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#10501 | |
Senior Member
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Cmq ho preso l'80gb per usarlo, 25gb da sacrificare mi sembrano un po troppi.
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#10502 |
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hehhe stasera ho implementato il raid 0.....dovreste vedere i tempi di caricamento....
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#10503 | |
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#10504 | |
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#10505 | |
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#10506 |
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OT
Raid 0? ne ho sempre sentito parlare, ma mi dite cosa serve? solo la scheda madre che lo supporta o serve anche l'HDD apposito? (non nemmeno come si faccia o cosa sia..) grazie
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#10507 |
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#10508 | |
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![]() Redundant Array of Inexpensive Disk Tecnologia RAID L'acronimo RAID è ormai entrato nel linguaggio comune ma spesso se ne parla a sproposito o lo si cita per promettere chissà quali prestazioni a beneficio dei molti che si accontentano di un approccio superficiale e per "sentitro dire" che non si adatta alle finalità di divulgazione che il nostro sito vuole darsi. Ma bando alle ciance e veniamo a noi. La sigla RAID nel significato attuale è formata dalle iniziali di Redundant Arrays of Independent Disks. Letteralmente Schiere Ridondanti di Dischi Indipendenti. Detta così la cosa appare alquanto fantasiosa e dal significato oscuro. E' necessario approfondire la cosa per saperne di più! La storia del RAID inizia molti anni fa. Precisamente nel 1987 quando tre brillanti ricercatori americani ( tanto per cambiare! ) della California University a Berkeley, Patterson, Gibson e Katz, pubblicarono uno studio denominato "A case for Redundant Arrays of Inexpensive Disks", da ciò la sigla originaria di RAID, nel quale definirono 5 modi diversi di gestione di gruppi di hard disks (i cosiddetti disk array che per brevità e convenzione chiameremo d'ora in avanti semplicemente array), assegnando un numero a ciascuno di essi, da 1 a 5. Nel 1989 poi, gli stessi autori definirono altri due tipi di modalità di gestione degli array: il RAID 0 e il 6. Le differenze tra l'uno e l'altro tipo ne determinano l'uso e le performance. Le ragioni che spinsero alcuni ricercatori ad intraprendere studi sul modo di gestire gruppi di hard disks sono presto dette. 25 anni fa un hard disk da 100 Mb, generalmente usato nei PC dell'epoca, aveva un costo per Mb molto inferiore rispetto a quelli di grande capacità ma prestazioni velocistiche non molto inferiori. Per esempio un hard disk da 7.500 Mb costava circa 100.000 $. Perciò trovare un modo di gestire gruppi di hard disks di piccola capacità in modo da emulare hard disk di grande capacità rappresentava un'alternativa economicamente molto interessante all'uso di singoli dischi di grande capacità ma altissimo costo. L'ostacolo principale a cui i ricercatori dovettero far fronte era l'affidabilità degli array di dischi. In un array composto ad esempio da 100 dischi da 100 Mb, considerando che la vita media di un singolo hard disk da 100 Mb si aggirava sulle 30.000 ore, si sarebbe guastato un hard disk ogni 12 giorni. Bella fregatura! La soluzione a ciò fu l'introduzione di adeguate tecniche di protezione dei dati costituite da ridondanza (cioè più copie di essi ) e controlli di errore di varia natura. Per fortuna l'evoluzione tecnologica ha introdotto hard disks sempre più affidabili e veloci, tanto è vero che oggi i migliori HD SCSI arrivano a vite medie dell'ordine del milione di ore a tutto vantaggio dell'affidabilità degli array così formati. Ma veniamo alla descrizione delle tecniche utilizzate per gestire gli array nelle varie tipologie di RAID. RAID 0 : Denominato anche disk striping. E' stato denominato RAID solo per comodita' di denominazione poiché non offre alcuna delle garanzie di protezione