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Destiny Rising: quando un gioco mobile supera il gioco originale
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Old 25-03-2008, 09:41   #1
sempreio
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Città: spero ancora per poco in italia
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finalmente primeggiamo in qualcosa!




L’identikit Giovani, colti, appartengono alla classe media ( )
I nuovi turisti del sesso
Gli italiani in testa alle classifiche. Ottantamila l’anno in cerca di minorenni



È giovane, ha poco meno di 30 anni. È tecnologico, scivola nei meandri della Rete come un pesce dentro l’acqua. È di cultura media, non necessariamente con un reddito alto, e ama visitare un po’ tutto il mondo, dal Kenya alla Colombia, dalla Cambogia all’Ucraina. Ed è, sempre più spesso, italiano.

Il nuovo identikit del «turista sessuale con minori » — definizione giuridicamente asettica, che cela l’orrore di due milioni di piccole vite violentate e spezzate per sempre — è un pugno nello stomaco del nostro Paese. Sono oltre 80.000 i viaggiatori che ogni anno lasciano la Penisola per andare a caccia di sesso proibito, con bambini e adolescenti; non solo pedofili (il 3% del totale), ma soprattutto uomini e donne normali. Lo dicono i dati raccolti dall’Ecpat (End Child Prostitution, pornography And Trafficking in children for sexual purposes), una rete internazionale di Ong presente in 70 Paesi. In Italia, Ecpat è attiva dal 1994 (www.ecpat.it). Nel 1998 le sue azioni di lobbying hanno contribuito alla nascita della legge 269 (poi migliorata dalla 38/06), che combatte lo sfruttamento di prostituzione, pornografia e turismo sessuale a danno dei minori, anche quando il fatto è commesso all’estero; è grazie a questa normativa che nel marzo 2007 il veronese Giorgio Sampec è stato condannato a 14 anni di carcere, e nel settembre scorso, a Trento, un 55enne è finito in manette per aver commesso atti sessuali con ragazzine thailandesi e cambogiane tra i 12 e i 16 anni. Nel 2000, infine, Ecpat ha promosso il «Codice di condotta dell’industria italiana del turismo».

Ma nella primavera 2008, per Ecpat Italia è di nuovo allarme rosso. «Negli ultimi anni— spiega il presidente, l’avvocato Marco Scarpati—l’italiano ha scalato pesantemente i primi posti di questa terribile "classifica": se prima in alcuni Paesi eravamo fra le prime 4-5 nazionalità, oggi siamo i più presenti in Kenya (il 24% dei clienti di prostituti/e minorenni è italiano, contro il 38% di "locali"), Repubblica Dominicana, Colombia...». La soglia di attenzione si alza, e si abbassa l’età del turista sessuale, «che non corrisponde più al cliché del "vecchio ricco e bavoso". La media è intorno ai 27 anni, i low cost permettono di spostarsi di più, il Web consente di gestire tutto da soli e di oltrepassare le "dighe" che avevamo cercato di erigere a difesa di questi ragazzi». Come gli accordi con catene alberghiere e tour operator, che in alcuni Paesi vietano l’ingresso in hotel ai minori non accompagnati da un genitore o un tutore. O le alleanze con i tassisti, sguinzagliati a «controllare» i predatori di bambini. «Ma oggi il turista sessuale sa come trovare un autista clandestino, alberghi "senza stelle" e senza formalità, contatti locali che lo aiutino a "cavarsela" in caso di denuncia...». E i nuovi territori di caccia si spingono in luoghi lontani e quasi dimenticati: in Mongolia, per dire, una segnalazione ad Ecpat Italia «ha rivelato l’esistenza di tour operator che organizzano viaggi a sfondo sessuale, presentandoli come battute di pesca sportiva». Tutto online, sfuggente, inafferrabile; intercettare i flussi è complicato e costoso, il materiale si scambia in siti peer-to-peer che come garanzia per l’ingresso richiedono foto del «candidato » impegnato in situazioni hard con minori.

