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Old 30-05-2006, 13:02   #1
Ewigen
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Madri di Tiananmen al governo comunista:Rivalutate il movimento e punite i colpevoli

29 Maggio 2006
CINA
Madri di Tiananmen al governo: “Rivalutate il movimento studentesco e punite i colpevoli"

Nella lettera aperta che ogni anno il gruppo guidato da Ding Zilin, in occasione dell’anniversario del 4 giugno, pubblica, le “Madri” chiedono una “revisione storica del giudizio di condanna nei confronti del movimento democratico” e il risarcimento delle vittime.

Pechino (Agenzie) – Il governo cinese “deve convincersi” della “necessità storica” di una “revisione del giudizio di condanna del movimento studentesco di piazza Tiananmen”, deve “aprire un’inchiesta e punire i colpevoli del massacro che lo ha stroncato”, oltre a dover “risarcire ed assistere le famiglie delle vittime”.

Sono le richieste delle “Madri di Tianammen”, che tramite una lettera aperta - resa nota oggi dal gruppo umanitario Human Rights in China – ricordano il prossimo anniversario della strage, il 17°, che il 4 giugno 1989 ha “bagnato di sangue innocente le strade di Pechino”.

Le “Madri di Tiananmen” è un gruppo formato da 125 familiari delle vittime della strage del 4 giugno 1989 in piazza Tiananmen, quando le truppe dell'esercito nazionale, appoggiate dai carri armati, massacrarono i manifestanti inermi che da oltre un mese invocavano democrazia e la fine della corruzione per la società cinese, nelle strade della capitale. Il bilancio di quel massacro non è mai stato pubblicato dal governo, ma organizzazione internazionali indipendenti dicono che attorno alla piazza, nelle vie laterali e nei giorni seguenti al 4 giugno sono stati uccisi alcune migliaia di persone. Il gruppo è guidato da Ding Zilin, professoressa universitaria in pensione che perse negli scontri il figlio 17enne, Jiang Jielian.

La lettera aperta è divisa in sei parti. Nella prima, le “Madri” ricostruiscono gli avvenimenti di quella tragica notte e spiegano la loro attività, che consiste soprattutto nel rintracciare e assistere le famiglie delle persone che furono uccise sulla piazza e nei dintorni. Ad oggi, il gruppo è riuscito ad identificare 186 persone che sono state uccise e 70 che sono state ferite. “Si tratta - sottolineano - di una piccola percentuale delle persone che persero la vita che, secondo le stime, sarebbero centinaia”.

La seconda parte della lettera e' dedicata ad illustrare il metodo di protesta non-violenta scelto dal gruppo e i suoi slogan: “Dire sempre la verità”, “Non dimenticare mai”, “Cercare di ottenere giustizia” e “Fare appello alle coscienze”. Questi slogan si rifanno a quelli degli studenti e degli operai che, alla fine degli anni ’80, hanno dato vita al movimento pro-democrazia ed anti-corruzione proprio con l’intenzione di “appellarsi alle coscienze tramite la verità e la giustizia”.

Nella terza parte del documento le “Madri” ricordano che i loro principi basilari sono quelli di “preservare la dignità delle vittime” e quello di “rifiutare l' evasione dei principi della legalità tramite soluzioni amministrative e trattative private”.

Inoltre, il gruppo presenta alle autorità cinesi una serie di richieste immediate: mettere fine a tutte le attivita' di controllo e di limitazione della liberta' delle vittime; permettere che le famiglie commemorino i loro cari scomparsi; mettere fine alle interferenza con gli aiuti che vengono sia dalla Cina che dall' estero; fornire aiuto umanitario alle persone che continuano a soffrire psicologicamente o finanziariamente a causa della repressione; rimuovere le discriminazioni politiche e sociale contro le vittime; restituire i diritti e il benessere fisico delle persone detenute, imprigionate o disoccupate a causa della loro partecipazione al movimento democratico del 1989. Fino ad oggi, Pechino non ha mai risposto alle “Madri” che, in ogni anniversario del massacro, vengono di fatto messe agli arresti domiciliari.

