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#1 |
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Moody's: «Italia professionista nella gestione di bassa crescita e alto debito pubbl.
Riuscirà l'Italia a riportare nei prossimi anni i conti pubblici sul cammino virtuoso dell'abbattimento del debito pubblico in rapporto al Pil, in un contesto tutt'altro che favorevole come quello di una crescita debole e fragile? A questa domanda, di quelle che fanno tremare i polsi quando posta alla Grecia o alla Spagna o anche al Portogallo, l'agenzia di rating Moody's risponde senza grandi esitazioni: la sfida è di quelle difficili, certamente, ma l'Italia può contare su "precedenti storici" favorevoli e beneauguranti, in quanto «su un arco temporale di oltre 10 anni l'Italia è riuscita a invertire e stabilizzare il debito pubblico in rapporto al Pil nominale grazie alla riduzione dei costi di finanziamento del debito e soprattutto alla generazione di ampi avanti primari». Dentro la cornice di una crescita contenuta.
In un'analisi pubblicata oggi sulla capacità dell'Italia di invertire la tendenza del debito pubblico, che ha ripreso a crescere rispetto al Pil a causa dalla peggiore recessione dalla seconda guerra mondiale, Moody's riconosce all'Italia la capacità di sapersi muovere entro gli spazi limitatissimi dell'elevata spesa per interessi sul debito. L'Italia, che come non si stanca di ripetere il ministro Tremonti ha il terzo debito pubblico al mondo senza vantare anche il terzo Pil al mondo, è divenuto un paese professionista della gestione dell'alto debito pubblico in un contesto di crescita bassa, pagando sempre puntualmente e integralmente gli interessi e il rimborso dei titoli di Stato. «L'Italia è riuscita in passato a gestire le limitazioni di bilancio connaturate al contesto di elevato debito pubblico e bassa espansione economica», sostiene Alexander Kockerbeck, senior credit officer autore del rapporto e analista per il rating sovrano dell'Italia, che resta confermato alla "Aa2" con prospettive stabili. «Riteniamo che l'entità dello sforzo richiesta al Paese per tenere sotto controllo il debito pubblico complessivo e i costi del suo finanziametno sia relativamente moderata rispetto ad altri Paesi Ue e non incompatibile per i trascorsi storici». Il confronto tra l'Italia e gli altri stati dell'eurozona appartenenti alla categoria dei cosiddetti "periferici" fa emergere nettamente le capacità del sistema italiano, radicate in una lunga storia di alto debito pubblico. Moody's ricorda che il debito/Pil italiano crescerà del 14,3% nel quinquennio 2007-2011 (partendo da un livello molto altro, dal 103,5% al 117,8%) contro l'impennata del 71% dell'Irlanda, del 40% della Grecia, del 38% della Spagna e del 27% del Portogallo. «L'Italia è l'unico paese nella zona dell'euro il cui saldo primario - l'indicatore per eccellenza dello stato di salute dei conti pubblici (cioè il saldo tra il totale delle entrate e il totale delle uscite al netto del pagamento degli interessi sul debito) - è previsto con un effetto di riduzione sul debito nel quinquennio in esame». Per stabilizzare la traiettoria del debito pubblico, puntualizza il rapporto, gli aggiustamenti richiesti all'Italia sono comunque «relativamente contenuti» e peseranno meno in prospettiva sulla ripresa economica e sulla coesione sociale. A sostegno di questa tesi, Moody's richiama le correzioni «brutali» che si renderanno necessarie in quei paesi dove il debito pubblico è schizzato all'insù a causa di enormi deficit primari: è il caso dell'Irlanda (38,4%), Spagna (25,8% Grecia (24,2%), Portogallo (15%) nei cinque anni 2007-2011. L'analisi tuttavia riconosce che il vero tallone d'Achille dell'Italia è la spesa per interessi sul debito, che resta elevatissima. Ma il Tesoro, anche durante questa crisi che è stata estremamente violenta, ha continuato a privilegiare l'allungamento della vita media del debito e il contenimento delle aste dei BoT, due strategie che allentano l'impatto dell'aumento dei tassi d'interesse sulla spesa per il servizio del debito. Per Moody's, il "track record" dell'Italia è incoraggiante anche sotto questo profilo: «Dopo aver raggiunto il picco del debito/Pil al 121,8% nel 1994, nei successivi 15 anni la stabilizzazione e poi diminuzione del debito è stata raggiunta