Dai dossier di Ecpat, nati da indagini sul campo e dossier medici, interviste a beach boys e giovanissime jineteras («i ragazzi in genere sono più grandicelli, dai 13 ai 18, per le bambine la fascia è 11-15 anni»), affiora il ritratto «di un italiano turista del sesso che in Kenya, ad esempio, una volta su 2 non vuole il profilattico. In molti poi filmano gli incontri, anche con il cellulare, e li mettono in Rete». C’è poi il mondo inesplorato del turismo sessuale femminile, «fatto di donne dal reddito e livello culturale alti; le mete? Kenya, Gambia, Senegal, ma anche Cuba, Brasile, Colombia». Da parte sua, Ecpat non sta con le mani in mano: ci sono i progetti di cooperazione e i centri di recupero nei Paesi a rischio (tra gli ultimi nati, quello in Bulgaria, «ci arrivano bambini che hanno avuto fino a 6.000 "clienti" l’anno»), formazione congiunta per poliziotti italiani e stranieri, progetti di campagne sociali («se l’età del turista sessuale è calata in modo così drammatico, questo significa che la prevenzione, qui, va fatta sin dall’adolescenza»). Perché l’Italia, Paese d’origine di tanti predatori del sesso, è anche in prima fila tra chi li combatte: «Come finanziamenti governativi, siamo al primo posto in Europa e sul podio mondiale. Un impegno costante, dal 2000 ad oggi», conferma Scarpati. L’appuntamento, ora, è per il III Congresso mondiale contro lo sfruttamento sessuale dei minori, organizzato da Ecpat, Unicef e Ong per la Convenzione dei diritti dell’Infanzia. Luogo: Rio de Janeiro. Data: dal 25 al 28 novembre prossimi. L’Italia, anche stavolta, ci sarà.

Gabriela Jacomella
25 marzo 2008


«Dormo sulla spiaggia, qui arrivano clienti»
Josìa, dodicenne a Santo Domingo, dove la prostituzione è alla luce del sole

DAL NOSTRO INVIATO
SANTO DOMINGO (Repubblica Dominicana) — «La notte, quando non piove, dormo con gli altri sulla spiaggia, sotto le palme. Ogni tanto qualche turista ci avvicina nel buio. Che cosa vuole da noi? Rapporti orali, sexo por atrás». Josìa ha occhi verdi e capelli scoloriti dal sole, il sopracciglio tagliato da una cicatrice, «una manganellata della polizia », dice. Josìa vive sulle strade di Boca Chica, si porta indosso tutto ciò che possiede: un paio di pantaloncini da basket infilati sui jeans, una t-shirt lisa, in tasca una moneta da 25 pesos, meno di un dollaro. Josìa parla di sesso anale («por atrás») con l’indifferenza di chi nella vita ha già provato molto. Josìa ha 12 anni.

I Bimbi Sperduti di Santo Domingo dormono sulle sabbie immacolate di un’Isola- che-non-c’è: quella dei resort a 5 stelle e dei viaggi all inclusive, dove il ritmo del merengue scandisce giornate fatte di sole, mare e piña colada. Un’isola che esiste per i 4 milioni di stranieri che ogni anno sbarcano nei suoi aeroporti, ma non per gli 8,9 milioni di abitanti di un Paese che vanta l’11˚ posto nella classifica mondiale della disoccupazione, un Pil pro capite di 8.220 dollari (contro i 28.530 italiani), il 40% della popolazione di età inferiore ai 15 anni. I bambini vittime di sfruttamento sessuale sono almeno 35mila, chiunque può portarseli a letto per un pugno di dollari, dai 10 ai 30 dicono le stime. Per un turista, il prezzo di una cena. Per un dominicano, la paga di una settimana.