Nel suo giudizio ufficiale, il Partito Comunista Cinese ha definito il movimento studentesco del 1989 un “moto controrivoluzionario”: in risposta, la lettera dello scorso anno si apriva con un’accusa al governo stesso, che “non ha ancora chiesto perdono per le atrocità perpetrate” ed onora come degli dei Mao Tse-tung e Deng Xiaoping “le cui mani sono lorde del sangue del popolo, e che hanno portato sciagure mai raccontate alla nostra nazione”.
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Old 02-06-2006, 14:24   #2
Ewigen
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2 Giugno 2006
CINA
Zhao Ziyang scrisse al Partito chiedendo la libertà

L’ex segretario generale, che ha subito per 15 anni gli arresti domiciliari per la sua opposizione al massacro di Tiananmen nell’89, ha chiesto diverse volte di essere liberato. Ma non ha mai ottenuto risposta.

Hong Kong (Scmp) – L’ex segretario generale del Partito comunista cinese (Pcc), caduto in disgrazia per essersi opposto al massacro di Tiananmen e morto nel gennaio 2005, sarà ricordato il 4 giugno – anniversario del massacro - con la pubblicazione di alcuni saggi commemorativi e degli scritti inediti. Fra questi vi è una sua lettera, datata 13 ottobre 1997, da lui indirizzata a tutti i 7 membri del Comitato permanente del Politburo, in cui definisce i suoi arresti domiciliari “una brutale distruzione del sistema legale socialista”.

Zhao, degradato dalla carica di segretario del partito nell’89, a causa delle sue simpatie verso il movimento democratico degli studenti e degli operai, ha passato 15 anni agli arresti domiciliari fino alla sua morte. Lui stesso, i suoi parenti, i sostenitori hanno chiesto di continuo la revisione sul giudizio dato dal Partito sui fatti di Tiananmen, ma inutilmente. Secondo il Pcc il movimento democratico era “contro-rivoluzionario” e sopprimerlo è stato un bene per la nazione. In tutti questi anni il Partito non ha mai voluto ridiscutere tale “conclusione” per timore di riaprire una ferita che resta profonda in molti cinesi. Il tabù di Tiananmen è tale che alla morte di Zhao, il governo ha permesso solo funerali privati per lo statista, pioniere delle aperture economiche e democratiche della Cina.

Prima della lettera dell’ottobre ’97, nel settembre ’97, Zhao aveva inviato un’altra lettera ai leader del Partito radunati in congresso. In essa Zhao chiede ai capi di riabilitare il movimento dell’89. Nella lettera di ottobre, Zhao si lamenta perchè dopo l’invio della missiva precedente, gli è stato proibito di incontrare visitatori o di uscire di casa.
“Dal giugno 1989 – egli scrive – sono stato tenuto agli arresti domiciliari in modo illegale; per otto anni ho subito arresti domiciliari totali o parziali. Non so per quanto ancora potrò sopportare una simile perdita di libertà personale. Tutto ciò è un grave danno alla mia vita di 80enne, dal punto di vista fisico e psicologico”.
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Old 04-06-2006, 22:44   #3
Ewigen
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3 Giugno 2006
CINA
A 17 anni dal massacro di Tiananmen: garantire i diritti agli operai
di Han Dongfang

Il fondatore del primo sindacato autonomo in Cina, ricordando il movimento di studenti e operai soppresso con violenza, fa un paragone fra il sindacato polacco di Solidarnosc e la necessità che anche in Cina cresca un sindacato libero. La situazione degli operai cinesi oggi è peggiore di quella di 17 anni fa.

Hong Kong (Clb) – In un discorso ai leader del Partito comunista cinese (Pcc) del 25 aprile ’89, Deng Xiaoping chiedeva al governo di soffocare in fretta ogni piccolo segno di insorgente movimento democratico. I leader del Partito “dovrebbero imparare dall’esperienza del sindacato polacco di Solidarnosc – diceva – e non devono avere nessuna cautela” nel trattare con il movimento democratico cinese.

