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Tre storie di ordinaria sinistra
La mattina di buon'ora vai in edicola a comprare il Corriere, lo leggi sorseggiando il caffè a colazione, e rifletti su quanto sia candidamente inopportuna la sinistra italiana, o forse sarebbe dire i gruppi dirigenti che la rappresentano.
Tre storie di ordinaria sinistra, storie diverse, un'unico denominatore. La sinistra radicale boccia anche Annan: ritiro subito D’Alema: l’appello? Basta pensare al cortile di casa. Riformisti divisi tra il no e il non voto ROMA - La domanda sorprende il presidente dei Ds a Parigi, a margine di un seminario sulle relazioni transatlantiche: l’appello di Kofi Annan a unire le forze per l’Iraq può cambiare la posizione del centrosinistra? La risposta è una risata divertita, «finiamo sempre per occuparci del cortile di casa...». Massimo D’Alema non lo dice, ma la lettera del segretario generale dell’Onu al Washington Post non pare aver influito sulle scelte dell’opposizione, eppure Annan ha detto cose che molti a sinistra sembravano attendere. Il voto ha determinato «un’emozionante opportunità» e ora le Nazioni Unite faranno la loro parte per aiutare il popolo iracheno, promette Annan. Ma l’Onu ha bisogno dell’impegno dell’Europa. «La comunità internazionale, che sull’Iraq si è duramente divisa, ora ammetta di condividere la stessa agenda: condurre l’Iraq dal punto di partenza, le elezioni svolte con successo, verso un futuro di pace e democrazia». Il «ricominciamo insieme» rivolto in particolare a Francia e Germania invita alla riflessione anche l’Unione di Prodi che si appresta a bocciare la proroga della missione italiana. Ognuno, a sinistra, ha il suo Kofi Annan. Il fronte pacifista vi legge la conferma che il dramma iracheno finirà solo con il ritiro degli occupanti. E i riformisti apprezzano il «segnale positivo», ma si dividono tra chi una lettera così vorrebbe riceverla da Berlusconi e chi (da Beppe Fioroni e Enzo Carra della Margherita al ds Umberto Ranieri ) vi trova una ragione in più per astenersi sul voto al Senato. «Il centrosinistra non può non condividere l’appello» spera Ranieri, vicepresidente della commissione Esteri della Camera. Lettera di Annan alla mano, il verde Paolo Cento arriva a conclusioni opposte e cioè che «a maggior ragione l’Italia deve ritirare le truppe». Passi avanti non ce ne sono, o almeno non ne vede Armando Cossutta del Pdci. «Per mutare lo status di potenze occupanti in presenza multinazionale non basta una lettera - concorda Pietro Folena del correntone ds - Servono i caschi blu». Franco Giordano del Prc fa notare che Annan non ha chiesto «esplicitamente» agli occupanti di restare e ammette che se pure lo dicesse nulla cambierebbe: non si legittima ex post una guerra sbagliata. Per i riformisti, che attorno all’Onu hanno trovato un difficile equilibrio unitario, liquidare l’appello di Annan non è altrettanto semplice. «È proprio quello che abbiamo detto noi» concorda Marina Sereni , ma per la responsabile Esteri dei Ds il problema non è se restare o no, ma «per fare cosa e con chi». E se non sarà Berlusconi a parlare con la voce di Annan, la Quercia voterà no. I parlamentari dell’Ulivo sceglieranno a maggioranza martedì e nulla pare scontato, né il «no» annunciato da Prodi né l’ordine del giorno con cui i fautori dell’astensione (come Francesco Rutelli e Franco Marini ) vorrebbero stemperarlo. Piero Fassino teme le contromosse di Rifondazione e infatti la Sereni e Gavino Angius propongono sì di presentare una mozione che impegni il governo a discutere la situazione irachena, ma solo dopo il voto. Anche la sinistra radicale si riunirà e la scelta è se il documento dei riformisti meriti una contro-mozione per il ritiro. Oliviero Diliberto e Alfonso Pecoraro Scanio sono pronti, ma Fausto Bertinotti non vuole disintegrare l’Unione. Come dice Giordano, «l’ordine del giorno ha un significato relativo...». «Lollo, un poveraccio che cerca vendetta» Parlato: le sue dichiarazioni non cambiano la verità storica, servono solo a far attaccare la sinistra ROMA - Nella redazione del manifesto aspettano che arrivi una notizia buona da Bagdad, è un