dei dati tipica dei sistemi RAID. Infatti i dati sono distribuiti su tutti i dischi dell'array in sequenza ciclica e non c'è alcun dato di verifica. Il numero dei dischi richiesti per formare un array in RAID 0 è pari al numero dei dischi disponibili per l'archiviazione dei dati che chiameremo da qui in avanti con la lettera N. Perciò, dischi richiesti = N. Con questo sistema la capacità del disco virtuale che il sistema di gestione rappresenta al sistema operativo è pari alla capacità complessiva dei dischi che formano l'array. Questo sistema di gestione pur non garantendo alcun tipo di protezione dai guasti pur tuttavia ha dei pregi indiscutibili. Un'alta capacità e velocità di trasferimento dati sia in lettura che in scrittura. In pratica i dati sono gestiti in questo modo considerando uno stripe ( striscia di sequenza di dati ciclica) da 12 blocchi dati: ![]() Come è possibile evidenziare dalla tabella, i dati sono visti in sequenza dal sistema operativo mentre nella realtà sono distribuiti in strisce ( stripes) consecutive sui dischi dell'array, senza alcuna ripetizione o metodo di controllo di errore. Gli stripes quindi sono le strisce di sequenze di dati cicliche che costituiscono il sistema di partizionamento dei dati attraverso il quale i gruppi di dischi costituenti l'array vengono gestiti. Nella tabella di esempio sopra allo stripe abbiamo attribuito la grandezza di 12 blocchi dati, perciò più stripe consecutivi, in questo caso da 12 blocchi ciascuno, costituiscono il sistema attraverso il quale viene gestito l'array. Il sistema operativo invece vede virtualmente un unico hard disk complessivo senza evidenziare il complesso sistema di gestione che c'è dietro. Quest'ultima è la caratteristica comune di tutti i sistemi RAID. RAID 1: Detto anche Mirroring. In questo caso tutti i dati sono replicati su N dischi separati. Generalmente N vale 2. In pratica i dati sono scritti replicandoli tante volte quanti sono i dischi N. Se N vale 2 i dati saranno scritti 2 volte. Ciò comporta logicamente una maggiore velocità in lettura rispetto a quella del singolo disco componente, simile a quella del disco singolo invece la capacità in scrittura. La struttura degli array in RAID 1 quindi sarà la seguente con N= 3 dischi: ![]() Tale struttura in pratica corrisponde ad un backup automatico dei dati ripetuto su N dischi. Il sistema di sicurezza dei dati è costituito dalla semplice ridondanza di essi replicati su N dischi. Nell'esempio di cui sopra i dischi 1, 2 e 3 contengono gli stessi dati che sono visti dal sistema operativo come un singolo disco virtuale di capacità pari a quella del singolo disco. RAID 2: In questo sistema l'array è costituito da un insieme N + m di dischi dove i dati sono distribuiti su N dischi ed i dati di verifica in codice Hamming sono scritti su m dischi il cui numero dipende da N. Più dischi dati N ci saranno e maggiore sarà il numero m di dischi di verifica. Le informazioni di verifica in codice Hamming corrispondono come funzionamento al sistema di controllo della parità su 2 bit delle memorie ECC utilizzate su server e workstation. In questo sistema i dati sono distribuiti byte per byte sui dischi dell'array, aggiungendo un numero sufficiente di check disk contenenti i bit di controllo necessari per correggere singoli bit errati nei dati. Ogni 10 dischi di dati occorrono con questo sistema 4 dischi di checking. L'accesso ai dischi è di tipo parallelo perché gli stripes sono distribuiti sequenzialmente sui vari dischi dati perciò tale sistema potrebbe essere utilizzato solo per archiviare grossi file in sequenza e non per gestire archivi di database o in genere in ambiente transazionale con piccoli accessi indipendenti di I/O. Nella realtà tale sistema non è stato applicato poiché visto che l'unità minima di trasferimento è di un settore pari a 512 byte la sua applicazione avrebbe richiesto appositi hard disk che non esistono in commercio. RAID 3: Sistema a trasferimento parallelo con parità. Praticamente simile al RAID 2 con la sola differenza che i dati di verifica del controllo di parità sono scritti su un solo disco di checking. Perciò la struttura tipica