Il 4 giugno 1989 il governo lancia la sua sanguinosa repressione contro il movimento di studenti e lavoratori. In piazza Tiananmen ero presente con la Federazione autonoma degli operai di Pechino (Beijing Workers' Autonomous Federation, Bwaf) ed ero il loro portavoce. La repressione si è attuata seguendo con precisione lo spirito e le parole di Deng.

È passato ormai un quarto di secolo da quando Lech Walesa e i suoi colleghi dei cantieri navali issarono per la prima volta lo striscione di Soldarnosc. Ma i leader cinesi continuano ad aver paura del suo spettro e temono che in Cina possa nascere un movimento simile, per sfidare lo scettro del partito. Con ogni probabilità questa è forse la ragione principale che spinge Pechino a proibire ancora adesso la fondazione di sindacati autonomi in Cina.

Commemorando quest’anno l’anniversario del movimento democratico e del Bwaf, dobbiamo ricordare che le condizioni degli operai cinesi oggi sono in molti aspetti peggiori rispetto a 17 anni fa. È anche importante un paragone pratico fra la situazione che era di fronte alla Solidarnosc polacca allora e quella di fronte al movimento operaio cinese di oggi.

Tale analisi rende evidente che i profondi timori della leadership cinese verso le crescenti sommosse sindacali in Cina, sono fondamentalmente fuori luogo. Piuttosto che ricorrere a ulteriori campagne repressive, essa dovrebbe affrontarle in un modo più liberale e più illuminato; ciò le permetterebbe di sgonfiare e risolvere la “minaccia alla stabilità sociale” che sembra affacciarsi in molte aree delle relazioni industriali nel paese.

Anzitutto, la situazione sociale della Cina di oggi è molto differente da quella della Polonia degli anni ’80. Allora la Polonia era sotto un’economia statale a pianificazione centrale. Non c’era conflitto fra imprenditori capitalisti e lavoratori perché là il capitalismo non esisteva. Ogni volta che sorgevano conflitti fra le compagnie statali e la forza lavoro, gli amministratori non avevano né potere, né autorità di andare incontro alle richieste ragionevoli dei lavoratori, quali il salario e le condizioni di lavoro.

Ogni forma di militanza operaia tendeva perciò a divenire uno scontro con i reali padroni delle imprese, di solito i governi locali. In tal modo, proteste operaie di tutti i tipi si sviluppavano verso una sola direzione: la lotta politica e, alla fine – come nel caso di Solidarnosc – in una diretta sfida all’autorità del governo.

La situazione oggi in Cina è totalmente diversa. Non vi è alcuna ragione per cui le lotte operaie devono divenire sfide politiche o scontri. Dopo 20 ani di riforme economiche, sono nate innumerevoli imprese private, ad investimento straniero e come joint-venture. Perfino nelle imprese statali gli amministratori hanno il potere di controllare i profitti della compagnia, fissare salari e premi per i propri operai, assumere e licenziare a proprio piacimento. In tutte queste aree gli imprenditori privati hanno ancora più potere. Con il divieto di ogni rappresentanza sindacale, gli stessi operai non hanno quasi alcun potere per negoziare e così i profitti vanno nella quasi totalità a proprietari e amministratori. A causa di ciò, il conflitto fra i proprietari delle aziende e i loro impiegati diviene sempre più acuto e di giorno in giorno cresce di intensità.

Ma a differenza della Polonia di 25 anni fa, il governo cinese di oggi può scegliere se interporsi o no fra i proprietari delle imprese private, avidi di profitti, e la sempre più insoddisfatta forza lavoro militante. Più precisamente: il governo può scegliere se prendere a cuore le povere condizioni di lavoro e gli abusi ai diritti degli operai, che sono alla base degli scontri.

Per questa ragione, la natura del movimento operaio della Cina di oggi è diversa da quella della Solidarnosc polacca. La critica del movimento operaio cinese è diretto verso proprietari e amministratori, a differenza di Solidarnosc, le cui critiche erano rivolte al governo.

