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#1 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2000
Messaggi: 1311
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Integrazione in contesti lavorativi stranieri
Se penso alle mie esperienze professionali il posto dove mi sono integrato completamente, dove ho stretto più amicizie, anche importanti, era quello vicino a casa (20 Km).
Umanamente, il luogo vicino a casa è stato il migliore. Lontano da casa è stato molto più difficile, non parliamo della Francia, dove persone arrivano a chiederti come hai trovato lavoro qui, che è un modo bastardo e poco diplomatico per dirti che in quel luogo tu non dovresti esserci per il solo fatto di essere straniero. Ora che devo iniziare la mia quarta esperienza professionale, ho pensato di scegliere qualcosa vicino a casa per varie ragioni. Ho voglia di passare più tempo con amici e famiglia in primis, cerco un luogo dove sia facile integrarsi (o dove dovrebbe esserlo per ovvie ragioni geoculturali) e dato che siamo nel mezzo di una grossissima crisi vorrei evitare di essere visto come lo straniero che porta via il lavoro. Non nego che cercare lavoro all'estero ancora mi attiri, adoro parlare lingue straniere e passare tempo in luoghi mai visitati, ma credo che ora non sia il buon momento. Una carissima amica oramai a Londra da quasi 4 anni, esempio di buon'integrazione (ingegnere, vive in un buon quartiere, fidanzata con un inglese) arrivata in momenti propizi ammette che ora i rapporti sono più difficili. 4 anni fa quando le cose andavano bene ebbe pochissimi problemi, l'Inghilterra è riconosciuta come lo stato europeo dove è più facile integrarsi per uno straniero, vero, ma quando le cose iniziano ad andare male anche in quel paese rischi di essere visto come quello che porta via il lavoro. Nella sua azienda stanno partendo piani per licenziare, i manager adotteranno questa strategia. Inizieranno a tagliare tutte quelle figure che si sovrappongono, se ci sono 5 persone che si occupano del processo ACV, 3 di queste verranno licenziate, poco importa se si tratta di ingegneri con 20 anni di esperienza in quell'azienda, con alte performance, padri di famiglia, sempre puntuali e diligenti, il metodo per tagliare sarà questo, tagliare le figure che si sovrappongono, utili in momenti di crescita economica, inutili in periodi di crisi. Lei si rende conto di essere fortunatissima, solo lei ed il suo capo si occupano del processo di loro competenza, indi verrà risparmiata dall'ascia del boia. A causa di questo non sta vivendo un bellissimo momento, chi pensa di avere i giorni contati non vede sicuramente di buon occhio, uno straniero che è lì da 4 anni, con meno esperienza, meno skills e che non perderà il posto. L'Inghilterra che tanto ama e che l'ha tanto amata in questo momento l'ama un po meno Credo che la prossima ed eventuale esperienza straniera la intraprenderò solo a certe condizioni, ad esempio con un capo italiano e/o in un'azienda italiana e/o in un gruppo magari misto dove sono presenti altri italiani. Ho capito cosa significa essere il solo italiano in un'azienda straniera di stranieri. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate a riguardo, credete anche voi che in periodo di crisi sia meglio evitare di cercare lavoro all'estero, si corre il rischio d'essere invisi per la mancanza di lavoro generale? |
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#2 |
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Junior Member
Iscritto dal: Dec 2005
Messaggi: 2
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benissimo...io pensavo proprio di trasferirmi in usa. Ora mi sento proprio sollevato!
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#3 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2000
Messaggi: 1311
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Se invece trovassi lavoro qualificato come ingegnere in un'azienda americana e tu fossi il solo straniero... ecco... spero bene che l'azienda giri a 1000 perché se dovessero licenziare, e laggiù lo fanno con una facilità estrema, tu probabilmente saresti il primo della lista In bocca al lupo comunque Hai amici e/o parenti laggiù? Ultima modifica di Mauro80 : 22-01-2010 alle 16:44. |
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#4 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2001
Città: Chicago, IL (USA)
Messaggi: 2724
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io sono l'unico straniero (a parte i messicani
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Senza lilleri e un si lallera |
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#5 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2000
Messaggi: 1311
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Come va nel nuovo mondo? Io sono tornato a casa da qualche mese, e devo dire che non mi manca affatto scherzo, ci sono tante cose belle (tipo le ragazze in discoteca disinibite Resto dell'idea che in periodi di crisi sia meglio non avventurarsi all'estero |
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#6 | |
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Junior Member
Iscritto dal: Nov 2009
Messaggi: 3
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#7 |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Città: Londra (Torino)
Messaggi: 3692
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Ottima esperienza di integrazione, sia con i colleghi locali che quelli che provengono da fuori.