di un array in RAID 3 sarà costituita da un numero di dischi pari a N+1. Cioè un disco di controllo ogni N dischi dati. Tale struttura assicura la più alta capacità di trasferimento di grosse quantità di dati in I/O tra i vari tipi di RAID ed una capacità di far fronte a piccole richieste di I/O circa doppia rispetto a quella del singolo disco. La struttura tipica dell'array in RAID 3 è quindi la seguente con N=3 il numero totale dei dischi necessari sarà di 4 (N+1): ![]() In questo caso ogni stripe è composto da 3 blocchi dati + 1 di controllo di parità. Nella tabella sono quindi riportati 4 stripes ognuno avente struttura = (blocchi dati x,y,z + controllo parità x,y,z). Come nel RAID 2, anche nel 3 abbiamo un accesso parallelo ai dischi. Quindi la gestione degli array in RAID 3 è destinata ai supercomputer che gestiscono grossi file infatti la capacità di trasferimento di grosse quantità di dati è la più alta dei vari tipi di RAID. Non così è per le applicazioni transazionali tipo database che richiedono pic-cole richieste di I/O infatti in questo caso tale tipo di operazione richiede circa il doppio del tempo che nel disco singolo. Purtroppo gli hard disks moderni non supportano più il funzionamento in sincronismo neces-sario al funzionamento in accesso parallelo tipico di questo sistema. Perciò chi pensasse di utilizzare questo sistema al giorno d'oggi andrebbe incontro ad una cocente delusione perchè i tempi morti necessa-ri all'accesso ai vari dischi senza sincronia annullerebbero tutti i vantaggi di tale gestione. RAID 4: Dati distribuiti in stripes sequenziali e dati di verifica di parità su un solo disco di checking. Il numero di dischi necessario alla gestione di un array in RAID 4 è pari ad N+1. Un disco di controllo ogni N dischi di dati. Abbiamo visto finora che il difetto principale dei RAID 2 e 3 è quello della necessità di accesso parallelo e contemporaneo ai dischi dell'array. Superare questo handicap per estendere l'uso della gestione multidisco anche al campo delle applicazioni di tipo transazionale ( database e server ) con sufficiente convenienza in termini di velocità e facilità è il passo successivo nella definizione di sistemi RAID. Nel RAID 4 infatti si utilizza uno striping che anziché trasferire solo un bit o un byte singolo per disco, trasferisce più byte in modo da completare l'intero record della transazione. Quindi si perde la velocità caratteristica del distribuire i dati simultaneamente in parallelo sui dischi ma si guadagna nella possibilità di effettuare accessi contemporanei accessi in I/O sui dischi. I dati di verifica sono scritti su un disco a parte che funziona da check disk. Il controllo di parità è più semplice poiché i dati da verificare sono scritti di seguito su un solo disco invece di essere sparsi byte per byte su vari dischi come nei RAID 2 e 3. Non sono però tutte rose e fiori. Infatti se da una parte una operazione in lettura richiede un solo accesso ai dischi, una scrittura richiede ben 4 accessi. Lettura dei dati vecchi, scittura dei dati nuovi, lettura dei dati di controllo vecchi, scrittura dei dati di controllo aggiornati. nella pratica la gestione in RAID 4 può essere così rappresentata con N=3 sono necessari 4 dischi: ![]() Nell'esempio è riportato un intero stripe composto da 12 blocchi dati e 4 controlli. Infatti in questa codifica i dati sono scritti di seguito a completare un record così come i dati di controllo che sono scritti sul disco di checking. A rovinare ancora di più le prestazioni di una gestione in RAID 4 concorre ancora un aspetto molto importante di questo tipo di gestione dell'array: se da un lato in lettura si raggiungono velocità notevoli di trasferimento dati grazie allo sfruttamento dell'accesso simultaneo e parallelo ai dischi, in scrittura questa caratteristica non può essere sfruttata. Infatti la separazione del disco di checking dagli altri comporta il dover procedere ad una singola scrittura alla volta ed aggiornare ad ogni singola scrittura i dati di controllo. Una limitazione così forte alla velocità ha comportato il mancato utilizzo pratico di questo tipo di gestione dell'array. RAID 5: Il limite