Le richieste che si levano dalle proteste degli operai cinesi sono limitate ai basilari diritti sociali ed economici. Vale a dire: il movimento sindacale nella Cina di oggi non ha scopi politici. Esso affronta i conflitti sociali e non incita verso un movimento politico.

In più, la coscienza collettiva nella lotta degli operai cinesi di oggi è diversa da quella di Solidarnosc. Molti operai cinesi conservano ancora un livello alto di fiducia e di speranza nel governo. Essi credono che non appena il governo centrale diverrà cosciente delle disuguaglianze e delle sofferenze che essi sopportano, verrà subito in loro aiuto. Date queste condizioni sociali, ogni sindacato indipendente che nasce, sarà per forza diverso da Solidarnosc, un movimento fortemente politicizzato.

La fondamentale differenza fra il sistema economico della Polonia di allora e della Cina di oggi, offre a Pechino un’occasione d’oro per porsi come un mediatore neutrale nei conflitti fra sindacati e amministratori. Il governo non ha bisogno di sentirsi braccato dallo “spirito” di Solidarnosc.

Pechino dovrebbe cambiare il modo in cui si risolvono i conflitti nella nostra società, cambiando il ruolo che esso gioca in tali conflitti, e cioè essere al servizio della parte imprenditoriale. Cambiando il suo ruolo, esso potrebbe divenire l’agente che stabilisce le regole delle negoziazioni. In più, tutto ciò renderebbe capace il movimento sindacale e ogni sindacato indipendente di unirsi insieme in modo legale. In questo modo [il movimento sindacale] potrebbe divenire uno strumento per istituzionalizzare e armonizzare il conflitto fra impiegati e proprietari. Ciò porterebbe a una vera modernizzazione del governo pubblico in Cina. Se invece Pechino continua a massacrare i movimenti operai e i sindacati, servendo gli interessi dei proprietari, dovrà allora affrontare un sempre maggiore scontento operaio. Solo in tal caso, vedendosi negati i diritti e i mezzi istituzionali per negoziare con i loro padroni in modo equo, gli operai indirizzeranno la loro ira verso il governo. In questo modo, la paura di Pechino per l’accadere di una situazione “tipo” Solidarnosc si avvererebbe da sé.
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Old 05-06-2006, 00:08   #4
D1o
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ci vuole un bel coraaggio... rischiano di fare la fine dei loro parenti 17 anni fa
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Old 05-06-2006, 01:32   #5
CONFITEOR
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Ricordiamo che quando il fascismo andò al potere in europa, si era a un livello di sviluppo economico più avanzato rispetto alla Cina di oggi...

La Cina è costretta a tenere bassi i salari perchè oggi produce merci in cocncorrenza con altri paesi in via di sviluppo con salari ancora pi ù bassi,
situazione destinata a cambiare entro cinque anni.

I lavoratori cinesi hanno però vantaggi che altri non hanno, tipo affitti e altri beni a prezzi bassissimi.

Gli amministratori delle imprese sono a stipendio fisso, i profitti sono tassati, e il governo deve pensare a 700 milioni di contadini che non hanno il privilegio di avere un posto nel settore moderno.

Nessun paese in via di sviluppo ha mai avuto un buongoverno come quello cinese.
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Il segreto dell'uomo politico è rendersi stupido come i suoi ascoltatori facendogli credere di essere intelligenti come lui.
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Old 05-06-2006, 03:28   #6
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Nessun paese in via di sviluppo ha mai avuto un buongoverno come quello cinese.
se ne puo discutere tanto su questa affermazione.... non è certamente cio che chiamerei un fulgido esempio di governo attento ai bisogni dei cittadini ed alla loro libertà
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Old 05-06-2006, 04:23   #7
CONFITEOR
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se ne puo discutere tanto su questa affermazione.... non è certamente cio che chiamerei un fulgido esempio di governo attento ai bisogni dei cittadini ed alla loro libertà
Bene, vatti a guardare la storia dell'india, del pakistan, del congo, del Brasile, dell'argentina....

ovviamente non ho detto che il governo cinese sia meglio di quello svedese,
ma come paesi extraeuropei in via di sviluppo le condizioni economiche e sociali sono state sempre peggiori, e non di poco.

