magari sarebbe una figura professionale più adatta, anche per capire se è effettivamente depressa o se è solo su quella via; ma davvero non me la sento.

Anche se devo dire che a occhio e croce mi sento di poter affermare che la radice del suo problema non è certo nello scompenso nei neurorecettori (anche se può essere insorto) ma negli eventi della vita.

Ultima modifica di fertc : 18-04-2008 alle 12:02.
fertc è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 12:00   #46
WorcesterSauce
Senior Member
 
Iscritto dal: Dec 2005
Messaggi: 592
Totalmene d'accordo sia con drBat, che col fratello di Zerostress.
Qualcuno ha detto che ci sono tutti i motivi REALI per essere depressi. Io non sono d'accordo: la morte della madre è una bella botta ok, ma è un trauma che capita a molti, e ci si rialza sempre... c'è chi vive in condizioni molto più disagiate della tua ragazza, e tenta in tutti i modi di rialzarsi. L'odiata frase "c'è chi sta peggio" ha senso, eccome.
Non sto assolutamente criticando la tua ragazza eh, ma solo dicendo che se lei ha questi problemi, forse c'è anche la componente interna, e penso che l'aiuto di un professionista sarebbe prezioso.
WorcesterSauce è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 12:00   #47
Jesus1987
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Originariamente inviato da drBat Guarda i messaggi
A me invece sembra proprio che tu non abbia la minima idea di cosa stai parlando, e ne è prova il fatto che definisci droga i farmaci antidepressivi... in base a quale criterio, se posso chiederti?
Risparmiati la storia della dipendenza, non è vero. Alterazioni dello stato di coscienza non de danno, e quindi mi pare che vengano già meno i due criteri principali per definire una sostanza droga...

Perchè poi dici che i farmaci aggirano il problema? Ti assicuro che nei casi in cui il problema è esterno i farmaci non fanno proprio niente... quando però il problema è un disequilibrio a livello dei recettori dei neurotrasmettitori i farmaci fanno eccome, e al momento sono l'unica soluzione...
lo so per esperienza personale (mia, non di amici), tu hai letto da qualche parte?

danno un'alterazione dello stato mentale, scusa se è poco...poi se per te è una cosa normalissima e nella norma ok, prendiamoceli tutti quanti

li danno solitamente gli psichiatri mentre per gli psicologi è meglio cercare altre soluzioni se possibile, almeno in linea di massima.

ovvio che delle volte possono essere necessari, ma troppi psichiatri li danno con troppa facilità, e se si possono evitare è sempre meglio, e consideriamo anche il fatto che non ci si possono mischiare altri medicinali che possono risultare molto utili come gli antidolorifici
Jesus1987 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 12:01   #48
Kars
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Originariamente inviato da drBat Guarda i messaggi
Vorrei chiedere a chi dice cose del tipo
"la chimica può essere una soluzione temporanea, ma in breve sommergendo il problema lo rende non più solvibile."
"evitare eventuali medicinali che molti psichiatri danno, non è un modo per risolvere il problema, ma solo per nasconderlo"
"Le pasticche date dallo psicologo di per se non servono ad una mazza"

Quanti anni avete studiato per dire queste cose?
Quante persone malate di depressione avete curato con queste stronzate?
Perchè uno dovrebbe accettare consigli sui farmaci da uno che non sa neanche che gli psicologi non possono prescrivere farmaci, ma solo gli psichiatri?
Avete idea di cosa siano la serotonina e la dopamina senza andare su wikipedia?

A uno che ha il diabete consigliereste di farsi fornza e curarsi da solo con la forza di volonta? Immagino di no, e allora perchè farlo con chi soffre di depressione?
La depressione è una malattia con basi organiche, per farla breve c'è un alterazione del normale equilibrio dei neurotrasmettitori, una terapia farmacologica adeguata permette di ristabilire questo equilibrio.