sabato pomeriggio di speranza, attesa e però il giornale bisogna continuare a confezionarlo e così ci sono anche altre discussioni: su una di queste, Valentino Parlato s’accende una sigaretta. «Va bene, parliamo del caso di Primavalle e di quel Lollo...». Valentino Parlato non è solo: nella sua stanza ci sono pure due colleghi, Andrea Colombo e Ida Dominijanni. «Vi prego, compagni, restate qui a sentire...». Ecco, Parlato... Dopo 32 anni, quelle rivelazioni di Achille Lollo, da Rio de Janeiro: la notte del 16 aprile 1973, il rogo a casa di Mario Mattei, il segretario della sezione missina di Primavalle, un rogo nel quale morirono bruciati vivi due suoi figli, Virgilio di 22 anni e Stefano di 8, fu organizzato da sei persone e non soltanto da tre. Ecco, quelle rivelazioni, che effetto le hanno fatto? «Io credo che la storia vada sempre rivista. Nel caso specifico, però, credo che quella di Achille Lollo sia un’uscita moralmente poco nobile. La vendetta di un poveraccio». La vendetta? «Ma sì, certo, la vendetta. Questa è pura vendetta». Contro chi? «Lo dice, lo ammette lui stesso... Contro tre compagni di banco che, all’epoca dei fatti, erano più signori...». Signori, in che senso? «Proprio nel senso borghese che intende Lollo...». Lei parla di vendetta, Parlato. Ma scusi: la verità, una volta, non era rivoluzionaria? «Certo... Ma questa di Lollo, che nuova verità storica sarebbe? Cosa aggiunge e cosa toglie a ciò che già conoscevamo?». Meglio una verità completa di una parziale, o no? «Mi chiedo: sapere se quei tre che Lollo, dopo 32 anni di silenzio, ha avuto la premura di coinvolgere raccontando tutto al Corriere , e cioè Paolo Gaeta, Diana Perrone ed Elisabetta Lecco, quella sera erano in macchina o piuttosto a casa... Ecco, saperlo adesso: cosa ci cambia? Quale piccolissima verità processuale sposta?». Lei crede o no a quanto raccontato a Lollo? «Io, quel Lollo, lo giudicai male all’epoca dell’attentato, un gesto folle e inutile, e lo giudico male oggi... Ma...». Ma? «Beh, riconosco che c’è una storia privata, per la quale Lollo avrà taciuto per ovvie convenienze... E poi c’è una storia, come dire? Politica». Parliamo di questa. «Sì, parliamone e diciamo con chiarezza che queste dichiarazioni di Lollo hanno di fatto dato il via ad una dura campagna di demonizzazione della sinistra. Ma l’avete sentito cosa si sente autorizzato a dire uno come Storace?». Che diedero fuoco anche a casa sua e che... «E i suoi amici? Ma su, forza, era tutta una stagione... Le parole di Lollo sono solo un eccellente assist a Berlusconi... E a questo proposito vorrei dire che io mi aspettavo...». Cosa? «Io mi aspettavo che un giornale serio come il Corriere contestualizzasse meglio ciò che accadde in occasione del rogo di Primavalle e che non preferisse invece leggere il tutto con le lenti del 2005». Però, Parlato, è provato storicamente, e ci sono i titoli dei giornali dell’epoca che lo testimoniano: la sinistra, nelle settimane successive al rogo, preferì parlare di montature, di trame nere... «La sinistra, in quell’occasione, sbagliò. E sbagliammo anche noi del manifesto , così come pure quelli dell’ Unità e di Paese Sera . Non capimmo, o forse non volemmo capire. Ma, appunto, sarebbe opportuno contestualizzare...». C’erano le stragi nere, c’erano l’eversione di destra... «E il nostro non voler indagare, capire e accettare... fu non giustificabile, ma comprensibile». Però, Parlato: lei non trova che la sinistra, in qualche misura, faccia sempre un po’ troppa fatica a parlare dei suoi errori, dei suoi compagni che sbagliarono? Questo vale per Primavalle, ma anche per altre vicende... «La sinistra italiana è stata brava a correggersi su certe grandi tematiche, come l’Unione Sovietica, su certi simboli... e però, sulle piccole cose di casa, stenta. È vero. Di noi, e dei nostri errori, parliamo sempre con una certa difficoltà». Non sarà che vi portate dietro il senso di colpa profondo di non aver saputo intercettare, e bloccare, le derive di certi movimenti estremisti? Non credeste che il rogo di Primavalle fosse opera di militanti di Potere Operaio e poi, però, leader di quello stesso movimento, come Valerio