Fra 20 anni i cinesi saranno un popolo ricco come gli europei,
fra 20 anni centinaia di milioni di indiani faranno la fame come prima.
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Old 05-06-2006, 13:10   #8
Xiaoma
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Old 05-06-2006, 15:23   #9
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....
Fra 20 anni i cinesi saranno un popolo ricco come gli europei,
fra 20 anni centinaia di milioni di indiani faranno la fame come prima.
imho tu guardi solo l'aspetto economico... un paese il cui concetto di relazioni con le minoranze è scavare una buca in terra e accatastarci dentro i corpi io non lo chiamo un buongoverno.
un paese il cui governo ha proibito per moltissimi anni la tv satellitare, internet è tuttora limitatissima e con grandi censure, tutta l'informazione è cantrollata dallo stato io non lo chiamo buongoverno.
un paese in cui i minatori muoiono a decine di migliaia ogni anno solo nelle miniere di carbone perche non vengono messe in sicurezza io non lo chiamo un buongoverno.
un paese donve non esistono nemmeno le piu basilari liberta io non lo chiamo un buongoverno.
e cosi via...
poi è ovvio, al peggio non c'è mai fine, ma da qui a dire che la cina è un fulgido esempio nella costellazione dei governi dei paesi in via di sviluppo... ce ne corre...
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Ultima modifica di D1o : 05-06-2006 alle 16:01.
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Old 05-06-2006, 15:39   #10
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se ne puo discutere tanto su questa affermazione.... non è certamente cio che chiamerei un fulgido esempio di governo attento ai bisogni dei cittadini ed alla loro libertà
Discutere?????
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Old 05-06-2006, 16:00   #11
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Discutere?????
si, finche il mio nick non rispecchiera la realta dopo non ci saranno + cazzi per nessuno
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Old 05-06-2006, 16:27   #12
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imho tu guardi solo l'aspetto economico... un paese il cui concetto di relazioni con le minoranze è scavare una buca in terra e accatastarci dentro i corpi io non lo chiamo un buongoverno.
un paese il cui governo ha proibito per moltissimi anni la tv satellitare, internet è tuttora limitatissima e con grandi censure, tutta l'informazione è cantrollata dallo stato io non lo chiamo buongoverno.
un paese in cui i minatori muoiono a decine di migliaia ogni anno solo nelle miniere di carbone perche non vengono messe in sicurezza io non lo chiamo un buongoverno.
un paese donve non esistono nemmeno le piu basilari liberta io non lo chiamo un buongoverno.
e cosi via...
poi è ovvio, al peggio non c'è mai fine, ma da qui a dire che la cina è un fulgido esempio nella costellazione dei governi dei paesi in via di sviluppo... ce ne corre...
Il problema e' che se chiedi a qualcuno hai appena descritto l'Italia. No, scusa, l'Italia fino a un mese fa. Adesso e' tutto perfetto.
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Old 05-06-2006, 19:03   #13
Xiaoma
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Restando al tema del thread, io non sono assolutamente d'accordo con chi definisce "martiri" gli studenti sovversivi e soprattutto chi li manovrava. In quel momento il governo cinese non poteva fare di meglio. Oddio... magari poteva curare meglio le relazioni internazionali, ma non poteva mostrarsi debole.

Considerazioni sui diritti civili di qualche centinaia di persone sono insignificanti quando c'e' una situazione di emergenza in cui devi salvare dalla catastrofe un paese di un miliardo di persone.

Detto questo, non è (almeno per me) il thread giusto per la solita (ricorrente e ormai scontata) collezione di pianti e strappamenti di capelli sulle condizioni di vita in Cina.
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Old 05-06-2006, 19:04   #14
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Restando al tema del thread, io non sono assolutamente d'accordo con chi definisce "martiri" gli studenti sovversivi e soprattutto chi li manovrava. In quel momento il governo cinese non poteva fare di meglio. Oddio... magari poteva curare meglio le relazioni internazionali, ma non poteva mostrarsi debole.