Sulla spiaggia di Las Terrenas, nel nord della penisola di Samanà, si sente parlare quasi solo italiano. Giovani coppie con figli, comitive di pensionati, villette immerse nel verde. Nessuno sembra far caso al turista sessantenne che amoreggia con due ragazzine, a mollo nell’acqua trasparente. Abbracci, carezze, baci appassionati. I costumi scollati rivelano seni inesistenti, i fianchi sono appena pronunciati. Non hanno più di 14 anni. A Boca Chica, nel sud del Paese, l’ora dello «struscio » scatta alle 7, quando il buio cala su sdraio e ombrelloni. Davanti ai pub di Calle Duarte sfrecciano i motorini. A bordo, turisti di mezza età che rallentano di fronte alle dodicenni in minigonna ferme sui marciapiedi. Niente bordelli in stile Bangkok: qui il mercato della carne avviene alla luce del sole, senza pudori o sensi di colpa; per il gruppo di trentenni romani alle prese con un cuba libre al bancone del bar, l’adolescente con le treccine che si lascia accarezzare le gambe con sguardo assente è solo un piacevole elemento d’arredo.

Del resto, l’all inclusive è la formula che, da queste parti, va per la maggiore. «I turisti valutano le opportunità: ci sono la barriera corallina, la Zona Coloniál (il centro storico di Santo Domingo, patrimonio dell’umanità, ndr)... e poi, perché no, si può fare sesso con minorenni», commenta amara Maria Elena Asuad, che per l’Unicef segue i progetti di contrasto allo sfruttamento sessuale dei minori nella Repubblica. «Quando si parla di questo problema, il focus è sempre sull’Asia. Ma oggi le rotte si sono spostate». Le nazionalità «sotto accusa»? Sempre quelle, in ogni angolo dell’isola: Italia, Germania, Francia, Canada. Qualche svizzero, pochi americani. Da Puerto Plata a Boca Chica, Punta Cana, Samanà: «Tutti i luoghi dove c’è una spiaggia e un intorno urbano sono a rischio», spiega Camilo Medina, della Fondación Azúcar. Nella sede scalcagnata dell’associazione, a Las Terrenas, gli scaffali sono carichi di fascicoli su casi di violenza a danno di minori; a farla da padroni sono i «turisti della seconda casa, che stanno qui 3-4 mesi, stabiliscono un rapporto di fiducia con la famiglia... Ma denunciarli è quasi impossibile: se la legge (la 136/2003) è buona, le politiche di attuazione sono inefficienti». Perché per un arresto servono le prove. E prima ancora, una denuncia. «Ma guardi che qui le ragazze si sviluppano presto — sbotta Nathalie, una francese sui 35 anni che a Las Terrenas gestisce un’agenzia turistica —, sono loro che si offrono ai turisti...». «Un ex diplomatico italiano —ricorda la Asuad— mi disse: meglio, così gli danno qualche soldo per mangiare, no?». In Calle del Carmen i bambini giocano nei canali di scolo, le strade sono fiumi di fango, le baracche si appoggiano esauste alle recinzioni di ville hollywoodiane. Una ragazzina in tacchi alti e hot pants candidi aspetta nel buio.

A Santo Domingo, le statistiche dicono che la clientela dei «baby prostituti» è in maggioranza nazionale. A Boca Chica, l’associazione Caminantes accoglie i niños de la calle fuggiti da un padre stupratore, una madre prostituta. «Ma qui vediamo uomini camminare per il barrio sventolando mazzette di euro, resort dove le turiste si portano in camera ragazzini di 14-16 anni — racconta la responsabile, Denisse Pichardo —. È inutile: lo straniero che viene qui lo fa per il sesso. Per i responsabili del settore, l’85% dei turisti sono famiglie; ma lo chieda ai dipendenti, cosa capita nelle stanze...». Quanto a quello, basta sfogliare le pagine del Listín Diario: «In un hotel di Boca Chica hanno scoperto un turista che realizzava pellicole porno con minori », ricorda il caporedattore Tomás Aquino Méndez. Dieci anni fa, stesso luogo, un italiano è stato ucciso da un 13enne che imbottiva di droga, filmando gli abusi. «Dopo sei anni di galera è venuto da noi. Completamente impazzito », dice Denisse.

