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Senior Member
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Biocarburante, l'allarme dell'Onu
ROMA - Aveva ragione Fidel Castro e torto George Bush: la corsa al granturco per produrre ecobenzina colpisce drammaticamente i poveri. A dirlo, ora, è l'Onu. "Un crimine contro l'umanità" l'ha definita Jean Ziegler, l'inviato speciale Onu per "il diritto al cibo".
Una definizione di una violenza insolita, studiata, probabilmente, per catturare i titoli dei giornali e attirare l'attenzione sugli effetti che l'impennata dei prezzi agricoli - determinata, almeno in parte, dal boom dell'etanolo - sta avendo sui paesi più poveri, dove anche limitate oscillazioni dei prezzi del cibo possono spostare il confine della fame. I dati del Fondo monetario internazionale confermano, infatti, che, in media, nel mondo, i prezzi del cibo hanno subito una brusca accelerazione: rispetto all'anno precedente, nei primi quattro mesi del 2006 l'aumento risultava del 3%. Nei primi quattro mesi del 2007 è stato del 4,5%. Ma questa è una media mondiale. Nei paesi emergenti, la cosiddetta inflazione alimentare è stata del 9%. Ma non basta questo scarto a spiegare perché il dramma del rincaro del cibo si concentri sui paesi più poveri. Più una società è povera, infatti, più alta è la quota di spesa destinata agli alimenti. Un consumatore americano spende il 10% del suo budget quotidiano per mangiare. Un cinese il 30%. Nell'Africa subsahariana il 60%. E, per questo motivo, gli effetti si irradiano in modo diverso sul complesso dell'economia: mentre nei paesi industrializzati, il rincaro degli alimentari, dice sempre il Fmi, non sembra avere effetti visibili sull'inflazione generale, in paesi come Brasile e Cina comporta un'accelerazione di mezzo punto. In Tanzania e Uganda di quasi un punto. Come se non bastasse, a scavare un solco fra fortunati e meno fortunati c'è il fatto che alcuni paesi guadagnano dal rincaro delle derrate alimentari: Argentina, Bolivia, Cile, come anche Sud Africa, Namibia, Swaziland hanno beneficiato dell'aumento dei prezzi, perché esportano derrate alimentari. I paesi perdenti sono quelli che importano e, spesso, sono anche i più poveri: Ghana, Niger, Bangladesh, oltre a Cina e Medio Oriente. Insomma, il rincaro dei generi alimentari colpisce tutti, ma in misura sproporzionatamente più alta i paesi più poveri. È tutta colpa dell'etanolo? In realtà, l'attuale impennata dei prezzi - soprattutto dei cereali - è il frutto anzitutto di alcune annate di cattivi raccolti, per via della siccità. Ma l'ira di Ziegler si spiega con il fatto che, mentre con i disastri naturali si può far poco, la corsa all'etanolo - che dell'attuale aumento dei prezzi è una componente - è una decisione politica. Nel caso specifico, della politica americana, determinante, perché gli Usa sono il maggior esportatore agricolo al mondo e, da soli, rappresentano il 70% dell'export mondiale di granturco, un alimento centrale anche per i mangimi animali. Nei mesi scorsi, la Casa Bianca ha scelto di incentivare massicciamente l'utilizzo del granturco per biocarburanti. In parte, per aggirare la necessità di provvedere con altre misure di risparmio all'emergenza petrolio. In parte, per conquistare i voti del Middle West (ciò che renderà assai difficile rovesciare questi incentivi, dato il peso che la "Corn Belt", gli Stati della cintura del granturco, hanno nel panorama elettorale americano). Ma la decisione di Bush di quintuplicare l'obiettivo ufficiale di produzione di etanolo da granturco ha avuto un impatto devastante sui prezzi. La quotazione del granturco ha raggiunto record storici, di fronte alla nuova domanda. Contemporaneamente, aree sempre più vaste sono state destinate alla produzione di mais. È questo, specificamente, il "crimine contro l'umanità" di cui parla Ziegler: la sottrazione di preziosa terra arabile alla produzione alimentare, per destinarla ai carburanti. Man mano che la popolazione mondiale aumenta, infatti, la quantità di terra arabile a disposizione diminuisce: pro capite, è quasi dimezzata rispetto al 1970. La corsa all'etanolo rischia di strangolare questa risorsa: un recente studio calcola che, per aumentare la produzione di biocarburanti in misura sufficiente ad assicurare il 5% dei combustibili per il trasporto, occorrerebbe destinarvi il 15% del totale di aree coltivate. Probabilmente, è impossibile. Quasi certamente, sarebbe un disastro. Perché, in ogni caso, non ne vale la pena. L'errore più grave di Bush è aver puntato sul cavallo sbagliato: il futuro non è nell'etanolo da granturco. In uno studio diffuso la scorsa settimana, il Fmi mette a confronto benzina, gasolio e biocarburanti. Il costo di produzione della benzina (negli Usa) è di 34 centesimi di dollaro