Considerazioni sui diritti civili di qualche centinaia di persone sono insignificanti quando c'e' una situazione di emergenza in cui devi salvare dalla catastrofe un paese di un miliardo di persone.

Detto questo, non è (almeno per me) il thread giusto per la solita (ricorrente e ormai scontata) collezione di pianti e strappamenti di capelli sulle condizioni di vita in Cina.
non capisco spiegati meglio per favore
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Old 05-06-2006, 19:21   #15
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non capisco spiegati meglio per favore
Mi spiego meglio, OK.

Parliamo di una quasi 20 anni fa. C'era in Cina un movimento che si proponeva di abbattere le fondamenta dello Stato. Nascosta dietro la retorica di una spontanea domanda di democrazia c'era in realtà molto di più.

Non sto accusando la CIA di aver manipolato il movimento, come suppone qualcuno. Però c'erano dei personaggi abbastanza svegli che sfruttavano ad arte l'ingenuità degli studenti (che sono uguali in tutto il mondo, vedi panterine da noi) per mettere in crisi il governo.

I paesi occidentali sognavano un altro Gorbachev. Come questi servì a distruggere il precedente grande nemico dell'occidente, l'Unione Sovietica, così si sperava in qualche figura che cedesse alle pressioni "democratiche" per aiutare il nuovo grande nemico, la Cina, a fare la stessa fine.

Questa la premessa.

Ora, accantonando per un attimo il dubbio se le richieste degli studenti contenessero o no una parte di ragione, non ho invece dubbi sul fatto che i mezzi utilizzati erano completamente sbagliati.

Inoltre, invece di muoversi per ottenere una revisione del Partito dall'interno, si sono posti in conflitto con esso, mettendo in dubbio la stessa necessità della sua esistenza, e invocando dei modelli americani che nulla hanno a che vedere con la cultura e la tradizione della Cina. Il tutto cercando di portare le masse ad una ribellione che avrebbe avuto conseguenze catastrofiche, non solo per la Cina, ma per tutta l'Asia, e di conseguenza un effetto destabilizzante per l'intero pianeta, molto superiore a quello provocato dal crollo dell'URSS.
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Old 06-06-2006, 22:07   #16
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6 Giugno 2006
CINA
Cina: detenuto da 21 mesi senza avere incontrato un giudice

E’ il giornalista Zhao Yan, accusato di avere rivelato a un giornale estero “segreti di Stato”. Forse inizia l’8 giugno il processo, in cui rischia una pena minima di 10 anni. Questa accusa è spesso usata per colpire ogni tipo di dissidenti.

Pechino (Hrw) - Inizierà forse l’8 giugno il processo contro Zhao Yan, giornalista accusato di rivelazione all’estero di segreti di Stato. L’organizzazione per la tutela dei diritti Human Rights Watch (Hrw) denuncia che è in pratica impossibile difendersi da questa accusa, usata per colpire i dissidenti, e lancia un appello al Governo cinese per una giustizia pubblica ed equa.

Zhao è detenuto dal 17 settembre 2004 per un articolo pubblicato su un quotidiano di New York che prevedeva le dimissioni dell’ex presidente Jiang Zemin da capo della Commissione militare centrale del Partito comunista, aprendo la via alla piena presa di potere del presidente Hu Jintao.

Zhao nega ogni accusa e anche il quotidiano smentisce il fatto, ma in 21 mesi non ha mai incontrato un giudice. Poco prima della visita del presidente Hu a Washington in aprile, il pubblico ministero ha fatto cadere le imputazioni, ma dopo due mesi sostiene identiche accuse. Il suo avvocato, Mo Shaoping, denuncia il tempo trascorso e numerose irregolarità procedurali.

La rivelazione all’estero di segreti di Stato prevede la condanna da 10 anni di carcere alla pena capitale. Negli anni precedenti Zhao aveva denunciato fatti di malgoverno, come la vicenda del sindaco di Tangshan che si era appropriato degli indennizzi destinati a migliaia di contadini espropriati e fatti traslocare per la costruzione di una diga nell’Hebei.