in scrittura della gestione dei dischi in RAID 4 è stata superata con la definizione del RAID 5 che modifica il sistema di archiviazione dei dati di controllo. Infatti nel sistema in RAID 5 i dati di verifica sono anch'essi distribuiti sui vari dischi di seguito ai dati normali senza un disco dedicato esclusivamente ad essi anche se di fatto è necessaria l'equivalente presenza di un disco in più per gestire un array in RAID 5. Anche per il RAID 5 infatti sono necessari alla gestione di un array N+1 dischi. Praticamente i dati vengono così gestiti: ![]() Nella tabella sono riportati 4 stripe di dati composti da dati e controlli scritti di seguito distribuiti sui 4 dischi componenti dell'array che risulta così ad accesso indipendente con le informazioni di parità scritte e leggibili nella stessa operazione di scrittura o lettura essendo poste subito dopo i dati alle quali si riferiscono. Si raggiungono così velocità più che soddisfacenti anche in ambiente transazionale tipico dei server tanto è vero che il RAID 5 è la configurazione tipica in questo campo. RAID 6: Nel 1989 la scarsa affidabilità degli hard disks dell'epoca spinse i ricercatori a definire un sesto sistema di gestione degli array chiamato RAID 6. Si tratta di una versione del RAID 5 con un disco di controllo in più. In pratica i dati subiscono due tipi di controllo diversi ed indipendenti perciò lo spazio destinato alla doppia verifica fa aumentare il numero dei dischi necessari alla costituzione dell'array. Tipicamente N + 2. Col tempo però l'affermarsi sul mercato di hard disks sempre più affidabili ha fatto venir meno la convenienza dell'utilizzo della gestione in RAID 6 a vantaggio di quella in RAID 5. Dalla definizione letteraria dei sistemi di gestione degli array passiamo adesso alla realtà di oggi di questo tipo di tecnologia. Il passare del tempo accompagnato dall'evoluzione tecnologica ha provocato la selezione naturale dei sistemi di gestione degli array attraverso la creazione di sistemi combinati ibridi di gestione. Tanto è vero che oggi piuttosto che tendere a gestire array di numerosi dischi si tende alla gestione di array di array di dischi. Si assiste infatti alla coesistenza di due essenziali classi che mescolano tra loro una gestione RAID interna ai singoli array e una gestione RAID di array di array: Striped Array of Mirrored Array e Mirrored Array of Striped Array. Nel primo caso chiamato per brevità stripe of mirror si tratta di array gestiti in RAID 0,3 o 5 i cui componenti sono a loro volta array gestiti in RAID 1. Nel secondo viceversa si tratta di array gestiti in RAID 1 i cui componenti sono array gestiti in RAID 0,3 o 5. Logicamente per la struttura stessa che presentano i primi garantiscono un livello di sicurezza più alto rispetto ai guasti. Come si vede c'è una certa varietà di sistemi e combinazioni di sistemi a complicare il panorama in esame. Ci vuole qualcuno che provveda a riordinare tutto ciò. Questo qualcuno esiste ed anche da parecchi anni.Infatti il caos che regnava sin dagli albori dell'applicazione di tale tecnologia è stato superato mediante la creazione di un'authority di tipo consultivo creata dai maggiori produttori mondiali: il RAID Advisory Board . Il primo atto di tale authority è stato quello di definire il nome esatto di questa tecnologia che dalla sigla proposta dai suoi creatori derivata dal titolo della loro pubblicazione dell'87 è stata trasformata cambiando la I da iniziale della parola Inexpensive a quella della parola Independent. Poi attraverso la pubblicazione del RAID Book, il testo di riferimento in materia, è stato provveduto alla classificazione standard dei sistemi RAID valida per tutti che corrisponde alla classificazione da noi riportata. Altro compito ma non meno importante è la certificazione di disponibilità e sicurezza dei dati EDAP( Extended Data Availability and Protection) rilasciata da tale authority ai vari produttori relativamente ai vari loro prodotti. Tale certificazione tiene conto di vari parametri ed attraverso l'analisi approfondita di ogni sistema ne decreta la classificazione secondo tre livelli di sicurezza crescenti: 1) FRDS Failure