Allo scalo internazionale Las Américas, chi sbarca è accolto da un cartello: «L’uso di minori per prostituzione e pedopornografia è punito con il carcere (fino a 10 anni) e multe (fino a un milione di pesos)». È uno dei risultati del lavoro della Commissione interistituzionale contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori (che riunisce governo e Ong, Unicef e Ilo, associazioni del turismo, polizia...). I fronti aperti sono molti, dalla campagna realizzata con Unicef, Ecpat e cooperazione italiana alle 9 «case di accoglienza » per minori a rischio, alle convenzioni con hotel e guide turistiche. Perché «l’abuso sessuale è un crimine. Ignorarlo pure», ricorda uno spot in tv. Alle 19.30, ai tavolini del Café Las Flores, in piena Zona Coloniál, un americano sui 65 anni, occhialini dorati e barba da Babbo Natale, circonda con un braccio la vita di una ragazzina di 14, forse 15 anni. Il flusso di turisti prosegue oltre, lo sguardo fisso sui negozietti di sigari e souvenir.

Gabriela Jacomella
25 marzo 2008
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Old 25-03-2008, 10:00   #2
dasdsasderterowaa
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Che schifo
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Old 25-03-2008, 10:29   #3
loreluca
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Se riaprissero le case chiuse in Italia sarebbero tutti (molti quantomeno) soldi che non andrebbero all'estero...
d'altronde la prostituzione c'è sempre stata, perché non legalizzarla?
__________________
-- LucaLore --
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Old 25-03-2008, 10:39   #4
igiolo
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Se riaprissero le case chiuse in Italia sarebbero tutti (molti quantomeno) soldi che non andrebbero all'estero...
d'altronde la prostituzione c'è sempre stata, perché non legalizzarla?
Il problema,CAXXO,è che siamo in italia,e quindi la cosa (di per se delicata,vedi tratta delle persone,sfruttamento ecc) verrebbe gestita MALISSIMO.
ma di per se sarebbe gran cosa..
__________________
..frengaaa..dov'è l'asciugamano FRENGA!!??..hihi..
Ah ecco..
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Old 25-03-2008, 10:49   #5
Deuced
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Se riaprissero le case chiuse in Italia sarebbero tutti (molti quantomeno) soldi che non andrebbero all'estero...
d'altronde la prostituzione c'è sempre stata, perché non legalizzarla?

perché qui parliamo di bambini?Vogliamo legalizzare anche la pedofilia?
Deuced è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 25-03-2008, 10:58   #6
sempreio
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Se riaprissero le case chiuse in Italia sarebbero tutti (molti quantomeno) soldi che non andrebbero all'estero...
d'altronde la prostituzione c'è sempre stata, perché non legalizzarla?
quoto Deuced che cosa centra la prostituzione
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Old 25-03-2008, 11:21   #7
scorpionkkk
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Città: Roma
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e te pareva che non c'era la rete di mezzo.........
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Old 25-03-2008, 11:28   #8
gabi.2437
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Tutta colpa di internet e dei videogiochi

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Old 25-03-2008, 11:59   #9
loreluca
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perché qui parliamo di bambini?Vogliamo legalizzare anche la pedofilia?
Coi minorenni è logico che sia illegale... Ma sono convinto che se legalizzassero la prostituzione qua, i casi di turismo sessuale scomparirebbero quasi...
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-- LucaLore --
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Old 25-03-2008, 12:01   #10
lowenz
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Old 25-03-2008, 12:01   #11
lowenz
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Originariamente inviato da loreluca Guarda i messaggi
Ma sono convinto che se legalizzassero la prostituzione qua, i casi di turismo sessuale scomparirebbero quasi...
Questo articolo scopre un fenomeno vecchio di ALMENO 5 anni, e non è certo la legalizzazione della prostituzione che evitarebbe ai giovani di cercare le ragazzine/i.

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La media è intorno ai 27 anni, i low cost permettono di spostarsi di più, il Web consente di gestire tutto da soli e di oltrepassare le "dighe" che avevamo cercato di erigere a difesa di questi ragazzi
lowenz è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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