All'autore del 3d consiglio di rivolgersi a uno psichiatra serio, che valuterà la situazione e vedrà se è il caso di cominciare una terapia, e quale. Può darsi che consigli una terapia psicologica, o una farmacologica, o anche tutte e due... Se è serio la prima cosa che ti dirà è che per vedere qualche risultato con i farmaci ci voglioni come minimo due mesi, proprio a causa delle modificazioni neurorecettoriali che richiedono tempi lunghi (e questo è uno dei principali motivi per cui la gente parla a vanvera sugli antidepressivi, magari li prende una settimana e poi si lamenta che non fanno effetto).
Sorvoliamo il fatto che in primis è stato detto di rivolgersi ad uno psicologo, poi magari lo stesso psicologo valuterà la necessità di un esame psichiatrico.

vogliamo sorvolare anche sul fatto che gli antidepressivi siano un enorme business, che le case farmaceutiche siano immorali nel patologizzare i comportamenti, che gli accademici vadano a braccetto con le industrie, che troppi medici siano parte del gioco prescrivendo psicofarmaci con leggerezza senza considerare l’essere umano che hanno di fronte e le sue vere problematiche. [cit.]
Poi sbaglio o recentemente c'è stata una scoperta sull' inefficacia di tali farmaci? vediamo se trovo qualcosa...
Kars è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 12:07   #49
Kars
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Farmaci: studio GB, antidepressivi quasi come placebo
News


LONDRA - I più popolari antidepressivi, come Prozac o Seroxat, prescritti a milioni di persone in tutto il mondo, non hanno un vero effetto contro la depressione, ma funzionano poco più che un placebo: è questa la conclusione potenzialmente esplosiva cui è giunto uno studio condotto dall'Università di Hull (Inghilterra).


"La differenza tra il miglioramento dei pazienti che prendono placebo e quelli che assumono antidepressivi non è significativa. Ciò significa che le persone che soffrono di depressione possono migliorare senza trattamenti chimici", spiega Irving Kirsch, del dipartimento di Psicologia dell'Università di Hull. Kirsch fa parte di un gruppo di specialisti che ha osservato i risultati di 47 studi - noti e riservati, cui hanno avuto accesso grazie alla legge sulla libertà di informazione - fatti da studiosi americani e britannici sugli effetti degli inibitori selettivi del riassorbimento della serotonina (Isrs), ovvero i farmaci più diffusi al mondo contro la depressione: fluoxetina (Prozac), venlafaxina (Efexor) e paroxetina (Seroxat).


E i risultati, dicono gli studiosi sulla rivista PloS Medicine, parlano chiaro: i farmaci non sono più efficaci dei placebo nei casi leggeri e per la maggior parte dei casi gravi di depressione. Nei casi più gravi, in cui un effetto c'é, la differenza nei progressi ha più a che vedere con una minore reazione dei pazienti ai placebo, che non a una reazione positiva agli antidepressivi. "Visti i risultati - aggiunge Kirsch - sembra che non ci siano forti giustificazioni a prescrivere trattamenti antidepressivi nei casi più gravi, a meno che i trattamenti alternativi non abbiamo portato risultati". I ricercatori avvertono però i pazienti: questo non significa che si debba smettere di assumere questi farmaci senza consultare un medico.


Le reazioni non si sono fatte attendere: Marjorie Wallace, dell'organizzazione per la cura delle malattie Sane, ha detto che se queste conclusioni fossero confermate sarebbero "molto inquietanti". Per Andrew McCulloch, della Mental Health Foundation, "siamo diventati troppo dipendenti dagli antidepressivi, quando c'é una vasta gamma di alternative. Terapie in cui si parla, esercizio fisico e altri trattamenti sono efficaci contro la depressione. E' un problema che necessità una varietà di approcci che si adattino al singolo paziente".


Fonte: http://www.c-cube.it/?q=node/1999
Fonte: http://www.cdt.ch


"Gli antidepressivi? Sono inutili Meglio una chiacchiera del Prozac"
News

Uno studio inglese fa traballare il mito dello psicofarmaco

prescritto in Europa dal 1996. "Quasi nulla la sua efficacia"


Gli italiani: "No alle prescrizioni facili, ma è innegabile che funzioni"


di SARA FICOCELLI


ROMA - E' il farmaco che a metà degli anni Novanta ha sconvolto l'Europa e rivoluzionato il campo della terapia antidepressiva, una pasticca cui sono stati dedicati libri, canzoni, film, persino il nome di un gruppo punk. E' il Prozac, ovvero Fluoxetina cloridrato, comunemente detto Fluoxetina, e secondo un recente studio inglese la sua efficacia curativa sarebbe quasi completamente nulla. Stando a una ricerca dell'equipe del professor Irving Kirsch dell'Università di Hull, pubblicata sulla rivista on line "Public Library of Science (PLoS) Medicine", la pasticca usata in tutto il mondo per curare depressione, disturbi ossessivi-compulsivi, bulimia nervosa e attacchi di panico avrebbe nella maggior parte dei casi un mero effetto placebo.


