La casa nella prateria: in arrivo su Netflix il reboot dopo 40 anni

Netflix annuncia il reboot di "Little House on the Prairie", rivisitando il classico con una prospettiva moderna e inclusiva, mescolando dramma familiare e storia del West americano.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 04 Febbraio 2025, alle 09:56 nel canale WebNetflix
Netflix ha annunciato un reboot della amata serie "La casa nella prateria", che debutterà più di 40 anni dopo la conclusione dello show originale. Come riportato da Entertainment Weekly, il gigante dello streaming ha rivelato il 29 gennaio 2025 di aver ordinato una rivisitazione della serie classica, che sarà basata sul terzo libro dei romanzi autobiografici di Laura Ingalls Wilder.
Netflix annuncia il reboot di Prairie
L'annuncio del gigante dello streaming del 29 gennaio 2025 ha rivelato i piani per una nuova interpretazione del classico amato. Descritto come "in parte un dramma familiare pieno di speranza, in parte un'epica storia di sopravvivenza e in parte una storia delle origini del West americano," la nuova serie seguirà la famiglia Ingalls-Charles, Caroline e le loro figlie Laura e Mary mentre affrontano la vita nella frontiera. In particolare, il reboot includerà trame che coinvolgono la tribù Osage incontrata dagli Ingalls in Kansas, aggiungendo una nuova dimensione alla narrazione. Rebecca Sonnenshine, nota per il suo lavoro su "The Boys" e "The Vampire Diaries," è stata scelta come showrunner e produttrice esecutiva per questo progetto molto atteso.
Team di produzione e leadership
Il team di produzione del reboot riunisce veterani del settore e nuovi talenti. Trip Friendly, figlio del produttore originale Ed Friendly, continuerà l'eredità di suo padre come produttore esecutivo, garantendo un legame con le radici dello show. Ad affiancarlo ci sono Joy Gorman Wettels, Dana Fox e Susanna Fogel, che saranno anch'esse produttrici esecutive, portando le loro esperienze diversificate al progetto. Questa combinazione di vecchio e nuovo promette di onorare lo spirito della serie originale, infondendolo al contempo con prospettive contemporanee.
Reazioni dei fan al reboot
L'annuncio del reboot di "La casa nella prateria" ha suscitato una gamma di reazioni tra i fan. Mentre molti spettatori esprimono entusiasmo per il ritorno della serie amata e il suo potenziale di raggiungere nuove generazioni, altri hanno manifestato preoccupazioni riguardo alla possibilità di alterare la formula originale che ha reso lo show un successo.
La risposta mista evidenzia la sfida che Netflix affronta nel bilanciare la nostalgia con la narrazione contemporanea. In particolare, l'attrice Melissa Gilbert, che interpretava Laura Ingalls nella serie originale, ha risposto alla richiesta della commentatrice Megyn Kelly affinché Netflix non "wokeizzasse" il reboot, sottolineando l'importanza di rivisitare lo show con una prospettiva moderna.
Eredità della serie originale
La serie originale "La casa nella prateria" ha lasciato un segno indelebile nella storia della televisione, affascinando il pubblico per quasi un decennio con la sua rappresentazione della vita di frontiera alla fine del XIX secolo. Basata sui romanzi semi-autobiografici di Laura Ingalls Wilder, la serie è andata in onda dal 1974 al 1983, ottenendo il plauso della critica e un seguito di fan devoti. La sua popolarità duratura è evidente nella continua trasmissione in syndication sin dalla messa in onda originale, permettendo a nuove generazioni di scoprire le lotte e i trionfi della famiglia Ingalls.
L'impatto della serie va oltre l'intrattenimento, servendo come punto di riferimento culturale che ha ispirato discussioni sulla storia americana, i valori familiari e la vita rurale. Ha ricevuto 17 nomination ai Primetime Emmy Awards, vincendone quattro per la sua eccezionale cinematografia e musica. La capacità dello show di affrontare temi complessi come il razzismo, la dipendenza e le difficoltà economiche in un formato adatto alle famiglie ha contribuito alla sua rilevanza duratura. Questa eredità ha reso l'annuncio di un reboot su Netflix sia entusiasmante che impegnativo, poiché deve bilanciare l'onore dello spirito originale con l'adattamento alle aspettative del pubblico contemporaneo.
27 Commenti
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Ma sono questi??
Tutti Bianchi??
Spero che almeno NON siano tutti eterosessuali, altrimenti ci vedo una bella Class Action!!
detto questo, dopo che ho letto l'idea del revival di Buffy mi aspetto qualunque cosa, tanto alla fine è il prodotto finale che dirà se vale oppure no, e sarà l'ennesimo tentativo di riproporre qualcosa andato in onda decenni fa ma che non è andato bene.
Per dire, io ho visto la nuova serie di Quantum Leap, che hanno poi cancellato, a me non dispiaceva, ma non sono riusciti a creare lo stesso interesse quanto la vecchia serie originale. Ma di esempi ce ne sono già parecchi oramai.
Ma sono questi??
Tutti Bianchi??
Spero che almeno NON siano tutti eterosessuali, altrimenti ci vedo una bella Class Action!!
Ma la conosci la serie (e da che ha origine)?,
l'hai vista almeno qualche volta?,
sai che temi ha trattato durante le stagioni?
O ti affidi al classico qualunquismo che appena vedrai un episodio parlare di razzismo ti si drizzano le antenne?
Ma sono questi??
Tutti Bianchi??
Sì, sono questi alcuni degli interpreti della serie originale.
A chi vuoi che interessi un remake di sta roba.
A chi vuoi che interessi un remake di sta roba.
E infatti il mondo sta andando a donnine !
Parlo ovviamente delle avventure grafiche Lucas.
A tal proposito...pure Ron ci ha messo del suo comunque eh, io son tra quelli che nel vedere la grafica dell'ultimo Monkey Island ha percepito distintamente un calcio violentissimo.
Alle balle. Di punta.
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