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Iscritto dal: Feb 2008
Città: dire paesino sarebbe essere generosi :asd:
Messaggi: 470
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Caso Battisti: la risposta e la beffa di Lula
http://www.ansa.it/opencms/export/si...873343679.html
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Ci tengo a sottolineare che qui non verrebbe certo impiccato o fucilato ma processato democraticamente.
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Sampdoria o Lazio,ditemi voi chi ha bruciato di piu,la sconfitta diretta o la sconfitta morale? |
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#2 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
Città: Cremona
Messaggi: 3663
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inoltre al momento in Brasile è in carcere |
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#3 | |
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Iscritto dal: Feb 2008
Città: dire paesino sarebbe essere generosi :asd:
Messaggi: 470
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Sampdoria o Lazio,ditemi voi chi ha bruciato di piu,la sconfitta diretta o la sconfitta morale? |
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#4 |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2002
Città: AnTuDo ---------- Messaggi Totali: 10196
Messaggi: 1521
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sono combattuto, se fosse meglio lasciarlo in brasile, in qualche prigione de cacca, dove magari scoppia qualche rivolta e lo stendono con le pinze, o farlo rientrare in italia, e magari lasciarlo libero, e dopo ritrovarlo invitato a aprlare di politica in qualche universita'...
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“ Fiat iustitia, et pereat mundus”-המעז מנצח -
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#5 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 14070
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L'Italia dovrebbe ospitare qualche terrorista francese e brasiliano, in sontuose residente immediatamente prospicienti alle ambasciate dei due paesi a Roma.
Chissà che direbbero i rappresentanti della caviar gauche in Francia e in Brasile.
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#6 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 14070
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Un pluriomicida e uno che ha la responsabilità diretta di aver ridotto in carrozzina a vita una persona.
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#7 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 14070
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«Battisti uccise, paghi» E la Francia si divide
I figli del gioielliere assassinato: non proviamo odio e rancore, è solo una questione di giustizia Alberto Torregiani rimase paralizzato: quel giorno sono finiti i miei sogni e lui ci ha guadagnato MILANO - C' erano entrambi, quando è iniziata e quand' è finita. Il figlio del macellaio e la figlia del gioielliere dicono la stessa cosa: «Ci offende quello che sta accadendo. Perché basta ricordare davvero com' è andata, e poi uno si rende conto che è una semplice questione di giustizia. Quell' uomo deve pagare». Le loro storie sono diventate un' unica storia, una delle più allucinanti di quegli anni. Il Partito armato per il comunismo di Cesare Battisti, e il suo progetto. «La tematica carceraria per la quale era stato ucciso il maresciallo Santoro di Udine era ormai superata, fuori moda - rivelò al processo Pietro Mutti, il pentito del gruppo -. Alla fine del ' 78 fu concordato di compiere operazioni contro quello che noi chiamavamo il patto dei commercianti. Fu Battisti a dirci che bisognava colpire quelli che avevano sparato ai rapinatori che volevano svaligiargli i negozi». La sera del 16 dicembre 1978 Adriano Sabbadin è dietro al bancone. Sta aiutando suo padre a fare ordine nei conti. Il negozio è chiuso, nella strada di Caltana di Santa Maria a Sala, vicino a Venezia, non c' è nessuno. Entrano due uomini. Uno tira fuori dal giaccone la pistola e con il calcio colpisce sulla testa Lino, il padre di Adriano. Una bestemmia in dialetto, e poi: «Fuori i soldi». Lino Sabbadin è a terra, si trascina nel retrobottega, prende una pistola, spara. Colpisce alla testa uno dei banditi, Elio Grigoletto, 23 anni. Morirà nella notte. «Da allora - ricorda Adriano - abbiamo vissuto nel terrore». Alla mezzanotte del 22 gennaio 1979 a Milano c' è nebbia e un freddo cane. Il ristorante Transatlantico è quasi vuoto. Era un bel locale in via Malpighi, zona Porta Venezia, ha chiuso due anni fa. Marisa Torregiani sta finendo di mangiare, con lei c' è il padre Pier Luigi, un gioielliere. Accanto, ricorda, un gruppo di orchestrali tedeschi. Arrivano due uomini a volto coperto: «Questa è una rapina, tirate fuori tutto quello che avete». Nessuno vede che Torregiani ha fatto scivolare la mano nel borsello e ha tirato fuori la sua pistola, regolarmente denunciata in questura. Colluttazione, spari: muoiono in due, il rapinatore Orazio Daidone, 34 anni, siciliano, e un commerciante di Catania che mangiava in disparte. Ricorda oggi Marisa: «Mi sono sempre chiesta perché l' ha fatto. Ora rispondo: ha voluto difendere il suo lavoro e i suoi affetti, ovvero me». Torregiani viene fatto a pezzi da alcuni giornali. Diventa «bottegaio pistolero», «giustiziere della Bovisa» e, ovviamente, «fascista». Scriverà