Lo studio, ha precisato Kirsch, è stato presentato alla FDA (l'ente americano per il controllo sui farmaci) e sarà sottoposto anche alle autorità regolatorie europee. Gli antidepressivi come Prozac and Seroxat, stando alla ricerca, indurrebbero miglioramenti minimi rispetto al placebo, valutabili in due punti sulla scala Hamilton della depressione, che si compone in tutto di 51 punti. Questo è stato sufficiente perché le molecole in questione ottenessero l'autorizzazione alla commercializzazione, ma, sottolinea la rivista, in Gran Bretagna non sarebbe dovuto bastare. L'Istituto nazionale per l'eccellenza clinica (Nice) stabilisce che sono necessari tre punti sulla scala Hamilton per stabilire una differenza clinica significativa.


"Stando ai risultati - ha osservato il professor Kirsch - non sembrano esserci grandi motivi per prescrivere gli antidepressivi se non alle persone affette da depressione grave, qualora le terapie alternative non abbiano prodotto effetti. Questo studio solleva gravi interrogativi sul modo in cui vengono concesse le autorizzazioni per i farmaci e sulla divulgazione dei dati della sperimentazione".


Secondo il dottor Salvatore Di Salvo, psichiatra e presidente dell'Associazione per la ricerca contro la depressione, l'effetto farmacologico del Prozac è però innegabile: "Io lavoro con pazienti affetti da patologie gravi ogni giorno e credo che i farmaci antidepressivi debbano essere somministrati limitatamente ai casi che rispondono ai criteri diagnostici del DSM quarto, ovvero il manuale diagnostico di riferimento degli psichiatri americani. Al di là di questi casi un antidepressivo come il Prozac è fuori luogo, bisogna tentare strade alternative. Ma non possiamo negare la loro efficacia".


Secondo Di Salvo, gli antidepressivi non possono essere usati come farmaci di terapia preventiva. "Sarebbe un po' come dire che appena uno ha un po' di febbre prende subito l'antibiotico. E' importante prima diagnosticare la malattia". E, a proposito del famoso effetto placebo: "Anche questo fa parte della loro proprietà curativa, perché si parla di psiche, di cervello. Di un organo composto da circa cento miliardi di cellule e dal funzionamento estremamente complesso".


Lo studio inglese mette sotto accusa le multinazionali farmaceutiche, accusate, scrive il giornale, di aver manipolato i dati clinici. La popolarità degli antidepressivi, introdotti negli Usa alla fine degli anni ottanta e in Europa nel 1996, è schizzata alle stelle, scrive il quotidiano Independent, dopo le campagne in cui le industrie farmaceutiche assicuravano che si trattava di prodotti sicuri e con minori effetti collaterali rispetto ai vecchi antidepressivi triciclici. Il libro del 1994 "Listening to Prozac" (Ascoltare il Prozac), in cui si affermava che chi soffriva di "scarsa gioia di vivere" poteva curarsi con un farmaco che "ravviva l'umore", è diventato un best seller. La stessa comunità scientifica italiana continua a guardare con fiducia all'utilizzo di queste sostanze, che aumentano il tasso di serotonina nell'organismo e ridanno vita all'umore. Anche nei casi meno gravi, di cosiddetta "predisposizione alla depressione".


"Al di là delle strumentalizzazioni spiega il dottor Francesco Cro, psichiatra e dirigente medico del Servizio diagnosi e cura di Viterbo, - l'efficacia degli antidepressivi è comunque innegabile. L'utilizzo di questi farmaci ha fatto diminuire drasticamente il numero di suicidi negli ultimi 15 anni, e ci sono dati statistici che lo confermano". Questi antidepressivi sono noti come inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs); il più diffuso, prodotto dalla Eli Lilly, era il farmaco più venduto del mondo, prima di essere soppiantato dal Viagra. Lo studio, condotto su sei dei più noti antidepressivi, tra cui Prozac, Seroxat, prodotto dalla GlaxoSmithKline, ed Efexor, della Wyeth, mostra che sono efficaci solo su una parte minima dei depressi più gravi.


