Microsoft licenzia due dipendenti dopo le proteste durante l'evento del 50° anniversario

Microsoft licenzia due dipendenti dopo le proteste durante l'evento del 50° anniversario

L'azienda di Redmond ha interrotto il rapporto di lavoro con due dipendenti che hanno manifestato pubblicamente contro i contratti con Israele durante la celebrazione del cinquantenario. Le proteste hanno preso di mira i vertici aziendali, accusando Microsoft di complicità nel conflitto a Gaza.

di pubblicata il , alle 14:41 nel canale Web
Microsoft
 

La celebrazione del cinquantesimo anniversario di Microsoft è stata segnata da un episodio controverso che ha portato al licenziamento di un dipendente. Ibtihal Aboussad e Vaniya Agrawal, entrambi associati al gruppo di protesta "No Azure for Apartheid", sono intervenuti durante l'evento di venerdì scorso presso la sede centrale dell'azienda a Redmond, manifestando contro i rapporti commerciali tra Microsoft e il governo israeliano.

Proteste durante l'evento Microsoft

Durante la celebrazione, Aboussad ha preso la parola mentre parlava Mustafa Suleyman, CEO della divisione AI di Microsoft, definendolo un "profittatore di guerra" e chiedendo all'azienda di "smettere di usare l'intelligenza artificiale per il genocidio" a Gaza. Successivamente, Agrawal ha interrotto l'intervento congiunto di Bill Gates, Steve Ballmer e Satya Nadella, accusandoli di ipocrisia e affermando che "50.000 palestinesi a Gaza sono stati uccisi con la tecnologia Microsoft".

Microsoft, due dipendenti licenziati dopo le proteste nel cinquantenario

La reazione dell'azienda non si è fatta attendere. In un'email visionata da The Verge, Microsoft ha comunicato ad Aboussad la cessazione immediata del rapporto di lavoro per "atti di cattiva condotta". Nella comunicazione, l'azienda ha sottolineato come il comportamento del dipendente sia stato ritenuto "aggressivo" al punto da richiedere l'intervento della sicurezza per allontanarlo dalla sala. Microsoft ha inoltre evidenziato come l'intervento fosse "progettato per ottenere visibilità e causare il massimo disturbo a questo evento molto atteso", esprimendo preoccupazione per la mancanza di scuse e rimorso da parte del dipendente.

Il caso di Agrawal presenta alcune differenze: la dipendente aveva già presentato le sue dimissioni prima della protesta, fissando come ultimo giorno di lavoro l'11 aprile. Tuttavia, dopo l'interruzione dell'evento, Microsoft ha deciso di anticipare la conclusione del rapporto di lavoro, licenziandola con effetto immediato. Entrambi i manifestanti, oltre alle proteste pubbliche, hanno inviato email di massa a migliaia di colleghi, esortandoli a prendere posizione contro i contratti dell'azienda con il governo israeliano. Le accuse mosse dai due ex dipendenti riguardano il presunto coinvolgimento di Microsoft nel conflitto israelo-palestinese. Nella sua email, Agrawal ha citato "un contratto da 133 milioni di dollari tra Microsoft e il Ministero della Difesa israeliano", sostenendo che le tecnologie cloud Azure e l'intelligenza artificiale dell'azienda sarebbero utilizzate per operazioni militari a Gaza.

La dipendente ha inoltre affermato che "il cloud e l'intelligenza artificiale di Microsoft consentono all'esercito israeliano di essere più letale e distruttivo a Gaza", definendo l'azienda "un produttore di armi digitali che alimenta la sorveglianza, l'apartheid e il genocidio". La reazione dei dirigenti Microsoft durante l'evento è stata contenuta. Mentre Suleyman "è rimasto calmo e ha tentato di allentare la questione" durante la prima interruzione, Gates ha risposto con un semplice "va bene" prima di riprendere la discussione, senza affrontare direttamente le accuse.

Le proteste non si sono limitate all'interno dell'evento. Contemporaneamente, una manifestazione più ampia organizzata dal gruppo "No Azure for Apartheid" si stava svolgendo all'esterno della sede Microsoft, a dimostrazione di un dissenso più diffuso tra alcuni dipendenti riguardo alle sue politiche aziendali.

2 Commenti
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GLaMacchina08 Aprile 2025, 23:23 #1
L'intelligenza artificiale e' stata sviluppata durante la guerra fredda per processare una grande mole di dati e supportarre la pianificazione strategica. In quanto tale e' da sempre uno strumento militare. La differenza e' che oggi la mole di dati e' cresciuta a tal punto da rendere controproducente la supervisione umana, che finisce per rallentare il processo decisionale. Dunque, in un certo senso, sono gli algoritmi e i server di Amazon, Microsoft e Google a prendere decisioni su dove bombardare a Gaza (https://en.wikipedia.org/wiki/AI-as..._the_Gaza_Strip) cosi' come altrove. Vengono pagati per processare dati e li processano, questo e' il loro business. La volonta' politica di fare una guerra pero' e' chiaramente attribuibile a precisi individui che a mio giudizio assumono la completa responsabilita' anche delle azioni intraprese dall'algoritmo.
Pascas09 Aprile 2025, 09:53 #2
Originariamente inviato da: GLaMacchina
La volonta' politica di fare una guerra pero' e' chiaramente attribuibile a precisi individui che a mio giudizio assumono la completa responsabilita' anche delle azioni intraprese dall'algoritmo.


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