Giampaolo Pansa: «In questura si rivelò per quello che era: un brav' uomo terrorizzato, sconvolto dai morti e dal sangue». Era anche un uomo malato. Lottava da anni contro un tumore al polmone, in ospedale aveva incontrato tre bimbi orfani di padre, con la madre che moriva di cancro. Qualche mese dopo, li adottò. La più grande era Marisa, poi c' erano Anna e Alberto. «Ci diede una seconda possibilità». Quel 16 febbraio 1979, Torregiani muore per primo, alle 14. Sta aprendo la gioielleria in via Mercantini, con lui ci sono Marisa e Alberto. «Tre persone con la mani in tasca, le vedo io per prima», dice lei. «Uno urlò "Torregiani!", mio padre si voltò». Lo colpiscono al collo e alla testa, mentre cade riesce a sparare, alcuni colpi raggiungono suo figlio. Duecentocinquanta chilometri e cinque ore dopo, nella macelleria di Caltana. Adriano Sabbadin è nel retro, sta litigando al telefono con un fornitore. «Sento dire a voce alta "chi è Lino Sabbadin?", e poi gli spari». Lui corre, fa in tempo a vedere un uomo a cavalcioni di suo padre, che spara ancora, i colpi di grazia. Alla sera arriva la rivendicazione: «Siamo i Proletari armati per il comunismo, abbiamo colpito gli agenti della controrivoluzione Torregiani e Sabbadin». Le indagini a Milano portano verso un gruppo di autonomi del quartiere Barona. Verranno scagionati. Il 19 aprile 1979 il gruppo di Battisti ammazza un autista della Digos, Andrea Campagna. Lo hanno notato in tv, mentre fa entrare in macchina una delle persone catturate. Muore solo per questo. Battisti viene arrestato poco dopo, una retata facilitata da un pentito. Poi ne arriveranno altri. Il processo Torregiani è drammatico. «Una tensione pazzesca», racconta l' avvocato Renato Palmieri, che difendeva uno dei pentiti. «Non l' ho mai guardato in faccia», raccontano Marisa e Alberto. «Avevamo paura». Ce l' hanno anche adesso, come un riflesso condizionato. Chiedono che non venga scritto il nome della città dove vivono. Le cronache di allora raccontano delle minacce che Battisti e un altro imputato lanciano al giudice Corrado Carnevali: «Stai sicuro, veniamo a prendere anche te». Aula sgombrata una infinità di volte, Battisti che non smette di gridare «siete solo dei buffoni di m...». E' l' unico processo (in primo grado) al quale prende parte. Nel 1981 fuggirà dal carcere di Frosinone verso Puerto Escondido e poi a Parigi. Nel 1985, con l' ultimo processo di Cassazione, il quadro della breve storia dei Proletari armati per il comunismo è chiaro. Quattro omicidi, pochi comunicati, una specie di spontaneismo armato dietro a teorie senza capo né coda. Cesare Battisti, uno dei cinque fondatori del Pac, è l' uomo che sceglie gli obiettivi, effettua i pedinamenti e spara. Viene ritenuto tra gli esecutori di tutti e 4 gli omicidi. Su quelli di Torregiani e Sabbadin - ripetono oggi i suoi difensori - ci sono dubbi. «Mi accusano di due omicidi avvenuti a distanza di mezz' ora in due città diverse», disse lui nel 2002 in un' intervista. Non era mezz' ora, ma comunque è questo il suo cavallo di battaglia nel merito della vicenda. «Io non ho dubbi - dice Marisa Torregiani -. Era dietro di me, fu lui che sparò». Il pentito Mutti lo indicò come l' esecutore dell' omicidio Sabbadin e di quello del brigadiere Campagna. L' ultima parola spetta ad Alberto Torregiani. Aveva 15 anni nel ' 79. Suo padre gli morì davanti agli occhi, e morendo sparò. Colpì suo figlio alla schiena: lesione della colonna vertebrale. Oggi ha 40 anni e vive in carrozzina. Dice: «Nessun rancore. E' una questione di giustizia, non di vendetta. Lui stasera è a cena a Parigi, magari con la sua donna, i suoi figli, domattina si farà una corsetta per strada. Tutte cose che a me sono negate. I miei sogni, le mie ambizioni, tutto a schifo assieme alla vita di mio padre. Lui ci ha guadagnato, io ci ho perso. E non ero io che tenevo in mano una pistola per ammazzare un gioielliere». Marco Imarisio I delitti SANTORO Il capo degli agenti di custodia di Udine, il maresciallo Antonio Santoro, 52 anni (foto), viene ucciso il 6 giugno 1978 TORREGIANI Il 16 febbraio 1979 viene ucciso a Milano l' orefice Pierluigi Torregiani SABBADIN Sempre il 16 febbraio ' 79, in provincia di Venezia, viene assassinato il macellaio Lino Sabbadin CAMPAGNA Il 19 aprile 1979 a Milano viene ucciso un agente della Digos, Andrea Campagna Le tappe PAC Cesare Battisti (foto), classe 1954 entra nei Pac, Proletari armati per il comunismo nel 1977 L' ARRESTO Battisti viene arrestato a Milano nel 1979 per l' omicidio del gioielliere Torregiani L' EVASIONE Nel 1981 evade da Frosinone, dopo un assalto al carcere da parte di alcuni terroristi. Arrivano altre condanne IL RIFUGIO Si trasferisce a Parigi e diventa apprezzato scrittore noir. Viene arrestato in Francia il 10 febbraio scorso Imarisio Marco Pagina 21 (5 marzo 2004) - Corriere della Sera http://archiviostorico.corriere.it/2...40305052.shtml |
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#8 | |
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Iscritto dal: Feb 2008
Città: dire paesino sarebbe essere generosi :asd:
Messaggi: 470
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Basta vedere l'Italia fascista perchè chiude gli immigrati clandestini nei centri di accoglienza e la civile Spagna che li affronta con le pallottole democratiche,inutile dire a chi è stata fatta la predica fra i due.