Dunque quale cura per chi è lievemente depresso? Per chi ancora, cioè, non ha varcato la terribile soglia di non ritorno che ti costringe a letto atterrito anche solo dall'idea di respirare? Il dottor Giuseppe Dell'Acqua, già allievo di Franco Basaglia e direttore del Dipartimento di Salute mentale di Trieste, spiega che la cosa migliore è "ascoltare il paziente, stargli vicino. La cura farmacologica è l'extrema ratio di un lavoro complesso e delicato, che lo psichiatra deve saper fare prima come essere umano che come medico. L'efficacia degli psicofarmaci è nulla, senza un accurato lavoro di assistenza al paziente. Credo che sia questo il senso profondo della ricerca effettuata in Gran Bretagna e credo che, più della serotonina e dell'illusione del Placebo, siano le affinità emotive tra medico e paziente a poter guarire davvero una persona".


(26 febbraio 2008)

Fonte: http://www.c-cube.it/?q=node/1998
Fonte: www.repubblica.it
Kars è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 12:10   #50
Jesus1987
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Originariamente inviato da Kars Guarda i messaggi
Poi sbaglio o recentemente c'è stata una scoperta sull' inefficacia di tali farmaci? vediamo se trovo qualcosa...
vado bene? testimonianza vivente, meglio di così

eutimil da 4 mesi, nessun effetto

questi sono problemi che crea la mia mente, che dirigo io fino a prova contraria, quindi io posso risolvere se voglio.

poi magari non ce la faccio e serve aiuto, e allora lì ok subentrano i farmaci, che a me non fanno assolutamente effetto mentre ad altri pare di si (o sarà effetto placebo?)
Jesus1987 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 12:28   #51
Ziosilvio
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Originariamente inviato da fertc Guarda i messaggi
volevo chiedervi alcuni pareri e consigli sulla situazione della mia ragazza.
Ha 21 anni, quasi un anno fa è morta sua mamma dopo una lunga malattia che ha spossato psicologicamente e fisicamente l'intera famiglia.

CUT

Ora la mia ragazza soffre di attacchi di panico, si sveglia spesso la notte con tachicardia e mancanza di respiro, si sente annegare dice.

CUT

E' arrivata a confessarmi che a volte vorrebbe addormentarsi e non svegliarsi più o scappare lontano da ogni preoccupazione, non pensare a nulla, riposarsi e basta.
E' arrivata a dire che vorrebbe morire giovane e in maniera indolore, perché accetterebbe volentieri l'aldilà cristiano in cui crede.
Le ho detto che non è giusto che dica così, anche in ottica cristiana.
Ci sono molte persone che le vogliono bene, ma mi ha risposto che "è facile parlare nella tua situazione" ed è vero, non posso capire in fondo il suo disagio.
Vede la sua vita come una strada accidentata che peggiora sempre più, non vedendo soluzione né via d'uscita, mi ha detto "una vita di sofferenza", non riesce a non pensare in ogni momento alla sua situazione.
Cosa posso fare per lei oltre a starle vicino e ad ascoltarla?
Fatti dare SUBITO il nominativo di un buon psichiatra psicanalista, che possa intervenire sia con i farmaci che con la psicoterapia.
Lascia perdere tutte le superstizioni medioevali del tipo "eh, ma i farmaci non risolvono le cause del problema", "eh, ma mio cuggino prendeva gli antidepressivi e poi si è suicidato", e così via. (Gli articoli postati da Kars si riferiscono in realtà al fatto che la gente prende gli antidepressivi tipo Prozac anche quando non ne ha davvero bisogno e per ragioni che non sono la depressione, col risultato di sentirsi meglio per effetto placebo.)

Qualche link che mi sembra buono, ma sui quali comunque chiedo il consiglio degli esperti del forum (medici, per cortesia, e non stregoni):
http://www.depressione-ansia.it/
http://www.fondazioneidea.it/
http://www.ipsico.org/
Quote:
Originariamente inviato da simone1980 Guarda i messaggi
se ha attacchi di panico ed è così prostrata mentalmente sarebbe molto bene che iniziasse una terapia di AD. molti pensano che sia una vergogna rivolgersi a uno psicologo/psichiatra, ma secondo me non ha senso soffrire così quando ci sono i mezzi per avere un pò di sollievo.
Quoto: il cervello è un organo, e gli organi si ammalano, e quando gli organi si ammalano vanno curati, con i farmaci e la riabilitazione.
Quote:
Originariamente inviato da clasprea Guarda i messaggi
prova al consultorio, probabilmente ce n'è uno vicino casa e almeno da me è tutto gratuito fino a 22 anni e non serve appuntamento