“Nel caso di Zhao – spiega Sophie Richardson, vice direttore di Hrw per l’Asia – ci sono molte violazioni di un equo processo e temiamo che sia vittima di ragioni politiche. I suoi diritti sono stati talmente violati da renderlo una parodia di processo”.

La legge cinese per la tutela del segreto di Stato può essere applicata praticamente a qualsiasi materia e prevede drastiche limitazioni ai diritti dell’accusato. Tutti gli incontri con l’avvocato devono essere approvati dalle autorità che indagano e la difesa non ha diritto di conoscere le prove dell’accusa. Il processo può avvenire a porte chiuse. L’Ufficio per i segreti di Stato ha un’autorità assoluta per definire cosa lo sia ed è in pratica impossibile confutarne le decisioni. Hrw accusa la Cina di avere utilizzato il segreto di Stato per colpire azioni non considerate criminali in nessun altro Stato. Così è stato per Zheng Enchong, avvocato di Shanghai che si è battuto contro gli sfratti coatti dei residenti della città, condannato a tre anni di carcere per avere divulgato all’estero un dispaccio interno della agenzia di stampa Xinhua sulle proteste dei lavoratori. Lo stesso è accaduto nell’aprile del 2005 a Shi Tao, giornalista di Changsha, condannato a 10 anni per avere comunicato a siti web esteri istruzioni inviate dal Governo cinese ai media su come comportarsi per il 15° anniversario del massacro di piazza Tiananmen. Sempre lo stesso "crimine" ha portato in carcere i leader religiosi Liu Fenggang, Xu Yonghai e Zhang Shengqi, condannati nel 2004 per violazione del segreto di Stato, per avere documentato la distruzione di chiese “domestiche” nello Zhejiang.

Il segreto di Stato è anche usato per coprire i grandi disastri nelle fabbriche o l’epidemia di SARS del 2004. Solo dal 2005 è stato deciso che i disastri naturali non ci rientrano.

“Il segreto di Stato – commenta la Richardson – è l’arma per processare persone come Zhao Yan che l’autorità cinese vuole ridurre al silenzio. Finché l’Ufficio per la sicurezza statale non spiega quale sia il ‘segreto di Stato’ [violato] e Zhao non ha la possibilità di confutarlo, il processo sarà poco più di una farsa”. (PB)
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Old 06-06-2006, 22:10   #17
TXFW
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Old 08-06-2006, 03:59   #18
CONFITEOR
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Originariamente inviato da D1o
imho tu guardi solo l'aspetto economico... un paese il cui concetto di relazioni con le minoranze è scavare una buca in terra e accatastarci dentro i corpi io non lo chiamo un buongoverno.
le cazzate invece rimangono sempre cazzate.

Quote:
poi è ovvio, al peggio non c'è mai fine, ma da qui a dire che la cina è un fulgido esempio nella costellazione dei governi dei paesi in via di sviluppo... ce ne corre...
Uno dei motivi per cui l'urss veniva fatta stagnare(ma anche oggi la russia), era che lo sviluppo avrebbe portato la democrazia...

E lo sviluppo accellerato e completo, con la prospettiva della piena occupazione a medio termine, alla democrazia porterà,
in Cina avanza tutto il popolo, non solo l'industria militare, che è anzi sottodimensionata...

e non è un mistero che i cinesi si ispirino alle società nordeuropee.
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Old 08-06-2006, 04:00   #19
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Originariamente inviato da TXFW
Discutere?????
Non c'è nulla da discutere, la Cina è l'avvenire dell'umanità,

gli usa, e specialmente lo stato che hai nell'avatar, una fogna.
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Old 08-06-2006, 04:04   #20
CONFITEOR
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Originariamente inviato da TXFW
Scusa, ma cosa contano i diritti civili di una persona?
dice bush....

non mi pare che la cina abbia bomb ardato massacrato e occupato paesi indipendenti....

succede quando si hanno gli occhi nel didietro.
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