Sono dazi amari per tutti: Trump non risparmia nessuno, è guerra commerciale

Trump ha annunciato il più grande aumento dei dazi da diversi decenni a questa parte. Colpiti oltre 100 paesi. I balzelli variano dal 10% al 54%. UE e paesi asiatici minacciano ritorsioni. La Casa Bianca si aspetta che i dazi genereranno entrate per 6.000 miliardi di dollari nel prossimo decennio.
di Manolo De Agostini pubblicata il 03 Aprile 2025, alle 09:54 nel canale WebNella serata di ieri il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato il più grande aumento dei dazi sulle merci importate da quasi un secolo. I nuovi dazi colpiscono più di 100 paesi e si applicano senza eccezioni a tutti i prodotti provenienti da Unione europea (20%), Regno Unito (10%), Giappone (24%) e Cina (54%, considerando anche i precedenti dazi del 20%).
Tra i più penalizzati ci sono anche il Vietnam (46%), Taiwan (32%) e l'India (27%). Unica eccezione, Canada e Messico, già soggetti a rincari del 25%. Anche la Gran Bretagna dovrà fare i conti con un dazio del 10%, mentre l'impatto su Israele è del 17%. I dazi base, del 10% su tutte le importazioni in USA, scatteranno dal 5 aprile, quelli maggiorati dal 9 dello stesso mese. Dalla mezzanotte del 2 aprile sono già in vigore quelli del 25% sulle auto prodotte all'estero.
Il piano prevede anche l'abolizione dal 2 maggio della soglia de minimis, che finora consentiva l'importazione di beni di valore inferiore a 800 dollari senza imposte doganali. Questa misura colpisce piattaforme come Shein, Temu e Amazon Haul, che sfruttavano questa esenzione per mantenere prezzi competitivi.
L'ordine esecutivo pone fine a un sistema che ha permesso l'ingresso esentasse di circa 1,4 miliardi di pacchi all'anno, il 60% dei quali provenienti dalla Cina. Trump. I nuovi dazi impongono tariffe del 30% o un costo fisso di 25 dollari per articolo, che salirà a 50 dollari dopo il 1° giugno, applicandosi anche ai pacchi provenienti da Hong Kong.
Trump ha giustificato il nuovo ordine esecutivo sui dazi definendolo un atto di equità nei confronti degli Stati Uniti: "Se vuoi che il tuo tasso di dazio sia zero, allora costruisci il tuo prodotto proprio qui in America", ha dichiarato. Secondo il presidente, questi dazi servono a bilanciare quelli imposti dagli altri paesi sui prodotti statunitensi, che ritiene ingiusti.
"I nostri dazi sono gentili rispetto a quelli che loro impongono a noi", ha aggiunto, ribadendo che il provvedimento porterà 6mila miliardi di dollari nelle casse statunitensi nei prossimi anni. "Per troppo tempo le nostre aziende e i nostri lavoratori sono stati svantaggiati da un sistema commerciale sbilanciato a favore delle economie straniere".
Molte aziende avevano già tentato di aggirare i precedenti dazi spostando la produzione dalla Cina verso altri paesi asiatici, come Taiwan e Vietnam. Con le nuove misure, anche queste alternative risultano penalizzate, rendendo più difficile per le multinazionali trovare soluzioni convenienti.
L'aumento dei dazi avrà impatti significativi su diversi settori economici, tra cui quello dell'elettronica di consumo. Un dazio del 25% si applica infatti su tutte le importazioni di computer e componenti, il che significa prezzi in aumento per numerosi prodotti negli USA, non ultima la Switch 2 annunciata ieri per cui Nintendo - che la produce in Vietnam, soggetto a dazio del 46% - potrebbe essere costretta ad aumentare il prezzo sensibilmente.
Tuttavia, un'eccezione importante riguarda i semiconduttori, che non saranno soggetti ai dazi aggiuntivi, proteggendo in parte colossi come TSMC, il principale produttore di chip per Apple, Nvidia e AMD. Insomma, non si applicheranno i dazi del 32% riservati a Taiwan, ma non è chiaro se saranno soggetti al prelievo minimo del 10%.
La Consumer Technology Association ha espresso preoccupazione per le conseguenze economiche, affermando che queste misure potrebbero portare a una recessione: "Questi dazi faranno aumentare i prezzi per i consumatori e costringeranno i nostri partner commerciali a reagire. Gli americani diventeranno più poveri a causa di questi dazi", ha dichiarato l'associazione.