molti pensano che serva solo per dare pillole o fare visite ginecologiche, invece quasi sempre a questo si affiancano altri servizi. Sicuramente potrà trovare qualcuno con cui parlare che si comporti meglio del medico curante ma che non è nemmeno come andare dallo psichiatra. Insomma è un po' più soft, magari si sentirà un pochino meglio.
Da me ad esempio c'è una psicologa bravissima. io non ne ho avuto bisogno perchè fortunatamente non mi serve ma con tutte le pazienti fa sempre prima una chiacchierata per capire se è tutto ok, prima di fartia ndare dalla ginecologa.
Assolutamente sì, dalla depressione "vera" non si è materialmente in grado di uscire da soli.
Tutti i consigli del tipo "eh, ma i veri problemi sono altri", "eh, ma fatti forza" eccetera, sono inutili, perché fanno appello alla volontà per uscire dalla depressione, quando la depressione è proprio una patologia della volontà: sarebbe come fare appello al cuore per uscire da un infarto.
Quote:
Originariamente inviato da drBat Guarda i messaggi
Vorrei chiedere a chi dice cose del tipo
"la chimica può essere una soluzione temporanea, ma in breve sommergendo il problema lo rende non più solvibile."
"evitare eventuali medicinali che molti psichiatri danno, non è un modo per risolvere il problema, ma solo per nasconderlo"
"Le pasticche date dallo psicologo di per se non servono ad una mazza"

Quanti anni avete studiato per dire queste cose?
Quante persone malate di depressione avete curato con queste stronzate?
Perchè uno dovrebbe accettare consigli sui farmaci da uno che non sa neanche che gli psicologi non possono prescrivere farmaci, ma solo gli psichiatri?
Avete idea di cosa siano la serotonina e la dopamina senza andare su wikipedia?

A uno che ha il diabete consigliereste di farsi fornza e curarsi da solo con la forza di volonta? Immagino di no, e allora perchè farlo con chi soffre di depressione?
La depressione è una malattia con basi organiche, per farla breve c'è un alterazione del normale equilibrio dei neurotrasmettitori, una terapia farmacologica adeguata permette di ristabilire questo equilibrio.

All'autore del 3d consiglio di rivolgersi a uno psichiatra serio, che valuterà la situazione e vedrà se è il caso di cominciare una terapia, e quale. Può darsi che consigli una terapia psicologica, o una farmacologica, o anche tutte e due... Se è serio la prima cosa che ti dirà è che per vedere qualche risultato con i farmaci ci voglioni come minimo due mesi, proprio a causa delle modificazioni neurorecettoriali che richiedono tempi lunghi (e questo è uno dei principali motivi per cui la gente parla a vanvera sugli antidepressivi, magari li prende una settimana e poi si lamenta che non fanno effetto).
Quoto.
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Ubuntu è un'antica parola africana che significa "non so configurare Debian" Chi scherza col fuoco si brucia.
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Ziosilvio è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 12:47   #52
exyana
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Originariamente inviato da WorcesterSauce Guarda i messaggi
Totalmene d'accordo sia con drBat, che col fratello di Zerostress.
Qualcuno ha detto che ci sono tutti i motivi REALI per essere depressi. Io non sono d'accordo: la morte della madre è una bella botta ok, ma è un trauma che capita a molti, e ci si rialza sempre... c'è chi vive in condizioni molto più disagiate della tua ragazza, e tenta in tutti i modi di rialzarsi. L'odiata frase "c'è chi sta peggio" ha senso, eccome.
Non sto assolutamente criticando la tua ragazza eh, ma solo dicendo che se lei ha questi problemi, forse c'è anche la componente interna, e penso che l'aiuto di un professionista sarebbe prezioso.
secondo me non c'è solo la morte della madre, ma anche il fatto che si sente molte responsabilità come quella di occuparsi della sorella, quindi secondo me ha dei i motivi concreti per sentirsi depressa, e bisognerebbe anche cercare di aiutarla magari, se si può, mediando con il padre perché prenda un po' più in mano la situazione.
exyana è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 12:52   #53
Kars
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Originariamente inviato da Ziosilvio Guarda i messaggi
Fatti dare SUBITO il nominativo di un buon psichiatra psicanalista, che possa intervenire sia con i farmaci che con la psicoterapia.
Lascia perdere tutte le superstizioni medioevali del tipo "eh, ma i farmaci non risolvono le cause del problema", "eh, ma mio cuggino prendeva gli antidepressivi e poi si è suicidato", e così via. (Gli articoli postati da Kars si riferiscono in realtà al fatto che la gente prende gli antidepressivi tipo Prozac anche quando non ne ha davvero bisogno e per ragioni che non sono la depressione, col risultato di sentirsi meglio per effetto placebo.)

