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Sponsor e tv ai big azzurri: parlate troppo poco
Venerdì 2 Settembre 2005
IL CASO Sponsor e tv ai big azzurri: parlate troppo poco I silenzi di Vieri, Totti e Nesta non piacciono a chi paga. Maffei: «Diritti, ma anche doveri» dal nostro inviato FIRENZE - Il silenzio dei big azzurri a Coverciano diventa una caso Nazionale. Il black-out ormai prolungato di Vieri (ieri malore e allenamento interrotto: semplice mal di testa, è disponibile), Totti, ultimamente anche di Nesta e quando c’è di Cassano è un problema reale. La Rai si arrabbia, gli sponsor s’interrogano, la Federcalcio non interviene, i giocatori ne discutono tra loro, l’Assocalciatori prepara una riunione. Basta fare un po’ di conti, per capire che cosa sta accadendo. «Paghiamo ogni anno trenta milioni», spiega Antonio Marano, il responsabile dell’acquisizione dei diritti televisivi. La cifra è relativa alle gare interne della squadra di Lippi. In più ci sono gli extra, come le due partite in trasferta, domani a Glasgow con la Scozia e mercoledì a Minsk con la Bielorussia. Altri quattro milioni, due per ognuna sfida. Prezzo alto in considerazione dell’orario di inizio delle due gare, alle 18,30 la prima e alle 19 la seconda, con uno share sicuramente inferiore, soprattutto per quella di Minsk, giorno infrasettimale, a quello garantito solitamente da una prima serata. Il direttore di Rai Sport, Fabrizio Maffei, invia una media di quattro-cinque inviati, più una seconda voce (oltre a operatori e tecnici), per ogni trasferta. Normale che si lamenti per il fatto che i big azzurri disertino quotidianamente la conferenza stampa. «Serve una volta per tutte un regolamento con diritti e doveri che obblighi i giocatori convocati a presentarsi davanti ai giornalisti. La Nazionale è la squadra di tutti: deve riconquistare la passione popolare. Un giocatore non rappresenta solo se stesso, ma anche gli sponsor». Sono ben sedici. L’accordo scade nel dicembre del 2006, circa trentotto milioni per il quadriennio. Se si va avanti di questo passo, con la scena muta dei personaggi, le cifre potrebbero essere riviste. Maffei punta sul regolamento, Gattuso rivela che c’è già. Ma la Federcalcio non ha la forza di farlo rispettare e gli azzurri ne approfittano. Spiega il mediano rossonero: «Noi al Milan, nel contratto, dobbiamo presentarci almeno quattro-cinque volte all’anno. Anche qui esiste un accordo. Alcuni dei miei compagni vorrebbero parlare solo della Nazionale e non dei club. Per questo non si presentano. Ma dobbiamo risolvere la situazione. Ne discuteremo tra noi, io affronterò l’argomento con Cannavaro, il capitano. Non è una questione di diventare simpatici. Bisogna parlare e basta». U.T. (Il Messaggero)
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Bannato
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gli sponsor hanno tutto il diritto di incazzarsi del resto pagano fior di quattrini per farli spiccicare due parole sgangherate in una conferenza stampa
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