grazie a una riduzione della spesa per interessi e una generazione di avanzi primari corposi». In quei 15 anni, va detto, l'ingresso dell'Italia nell'Unione monetaria e il conseguente crollo dei tassi d'interesse è stato un fattore di aiuto non da poco per la gestione del debito pubblico. La sfida per l'Italia, secondo Moody's, è ora quella di ripetere nei prossimi anni le politiche virtuose che ha dimostrato di saper attuare negli anni passati. Per Kockerbeck, guardando agli anni '90 e inizio 2000, l'Italia ha dimostrato di poter affrontare questo tipo di sfide a testa alta: i governi italiani hanno dato prova di saper gestire situazioni difficili già in passato, conoscono i limiti e i rischi di un alto debito pubblico e sanno che devono contenere la spesa sul sociale, sostengono gli esperti di Moody's. Questa impostazione, rilevano, è stata confermata anche dalle politiche dell'attuale governo, per via del rafforzamento della lotta all'evasione fiscale per migliorare le entrate e delle riforme imbastite finora per aumentare l'efficienza della macchina pubblica e monitorarne la spesa. Gli spazi per risparmiare sulla spesa pubblica secondo Moody's l'Italia li ha: anche perchè in passato ha dimostrato di saperli cercare, trovare e attuare con la politica del rigore. Una capacità che gli alti stati "periferici" in eurolandia devono dimostrare da zero. «La sfida più grande è conseguire un'inversione decisa e duratura della dinamica di crescita esponenziale del debito pubblico e dei relativi costi di finanziamento. Alcune recenti iniziative governative indicano che il bilancio pubblico può offrire uno spazio di manovra sufficiente per ulteriori risparmi e incrementi dell'efficienza e stabilire tale trend», si legge nel rapporto. Il Sole 24 Ore |
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#2 |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
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peccato che gli avanzi primari fossero generati solo ed esclusivamente negli anni di governo di csx.
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#3 |
Member
Iscritto dal: Feb 2009
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Si,tramite lo strumento della tassazione (dilagante),mentre il cdx lo ha fatto tagliando le spese. Ahahahaha.
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#4 |
Member
Iscritto dal: May 2009
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Ma non andava tutto bene??
Che comunisti quelli di Moody's.....
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#5 | |
Senior Member
Iscritto dal: Jul 2002
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1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 Indeb. netto -9,1 -7,4 -7,0 -2,7 -2,8 -1,7 -2,0 -3,1 -2,9 -3,4 -3,4 -4,1 Interessi 11,4 11,6 11,5 9,3 7,9 6,6 6,3 6,3 5,5 5,1 4,7 4,6 Avanzo primario 2,3 4,2 4,6 6,6 5,1 4,9 4,3 3,2 2,7 1,7 1,3 0,5 ![]()
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#6 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2009
Città: Rimini
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Devi tagliare sui furbetti(evasori) e sui tetti dei manager pubblici che Silvio ha cancellato tutto con delle leggi.... ![]()
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MARCO SIMONCELLI#58 |
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#7 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2008
Messaggi: 376
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Il cdx NON LO HA FATTO. Il crollo dell'avanzo primario è uno dei simboli del governo Berlusconi 2001-2006, ed anche dell'attuale. Per il resto, ma Moody's non era un centro comunista sovversivo? Ah, ho capito, ha detto qualcosa di buono sul governo ![]() |
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#8 | |
Member
Iscritto dal: May 2009
Città: Side 7
Messaggi: 102
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Complimenti per la battutaaaaaaaaaa ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() Tagliare le spese? e di chi?? le sue forse, le spese legali!!! Ma in che mondo vivi? Aumenta tutto, aumentano le imposte comunali e regionali, aumenta la benzina, aumenta il gas, aumenta la luce, solo gli stipendi NON aumentano, anzi..... e gia' va bene se c'e' uno stipendio. Lo ripeto: ma in che mondo vivi? Fase 3 avanzata eh!!!!!