Qualche link che mi sembra buono, ma sui quali comunque chiedo il consiglio degli esperti del forum (medici, per cortesia, e non stregoni):
http://www.depressione-ansia.it/
http://www.fondazioneidea.it/
http://www.ipsico.org/
Non mi sembra proprio che i link che ho postato si riferiscono a quello che dici tu.
Poi mi sembra che non ci sia altro da aggiungere oltre che a contattare uno psicologo bravo, inutile quindi l'intervento di qualche medico esperto del forum, semmai ci sia.
Kars è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2008, 12:57   #54
Murakami
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Originariamente inviato da Ziosilvio Guarda i messaggi
Il cervello è un organo, e gli organi si ammalano, e quando gli organi si ammalano vanno curati, con i farmaci e la riabilitazione.

Assolutamente sì, dalla depressione "vera" non si è materialmente in grado di uscire da soli.
Tutti i consigli del tipo "eh, ma i veri problemi sono altri", "eh, ma fatti forza" eccetera, sono inutili, perché fanno appello alla volontà per uscire dalla depressione, quando la depressione è proprio una patologia della volontà: sarebbe come fare appello al cuore per uscire da un infarto.
Non posso che quotare, ma qui il cervello si sta ammalando perchè deve reggere uno stress oggettivo non indifferente: questa ragazza va aiutata anche materialmente, a mio avviso.
Anche la frase "c'è sempre qualcuno che sta peggio, eppure ce la fa lo stesso" è del tutto inutile: la soglia di sopportazione è una caratteristica prettamente individuale.
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Old 18-04-2008, 12:57   #55
fertc
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Già il padre... non è bello da dire, ma non è un persona ragionevole, sa perfettamente di non fare nulla a casa (perché gli è stato detto più volte, anche con rabbia, da lei) ma continua a fregarsene.
E' un modo elegante per dire che possiede una mentalità ristretta, del tipo "il padre di famiglia porta il pane a casa e basta" e non c'è verso di cambiarla.

Io faccio quello che posso, vivo distante da lei. Il problema è che il ruolo di "nuova madre" le è piombato addosso e non può scrollarselo. E parlo soprattutto della sorella minore, che l'ha identificata come tale, riconoscendo invece alla più immatura sorella diciottenne un ruolo di compagna di giochi.

La cosa inoltre che ha dato molte delusioni anche a lei sono quelli che credeva amici e tutte le persone del paese, che alla morte della madre avevano promesso il loro aiuto materiale (che sarebbe anche prezioso). Si sono fatte vedere secondo voi? Il vuoto.

Ultima modifica di fertc : 18-04-2008 alle 13:02.
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Old 18-04-2008, 14:04   #56
Ziosilvio
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qui il cervello si sta ammalando perchè deve reggere uno stress oggettivo non indifferente: questa ragazza va aiutata anche materialmente, a mio avviso.
Senza dubbio, e in effetti dire "fatti forza" è in troppi casi solo un modo per lavarsene le mani
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Anche la frase "c'è sempre qualcuno che sta peggio, eppure ce la fa lo stesso" è del tutto inutile: la soglia di sopportazione è una caratteristica prettamente individuale.
Vero, eppure tanti sembrano dimenticarlo...
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Old 18-04-2008, 14:04   #57
il menne
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Non posso che quotare, ma qui il cervello si sta ammalando perchè deve reggere uno stress oggettivo non indifferente: questa ragazza va aiutata anche materialmente, a mio avviso.
Anche la frase "c'è sempre qualcuno che sta peggio, eppure ce la fa lo stesso" è del tutto inutile: la soglia di sopportazione è una caratteristica prettamente individuale.
Hai ragione.... nella stessa situazione ognuno reagisce diversamente....
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Old 18-04-2008, 14:08   #58
Ziosilvio
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Non mi sembra proprio che i link che ho postato si riferiscono a quello che dici tu.
Ti sembra male:
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Da Repubblica:

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Uno studio inglese fa traballare il mito dello psicofarmaco
prescritto in Europa dal 1996. "Quasi nulla la sua efficacia"
"Gli antidepressivi? Sono inutili
Meglio una chiacchiera del Prozac"

