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Accuse e smentite tra Amman e Damasco su un “gruppo armato” di Hamas
26 Aprile 2006
GIORDANIA – SIRIA – PALESTINA Accuse e smentite tra Amman e Damasco su un “gruppo armato” di Hamas Secondo la Giordania stavano preparando attentati. Il movimento fondamentalista smentisce, ma anche il presidente dell’Anp parla di informazioni “pericolose e sorprendenti”. Amman (AsiaNews) – Si è aperta una controversia, fatta di accuse e smentite, tra Giordania, Siria, Hamas e il presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas. A provocarla, alcune dichiarazioni legate agli arresti, annunciati nei giorni scorsi ad Amman, di “un gruppo di militanti di Hamas” che, secondo il governo giordano, si preparavano a commettere attentati contro “istallazioni e dirigenti”, su ordine di “un responsabile militare” del movimento, residente in Siria. Smentita dal portavoce di Hamas a Gaza, Sami Abou Zouhri e dal governo siriano, la notizia ha trovato una inattesa conferma da Abbas che, dopo un incontro con il primo ministro giordano Marouf Bakhit, ha definito “pericolose e sorprendenti” le informazioni ricevute. Le accuse giordane sono circostanziate: il portavoce del governo, Nasser Judeh, riferite dal Jordan Times, ha affermato ieri che il complotto “era allo stadio finale di esecuzione” e che il gruppo, catturato in un villaggio del nord, aveva armi che comprendevano esplosivi e razzi anticarro. Il gruppo stava sorvegliando “siti strategici ad Amman ed in altre città” e le armi erano entrate dalla Siria. “Gli interrogatori dei sospetti – ha aggiunto - hanno provato che essi ricevevano istruzioni da un esponente di Hamas, ed esattamente da un dirigente del settore militare, che ora è in Siria”. La vicenda ha già provocato la decisione giordana di “rinviare” la visita, prevista la settimana scorsa, del ministro degli esteri di Hamas, Mahmoud Zahar. La Sana, agenzia ufficiale siriana, da parte sua afferma che “una fonte ufficiale” del ministero degli Esteri “ha smentito il portavoce del governo giordano su un traffico di armi verso la Giordania, proveniente dalla Siria”. Ugualmente “senza fondamento” la presenza a Damasco di un “dirigente militare” di Hamas. “Queste affermazioni – ha concluso – non sono utili ai rapporti fraterni tra la Siria e la Giordania”. Amman “sta prendendo parte ad una campagna internazionale contro il popolo palestinese”. Questa la lettura di Hamas alle accuse giordane, insieme con l’affermazione che il movimento non ha gruppi armati “né in Siria, né in Giordania, Né in altre parti”.
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12 Maggio 2006
GIORDANIA Sale la tensione tra la Giordania e Hamas Mostrate ieri in televisioni le confessioni di tre uomini accusati di preparare attentati e le armi che avrebbero contrabbandato dalla Siria. Hamas parla di “montatura”. Amman (Agenzie) – Non accenna a diminuire la tensione tra la Giordania e Hamas. Ad aprile, Amman aveva accusato Hamas di contrabbando di armi in Giordania, in vista della preparazione di attentati ed aveva annullato una visita del ministro degli esteri Mahmoud Zahar Ieri sera la televisione di Amman ha mandato in onda la confessione di tre dei 20 uomini arrestati con l’accusa di far parte di una cellula di Hamas che ha contrabbandato armi dalla Siria e stava preparando attentati. Le immagini hanno anche mostrato un arsenale, comprendente razzi, mitragliatori e mine, in parte di fabbricazione iraniana, che sarebbero state trovate “da un certo tempo”. Il “responsabile del gruppo” Ayman Naji Daraghmeh, 34 anni, ha sostenuto di avere legami con Hamas e di aver fatto “frequenti” viaggi in Siria, dove sarebbe stato addestrato e dov’è la leadership del movimento. Ha confessato di avere l’incarico di sorvegliare un ufficiale dell’intelligence giordana, che avrebbe dovuto essere ucciso. Il secondo accusato, Ahmad Abou Rabieh, 27 anni, ha sostenuto che il capo del gruppo, Daraghmeh, gli aveva fatto sapere che si preparava un attacco contro un bus che portava uomini dei servizi di sicurezza. Egli aveva anche avuto l’incarico di “sorvegliare alcuni turisti” ad Aqaba, sul Mar Rosso, in vista della preparazione di attentati. Il terzo sospetto è un imam Ahmad Abou Diab, accusato di un tentativo di attentato contro un cristiano. Da Gaza, il primo ministro palestinese Ismail Haniyeh ha smentito qualsiasi implicazione di Hamas. “Siamo stupiti – ha affermato – per questa escalation dei media giordani. Non ci sono stati cambiamenti nelle politiche di Hamas verso la Giordania e ciò che si sta vedendo sui media è inaccettabile”. Dal canto suo, il portavoce del movimento, Mouchir al-Masri, ha parlato esplicitamente di “una montatura”. Fonti della sicurezza giordana hanno fatto sapere che tutte le informazioni sul complotto sono state date al capo dei servizi di informazione palestinesi, Tarek Abou Rajab, che è attualmente in Giordania, compresi “documenti segreti che provano l’implicazione di Hamas”. Il gruppo palestinese è stato inviato dal presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas, e di esso non fanno parte uomini dell’attuale governo.
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