A stretto giro dalle disposizioni di Trump - che potrebbero essere un modo per intavolare negoziati specifici, come già avvenuto in passato con Canada e Messico - è arrivata la risposta della Commissione europea, colpita da dazi del 20%. La presidente Ursula von der Leyen ha dichiarato: "Siamo pronti a reagire, ma siamo pronti a negoziare, non è troppo tardi. Finalizzeremo il primo pacchetto di contromisure sull'acciaio e prepareremo altri controdazi in caso di fallimento dei negoziati".
Ha poi avvertito sulle conseguenze di questa decisione: "L'economia globale ne soffrirà enormemente. L'incertezza aumenterà e scatenerà ulteriori spinte protezionistiche". Secondo von der Leyen, l'impatto sarà diretto sui cittadini: "Milioni di cittadini dovranno far fronte a un aumento del carrello della spesa. Anche i farmaci e i trasporti costeranno di più".
La leader europea ha poi ribadito la posizione dell'UE: "Noi europei promuoveremo e difenderemo sempre i nostri interessi e i nostri valori. E ci difenderemo. Se colpisci uno di noi, colpisci tutti noi".
Molto più dura la reazione dell'Asia. Il ministro del Commercio giapponese Yoji Muto ha definito le tariffe "estremamente deplorevoli", mentre il portavoce del governo Yoshimasa Hayashi ha sollevato dubbi sulla loro conformità alle norme WTO. La Cina ha accusato gli Stati Uniti di violare le regole del commercio internazionale e danneggiare i diritti economici delle parti coinvolte.
Infine, una curiosità. Oltre ai grandi e piccoli Paesi colpiti, gli USA hanno annunciato l'imposizione di dazi reciproci su alcune isole antartiche disabitate, tra cui le Heard e McDonald Islands, incluse in un elenco di territori soggetti a dazi del 10%, insieme ad altre isole australiane.
Le Heard e McDonald Islands, ricche di fauna selvatica e gestite dall'Australian Antarctic Division, sono disabitate e al più abitate da pinguini e uccelli marini. L'ipotesi in campo, in attesa di notizie ufficiali, è che i dazi siano stati applicati come deterrente per triangolazioni commerciali volte a evitare balzelli più pesanti.
58 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoEh si saranno proprio dolori, aspetto di vedere le contromosse europee, ma gli atti non son belli.
Senza dimenticare che si può anche scaricare il loro enorme debito pubblico in pancia ad UE e Cina.
È una nazione che spreca cibo,spreca materie prime,spreca energia e quant' altro,ha sempre vissuto sopra le loro possibilità reali economiche e poi ha sempre scaricato i suoi debiti sulle altre nazioni.
Il 29 non è partito dalla Cina,non è partito dalla Australia,non è partito dall' Africa se non sbaglio.....guarda caso,le crisi economiche sono quasi sempre partite dagli USA, chissà perché......
Smettiamo di pagare il conto al posto loro va.....
Trump ha annunciato il più grande aumento dei dazi da diversi decenni a questa parte. Colpiti oltre 100 paesi. I balzelli variano dal 10% al 54%. UE e paesi asiatici minacciano ritorsioni. La Casa Bianca si aspetta che i dazi genereranno entrate per 6.000 miliardi di dollari nel prossimo decennio.
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Andando avanti di questo passo nel prossimo decennio gli USA accelereranno il loro processo di decadenza economica sotto la spinta di una inflazione alta e di un Dollaro debole nei confronti di altre valute ed oro, ed alla fine il loro debito esploderà.
Questa guerra dei dazi contro tutti con imposizione minima del 10% è solamente un rozzo e totalmente sbagliato tentativo di garantire l'onorabilità del debito pubblico americano nell'ottica di massicci investimenti federali in non ben specificate infrastrutture.
Ciò spiega anche l'ossessione di Trump e della sua amministrazione nei confronti di Canada e Groenlandia, viste solamente come pezze d'appoggio e risorse per l'economia nazionale americana, altro che geopolitica dell'Atlantico settentrionale!!
Ma certo, costruiamo tutto lì, il resto del mondo che si fotta.
Purtroppo quando la tua base votante pensa che i dazi sulle importazioni non le paghi tu ma sono a carico di chi vende, questi sono i risultati.
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