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#9 |
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Bannato
Iscritto dal: Nov 2008
Messaggi: 85
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mah direi una storia simile a quella di Sofri....
http://it.wikipedia.org/wiki/Adriano_Sofri http://it.wikipedia.org/wiki/Cesare_Battisti_(n._1954) talvolta succede che i latitanti, o i condannati con rito abbreviato si prendono le colpe degli altri... (nn so' se questo e' il caso ma... ) oppure il brasile se lo tiene in caldo x barattarlo con qualcos' altro...
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#10 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Messaggi: 1334
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Non hanno ancora ritirato l'ambasciatore italiano in Brasile? Non ce n'è siamo proprio degli smidollati, i fessi d'Europa... non è per niente strano se la UE si è messa d'accordo nel mandare tutti quelli che sono delinquenti nell'Est Europa qua da noi. Siamo pieni di fessi che li accolgono a braccia aperte in nome della tolleranza, della solidarietà e di altre cazzate simili ed il primo che prova a prendere provvedimenti un minimo restrittivi viene sempre lapidato dai suddetti fessi e dai burocrati europei, i quali hanno tutto l'interesse affinché la feccia venga tutta da noi.
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#11 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2004
Messaggi: 1384
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in diversi articoli ho letto che la questione potrebbe anche essere dovuta alla mancata estradizione di Salvatore Cacciola (se ho capito bene nel 2007), banchiere italo-brasiliano condannato a 13 anni di carcere in Brasile (è stato poi catturato dall'interpol durante una vacanza nel Principato di Monaco, li l'estradizione è stata concessa)
articolo in portoghese su wikipedia http://pt.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Cacciola |
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#12 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Messaggi: 1334
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Dipendesse da me Battisti sarebbe già qua rapito da un commando di agenti segreti, fregandomene altamente del Brasile, della sua sovranità e compagnia bella. |
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#13 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jun 2005
Messaggi: 367
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#14 |
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Bannato
Iscritto dal: Oct 2008
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#15 |
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Bannato
Iscritto dal: Oct 2008
Messaggi: 558
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#16 |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
Messaggi: 1334
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Di certo non mi va di essere preso per il culo da un Paese straniero... guarda che il provvedimento del Brasile è uno schiaffo in faccia al nostro Paese, un insulto alla nostra cultura, alle nostre leggi ed ai nostri tribunali. A te va bene tutto ciò? A me no, manco un po'!
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#17 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Città: Ferrara (cs_italy)
Messaggi: 5102
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Se vuoi agire a muso duro devi poi essere in grado di poter sostenere le conseguenze. Allla fine al nostro paese costerebbe tremila volte di più andarlo a prendere che lasciarlo in giro. Se poi parli di orgoglio nazionale e non essere presi come smidollati, allora si può dire che nel mondo, chissà quanti paesi hanno cittadini che si sono macchiati di crimini gravissimi e non vengono estradati dal paese che li ha catturati, ma è difficile che si usino le maniere forti visto che gli svantaggi sono di gran luga più dei vantaggi.
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#18 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2000
Città: BUSTO ARSIZIO
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detto questo , fa specie sapere che un terrorista sia a piede libero in un altro paese sovrano, anche se non mi stupisco dati i precedenti in tema terrorismo e anche giustizia , come il caso craxi
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quanto mi piacerebbe essere napoletano ! come dice berlusconi tutte le volte che passa davanti al quirinale ... roberto benigni |
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#19 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
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Iscritto dal: Jan 2004
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