Anche io sono a Londra, e mi sento di consigliare un'esperienza di lavoro anche qui, anche con la crisi (che comunque c'e' meno che in Italia), ma come gia' detto altre volte, solo nel vostro specifico campo di specializzazione. E comunque le aziende in crisi qui non scelgono di licenziare in base al passaporto, ma in base a proprio unico vantaggio. Quindi le persone meno capaci e quelle piu' costose.
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Se pensi che il tuo codice sia troppo complesso da capire senza commenti, e' segno che molto probabilmente il tuo codice e' semplicemente mal scritto. E se pensi di avere bisogno di un nuovo commento, significa che ti manca almeno un test. Ultima modifica di gugoXX : 25-01-2010 alle 10:05. |
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#8 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2000
Messaggi: 1311
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La tua azienda sta andando bene o anche voi soffrite della crisi? e la tua Wagen, sta andando bene o no? Ultima modifica di Mauro80 : 25-01-2010 alle 11:36. |
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#9 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Città: Londra (Torino)
Messaggi: 3692
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Comunque Mauro, sara' la terza o quarta volta che posti considerazioni simili. Lavorare all'estero non e' facile, non e' per tutti. C'e' chi puo' essere portato e chi no. Evidentemente tu non eri portato e ti sei scottato, e di cio' mi dispiace. Questa tua ricerca della famiglia, degli amici storici, del tuo contesto sociale e magari anche della cupola religiosa non fa che confermare questo dubbio. Forse avresti dovuto sentire i campanelli d'allarme prima di spostarti, e scegliere di conseguenza. Ma confermo che non e' cosi' nera come la dipingi. Anzi, il piu' delle volte e' proprio bianca, rispetto all'Italia.
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Se pensi che il tuo codice sia troppo complesso da capire senza commenti, e' segno che molto probabilmente il tuo codice e' semplicemente mal scritto. E se pensi di avere bisogno di un nuovo commento, significa che ti manca almeno un test. Ultima modifica di gugoXX : 25-01-2010 alle 11:26. |
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#10 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2000
Messaggi: 1311
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Wagen è un utente, se avessi letto
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Di tutti quei brillanti ingegneri/chimici/fisici/biologi ,i cervelli italiani, che hanno scelto di vivere all'estero, sono curioso di sapere quanti di questi, tra 5/6 anni, non saranno tornati in patria. Mi piacerebbe mantenere i contatti con te Gugo e sapere dove sarai tra 5 anni Poi certo... c'è gente che vive all'estero, ma passa la quasi totalità del tempo tra italiani e dice di trovarsi bene (e anche di questi ne ho conosciuti)... magari solo perché prende il doppio di stipendio Ultima modifica di Mauro80 : 25-01-2010 alle 11:50. |
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#11 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Città: Londra (Torino)
Messaggi: 3692
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Non sta scritto da nessuna parte che quando si esce lo si deve fare per sempre, e che se si torna e' perche' non ci si e' trovati bene Il motivo del ritorno e' molto semplice. Preferirei far crescere i miei eventuali figli vicino e con l'aiuto dei nonni, e preferirei far loro frequentare alcune scuole italiane che ritengo possano darmi garanzie migliori di tante altre. Ma relativamente al mondo del lavoro oggi molti paesi alll'estero sono decisamente migliori, e la Gran Bretagna e' uno di questi. L'Italia e' purtroppo intrisa di clientelismo e nepotismo, e le gratificazioni per coloro che sono capaci sono annegate e mediate con l'esigenza di tenere in piedi strutture inutili e parassite. L'Italia non e' meritocratica come altri paesi.