Morucci, finirono nelle Brigate Rosse... «C’è, in molti di noi, una sorta di rimozione». Rimozione? «Esatto. Perché, ripeto, sbagliammo. Ma non sbagliammo banalmente. Un’organizzazione come Potere Operaio, per esempio, non era solo una banda di delinquenti. Io, che non ero nato politicamente nel Sessantotto, quando leggevo certe loro cose, da vecchio comunista, d’istinto pensavo: sono matti... Poi, però... ecco, ci trovavo qualcosa di interessante, di condivisibile». È passato tanto tempo: Parlato, quanti ha? «Settantaquattro». Lei è un punto di riferimento della sinistra radicale. Oggi cos’è che l’appassiona veramente? «Capire come va, dove va la società italiana». Voto a rischio? Tutto a monte. Per le «primarie» ... Voto a rischio? Tutto a monte. Per le «primarie» di Viterbo, a sinistra, si erano mobilitati in tantissimi: un ventisettesimo dell’intera popolazione provinciale. Come se a livello nazionale fossero andati a chiedere di votare due milioni di persone. Un trionfo. Che avrebbe dovuto celebrare oggi, domenica 13 febbraio, la rinascita di una provincia storicamente «rossa» conquistata anni fa dalla destra. Macché: tutto saltato. Come in certe partite all’oratorio dove il padrone del pallone, se buttava male, si metteva la sfera sottobraccio: «Non gioco più». Fine della partita. E perché? Fifa blu, dicono i maliziosi. Fifa blu, dentro la spaccatissima Unione, che si ripetesse il ribaltone pugliese dove Nichi Vendola aveva fatto secco il candidato ufficiale dell’Ulivo. Con un’aggravante tutta interna ai Democratici di sinistra: a Viterbo il candidato della gauche alternativa non era un bertinottiano ma un diessino della minoranza del Correntone. Un rivale intestino. Ma è meglio partire dall’inizio. E cioè da quando, sulle colline della Tuscia, versante di sinistra, cominciò a soffiare quel vento fresco e impetuoso invocato da Romano Prodi: primarie, primarie, primarie! Una cotta. E tutti a dirsi, dandosi di gomito: cosa c’è di più bello che affrontarsi all’americana tra amici e alleati che si vogliono bene e dar vita a una bella battaglia ideale sui contenuti e poi affrontare insieme, chiunque la spunti, il vero nemico e cioè la destra? Vinca il migliore! Detto fatto, dovendo decidere il nome del candidato alla presidenza della Provincia alle elezioni del prossimo 3 aprile, i volonterosi primaristi viterbesi hanno stilato un bel regolamento approvato all’unanimità da tutti i partiti della Gad e dai movimenti in base al quale per presentarsi alla disfida occorreva raccogliere 600 firme in almeno 10 comuni della Provincia. Firme che dovevano essere apposte da elettori disposti a sottoscrivere il programma e il progetto politico della Grande Alleanza. Data stabilita per il ballottaggio tra i vari aspiranti: il 13 febbraio, giorno in cui avrebbero dovuto essere pronti gli appositi seggi. Il giorno fissato per la presentazione delle candidature, 27 gennaio, è arrivata la sorpresa. Non solo i candidati che avevano preso sul serio la gara erano tre, cioè il diessino fassiniano Enrico Panunzi, il diessino «correntonista» Antonio Filippi, ex segretario provinciale della Cgil, e il prodiano Antonio Zezza, che non accettando di dover scegliere tra le due anime della Quercia si era dato da fare raccogliendo in proprio, a dispetto della Margherita cui è iscritto, circa 1.500 firme. Ma nonostante l’appoggio della maggioranza del suo partito, di larga parte di quello di Rutelli, dei socialisti dello Sdi, dell’Udeur, dei cossuttiani e di tutte le minutaglie della coalizione, il cavallo ufficiale ulivista aveva raccolto 4.500 firme. Mentre quello «mussiano», sostenuto dalla minoranza diessina, da Rifondazione, dai Verdi, da un pezzo della Margherita legata alle associazioni del volontariato e dai movimenti raggruppati nel comitato «Un’altra provincia di può!», di firme ne aveva 4.700. Indice che la partita era tutta aperta. Peggio: grazie alla maggiore capacità di mobilitazione della sinistra più radicale era possibile il replay di quanto era accaduto in Puglia. Tema: cosa fare? La discussione, condotta un po’ in pubblico e un po’ nelle segrete stanze, è andata avanti per pochi giorni. Finché il 31 gennaio