al litro. Solo l'etanolo derivato, in Brasile, dalla canna da zucchero costa di meno: 23-29 centesimi. E, infatti, a togliere ogni dubbio sui reali obiettivi degli incentivi per l'etanolo della Casa Bianca, l'etanolo brasiliano è pesantemente tassato alla dogana per renderlo non competitivo. L'etanolo da granturco costa, infatti, 40 centesimi al litro, notevolmente di più, dunque, sia della benzina, sia, soprattutto del concorrente brasiliano. Un discorso analogo vale per il biodiesel, su cui hanno puntato gli europei. Il gasolio costa 41 cents al litro, mentre il biodiesel da olio di colza ne costa 87. Solo un nuovo biodiesel (da una pianta indiana, la jatropha, coltivata apposta per biocarburante) potrebbe costare di meno di quello da petrolio. Questo maggior costo è giustificato dai benefici per l'ambiente? Non parrebbe, almeno per il granturco. Il guadagno, rispetto alla benzina normale, in termini di minori emissioni di Co2 è di meno del 20% per l'etanolo da granturco (del 91%, invece, per l'etanolo brasiliano). Questo non significa che i biocarburanti diversi da quello brasiliano siano un vicolo cieco. Ziegler, ieri, ha proposto una moratoria di cinque anni nella produzione agricola per etanolo, perché guarda alle prospettive di produzione non più dal frutto della pianta, come oggi, ma dagli scarti e anche dal riciclaggio della cellulosa. Viaggiare, dunque, con la benzina da rifiuti, salvaguardando la produzione agricola. L'etanolo prodotto in questo modo consentirebbe un risparmio dell'88% nelle emissioni di anidride carbonica e anche di moltiplicare l'efficienza energetica del combustibile. Il problema è che, oggi, l'etanolo prodotto in questo modo (soprattutto attraverso enzimi) costa ancora troppo: circa il doppio della benzina. Ma è la frontiera più vicina del dopo petrolio. (28 ottobre 2007) http://www.repubblica.it/2007/10/sez...e-crimine.html |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2005
Città: Napoli
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La maggior parte degli incrementi di prezzo è speculazione.
I criminali sono quelli che ci hanno speculato sopra.
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0 A.D. React OS La vita è troppo bella per rovinarsela per i piccoli problemi quotidiani... IL MIO PROFILO SOUNDCLOUD! |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2003
Messaggi: 369
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Non v'è dubbio: l'incremento dei prezzi non è assolutamente una conseguenza della questione dei biocarburanti.
Credo sia un'oltraggio all'intelligenza raccontare che la conversione di uno zerovirgola% dell'arabile mondiale coltivato a grano sia in grado di raddoppiarne il prezzo, peraltro in un mercato come quello degli ultimi anni. Detto ciò, ha ragione castro a dire che la conversione rischia di colpire i poveri, sopratutto se la "corsa" proseguisse fino al 20% auspicato da Bush. . |
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Iscritto dal: Nov 2004
Città: Belo Horizonte
Messaggi: 524
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Messaggi: 1324
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Concordo sul fatto che l'onu ormai è inutile.davvero, non so spiegarmi a che cosa serve.
cmq cerchiamo di capire cil senso della notizia perchè le sorti del pianeta sarebbe meglio anticiparle,no? L'articolo si contraddice a un certo punto. Prima parla di manovra politica, poi di errore di bush....credo che una cosa escluda l'altra perchè sono sicuro che le decisioni del presidente usa repubblicano o democratico che sia, non sono mai sue singole ma ben ponderate e condizionate dalle potentissime lobby dei petrolieri e degli imprenditori usa. Ok, il prezzo del cibo è notevolmente aumentato. ma c'è da chiedersi perchè gli usa l'hanno fatto aumentare. solo per lanciare un monito a cina, india, sud america e russia per ricordare a sta gente che la potenza americana è ancora tale? che nel loro supersviluppo devono tener conto che lo zio sam è sempre lo zio sam? forse gli usa hanno paura dei nuovi equilibri di potere che vanno formandosi nel mondo? cmq una cosa è certa: l'europa diventerà sempre più stagnante, economicamente e politicamente.
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#6 |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2001
Città: Udine ma mi manca l'Australia
Messaggi: 393
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Il decremento di area coltivabile è troppo modesto per avere effetti "devastanti".
Sono le speculazioni che fanno salire i prezzi. Se uno specula non è affatto un criminale! Fa il proprio interesse, come tutti a questo mondo. Piuttosto se invece di fare gli stolti si incominciasse a tirar via tutti i campi di oppio & afifni in giro per il mondo le cose andrebbero meglio.