Resistant Disk System normal e plus; 2) FTDS Failure Tolerant Disk System normal, plus e plus plus; 3) DTDS Disaster Tolerant Disk System normal e plus. Come abbiamo visto il panorama dei sistemi di gestione dei dischi con modalità RAID è complesso e variegato con implicazioni economiche enormi. La gestione degli immensi database necessari alle applicazioni in campo meteorologico, grafico, scientifico non avrebbe avuto gli attuali sviluppi senza la creazione di questa tecnologia. Neanche i super computer da milioni di megaflops al secondo potrebbero gestire la loro fame di dati senza le capacità di trasferimento garantite dalla gestione RAID dei dischi. Questa in definitiva costituisce un baluardo indispensabile per la moderna scienza dell'informazione. Copyright © 2001-2004 PC - Overclock XP (Claudio Finizio).
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#10509 |
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naturalmente hai bisogno di un controller dei dischi che implementi questa funzione; oggi ormai tutte le schede madri dalla fascia media in su ne hanno uno integrato che permette di creare raid 0 o 1 du dischi Serial ATA....
In ambito workstation o server si utilizzano controller dedicati con quantitativo di ram variabile e architettura SCASI.
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#10510 |
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Cmq raga non riesco a giocare offline.
MI dice questa operazione non può essere completata quando steam è offline. Nelle impostazioni non è abilitato il 'non salvare sul pèrofilo su questo computer'. Come se fa? ![]()
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#10511 | |
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#10512 | |
Senior Member
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#10513 | |
Senior Member
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se si stacca il connettore dal pc e poi prova... |
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#10514 |
Senior Member
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il Raid NON puo' essere implementato su un singolo disco! non ha senso, forse non avete letto attentamente....
devi avere 2 HD identici per implementare il Raid 0, quando lo implementi e crei il volume raid perdi tutti i dati su entrambi gli hd... poi hai il controller raid sulla tua mainboard? comunque non è un operazione così semplice...
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#10515 |
Senior Member
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per quanto riguarda le partizioni non hai ben chiara la situazione: le partizioni sono un altra cosa rispetto al Raid, tu (come ho fatto io) puoi creae un Raid 0 (2hd che vengono visti dal sistema operativo come uno solo) e poi suddividere il volume raid in piu' partizione, altrimenti sono ingestibili 400 gb in un'unica partizione...
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#10516 |
Senior Member
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e poi c'è il rischio che se si rompe l'array col RAID 0: patatrack perdi tutti i dati!
![]() cmq non andiamo troppo OT ragazzi ![]() |
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#10517 |
Senior Member
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Fine OffTopic RAID !
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#10518 | |
Senior Member
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Non è Redundant Arrays of Inexpensive Disks? io l'ho sempre saputa così! |
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#10519 |
Senior Member
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Inexpensive ????
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#10520 | |
Senior Member
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Cmq dopo aver passato una scansione con antivir e fatto la deframmentazione di entrambe le partizioni (la partizione del s.o non me la completa) rimane cmq quasi impossibile da giocare per via dei caricamenti lunghi e lo swap che oltretutto sembra sia provocato dalla scheda audio. Penso mi convenga aspettare il sistema nuovo.
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