Enrico Panunzi, l’ormai azzoppato purosangue ulivista, non ha rotto gli indugi. E ha rinunciato alla candidatura. «Motivi personali». Cioè? «Motivi personali». Ma di che tipo? «Motivi personali». A quel punto, dicono, gli inviti a Zezza perché lasciasse perdere, hanno cominciato a essere un assedio. Finché il margheritino dissidente ha deciso anche lui di mollare: stando così le cose... Da allora, se gli chiedi cosa sia successo risponde: «Stendiamo un velo pietoso, non ne voglio più parlare». Rimasto in ballo da solo, Antonio Filippi ha tenuto duro qualche giorno. Poi, l’altro ieri, ha fatto buon viso a cattivo gioco: «Non potevo mica correre da solo... Ormai le primarie le avevano annullate». Alessandro Mazzoli, il segretario ds, gli ha mandato una pubblica lettera di imbarazzato plauso, che si richiama un po’ alle epistole con cui venivano ringraziati i funzionari scomodi eliminati ai tempi di Togliatti e Secchia: «Il tuo è un gesto nobile degno di un dirigente politico al servizio degli interessi generali. Ora, tutti insieme, possiamo voltare pagina.... Oddio: delle altre primarie? Per carità, spiega il responsabile diessino: «Decideremo serenamente, tutti insieme. Ma basta primarie: troppe rotture». E così, mentre la destra viterbese si spacca e pare andare al voto con tre liste (quella ufficiale guidata dal forzista Enrico Battistoni più una dell’azzurro ribelle Ugo Gigli e una del senatore Michele Bonatesta che ha sbattuto la porta ad An mentre Storace tuonava: Chiedetegli scusa!»), a sinistra sospirano: e pensar che sarebbe l'occasione buona... Il candidato comune, giurano, lo troveranno in pochi giorni. Mah... Per risolvere l’ultimo conclave, da queste parti, ci misero tre anni e i viterbesi dovettero murare i cardinali nel palazzo e poiché non bastava ancora smontarono il tetto per lasciarli esposti a pane e acqua, al freddo e alla pioggia. Auguri. |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: milano
Messaggi: 470
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Bannato
Iscritto dal: Oct 1999
Città: Torino
Messaggi: 65
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ohhh finalmente un 3d non della serie "Berlusconi e..."
tanto non risponderanno, sono troppo impegnati in campagna elettorale
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#4 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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Campagna elettorale, già, invece questo thread cosa vorrebbe concludere?
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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#5 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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E' specificato nell'apertura.
Sono 3 storie diverse, accomunate dall'essere contenute in poche pagine dello stesso giornale, che fanno riflettere su quanto sia inopportuna la sinistra italiana o se vogliamo i gruppi dirigenti che la rappresentano. Si va da chi ha sempre detto "l'ONU, l'ONU" e ora che Annan invita chiaramente a partecipare al processo in atto in Iraq, china la testa sui propri diktat e ripete le parole d'ordine che si è imposto "ritiro, ritiro". A un rispettabile giornalista anziano, comunista, che giudica le recenti rivelazioni rispetto al rogo di Primavalle, alla luce del "sono un assist a Berlusconi", e ti dicono quanto in certe menti tutta la realtà, presente, passata, futura, è declinata unicamente alla luce di questa ossessione. A una gustosa storiella di votazioni e ripensamenti, che riporta alla dimensione che gli è propria quella che alla gente di sinistra è stata presentata come "la democratica espressione della volontà popolare" ed altro non è che il triste teatrino della parte che vuol esser la meglio parte, ma appena si muove appena dice appena scrive mostra tutta la sua inopportuna inopportunità. Così è più chiaro? |
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#6 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Invito chi volesse rispondere "ma guarda che anche la destra bla bla bla" ad accorgersi che una simile risposta sarebbe una tragicomica conferma dell'assunto a cui vorrebbe opporsi..