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Il regarde le soleil. . il coule comme un navire. . et dans l'esprit il me reporte en arrière. . . dans la terre lointaine de mes pères. . . meglio un brutto processo che un bel funerale |
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#7 |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2000
Messaggi: 699
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Un crimine più che altro è buttare via gli eccessi di produzione come avviene da noi per mantenere il prezzo alto...
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Adepto del "La polvere è vita" clan. |
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#8 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
Messaggi: 571
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Questa è la conseguenza di quest'economia schizofrenica e insensata che va contro il bene dell'umanità.
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#9 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2004
Città: Tra La Via Emilia E Il West...
Messaggi: 3442
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Non so se qualcuo di voi, abbia utlimamente dato un' occhiata al sole 24 ore, o comunque qualunque altro giornale che riporti i prezzi dei prodotti agricoli.
In ogni modo riassumo io: quest' anno il prezzo del frumento (sia duro che tenero), ha raggiunto prezzi che fino a pochi mesi fa, si ritenevano impensabili. Stessa sorte per il mais. Ebbene da alcuni studi, emerge una previsione che avvalora in parte la tesi dell' Onu. L'annata straordinaria (intendendo i prezzi) per il frumento non è destinata a ripetersi, cause ambientali-metereologiche hanno causato un drastico calo delle produzioni di frumento in tutta europa. Per quanto riguarda il mais, ques'anno c'è stata una concomitanza di almeno due cause, che hanno alzato il prezzo, prezzo che però è destinato a rimanere alto. La prima è la stessa del frumento. La seconda è invece la sempre più decrescente offerta di mais esportato dai paesi "principi" nella produzione di questa coltura. In primis il Brasile, che come sappiamo punta oggi più di qualunque altro sui biocaruranti ed in special modo sul bioetanolo, prodotto in buona parte, appunto dal mais.
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Trattative: Radical; .BLiz; tatovm2s; mikkese; HighVoltage; ironia; 7stars; Irdelino; BestBazar; thunder80;Roadbuster Cerco e pago manuali d'officina, testi tecnici, tutto ciò che rigurda la meccanica vecchia e nuova
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#10 |
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Iscritto dal: Mar 2003
Città: Mazara del Vallo
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#11 | |
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Iscritto dal: Nov 2004
Città: Belo Horizonte
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#12 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2003
Messaggi: 9434
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ma secendo me è il sistema mercato che crea problemi: non c'è chi controlla il controllore e quindi tutti a mangiare
lo stesso fatto potrebbe accadere se si incominciano a diffondere + marcatamente le auto a metano o a gpl: questi carburanti saliranno in un attimo alle stelle
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#13 |
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Junior Member
Iscritto dal: May 2004
Città: Pescara
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Vabene è inutile stare a discutere sulle minuzie del discorso.Il petrolio è in esaurimento,il picco di abbarth è stato superato.Proponiamo delle soluzioni decenti.
Visto che l'ingegneria genetica fa passi da gigante, perchè non investire in una produzione diversificata di grano solo per combustibile?magari non utilizzabile per fini alimentari?. Seconda proposta, rivediamo i consumi di carburante.Perchè non rivediamo i centri urbani di città medie e grandi.Favoriamo politiche urbanistiche rivolte all'uso di mezzi di trasporto pubblici ed ecologici.Rilanciamo i trasporti ecologici, biciclette e motorini elettrici, blocchiamo il traffico nelle giornate lavorative all'automobile.Non fa male a nessuno penso.(ovviamente con politiche coerenti verso i cittadini in fatto di tempi e costi oltre che manutenzione del servizio). Terza proposta,cominciamo a fare meno sprechi anche sulle piccole cose,un esempio stupido, le sigarette, magari evitiamo di buttare le cicche per terra, magari le macchine per pulire avranno meno carburante da sprecare. Alla fin fine se le compagnie non abbassano i prezzi dovremmo essere noi a cercare di cambiare le cose. |
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P.S. Smetti di annunciare disastri e apocalissi. Ci guadagnerai in salute. Anche a mangiare meno carne e latticini a dire il vero. Gia' una volta mi hai fatto la stessa paternale che, per quanto assurda e ridicola |
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il prezzo del grano e altri è tornato a quello che era 20anni fa... ora cerco qualche link. poi possiamo discutere o meno sulla piega che prenderemo con l'aumento della popolazione, ma non troviamo questa "scusa" per legittimare i prezzi
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Città: Tra La Via Emilia E Il West...
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Negli anni invece, spesso si trascura il petrolio, come elemento di rilevante importanza, nell'aumento generalizzato dei prezzi. Si parte dall'ovvio aumento per trasporti, all'aumento delle spese per l'energia, per arrivare poi ai prezzi degli imballaggi ecc.
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