Gli italiani: "No alle prescrizioni facili, ma è innegabile che funzioni"

di SARA FICOCELLI


ROMA - E' il farmaco che a metà degli anni Novanta ha sconvolto l'Europa e rivoluzionato il campo della terapia antidepressiva, una pasticca cui sono stati dedicati libri, canzoni, film, persino il nome di un gruppo punk. E' il Prozac, ovvero Fluoxetina cloridrato, comunemente detto Fluoxetina, e secondo un recente studio inglese la sua efficacia curativa sarebbe quasi completamente nulla. Stando a una ricerca dell'equipe del professor Irving Kirsch dell'Università di Hull, pubblicata sulla rivista on line "Public Library of Science (PLoS) Medicine", la pasticca usata in tutto il mondo per curare depressione, disturbi ossessivi-compulsivi, bulimia nervosa e attacchi di panico avrebbe nella maggior parte dei casi un mero effetto placebo.

Lo studio, ha precisato Kirsch, è stato presentato alla FDA (l'ente americano per il controllo sui farmaci) e sarà sottoposto anche alle autorità regolatorie europee. Gli antidepressivi come Prozac and Seroxat, stando alla ricerca, indurrebbero miglioramenti minimi rispetto al placebo, valutabili in due punti sulla scala Hamilton della depressione, che si compone in tutto di 51 punti. Questo è stato sufficiente perché le molecole in questione ottenessero l'autorizzazione alla commercializzazione, ma, sottolinea la rivista, in Gran Bretagna non sarebbe dovuto bastare. L'Istituto nazionale per l'eccellenza clinica (Nice) stabilisce che sono necessari tre punti sulla scala Hamilton per stabilire una differenza clinica significativa.

"Stando ai risultati - ha osservato il professor Kirsch - non sembrano esserci grandi motivi per prescrivere gli antidepressivi se non alle persone affette da depressione grave, qualora le terapie alternative non abbiano prodotto effetti. Questo studio solleva gravi interrogativi sul modo in cui vengono concesse le autorizzazioni per i farmaci e sulla divulgazione dei dati della sperimentazione".

Secondo il dottor Salvatore Di Salvo, psichiatra e presidente dell'Associazione per la ricerca contro la depressione, l'effetto farmacologico del Prozac è però innegabile: "Io lavoro con pazienti affetti da patologie gravi ogni giorno e credo che i farmaci antidepressivi debbano essere somministrati limitatamente ai casi che rispondono ai criteri diagnostici del DSM quarto, ovvero il manuale diagnostico di riferimento degli psichiatri americani. Al di là di questi casi un antidepressivo come il Prozac è fuori luogo, bisogna tentare strade alternative. Ma non possiamo negare la loro efficacia".

Secondo Di Salvo, gli antidepressivi non possono essere usati come farmaci di terapia preventiva. "Sarebbe un po' come dire che appena uno ha un po' di febbre prende subito l'antibiotico. E' importante prima diagnosticare la malattia". E, a proposito del famoso effetto placebo: "Anche questo fa parte della loro proprietà curativa, perché si parla di psiche, di cervello. Di un organo composto da circa cento miliardi di cellule e dal funzionamento estremamente complesso".

Lo studio inglese mette sotto accusa le multinazionali farmaceutiche, accusate, scrive il giornale, di aver manipolato i dati clinici. La popolarità degli antidepressivi, introdotti negli Usa alla fine degli anni ottanta e in Europa nel 1996, è schizzata alle stelle, scrive il quotidiano Independent, dopo le campagne in cui le industrie farmaceutiche assicuravano che si trattava di prodotti sicuri e con minori effetti collaterali rispetto ai vecchi antidepressivi triciclici. Il libro del 1994 "Listening to Prozac" (Ascoltare il Prozac), in cui si affermava che chi soffriva di "scarsa gioia di vivere" poteva curarsi con un farmaco che "ravviva l'umore", è diventato un best seller. La stessa comunità scientifica italiana continua a guardare con fiducia all'utilizzo di queste sostanze, che aumentano il tasso di serotonina nell'organismo e ridanno vita all'umore. Anche nei casi meno gravi, di cosiddetta "predisposizione alla depressione".

