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Senior Member
Iscritto dal: May 2002
Città: Pavia.. a volte Milano o Como...talora Buccinasco! Firenze fino al 15/7
Messaggi: 2143
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programmi e partiti: l'opinione di Giavazzi
interessantissima analisi di Giavazzi.
http://www.corriere.it/editoriali/08...ba99c667.shtml Da più parti si auspica una grande coalizione: un governo fra Forza Italia e Pd, o almeno un accordo bipartisan per realizzare riforme che, si ritiene, né il centrodestra, né il centrosinistra da soli sarebbero in grado di varare. Mario Monti ( Corriere, 3 febbraio) propone che un simile accordo venga stipulato prima delle elezioni, in modo che diventi vincolante qualunque sia la coalizione che le vincerà. Persino Silvio Berlusconi fa capire di non essere pregiudizialmente contrario. Dopo quindici anni in cui la politica ha navigato a vista, forse è venuto anche il momento delle grandi coalizioni. Ma la domanda da porsi è se una coalizione fra Forza Italia e Pd renda più probabili le riforme. Non è detto. Un esempio: un'alleanza fra avvocati e notai — categorie ben rappresentate da Forza Italia — e i sindacati, rappresentati dal Pd, probabilmente garantirebbe stabilità al governo, ma certo non consentirebbe né la riforma delle professioni né quella del mercato del lavoro. Romano Prodi ha fallito, ma la sua strategia era sottile. Partiva dall'osservazione che in Italia non esiste una maggioranza in grado di fare le riforme da sola. I riformisti devono quindi trovare degli alleati. Prodi li aveva identificati nella sinistra radicale, alla quale aveva offerto un patto chiaro: riforme in cambio di redistribuzione.La sinistra accettava i provvedimenti Bersani, non chiedeva che venisse abolita la legge Biagi; in cambio avrebbe ottenuto una forte redistribuzione del reddito a favore del lavoro dipendente e delle famiglie più in difficoltà. All'inizio l'accordo ha retto: non è certo la sinistra che ha ostacolato Bersani, né ha strillato quando il governo ha confermato la legge Biagi. Chi non è stato ai patti sono piuttosto i riformisti: di redistribuzione in questi due anni se ne è vista molto poca. È interessante chiedersi perché. Prodi si è illuso che per mantenere l'impegno alla redistribuzione fosse sufficiente negoziare ogni legge con i sindacati, che certo non rappresentano i ricchi, ma neppure i poveri. (Errore tipico di una sinistra che ancora pensa che non si possa far nulla senza l'accordo dei sindacati). Un caso emblematico è il modo in cui nell'estate scorsa sono stati distribuiti i fondi stanziati per aumentare le pensioni minime. La quota maggiore non è andata alle famiglie più povere, bensì alle fasce di reddito più presenti fra gli iscritti ai sindacati. Lo stesso è accaduto quando il governo ha deciso di abbassare l'età minima della pensione, un provvedimento che ha favorito i lavoratori anziani, spesso iscritti ai sindacati, e che è stato pagato per una metà tassando i giovani precari, raramente iscritti a un sindacato. Per la verità accade anche in Francia. Sarkozy ha delegato la riforma del mercato del lavoro a sindacati e imprenditori. Non sorprendentemente l'accordo che hanno siglato (si legga Francis Kramarz, sul sito telos-eu.com) non cambia sostanzialmente nulla, in particolare non fa nulla per aiutare i giovani. Per giudicare se un accordo politico sia auspicabile occorre innanzitutto chiedersi se esso renda più facile attuare alcune riforme. Anziché dagli schieramenti meglio quindi partire dai contenuti, da un'analisi dei problemi che il governo, qualunque esso sia, dovrà affrontare dopo le elezioni. 09 febbraio 2008 ho evidenziato gli spunti che reputo più interessanti.
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"Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola". (Adolf Hitler) "Se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre. se sei al duomo ti tirano il duomo". (cit. un mio amico )
Ultima modifica di Lorekon : 09-02-2008 alle 12:21. |
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#2 |
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Senior Member
Iscritto dal: Apr 2002
Città: Al momento Berlino
Messaggi: 571
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Un'analisi molto lucida.
Se non per il fatto che considera positivamente la legge Biagi, ed in generale alcune cose che non condivido. I nuovi proletarî sono i precarî, e purtroppo non ci sono ancora organizzazioni che li difendano. In ogni caso le liberalizzazioni non sono mica di destra... o meglio, i monopolî privati mica sono di "sinistra". |
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#3 |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2005
Messaggi: 3759
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Una buona sintesi di ciò che è accaduto.
Aggiungerei che era ampiamente prevedibile. |
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#4 |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2005
Messaggi: 821
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Secondo me delle riforme a questi qui non frega assolutamente nulla. Tanto è vero che se ci fate caso non si parla mai di programmi, ma solo di alchimie politiche. Insomma non è cosa fare l'importante, ma come acquisire il potere, come detenerlo il più a lungo possibile, con chi allearsi per poterlo fare.
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Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio. (Cesare Pavese) "Sono un liberale di destra, come potrei votare uno come Berlusconi?" Marcello Dell'Utri, fondatore del partito Forza Italia, è stato condannato per mafia. |
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