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Se pensi che il tuo codice sia troppo complesso da capire senza commenti, e' segno che molto probabilmente il tuo codice e' semplicemente mal scritto. E se pensi di avere bisogno di un nuovo commento, significa che ti manca almeno un test. |
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#12 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2001
Città: Chicago, IL (USA)
Messaggi: 2724
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la mia ah risentito appena della crisi, ma lavoro per una delle piu' grandi multinazionali del mondo, una di quelle aziende che non fallira' mai (anche se magari potranno chiudere qualche impianto qua e la')
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Senza lilleri e un si lallera |
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#13 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2000
Messaggi: 1311
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Ciao
Ho riflettuto a quello che hai scritto Gugo Benché possa essere vero che la mia esperienza professionale all'estero sia stata più negativa di quella di molti altri, non per colpa mia, ma solo perché la mamma dei cogl... è sempre incinta e questi ricoprono anche posizioni importanti nelle aziende, incredibile, ma vero. La discussione era più improntata alla generalizzazione che al singolo caso, poi il singolo caso può aiutare a capire certi fenomeni. Volevo capire come ci si possa trovare da neolaureato o con qualche anno di esperienza alle spalle in un'azienda straniera all'estero, soprattutto in momenti di crisi economica, e ci si trova a ricoprire un ruolo che farebbe gola a molti. Come si verrebbe accolti? Non è certo il caso del dirigente Wagen temuto. Quell'amica di cui ti scrivevo, che ho sempre considerato come il caso di persona perfettamente integrata, ha notato, non per paranoie sue, che quando le aziende vanno male, anche gli inglesi diventano più chiusi e tendono a volere meno gli stranieri, anche nella tollerante Inghilterra spesso sono i primi a fare le valigie. La vicina Svizzera in questo fa scuola, quando le cose vanno male, gli stranieri sono i primi a partire, in un paese dov'è semplicissimo licenziare. Negli USA, paese da sempre visto come il luogo dell'I want you, dalle mille opportunità, dove c'è spazio per tutti, benché la maggior-parte degli afroamericani faccia lavori umili (gli afroamericani veri, i discendenti degli schiavi, non l'Obama figlio di una bianca e di un ricercatore benestante), qualcuno che ricopre buone posizioni c'è (quadro aziendale, professore universitario, ricercatore), pochissimi, ma ci sono. La discriminazione nel sud è enorme, soprattutto verso chi è riuscito, e questo lo sentivo da un'amica italiana ricercatrice, che ha potuto vedere e vede tutt'ora il rancore esistente tra professori bianchi e professori neri nelle università. Altro che le fiabe che ci propinano nei film hollywoodiani, anche nei luoghi dove stanno le migliori teste c'è discriminazione, nei luoghi dove il razzismo non dovrebbe esistere. Fare le valigie è un grosso rischio o no, in tempo di crisi Gugo? Ultima modifica di Mauro80 : 27-01-2010 alle 19:07. |
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#14 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2004
Città: Londra (Torino)
Messaggi: 3692
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E in questo periodo di crisi molti italiani si sono trovati a non poter perdere nulla o quasi. Peraltro ieri la Gran Bretagna e' uscita ufficialmente dalla recessione. Nota di colore, stando alle statistiche raccolte, una tranquilla signora ha fatto l'acquisto che ha visto passare il rapporto di incremento pil da negativo a positivo. Si e' trattato di un reggiseno.
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Se pensi che il tuo codice sia troppo complesso da capire senza commenti, e' segno che molto probabilmente il tuo codice e' semplicemente mal scritto. E se pensi di avere bisogno di un nuovo commento, significa che ti manca almeno un test. |
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#15 | |
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Junior Member
Iscritto dal: Nov 2008
Città: Roma-Parigi-Londra
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scusate l'OT io penso che le multinazionali non guardino alla nazionalità, bensi allo skill |
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#16 | |
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Member
Iscritto dal: Mar 2003
Città: Basso Piemonte - Alto Monferrato ---> Olanda
Messaggi: 224
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Se costi piu' del collega e uno deve "saltare", non c'e' nulla che tenga: sei tu quello che deve riempire la scatola di cartone. Gli skill e le qualita' personali servono per trovare un altro lavoro.
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Pegaso :-) |
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#17 | |
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Junior Member
Iscritto dal: Nov 2008
Città: Roma-Parigi-Londra
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"...skill e quanto costi " |
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