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#7 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Nov 2000
Città: Franciacorta (BRESCIA)
Messaggi: 692
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Cancelliamo la Sinistra Italiana,...anzi,...cancelliamo i dirigenti della Sinistra,......beviamo un caffè (2 cucchiaini grazie !! ),...alzatevi presto la mattina,....e riflettete convincendovi, che meglio di Berlusconi in Italia non c'è nulla,...siete duri a capirlo!! Bè intanto io vado ancora a dormire Nulla di nuovo sul fronte ovest .... la solita minestra!! ciao
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Bye...... MâíÎÅñÐrë ® |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. Ultima modifica di Onisem : 13-02-2005 alle 12:47. |
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#9 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2001
Città: Pieve a Nievole (PT), Granducato di Toscana
Messaggi: 7762
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Io l'ho sempre detto che la maggior parte della sinistra italiana (ulivo, margherita, gladiolo, e così via) oggi è solo la DC che ha cambiato nome, non ci si può aspettare coerenza, se l'avessero rivelerebbero chi sono e addio voti.
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Quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere, ma il qualcosa che ti porti dentro, cioè vivere - Twitter
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#10 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
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#11 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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L'argomento del thread non sono gli episodi in se', ma quello che ne emerge.. il denominatore comune, come giustamente hai detto e come specificato all'inizio, è la drammatica inopportunità.. altri termini non mi vengono.. di una sinistra che in questi 3 episodi si misura come con una cartina di tornasole.
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#12 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Città: Apulia
Messaggi: 2438
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che 3d lollo
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«Eccomi là: cioè, Alex e i miei tre drughi. Cioè Pete, George e Dim. Ed eravamo seduti nel Korova Milk Bar arrovellandoci il gulliver per saper cosa fare della serata. Il Korova Milk Bar vende più o meno latte rinforzato con qualche droguccia mescalina che è quello che stavamo bevendo. E' roba che ti fa robusto e disposto all'esercizio dell'amata ultraviolenza.» |
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Iscritto dal: Dec 2001
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#14 | |
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Iscritto dal: Nov 2000
Città: Franciacorta (BRESCIA)
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..si capisce benissimo la considerazione!!L'integralismo + bieco non potrebbe partorire altro.... vuoi un caffè??....quanto zucchero??? ciao
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Bye...... MâíÎÅñÐrë ® |
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#15 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 1999
Città: Milano
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fantastico,le uscite inopportune della sinistra sono commentate accusando chi le riporta di un integralismo bieco che vorrebbe cancellare i democratici interlocutori
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"Primo Ministro Ombra della Setta dei Logorroici - Quotatore Atipico - Cavaliere della Replica Instancabile" |
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Iscritto dal: May 2001
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Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 991
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Ma non ci credono neppure loro.. lo spero.. per loro.. |
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#18 |
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Iscritto dal: Jan 2004
Città: Firenze-Parigi
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il giochino di samu non lo capisco. Che significa sinistra "inopportuna"?
articolo 1: dove sta la novità? sull'iraq la posizione della sinistra non è cambiata di una virgola. Resta legittima e non vedo quale sia lo scandalo. C'è una coalizione che sta discutendo sul da farsi. L'unica pisizione giusta è quella di dire si al rifinanziamento della missione? articolo 2: forse Valentino Parlato rappresenta la sinistra italiana? articolo 3: continuo a non capire. La situazione viterbese forse rappresenta la sinistra italiana? La situazione viterbese del centrosinistra è forse meno limpida di quella del centrodestra? insomma, argomentazioni così blande che mi meraviglio siano le uniche cose che samu ha trovato per dare dell'inopportuna alla sinistra italiana. Devo fare io la stessa cosa sulla destra? No, non lo faccio, troppo facile a questo punto... |
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#19 | |
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Iscritto dal: May 2001
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#20 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
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proprio perchè tu dicevi che sarebbe arrivata una cosa del genere da qualcuno. Ma io ti ho risposto che se la metti su questo piano dai già battaglia vinta prima di iniziare. Io su quel piano non la metto e aspetto che mi spieghi perchè arrivi alle conclusioni di "sinistra inopportuna" semplicemente dando retta a tre articoletti secondari e poco importanti del corriere. E ti ripeto: storie simili di ordinaria politica ne trovi quante ne vuoi.. bisogna vedere il valore che gli dai |
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..si capisce benissimo la considerazione!!