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#9 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2009
Città: Rimini
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MARCO SIMONCELLI#58 |
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#10 | |
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Iscritto dal: Aug 2005
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гла́вный корабе́льный старшина́ -
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#11 | |
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Iscritto dal: Feb 2009
Città: Biellese
Messaggi: 84
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Ah è molto facile fare così,che ci vuole...è una tipica prerogativa della sinistra che puntualmente,gurda caso,perde le elezioni. |
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#12 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2003
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Concluso ottimi affari con: Simoncino, Devil!, Dive76, Lucadue, luciferme(2), ilcalmo, Rhadamanthis, Guns81(2), oldfield, DARIO-GT(3), remok, asdasdasdasd, kjing, smanet(2), bollit, sdedo71, aje85, overthetop, piripikkio, vash79(2) voodoo13, russo30, nick-86, gwwmas(4) Holy_knight, MM, bebeto, miki66, jemofrà, vasquali, AquilaDelNord, ilaria81, giorgio156c, DonaldDuck, valerio86, Raven, copacabanas, spike69, potoah, shokobuku e molti altri...(credo almeno un 300) |
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#13 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2008
Messaggi: 376
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![]() Io ci noto un pattern, tu no? ![]() E guarda che non c'è stato alcun massacro tramite tassazione, manco le tasse fossero aumentate di 20 punti percentuali... Il "ceto medio" in Italia, sta morendo per le iniziative di un certo Silvio e di chi lo sostiene, non certo per la sinistra (che ha governato 2 anni degli ultimi 10). |
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#14 | |
Senior Member
Iscritto dal: May 2006
Città: MELMA
Messaggi: 6729
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#15 | |
Messaggi: n/a
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... secondo me pure se te ce metti d'impegno ... nun ce la farai mai a superallo ... ![]() ... fa' 'na cosa ... chiedi ai modde ... che te chiudano la discussione ... per motivi di decenza ... ... oppure segnalala alla giuria ... der guinness dei primati ![]() Ultima modifica di Scannabue² : 31-03-2010 alle 14:21. |
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#16 |
Junior Member
Iscritto dal: Mar 2008
Messaggi: 19
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parlare di "politica del rigore" con b. presidente significa fare dell'umorismo.
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#17 | |
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Iscritto dal: May 2009
Città: padova
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Tremonti infatti ha dichiarato di voler aumentare la tassazione indiretta (se non sbaglio è l'IVA) diminuendo quella diretta. Così facendo si scardina il principio che sancisce la proporzionalità diretta tra reddito percepito e tasse da versare o sbaglio? Sempre se non mi sbaglio l'aumento delle imposte indirette comporta un aumento dei prezzi, che notoriamente non va a colpire le fasce di reddito più elevate. Poi magari mi sbaglio, non è il mio campo e nemmeno il mio sport (cit.) *che, se non erro, era riuscito a togliere l'ici ai ceti medio e medio-basso senza smutandare i comuni
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#18 |
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Iscritto dal: Oct 2005
Messaggi: 68
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Tremonti ha detto che vuole tassare le "COSE" e non il "LAVORO".
Il che vuol dire più IVA e minor costo del lavoro. La principale conseguenza è abbassare i costi di produzione al contempo limitare la domanda interna (soprattutto riguardo l'import, che avrebbe un netto aumento di costo) riportando in attivo la bilancia commerciale. In un unione monetaria in cui c'è anche una Germania (vedere diatribe con i Francesi sulle stesse faccende), ed in un mondo in cui c'è anche una Cina non ci sono molte alternative se si vuole evitare il dissanguamento... a meno che gli altri non cambino radicalmente le loro politiche....cosa che non faranno mai. Un altro pro secondo me è che è più difficile evadere, soprattutto sulle cose grosse. Ovviamente bisogna vedere cosa è tassato e come per poter dire chi pagherà di più e chi di meno, ma non è impossibile mantenere un sistema che sia comunque equo. |
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#19 | |
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Iscritto dal: May 2009
Città: padova
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Questo significa abbassare sensibilmente le tasse alle imprese e poco ai lavoratori, la conseguenza è che l'imprenditore - lui si - si trova ad avere molti più soldi in tasca mentre il lavoratore gode di uno sgravio fiscale minimo. Lo stesso Draghi il 18-12-2009 ha affermato che dal punto di vista del sostegno alla crescita gli aiuti alle imprese hanno dimostrato scarsa efficacia.
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#20 |
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Iscritto dal: Dec 2000
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