"Al di là delle strumentalizzazioni spiega il dottor Francesco Cro, psichiatra e dirigente medico del Servizio diagnosi e cura di Viterbo, - l'efficacia degli antidepressivi è comunque innegabile. L'utilizzo di questi farmaci ha fatto diminuire drasticamente il numero di suicidi negli ultimi 15 anni, e ci sono dati statistici che lo confermano". Questi antidepressivi sono noti come inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs); il più diffuso, prodotto dalla Eli Lilly, era il farmaco più venduto del mondo, prima di essere soppiantato dal Viagra. Lo studio, condotto su sei dei più noti antidepressivi, tra cui Prozac, Seroxat, prodotto dalla GlaxoSmithKline, ed Efexor, della Wyeth, mostra che sono efficaci solo su una parte minima dei depressi più gravi.

Dunque quale cura per chi è lievemente depresso? Per chi ancora, cioè, non ha varcato la terribile soglia di non ritorno che ti costringe a letto atterrito anche solo dall'idea di respirare? Il dottor Giuseppe Dell'Acqua, già allievo di Franco Basaglia e direttore del Dipartimento di Salute mentale di Trieste, spiega che la cosa migliore è "ascoltare il paziente, stargli vicino. La cura farmacologica è l'extrema ratio di un lavoro complesso e delicato, che lo psichiatra deve saper fare prima come essere umano che come medico. L'efficacia degli psicofarmaci è nulla, senza un accurato lavoro di assistenza al paziente. Credo che sia questo il senso profondo della ricerca effettuata in Gran Bretagna e credo che, più della serotonina e dell'illusione del Placebo, siano le affinità emotive tra medico e paziente a poter guarire davvero una persona".

(26 febbraio 2008)

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Faccio notare la grave imprecisione del titolo dell'articolo su Repubblica.
La ricerca non dice che "il Prozac è inutile", ma che è non necessario in gran parte dei casi in cui viene prescritto, e nei quali agirebbe né più né meno come un placebo.
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Faccio notare la grave imprecisione del titolo dell'articolo su Repubblica.
La ricerca non dice che "il Prozac è inutile", ma che è non necessario in gran parte dei casi in cui viene prescritto, e nei quali agirebbe né più né meno come un placebo.
Infatti il testo dell'articolo non fa che rimarcare due fatti già noti da tempo:
- gli psicofarmaci devono essere scelti con cura in base al disturbo. Questo compito in sé è arduo perché spesso è difficile eseguire una diagnosi accurata (talvolta si procede al contrario: in base alla risposta del paziente a un farmaco, si escludono determinate diagnosi).
- i risultati migliori si ottengono sempre accoppiando la terapia farmacologica con la psicoterapia, rispetto ai soli psicofarmaci, e ci sono numerosi studi su vari disturbi che lo attestano.

Un terzo punto è stato trascurato, ma che è molto importante: esistono dei fattori, che influenzano la risposta agli psicofarmaci, che variano molto da persona a persona.

La novità della pubblicazione di cui parla l'articolo è che gli effetti degli antidepressivi sarebbero minori di quanto pensato finora, e quindi conviene usarli solo nei casi più gravi. La pubblicazione completa è disponibile qui:
http://medicine.plosjournals.org/per...l.pmed.0050045

Un punto interessante è che questi risultati sono emersi una volta considerati anche gli studi non pubblicati.
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Old 18-04-2008, 14:09   #59
il menne
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Senza dubbio, e in effetti dire "fatti forza" è in troppi casi solo un modo per lavarsene le mani .
Infatti, è ovvio che SE uno riuscisse a risolvere i problemi da solo, ne uscirebbe meglio, MA purtroppo ci sono casi, vicende, e caratteri dove ciò non è possibile, e allora è necessario tutto l'aiuto possibile !

Dire che " a tizio è successo peggio e ora sta bene..." o "caio l'ha superata senza aiuto e ora è più forte" a volte può portare la persona interessata a sentirsi ancora più inadeguata a se stessa e depressa più di quanto non sia ... QUESTO E'UN QUALCOSA CHE NON DEVE ACCADERE!!!!

Quando ci vogliono aiuto e professionisti, va fatto !!!!
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Ultima modifica di il menne : 18-04-2008 alle 14:27.
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Old 18-04-2008, 14:12   #60
clasprea
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Inoltre credo che si debba far di tutto per farla stare meglio, visto che in mezzo ci sono anche le altre due sorelle, specialmente la piccolina, se vede la "nuova mamma" più serena sicuramente ne sarà sollevata anche lei.

Mi sembra una cosa davvero importante
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